LUIGI BIAGINI - Galleria Duomo Carrara

Il paesaggio incantato
LUIGI BIAGINI
Fotografie
a cura di Filippo Rolla
Il paesaggio incantato
LUIGI BIAGINI
Fotografie
a cura di Filippo Rolla
Il paesaggio incantato
The enchanted landscape
Luigi Biagini nasce a Carrara, dove tuttora vive e lavora
immancabilmente nel suo studio fotografico con luce
soffusa, colmo di libri, oggetti d’epoca ricercati, liuti appesi alle pareti, un Mac con due schermi giganti dove
scorrono fiumi di fotografie e quel profumo di pipa che
aleggia ed inebria.
Questa sua affermazione è significativa per conoscerlo:
…isolare uno scenario, uno stato d’animo e poi fermarlo
nel tempo è, forse da sempre, un mio piacevole modo
di vivere. Un obiettivo che fin da ragazzo ho perseguito...
Fin da giovanissimo è attratto dal mondo delle immagini
e nel 1968 allestisce in casa la sua prima camera oscura
dove inizia a stampare con un bromografo fotografie di
piccolo formato scattate con una fotocamera 35 mm.
Col passar del tempo l’interesse lo porta ai grandi formati, fotografie di paesaggio in bianco e nero, una scelta
dettata dalla curiosità e dal fascino dell’ambiente delle
cave di Carrara che percorre, in lungo e in largo, prima
a cavallo della sua inseparabile vespa e poi a bordo del
suo maggiolone, una Volkswagen tutto fare.
Alla fine degli anni ‘70 Luigi Biagini inizia una bizzarra ed
insolita ricerca fotografica che prende nome di “foto al
fumo”. Questi esperimenti fotografici, così li chiamava,
erano collegati e dettati da uno studio, misto a curiosità,
che all’epoca faceva sull’inconscio e sulla nostra aura.
Un modo nuovo di rappresentare, attraverso lo sviluppo
e la stampa delle immagini, il nostro vissuto e la nostra
interiorità, come se queste fotografie al fumo, mediante
un’interpretazione suggestiva e coinvolgente, ci dicessero qualcosa di noi, qualcosa che lo nostra mente conscia non vede.
Chiusa la parentesi esoterica delle “foto al fumo”, Biagini riprende a seguire l’idea di quel luogo segreto che la
fotografia raccoglie mettendo in relazione la sua sensibilità col mondo ed i suoi vari aspetti.
E negli anni ‘80 inizia a studiare Ansel Adams ed il suo
sistema zonale che gli consente di trasferire la luce che
osserva in specifiche densità sul negativo e poi sulla car-
Luigi Biagini was born in Carrara, where he still lives and
works in his photographic studio in dimmed light. A studio
full of books, antique objects, lutes hanging on the walls, a
Mac with two giant screens with streams of photographs
and that scent of pipe that lingers and intoxicates.
A significant remark of his is: ... isolating a scene, a mood
and then stopping it in time has perhaps always been an
enjoyable way of life for me. A goal I have pursued since
I was a child...
Since a very young age, he has been attracted by the
world of images. In 1968, he set up his first darkroom
at home where he began to print small format photographs taken with a 35 mm camera on a contact printer.
His interest then moved to large formats, landscape
photographs in black and white. This was a choice dictated by the curiosity and fascination for the Carrara
quarries which he explored far and wide, first riding his
inseparable Vespa and then aboard his all-purpose Volkswagen Beetle. In the late ‘70s, Luigi Biagini began a bizarre and unusual photographic research that took the
name of “smoke pictures”. These photographic experiments, as he called them, were connected and dictated
by a study, mixed with curiosity, that at the time he was
carrying out on the unconscious and our aura.
A new way to represent our experiences and our inner
life, through developing and printing pictures, as if these
smoke photographs, through an evocative and compelling interpretation, said something about us, something
which our conscious mind doesn’t see.
After the esoteric series of “smoke pictures”, Biagini began following the idea of that secret place that photography creates by relating his sensitivity with the world
and the variety of its aspects.
In the 80s, he began studying Ansel Adams and his
zone system that enabled him to transfer the light he
observed into specific densities on negatives and then
on paper, thereby managing a better light balance in the
developing stage.
