Il paesaggio incantato LUIGI BIAGINI Fotografie a cura di Filippo Rolla Il paesaggio incantato LUIGI BIAGINI Fotografie a cura di Filippo Rolla Il paesaggio incantato The enchanted landscape Luigi Biagini nasce a Carrara, dove tuttora vive e lavora immancabilmente nel suo studio fotografico con luce soffusa, colmo di libri, oggetti d’epoca ricercati, liuti appesi alle pareti, un Mac con due schermi giganti dove scorrono fiumi di fotografie e quel profumo di pipa che aleggia ed inebria. Questa sua affermazione è significativa per conoscerlo: …isolare uno scenario, uno stato d’animo e poi fermarlo nel tempo è, forse da sempre, un mio piacevole modo di vivere. Un obiettivo che fin da ragazzo ho perseguito... Fin da giovanissimo è attratto dal mondo delle immagini e nel 1968 allestisce in casa la sua prima camera oscura dove inizia a stampare con un bromografo fotografie di piccolo formato scattate con una fotocamera 35 mm. Col passar del tempo l’interesse lo porta ai grandi formati, fotografie di paesaggio in bianco e nero, una scelta dettata dalla curiosità e dal fascino dell’ambiente delle cave di Carrara che percorre, in lungo e in largo, prima a cavallo della sua inseparabile vespa e poi a bordo del suo maggiolone, una Volkswagen tutto fare. Alla fine degli anni ‘70 Luigi Biagini inizia una bizzarra ed insolita ricerca fotografica che prende nome di “foto al fumo”. Questi esperimenti fotografici, così li chiamava, erano collegati e dettati da uno studio, misto a curiosità, che all’epoca faceva sull’inconscio e sulla nostra aura. Un modo nuovo di rappresentare, attraverso lo sviluppo e la stampa delle immagini, il nostro vissuto e la nostra interiorità, come se queste fotografie al fumo, mediante un’interpretazione suggestiva e coinvolgente, ci dicessero qualcosa di noi, qualcosa che lo nostra mente conscia non vede. Chiusa la parentesi esoterica delle “foto al fumo”, Biagini riprende a seguire l’idea di quel luogo segreto che la fotografia raccoglie mettendo in relazione la sua sensibilità col mondo ed i suoi vari aspetti. E negli anni ‘80 inizia a studiare Ansel Adams ed il suo sistema zonale che gli consente di trasferire la luce che osserva in specifiche densità sul negativo e poi sulla car- Luigi Biagini was born in Carrara, where he still lives and works in his photographic studio in dimmed light. A studio full of books, antique objects, lutes hanging on the walls, a Mac with two giant screens with streams of photographs and that scent of pipe that lingers and intoxicates. A significant remark of his is: ... isolating a scene, a mood and then stopping it in time has perhaps always been an enjoyable way of life for me. A goal I have pursued since I was a child... Since a very young age, he has been attracted by the world of images. In 1968, he set up his first darkroom at home where he began to print small format photographs taken with a 35 mm camera on a contact printer. His interest then moved to large formats, landscape photographs in black and white. This was a choice dictated by the curiosity and fascination for the Carrara quarries which he explored far and wide, first riding his inseparable Vespa and then aboard his all-purpose Volkswagen Beetle. In the late ‘70s, Luigi Biagini began a bizarre and unusual photographic research that took the name of “smoke pictures”. These photographic experiments, as he called them, were connected and dictated by a study, mixed with curiosity, that at the time he was carrying out on the unconscious and our aura. A new way to represent our experiences and our inner life, through developing and printing pictures, as if these smoke photographs, through an evocative and compelling interpretation, said something about us, something which our conscious mind doesn’t see. After the esoteric series of “smoke pictures”, Biagini began following the idea of that secret place that photography creates by relating his sensitivity with the world and the variety of its aspects. In the 80s, he began studying Ansel Adams and his zone system that enabled him to transfer the light he observed into specific densities on negatives and then on paper, thereby managing a better light balance in the developing stage. 