I TRIMESTRE 2014 numero 2/14 12 maggio 2014 IN SINTESI… Nel mondo pag.2 Con la diffusione dei dati delle produzioni dell’autunno 2013 si ha la misura del deciso passo avanti delle produzioni Ue che sembrano essersi attestate intorno ai 180 milioni di ettolitri. Questo aumento delle disponibilità, soprattutto in Spagna e Italia, ha fatto scendere notevolmente i listini alla produzione del vino comune e soprattutto dei bianchi. In controtendenza la Francia che, però, per il secondo anno consecutivo ha una produzione scarsa. Secondo dati ancora provvisori il 2013 si è chiuso, sulla scia di quanto accaduto nel 2012, con una lieve flessione degli scambi internazionali in volume (-2%), ma con un balzo in avanti dell’1% della spesa corrispettiva che supera complessivamente i 25 miliardi di euro. Intanto, dai dati dei primi due mesi del 2014, dalla Spagna arrivano segnali di ripresa delle esportazioni soprattutto di sfuso. In Italia pag.5 Il primo trimestre del 2014 ha consolidato la tendenza flessiva dei listini alla produzione dei vini comuni soprattutto nel segmento dei bianchi. Tengono ancora i vini rossi Dop. L’indice Ismea relativo al clima di fiducia dell’industria vinicola torna su terreno positivo, in deciso miglioramento rispetto al trimestre precedente. La maggior produzione sta favorendo, infatti, un certo ottimismo tra gli operatori. I consumi domestici, sulla scia di quanto accaduto nel 2013, segnano il passo in volume. In tema di commercio con l’estero il 2013 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati esportati sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Bene invece il valore: +7% per un totale che supera i 5 miliardi di euro. IN EVIDENZA… Nel mondo In Italia Evoluzione dell'export di vino dei principali paesi fornitori (mln hl) Indice dei prezzi alla produzione dei vini in Italia (2000=100) 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 200 180 160 140 120 100 80 60 I II trim 11 III Italia IV I II trim 12 III Spagna Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti IV I II trim 13 III Francia IV I trim 12 II III Comuni e Igt IV I trim 13 II Doc-Docg III IV I trim 14 Totali Fonte: Ismea 1 1. Nel mondo 1.1 Gli scambi Secondo dati ancora provvisori il 2013 si è chiuso, sulla scia di quanto accaduto nel 2012, con una lieve flessione degli scambi internazionali in volume (-2%), ma con un balzo in avanti dell’1% della spesa corrispettiva che supera complessivamente i 25 miliardi di euro. Il 2013 è stato caratterizzato da un aumento dei listini medi internazionali. Aumento che ha colpito soprattutto i vini di fascia bassa di prezzo, cioè i vini comuni sfusi. A ben guardare, comunque, l’ascesa dei listini internazionali si è registrata fino alla primavera 2013, mentre nella seconda parte dell’anno si sono avute le prime avvisaglie flessive, diventate molto significative con l’autunno e quindi con la vendemmia 2013. E’, quindi, interessante vedere come proprio negli ultimi mesi gli scambi in valore abbiano rallentato la propria crescita e sarà molto interessante monitorare cosa accade al commercio estero del 2014 con disponibilità elevate e prezzi in deciso ribasso. Fig. 1.1 – Ripartizione % degli scambi internazionali di vini per segmento in volume Tornando ad analizzare il 2013 si evidenzia come il calo dei volumi scambiati è stata una caratteristica che 100% 6 6 7 si era evidenziata già dalle prime 80% battute e che, molto probabilmente, non 38 39 38 ha stupito gli operatori in 60% considerazione sia delle disponibilità che del livello dei prezzi. 40% 56 55 55 Intanto il 2013 si è chiuso con una 20% percentuale di scambi di vino sfuso pari al 38%. Questo a testimonianza del 0% fatto che negli ultimi anni, complice 2011 2012 2013 anche la crisi economica, è aumentato il movimento del vino sfuso. Questo a Conf< 2l Conf > 2 l Spumanti e mosti discapito soprattutto dei mosti e in parte dei vini confezionati. La crisi economica Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti ha sicuramente influito perché importare sfuso è sicuramente più economico. C’è anche il fattore “ambiente” che va tenuto in considerazione, perché in questo modo c’è un risparmio di emissione di sostanze tossiche. Infine, ma non certo ultimo elemento da tenere in considerazione, il fatto che molte catene distributive straniere preferiscono acquistare vini sfusi per poi fare i blend secondo le proprie esigenze. L’aumento del valore medio, peraltro, è molto concentrato sul vino sfuso soprattutto dei Paesi comunitari. Nel complesso, infatti, si evidenzia come sia la Spagna ad aver mostrato l’incremento maggiore (+21%), seguito dal +12% dell’Italia. Scendendo nel dettaglio dello sfuso le percentuali diventano rispettivamente del 30 e 27 per cento. Di contro sono diminuiti i prezzi all’export dello sfuso dei Paesi del Nuovo Mondo. Il Cile è quello che ha visto il calo maggiore -18%, seguito dal Sudafrica (-14%) e Australia (-13%). Da sottolineare, comunque, che sono proprio i due grandi esportatori europei che, con una disponibilità di prodotto tutt’altro che abbondante e prezzi in aumento, hanno visto diminuire le consegne all’estero di sfusi rispettivamente del 13 e 12 per cento. Situazione diametralmente opposta per Cile e Sudafrica che l’hanno aumentate di oltre il 40%. Sostanzialmente stabili, invece, quelle dell’Australia. Nei confezionati si è avuta una variabilità dei prezzi molto inferiore rispetto a quella dello sfuso e questo proprio perché il segmento dei vini in bottiglia per sua natura ha una volatilità minore. Questo lo si osserva anche nel mercato interno di ogni Paese. La Francia, la cui quota di confezionato sulle proprie esportazioni di vino in volume è pari ad oltre il 70%, ha visto una sostanziale stabilità del valore unitario medio in questo segmento. Da tener conto che la Francia registra una media di circa 4,9 euro al litro ed è preceduta solo dal 5,16 della Nuova Zelanda. Il Paese 2 I trimestre 2014 transalpino, con oltre 10 milioni di ettolitri di vino confezionato