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Il paesaggio incantato The enchanted landscape
ta, avendo in questo modo la possibilità di gestire nello
sviluppo fotografico un miglior equilibrio luminoso.
Inoltre, sempre sulla scia di Adams, è attratto dal Gruppo f/64 perché questi fotografi negli anni ‘30 vogliono
riprodurre la vita quotidiana in modo obiettivo e senza
l’aiuto della tecnica, nella specifica maniera e spirito di
come fotografa in questo periodo lo stesso Luigi Biagini.
Così le amabili sensazioni suscitate dalle immagini sempre vive e differenti del paesaggio delle cave di marmo
della sua Carrara, lo spingono a fotografare per vent’anni luoghi, situazioni, persone al lavoro, macchinari, la
natura stessa delle cave per poi arrivare ai laboratori di
scultura, alla scultura e scultori.
Si può ben dire che mediante le sue fotografie è uno
straordinario testimone del tempo, di un tempo che inesorabilmente scorre e fortunatamente è incantato dalla
sua sensibilità. Infatti proprio all’inizio degli anni ‘80 i suoi
scatti accompagnano il passaggio dal filo elicoidale al
filo diamantato, un cambiamento radicale nella tecnica
di taglio del marmo.
Racconta con le immagini una forte trasformazione
del paesaggio delle cave dove molte strade di terra e
sassi vengono asfaltate ed improvvisamente vengono
poste segnaletiche quasi a voler deturpare il panorama
più che ad informare; così come vengono messi cancelli e reti di recinzione, simbolo di proprietà privata,
che impediscono l’ingresso al curioso visitatore o all’interessato forestiero.
In questi anni di grande trasformazione dove il mondo
delle cave si modifica, anche l’interesse fotografico di
Luigi Biagini si sposta e si focalizza molto di più sul marmo non più inteso come paesaggio incantato ma come
immagini astratte o figurative simili a sculture o disegni.
Così non viene più fotografato il paesaggio che descrive l’ambiente, i luoghi, la natura ma bensì un paesaggio interiore che nasce dal marmo, dalla sua pelle
e che il libro pubblicato nel ‘98, dal titolo La pelle del
Monte, rivela.
Moreover, again in the wake of Adams, he was attracted
by Group f/64 since in the 30s these photographers
wanted to reproduce daily life objectively without the
aid of technology, in the manner and spirit of how Luigi
Biagini photographed in the same period.
The delightful sensations aroused by the lively and
diverse images of the marble quarries in his Carrara
drove him to photograph places, situations, people at
work, machinery, the nature of the quarries and then
sculpture workshops, sculptures and sculptors for the
next twenty years.
It can be said that his photographs stand as an extraordinary witness of time, a time that flows inexorably and
is fortunately enchanted by his sensitivity. In fact, at the
beginning of the 80s, his pictures accompanied the
transition from the helicoidal wire to the diamond wire,
a radical change in the technique of cutting marble.
Through his pictures, he shows the striking transformation of the landscape of the marble quarries where many
roads made of earth and stones were then asphalted,
suddenly signs were placed, almost defacing the landscape rather than giving information, and gates and
fencing systems were put up to indicate private property, thereby preventing the curious visitor or strange
foreigner from entering.
In these years of great transformation of the quarries,
Luigi Biagini’s interest shifted to focus much more on
the marble itself, no longer on marble as an enchanted
landscape but on its unique features and its essence between contrasts of light and shade creating abstract or
figurative images similar to sculptures or drawings.
He no longer photographed the landscape to describe
the environment, the places, the nature, but rather to
show an interior landscape that comes out of the marble,
from its skin, which the book published in 1998, entitled
La pelle del Monte (The Skin of the Mountain) reveals.
In conjunction with this new research in the mid-80s,
Luigi tells me vividly that he began to shoot a photo sto5
Il paesaggio incantato The enchanted landscape
In concomitanza con questa nuova ricerca sempre alla
metà degli anni ‘80, Luigi mi dice con vivaci parole che
iniziò a svolgere un racconto fotografico sulle strade
sterrate della campagna toscana e le sue atmosfere che
si potevano vedere percorrendo “le vie bianche” come a
lui piace definirle.
Così intraprese questa incantevole avventura, un giorno per caso anche se il caso non è mai per caso, imboccando una strada secondaria, una bellissima via
bianca che attraversava la campagna che da Certaldo
portava a San Gimignano.
