CAMPYLOBACTER Bruna Auricchio Istituto Superiore di Sanità Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare E’ un patogeno di origine zoonosica che ha come serbatoio numerose specie animali, in particolare quelle aviarie. L’infezione da Campylobacter rappresenta insieme a quella da Salmonella e da Rotavirus la causa più frequente di diarrea acuta in Italia. A livello europeo si colloca addirittura al primo posto quale causa di enterite infettiva (specie nella popolazione pediatrica) Tassonomia e classificazione Il Campylobacter appartiene alla famiglia delle Campylobacteriaceae, che comprende tre generi distinti: Campylobacter: tipici spirilli ricurvati a “esse” Arcobacter: tipici spirilli incurvati ad arco Helicobacter: spirilli elicoidali Al microscopio ottico, dopo colorazione di Gram, appaiono come bastoncelli Gram-negativi variamente incurvati Campylobacter Helicobacter Arcobacter Campylobacter sono batteri: n n n n n n non sporigeni ossidasi positivi estremamente mobili. che non crescono in atmosfera aerobia ed anaerobia, che non fermentano o ossidano gli zuccheri sono microaerofili sensibili (crescono meglio in atmosfera con 5-10% di ossigeno) Le specie di Campylobacter patogene per l’uomo sono circa 20 (NCBI Taxonomy Database), quelle più importanti sono - C. jejuni e C. coli sicuramente le più diffuse con un optimum di temperatura di crescita di 42°C; - C. doylei, microrganismi molto fastidiosi a lenta crescita (non crescono a 43°C) - C. upsaliensis, che ha come serbatoio l’intestino del cane ed è causa di enterite piuttosto lieve soprattutto nei bambini; - C. hyointestinalis isolato nel maiale ed è causa di enteriti piuttosto serie in pazienti immunocompromessi e bambini; - C. lari che è una specie commensale dell’intestino dei gabbiani ed è causa di enteriti piuttosto serie nei bambini SERBATOIO ED ECOLOGIA MICROBICA n Il principale serbatoio è il tratto alimentare di un’ampia varietà di animali sia selvatici che domestici a sangue caldo (pollame, suini, uccelli e cani). Studi dimostrano la presenza anche in cuccioli sani di cani, gatti e roditori. Nel dettaglio: n n C. jejuni è associato per lo più al pollame (anche se è stato rilevato anche in bovini, oche ed ovini) C. coli viene isolato soprattutto nei suini (ma anche nel pollame, ovini e bovini) Poiché il Campylobacter è un componente della flora intestinale degli animali, la contaminazione avviene inevitabilmente al momento della macellazione e della eviscerazione (anche se poi abbiamo una diminuzione del numero dei batteri per la disidratazione che avviene durante il processo di refrigerazione forzata) Un altro serbatoio: n Anche l’acqua (acque superficiali, fiumi, laghi), così come le spiagge balneabili, rappresentano una parte importante dell’ecologia del Campylobacter. Infatti è stato isolato da acque superficiali con una prevalenza del 50% e dalla sabbia di spiagge balneabili con una prevalenza del 45%. Esso viene introdotto nelle acque attraverso i liquami e le feci di animali selvatici ed uccelli E’ stato dimostrato che il C. jejuni sopravvive nell’acqua fino a 4 settimane a 4°C (mentre a 25°C solo per 4 giorni) n n n n n n Tutte le specie di Campylobacter crescono a 37°C; C. jejuni e C. coli hanno l’optimum di crescita a 42°C45°C; non sopravvivono alla cottura; non crescono sotto i 28°C e sopravvivono male a temperatura ambiente; sopravvivono nel latte e nell’acqua mantenuti a 4°C per parecchie settimane e nel pollame congelato per diversi mesi; Sono sensibili alla disidratazione e a bassi valori di pH (<5.1). CARATTERISTICHE CLINICHE DELL’INFEZIONE n n n n In generale, diarrea e febbre sono i sintomi comuni associati a tutte le enteriti batteriche (nei casi più gravi i sintomi sono molto simili a quelli della colite ulcerosa o al morbo di Crohn) La durata del periodo di incubazione è spesso più lunga rispetto alle altre infezioni enteriche Il periodo di incubazione dura in media 3-5 giorni. Il quadro