esportato, pesa per quasi il 20% sul totale internazionale a fronte del 2% della Nuova Zelanda. Scendendo nel dettaglio dei singoli Paesi importatori, si evidenzia come tra i primi quindici clienti mondiali solo in quattro abbiano registrato una variazione positiva in volume tra il 2013 e l’anno prima (Russia, Belgio, Giappone, Danimarca). Non solo: i primi quattro del ranking mondiale (Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Francia) mostrano tutti un segno meno. E fa un certo effetto vedere la battuta d’arresto degli Stati Uniti, dopo la crescita prepotente soprattutto dell’ultimo quinquennio che, proprio nel 2012, aveva portato a sfiorare i 12 milioni di ettolitri. La riduzione degli approvvigionamenti esteri degli Usa è imputabile esclusivamente ai vini sfusi (-24%). Da considerare che nel 2012 la quota di questo segmento sul totale era del 34%, mentre nel 2013 è scesa al 27%. I vini in confezione inferiore ai due litri, invece, hanno fatto un passo in avanti del 3% e gli spumanti dell’8%. Cile, Australia e Argentina, i primi tre fornitori di sfuso degli i Stati Uniti, sono chiaramente quelli che più di tutti hanno risentito della flessione delle richieste ed hanno registrato, rispettivamente, -17%, -26% e 47%. Nei confezionati, invece, si è avuto un incremento della domanda verso tutti i Paesi fornitori. Tab. 1.2 – I Principali Paesi importatori di vino (ettolitri) Tab. 1.3 – I Principali Paesi importatori di vino (mln di euro) 2012 2013 var.% 101.250.120 98.980.100 -2,2 Mondo Germania 15.374.084 14.979.856 -2,6 Stati Uniti Regno Unito 12.779.813 11.830.197 -7,4 Stati Uniti -6,0 Mondo 2012 2013 var.% 24.741 25.099 3.947 1,4 3.938 Regno Unito 3.901 3.623 -7,1 Germania 2.429 2.504 3,1 Canada 1.540 1.524 -1,1 Cina 1.230 1.171 -4,8 1.225 1.184 -3,4 1,5 0,2 11.674.540 10.969.933 Francia 5.923.168 5.279.384 -10,9 Russia 4.900.885 4.977.496 1,6 Cina 3.939.883 3.766.398 -4,4 Giappone Canada 3.768.085 3.728.500 -1,1 Belgio 961 976 Paesi Bassi 3.579.419 3.540.429 -1,1 Svizzera 927 953 2,9 Belgio 3.134.417 3.141.512 0,2 Paesi Bassi 894 846 -5,4 Italia 2.756.287 2.692.785 -2,3 Russia 818 915 11,9 Giappone 2.649.435 2.729.713 3,0 Francia 631 653 3,5 Svezia 2.037.630 2.072.188 1,7 Svezia 548 591 7,8 Svizzera 1.899.552 1.842.901 -3,0 Danimarca 507 545 7,5 Danimarca 1.886.334 2.017.301 6,9 Australia 465 472 1,6 Repubblica Ceca 1.403.501 1.354.992 -3,5 Italia 306 321 4,8 23.543.085 24.056.515 2,2 Altri 4.422 4.876 10,3 Altri Fonte: Ismea su dati Gti Fonte: Ismea su dati Gti La riduzione della domanda tedesca, invece, è maturata in tutti i segmenti, anche se in termini percentuali a pesare di più è il -3% degli sfusi. Questi ultimi rappresentano il 56% del totale importato dalla Germania. Da ricordare, peraltro, che la Germania ha una forte tradizione di imbottigliamento che, negli ultimi anni, non va più a soddisfare solo la domanda interna ma anche quella estera, soprattutto dei mercati del Nord Europa. La Germania, quindi, importa sfuso per poi riesportare imbottigliato. Nel 2013 la domanda tedesca è diminuita soprattutto rispetto al prodotto italiano e spagnolo, in misura minore rispetto alla Francia, mentre è aumentata rispettivamente del 21 e 52 per cento per Sudafrica e Cile. Anche nel Regno Unito tutti i segmenti hanno mostrato un segno negativo a partire dagli sfusi, -16% e qui sono Australia e Stati Uniti a vedere una riduzione del 28 e 47 per cento. Anche i confezionati, però, hanno avuto una battuta d’arresto con il -3% su base annua. A subire la flessione della domanda britannica è stata soprattutto l’Australia, -13%, mentre è salita la richiesta di imbottigliati dalla Germania (+7%). E tutto del segmento dello sfuso la riduzione delle importazioni cinesi. Il vino in cisterne, infatti, che raggiunge una quota del 24% del totale contro il 30% del 2012 è sceso del 27%. In ascesa del 5% i confezionati, trascinati soprattutto dalla domanda di vini francesi (+1%), australiani (+8%), spagnoli (+11%) e cileni (+23%). In Russia si è avuta una minor domanda di sfusi (-10%) accompagnata da un +8% dei vini confezionati e da un +17% dei vini spumanti. 3 I trimestre 2014 Tab. 1.4 – I Principali Paesi esportatori di vino (ettolitri) Mondo 2012 2013 var.% Tab. 1.5 – I Principali Paesi esportatori di vino (nln di €) 2012 2013 var.% var.% 101.250.120 98.980.100 -2,2 Mondo 24.741 Italia 21.227.282 20.318.668 -4,3 Francia 7.822 25.099 7.796 -0,3 Spagna 21.216.046 17.687.965 -16,6 Italia 4.695 5.039 7,3 Francia 14.966.217 14.539.315 -2,9 Spagna 2.454 2.498 1,8 Cile 7.516.518 8.839.581 17,6 Australia 1.524 1.339 -12,1 Australia 7.348.547 7.114.927 -3,2 Cile 1.399 1.422 1,6 Sudafrica 4.128.462 5.544.050 34,3 Stati Uniti 1.078 1.174 9,0 Stati Uniti 4.005.716 4.144.166 3,5 Germania 984 1.002 1,8 Germania 3.972.548 4.018.744 1,2 Nuova Zelanda 768 773 0,7 Argentina 3.646.800 3.155.376 -13,5 Argentina 711 658 -7,5 Portogallo 3.374.225 3.056.461 -9,4 Portogallo 706 725 2,6 Nuova Zelanda 1.757.888 1.755.838 -0,1 Sudafrica 566 619 9,3 Regno Unito 785.673 912.721 16,2 Regno Unito 539 509 -5,6 Lituania 695.406 803.838 15,6 Paesi Bassi 199 180 -9,2 Bulgaria 559.592 494.998 -11,5 Lettonia 140 148 5,9 Ungheria 532.496 538.513 1,1 Svizzera 137 129 -5,3 Austria Altri 1,4 472.757 459.574 -2,8 Austria 135 154 13,8 5.043.947 5.595.362 10,9 Altri 885 934 5,6 Fonte: Ismea su dati Gti Fonte: Ismea su dati Gti Passando ad analizzare i Paesi esportatori si nota come, tra i tre principali fornitori mondiali, sia la Spagna ad avere avuto la performance peggiore. Conseguenza inevitabile visto che la metà dell’export iberico è di vino sfuso. Tra i Paesi del Nuovo Mondo, invece, si evidenzia il +18% del Cile che, Stati Uniti a parte, ha visto crescere quasi ovunque le proprie esportazioni. 