Cronaca 21 L'ARENA Giovedì 20 Novembre 2014 MEDICIAL VOTO. Urneaperte da sabato22 a lunedì 24peril rinnovodel consiglio dell’Ordine. Perlaprimavoltatutte lesiglesindacali sottoscrivonouna lista unitaria «Uniamole forze persalvare lasanità» «Ilmomentoèdifficile,occorre farefrontecomune.La Regione deveascoltarcie darcirisposte. Il territoriodev’esserepotenziato» Paola Colaprisco Uniti per salvaguardare la professione e la sanità pubblica del Veneto. Ilrinnovo del consiglio dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Verona e provincia porta una significativa novità. «Per la prima volta tuttele sigle sindacali deimedici hanno trovato unitarietà di intenti e programmi e proporranno la lista "Unità nella professione", l’unica che al momento si presenta alla contesa elettorale», spiega Lorenzo Adami, segretario provinciale della Fimmg, che con i colleghi Anna Tomezzoli (Anaao-Assomed) e Giuseppe Silvestre (Cimo) ha presentato la lista alla stampa. «Stiamo vivendo un periodo di sofferenze e difficoltà», spiega la dottoressa Tomezzoli, «e i medici veronesi hanno ritenuto che fare fronte comune sia ineludibile per proporci come interlocutore qualificato alla politica, che purtroppo più che agire parla». OSPEDALE E TERRITORIO. La sinergia fra ospedale e territorio, insomma, per ora avverrà soltanto a livello di Ordine. «Questione vecchia», sbotta il dottor Adami, «oggetto tra l’altro del documento unitario che molte sigle mediche hanno spedito alla Regione. Che non ha ancora risposto.Ma siamo fiduciosi e contiamo che la Regione rispetti i tempi che si è data per attuare la seconda parte del Piano regionalesociosanitario, ossia attivare i previsti posti letto nel territorio entro il 2014. L’ospedale non può reggere se non c’è il territorio che drena e funziona. Non lo diciamo per tutelare noi stessi, Adami(Fimmg): «Ilpianosanitario vacompletato conl’attivazione dipostiletto extraospedalieri» NOMINE. Afineanno scade ilmandato diCaffi,non ricandidabile TERREMOTOAL SERT. Il medicolicenziato Inunafoto di repertorio, ildgSandro Caffi(a destra)con ilsindaco Tosie ilpresidente dellaRegioneZaia L’ingressodelSertdi viaGermania Azienda ospedaliera, arrivail commissario? Ulss20,Bonavina denunciata permobbing ma il cittadino. Perchè se il paziente dimesso dall’ospedale, tanto più se non si è ancora stabilizzato, non trova una struttura in cui fare la convalescenza, dell’assistenza e delle cure dovrà farsi carico la famiglia. Tagliare nel territorio», incalza il segretario della Fimmg, «significa mettere in affanno la sanità. Noi medici offriamo alla Regione la nostra disponibilità, ma a tempo. Qualora gli amministratori si rivelassero non all’altezza, lo diremo nei tempi opportuni». ANAMNESI ONLINE. La mancata sinergia fra territorio e ospedale, per quanto auspicata da anni, provoca lamentele anche sul fronte ospedaliero. Argomenta il dottor Silvestre della Cimo: «Da quanto si parla della famosa cartella sanitaria on line per facilitare l’acquisizione delle anamnesi da parte dei Prontosoccorso e dei reparti ospedalieri?Invece siamoancora all’età della pietra. Ogni paziente che si presenti in ospedale deve essere "interrogato" per acquisire le necessarie informazioni sul suo stato di salute, le patologie di cui soffre e i farmaci che assume. Un sacco di tempo perso. E il rischio di commettere errori sempre in agguato». MEDICINA DIFENSIVA. Il consiglio direttivo dell’Ordine che sortirà dalla consultazione elettorale (si vota da sabato 22 a lunedì 24) dovrà farsi carico di un altro problema nodale per i camici bianchi: l’incremento vertiginoso delle cause penali e civili per malpractice. «Una situazione pesante», conferma la dottoressa Tomezzoli (Annao-Assomed), «che si traduce in una spesa di 14 miliardi di euro l’anno in medicina difensiva, ossia in controlli spesso superflui, se non inutili, che gli specialisti prescrivono per autotutelarsi. Se si abbassassero i toni, si potrebbero spendere quei al soldi al meglio. Ma è comunque necessario che la Regione garantisca a tutti l’assicurazione». • Il governatore Luca Zaia potrebbe preferirlo a un nuovo dg per evitare scontri in vista del voto Un nuovo direttore generale oppure un commissario straordinario? Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha 40 giorni per decidere cosa accadrà al vertice dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata dal primo gennaio 2015. Sandro Caffi, attuale direttore generale, è in scadenza di mandato e non potrà ricandidarsi per raggiunti limiti di età. Chi metterà al suo posto il presidente del Veneto? Nelle corsie degli ospedali cittadini l’ipotesi più gettonata è quella del commissario straordinario, che Zaia nominerebbe per allineare a dicembre 2015 la scadenza di tutti i direttori generali delle 22 Ulss venete, delle due Aziende integrate e dell’Istituto oncologico del Veneto, evitando così quegli spostamenti di cui si vocifera già da tempo. Muovere le pedine sulla scacchiera a fine mandato, con la mappa delle alle- anze politiche in evoluzione, potrebbe risultare controproducente. Il voto di primavera per la Regione è dietro l’angolo. Nominando un commissario straordinario, possibilmente un tecnico, Zaia eviterebbe bracci di ferro o patti con partner e avversari politici. Il clima di incertezza non piace ai medici. Chiarisce il dottor Giuseppe Silvestre della Cimo: «Il momento è delicatissimo, c’è bisogno di competenza. Non vorremmo nomine si matrice politica». La lista delle doglianze dei medici ospedalieri è lunga. «Ci sono 24 primari da nominare», specifica Silvestre, «non si può andare avanti con i facente funzione, che per contratto non dovrebbero durare più di nove mesi. Invece i loro incarichi vengono reiterati perchè la Regione non decide. Per non tacere della carenza di personale medico e infermieristico. Siamo a livelli di sofferenza enormi, il carico di lavoro non è più sopportabile e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i cittadini». La riprova? Le liste di attesa. «Anche con l’apertura serale e festiva le liste non si sono sgonfiate», spiega la dottoressa Anna Tomezzoli di Anaao-Assomed, «per il semplice motivo che il personale è ridotto all’osso e i miracoli non può farli nessuno». «Proprio per far fronte alla carenza di personale», puntualizza il dottor Silvestre, «abbiamo proposto all’Azienda di stipulare contratti di due anni agli specializzandi, per responsabilizzarli e utilizzarli ad esempio nella diagnostica strumentale, l’ambito più sofferente». «Le liste di attesa negli ospedali», aggiunge il segretario dei medici di famiglia, Lorenzo Adami, «aprono inevitabilmente la strada alla sanità privata e convenzionata, con un doppio danno per quella pubblica. Non c’è altra soluzione: il territorio va potenziato. L’ospedale deve essere il punto di riferimento per le urgenze e le emergenze, non per gli esami di routine. E la Regione metta finalmente in campo un serio piano di prevenzione delle patologie croniche o il sistema andrà al collasso». • P.COL. Il dottor Gomma: «Nei miei confronti azioni intimidatorie da aprile» L’azienda non replica Un dettagliato ricorso di 40 pagine, accompagnato da oltre mille pagine di allegati. Non si fa attendere la risposta del dottor Maurizio Gomma, già direttore del Sert di via Germania, al licenziamento «per giusta causa» scattato la settimana scorsa. «Ho depositato il ricorso al Tribunale del lavoro», chiarisce il medico, «con il duplice scopo di ottenere riconosciute, sul piano giuridico ed economico, le attività svolte per anni e non riconosciute dall’azienda Ulss 20 e soprattutto per denunciare il comportamento pesantemente vessatorio ed intimidatorio tenuto dal direttore generale, Maria Giuseppina Bonavina, nei miei confronti a partire dall’aprile 2014. Un comportamento di pesante mobbing che ha avuto e ha ancor oggi pesanti conseguenze anche sul piano fisico e psicologico». Richiesta di un commento, anche questa volta la dottoressa Bonavina ha ritenuto di non dovere spiegazioni all’opinione pubblica, sconcertata da una vicenda che si fatica a mettere a fuoco e comprendere. Lasciamo parlare le carte, allora. Il dottor Gomma è stato licenziato in seguito a tre distinti addebiti disciplinari contestatigli il 5 settembre, sulla scorta della documentazione inviata dal dg Bonavina all’Ufficio provvedimenti disciplinari il 30 luglio. Al medico, in estrema sintesi, viene contestato di aver abusato della sua posizione di «delegato per i progetti di ricerca» suggerendo alla direzione generale dell’Ulss la convenzione con l’European institute