DOCUMENTO POLITICO X° CONGRESSO CGIL CAMPANIA MAV, ERCOLANO|| 20 – 21 MARZO 2014 Il X Congresso della CGIL Campania, svoltosi a Ercolano il 20 e il 21 marzo 2014, assume la relazione introduttiva del Segretario Generale Franco Tavella e i contributi venuti dagli interventi, espressione del pluralismo democratico presente nel congresso, gli ordini del giorno esaminati e le conclusioni del Segretario Generale Susanna Camusso. Il Congresso conferma che a sei anni dall’inizio della crisi che ha investito l’economia su scala globale, con effetti dirompenti nel Mezzogiorno e in Campania, non emergono segnali di inversione di tendenza. Nel 2013 il PIL italiano ha subito un’ulteriore contrazione dell'1,8%, con una conseguente riduzione della ricchezza nel Mezzogiorno e in Campania di circa il 2,5%. È evidente la natura strutturale della crisi che richiede, perciò, azioni immediate di quadro nazionale che intervengano sugli effetti delle fallimentari politiche neoliberiste che hanno caratterizzato al livello internazionale, europeo e italiano, l’ultimo ventennio. * * * La CGIL ha indicato, tra gli strumenti di innovazione e di riequilibrio delle diseguaglianze, straordinariamente cresciute nel paese per le scelte scellerate del centro destra, il PIANO DEL LAVORO che la CGIL Campania ha assunto come asse centrale della sua strategia e azione territoriale. A partire da queste scelte, il Congresso candida la Campania ad essere luogo di elezione di nuove politiche di crescita e di 1 sviluppo e conferma che il rilancio del Mezzogiorno è condizione imprescindibile per la ripresa dell’intero Paese. In questa regione, infatti, in cui è collocata la più alta percentuale dei giovani, dunque la più grande risorsa nazionale in capitale umano, si riscontrano, in modo amplificato, tutte le più importanti caratteristiche della crisi economica nazionale: dal crollo del PIL (di circa il 15% dal 2007 al 2013), alla riduzione del reddito individuale (di quasi il 30%), dall’aumento insostenibile della tassazione locale, ai bilanci degli enti locali, la maggior parte dei quali in condizioni di dissesto o di pre-dissesto; dall’aumento drammatico di cittadini e famiglie in condizioni di povertà (fenomeno che investe, oramai, non solo quanti sono nell'età della senilità, ma anche chi è nell'infanzia e l'adolescenza), al crollo degli investimenti in formazione, salute, assistenza, sicurezza, accoglienza per migranti; dalla progressiva destrutturazione di un sistema territoriale dei servizi (già storicamente carente in Campania), all’aumento esponenziale della disoccupazione e dell'inoccupazione (le cifre di CIG e CIG in deroga, così come quelle dei giovani senza lavoro, ci vedono al primo posto in Italia). Insomma, in questi anni di più acuta crisi socio-economica, il disinvestimento in politiche pubbliche è stato il tratto distintivo dell’intervento istituzionale. A tale disimpegno economico si è accompagnata, in Campania, la scelta di una permanente “eccezionalità” attraverso il ricorso ai commissariamenti, che investono settori cruciali: dalla sanità ai trasporti, dai bilanci, ai beni culturali e ambientali. Il Congresso ritiene urgente il superamento della logica commissariale per contrastare quello che è un gravissimo svuotamento dei luoghi democratici di confronto e assunzione di decisioni collettive e non ha indotto alcun miglioramento degli assetti socio-economici della regione. * * * Il congresso rileva, insieme ad una pesante crisi sociale, il contemporaneo permanere di una gravissima contrazione 2 dell’apparato produttivo che investe, con la parziale esclusione del settore agroindustriale, sia il settore della logistica (con ritardi intollerabili soprattutto in materia di aeroportualità, piani energetici e ambientali, banda larga,TPL) che il sistema industriale (il manifatturiero incide solo per l’8% sulla composizione del PIL regionale rispetto al 23% della media nazionale). È in sofferenza anche un tradizionale settore anticiclico come l’edilizia e aumenta la mortalità di piccole e medie imprese, spesso sotto il ricatto dell'usura o spinte al nero e al sommerso. Il Congresso denuncia, in un contesto così