1.2 Il mercato Fig. 1.2 – Spagna: prezzi medi all'origine del vino comune (€/ettogrado) 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 I trim 12 II III IV I trim 13 bianchi Fonte: elaborazione Ismea su dati SeVi II III rossi IV I trim 14 Fig. 1.3 – Francia : prezzi medi all'origine del vino comune (€/ettogrado) 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 I trim 12 II III bianchi IV I trim 13 II III rossi IV I trim 14 Fonte: elaborazione Ismea su dati France/Agrimer Il primo trimestre del 2014 segna una netta spaccatura tra il mercato spagnolo e quello francese. Il primo, da tenere particolarmente in considerazione perché diretto competitor dell’Italia rispetto agli scambi internazionali di vino sfuso, è nettamente in calo, mentre il secondo mostra incrementi sia sui vini comuni che su quelli Igp. Focalizzando l’attenzione sui vini spagnoli si evidenzia come il calo dei prezzi all’origine degli ultimi mesi era pressoché inevitabile vista l’elevata produzione dell’autunno 2013 che, secondo le stime di Madrid, sembra toccare i 50 milioni di ettolitri. Questa disponibilità, oltre ogni previsione, ha portato i listini in caduta libera. Basti considerare che i bianchi sono scesi del 14% rispetto al trimestre precedente, mentre i rossi si sono limitati al -3%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno prima c’è, invece, un deciso crollo: i prezzi dei bianchi 4 I trimestre 2014 registrano, infatti, il -46% e quelli dei rossi il -30%. Questa situazione di mercato sta avendo effetti positivi sulle esportazioni. I dati, infatti, dei primi due mesi del 2014 indicano un recupero del 14% dei volumi consegnati oltre frontiera. E sono proprio i vini sfusi a trainare la domanda. E la flessione non accenna a diminuire neanche con l’avvento della primavera. In aprile, infatti, le quotazioni dei bianchi sono scese ancora, attestandosi a 2,30 euro l’ettogrado, mentre quelle dei rossi sono “precipitate” a 2,84 euro, perdendo in un solo mese ben 48 centesimi. Da notare che era dal gennaio 2012 che i listini dei rossi non scendevano sotto la soglia dei 3 euro. Opposta la situazione in Francia. Qui a pesare è certamente la bassa produzione, che per il secondo anno consecutivo è al di sotto dei 42 milioni di ettolitri. Questo, di fatto, sta limitando il volume degli scambi mentre i listini si muovono verso l’alto. Su base congiunturale, infatti, il primo trimestre del 2014 ha chiuso con un’evoluzione dei prezzi dei vini comuni con un +5% per i bianchi e un +3% per i rossi. Se, invece, il confronto viene fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno prima si ha, rispettivamente, +8 e +5 per cento. Anche per i vini Igp la situazione è analoga con una variazione congiunturale compresa tra il +3 ed il +4%, mentre il confronto con lo stesso periodo del 2013 è pari al +6% per il bianchi e al +5% per i rossi. Dall’inizio della campagna 2013/2014, del resto, i volumi scambiati risultano in netta flessione soprattutto nel segmento dei comuni (-20%), mentre nei vini Igp si registra il -9%. In flessione anche la contrattazione in volume dei vini Dop a fronte, anche in questo caso, di aumenti dei listini. Aprile, invece, ha mostrato un andamento opposto tra i vini comuni e quelli Igp. I primi, infatti, hanno dato qualche segnale di cedimento; i bianchi sono scesi da 6,85 di marzo a 6,63 euro l’ettogrado mentre i rossi sono passati da 5,65 a 5,58 euro l’ettogrado. Tendenza opposta nelle Igp che hanno continuato a guadagnare qualche centesimo in entrambi i segmenti. Intanto, spostando l’attenzione all’Emisfero Sud, si evidenziano le pesanti perdite dei listini cileni alla Produzione. E’, infatti, superiore al 20% la riduzione del primo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Fig. 1.4 – Francia : prezzi medi all'origine del vino IGP (€/ettogrado) 8,00 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 I trim 12 II III IV I trim 13 bianchi II III IV I trim 14 rossi Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti 5 I trimestre 2014 2. In Italia Tab. 2.1– Tendenze in Italia nel 2013 2012 Tab. 2.2 – Tendenze in Italia nel 2013 2013 var.% (000 hl) Produzione Export Import Giacenze 41.070 21.200 2.504 36.965 44.540 20.595 2.693 36.500 8,4 -4,3 -2.3 -1,3 Consumo1 21.600 21.000 -2,8 143 164 15,1 139,5 141,7 1,6 Indice (2000=100)2 - prezzi alla produzione - prezzi dei mezzi di produzione In grigio le variabili stimate; approvvigionamento. Fonte: Ismea 1) Dato da Produzione Prezzi alla produzione III trim 13 /III trim 12 IV trim 13 /IV trim 12 I trim 14 /I trim 13 + + + +++ -- -- Import + = nd Export - ++ nd Consumo delle famiglie - - - Prezzi al consumo + + + bilancio di Legenda: +++ forte crescita, ++ crescita, + lieve crescita, = stabilità, - lieve riduzione, -- riduzione, --- forte riduzione Fonte: Ismea Il primo trimestre del 2014 ha consolidato la tendenza flessiva dei listini alla produzione dei vini comuni soprattutto nel segmento dei bianchi. Tengono ancora i vini rossi Dop. L’indice Ismea relativo al clima di fiducia dell’industria vinicola torna su terreno positivo, in deciso miglioramento rispetto al trimestre precedente. La maggior produzione sta favorendo, infatti, un certo ottimismo tra gli operatori. I consumi domestici, sulla scia di quanto accaduto nel 2013, segnano il passo in volume. Infatti, i quantitativi di vino e spumanti sono scesi del 5% rispetto al primo trimestre dell’anno prima, a fronte di un aumento della relativa spesa (+1%). Gli aumenti dei listini all’origine che hanno contraddistinto il 2013 sembrano essere stati trasferiti sui prezzi al consumo, anche se con incrementi un po’ meno importanti rispetto a quelli dei mesi scorsi. In tema di commercio con l’estero il 2013 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati esportati sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Bene invece il valore: +7% per un totale che supera i 5 miliardi di euro. Da sottolineare che il vino incide per circa il 15% sul totale export agroalimentare in valore. 