4 Il paesaggio incantato The enchanted landscape ta, avendo in questo modo la possibilità di gestire nello sviluppo fotografico un miglior equilibrio luminoso. Inoltre, sempre sulla scia di Adams, è attratto dal Gruppo f/64 perché questi fotografi negli anni ‘30 vogliono riprodurre la vita quotidiana in modo obiettivo e senza l’aiuto della tecnica, nella specifica maniera e spirito di come fotografa in questo periodo lo stesso Luigi Biagini. Così le amabili sensazioni suscitate dalle immagini sempre vive e differenti del paesaggio delle cave di marmo della sua Carrara, lo spingono a fotografare per vent’anni luoghi, situazioni, persone al lavoro, macchinari, la natura stessa delle cave per poi arrivare ai laboratori di scultura, alla scultura e scultori. Si può ben dire che mediante le sue fotografie è uno straordinario testimone del tempo, di un tempo che inesorabilmente scorre e fortunatamente è incantato dalla sua sensibilità. Infatti proprio all’inizio degli anni ‘80 i suoi scatti accompagnano il passaggio dal filo elicoidale al filo diamantato, un cambiamento radicale nella tecnica di taglio del marmo. Racconta con le immagini una forte trasformazione del paesaggio delle cave dove molte strade di terra e sassi vengono asfaltate ed improvvisamente vengono poste segnaletiche quasi a voler deturpare il panorama più che ad informare; così come vengono messi cancelli e reti di recinzione, simbolo di proprietà privata, che impediscono l’ingresso al curioso visitatore o all’interessato forestiero. In questi anni di grande trasformazione dove il mondo delle cave si modifica, anche l’interesse fotografico di Luigi Biagini si sposta e si focalizza molto di più sul marmo non più inteso come paesaggio incantato ma come immagini astratte o figurative simili a sculture o disegni. Così non viene più fotografato il paesaggio che descrive l’ambiente, i luoghi, la natura ma bensì un paesaggio interiore che nasce dal marmo, dalla sua pelle e che il libro pubblicato nel ‘98, dal titolo La pelle del Monte, rivela. Moreover, again in the wake of Adams, he was attracted by Group f/64 since in the 30s these photographers wanted to reproduce daily life objectively without the aid of technology, in the manner and spirit of how Luigi Biagini photographed in the same period. The delightful sensations aroused by the lively and diverse images of the marble quarries in his Carrara drove him to photograph places, situations, people at work, machinery, the nature of the quarries and then sculpture workshops, sculptures and sculptors for the next twenty years. It can be said that his photographs stand as an extraordinary witness of time, a time that flows inexorably and is fortunately enchanted by his sensitivity. In fact, at the beginning of the 80s, his pictures accompanied the transition from the helicoidal wire to the diamond wire, a radical change in the technique of cutting marble. Through his pictures, he shows the striking transformation of the landscape of the marble quarries where many roads made of earth and stones were then asphalted, suddenly signs were placed, almost defacing the landscape rather than giving information, and gates and fencing systems were put up to indicate private property, thereby preventing the curious visitor or strange foreigner from entering. In these years of great transformation of the quarries, Luigi Biagini’s interest shifted to focus much more on the marble itself, no longer on marble as an enchanted landscape but on its unique features and its essence between contrasts of light and shade creating abstract or figurative images similar to sculptures or drawings. He no longer photographed the landscape to describe the environment, the places, the nature, but rather to show an interior landscape that comes out of the marble, from its skin, which the book published in 1998, entitled La pelle del Monte (The Skin of the Mountain) reveals. In conjunction with this new research in the mid-80s, Luigi tells me vividly that he began to shoot a photo sto5 Il paesaggio incantato The enchanted landscape In concomitanza con questa nuova ricerca sempre alla metà degli anni ‘80, Luigi mi dice con vivaci parole che iniziò a svolgere un racconto fotografico