caratterizzato, la preoccupante e progressiva penetrazione dei capitali malavitosi e della criminalità organizzata nell'economia locale e il controllo mafioso dei territori e delle attività produttive e commerciali. Qualunque ipotesi di innovazione, di sviluppo e di crescita della regione è così compromessa: il tema della pervasività degli interessi criminali nel Mezzogiorno deve essere all’attenzione di tutto il paese e non più solo del sindacato meridionale. Il congresso ritiene che qualsiasi ipotesi di sviluppo e di crescita della Campania richieda, come precondizione imprescindibile, una forte, coordinata, incisiva ed estesa azione di contrasto alla camorra e alla criminalità organizzata, condotta con un sempre miglior coordinamento delle forze dell’ordine e dell’intelligence, - come auspicato anche dal SILP, che chiede l’unificazione delle funzioni e delle competenze generaliste di Polizia e Carabinieri -, e con il supporto decisivo di un vasto movimento civile che svolga azioni di controllo democratico e funga da presidio di un territorio e di un contesto sociale spaventosamente depauperati. A tal fine il Congresso aderisce alla manifestazione nazionale di Libera del 22 marzo p.v. a Latina. * 3 * * La necessità di un’azione più incisiva della CGIL nei confronti della Regione Campania per superare i limiti e i ritardi nella sua azione di contrasto alla crisi si manifesta con urgenza. Bisogna, altresì, intervenire sulle ragioni dell’impoverimento progressivo del sud, frutto prevalentemente delle scelte dei governi di centro destra a trazione leghista che hanno spostato, negli anni, ingenti risorse di spesa ordinaria in conto capitale dal Mezzogiorno verso altre realtà (per le regioni meridionali essa è scesa in questi anni dal 42 al 32%). Anche il piano strategico dei fondi strutturali 20072013 è stato in parte smantellato, rallentandone l’azione di spesa per effetto dei vincoli del patto di stabilità e delle quote di cofinanziamento regionale e nazionale. In nome di un sedicente federalismo (che si poneva come regolatore della redistribuzione dei mezzi) la Campania è stata deprivata, - complice la inerzia di una Regione che non ha saputo contrastare l’azione dei governi di centro destra , di ingenti risorse pubbliche, indispensabili nella crisi. Sono, pertanto, cresciuti i differenziali territoriali e si è condannato l’apparato produttivo manifatturiero ad una crisi senza precedenti, aggravata dai tagli lineari ai bilanci degli enti locali in una regione dove il sistema economico, in larghissima parte, ruota intorno alla canalizzazione di spesa pubblica. * * * Il congresso afferma che la Campania merita un progetto ambizioso, che ne esalti le potenzialità e ne ridisegni il ruolo di capitale del Mezzogiorno e nel Mediterraneo. Il congresso assume la proposta della CGIL per la definizione di una regione attrattiva, configurata per sistemi territoriali di sviluppo e in grado di proiettarsi verso il Mediterraneo e lungo i corridoi europei 1 e 8. Occorre creare le condizioni perché la Campania diventi una grande piattaforma logistica nel Mediterraneo e per questo 4 vanno potenziati i sistemi dell'Università e della Ricerca, delle Infrastrutture materiali e immateriali e della Logistica. Il Congresso ribadisce che dalla Campania e dal Mezzogiorno può partire una nuova stagione di risanamento e di crescita con effetti propulsivi per l’intero paese. Per queste ragioni il nuovo programma dei fondi strutturali 2014-2020 deve essere orientato su pochi obiettivi strategici, quali: il completamento della metropolitana di Napoli, nel quadro di un sistema metropolitano regionale integrato ferro-gomma, a garanzia del diritto essenziale al trasporto e la connessione dei sistemi territoriali; il completamento dell’Alta Capacità Napoli- Bari, sia per la mobilità veloce di persone e merci, nella prospettiva della determinazione della grande area urbana Bari- Lecce- Salerno- Napoli- Roma e della realizzazione dei corridoi 1 e 8, sia per sostenere i territori del Sannio e dell’Irpinia e le loro piattaforme; il potenziamento delle vie del mare e della rete portuale Napoli- Salerno- Castellammare di StabiaTorre