Terreni e fabbricati, stangata Tasi

[ ATTUALITÀ ]
14 Terra e Vita
n. 20/2014
17 maggio 2014
[ LA STANGATA ] Conto salato per un terzo delle aziende agricole, quelle non iscritte all’Inps
Terreni e fabbricati, stangata Tasi
[ DI BEATRICE TONI ]
È caos normativo.
Sui tempi
N
el mirino del fisco.
Gli evasori, certo. E
poi gli agricoltori.
Un cambio di Ministro e
l’Imu sui terreni agricoli è
tornata sotto forma di Tasi.
Assieme a un discreto caos
normativo. Già dal prossimo
16 giugno dovrà essere paga­
ta la prima rata. La seconda
entro il 16 dicembre. Ma nem­
meno le scadenze sono certe.
La realtà è che ogni Comune
dovrà definire le proprie date
(e aliquote). E i comuni sono
8000, la maggioranza in ritar­
do.
La notizia buona era la ba­
se imponibile ridotta per i
terreni agricoli. Quella catti­
va è la distinzione (o discri­
minazione?) a favore del­
[ COPERTURE
80€, ma quanto
ci costano
e sulle aliquote.
E le aree
svantaggiate
pagheranno forse
per la prima volta
l’Inps: all’agricoltore iscritto
Inps si applicherà una ridu­
zione cioè il moltiplicatore
catastale pari a 75 mentre sul­
l’agricoltore non iscritto pe­
serà un’aliquota doppia, pari
a 135 come ricorda Piero Pie­
ri direttore della Cia di Bolo­
gna.
Poichè il moltiplicatore
serve per calcolare la base im­
T
ponibile, il calcolo sarà: Red­
dito dominicale rivalutato
del 25% X moltiplicatore (75 o
135).
Il raddoppio del moltipli­
catore peserà su molte azien­
de agricole, due terzi del tota­
le; solo le circa 300mila iscrit­
te all’Inps sfuggiranno. La
maggioranza è infatti condot­
ta da pensionati e poi da sog­
ra le coperture di bilancio sono state
previste misure d reintroduzione del­
l’Imu sulla prima casa, sui fabbricati rurali
strumentali e tassazione sulle rendite fi­
nanziarie, poi tagli orizzontali agli acquisti
delle Pa, alle società pubbliche e alla sani­
tà. I dettagli sono stati forniti alla fine di un vertice tra il premier
Matteo Renzi, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il
sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e dal ministro delle
Riforme Maria Elena Boschi.
I dati per ora forniti prevedono un forte aumento delle spese di
bilancio essendo previsto un beneficio medio mensile di 77,5 €
per i redditi inferiori a 1.500 € mensili. Nel 2015 il bonus
riconosciuto ai contribuenti salirà a 950 € per la fascia annua tra i
19.000 e i 24.500 € quando si spalmerà per l’intero anno. Sotto
questa soglia il beneficio sarà del 5% sul reddito. Per gli incapienti
(chi ha redditi bassi e non paga tasse), il bonus potrà arrivare
attraverso il datore che potrà versare in busta paga i contributi
previdenziali.
getti terzi. (Se poi lo stesso
criterio Inps dovesse essere
utilizzato anche nella defini­
zione di agricoltore attivo, le
stesse aziende perderebbero,
per di più, il diritto ai titoli
Pac 2014­2020. E pioverebbe
davvero sul bagnato).
C’è anche una notizia po­
sitiva: l’aliquota Tasi per i
fabbricati strumentali, che
Nel decreto ci sarà anche il taglio dell’Irap, anche se a valere
dal 2015. L’aliquota principale passa dal 3,9% al 3,5%. Scendono
anche le altre aliquote Irap dal 4,2% al 3,8%; dal 4,65% al 4,2%;
dal 5,9% al 5,3%.