2.1 La produzione 6 I trimestre 2014 2.1.1 La produzione industriale L’indice Ismea relativo al clima di fiducia dell’industria vinicola torna su terreno positivo, in deciso miglioramento rispetto al trimestre precedente. La maggior produzione sta favorendo, infatti, un certo ottimismo tra gli operatori. Anche nell’agroalimentare nel complesso, il clima di fiducia migliora e va in positivo per la prima volta dalla fine del 2011. Fig 2.1– Indice del clima di fiducia per l'industria vitivinicola -15,4 Fig. 2.2 – Trend dell’indice del clima di fiducia 7,1 25 15 5 -5 -15 -25 -35 I trim 12 II III IV I trim 13 II industria vinicola III IV I trim 14 tot. agroalimentare Legenda: freccia scura trimestre di riferimento; freccia chiara trimestre Fonte: Ismea precedente (max: 100, min: -100) Fonte: Ismea 2.2 Gli scambi In tema di commercio con l’estero il 2013 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati oltre i confini nazionali sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Questo conferma la tendenza evidente da tempo e cioè la sempre maggior dipendenza del settore vino dalla domanda estera che ormai assorbe quasi la metà della produzione nazionale. Fig. 2.3– Evoluzione delle esportazioni in volume Fig. 2.4 – Evoluzione delle importazioni in (000 ettolitri) volume (000 ettolitri) 6.500 900 6.000 800 5.500 700 5.000 600 500 4.500 400 4.000 300 3.500 200 3.000 I II trim 11 III Fonte: Ismea su dati Istat IV I II trim 12 III IV I II trim 13 III IV I II trim 11 III IV I II trim 12 III IV I II trim 13 III IV Fonte: Ismea su dati Istat La nota assolutamente positiva si registra sul fronte dei valori. Anche in questo caso le stime sono state confermate e gli introiti hanno segnato un nuovo record, cosa a cui il vino è abituato, superando i 5 miliardi di euro con un saldo positivo di 4,8 miliardi. Da sottolineare che il vino incide per circa il 15% sul totale export agroalimentare in valore. Nell’ultimo trimestre del 2013, comunque, a causa della diminuzione dei prezzi alla produzione anche quelli 7 I trimestre 2014 all’export hanno subito ribassi e questo ha in qualche modo attenuato la crescita degli introiti che fino a qualche mese prima si poteva supporre almeno di un punto percentuale in più. Tab. 2.3 – Bilancia commerciale del settore vitivinicolo nel primo quadrimestre 2013 (var.%) 2013/2012 2013 mln € quant. valore val.un. 2013 (var.%) 2013/2012 2013 mln € quant. valore val.un. mln € export import totale - UE 27 5.039 -4,3 7,3 12,1 321 -2,3 2.678 -4,4 8,9 13,9 255 - Paesi terzi 2.361 -4,1 5,5 10,0 66 (var.%) 2013/2012 quant. valore saldo 4,8 7,3 4.718 -4,6 7,5 -14,5 -4,0 12,2 2.423 -2,5 10,5 57,3 62,6 3,4 2.294 -8,7 4,5 Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat Tornando ai volumi, comunque, non si può non evidenziare il -12% dei vini sfusi a fronte del +11% del valore, come già ripetutamente detto, grazie alla crescita dei prezzi alla produzione rispetto all’anno prima. Crescita chesi è drasticamente interrotta dall’inizio dell’estate in poi. I volumi della vendemmia 2013, prima stimati e poi effettivamente entrati in cantina, hanno riportato i listini a livelli decisamente inferiori a quelli dell’anno prima. La cosa interessante sarà continuare a monitorare questo mercato e vedere come il vino italiano sfuso, seppur esitato a prezzi inferiori rispetto allo scorso anno, riuscirà a competere con quello spagnolo. Da sottolineare, infatti, che il maggior competitor in questo segmento, cioè la Spagna, ha una produzione abbondante e prezzi più bassi di quelli italiani. Limitata al -2% la riduzione delle consegne oltre frontiera dei vini confezionati che, di contro, guadagnano un 6% sul fronte del valore. Da sottolineare che in questo segmento l’incremento dei valori medi è pari al +8%, molto meno dirompente quindi rispetto a quello dei vini sfusi. Questo proprio perché aumenti forti nella prima fase della filiera tendono ad attenuarsi e ad essere ripartiti tra gli stadi successivi per non essere scaricati completamente sul consumatore finale. Volendo analizzare le tipologie di vino seguendo la piramide qualitativa si evidenzia come le Igp, con 5,5 milioni di ettolitri siano poco al di sotto del livello del 2012 (-2%), con una crescita in valore, però, del 7%. Per le Dop, attestate a 4,7 milioni di ettolitri, la flessione in volume è del 3% a fronte del +5% messo a segno dal valore corrispondente. A soffrire di più sono stati i vini comuni, che hanno perso il 14% del volume, attestandosi a 5,3 milioni di ettolitri contro i 6,2 del 2012, mentre in termini di valore gli introiti sono saliti del 7%. Da evidenziare a chiare lettere l’eccellente performance dei vini spumanti, segmento decisamente fuori dal coro rispetto agli altri perché oltre all’aumento in valore (+18%) ha messo a segno una decisa progressione anche in termini di volumi: +13%. In questo segmento a trainare la domanda estera è la voce “altri spumanti Dop” (voce che comprende il Prosecco), con incrementi in volume e valore del 27%. Molto meno positiva la performance dell’Asti che in volume si ferma al +3%, mentre il valore arriva al +16%. Con il +40% in volume il Regno Unito diventa il principale mercato di destinazione in volume delle bollicine italiane, mentre resta al secondo posto in valore dietro gli Stati Uniti che, comunque, hanno incrementato la domanda del 13% e la relativa spesa del 18%. Male la Germania sia in volume che in valore. Di tutto rilievo anche la Russia che, nonostante la battuta d’arresto per il complesso dei vini italiani, sembra apprezzare particolarmente gli spumanti italiani. Molto bene anche nei Paesi Scandinavi e nei Paesi Baltici. 