Tagliati i distretti sanitari per poche anime

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IL CASO L’Asp ha più che dimezzato (ridotte da quindici a sei) le vecchie strutture organizzative, che spesso contavano solo migliaia di residenti
Tagliati i distretti sanitari per poche anime
L’Azienda ha creato macroaree: Tirreno, Pollino-Esaro, Nord Jonio, Sud Jonio, Valle Crati, Cosenza-Savuto
Domenico Marino
È tempo di crisi, per tutti e a ogni
livello, a cominciare dagli enti
pubblici. Quando si parla di sanità, poi, in Calabria le cose peggiorano ulteriormente perché il piano di rientro impone di fare quadrare i conti. L’Azienda sanitaria
provinciale, guidata dal direttore
generale Gianfranco Scarpelli, sta
cercando di fare la sua parte, tagliando dove è possibile tagliare
con l’Atto aziendale che nei giorni
scorsi ha incassato il parere favorevole da parte della Commissione tecnica regionale, e successivamente dovrà essere valutato e approvato dalla struttura commissariale.
DISTRETTI SANITARI. Nell’Atto
aziendale c’è un ampio capitolo
dedicato alla nuova struttura organizzativa, gestita in base alle
aree territoriali. I distretti sanitari
sono passati da quindici a sei, con
un taglio netto che permetterà
all’Asp di risparmiare un bel po’ di
soldini.
DISTRETTO 1 TIRRENO. Riunisce
gli ex distretti sanitari di
Praia-Scalea che contava 58.837
abitanti, Paola-Cetraro (51.091),
Amantea (29.295). Complessivamente, ora, la nuova struttura
vanta 139.223 abitanti. Al suo interno, spiega l’Atto aziendale, ci
sono due strutture complesse:
unità operativa direzione distretto e unità operativa cure primarie.
E sei strutture semplici: Capt (riunisce guardia medica, 118 e primo intervento) di Praia a Mare;
assistenza sanitaria di base e cure
domiciliari; specialistica ambulatoriale e riabilitazione (Fkt); tutela famiglie, donne, infanzia; unità
operativa neuropsichiatria infantile (Npi); assistenza tossicodi-
pendenti (Sert).
DISTRETTO 2 POLLINO-ESARO. È
l’unione (con 103.709 abitanti)
degli ex distretti di Castrovillari
(53.579) e San Marco Argentano
(50.130). Può vantare tre strutture complesse: direzione distretto;
cure primarie di area; ginecologia
preventiva. Sei le strutture semplici: Capt San Marco Argentano/Lungro; assistenza sanitaria
di base e cure domiciliari; specialistica ambulatoriale e riabilitazione; (Fkt); tutela famiglia, donne, infanzia; neuropsichiatria infantile (Npi); assistenza ai tossicodipendenti (Sert).
DISTRETTO 3 JONIO NORD. Conta
103.302 abitanti riunendo gli ormai ex distretti di Corigliano
(47.031 abitanti) e Trebisacce
(56.271). Come strutture complesse oltre alla direzione del diIl dg dell’Asp
Scarpelli attende
il via libera
finale all’atto
aziendale
di Cariati (appena 18.508 abitanti), Rossano (55.928), San Giovanni (solo 18.169), conta 92.605
utenti. Come strutture complesse
può vantare solo un’unità operativa di cure primarie area sud oltre
alla direzione del distretto. Discretamente ricca, invece, la dotazione di strutture semplici: Capt
di Cariati; assistenza sanitaria di
base e cure domiciliari; specialistica ambulatoriale e riabilitazione (Fkt);neurofisiopatologia; tutela famiglie, donne e infanzia; assistenza tossicodipendenti (Sert).
DISTRETTO 5 VALLE CRATI. con
147.209 abitanti tiene assieme gli
ex distretti Media Valle Crati
(54.664
abitanti),
Rende
(68.198), Acri (24.347). Tra le
strutture complesse annovera la
direzione del distretto e un’unità
operativa di cure primarie di area.