Annunziata, con funzioni integrative; della rete aeroportuale di Napoli- Pontecagnano e Grazzanise; della retroportualità dei porti di Napoli e Salerno e l’integrazione con gli interporti di Nola e MaddaloniMarcianise e dei territori delle aree interne; il raccordo e l’integrazione della rete stradale e delle autostrade, attraverso il completamento della Termoli- Lione-Contursi; della costruzione dell’ AvellinoBenevento- Telese; della tangenziale delle aree interne; della SS268 del Vesuvio; della costruzione della terza corsia e della messa in sicurezza del tratto Salerno Fratte- Mercato San Severino e del raccordo Salerno Avellino; la copertura della banda larga su tutto il territorio regionale e il suo potenziamento con la banda ultralarga; 5 la definizione di un serio ed organico piano energetico e ambientale regionale e del ruolo delle società a rete di livello nazionale e locale; il rilancio di un piano di energia alternativa legato all’avvio di un processo diffuso di green economy. A tal proposito, il Congresso ritiene che, per un reale utilizzo delle energie alternative, è necessario dotarsi di reti intelligenti e salvaguardare, altresì, quegli impianti preesistenti che hanno realizzato interventi tecnologici a tutela dell'ambiente. In merito alle politiche industriali, il congresso ribadisce che il sistema produttivo regionale è in gravissima difficoltà e non è in grado di competere sui mercati internazionali se non adeguatamente supportato da politiche di sostegno. È necessario superare la frammentazione degli interventi finora messi in campo e unificare organicamente gli strumenti (contratto istituzionale di sviluppo, contratto di programma regionale, incentivi alle PMI, sostegno all’innovazione con i distretti tecnologici e zone franche urbane) orientandoli su obiettivi strategici. L’intervento previsto per le cinque aree di crisi in Campania può rappresentare l’occasione per nuove politiche di sviluppo industriale. Il Congresso candida la Campania a diventare sede di poli industriali e di manutenzione aeronautica e ferroviaria (per i nuovi treni Frecciarossa ETR 1000, in continuità con la collaudata manutenzione degli ETR 500) e ritiene indispensabile la difesa dei siti produttivi presenti in Campania nell’ambito dei processi di ristrutturazione. Reputa altresì centrali per l'economia regionale: le filiere della cantieristica, della meccanica, del polo degli elettrodomestici, dell’automotive e dei poli tecnologici dell'aerospazio; 6 le filiere del trasporto terrestre, della logistica avanzata, dei beni culturali e del turismo, dell'edilizia sostenibile, dell'energia ed efficienza energetica, dell'ambiente e sicurezza, dell'agroalimentare, della salute e del sistema moda; la difesa e il rafforzamento dell’autorità per la garanzia nelle telecomunicazioni, contro quei tentativi di smantellamento e di spostamento dell'autority che priverebbero la città di Napoli e la regione Campania di un' importante funzione a supporto dello sviluppo di settori produttivi strategici e di professionalità che sono indispensabili alla determinazione di filiere innovative; la fine dello smantellamento di importanti centri strategici, fondamentali per determinare nuove politiche del credito in regione. Di fronte all’aggravarsi della crisi e all’arresto della crescita occupazionale, all’espansione e alla precarizzazione del lavoro, il Congresso, in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea, ribadisce la necessità di consolidare il credito di imposta per le aziende che assumono a tempo indeterminato e denuncia la persistenza, in regione, di tassi di interessi bancari molto più elevati rispetto alle altre aree del Paese, con ricadute negative per le aziende e i cittadini. Il Congresso rileva inoltre che, anche in Campania, il sistema bancario e finanziario non ha svolto, in questa lunga fase di crisi, un ruolo di supporto dell’apparato produttivo e delle famiglie e sostiene l'urgenza di invertire la tendenza, attraverso il sostegno al sistema sociale e alle imprese, con l’eliminazione del taglio al credito. * * * Agricoltura e turismo sono i settori che più hanno resistito nella crisi, rappresentando