sulle strade sterrate della campagna toscana e le sue atmosfere che si potevano vedere percorrendo “le vie bianche” come a lui piace definirle. Così intraprese questa incantevole avventura, un giorno per caso anche se il caso non è mai per caso, imboccando una strada secondaria, una bellissima via bianca che attraversava la campagna che da Certaldo portava a San Gimignano. L’aver lasciato una strada vecchia, sempre trafficata ed invasa da camion, per una nuova è stata l’occasione per esplorare nuovi paesaggi ricchi di rigogliosa vegetazione e di eleganti cipressi: sentire profumi piacevoli, osservare persone nei campi, anziani seduti fuori dalla porta tranquilli nel loro mondo e poi ancora bimbi che correvano e si divertivano spensierati e gente che giocava a carte bevendo vino rosso sotto un semplice pergolato. E poi, con un sorriso di piacere, mi assicura di aver vissuto uno straordinario senso di pace e che il solo percorrere quella via bianca dimenticata dal tempo era un susseguirsi di emozioni, euforie e desideri colti per sempre in immagini dal suo occhio fotografico. Secondo sua consuetudine, Luigi ama ritornare sui luoghi che fotografa per rivederli a distanza di tempo e sentire se suscitano ancora un effetto accattivante al suo occhio interiore. Ma come capita spesso il nuovo che avanza porta sempre con sé un cambiamento poco entusiasmante e tale circostanza è per lui simile a quel senso di degrado visto nascere e tradursi, in forma di progresso, nel mondo delle cave di Carrara. Il ricordo meraviglioso della via bianca e del suo paesaggio che portava dritto al cuore stava cambiando in maniera radicale ed il caso ha voluto che quei luoghi fossero stati fotografati. Una fase di cambiamento irreversibile che la splendida 6 ry on the dirt tracks of the Tuscan countryside and the atmosphere you could feel travelling along the “white roads”, as he likes to call them. So began this enchanting adventure, one day by chance, even if chance is never by chance, taking a secondary road, a beautiful white road crossing the countryside from Certaldo to San Gimignano. Having left an old road, always busy and full of trucks, for a new one was an opportunity to explore new landscapes of lush vegetation and elegant cypress trees and enjoy pleasant scents. It was an opportunity to observe people in the fields, elderly people sitting outside the door quietly in their world, people playing cards drinking red wine under a pergola and carefree children running and enjoying themselves. Then, with a smile, he says he experienced an extraordinary sense of peace and that just travelling on that white road forgotten by time was a succession of emotions, euphoria and desires captured forever in images by his photographic eye. Luigi always likes to return to the places he has photographed after some time to see if they still have a captivating effect on his inner eye. However, as often happens, progress brings with it an uninspiring change which for him is like the sense of degradation he had witnessed, in the name of progress, in the world of the quarries of Carrara. The wonderful memories of the white road and its landscape that led straight to the heart was changing radically and by chance, those places had been photographed. A period of irreversible change that the beautiful Tuscan countryside suffered in such an undignified and improbable manner due to inexorable progress led him to intensify his observations into frames to freeze the atmosphere. Moreover, he aimed to raise public and government awareness to avoid the indiscriminate disfigurement and brutality to the landscape seen and experienced as a common asset. This is how the splendid publications of the books Le Il paesaggio incantato The enchanted landscape campagna toscana subiva in maniera indecorosa ed inverosimile sotto la spinta inesorabile del progresso, lo costrinse così ad intensificare la sua osservazione in fotogrammi per fermare nel tempo le atmosfere. Ed insieme a questo intento vi era anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni affinché non venisse deturpato e violentato indiscriminatamente il paesaggio visto e vissuto come bene comune. Nascono in questo modo le splendide