L’aver lasciato una strada vecchia, sempre trafficata ed
invasa da camion, per una nuova è stata l’occasione per
esplorare nuovi paesaggi ricchi di rigogliosa vegetazione
e di eleganti cipressi: sentire profumi piacevoli, osservare
persone nei campi, anziani seduti fuori dalla porta tranquilli nel loro mondo e poi ancora bimbi che correvano
e si divertivano spensierati e gente che giocava a carte
bevendo vino rosso sotto un semplice pergolato.
E poi, con un sorriso di piacere, mi assicura di aver
vissuto uno straordinario senso di pace e che il solo
percorrere quella via bianca dimenticata dal tempo era
un susseguirsi di emozioni, euforie e desideri colti per
sempre in immagini dal suo occhio fotografico.
Secondo sua consuetudine, Luigi ama ritornare sui luoghi che fotografa per rivederli a distanza di tempo e
sentire se suscitano ancora un effetto accattivante al
suo occhio interiore.
Ma come capita spesso il nuovo che avanza porta sempre con sé un cambiamento poco entusiasmante e tale
circostanza è per lui simile a quel senso di degrado visto
nascere e tradursi, in forma di progresso, nel mondo delle cave di Carrara.
Il ricordo meraviglioso della via bianca e del suo paesaggio che portava dritto al cuore stava cambiando in
maniera radicale ed il caso ha voluto che quei luoghi
fossero stati fotografati.
Una fase di cambiamento irreversibile che la splendida
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ry on the dirt tracks of the Tuscan countryside and the
atmosphere you could feel travelling along the “white
roads”, as he likes to call them.
So began this enchanting adventure, one day by chance,
even if chance is never by chance, taking a secondary
road, a beautiful white road crossing the countryside
from Certaldo to San Gimignano.
Having left an old road, always busy and full of trucks,
for a new one was an opportunity to explore new landscapes of lush vegetation and elegant cypress trees and
enjoy pleasant scents. It was an opportunity to observe
people in the fields, elderly people sitting outside the
door quietly in their world, people playing cards drinking
red wine under a pergola and carefree children running
and enjoying themselves. Then, with a smile, he says he
experienced an extraordinary sense of peace and that
just travelling on that white road forgotten by time was a
succession of emotions, euphoria and desires captured
forever in images by his photographic eye.
Luigi always likes to return to the places he has photographed after some time to see if they still have a captivating effect on his inner eye.
However, as often happens, progress brings with it an
uninspiring change which for him is like the sense of
degradation he had witnessed, in the name of progress,
in the world of the quarries of Carrara. The wonderful
memories of the white road and its landscape that led
straight to the heart was changing radically and by
chance, those places had been photographed.
A period of irreversible change that the beautiful Tuscan countryside suffered in such an undignified and
improbable manner due to inexorable progress led him
to intensify his observations into frames to freeze the
atmosphere. Moreover, he aimed to raise public and
government awareness to avoid the indiscriminate disfigurement and brutality to the landscape seen and experienced as a common asset.
This is how the splendid publications of the books Le
Il paesaggio incantato The enchanted landscape
campagna toscana subiva in maniera indecorosa ed inverosimile sotto la spinta inesorabile del progresso, lo
costrinse così ad intensificare la sua osservazione in fotogrammi per fermare nel tempo le atmosfere. Ed insieme a questo intento vi era anche quello di sensibilizzare
l’opinione pubblica e le istituzioni affinché non venisse
deturpato e violentato indiscriminatamente il paesaggio
visto e vissuto come bene comune.
Nascono in questo modo le splendide pubblicazioni dei
libri Le Vie Bianche in Toscana nell’anno 2002 e Le Vie
Bianche della campagna senese nell’anno 2004 come
accurate testimonianze in senso artistico della natura
che sotto forma di paesaggio, luoghi e persone rappresentava in relazione al contemporaneo manifestarsi dello sviluppo economico.
In questa accezione della fotografia come strumento di
sensibilizzazione sociale possiamo paragonare il senso
e l’arte di fotografare di Biagini a quella dell’americano
William Eugene Smith, tra i più grandi fotografi documentaristi del novecento.
È emblematica questa sua frase che mi ha ripetuto più
volte in una delle tante conversazioni: se a nulla serviranno le mie immagini per frenare l’avanzamento
dell’asfalto e del cemento nelle campagne, sicuramente rimarranno come memoria storica del paesaggio incantato dal mio scatto fotografico.
