6°Zadankai 20 marzo 2014

TRATTO DA BUDDISMO E SOCIETÀ N°168!
20 MARZO 2014
ZADANKAI
risponde Tamotsu Nakajima direttore generale dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
Cosa significa vivere
come discepoli
del Daishonin?
"La fede è uguale alla vita quotidiana". Una frase spesso usata come uno slogan, in cui si coglie
un aspetto fondamentale della fede nell'insegnamento di Nichiren Daishonin. Scrive Nichiren a un
suo discepolo: «Così come stai vivendo, tu pratichi il Sutra del Loto ventiquattro ore al giorno.
Splendido! Considera il servizio al tuo signore come la pratica del Sutra del Loto. Questo è il
significato di "tutti gli affari e le attività della vita non sono in contrasto con la realtà
ultima» (Risposta a un credente, SND, 5, 164).
CON LO STESSO CUORE DEL DAISHONIN
Nel Mondo del Gosho Daisaku Ikeda afferma che al centro della vita del Daishonin c'è il voto di far diventare felici tutte le persone. Questo è il suo grande desiderio e il punto di partenza del suo insegnamento. Per questo ci ha lasciato il Daimoku e il Gohonzon: per far sì che tutte le persone potessero stare
bene e vivere in un mondo pacifico. Recitare Nam-myoho-renge-kyo è semplice nella forma, ma è importante comprendere una cosa basilare: la pratica del Daishonin è per sé ma allo stesso tempo anche per gli
altri. Solo quando preghiamo con il grande desiderio di realizzare kosen-rufu stiamo vivendo veramente
in accordo con lo spirito con il quale Nichiren iscrisse il Dai-Gohonzon per il bene dell'umanità (cfr. Il
Mondo del Gosho, vol. 1, p. 37).Per imparare come praticare abbiamo il Gosho (gli scritti di Nichiren
Daishonin) e i consigli del nostro maestro, il presidente Ikeda. Ma il problema non è conoscerli teoricamente, bensì riuscire a utilizzarli ogni giorno nella nostra vita. Siamo buddisti nella misura in cui ragioniamo e ci comportiamo da buddisti mettendo al centro solo l'insegnamento del Daishonin. Sul Buddismo non ci può essere un punto di vista personale: il Budda ha già detto tutto, il Gosho contiene tutto.
La cosa fondamentale è utilizzare l'insegnamento del Daishonin nella vita quotidiana, e questo comporta
la difficoltà di considerare ogni cosa dal punto di vista della Legge universale, dal punto di vista del Buddismo di Nichiren. P
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Il nostro maestro Ikeda ci aiuta ad approfondire l'essenza dell'insegnamento del Daishonin e ci indica
come "viverlo" nella nostra vita, concretamente. Cosa significa allora vivere da buddisti? E cosa intendeva Shakyamuni quando affermava che il Buddismo esiste solo nel nostro comportamento come esseri
umani? Non basta fare Gongyo e Daimoku per essere buddisti. Bisogna verificare continuamente come
stiamo praticando e come ci comportiamo nella vita di ogni giorno. Un bell'esempio è rappresentato dal
bodhisattva Fukyo, citato nel XX capitolo del Sutra del Loto: egli rispettava profondamente ogni persona come un Budda, nonostante venisse deriso e perseguitato proprio per questo suo comportamento.
Scrive Nichiren: «La chiave di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni è il Sutra del Loto e la chiave della
pratica del Sutra del Loto è esposta nel capitolo Fukyo. Cosa significa il profondo rispetto del bodhisattva Fukyo per la gente? Il vero significato dell'apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo sta
nel suo comportamento da essere umano» (I tre tipi di tesori, SND, 4, 179). È difficile spiegare cosa significa rispettare la vita. Il Buddismo ci insegna ad apprezzare ogni cosa che esiste; secondo il principio
di "origine dipendente" (giapp. engi), infatti, ogni fenomeno è strettamente interrelato con tutti gli altri.