pubblicazioni dei libri Le Vie Bianche in Toscana nell’anno 2002 e Le Vie Bianche della campagna senese nell’anno 2004 come accurate testimonianze in senso artistico della natura che sotto forma di paesaggio, luoghi e persone rappresentava in relazione al contemporaneo manifestarsi dello sviluppo economico. In questa accezione della fotografia come strumento di sensibilizzazione sociale possiamo paragonare il senso e l’arte di fotografare di Biagini a quella dell’americano William Eugene Smith, tra i più grandi fotografi documentaristi del novecento. È emblematica questa sua frase che mi ha ripetuto più volte in una delle tante conversazioni: se a nulla serviranno le mie immagini per frenare l’avanzamento dell’asfalto e del cemento nelle campagne, sicuramente rimarranno come memoria storica del paesaggio incantato dal mio scatto fotografico. È anche importante e doveroso ricordare che in questo periodo sono state donate dallo stesso Biagini una serie di fotografie sulla campagna toscana al Victoria and Albert Museum di Londra. Così dalla campagna Toscana si sposta nell’Emilia Romagna, terra fertile di vie bianche da attraversare e fotografare a qualsiasi ora, alla ricerca di attimi fuggenti che possono diventare eterni, di quel fluire che diventa l’essenza del movimento. Un istante colto dallo scatto fotografico che si trasforma in un’immagine immaginaria, un’immagine che raccoglie in sé l’essenza del tempo diventando un sublime paesaggio metafisico. Così nell’anno 2008 pubblica un libro fotografico sulla Vie Bianche in Toscana (The White Roads in Tuscany) in 2002 and Le Vie Bianche della campagna senese (The White Roads of the Siena countryside) in 2004 came about. They are accurate testimonials in the artistic sense of nature that in the form of landscapes, places and people represented the contemporary manifestation of economic development. In this sense of photography as a tool for social awareness, we can compare the meaning and art of Biagini’s photography with that of the American William Eugene Smith, one of the greatest documentary photographers of the twentieth century. This remark by Luigi, which he repeated to me several times in one of our many conversations, is emblematic: Even if my images do nothing to curb the onslaught of asphalt and concrete in the countryside, they will surely remain as a historical memory of the enchanted landscape. It is also important and right to recall that in this period Biagini donated a series of photographs on the Tuscan countryside to the Victoria and Albert Museum in London. From the Tuscan countryside he moved to Emilia Romagna, a fertile land of white roads to cross and photograph at any time, looking for fleeting moments that could become eternal, the flow that becomes the essence of movement. A moment caught by the photograph that turns into an imaginary image, an image that contains in itself the essence of time becoming a sublime metaphysical landscape. In addition, in 2008 he published a photo book of the city of Ferrara entitled: Ferrara: Terra, Acqua e Sapori (Ferrara: Land, Water and Flavours) and began a series of personal exhibitions in various towns around Emilia on the white roads of Ferrara. Also in 2008, after years of travels, visits to Tuscany and endless photographs from the very first hours of dawn to dusk, from the blinding glare of the sun to the wet grey or drizzle that creates atmosphere, Biagini published a book of photographs entitled Viaggio 7 Il paesaggio incantato The enchanted landscape città di Ferrara dal titolo Ferrara: Terra, Acqua e Sapori ed inizia una serie di mostre personali in varie città dell’Emilia relative alle vie bianche della campagna Ferrarese. Sempre nel 2008, dopo anni e anni di viaggi, sopralluoghi in Toscana ed infiniti scatti fotografici dalla primissime ore dell’alba all’imbrunire, dal bagliore accecante del sole al grigio umido oppure alla pioggiarellina che crea ambiente, Biagini pubblica un libro di fotografie dal titolo Viaggio nei Luoghi Danteschi in Toscana. Questo straordinario ed abile lavoro è stato apprezzato e riconosciuto dalla Dante Alighieri di Roma a tal punto che nel 2011, mediante il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli è stato conferito l’incarico di fotografare il paesaggio italiano nella Divina Commedia. Un mandato prestigioso e importante che avrebbe richiesto molto tempo per la realizzazione considerato che il committente era ed è tra i massimi esperti e competenti sull’argomento. Messo da parte ogni dubbio, Luigi intraprende un viaggio fotografico nel passato affidandosi esclusivamente alla lettura delle opere dantesche. E queste suggeriscono, come fonte di ispirazione, una traccia credibile per ritrovare e fotografare solo i luoghi che Dante poteva aver visto e vissuto, eliminando così dall’obiettivo tutto ciò che non apparteneva a questo periodo e contesto. L’altra metodologia che seguiva per realizzare il documentario fotografico nei luoghi danteschi, consisteva nel chiedere a se stesso prima di scattare la foto: Posso vedere Dante passare in questa inquadratura…? Una chiave di lettura fotografica acquisita nella precedente pubblicazione relativa a Dante che validava l’inquadratura ed assicurava il senso ed il significato dello scatto. E così, come per altre occasioni, dopo molti viaggi ed innumerevoli scatti prende forma anche questa “avventura”: la ricerca del paesaggio dove Dante trascorse parte della sua esistenza. Questo libro fotografico, pubblicato nel 2012 dal titolo Il paesaggio italiano nella Divina Commedia, è coronato da due indimenticabili mostre fotografiche, la prima commemorativa nel 2011 per i 8 nei Luoghi Danteschi in Toscana (A journey through Dante’s haunts in Tuscany). This extraordinary, skilful work, condensed into a book, was appreciated and recognised by the Dante Alighieri Society in Rome, to such an extent that in 2011, through the contribution of the Ministry for Culture, he was given the assignment to photograph the Italian landscape in the Divine Comedy. A prestigious and important assignment that would require a long time to complete considering that the client was and is among the leading experts competent on the subject. All doubt put aside, Luigi embarked on a photographic journey into the past, relying solely on the reading of Dante’s works. Moreover, these suggested, as a source of inspiration, a credible route to find and photograph only those places that Dante could have seen and experienced, thus eliminating from his lens everything that did not belong to this period and context. The other method he followed to produce the documentary shoot in Dante’s haunts, was to ask himself before taking the picture: Can I see Dante pass by in this picture...? A photographic interpretation acquired in the previous publication relating to Dante that validated the frame and ensured the sense and meaning of the shot. Hence, as for other occasions, after many trips and countless shots, this “adventure” took shape: the search for the landscape where Dante spent part of his life, in a photo book published in 2012 entitled Il paesaggio italiano nella Divina Commedia (The Italian landscape in the Divine Comedy). This was crowned by two unforgettable photographic exhibitions, the first commemorative in 2011 for the celebration of “150 years of the unification of Italy” in Turin at the Royal Palace, in the Chiablese Palace. While the second exhibition in 2012 at the Museum of the De Lieto Palace in Maratea accompanied a Convention with the Director-General for cultural and natural heritage, Attilio Il paesaggio incantato The enchanted landscape festeggiamenti dei “150 anni dell’Unità d’Italia” a Torino presso il Palazzo Reale nell’ala Chiablese, mentre la seconda, nel 2012 al Museo di Palazzo De Lieto a Maratea, ha accompagnato un convegno con interventi del Direttore Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Attilio Maurano, il Sovrintendente per i beni Architettonici e Paesaggistici, Francesco Canestrini e il Consigliere Generale della Dante Alighieri di Roma Francesco Sisinni. Dal 2011, dopo l’avvento dell’era digitale, Luigi Biagini ritorna a fotografare il marmo ma adesso la sua esplorazione è volta a sensibilizzare il suo occhio nel carpire il particolare e nel ricercare colori e sfumature che possono essere messi in evidenza o in contrasto nella stessa immagine. Palese che questo studio compositivo