2.2.1 La destinazione e l’origine degli scambi Facendo una sintesi delle performance italiane nei Paesi clienti si evidenzia la buona tenuta, o meglio il lieve incremento dei volumi negli Stati Uniti e nel Regno Unito (qui grazie anche agli spumanti). Tab. 2.4 – Paesi di destinazione dell’export di vino (ettolitri) Mondo Germania 2012 2013 var. % 21.227.282 20.318.668 -4,3 6.168.400 5.920.096 -4,0 Tab. 2.5 – Paesi di destinazione dell’export di vino (migliaia di euro) 2012 2013 var. % Mondo 4.695.436 5.038.627 7,3 Stati Uniti 1.005.839 1.077.733 7,1 8 I trimestre 2014 Stati Uniti 2.935.691 2.959.783 Regno Unito 0,8 Germania 957.885 1.019.505 6,4 2.891.497 2.917.024 0,9 Regno Unito 535.580 618.073 15,4 Francia 968.810 915.397 -5,5 Svizzera 298.500 313.508 5,0 Ungheria 753.521 537.551 -28,7 Canada 283.379 280.487 -1,0 Canada 712.858 690.943 -3,1 Giappone 154.782 154.428 -0,2 Svizzera 711.595 678.346 -4,7 Svezia 122.239 140.807 15,2 Austria 546.213 506.500 -7,3 Francia 127.812 139.124 8,9 Svezia 419.718 469.297 11,8 Danimarca 125.023 133.032 6,4 Paesi Bassi 461.321 450.367 -2,4 Paesi Bassi 115.451 117.488 1,8 Russia 561.171 439.014 -21,8 Russia 100.088 114.550 14,4 Giappone 443.129 426.175 -3,8 Austria 98.410 100.825 2,5 Danimarca 356.827 394.115 10,4 Belgio 79.658 91.927 15,4 Repubblica ceca 329.803 287.251 -12,9 Norvegia 77.577 86.911 12,0 Belgio 272.346 284.399 4,4 Cina 77.049 74.755 -3,0 Norvegia 222.526 231.733 4,1 Spagna 36.118 39.693 9,9 Cina 326.290 219.212 -32,8 Repubblica ceca 33.914 34.087 0,5 250.615 213.761 -14,7 Australia 29.930 33.856 13,1 1.894.949 1.777.705 -6,2 436.201 467.838 7,3 Spagna Altri Altri Fonte: Ismea su dati Istat Fonte: Ismea su dati Istat Tab. 2.6 – Paesi di origine dell’import di vino (ettolitri) Tab. 2.7 – Paesi di origine dell’import di vino (migliaia euro) 2012 2013 Mondo 2.756.287 2.692.785 -2,3 Spagna 1.871.039 1.592.638 -14,9 Stati Uniti 418.613 454.230 8,5 Francia 254.218 228.409 2.079 192.440 Sudafrica var. % 2012 2013 var. % Mondo 306.160 320.986 4,8 Francia 151.350 139.605 -7,8 Spagna 83.039 91.645 10,4 - 10,2 Stati Uniti 34.491 46.403 34,5 9154,4 Sudafrica 333 10.461 3039,9 5,2 2.145 35.620 1560,3 Portogallo 6.192 6.512 Portogallo 23.319 30.582 31,1 Germania 7.908 5.897 -25,4 Germania 24.855 28.341 14,0 Australia 544 3.627 566,3 108,8 -32,4 -30,0 -43,1 -15,7 17,6 -33,0 98,5 Australia Cile Grecia Ungheria Austria Macedonia Bulgaria Romania Slovenia Regno Unito Argentina Svizzera Paesi Bassi Altri Fonte: Ismea su dati Istat 4.853 27.180 460,1 Cile 1.252 2.615 39.210 18.448 15.234 30.758 23.048 9.590 2.595 19.072 16.078 14.302 10.148 9.328 6.260 4.509 -51,4 -12,8 -6,1 -67,0 -59,5 -34,7 73,8 Regno Unito Austria Grecia Ungheria Paesi Bassi Romania Slovenia 3.155 2.928 2.902 1.710 1.048 1.238 367 2.134 2.049 1.650 1.441 1.233 830 728 959 3.444 259,1 Svizzera 809 715 4.818 446 1.222 8.839 2.342 1.181 1.078 15.604 -51,4 164,7 -11,8 76,5 Argentina Macedonia Bulgaria Altri 1.040 1.091 1.245 3.516 603 540 480 1.818 -11,6 -42,1 -50,5 -61,5 -48,3 Fonte: Ismea su dati Istat Flessioni si registrano, invece, in Germania, Svizzera, Canada e Giappone. In Cina e Russia non si può parlare solo di flessione ma di vera e propria battuta d’arresto, legata sia a motivi congiunturali di mercato sia a problematiche burocratiche. Ma al di là degli elementi congiunturali forse è il caso di fare una riflessione sul modo di approcciarsi a questi mercati tutt’altro che facili. 9 I trimestre 2014 Intanto le importazioni, attestate a 2,7 milioni di ettolitri, fanno segnare un -2% in volume ed un +5% in valore. Come si è notato durante tutto il corso dell’anno si evidenzia il forte incremento delle importazioni dal Sudafrica che fanno più notizia per la variazione percentuale piuttosto che per i volumi assoluti. Tra i tradizionali fornitori si evidenzia il significativo incremento degli acquisti negli Usa a fronte una decisa flessione in Spagna. 2.3 La domanda 2.3.1 La domanda interna I dati sugli acquisti presso la distribuzione moderna (ipermercati, supermercati, superettes, libero servizio) del primo trimestre 2014 confermano la dinamica flessiva dei consumi di vino e spumanti nel 2013. Infatti, i volumi di vino e spumanti sono scesi del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, a fronte di un aumento della relativa spesa (+1%). Gli aumenti dei listini all’origine che hanno contraddistinto il 2013 sembrano essere stati trasferiti sui prezzi al consumo, anche se con incrementi un po’ meno importanti rispetto a quelli dei mesi scorsi. Nei vini sono ancora le Igt ad aver subito il calo della domanda più significativo a fronte del maggior incremento dei listini medi. All’interno del segmento, peraltro, la riduzione degli acquisti di bianchi e rossi si equivalgono mentre in valore sono i rossi ad avere avuto la peggio. Anche nel segmetno delle Doc-Docg la situazione non appare rosea sul fronte dei volumi (-3%), mentre l’aumento dei prezzi ha fatto sì che la spesa corrispettiva fosse sostanzialmente come quella dello stesso periodo dell’anno prima. I vini comuni, di contro, sono quelli che hanno avuto Tab. 2.8 – Dinamica degli acquisti domestici e la flessione minore in temini di volume e a differenza della spesa per vini e spumanti (var.%) delgi altri segmenti mostrano anche un incremento del valore. I trim 14/I trim13 Dopo la buona performance del 2013, per gli q.tà val. val. unitario spumanti il primo trimestre del 2014 mostra una Vini e spumanti -4,5 -1,4 3,3 discreta battuta d’arresto soprattutto in volume. - Vini -4,0 -0,6 3,5 Doc-Docg bianche rosse Igt bianche rosse Comuni -Spumanti -2,9 -0,9 -3,8 -9,2 -7,9 -8,7 -2,0 -11,1 0,0 3,2 -1,7 -3,9 -1,3 -4,8 2,2 -5,4 3,0 4,1 2,3 5,8 7,2 4,3 4,3 6.4 2.3.1 I prezzi alla produzione Il primo trimestre del 2014, ha evidenziato, sulla scorta di quanto accaduto tre mesi fa, listini in flessione ed in particolare per i vini comuni e le indicazioni geografiche. Più attenuata la situzione per i vini Doc-Docg. Fonte: elaborazione Ismea su dati SymphonyIRI L’indice Ismea dei prezzi alla produzione mostra valori in flessione, per il vino nel suo complesso, su base congiunturale (-8%), quanto su base tendenziale (-19%). Da notare che, secondo il modello Ismea, il totale agricoltura e le coltivazioni mostrano una variazione tendenziale negativa (rispettivamente -5% e -11%) a fronte, però, di un lieve miglioramento rilevato in fase congiunturale delle coltivazioni e della sostanziale stabilità del totale agricoltura. Le flessioni del periodo invernale, sono da imputare in parte, come evidenziato negli scorsi trimestri, all’alto valore raggiunto a cavallo tra il 