sintomatologico nelle prime 48 ore è piuttosto vario: febbre (>38), brividi, malessere, cefalea, miastenia, dolore addominale crampiforme periombelicale, segue poi diarrea con 8 o più scariche/die per 2/3 giorni (acquosa con muco e sangue vivo) e nausea (vomito molto raro). Insieme alla batteriemia sono stati descritti anche casi di meningite, artrite settica ed aborto settico (molto rari), nonché paresi-paralisi e cecità (sindrome di Guillan-Barrè) TERAPIA n n L’infezione da Campylobacter è autolimitante e non richiede terapia antibiotica (la maggior parte dei paziente guarisce in 7 giorni). Tuttavia nei casi più seri i farmaci utilizzati sono l’eritromicina, la ciprofloxacina e la norfloxacina. I pazienti affetti da campilobatteriosi possono sviluppare immunità verso il ceppo responsabile dell’infezione. n n Il bambino e generalmente colpito meno gravemente dell’adulto, tuttavia può presentare forme recidivanti o persistenti. L’aspetto peculiare è la presenza di sangue nelle feci (2-4 giorni dall’insorgenza dei disturbi) febbre e dolore addominale Il dolore addominale è a volte confuso con peritonite acuta e il paziente sottoposto ad intervento chirurgico, in realtà trattasi di infiammazione acuta dell’ileo, del digiuno e dei linfonodi mesenterici. Inoltre è stata dimostrata una associazione tra infezione da C. jejuni e Sindrome di Guillan Barrè, GBS (una malattia acuta demielinizzante dei nervi periferici). Infatti la risposta immune evocata verso il C. jejuni è implicata nella patogenesi della GBS con un meccanismo di immunità crociata con i gangliosidi che compongono la guaina dei nervi periferici. Il 20% -40% dei pazienti affetti da GBS ha avuto una enterite da C. jejuni 1-3 settimane prima dell’insorgenza dei sintomi neurologici. FATTORI PATOGENETICI La patogenesi dell’infezione da Campylobacter dipende da: n lo stato di salute dell’ospite; n l’età e l’immunità umorale derivante da precedenti esposizioni; n diversi fattori di virulenza del microrganismo (molecole di adesione ed invasione, flagelli e motilità,fattori citotossici e citotonici) Una volta avvenuta la colonizzazione, Campylobacter può disturbare la capacità assorbente dell’intestino danneggiando la funzione delle cellule epiteliali mediante invasione cellulare e/o produzione di tossine, oppure un meccanismo che indirettamente innesca un processo infiammatorio. I determinanti di virulenza sono diversi e non del tutto ancora chiariti:molecole di adesione ed invasione, proteine di membrana esterna, flagelli e motilità, meccanismi di acquisizione del ferro, fattori citotossici Due meccanismi di azione: Il batterio è dotato di flagelli che gli conferiscono la capacità di un moto a vite. In questo modo penetra nello strato di muco che ricopre l’epitelio intestinale con conseguente colonizzazione del tratto intestinale. n Nel caso di sangue nel feci si può pensare ad un meccanismo di tipo invasivo. Il batterio, grazie alle adesine, si attacca alle cellule epiteliali con conseguente attacco alla membrana cellulare e internalizzazione con un meccanismo fagocitico. n In altri casi (nel caso di diarrea di tipo secretorio) si pensa che possa esserci una produzione di tossina (una tossina simil colerica e diverse citotossine). PREVALENZA DELLA MALATTIA NELL’ UOMO n n n n Il tasso di campilobatteriosi è più elevato nei bambini piccoli (maggiore notifica presso le strutture sanitarie) e nei giovani tra i 15 e i 25 anni (intensa attività di viaggi, frequente attività ricreazionale, pratica di sport acquatici, scarsa cura nella manipolazione dei cibi). L’incidenza è più elevata nei maschi che nelle femmine. L’incidenza è più elevata in alcune are geografiche con differenze tra area urbana e rurale. I casi sporadici hanno un picco di incidenza nei mesi estivi (abitudine stagionale di viaggi), mentre le epidemie culminano in maggio e ottobre. Nei paesi dove esiste un sistema di sorveglianza di laboratorio per le infezioni da