sia stato stimolato e facilitato dalla tecnologia perché oggigiorno una macchina fotografica digitale, per professionisti, consente un considerevole incremento ed ottimizzazione della resa dei colori e una velocità di visione dell’immagine scattata così come l’agevole possibilità di una sua rielaborazione al computer. Col tempo, affinando occhio e tecnica, Luigi trasforma le sue inquadrature con giochi di simmetrie che gli permettono di creare nuove visioni astratte. Acquisita e perfezionata questa tecnica di trasformare la realtà dell’immagine, Luigi nella sua sperimentazione va oltre perché da queste visioni astratte, nate da riproduzioni simmetriche, aggiunge le sue formule alchemiche, così definite, che danno una maggiore o minore percentuale di colore a quello già presente nell’immagine, così da variarne le tonalità. Come la pozione magica di Panoramix che è l’unico depositario della ricetta segreta così queste formule alchemiche sono segretamente custodite da Luigi e solo lui conosce il numero, il peso e la quantità degli ingredienti utili per ottenere queste alchimie fotografiche che tutt’ora sono al centro della sua ricerca. Maurano, the director for cultural and natural heritage, Francesco Canestrini, and the General Councillor of the Dante Alighieri Society in Rome, Francesco Sisinni. The latter, on that occasion, declared publicly that it would become a travelling exhibition in Italy and abroad. From 2011, after the advent of the digital age, Luigi Biagini went back to photographing marble, but this time his exploration was aimed at training his eye to see a detail, search for colours and shades that could be highlighted or contrasted in an image. Clearly, this compositional study was stimulated and facilitated by technology since a professional digital camera allows for a considerable increase in and optimisation of colours and speed in the vision of the image shot as well as the possibility of retouching it on the computer. Over time, by fine-tuning his eye and technique, Luigi changed his shots with plays on symmetries that allowed him to create new abstract visions. Once he had acquired and perfected this technique of changing the reality of the image, Luigi went further in his experimentation. From these abstracted visions, stemming from symmetrical reproductions, he added his own alchemy, as he defined it, which gave a higher or lower percentage of colour to the colour already in the image, thus altering its hue. As Panoramix’s magic potion that is the only guardian of the secret recipe, so these alchemical formulas are secretly guarded by Luigi and only he knows the number, the weight and the quantity of ingredients to achieve these photographic alchemies that are at the centre of his research today. Filippo Rolla Filippo Rolla 9 Luci d’Agosto 2006 – 120 x 100 cm Analogico, neg 6x7 cm 10 Omaggio a E.S. 2010 – 60 x 45 cm Digitale, full frame 11 Tramonto a Crestola 1989 – 60 x 44 cm Analogico, neg 35 mm 12 Tracce per ... 2009 – 70 x 60 cm Digitale, full frame 13 Riquadratore 1970 – 30 x 44 cm Analogico, neg 35 mm 14 Cava Romana 1977 – 30 x 44 cm Analogico, neg 35 mm 15 Cava Crestola 2010 – 77 x 60 cm Digitale, full frame 16 Omaggio a A.A. 2006 – 60 x 50 cm Analogico, neg 6X7 cm 17 Vegetazione in cava 1986 – 60 x 50 cm Analogico, neg 4”X5” 18 Da Fossa degli Angeli 2002 – 60 x 60 cm Analogico, neg 6x6 cm 19 Stazione uggiosa 2006 – 60 x 50 cm Analogico, neg 6X7 20 Pensando al Sagro 2005 – 70 x 60 cm Analogico, neg 6x7 cm 21 Bianco d’incanto 2002 – 60 x 60 cm Analogico, neg 6x6 cm 22 Sagro all’orizzonte 1997 – 60 x 60 cm Analogico, neg 6x6 cm 23 In Campagnola 1977 – 30 x 44 cm Analogico, 35 mm 24 Ponte Bianco 1977 – 30 x 44 cm Analogico, 35 mm 25 On the Road 2005 – 77 x 60 cm Analogico, neg 6x7 cm 26 Paesaggio Incantato 2011 – 80 x 60 cm Digitale, full frame 27 Luigi Biagini Principali mostre Trasformazioni ambientali, Firenze, 1971 Zone plate photography, Haarlem, 1987 Diffraction Only, Montevideo, Gallery, Antwerpen, 1990 Mostra internazionale di scultura, Odense Radhushal, 1991 Collettiva Internazionale di Sculture, Finter Bank Chiasso, 1996 I laboratori Ritrovati, Museo del Marmo, Carrara, 1999 La Pelle del Monte, fondo M. Pellegrini, Carrara, 1999 Evocazioni Materiche, Sala Grasce, Pietrasanta, 1999 Il Canto del Marmo, Sala Grasce, Pietrasanta, 2000 Spazi e Forme, Forte dei Marmi, 2000 Storie di Genti e Costumi della Lunigiana, Carrara, 2000 Le cave di marmo Apuano, Heidelberg, 2003 Scenari di Pietra, Pietrasanta, 2003 Uomini e Marmo, Leipzig, 2006 I colori del bianco, Art Center Friedrichstrasse, Berlin, 2006 Ein Spaziergang durch Apenninen, Die Goethe Gesellschaft, Heidelberg, 2007 Strade bianche del ferrarese, galleria Carbone, Ferrara, 2008 Amor Vacui, galleria Margini, Massa, 2008 The Inventions of the Europeans Kreuzberg Museum, Berlin. 