2012/2013 e in parte sono il riflesso in una campagna con una produzione in aumento rispetto alla precedente e alla concorrenza spagnola, come già ricordato, presente sul mercato internazionale con una produzione più abbondantente di quanto previsto e prezzi contenuti. Spostando l’analisi sul colore si evidenzia come, in questi ultimi tre mesi, si sia confermato, il differente gradimento del mercato tra le produzioni bianche e quelle rosse. La tendenza flessiva resta, in particolare per i vini comuni e Igp, concentrata sulle produzioni bianche che perdono, su base congiunturale, il 14% per le varietà comune e Igt e un più contenuto -2% per le Doc, che diventa, rispettivamente -27% e -3% su base tendenziale. Come detto i vini rossi sembrano tenere meglio le incertezze del mercato evidenziando un -7% tra i comuni e addirittura un +1% per le produzioni certificate rispetto all’ultimo trimestre del 2013. Anche su base tendenziale, confrontando quindi le rilevazioni correnti con quelle dello stesso periodo del 2013, si evidenzia un -20% per i vini comuni e un +4% per le Doc/Docg. Come si evidenzia le produzioni di qualità risentono in maniera minore della volatilità del mercato e restano comunque i più premiati dalla domanda. 10 I trimestre 2014 Fig 2.6 – Indice dei prezzi all’origine vini comuni (2000=100) Fig. 2.5– Indice dei prezzi all’origine (2000=100) 180 220 200 160 180 140 160 120 140 120 100 100 80 I trim 12 II III IV Vini nel complesso I trim 13 II III Coltivazioni IV I trim 14 80 I trim 12 Tot. agricoltura II bianchi III IV I trim 13 rossi II III IV I trim 14 totali Fonte: Ismea Fonte: Ismea Spostando l’analisi a livello dei prezzi si evidenzia, come per la prima volta dalla fine del 2012, i listini medi dei vini bianchi si siano abbassati sotto il livello dei 5 euro. Per le produzioni Igt si rileva, come evidenziato, un calo, ma in questo caso le produzioni rosse hanno ceduto qualche centesimo in più rispetto alle bianche. Dopo il Vinitaly 2014 che ha lasciato piuttosto soddisfatto il mondo produttivo vitivinicolo italiano, ci si aspetta un nuovo spunto per le contrattazioni, non solo nazionali, per vivacizzare il mercato se non dal punto di vista remunerativo almento da quello dei volumi. Al momento il mese di aprile non si è discostato dall’andamento dei tre mesi precedenti, ma la prima settimana di maggio non ha mostrato variazioni negative. Fig 2.7 – Indice dei prezzi all’origine vini Dop (2000=100) 140 130 120 110 100 90 80 70 I trim 12 II III IV I trim 13 bianchi rossi II III IV I trim 14 totali Fonte: elaborazione Ismea su dati Gti 11 I trimestre 2014 Tab. 2. 9 – Prezzi medi dei vini comuni (euro/ettogrado) II trim 13 III trim 13 IV trim 13 I trim 14 var % I trim 14/ I trim 13 Bianchi da tavola - 9/11° - 12/13 Rossi da tavola - 9/11° - 12/13 5,91 6,17 4,67 5,63 5,77 5,34 5,66 5,98 4,40 5,41 5,58 5,07 5,15 5,57 3,65 4,97 5,28 5,07 4,58 4,91 2,88 4,65 5,00 4,08 IV trim 13 -25,1 -22,5 -41,9 -19,8 -17,2 -23,6 -11,2 -11,7 -21,1 -6,4 -5,3 -19,4 Fonte: Ismea Tab. 2.10 – Prezzi medi dei vini IGT (euro/ettogrado) II trim 13 III trim 13 IVtrim 13 I trim 14 var % I trim 14/ I trim 13 IV trim 13 Igt bianche Chardonnay(1) Pinot grigio (1) Terre di Sicilia bianco Verduzzo(1) Igt rosse 7,15 10,64 5,20 6,93 7,15 10,62 5,20 6,83 7,15 10,62 5,20 6,57 7,05 10,62 4,50 6,43 -1,5 -1,9 -14,0 -10,0 -1,5 0,0 -13,5 -2,1 Lambrusco Emilia Merlot (1) Sangiovese Ravenna Rosso Salento Terre di Sicilia rosso 6,35 6,00 6,10 5,70 4,25 6,23 5,94 5,60 5,58 4,25 6,09 5,75 4,80 5,34 4,25 6,10 5,65 4,38 4,97 4,25 -3,8 -5,8 -31,4 -13,2 0,0 6,1 -1,7 -8,6 -7,1 0,0 1) Sono comprese le IGT: Marca Trevigiana, Veneto e Delle Venezie; Fonte: Ismea 12 I trimestre 2014 Tab. 2.11 – Prezzi medi dei vini Doc-Docg bianchi (euro/ettolitro) Tab. 2.12 – Prezzi medi dei vini Doc-Docg rossi (euro/ettolitro) gen-mar 2013 gen-mar 2014 Var. % Alcamo bianco 85,54 88,77 3,8 Bianco di Custoza 82,23 83,38 1,4 gen-mar 2013 gen-mar 2014 Barbaresco 260,77 269,23 3,2 Barbera d'Alba 131,92 120,00 -9,0 Var. % Castelli Romani bianco 60,00 54,00 -10,0 Barbera d'Asti 95,00 100,00 5,3 Chardonnay Alto Adige 231,54 232,50 0,4 Barbera del Monferrato 87,50 85,00 -2,9 Chardonnay Friuli Grave 100,00 100,00 0,0 Barbera Oltrepo' Pavese 65,00 65,00 0,0 Chardonnay Oltrepo' Pavese 140,00 134,23 -4,1 Bardolino 82,13 82,80 0,8 Cirò bianco 138,00 139,00 0,7 Bardolino Classico 92,25 88,20 -4,4 Colli Albani 67,00 63,50 -5,2 Barolo 680,38 700,00 2,9 Colli Lanuvini 67,00 63,50 -5,2 Bonarda Oltrepo' Pavese 70,00 67,50 -3,6 Brunello di Montalcino Cabernet Franc Sauvignon Friuli Grave Cannonau di Sardegna 590,38 733,46 24,2 80,00 77,50 -3,1 152,50 160,58 5,3 Frascati 77,50 77,50 0,0 Gambellara 79,88 81,57 2,1 Locorotondo 87,50 62,50 -28,6 Malvasia Colli Piacentini 98,08 100,00 2,0 Marino 67,00 63,50 -5,2 Moscato Oltrepò Pavese 107,50 107,50 0,0 Moscato d'Asti 172,50 172,50 0,0 Nuragus Cagliari 78,80 78,08 -0,9 Orvieto 82,50 82,50 0,0 Orvieto classico 92,50 92,50 0,0 Cortese Alto Monferrato Cortese di Gavi 90,00 103,08 14,5 120,00 120,00 0,0 Pinot Bianco Friuli Grave 88,08 90,00 2,2 Pinot Grigio Friuli Grave 123,08 125,00 1,6 Pinot Grigio Alto Adige 245,53 246,25 0,3 Pinot Nero Oltrepo' Pavese Prosecco Conegliano Valdobbiadene 145,00 144,23 -0,5 Per Marsala fine Piemonte Moscato 204,04 204,54 0,2 81,54 85,00 4,2 196,15 166,92 -14,9 San Severo Bianco 82,50 62,50 -24,2 Soave 87,28 86,63 -0,7 123,75 117,50 -5,1 62,50 80,00 28,0 238,85 240,00 0,5 Riesling Oltrepo' Pavese Roero arneis Soave Classico Solopaca Bianco Terlano Pinot Bianco Alto A. Friulano Friuli Grave Trento Pinot Nero base spuamnte 52,50 nd 70,00 70,00 0,0 143,00 91,92 -35,7 Castel del Monte rosso 82,50 67,50 -18,2 Castelli romani rosso 60,00 54,00 -10,0 Chianti 113,65 139,04 22,3 Chianti Classico 131,92 168,46 27,7 Chianti Colli Senesi 118,65 147,12 24,0 Cirò rosato 138,00 138,90 0,7 Cirò rosso 138,00 139,40 1,0 Cirò rosso classico 142,00 142,00 0,0 Dolcetti d'Alba e Diano 118,46 83,46 -29,5 Etna rosso 133,23 140,92 5,8 