Da questa consapevolezza nascono una sincera gratitudine verso ogni cosa e verso ogni essere vivente, e
un profondo rispetto per ogni differenza. Tutto ciò che esiste ha un grande valore, per questo bisogna
apprezzare ogni forma di vita e cercare di prendere quanto c'è di positivo in ognuna di esse. Ciascuno
cerca di capire come comportarsi e qual è l'atteggiamento corretto per un buddista, partendo dal proprio
punto di vista e considerando la propria cultura, le proprie condizioni di vita, il proprio karma ecc. Ma
non si tratta di capire. Non si può capire con la ragione la compassione che aveva Nichiren verso tutti gli
esseri viventi; semplicemente, bisogna fare come lui, con lo stesso cuore, con la stessa intenzione, sforzandosi di mantenere vivo e realizzare concretamente il suo grande desiderio. Dall'esilio di Sado in poi il
Daishonin dice chiaramente ai suoi discepoli di praticare come lui e di seguire il suo esempio. Le sue lotte, la sua pratica altruista, il suo voto, il suo cuore di leone - tutte queste cose, descritte nel Gosho - ci
mostrano la determinazione e lo spirito necessari perché ogni persona manifesti la Buddità (cfr. Lezioni
sull'apertura degli occhi, quinta parte, di prossima pubblicazione). Ciò risulta chiaro da affermazioni
come «Non hai bisogno di cercare lontano per trovare un esempio» (WND, 164; cfr. SND, 5, 156), oppure
«Chi ha un cuore di leone otterrà sicuramente la Buddità. Così ha fatto Nichiren» (SND, 4, 75) e ancora:
«Coloro che diventano discepoli e seguaci di Nichiren devono rendersi conto della profonda relazione
karmica che condividono con lui e propagare il Sutra del Loto con lo stesso spirito» (SND, 4, 36-7).
Qual è il cuore di Nichiren? Lo ripeto: il suo cuore è diretto fin dall'inizio verso la felicità di tutti gli esseri viventi in tutto l'universo. Recitare Daimoku è semplice, ma bisogna recitare con la consapevolezza
che il Daimoku di Nichiren è "per sé e per gli altri". Può capitare che anche dopo tanti anni si pratichi
ancora solo per i desideri personali: «Voglio la casa, voglio il lavoro, voglio i soldi, voglio... voglio...», ma il
Buddismo del Daishoninè per il bene di tutta l'umanità, perciò l'unica via è recitare Daimoku e farlo conoscere agli altri, cioè fare shakubuku. Se non diffondiamo il Daimoku tra la gente, non stiamo praticando il Buddismo di Nichiren Daishonin. Per il resto, ciascuno è liberissimo di comportarsi come meglio crede, secondo la propria saggezza. Certamente nella società in cui viviamo è molto difficile comportarsi correttamente. Viviamo in quella che il Buddismo definisce un'epoca impura, in cui predomina il
conflitto e in cui il mondo è avvolto nell'oscurità (cfr. Il mondo del Gosho, vol. 2, p. 107). Senz'altro
l'oscurità fondamentale che si trova nella vita di ciascuno di noi ci impedisce spesso di comportarci coerentemente con l'umanesimo buddista. È come se una parte di noi ci spingesse verso il negativo, ci scoraggiasse dall'andare avanti, cercasse di farci abbandonare la strada verso la creazione di valore. Per contrastare questa tendenza negativa presente nella nostra vita e nella società ci vuole molta forza e un
grande coraggio, ed è necessaria una grande fiducia nella natura di Budda, nostra e degli altri, per affrontare ogni difficoltà che incontriamo. So bene che non è facile...
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Per questo in ogni occasione, ogni giorno, bisogna rideterminare e decidere con più convinzione cosa
vogliamo fare, verso dove vogliamo indirizzare la nostra vita e ricordare a noi stessi che stiamo praticando il Buddismo per la pace, la cultura e l'educazione. È importante anche imparare a dialogare con gli
altri e continuare ad approfondire lo studio del Buddismo. Lo studio è fondamentale perché ci permette
di confermare, momento dopo momento, la decisione di portare avanti i nostri sforzi per realizzare kosen-rufu, nonostante le difficoltà. Bisogna inoltre riconoscere il debito di gratitudine che abbiamo nei
confronti della Soka Gakkai e adoperarci per ricambiare questo debito. Noi abbiamo incontrato il Buddismo grazie alla Soka Gakkai e ai suoi tre presidenti. Noi abbiamo incontrato il Buddismo grazie alla
Soka Gakkai e ai suoi tre presidenti. Non dovremmo dimenticarlo mai. Il presidente Toda diceva che
avere fede significa riconoscere il debito di gratitudine verso la Soka Gakkai e sostenerla sempre. La nostra organizzazione è nata con l'unico obiettivo di realizzare la felicità di ogni persona e la pace in tutto il
mondo, per questo è preziosa, per questo va rispettata, sostenuta e protetta. Scrive Nichiren ne Il generale tigre di pietra: «Più forte è la fede di una persona, maggiore è la protezione degli dèi» (SND, 4, 183).
Dovremmo avere la stessa convinzione e mantenere profonda gratitudine verso tutti, nessuno escluso,
rispettandoci e sostenendoci l'uno con l'altro. Essere buddisti non è una formalità. Non è un insieme di
regole da seguire. Significa semplicemente sforzarsi di vivere in ogni momento in accordo con il cuore di
Nichiren Daishonin.
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