un punto di forza dell’economia regionale. In questo quadro, si pone la necessità di una politica di sostegno delle attività culturali, con il rilancio dei teatri San Carlo di Napoli, Verdi di Caserta, Gesualdo di Avellino e Comunale di Benevento, attraverso l'allocazione di risorse 7 aggiuntive e di quelle integrative dei finanziamenti già previsti dalla legge regionale dello spettacolo (per altro non applicata). È necessario, a riguardo, liberare le risorse previste da parte della Regione per il teatro San Carlo. Il Congresso ritiene che il settore del turismo vada rilanciato attraverso l’uso integrato di tutti gli strumenti di quadro nazionale, regionale ed europeo per la valorizzazione dell’enorme patrimonio storico-archeologico-artisticoambientale territoriale a partire dai siti Unesco (Pompei, Ercolano, centro storico Napoli, Reggia di Caserta ecc) e la loro integrazione con le produzioni tipiche nei settori dell’agro-industria e dell’artigianato. Anche in questa prospettiva, la CGIL rilancia la proposta della costituzione di un distretto interregionale del pomodoro tra Campania, Puglia e Basilicata e la ripresa del progetto di costruzione della piattaforma agricola di San Nicola a Varco. È necessario, nel comparto dell'agroindustria, intensificare e qualificare gli interventi, puntando sulla qualità e la promozione delle produzioni tipiche locali (attraverso la verifica dei progetti integrati di filiera e il potenziamento del rapporto coi centri di ricerca) e procedere all’attivazione di un Marchio Etico, a supporto della competitività delle imprese, della lotta al sommerso, del miglioramento delle condizioni dei lavoratori e a contrasto del fenomeno del caporalato (sempre più diffuso nel mondo agricolo, spesso primo approdo per uomini e donne provenienti da paesi terzi, i più clandestini, espropriati della propria identità, privi di ogni tutela e vittima dei caporali e del sistema malavitoso che sottende il lavoro nero dei campi, con scarsissime possibilità di integrazione e di ingresso nella vita democratica e civile locale). Il Congresso ritiene centrale il rilancio dello sviluppo delle aree dell’appennino interno campano lungo l’asse Alto casertano-Benevento- Avellino- Cilento, attraverso la definizione di un piano di forestazione e di risanamento dei corpi idrici e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e 8 delle produzioni tipiche locali, in linea con gli obiettivi del PSR, e considera non più rinviabile una riforma della governance agricola e forestale a partire dal riordino della legislazione forestale e della LR 11/96; la tutela, l'assetto e la riqualificazione del territorio. L'obiettivo di garantire il consumo di suolo “zero” può e dev'essere il punto di partenza per una politica di rilancio del territorio campano. A tal fine è necessario procedere alla riduzione dell'uso del suolo e perseguire l'obiettivo di riduzione del 50%, entro il 2020, e di azzeramento del consumo entro il 2030. È, altresì, essenziale la definizione di una legge regionale ad hoc. * * * La questione ambientale rappresenta in Campania una precondizione per lo sviluppo. La vicenda “Terra dei fuochi” richiede un rinnovata attenzione alla gestione dei territori e un più incisivo protagonismo della Confederazione. Ripartire dal territorio significa affrontare la grande emergenza ambientale che affligge la regione. Nella cura del territorio risiede una grande occasione di rilancio, di sviluppo e di occupazione, di qualità della vita, di benessere. La grande manifestazione del 16 novembre scorso richiede risposte adeguate, incisive e coerenti sia sul piano delle bonifiche sia sul piano di una nuova governance territoriale, con la partecipazione attiva e il controllo dei cittadini e del sociale organizzato. Allo stesso tempo l’azione di bonifica non può rappresentare un’ulteriore occasione di infiltrazione e di arricchimento della criminalità organizzata. È necessario scongiurare l’eventualità che chi ha inquinato e violentato il territorio si candidi al piano di risanamento ambientale. La CGIL Campania chiede a tutte le istituzioni un impegno delle società partecipate già costituite per i lavori