Messico, un massacro infinito

MESSICO, IL MASSACRO
INFINITO
Tlatelolco 1521
Nel secolo XVI a Tlatelolco è avvenuto il massacro compiuto dai conquistadores spagnoli e dai loro
alleati indigeni contro gli Aztechi il 13 agosto 1521. Vennero uccise 40000 persone e fu la fine della
civiltà azteca.
Tlatelolco 2 agosto 1968 piazza delle tre culture. Massacro degli studenti. Le forze militari aprono
il fuoco. Una massa di corpi copre la superficie della piazza. I corpi furono spostati con camion
dell’immondizia. La spiegazione ufficiale fu che le forze armate spararono per difendersi dai colpi
di facinorosi armati. Non si è mai riusciti ad avere il numero preciso dei morti. Alcune stime dicono
più di 300, le fonti governative stimano 40-50 morti.
In risposta alle preoccupazioni del governo messicano per la sicurezza dei Giochi olimpici, il
Pentagono inviò in Messico istruttori di lotta antisovversiva, armi, munizioni e materiali per il
controllo della protesta. Numerosi agenti della CIA che si trovavano in Messico facevano
quotidianamente rapporto su quello che accadeva nella comunità universitaria.
Stato di Guerrero, 26 settembre 2014. Oltre 50 studenti scomparsi a seguito di scontri con la
polizia durante una manifestazione di protesta della scuola di Aytozinapa il 26 settembre. 28 corpi
( bruciati) sono stati ritrovati in una fossa comune a Iguala, a 200 km. da Città del Messico. In
relazione alla scomparsa degli studenti sono stati arrestati 22 poliziotti.
14 studenti sono stati ritrovati, all’appello ne mancano ancora 43. Nel corso dell’inchiesta è
emerso che alcuni elementi della polizia municipale fanno parte del crimine organizzato.
( Repubblica, 14/X).
Si potrebbe pensare alla ‘maledizione della Malinche’ ( la ‘traditrice’ che svendè il suo popolo a
Cortes) proietta una lunga ombra sul suo popolo. Un paese che uccide le sue forze giovani è un
paese senza futuro. Un paese che pensa alla sua scuola come officina del consenso è un paese
senza speranza. Rivolge contro se stesso le forze e le energie che potrebbero trasformarlo
profondamente.
Alla RIDEF di Reggio Emilia i movimenti messicani di scuola moderna ( MEPA e MMEM) hanno
presentato in forma drammatica e suggestiva la realtà di un paese che non crede nella scuola
come forma di emancipazione in grado di creare futuro, strumento di libertà, e nello stesso
tempo la forza e la speranza di un movimento che si oppone all’ondata neoliberista imposta dalle
nuove mafie, il WTO la Banca mondiale.
Un movimento che appoggiamo dalla vecchia Europa che tante responsabilità ha accumulato
verso i ‘paesi senza speranza’. Che vogliamo si mantenga vivo, forte, creativo, stimolo per un altro
mondo possibile, vigile alla difesa dei diritti dei minori senza istruzione.
Ai movimenti nostri fratelli possiamo solo offrire la nostra solidarietà e appoggio, perché sono loro
i protagonisti della loro rivoluzione pacifica, sono loro a rivendicare che gli studenti devono
‘ritornare vivi come vivi sono stati presi’.
Per la Segreteria MCE Giancarlo Cavinato