for health promotion (Eihp) poi ratificata dal dg Bonavina con la delibera 675 del 15 dicembre 2011 e relativa convenzione. Le contestastazioni sono state mosse al medico dopo che la Guardia di Finanza, il 23 giugno scorso, si è presentata nel Sert di via Germania su disposizione del p.m. Paolo Sachar. • P.COL. PREMIOSAN MARTINO DELL’IAA. Laserata congli espertiper parlaredell’aumento dell’etàmedia e lesueconseguenze Elisirdilungavita?Dietaemovimento «Fra alcuni decenni un quarto dell’umanità avrà più di 65 anni: nutrizione e attività riducono i rischi» Lorenza Costantino La decana dell'umanità fu una francese, Jeanne Calment, nata nel 1875 e morta nel 1997. Con i suoi 122 anni, Jeanne è stata la persona più longeva di cui si abbia avuto notizia certa. Ma anche Verona ha segnato il proprio record nella scalata alle vette estreme della longevità, grazie a Venere Pizzinato (1896-2011) che, a 114 anni, è stata la nonna d'Europa. I supercentenari dimostrano che gli umani sono «programmati» per vivere molto più a lungo di quanto oggi si ritenga possibile. Ma lo stile di vita e l'alimentazione condotti fin da piccolissimi sono variabili fondamentali perché il traguardo non sia più un'eccezione e, soprattutto, affinché la vecchiaia venga vissuta in salute. Il segreto? Una (rigida) dieta mediterranea, povera di grassi animali e ricca di frutta e verdura. E tanto movimento fisico. NEÈCONVINTOClaudio Franceschi, pioniere degli studi sui centenari, fra i massimi esperti mondiali di biologia e genetica dell'invecchiamento, ordinario di Immunologia all'Università di Bologna, già direttore scientifico dell'Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani. L'altra sera, nella basilica di San Zeno, Franceschi è stato insignito dell'undicesimo Premio San Martino da parte dell' Istituto assistenza anziani (Iaa), presieduto da Anna Maria Leone. Lo Iaa, in base alle nuove evidenze scientifiche, ha avviato un progetto per monitorare l'alimentazione dei suoi ospiti. ALLACERIMONIAerano presenti Anna Leso, assessore alle Politiche sociali; Nicola Rizzuto e Ottavio Bosello, professori emeriti dell'ateneo veronese; Marzio Breda, opinionista del Corriere della sera; e gli esperti veronesi di Geriatria, Mario Zamboni e Vincenzo Di Francesco. «L'età media sta aumentando ovunque nel mondo a ritmi impressionati», ha esordito il professor Franceschi nella sua lezione. «Fra qualche decennio un quarto dell'umanità avrà più di 65 anni. In Occidente l'aspettativa di vita è di 78 anni per i maschi e 83 per le femmine. Ma gli studi ci assicurano che la "macchina" del corpo può portarci fino a 115-120 anni. Capite, quindi, che davanti a quella oggi considerata l'età geriatrica si spalanca un enorme periodo di vita possibile. Siamo davanti a una svolta concettuale». stre ricerche, anche se siamo solo agli inizi. Il declino fisiologico è un problema di rifiuti, scorie normalmente prodotte dalle nostre cellule durante le loro funzioni, che però nel tempo il corpo non riesce più a smaltire efficacemente. I rifiuti così si accumulano e causano un'infiammazione cronica a bassa intensità, da me battezzata "inflammaging", responsabile dell'invecchiamento e della comparsa di grandi patologie, come i tumori o la demenza». «CIÒ CHE SPAVENTA, però, è il fatto che una quota consistente della vecchiaia si trascorre con malattie invalidanti o addirittura nella demenza», ha proseguito Franceschi. «Ineluttabile? No. Lo rivelano le no- LASCIENZA stima che un buon 25 per cento della longevità sia un regalo della genetica. «Ma l'invecchiamento è malleabile», ha assicurato Franceschi. «La nutrizione e l'attività fisica neutralizzano i fattori di ClaudioFranceschi (alcentro)vincitoredelSan Martino DIENNEFOTO rischio. Per esempio, nel genoma dei centenari abbiamo rintracciato la predisposizione a diabete, ictus, problemi cardiovascolari e a molte altre patologie. Ma fin dalla nascita queste persone hanno condotto uno stile di vita che ha impe- dito alle malattie di manifestarsi. La ricerca deve ancora chiarire molte cose. Ma nel frattempo abbiamo una certezza indubitabile: torniamo alla dieta mediterranea. È il nostro elisir di lunga vita». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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