È anche importante e doveroso ricordare che in questo
periodo sono state donate dallo stesso Biagini una serie
di fotografie sulla campagna toscana al Victoria and Albert Museum di Londra. Così dalla campagna Toscana
si sposta nell’Emilia Romagna, terra fertile di vie bianche
da attraversare e fotografare a qualsiasi ora, alla ricerca di
attimi fuggenti che possono diventare eterni, di quel fluire che diventa l’essenza del movimento. Un istante colto
dallo scatto fotografico che si trasforma in un’immagine
immaginaria, un’immagine che raccoglie in sé l’essenza
del tempo diventando un sublime paesaggio metafisico.
Così nell’anno 2008 pubblica un libro fotografico sulla
Vie Bianche in Toscana (The White Roads in Tuscany) in
2002 and Le Vie Bianche della campagna senese (The
White Roads of the Siena countryside) in 2004 came
about. They are accurate testimonials in the artistic
sense of nature that in the form of landscapes, places
and people represented the contemporary manifestation of economic development.
In this sense of photography as a tool for social awareness, we can compare the meaning and art of Biagini’s
photography with that of the American William Eugene
Smith, one of the greatest documentary photographers
of the twentieth century.
This remark by Luigi, which he repeated to me several
times in one of our many conversations, is emblematic: Even if my images do nothing to curb the onslaught
of asphalt and concrete in the countryside, they will
surely remain as a historical memory of the enchanted
landscape. It is also important and right to recall that
in this period Biagini donated a series of photographs
on the Tuscan countryside to the Victoria and Albert
Museum in London.
From the Tuscan countryside he moved to Emilia Romagna, a fertile land of white roads to cross and photograph
at any time, looking for fleeting moments that could
become eternal, the flow that becomes the essence of
movement. A moment caught by the photograph that
turns into an imaginary image, an image that contains in
itself the essence of time becoming a sublime metaphysical landscape. In addition, in 2008 he published a photo
book of the city of Ferrara entitled: Ferrara: Terra, Acqua
e Sapori (Ferrara: Land, Water and Flavours) and began
a series of personal exhibitions in various towns around
Emilia on the white roads of Ferrara.
Also in 2008, after years of travels, visits to Tuscany
and endless photographs from the very first hours of
dawn to dusk, from the blinding glare of the sun to
the wet grey or drizzle that creates atmosphere, Biagini published a book of photographs entitled Viaggio
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Il paesaggio incantato The enchanted landscape
città di Ferrara dal titolo Ferrara: Terra, Acqua e Sapori ed
inizia una serie di mostre personali in varie città dell’Emilia
relative alle vie bianche della campagna Ferrarese.
Sempre nel 2008, dopo anni e anni di viaggi, sopralluoghi in Toscana ed infiniti scatti fotografici dalla primissime ore dell’alba all’imbrunire, dal bagliore accecante
del sole al grigio umido oppure alla pioggiarellina che
crea ambiente, Biagini pubblica un libro di fotografie dal
titolo Viaggio nei Luoghi Danteschi in Toscana.
Questo straordinario ed abile lavoro è stato apprezzato e
riconosciuto dalla Dante Alighieri di Roma a tal punto che
nel 2011, mediante il contributo del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali, gli è stato conferito l’incarico di fotografare il paesaggio italiano nella Divina Commedia. Un mandato prestigioso e importante che avrebbe richiesto molto
tempo per la realizzazione considerato che il committente
era ed è tra i massimi esperti e competenti sull’argomento.
Messo da parte ogni dubbio, Luigi intraprende un viaggio fotografico nel passato affidandosi esclusivamente
alla lettura delle opere dantesche. E queste suggeriscono, come fonte di ispirazione, una traccia credibile per
ritrovare e fotografare solo i luoghi che Dante poteva
aver visto e vissuto, eliminando così dall’obiettivo tutto
ciò che non apparteneva a questo periodo e contesto.
L’altra metodologia che seguiva per realizzare il documentario fotografico nei luoghi danteschi, consisteva
nel chiedere a se stesso prima di scattare la foto: Posso
vedere Dante passare in questa inquadratura…?