di bonifica e indica le seguenti priorità: 9 Riqualificazione dei siti individuati nel piano regionale e nazionale attraverso un’azione integrata tra Enti locali, Regione, Ministeri competenti; Riqualificazione e rilancio degli ex siti industriali; Accelerazione e rilancio della programmazione 20142020 dei grandi progetti legati ai trasporti e alla riqualificazione ambientale e territoriale; Interventi sul ciclo integrato riaffermino il ruolo del pubblico; delle acque che Attivazione del ciclo integrato dei rifiuti attraverso un serio piano per la differenziata e l’attivazione di filiere produttive tese al rilancio dell’occupazione e alla riduzione delle tariffe. * * * Le politiche sociosanitarie costituiscono una parte sostanziale del welfare territoriale e rappresentano una precondizione per la qualità e l’attrattività dei sistemi territoriali di sviluppo definiti dal PTR Campania. Anche in regione le scelte politiche di questi anni dei governi di centro destra hanno progressivamente smantellato le tutele sociali e per la salute, con un progressivo restringimento degli spazi di intervento pubblici e dell’universalismo dei servizi. La logica dei tagli lineari, la cancellazione di servizi essenziali per l’infanzia, gli anziani, le famiglie, gli inabili, i tossicodipendenti, i migranti, il Commissariamento della sanità - che ha scaricato i costi del rientro dal debito su cittadini e lavoratori del comparto senza intervenire sulle cause reali di squilibrio di sistema- , confermano una cultura che considera il welfare un costo insostenibile da scaricare sulle famiglie (e, dunque, sulla segregazione femminile) o da affidare ad interventi assicurativi e caritatevoli. Tutto ciò ha aggravato, in Campania, la già fragile infrastrutturazione sociale dei nostri territori in una fase in cui la crisi ha determinato povertà e crescente disagio 10 sociale di giovani, lavoratori e pensionati ed ha colpito con più virulenza i più discriminati, soprattutto migranti di prima e seconda generazione, portatori di disabilità, LGBT, soggetti rispetto ai quali la CGIL si impegna a rafforzare la propria azione sia sul versante dei diritti sociali e di cittadinanza che di quelli civili. Il Congresso della CGIL Campania ribadisce che il welfare rappresenta un fattore di sviluppo di un’economia, che produce beni collettivi e che incorpora competenze, ricerca, innovazione, e richiede una progettazione condivisa dagli attori sociali: per questo, in particolare per la sua valenza sociale, va immediatamente ripristinato l’assessorato alla Sanità per riprendere una dialettica democratica su un tema così sensibile come quello della salute. Il Congresso ribadisce che l’assistenza e la cura delle persone rappresentano uno dei campi di intervento, di riconversione di un lavoro oggi invisibile, non retribuito, dequalificato da tradurre in allargamento, crescita e qualificazione dell’occupazione in particolare femminile; deve essere questo un terreno di analisi dell’andamento demografico e del contesto socio-economico per definire un nuovo paradigma del compromesso sociale che, soprattutto nel Mezzogiorno e in Campania, rompa definitivamente con le politiche clientelari o di sostituzione dei redditi da lavoro e produca, invece, benessere e fruibilità dei diritti di cittadinanza costituzionalmente garantiti. Da questo punto di vista, le donne hanno un portato di innovazione e crescita dell’occupazione, che va garantita con una estesa contrattazione di genere. * * * In questi anni il sistema pubblico di istruzione ha subito un forte ridimensionamento. Il Congresso della CGIL Campania lancia la proposta di un patto con i giovani e con i cittadini per l’inclusione sociale e l’affermazione di una scuola pubblica di qualità che faccia acquisire a tutti strumenti formativi e competenze per la legalità e l’inserimento nel mondo del lavoro. 