PRESENZA DI CISTI SUBARACNOIDEA: VALUTAZIONE DELL’IDONEITA’. La crescente popolarità della subacquea ha aggiunto una nuova categoria nella Classificazione IHS per la diagnosi differenziale delle cefalee: la cefalea da immersione. La cefalea nei subacquei, complessivamente poco comune e generalmente benigna, occasionalmente può indicare conseguenze della esposizione all’ambiente iperbarico, tra cui gravi l'embolia arteriosa gassosa, la malattia da decompressione, e il barotrauma oculare e dei seni paranasali. Altre cause ricorrenti, ad esito positivo, sono mediate dalla fisiopatologia umana normobarica. Il presente lavoro ha lo scopo di valutare la cefalea da immersione in fase di risalita in un sommozzatore commerciale portatore di cisti subaracnoidea della fossa cranica media. I dati anamnestici hanno reso necessarie ulteriori indagini cliniche e strumentali con cui si è appurata la presenza di diverse possibili cause cefalalgiche: 1) cisti subaracnoidea; 2) stato ansioso; 3) dismorfismi delle arcate dentarie e dell’articolazione temporo-mandibolare. Sebbene in letteratura siano segnalati casi, avvenuti in ambiente normobarico, di rottura improvvisa di cisti subaracnoidee neuropsichiatriche ed epilettiche, o addirittura con manifestazioni dimostrazione di embolia grassosa cerebrale (4), non vi sono dati che attestino l’aumento del rischio in iperbarismo. Rimane tuttavia la difficoltà nella esecuzione della diagnosi differenziale tra patologia e rottura di cisti subaracnoidea. Allo stato attuale la decisione più gravosa riguarda la certificazione della idoneità al lavoro dopo diagnosi conclamata di cisti subaracnoidea.
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