Una chiave di lettura fotografica acquisita nella precedente
pubblicazione relativa a Dante che validava l’inquadratura
ed assicurava il senso ed il significato dello scatto.
E così, come per altre occasioni, dopo molti viaggi ed
innumerevoli scatti prende forma anche questa “avventura”: la ricerca del paesaggio dove Dante trascorse parte
della sua esistenza. Questo libro fotografico, pubblicato nel 2012 dal titolo Il paesaggio italiano nella Divina
Commedia, è coronato da due indimenticabili mostre
fotografiche, la prima commemorativa nel 2011 per i
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nei Luoghi Danteschi in Toscana (A journey through
Dante’s haunts in Tuscany).
This extraordinary, skilful work, condensed into a book,
was appreciated and recognised by the Dante Alighieri
Society in Rome, to such an extent that in 2011, through
the contribution of the Ministry for Culture, he was given
the assignment to photograph the Italian landscape in
the Divine Comedy. A prestigious and important assignment that would require a long time to complete considering that the client was and is among the leading
experts competent on the subject.
All doubt put aside, Luigi embarked on a photographic
journey into the past, relying solely on the reading of
Dante’s works. Moreover, these suggested, as a source
of inspiration, a credible route to find and photograph
only those places that Dante could have seen and experienced, thus eliminating from his lens everything that
did not belong to this period and context.
The other method he followed to produce the documentary shoot in Dante’s haunts, was to ask himself
before taking the picture: Can I see Dante pass by in
this picture...?
A photographic interpretation acquired in the previous
publication relating to Dante that validated the frame
and ensured the sense and meaning of the shot.
Hence, as for other occasions, after many trips and
countless shots, this “adventure” took shape: the search
for the landscape where Dante spent part of his life, in
a photo book published in 2012 entitled Il paesaggio
italiano nella Divina Commedia (The Italian landscape in
the Divine Comedy).
This was crowned by two unforgettable photographic
exhibitions, the first commemorative in 2011 for the celebration of “150 years of the unification of Italy” in Turin
at the Royal Palace, in the Chiablese Palace. While the
second exhibition in 2012 at the Museum of the De Lieto
Palace in Maratea accompanied a Convention with the
Director-General for cultural and natural heritage, Attilio
Il paesaggio incantato The enchanted landscape
festeggiamenti dei “150 anni dell’Unità d’Italia” a Torino
presso il Palazzo Reale nell’ala Chiablese, mentre la seconda, nel 2012 al Museo di Palazzo De Lieto a Maratea,
ha accompagnato un convegno con interventi del Direttore Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Attilio Maurano, il Sovrintendente per i beni Architettonici e
Paesaggistici, Francesco Canestrini e il Consigliere Generale della Dante Alighieri di Roma Francesco Sisinni.
Dal 2011, dopo l’avvento dell’era digitale, Luigi Biagini ritorna a fotografare il marmo ma adesso la sua esplorazione
è volta a sensibilizzare il suo occhio nel carpire il particolare e nel ricercare colori e sfumature che possono essere
messi in evidenza o in contrasto nella stessa immagine.
Palese che questo studio compositivo sia stato stimolato
e facilitato dalla tecnologia perché oggigiorno una macchina fotografica digitale, per professionisti, consente un
considerevole incremento ed ottimizzazione della resa
dei colori e una velocità di visione dell’immagine scattata
così come l’agevole possibilità di una sua rielaborazione al
computer. Col tempo, affinando occhio e tecnica, Luigi
trasforma le sue inquadrature con giochi di simmetrie che
gli permettono di creare nuove visioni astratte.
Acquisita e perfezionata questa tecnica di trasformare la
realtà dell’immagine, Luigi nella sua sperimentazione va
oltre perché da queste visioni astratte, nate da riproduzioni simmetriche, aggiunge le sue formule alchemiche,
così definite, che danno una maggiore o minore percentuale di colore a quello già presente nell’immagine, così
da variarne le tonalità.
Come la pozione magica di Panoramix che è l’unico
depositario della ricetta segreta così queste formule alchemiche sono segretamente custodite da Luigi e solo
lui conosce il numero, il peso e la quantità degli ingredienti utili per ottenere queste alchimie fotografiche che
tutt’ora sono al centro della sua ricerca.