Un piccolo vantaggio anche per l’aliquota agricola del 1,9%
per la quale è prevista una riduzione al 1,7%. Un risparmio medio
del 10%.
Di fronte a un così forte aumento delle spese il problema è la
copertura in quanto sicuramente non sono sufficienti le pur consi­
stenti manovre sull’aumento delle tassazione delle rendite finan­
ziarie ed è sicuramente necessario un ulteriore intervento. Ma
anziché affrontare l’impopolare taglio delle burocrazia si preferi­
sce aumentare le tasse: ripristinando sia l’Imu sulla prima casa
che la tassazione sui fabbricati rurali strumentali.
Nella prima proposta sembra che la tassazione non fosse
estesa ai fabbricati rurali siti in territori montani o parzialmente
montani. Oggi la distinzione è sparita generando negli addetti
ai lavori il dubbio che la si voglia ripristinare per tutti i
fabbricati rurali indipendentemente se siti in zona montana o
n. 20/2014
17 maggio 2014
era pari al 2 per 1000 (con
l’Imu), non potrà superare l’1
per mille.
Mezzo passo indietro per
ricordare che la Tasi, nuova
imposta dell’anno 2014 fa
parte della Iuc, tassa sugli im­
mobili che comprende ap­
punto Imu, Tari (tassa rifiuti)
e Tasi. La Tasi si paga per fi­
nanziare i “servizi indivisibi­
li comunali” (manutenzione
parchi, strade, illuminazione
pubblica). E poichè,come an­
ticipato, molti Comuni non
hanno ancora deliberato le
aliquote 2014, l’acconto sarà
pagato sulla base di un calco­
lo teorico.
[ ZONE SVANTAGGIATE
Intanto resta alta l’attesa per
il decreto interministeriale
che dovrebbe rivedere i crite­
ri per definire le aree svan­
taggiate. Anche qui c’è in bal­
lo la Tasi. Essere riconosciuto
comune svantaggiato (di col­
lina e montagna) vuol dire
essere esenti dalla Tasi come
sinora è stato per Ici, Imu e
Ilor.
Il criterio sarà l’altitudine
e l’Istat deve fornire ai mini­
[ ATTUALITÀ ]
steri interessati l’elenco. Se la
soglia dovesse arrivare ai
1000 metri «rischiano di do­
ver pagare quasi tutti» com­
menta Peri.
Cosa potrebbe accadere?
«In montagna il rischio è
grande: proprietà sconosciu­
te, non accatastate, a volte
nemmeno coltivate, abban­
donate. Si rischia l’apertura
di un enorme contenzioso ol­
tre che di un problema socia­
le: molti produttori di monta­
gna non hanno la più pallida
idea di quello che rischiano».
Dalla revisione delle aree
svantaggiate al timore che
vengano “riviste” anche le
agevolazioni previdenziali:
in montagna, le aliquote sono
ridotte del 30% rispetto alla
pianura.
Le organizzazioni non so­
no state minimamente inter­
pellate al proposito. È il nuo­
vo metodo inaugurato dal
Governo che sembra aver rot­
tamato la concertazione.
Domandina finale: siamo
in piena campagna elettorale.
Quando non vi sarà nemme­
no questa a strappare qual­
che briciola per gli agricolto­
ri, chi ci salverà?
n
meno. Speriamo di sbagliarci,
ma la copertura di bilancio è in­
gente.
Il mondo agricolo vessato da
mille problemi economici non è
certo nelle condizioni di subire
questa nuova batosta né si può
confidare nella clemenza dei Sin­
daci che possono ridurre fino alla
metà l’aliquota di imposta... Altra
questione aperta è quella della fi­
scalizzazione degli oneri sociali
per le zone svantaggiate per le
quali si riaprono i termini per la
revisione delle zone e ovviamente
per la riduzioni dei benefici.