2009 Eroticamente (collettiva) Laboratorio di Scultura SGF, Torano - Carrara, 2009 Policlinico Gemelli, Roma, 2009 Strade bianche del ferrarese, Casa Ariostea, Stellata, Ferrara, 2010 People (collettiva), Studio 115, Carrara, 2010 Strade bianche del ferrarese, Delizia Belriguardo, Voghiera - Ferrara, 2010 Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Palazzo Reale, Torino, 2011 Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Museo di Palazzo De Lieto, Maratea, 2012 Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Museo Archeologico Nazionale, Potenza, 2013 Il Paesaggio Italiano nella Divina Commedia, Pinacoteca, Salerno, 2013 Il paesaggio incantato, Galleria Duomo, Carrara, 2014 28 Principali Pubblicazioni La Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, ed. Lions club - 1993 Scultura a Carrara (Ottocento), ed. Bolis (BG) - 1993 Yorkshire sculpture park, Igor Mitoraj, ed. Clare Lilley (London) - 1993 La Pelle del Monte, ed. Aldus (Carrara) - 1998 I Laboratori ritrovati, ed. Comune di Carrara - 1999 Architectural Stone, ed. John Wiley & Sons (New York) - 1999 Due scultori nel paese del marmo, ed. Mori - 2000 Dalla materia al linguaggio, ed. Mori (Aulla) - 2000 Storie di Genti, Costumi e di Vino della Lunigiana, ed. rme (SI) - 2000 La Toscana ad Assisi, ed. Regione Toscana (FI) - 2001 Verso il sogno di Afrodite, ed. SEA (Carrara) - 2001 Marmi Pietre e Mosaico, ed. Alinea (FI) - 2002 Le vie bianche in Toscana, ed. petrartedizioni (Pietrasanta) - 2002 La Storia di Carmo, ed. Ingrassedi, (Sevilla -España) - 2003 Il Lardo di Colonnata, ed. F. Motta (MI) - 2003 Scenari di Pietra, ed. petrartedizioni (Pietrasanta) - 2003 Le acconciature di Carrara - M. Spender, ed. F. Motta (Milano) - 2003 Paesi di Marmo, ed. r.m.e. (Carrara) - 2004 Le vie bianche nella provincia di Siena, ed. Carlo Cambi (SI) - 2004 La Civetta e la Luna, ed. Mori (Aulla) - 2004 Aldo Pisani, Fondazione CRC (Carrara) 2005 Nidolandia, ed. Comune di Carrara - 2005 Il Mercato della Scultura a Carrara nel ‘700 800, ed. F.Motta (MI) - 2005 Fluid Concepts - Dan Istrate, ed. Bugno Art Gallery, Venezia 2008 Michelangelo e Carrara, ed. Sole 24 ore Motta Cultura, (MI) - 2008 Ferrara: Terra, Acqua e Sapori ed. Sate, (FE) - 2008 Viaggio nei Luoghi Danteschi in Toscana, ed. Carlo Cambi (SI) - 2008 Non abbiate paura - Scultura di Giovanni Paolo II, ed. V&P, (MI) 2009 Lo Spirito del vino in Toscana, ed. Carlo Cambi (SI) - 2009 La fabbrica perfetta e grandiosissima, ed. V&P (MI) 2009 Sognando il marmo - Scultura e architettura in Epoca Vittoriana, ed. Pacini (PI) - 2009 Lo Studio Lazzerini. Viaggio a Carrara nei tre secoli di storia. ed. Pacini (PI) - 2011 Marble Alchemy 2008-2011, ed. Blurb San Francisco, 2011 Il paesaggio italiano nella Divina Commedia, ed. Zaccara (PZ) - 2012 Viaggio in Toscana, ed. Blurb San Francisco, 2012 Arturo Dazzi scultore e pittore, ed Pacini Pisa, 2012 Domenico Zaccagna, ed. Pacini Pisa, 2013 Giovanni Baratta, ed. “L’Erma” di Bretschneider, Roma 2013 29 Con il patrocinio Sponsored by Via Finelli, 22 · Carrara (MS) - Italy Tel. 0585 71839 [email protected] · www.galleriaduomo.it Orario galleria: Gallery opening: Durata della mostra: Duration of the exhibition: da Venerdì a Domenica dalle 17.00 alle 20.00 Friday to Sunday 5 pm to 10 pm da Sabato 15 Marzo a Domenica 20 Aprile 2014 from Saturday March, 15th to Sunday April, 20th 2014 Si riceve su appuntamento You will receive appointment Via Finelli, 22 · Carrara (MS) - Italy Tel. 0585 71839 [email protected] · www.galleriaduomo.it
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