Grignolino d'Asti 120,00 120,00 0,0 81,15 80,00 -1,4 145,43 156,25 7,4 150,00 155,00 3,3 Lambrusco Grasparossa 56,14 76,45 36,2 Lambrusco Reggiano 69,30 67,65 -2,4 Lambrusco Salamino 53,96 69,85 29,5 28,2 Gutturnio Colli Piacentini Lago di Caldaro Classico Alto A. Lago di Caldaro (Trentino) Lambrusco Sorbara 66,49 85,25 130,00 130,00 0,0 83,38 75,69 -9,2 Merlot Friuli Grave 70,00 70,00 0,0 Monica Sardegna 120,75 83,85 -30,6 -11,8 Melissa rosso Merlot del Piave Montepulciano d'Abruzzo 78,56 69,33 Nebbiolo d'Alba 165,38 180,00 8,8 Nobile di Montepulciano 314,62 292,69 -7,0 205,00 210,00 2,4 Trebbiano d'Abbruzzo 67,65 47,05 -30,5 Piemonte Barbera 80,00 71,14 -11,1 Trebbiano di Romagna 72,05 54,37 -24,5 Rosso Conero 114,04 112,50 -1,3 Trentino Muller Thurgau 145,00 130,19 -10,2 Rosso Piceno 58,42 57,50 -1,6 Trentino Pinot Grigio 173,46 165,38 -4,7 Sangiovese di Romagna 81,00 64,89 -19,9 Terentino Chardonnay 135,96 120,19 -11,6 150,15 156,50 4,2 Trentino Pinot Bianco 142,50 140,00 -1,8 60,00 80,00 33,3 Trento 180,00 180,00 0,0 Teroldego Rotaliano 175,00 160,00 -8,6 Valdadige Pinot Grigio 171,92 165,00 -4,0 Trentino Merlot 135,00 130,00 -3,7 Velletri Bianco 67,00 63,50 -5,2 Valpolicella 250,25 230,00 -8,1 Verdicchio classico di Jesi 89,04 87,50 -1,7 Valpolicella Classico 269,95 240,00 -11,1 Velletri rosso 77,50 72,50 -6,5 84,04 82,50 -1,8 Vermentino di Sardegna 105,00 100,00 -4,8 Vernaccia di San Gimignano 131,35 139,42 6,1 Verdicchio di Jesi Fonte: Ismea Schiava dell'Alto Adige Solopaca rosso Fonte: Ismea 13 I trimestre 2014 2.3.2 I prezzi dei mezzi di produzione Fig. 2.10 – Indice dei prezzi dei mezzi di produzione della viticoltura (2000=100) 145 144 143 142 141 140 139 138 137 136 135 I trim 12 II III viticoltura IV I trim 13 II III Tot. agricoltura IV Il primo trimestre del 2014, a fronte di prezzi all’origine del settore vinicolo in calo su base congiunturale, mostra una crescita dell’indice dei prezzi dei mezzi di produzione contenuta (+0,4%). Situazione analoga anche per il totale coltivazioni e per l’agricoltura nel complesso. Facendo il confronto con lo stesso trimestre dell’anno prima si ha un incremento dell’1% per il settore vitinicolo mentre coltivazioni e agricoltura segnano rispettivamente un +0,5% e -1%. I trim 14 Coltivazioni Fonte: Ismea 2.3.3 La ragione di scambio Nel primo trimestre del 2014, grazie alle dinamiche esaminate precedentemente relative ai prezzi all’origine ed ai costi di produzione, il settore del vino ha registrato una flessione della ragione di scambio sia su base congiunturale che tendenziale. Da gennaio a marzo 2014, infatti, questo indicatore è sceso del 9% rispetto al trimestre precedente, mentre per il totale coltivazioni la crescita è stata dell’1% e per l’intero comparto agricolo la flessione è limitata all’1%. Per il settore vinicolo è decisamente più negativo, invece, il confronto con lo stesso periodo dell’anno prima (19%). Fig. 2.11 – Indice della ragione di scambio della fase agricola1 (2000=100) 130 120 110 100 90 80 70 2.3.3 I prezzi al consumo Anche nel primo trimestre del 2013 è continuata la tendenza al rialzo dei prezzi al consumo dei vini, sulla scia degli aumenti registrati anche all’origine durante il 2013. Sarà interessante osservare come si comporteranno i prezzi al consumo d’ora in avanti con i listini all’origine in netta flessione. Da evidenziare che nel segmento degli spumanti, dove l’aumento nel complesso è del 6%, è il metodo classico ad aver avuto l’incremento più elevato rispetto al primo trimestre del 2013. 60 I trim 12 II Vitivinicoltura III IV I trim 13 II Coltivazioni III IV I trim 14 Tot. agricoltura 1) rapporto tra l’indice dei prezzi alla produzione e l’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione Fonte: Ismea 14 I trimestre 2014 Tab. 2.13 – Valori medi unitari al consumo (€/litro) Vini e spumanti - Vini Doc-Docg bianchi rossi Igt bianchi rossi Comuni -Spumanti Champagne Metodo classico Metodo charmat II trim 13 3,12 2,89 4,40 4,51 4,36 3,07 3,42 2,87 1,66 7,24 39,54 14,76 5,95 III trim 13 3,27 3,00 4,57 4,65 4,55 3,16 3,52 2,88 1,71 7,40 40,06 16,15 6,08 IV trim 13 3,64 3,13 4,58 4,66 4,57 3,25 3,56 3,13 1,71 7,28 34,83 13,48 5,14 I trim 14 3,23 2,95 4,41 4,61 4,34 3,11 3,44 2,94 1,66 7,36 38,29 15,49 5,79 Var. % I trim14/ I trim13 3,3 3,5 3,0 4,1 2,3 5,8 7,2 4,3 4,3 6,4 4,1 10,0 6,4 Fonte: elaborazione Ismea su dati SymphonyIRI 15 I trimestre 2014 3. Focus on 3.1 Il valore delle produzioni a denominazione di origine Anche per il 2013 Ismea, dopo la prima esperienza fatta con i dati del 2011, ha messo a punto il calcolo per la stima del valore alla produzione dei vini italiani, differenziandoli tra vini Dop, Igp e comuni, presentandoli così al Vinitaly 2014. Si prende in esame il valore delle produzioni certificate nel 2013 che, quindi, non sono afferenti alla produzione della vendemmia dell’autunno 2013 ma in larga parte a quella del 2012 o ad annate precedenti soprattutto per i vini da invecchiamento. Questo lavoro nasce dall’esigenza ormai sentita da più parti, siano esse istituzionali o private, di avere informazioni il più esaustive possibili, sebbene scaturiscano da stime, sulla formazione della catena del valore lungo le diverse fasi della filiera. Anche a livello internazionale si è affrontato il problema. Lo scorso anno già la Commissione Europea ha portato a termine uno studio sul valore delle vendite ex fabrica del vino confezionato Dop e Igp, lavoro al quale Ismea ha contribuito fornendo il patrimonio dei prezzi di cui dispone e indicazioni sui volumi prodotti. Ismea, inoltre, partecipa attivamente alla discussione all’interno dei gruppi di lavoro OIV (Organisation International de la Vigne e du Vin) su come arrivare a definire un metodo per dare un valore “monetario” alle differenti produzioni vinicole, non limitando quindi le analisi al solo aspetto quantitativo. Partendo quindi da queste numerose sollecitazioni, si è voluto lo scorso anno il lavoro per attribuire un valore alle produzione di vino sfuso, perché