È forse giunta l’ora di una mobilitazione del mondo agricolo nella
quale le associazioni di categoria potrebbero giocare un ruolo determi­
nante.
nLuciano Boanini
Terra e Vita 15
[ DAL PALAZZO
[ DI MASSIMO ALIPRANDI ]
[ SENATO
Il decreto legge sul lavoro (disposizioni urgenti per favorire il rilancio
dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle
imprese) ha compiuto il suo secondo giro di boa. Ha avuto il via libera dell’Aula di
Palazzo Madama dove è stato approvato con il voto di fiducia posto dal Governo.
L’impostazione è quella originaria di rendere più semplice il ricorso ai contratti a
termine e all’apprendistato con l’obiettivo di “rilanciare l’occupazione”. Il decreto
torna ora alla Camera per la definitiva conversione in legge.
[ CAMERA
L’alto numero di decreti di legge in scadenza ha imposto all’Aula di Monteci­
torio un calendario di lavoro che ha penalizzato il disegno di legge di delegazione
europea 2013 – secondo semestre e il disegno di legge europea 2013­bis che
saranno esaminati congiuntamente solo a fine mese, a partire dal 27 maggio.
La cooperazione tra l’Unione europea e i Paesi del Continente africano,
dei Caraibi e del Pacifico (ACP) è l’oggetto del disegno di legge di ratifica ed
esecuzione dell’Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati
membri dell’Unione europea relativo al finanziamento degli aiuti dell’Unione
europea forniti nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo
2014­2020 in applicazione dell’Accordo di partenariato ACP­UE. In merito, la
Commissione Agricoltura ha espresso un parere favorevole al disegno di legge
pur sottolineando alcuni aspetti relativi al Fondo europeo di sviluppo (FES), lo
strumento finanziario attraverso il quale si realizzano gli interventi programmati
che è finanziato con contribuzioni obbligatorie degli Stati membri dell’Ue, ma che
mantiene una natura essenzialmente intergovernativa, restando separato dal
bilancio unionale (il nostro Paese è il quarto contributore netto al FES dopo
Germania, Francia e Regno Unito e deve un contributo di oltre 3 miliardi di euro
per il settennio 2014­2020 che rappresenta circa il 12 per cento della dotazione
complessiva).
La Commissione Agricoltura ha iniziato l’esame della proposta di legge di
Sani (Pd) sulla disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione
e del commercio del vino. Il provvedimento che concretizza un’iniziativa propo­
sta da importanti organizzazioni rappresentative delle diverse realtà economiche
del settore, si propone di raccogliere in un unico testo normativo una disciplina
organica del settore vitivinicolo. La Commissione ha deciso di procedere a un
ciclo di audizioni delle organizzazioni rappresentative degli operatori interessati,
per raccogliere ogni ulteriore suggerimento finalizzato al miglioramento del testo
anche tenendo conto dei possibili incroci del provvedimento con il piano di azione
per l’agroalimentare «#Campolibero», promosso dal Governo, che dovrebbe
comprendere anche interventi di semplificazione per il settore vitivinicolo.
Il sottosegretario per le Politiche agricole Giuseppe Castiglione ha risposto in
Commissione Agricoltura a interrogazioni di Lupo (M5S), Caon (Lega), Benedetti
(M5S), Mucci (M5S) e Fiorio (Pd) sulla gestione del Sistema informativo
agricolo nazionale (SIAN) e della società SIN Spa e di Cenni (Pd) sulla
sospensione dei pagamenti alle imprese agricole da parte di Agea a seguito
di un’indagine su irregolarità relative agli aiuti europei.
Infine, la Commissione Agricoltura ha iniziato l’esame di due risoluzioni, di
Taricco (Pd) e Gallinella (M5S) sugli interventi in materia di pagamenti Pac 2014,
con riferimento al pascolamento di terzi su superfici a pascolo magro,
fenomeno che provoca effetti distorsivi in ragione del forte innalzamento dei
prezzi e pone ai margini le aziende che praticano l’allevamento estensivo.
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