11 È la scuola, di ogni ordine e grado, il luogo di elezione della integrazione tra ceti ed etnie, di accoglienza ed inclusione del diverso, di affermazione del multiculturalismo. Per questo al CGIL propone un patto per una nuova e più consapevole cittadinanza attiva a partire dalle periferie, per un progetto scuola valido per la regione e per l’intero paese. Il Congresso impegna la CGIL per un piano straordinario che recuperi il differenziale del tempo scuola rispetto alle altre regioni in linea con le esperienze più significative e consolidate a livello europeo. In questo quadro diventa centrale la riqualificazione dell’istruzione tecnica e professionale che metta in valore la più grande risorsa della nostra regione rappresentata dai giovani, in un collegamento organico col sistema universitario, della ricerca, del sistema produttivo su cui impostare le politiche attive per il lavoro anche per gli immigrati, a cui ancorare il quadro normativo europeo e regionale relativamente all’apprendistato, stage e tirocini, al microcredito, alle borse lavoro, in linea con gli indirizzi europei della programmazione 2014-2020. Inoltre, il congresso della CGIL Campania ritiene urgente un piano di intervento straordinario per la messa in sicurezza delle strutture e per combattere sia la dispersione scolastica che il calo delle iscrizioni all’università. A tal fine, sono prioritarie in Campania il finanziamento della legge regionale sul diritto allo studio scolastico e universitario e la copertura, per tutti gli aventi diritto, delle borse di studio universitarie. * * * L’attenzione alla condizione giovanile è obbligata nella regione più giovane d’Italia con i gravissimi e noti problemi del lavoro. Il Congresso impegna la CGIL Campania a promuovere pratiche di contrattazione inclusiva per superare la contrapposizione tra lavoratori “protetti” e “precari”: l’impegno per estendere l’inclusività dei contratti deve perciò diventare patrimonio dell’intera organizzazione. 12 Anche il piano Garanzia Giovani, opportunamente monitorato, dovrà essere strumento di rilancio occupazionale, accompagnato da un efficiente sistema integrato di politiche attive. Vanno implementate, inoltre, campagne di sindacalizzazione di quei settori di lavoro e di quelle fasce di precariato oggi escluse dal nostro bacino di rappresentanza, che possano intercettare competenze ed esperienze nuove, corroborare le pratiche di quadri già sperimentati e costituire l’investimento dell’organizzazione sul proprio futuro. * * * Com’è noto, è in atto un vasto piano di riordino sia del sistema istituzionale che elettorale. In relazione al coinvolgimento della regione Campania nella costituzione della città metropolitana, dell’area vasta e nell’associazione dei comuni, il Congresso assume l’impegno per un’iniziativa di respiro europeo e mediterraneo nel percorso di costituzione della città metropolitana e del suo rapporto con i sistemi territoriali di sviluppo. In questo quadro vanno definite le aree vaste, le associazione dei comuni per aree omogenee, definite dal PTR, e le funzioni e il riordino delle società partecipate, in particolare, nell’area metropolitana di Napoli. * * * Il Congresso ritiene che un così impegnativo progetto strategico per il rilancio e l’incisività dell’azione sindacale nella regione richieda una convinta e collettiva riaffermazione della confederalità ed una rinnovata capacità di intercettazione di nuovi bisogni e di nuova rappresentanza con il protagonismo di tutti i lavoratori, italiani e migranti, e per combattere il lavoro nero e il sommerso con rinnovate politiche di emersione. Per questo considera non più rinviabile una riflessione sul sistema dei servizi attraverso un appuntamento tematico con SPI, NidIL, SOL, INCA e CAAF e con l’insieme della CGIL per una riorganizzazione, da un lato, delle pratiche di tutela 13 individuale tradizionalmente garantite dall’organizzazione, e dall’altro, per un loro allargamento alle nuove tutele legate ai cambiamenti del mercato del lavoro e del sistema socioeconomico e produttivo. In relazione a tali trasformazioni, che investono sia gli assetti istituzionali che la nostra capacità di rappresentanza, il Congresso ribadisce la centralità del territorio e la necessità di un riposizionamento strategico della CGIL in tutta la regione da discutere e ratificare in una conferenza di organizzazione da tenersi in tempi ravvicinati. 14
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