Ogni disordine morale: Sodoma e Gomorra (Gen 19,1-29)

CESTA DEI CENACOLI 2014-15
Famiglia in cammino verso il Padre
6. Ogni disordine morale: Sodoma e Gomorra (Gen 19,1-29)
di ANNA PILATO
Una delle punizioni più raccapriccianti riportate dai racconti della Bibbia è,
senza dubbio, quella che è capitata alla città di Sodoma. In quella città Lot viveva
con la sua famiglia. Solo lui ebbe la gentilezza di accostarsi a dei forestieri entrati
in città e offrir loro il suo alloggio, a differenza degli abitanti di Sodoma che,
invece, si scagliarono contro di loro. Egli difese i suoi ospiti dall'attacco, ma in un
modo che ci fa inorridire: offrì in cambio degli ospiti le sue due figlie ancora
vergini! Come poté pensare una tale proposta, oggi assurda e incomprensibile?
Nelle società del Vicino Oriente antico, l'onore delle donne della famiglia era uno
degli elementi che qualificava l'onore personale del capo famiglia. Eppure Lot è
disposto a sacrificare tale onore, pur di risparmiare quello sacro dell'ospitalità. Il
suo comportamento va capito nel contesto della sua epoca: offrire le figlie è un
comportamento paradossale, assunto per mostrare a quale punto potesse arrivare un
uomo, pur di onorare il dovere dell'ospitalità. Man mano che nella società moderna
è diminuita l'importanza dell'ospitalità, si è evidenziato di più il tema della
trasgressione omosessuale, la quale può essere vista come il mezzo attraverso cui si
esprime la colpa dei sodomiti, non la colpa stessa.
L'accusa di omosessualità che secoli di storia hanno rivolto agli abitanti di Sodoma
è tutta racchiusa nella frase: "Falli uscire, perché vogliamo abusare di loro"; il
termine qui utilizzato è il verbo ebraico yadha che significa conoscere ed è usato
alcune volte (10 su 943) in senso sessuale. Del resto Lot, offrendo le sue figlie in
cambio degli ospiti, dà per scontato che lo scopo degli abitanti di Sodoma sia
un'aggressione di natura sessuale e pensa che essi potrebbero essere ‘soddisfatti’
anche con uno stupro di natura eterosessuale. Ma, la volontà di alcuni maschi di
stuprare altri maschi è da considerare omosessualità? È per questo che Dio li
condanna, o non è piuttosto per la crudeltà e gratuità della violenza che gli abitanti
di Sodoma vogliono perpetrare contro questi sconosciuti?
Ciò che provoca la condanna è l'aggressione collettiva, l'atto di violenza sessuale
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gratuita, che non rispetta il dovere di accoglienza e ospitalità verso lo straniero. La
gravità dell'infrangere la pratica dell'ospitalità non è soltanto una cosa grave per
motivi culturali, o perché, così facendo, non si è "cordiali" o "accoglienti", ma
perché nell'antichità l'ospitalità era una caratteristica necessaria al funzionamento
della società: i viaggiatori dovevano contare sull'ospitalità degli abitanti delle città
e dei villaggi in cui si recavano, dipendevano dall'acqua, dal cibo e dalla protezione
che gli abitanti dei luoghi attraversati intendevano offrire. La sua osservanza era in
grado di cancellare ogni peccato, come nella storia della distruzione di Gerico,
dove Dio ha sterminato tutti gli abitanti tranne una prostituta perché lei aveva dato
ospitalità in casa sua a due ebrei qualche giorno prima (Gs 6,22-25).
La nostra spiegazione del brano in questione viene comprovata da altri versetti
biblici, in cui si comprende che il peccato di Sodoma era il disordine generale di
una società che si opponeva a Dio. Così, Is 1,10 sottolinea l'oppressione dei più
poveri; 3,9 parla di ingiustizia; Geremia 23,14 riporta una varietà di atti malvagi,
corrotti e irresponsabili, compresa la mancanza di pentimento; in Ez 16,49 il
peccato è l'orgoglio, l'ozio indolente e l'indifferenza verso i bisognosi. Il Siracide
16,8 lo identifica con la superbia. Anche il Nuovo Testamento parla varie volte del
peccato di Sodoma. Matteo 10,14-15; 11,23-24; Luca 10,12; 17,29; 2º Pietro 2,68; l’Apocalisse 11,7-8, ma nessuno precisa quale fosse. Solo la Lettera di Giuda
1,7 fa una leggera allusione: “Anche Sodoma e Gomorra fornicarono con carne
differente” (come dire, non umana ma degli angeli). Quindi, sarebbe stato il
peccato di unirsi sessualmente a esseri di un’altra specie, come gli angeli, e di
usare violenza contro di loro.
Ma nel II secolo a.C. si è verificato un cambiamento d’interpretazione. Gli ebrei
avevano cominciato ad aver maggiori contatti con le città greche, e videro che in
esse l’omosessualità non solo era frequente, ma anche socialmente accettata.
Questo ha fatto scattare un forte campanello d’allarme, poiché molti ebrei
correvano il pericolo di aderire alle nuove idee, anche se l’omosessualità era già
condannata in Dt 23,19 e in Lev 20,13. Quindi, per esprimere con forza il male di
questa pratica, cominciarono a parlare della storia di Sodoma, come un esempio di
rifiuto divino verso l’omosessualità.
Che questo fu il peccato dei sodomiti e non l'omosessualità lo conferma un’altra
storia molto simile della Bibbia, a cui rimando la vostra lettura in Gdc 19,1-30. La
narrazione ha, quindi, un senso più coerente se la si legge come insegnamento sulla
sacralità dell'ospitalità, anche se con punte volutamente paradossali.
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