Ismea, da sempre, ha a disposizione un vasto patrimonio di rilevazioni dei listini nella fase all’origine, considerando i prezzi del vino in cisterna, franco azienda, IVA esclusa. Per avere un dettagliato monitoraggio dei prezzi alla produzione Ismea si avvale di una rete di rilevazione molto ampia. Conta, infatti, 46 punti di rilevazione dislocati nelle principali piazze produttive del Paese. Da tener conto che il 2013 per certi versi può essere considerato l’anno “zero” per quanto concerne i vini Igp. Questo è infatti il primo anno per cui gli organismi di certificazione hanno fornito per l’intero anno il dato del vino Igp avviato all’imbottigliamento, quindi con in etichetta la dizione Igp (o Igt), mentre per il 2012 c’era soltanto un dato parziale. Questo è il motivo, peraltro, per cui molte delle variabile sulle Igp, tra cui il valore, sono calcolate solo per il 2013. Da sottolineare che il valore che Ismea ha calcolato è relativo al vino sfuso Igp che è stato imbottigliato per cui nel proseguo del lavoro bisognerà intendere la dizione vino Igp “imbottigliato” con questa accezione. Inoltre, dal 2010, è possibile avere anche i dati all’export dell’Igp ed è stato possibile stimare un valore ex fabrica per lo sfuso Igp esportato nel 2013 riuscendo così ad avere un valore per il totale Igp imbottigliato in Italia ed esportato sfuso. Le rilevazioni, e tutte le analisi conseguenti sui prezzi alla produzione, vengono effettuate distinguendo i vini secondo la piramide qualitativa e così facendo si riesce a monitorare il mercato dei vini comuni, per colore e luogo di produzione. Per Igp e Dop si evidenzia, oltre a luogo di produzione e colore, anche la singola denominazione arrivando per alcune anche alle menzioni. Per il 2013 è stato possibile avere l’ampio patrimonio informativo sulle produzioni grazie alla collaborazione del Ministero delle Politiche agricole, ed in particolare dell’ICQRF (Direzione Generale per il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione e tutela del consumatore), e degli organismi certificatori. Questi ultimi infatti hanno fornito non solo le produzioni certificate o imbottigliate per l’intera denominazione ma in molti casi hanno messo a disposizione anche i dati per singola menzione consentendo di mettere a punto un sistema di valorizzazione delle produzioni applicando ad ogni “quantità” il prezzo rilevato. Laddove il prezzo non fosse stato già all’interno della banca dati preesistente si è provveduto, grazie alla rete di rilevazione Ismea, ad un ulteriore approfondimento e integrazione con richieste ad hoc. In questo modo si è riusciti ad ottenere un “valore alla produzione” per quasi il 91% dei vini Dop certificati, mentre per le Igp la percentuale è del 90%. Con questi valori, applicando una semplice proporzione si è arrivati al 100% della produzione certificata dei vini Dop certificati che nel 2013 è stimata pari a di 1,8 miliardi di euro e dei vini Igp avviati all’imbottigliamento che, sempre nello stesso anno, sono arrivati a toccare i 695 milioni di euro. Inoltre è stato stimato un prezzo ex fabrica dei vini Igp esportati sfusi, il cui volume sfiora il milione di ettolitri per un valore di 116 milioni di euro. A questi valori si è aggiunto quello dei vini comuni, calcolato tendendo conto del dato produttivo Istat al quale sono stati sempre applicati i prezzi rilevati da Ismea, che risulta pari a 736 milioni di euro. Inoltre si è dato un 16 I trimestre 2014 valore alla produzione Dop potenziale ma non certificata e alla produzione Igp potenziale che non è stata né imbottigliata, né esportata sfusa. Su queste due ultime categorie è stata fatta un’assunzione e cioè che fossero interamente declassate allo scalino subito dietro della piramide qualitativa. Quindi, le prime sono state valorizzate ad un prezzo medio ponderato delle Igp e le seconde al prezzo dei vini comuni. L’ipotesi è chiaramente forte ma ci permette di dare un valore a tutto la produzione che sia certificata o no. Entrando più nello specifico del lavoro svolto si sottolinea che, anche grazie alla rete di rilevazione Ismea e alla collaborazione degli organismi certificatori, per alcune regioni è stato possibile stimare un valore per l’intera produzione certificata regionale dettagliando le singole Dop molte delle quali comprensive delle menzioni. Le regioni prese come caso studio sono state le prime tre della graduatoria nazionale per vino certificato, cioè Veneto, Piemonte e Toscana, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Sicilia. Nel complesso si è arrivati a stimare un valore della produzione che nel 2013 è di 3,8 miliardi di euro. Tabella 3.1 – La stima per il 2013 del valore all’origine del vino per singolo segmento Produzione (hl) Vini Dop certificato Vini Igp imbottigliato e esportato sfuso - Vino Igp imb ottigliato 1 - Vino Igp esportato sfuso 2 Vini Dop potenziale non certificato Vini Igp non imbottigliato né esportato Vini comuni 4 Totale 3 Valore (euro) 12.522.058 9.526.044 1.810.025.000 812.264.005 8.569.687 695.883.005 956.357 2.566.398 3.849.606 11.946.505 40.410.611 116.381.000 218.830.869 237.396.579 736.740.963 3.815.257.417 1 si considera il valore del vino sfuso che è stato imbottigliato in Italia; 2 produzione potenziale non certificata che si è stimata come interamente declassata a Igp; 3 produzione potenziale Igp ma non imbottigliata né esportata che si è stimata come interamente declassata a vino comune; 4 produzione Istat. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Mipaaf ICQRF, Ismea, Valoritalia, Irvos, Camera di commercio di Trento, Camera di commercio di Bolzano, Sequria, Ceviq. E’ possibile scaricare l’intero documento al seguente indirizzo: http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3918 Area Mercati Responsabile di redazione: Giovanna Ferrari Redazione a cura di: Tiziana Sarnari; Francesca Monduzzi e-mail: [email protected] www.ismeaservizi.it www.ismea.it 17 I trimestre 2014
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