Una cartolina per il premier Matteo Renzi: Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil chiedono al governo di non discriminare i pensionati e di estendere ai loro redditi la riduzione delle tasse Tutela del reddito, welfare equo e solidale e attenzione per la non autosufficienza sono i principali elementi della piattaforma rivendicativa unitaria che vede le tre organizzazioni sindacali impegnate a sensibilizzare l’esecutivo I primi interventi messi in atto dal governo Renzi in merito alla redistribuzione delle risorse, a partire dagli ottanta euro in più nella busta paga mensile per i lavoratori dipendenti con reddito inferiore ai 26 mila euro annui, costituiscono senza dubbio il segnale iniziale di alcuni movimenti che vanno nella direzione - almeno nelle intenzioni - della giustizia sociale e della competitività tanto auspicate non soltanto dal mondo sindacale ma anche dai semplici cittadini e dalle imprese; a favore di queste ultime, altrettanto incoraggiante appare la riduzione dell’Irap pari al 10%. È ancora troppo presto, tuttavia, per valutare con serenità se tali provvedimenti siano adeguati alla necessità di rilanciare economia, occupazione e consumi. La Uil Pensionati ha sempre sostenuto, in tal senso, che l’unica ricetta possibile per rimettere in moto la produttività sia quella di ridare ossigeno alle buste paga dei lavoratori dipendenti e ai redditi dei pensionati, così come abbiamo sempre sottolineato l’assenza, in Italia, di politiche finalizzate a creare un sistema di welfare pubblico e solidale senza disparità di trattamento da una regione all’altra. Oggi, i pensionati della Uil, congiuntamente a quelli dello SPI Cgil e della FNP Cisl, non possono che constatare come l’attuale Governo non abbia provveduto ancora a fornire alcuna risposta ai temi principali della piattaforma rivendicativa unitaria, e si chiedono il perché le buste paga dei loro iscritti non abbiano altresì beneficiato di interventi che, per quanto modesti, avrebbero senz’altro potuto contribuire a trasmettere fiducia agli anziani e agli ultrasessantacinquenni italiani, che rappresentano il 27% della popolazione complessiva in Italia; 7, 4 milioni di essi non arrivano nemmeno a mille euro al mese. Una questione che, attualmente, occupa una posizione marginale nel dibattito politico in corso. Ecco perché le segreterie nazionali di Spi , Fnp e Uilp hanno deciso di intensificare l’azione di sensibilizzazione nei confronti del Governo, attraverso un gesto semplice e simbolico ma, al contempo, dal forte contenuto sociale: l’invio di una cartolina con le istanze della categoria indirizzata al Presidente del Consiglio, che dovrà essere divulgata capillarmente su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di coinvolgere almeno il 30 % degli iscritti alle tre sigle sindacali, anche in considerazione del margine molto ridotto di tempo a disposizione. Alla luce di quest’ultimo fattore, si è convenuto di velocizzare il lavoro attraverso il coordinamento delle varie strutture regionali, che hanno provveduto o dovranno provvedere alla stampa delle cartoline e alla loro relativa distribuzione sui territori entro e non oltre il 15 maggio prossimo: una parte di esse sarà direttamente spedita a Palazzo Chigi, mentre il restante quantitativo dovrà essere recapitato presso le segreterie nazionali delle tre organizzazioni, che a loro volta provvederanno a consegnare le istanze direttamente alla Presidenza del Consiglio. La nostra è un’azione che mira al coinvolgimento di tutti coloro che, a vario titolo, sono interessati dalle nostre rivendicazioni, a partire dai primi cittadini e dai governatori , che saranno di certo invitati a firmare laddove si decidesse di procedere attraverso una raccolta di firme : prevediamo in tal senso di allestire postazioni ad hoc dinanzi le sedi dei Comuni e delle Regioni. Lo slogan che campeggia nelle cartoline, al di là dell’ironia legata ad una frase che lo stesso presidente Renzi ha utilizzato in un momento cruciale della vita politica del nostro Paese, poi sfociato nelle dimissioni del precedente premier Enrico Letta, esprime al meglio le nostre preoccupazioni per le risposte che tardano ad arrivare, malgrado la nitidezza delle nostre richieste: il lavoro, lo sviluppo e l’occupazione sono temi nevralgici che , se non affrontati in maniera corretta e responsabile, rischiano di trasformarsi nella condizione ideale per creare tensioni sociali e favorire l’esplosione di proteste violente, che, sebbene ingiustificabili, trovano spiegazione nel clima di esasperazione che molti italiani sperimentano. Occorre tutelare con ogni mezzo possibile il potere d’acquisto delle pensioni: in quindici anni, precisamente tra il 1996 e il 2011, esso è sceso addirittura del 33%, complici problematiche molto gravi come quelle abitative, tra sfratti incolpevoli, assenza di sicurezza e barriere architettoniche, la lotta alle quali rappresenta uno dei cavalli di battaglia dell’azione sindacale della Uil Pensionati. Un dato che, da solo, chiede con forza l’estensione della riduzione delle imposte anche ai pensionati, che non meritano affatto di essere discriminati, considerato l’apporto decisivo che, negli ultimi decenni, hanno dato all’economia con il loro ruolo di ammortizzatori sociali. Malgrado i loro redditi spesso modesti, oltre a mantenere con fatica se stessi, i pensionati negli ultimi decenni hanno infatti provveduto a supportare figli e nipoti rifiutati dal mondo del lavoro. La lotta agli sprechi e ai privilegi della politica, da sola, non è sufficiente, benché necessaria: ad essa occorre affiancare una nuova visione del welfare inteso nel senso più nobile, ovvero uno spazio virtuoso dove far confluire tutte quelle risorse che , nel tempo, sono state destinate a spese irragionevoli e che, invece, avrebbero potuto o meglio dovuto essere impiegate a tutela dei più deboli. Non solo anziani e pensionati, ma anche portatori di handicap, bambini, disoccupati e donne sole: non è assurdo pensare che, attraverso un’assistenza ben strutturata ed equa, infatti, possano realizzarsi nuove opportunità occupazionali, capaci di coniugare la tutela delle fasce più deboli con le istanze del mondo del lavoro: esistono infatti lavori appetibili legati alla cura degli anziani fragili o disabili, che richiedono l’impiego di figure professionali specifiche. “Badantato” ed assistenza a carico delle famiglie non possono affatto essere considerate soluzioni efficaci né tantomeno alternative ai servizi pubblici. Ci auguriamo altresì che quella legge sulla non autosufficienza che abbiamo sempre chiesto convintamente e che rientra nel pacchetto di rivendicazioni contenute nella cartolina, non rimanga un miraggio, perché, se così fosse, la politica, pur cambiando volto e nomi, avrebbe di nuovo mostrato il suo aspetto più cinico e deludente. Da questo sito e attraverso gli altri strumenti di comunicazione che utilizziamo per raggiungere i nostri iscritti e non solo, vi terremo informati sugli esiti delle nostre iniziative, certi che il coinvolgimento di tutti possa rivelarsi particolarmente utile in questa fase così complessa di cambiamenti. Il segretario generale della Uil Pensionati Sicilia Antonino Toscano
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