Campylobacter risulta evidente un numero di isolamenti maggiore. In Italia non esiste un sistema di sorveglianza di laboratorio per le infezioni da Campylobacter, anche studi effettuati ad hoc rivelavo un ruolo di primaria importanza del Campylobacter nello scenario delle infezioni intestinali PREVALENZA DEL PATOGENO NEGLI ALIMENTI Gli alimenti più contaminati da Campylobacter risultano essere: n pollame, carne bovina, carne suina, latte non pastorizzato, prodotti lattei, pesce e prodotti ittici (nel 1996 fu riscontrata una seria contaminazione di ostriche e mitili). n n Negli episodi epidemici i fattori di rischio associati sono stati: latte non pastorizzato, acqua non trattata e pollame Negli episodi sporadici abbiamo tovato coinvolti: pollame non ben cotto, contatto giornaliero con cuccioli di cane e gatto affetti da diarrea, consumo di acqua non potabile, consumo di latte non pastorizzato, carne suina e bovina cotta alla griglia, consumo di fegato di pollo. Il Campylobacter raramente è stato isolato in formaggi e salumi stagionati, prodotti cotti e/o fermentanti o molto acidi Inoltre l’aggiunta di sale, l’affumicamento, il sottovuoto e le radiazioni ionizzanti inattivano facilmente il batterio FATTORI DI RISCHIO I fattori di rischio associati agli episodi epidemici sono: n consumo di latte e prodotti caseari non pastorizzati, n consumo di acqua non trattata n consumo di alimenti (soprattutto pollame) non adeguatamente cotti, n consumo di frutti di mare e verdure contaminate, n contatto giornaliero con cani e gatti affetti da diarrea, n viaggi all’estero PREVENZIONE E CONTROLLO A livello degli organi di controllo: n n Conoscere la reale incidenza di queste infezioni, i reali veicoli e le possibili vie di trasmissione all’uomo; sviluppare, armonizzare e standardizzare le metodiche per la diagnosi di laboratorio e per la tipizzazione degli isolati; A livello degli Operatori del Settore Alimentare: n n Gestire al meglio la produzione primaria al fine di cioè prevenire l’introduzione del batterio negli allevamenti; migliorare le misure igieniche lungo tutta la filiera produttiva basate sul concetto di HACCP A livello del consumatore: n n n Attuare una corretta manipolazione e conservazione dei cibi (evitando così le contaminazioni crociate); cuocere adeguatamente gli alimenti; evitare di consumare acqua contaminata DIAGNOSTICA DI LABORATORIO n Ricerca di campylobacter spp in campioni fecali (per campioni fecali liquidi si utilizza la tecnica della membrana filtrante, mentre per campioni semisolidi si utilizzano terreni selettivi al sangue o al carbone) e negli alimenti Colonie caratteristiche: piccole, confluenti, lucenti,non pigmentate Ricerca di Campylobacter termotolleranti negli alimenti Metodo ISO 10272-1:2005 n n n n Arricchimento in terreno liquido selettivo Isolamento e selezione delle colonie caratteristiche per la conferma (su mCCD colonie grigiastre, piatte ed inumidite, con tendenza a spargersi) Esame microscopico (morfologia e motilità) Conferma (prove biochimiche e prove antibiotiche di sensibilità). Prove biochimiche catalasi Idrolisi ippurato Idrolisi indoxilacetato Prod. H2S C. jejuni + +/- + +/- C. coli + - + + C. lari + C. upsaliensis debole - + + - Inoltre: n Sono allo studio metodiche analitiche alternative in grado di identificare e quantificare il microrganismo nei campioni in tempi brevi e con un elevato grado di sensibilità e specificità ( tecniche di biologia molecolare come la Real-Time PCR o immunoenzimatiche come i saggi ELISA e i biosensori) n Nei laboratorio più specialistici ,laddove per una diagnosi più completa è necessario successivamente alla identificazione del microrganismo effettuare anche una tipizzazione dello stesso, sono allo studio nuove tecniche di sub tipizzazione molecolare (con una elevata specificità, facilità di esecuzione e costi contenuti) quali per es. elettroforesi pulsata, AFLP ecc
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