Maurano, the director for cultural and natural heritage,
Francesco Canestrini, and the General Councillor of the
Dante Alighieri Society in Rome, Francesco Sisinni. The
latter, on that occasion, declared publicly that it would
become a travelling exhibition in Italy and abroad.
From 2011, after the advent of the digital age, Luigi
Biagini went back to photographing marble, but this
time his exploration was aimed at training his eye to
see a detail, search for colours and shades that could
be highlighted or contrasted in an image.
Clearly, this compositional study was stimulated and
facilitated by technology since a professional digital
camera allows for a considerable increase in and optimisation of colours and speed in the vision of the image shot as well as the possibility of retouching it on
the computer. Over time, by fine-tuning his eye and
technique, Luigi changed his shots with plays on symmetries that allowed him to create new abstract visions.
Once he had acquired and perfected this technique of
changing the reality of the image, Luigi went further
in his experimentation. From these abstracted visions,
stemming from symmetrical reproductions, he added
his own alchemy, as he defined it, which gave a higher or
lower percentage of colour to the colour already in the
image, thus altering its hue.
As Panoramix’s magic potion that is the only guardian of
the secret recipe, so these alchemical formulas are secretly guarded by Luigi and only he knows the number,
the weight and the quantity of ingredients to achieve
these photographic alchemies that are at the centre of
his research today.
Filippo Rolla
Filippo Rolla
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Luci d’Agosto
2006 – 120 x 100 cm
Analogico, neg 6x7 cm
10
Omaggio a E.S.
2010 – 60 x 45 cm
Digitale, full frame
11
Tramonto a Crestola
1989 – 60 x 44 cm
Analogico, neg 35 mm
12
Tracce per ...
2009 – 70 x 60 cm
Digitale, full frame
13
Riquadratore
1970 – 30 x 44 cm
Analogico, neg 35 mm
14
Cava Romana
1977 – 30 x 44 cm
Analogico, neg 35 mm
15
Cava Crestola
2010 – 77 x 60 cm
Digitale, full frame
16
Omaggio a A.A.
2006 – 60 x 50 cm
Analogico, neg 6X7 cm
17
Vegetazione in cava
1986 – 60 x 50 cm
Analogico, neg 4”X5”
18
Da Fossa degli Angeli
2002 – 60 x 60 cm
Analogico, neg 6x6 cm
19
Stazione uggiosa
2006 – 60 x 50 cm
Analogico, neg 6X7
20
Pensando al Sagro
2005 – 70 x 60 cm
Analogico, neg 6x7 cm
21
Bianco d’incanto
2002 – 60 x 60 cm
Analogico, neg 6x6 cm
22
Sagro all’orizzonte
1997 – 60 x 60 cm
Analogico, neg 6x6 cm
23
In Campagnola
1977 – 30 x 44 cm
Analogico, 35 mm
24
Ponte Bianco
1977 – 30 x 44 cm
Analogico, 35 mm
25
On the Road
2005 – 77 x 60 cm
Analogico, neg 6x7 cm
26
Paesaggio Incantato
2011 – 80 x 60 cm
Digitale, full frame
27
Luigi Biagini
Principali mostre
Trasformazioni ambientali, Firenze, 1971
Zone plate photography, Haarlem, 1987
Diffraction Only, Montevideo, Gallery, Antwerpen, 1990
Mostra internazionale di scultura, Odense Radhushal, 1991
Collettiva Internazionale di Sculture, Finter Bank Chiasso, 1996
I laboratori Ritrovati, Museo del Marmo, Carrara, 1999
La Pelle del Monte, fondo M. Pellegrini, Carrara, 1999
Evocazioni Materiche, Sala Grasce, Pietrasanta, 1999
Il Canto del Marmo, Sala Grasce, Pietrasanta, 2000
Spazi e Forme, Forte dei Marmi, 2000
Storie di Genti e Costumi della Lunigiana, Carrara, 2000
Le cave di marmo Apuano, Heidelberg, 2003
Scenari di Pietra, Pietrasanta, 2003
Uomini e Marmo, Leipzig, 2006
I colori del bianco, Art Center Friedrichstrasse, Berlin, 2006
Ein Spaziergang durch Apenninen, Die Goethe Gesellschaft, Heidelberg, 2007
