FOR-0211-FAD texbook conclusioni-20120927

CORSO “La relazione e la comunicazione con il paziente talassemico”
CONCLUSIONI
Alla fine del corso “La relazione e la comunicazione con il
paziente talassemico”, riassumiamo i concetti principali
nelle conclusioni.
Questo corso è stato realizzato per la formazione
professionale degli infermieri che operano nelle unità
pediatriche ed ematologiche dei centri clinici per la cura
della talassemia.
Il corso si è sviluppato in 4 moduli:
1.
Aspetti clinico-terapeutici della talassemia
2.
Aspetti psicologici legati alla talassemia
3.
Il talassemico nel suo contesto
4.
Il talassemico e i servizi di cura.
Le talassemie sono malattie ereditarie del sangue a
trasmissione autosomica recessiva caratterizzate da un
ridotto contenuto di emoglobina nei globuli rossi e
conseguente anemia.
1
Esistono varie forme di talassemia. In particolare si
hanno: alfa, beta e delta talassemia.
Abbiamo affrontato nel dettaglio la beta talassemia, detta
anche ‘anemia mediterranea’, la forma di talassemia più
diffusa in Italia.
La beta talassemia major o morbo di Cooley è la forma più
grave di beta talassemia, caratterizzata da una grave
anemia per ridotta o assente sintesi delle catene
globiniche beta e da un fenotipo clinico complesso.
Questa forma necessita di una regolare terapia
trasfusionale e di una terapia farmacologica
ferrochelante.
Come è stato detto nel primo modulo di questo corso,
l’attuale strategia terapeutica, che include trasfusioni
regolari combinate alla terapia chelante, ha migliorato la
sopravvivenza e la qualità di vita dei soggetti talassemici.
Se da un lato questo ha determinato un atteggiamento
più positivo e ottimista, dall’altro ha fatto si che i pazienti
talassemici debbano necessariamente crescere in
continuo contatto con cure mediche intensive.
2
Abbiamo visto come studiare una malattia significhi
anche studiare quella interazione fra il malato e la sua
famiglia, da un lato, e i servizi sanitari e la società,
dall’altro. Quindi, parlare di talassemia vuol dire,
inevitabilmente, oltre che parlare delle caratteristiche
cliniche della malattia anche parlare del malato, della sua
famiglia, del rapporto con i servizi di cura e, in generale,
del rapporto con la società.
Riassumiamo le caratteristiche psicologiche di un
talassemico.
Se lo sviluppo cognitivo del talassemico è pressoché
simile a quello dei suoi coetanei, sul piano psicologico la
malattia può rendere il paziente fortemente deviato dalla
percezione del proprio corpo, e in combinazione con
l’azione costante dello stress può portarlo a sviluppare
forme di autoaggressività.
È fondamentale tener presente che se la malattia colpisce
l’individuo, essa tuttavia è vissuta da una pluralità di
soggetti: la famiglia (per cui la malattia diventa dal primo
momento il perno portante attorno al quale organizzarsi),
il gruppo dei pari ed il mondo del lavoro. Tutti questi
soggetti sono influenzati e a loro volta influenzano la
qualità della vita intorno alla talassemia.
3
Abbiamo detto che i pazienti talassemici si recano spesso
in ospedale per ricevere le cure mediche necessarie.
L’ospedale, i medici, gli infermieri e gli strumenti stessi
della cura diventano quindi parte della vita quotidiana del
paziente talassemico e della sua famiglia.
Gli infermieri si devono interfacciare non solo col
paziente ma anche con la sua famiglia, le associazioni di
pazienti, i medici e gli altri operatori sanitari, e devono
instaurare una relazione assistenziale cercando di capire il
paziente, fornendo un adeguato supporto psicosociale al
paziente talassemico ed alla sua famiglia ed informazioni
adeguate, aiutandolo a gestire la malattia nel quotidiano,
anche incoraggiandolo ad aderire al trattamento.
È fondamentale comprendere che il rapporto col paziente
deve essere basato sulla richiesta e l’offerta di
conoscenze. È necessario, perciò, assumere il punto di
vista dell’altro evitando ad esempio rigidi cerimoniali e
procedure, o di usare un linguaggio tecnico e
“infantilizzante”.
Inoltre, il rapporto deve essere
soddisfacente e comprensibile.
sempre
chiaro,
Questi aspetti hanno dei risvolti positivi anche in termini
di migliore compliance dei pazienti alla terapia.
4
Ma non sempre i medici e gli infermieri sono
adeguatamente preparati a questo compito, e spesso
possono andare incontro a burnout, un logoramento e
uno stress psicofisico che li rende meno attenti e
disponibili nei confronti dell’utente.
Per evitare il burnout ci sono strategie basate sulla
gestione della cura dei pazienti e sull’organizzazione del
servizio.
Anche l’ambiente preposto alla cura ha un ruolo
fondamentale nella percezione del benessere e nel
decorso della terapia, per cui è fondamentale, infine,
adeguare il setting di cura per renderlo socializzante,
ricreativo e protettivo.
La comprensione delle dinamiche tra il malato e la sua
famiglia, i servizi sanitari e la società, oltre che
l’approfondita conoscenza delle caratteristiche della
talassemia che le influenzano, consentono l’instaurarsi di
una comunicazione adeguata operatore-paziente.
5