Come strutture semplici: assistenza sanitaria di base e cure domiciliari; specialistica ambulatoriale e
riabilitazione (Fkt), patologia clinica; tutela famiglie, donne e infanzia; neuropsichiatria infantile
(Npi).
Preoccupati i 180 lavoratori della clinica
Madonna della Catena
La Regione sospende
il suo accreditamento
Fabio Melia
La sede dell’Azienda sanitaria provinciale
DISTRETTO 6 COSENZA-SAVUTO.
stretto annovera un’unità operativa di cure primarie d’area. Numerose, invece, le strutture semplici:
Capt Trebisacce; assistenza sanitaria di base e cure domiciliari;
centro glaucoma e malattie oftalmologiche; specialistica ambulatoriale e riabilitazione (Fkt); tutela famiglie, donne e infanzia; neuropsichiatria infantile; assistenza
tossicodipendenti (Sert). Infine
tre strutture semplici dipartimentali: radiologia ed ecografia territoriale; cure palliative all’hospice
di Cassano; laboratorio bioch/clinica e tossicologica a Cassano.
DISTRETTO 4 JONIO SUD. Nato per
la soppressione degli ex distretti
riunisce (con 147.460 abitanti)
gli ex distretti di Cosenza
(121.661) e Rogliano (147.460).
Oltre alla direzione del distretto,
come strutture complesse conta
cure primarie; neurologia territoriale e centro sclerosi multipla;
coordinamento attività medicina
fisica e riabilitativa; ginecologia
preventiva. Quindi le strutture
semplici assistenza di base e cure
domiciliari; specialistica ambulatoriale e riabilitazione (Fkt); neuropsichiatria infantile; tutela famiglie, donne e infanzia. Infine le
strutture semplici dipartimentali:
unità ricerca biotecnologica e riabilitazione foniatrica.
Il distretto sanitario di Rogliano
Sospeso temporaneamente
l’accreditamento della clinica Madonna della Catena.
Una decisione, quella della
Regione, che giunge a pochi
giorni da un’altra doccia
fredda per la struttura sanitaria di Laurignano: il rinvio
a data da destinarsi della
riunione catanzarese finalizzata all’assegnazione dei posti letto. Non certo una questione di lana caprina, quest’ultima, visto che proprio
dall’entità del ridimensionamento dipende il futuro della casa di cura.
La sospensione dell’accreditamento, adesso, rende
ancora più complicata la faccenda. Perché, unita al probabile taglio netto dei posti
di degenza, non farebbe altro che disincentivare l’interesse di potenziali acquirenti. E questo, per i 180 dipendenti in arretrato di diverse
mensilità e più volte protagonisti di clamorose iniziative di protesta, potrebbe non
significare nulla di buono.
Il tutto è aggravato da
uno stato economico-finanziario poco rassicurante. A
gestire Madonna della Cate-
na, in questi mesi, c’è infatti
un commissario liquidatore.
E il percorso che conduce al
naufragio della struttura di
Laurignano sembra ormai
avviato. Tanto che, a cavallo
di Ferragosto, 35 dipendenti
hanno inoltrato al Tribunale
un’istanza di fallimento.
Ora il caso della clinica alle porte del capoluogo pare
destinato a deflagrare in maniera definitiva. E non è
escluso che i lavoratori, così
come hanno già fatto in passato, possano tornare in
piazza per manifestare rumorosamente il loro disagio
occupazionale.
I dipendenti di Madonna
della Catena, del resto, da
tempo provano a far sentire
la propria voce, urlando con
la disperazione che può avere chi non sa se riuscirà a
mantenere il proprio posto.
A volte le contestazioni si sono contraddistinte per i contenuti piuttosto originali, come quando i manifestanti si
presentarono in camice e
“armati” di barelle davanti
alla Prefettura. Oppure come quando, nel luglio scorso, portarono avanti per alcune settimane l’autogestione di un intero reparto.