Strade bianche del ferrarese, galleria Carbone, Ferrara, 2008
Amor Vacui, galleria Margini, Massa, 2008
The Inventions of the Europeans Kreuzberg Museum, Berlin. 2009
Eroticamente (collettiva) Laboratorio di Scultura SGF, Torano - Carrara, 2009
Policlinico Gemelli, Roma, 2009
Strade bianche del ferrarese, Casa Ariostea, Stellata, Ferrara, 2010
People (collettiva), Studio 115, Carrara, 2010
Strade bianche del ferrarese, Delizia Belriguardo, Voghiera - Ferrara, 2010
Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Palazzo Reale, Torino, 2011
Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Museo di Palazzo De Lieto,
Maratea, 2012
Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Museo Archeologico Nazionale,
Potenza, 2013
Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Pinacoteca, Salerno, 2013
Il paesaggio incantato, Galleria Duomo, Carrara, 2014
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Principali Pubblicazioni
La Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara,
ed. Lions club - 1993
Scultura a Carrara (Ottocento), ed. Bolis (BG) - 1993
Yorkshire sculpture park, Igor Mitoraj, ed. Clare Lilley
(London) - 1993
La Pelle del Monte, ed. Aldus (Carrara) - 1998
I Laboratori ritrovati, ed. Comune di Carrara - 1999
Architectural Stone, ed. John Wiley & Sons (New York) - 1999
Due scultori nel paese del marmo, ed. Mori - 2000
Dalla materia al linguaggio, ed. Mori (Aulla) - 2000
Storie di Genti, Costumi e di Vino della Lunigiana,
ed. rme (SI) - 2000
La Toscana ad Assisi, ed. Regione Toscana (FI) - 2001
Verso il sogno di Afrodite, ed. SEA (Carrara) - 2001
Marmi Pietre e Mosaico, ed. Alinea (FI) - 2002
Le vie bianche in Toscana, ed. petrartedizioni
(Pietrasanta) - 2002
La Storia di Carmo, ed. Ingrassedi, (Sevilla -España) - 2003
Il Lardo di Colonnata, ed. F. Motta (MI) - 2003
Scenari di Pietra, ed. petrartedizioni (Pietrasanta) - 2003
Le acconciature di Carrara - M. Spender, ed. F. Motta
(Milano) - 2003
Paesi di Marmo, ed. r.m.e. (Carrara) - 2004
Le vie bianche nella provincia di Siena, ed. Carlo Cambi
(SI) - 2004
La Civetta e la Luna, ed. Mori (Aulla) - 2004
Aldo Pisani, Fondazione CRC (Carrara) 2005
Nidolandia, ed. Comune di Carrara - 2005
Il Mercato della Scultura a Carrara nel ‘700 800,
ed. F.Motta (MI) - 2005
Fluid Concepts - Dan Istrate, ed. Bugno Art Gallery,
Venezia 2008
Michelangelo e Carrara, ed. Sole 24 ore Motta Cultura,
(MI) - 2008
Ferrara: Terra, Acqua e Sapori ed. Sate, (FE) - 2008
Viaggio nei Luoghi Danteschi in Toscana,
ed. Carlo Cambi (SI) - 2008
Non abbiate paura - Scultura di Giovanni Paolo II,
ed. V&P, (MI) 2009
Lo Spirito del vino in Toscana, ed. Carlo Cambi (SI) - 2009
La fabbrica perfetta e grandiosissima, ed. V&P (MI) 2009
Sognando il marmo - Scultura e architettura in Epoca
Vittoriana, ed. Pacini (PI) - 2009
Lo Studio Lazzerini. Viaggio a Carrara nei tre secoli di storia.
ed. Pacini (PI) - 2011
Marble Alchemy 2008-2011, ed. Blurb San Francisco, 2011
Il paesaggio italiano nella Divina Commedia,
ed. Zaccara (PZ) - 2012
Viaggio in Toscana, ed. Blurb San Francisco, 2012
Arturo Dazzi scultore e pittore, ed Pacini Pisa, 2012
Domenico Zaccagna, ed. Pacini Pisa, 2013
Giovanni Baratta, ed. “L’Erma” di Bretschneider, Roma 2013
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Durata della mostra:
Duration of the exhibition:
da Venerdì a Domenica dalle 17.00 alle 20.00
Friday to Sunday 5 pm to 10 pm
da Sabato 15 Marzo
a Domenica 20 Aprile 2014
from Saturday March, 15th
to Sunday April, 20th 2014
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