11 maggio 2014 Il Resto del Carlino «Inventiamo creme antirughe con soia, riso e fermenti lattici» NEL SETTORE, sono praticamente i migliori. E non è un caso che ieri pomeriggio, Stefano Manfredini, ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica alla scuola di farmacia dell’Unife, abbia partecipato al Cosmofarma per tenere una lezione al meeting ‘Aggiornamenti in scienza e tecnologie cosmetiche per il farmacista’, organizzato dal Gruppo Cosmetici in farmacia di Cosmetica Italia, associazione nazionale delle imprese cosmetiche, in occasione del Cosmofarma, fiera del mondo delle farmacie in corso alla fiera di Bologna. Il tema? Ovviamente i cosmetici fermentati. Di cui Manfredini e il suo staff, collaborando anche con altri atenei d’Italia e con l’Istituto di ricerche biotecnologiche (Ibr) sono i massimi esperti. E proprio al Cosmofarma è stata presentata una crema antirughe costituita da riso, soia, grano e piselli ‘fermentati’ e neurotrasmettitori che, spalmando la crema sulla pelle, attenua le rughe. «Ci interessiamo allo studio di ingredienti nuovi per queste creme — ha spiegato Manfredini —. Creme di bellezza, queste, a base di staminali, che contengono nel 90% dei casi cellule di derivazione vegetale e nel 10% anche di origine umana, si affiancano ora sostanze di nuova generazione, ricavate con processi di fermentazione biotecnologica verde — spiega Stefano Manfredini —. Si tratta di processi che permettono di produrre ingredienti a migliore attività biologica, nel pieno rispetto dell’ambiente, senza disboscare, facendoli fermentare in incubatori». I NUOVI biocosmetici fermentati contengono cocktail di sostanze vegetali, come soia, riso, grano, pisello e gingko biloba, ottenuti attraverso digestione enzimatica. «La digestione enzimatica — dice il docente Unife — rende queste sostanze biodisponibili per l’organismo e tali composti sono supportati da un razionale scientifico interessante, usati principalmente come antirughe». CARO CARLINO, sono un medico in pensione, ex dipendente ospedaliero. In data 14.04.2014 il mio medico di base mi ha prescritto un esame dinamico Holter. Il 19.04.2014 mi sono recato agli sportelli del Cup Asl via Cassoli per prenotare l’appuntamento. E’ stato con malcelato imbarazzo che l’operatrice del Cup mi ha proposto la data per l’appuntament lunedì 19.10.2015 alle 13.10 (primo appuntamento disponibile in tutta la provincia di Ferrara fra 19 mesi!). Ha peraltro aggiunto che se il medico di base avesse dichiarato l’urgenza della prestazione, questa probabilmente avrebbe potuto essere erogata nel giro di un mese. Ritengo che, al di là dell’esistenza di protocolli regionali che “dovrebbero normare” i tempi di attesa, una qualunque sintomatologia in atto, o comunque un sospetto di qualsivoglia patologia, necessitino di una valutazione diagnostica che non può attendere nè 1 mese né tantomeno 19 mesi. Preciso che l’esame dinamico Holter è un banalissimo elettrocardiogramma protratto per 24 ore. Non ho volutamente segnalato quanto descritto all’Urp per evitare risposte “preconfezionate”. Sono sempre stato favorevole alla attività libero professionale intramoenia ma sono altresì sempre stato convinto che l’accesso ad essa, o comunque all’attività privata extraospedaliera, non deve essere un obbligo per l’utente in conseguenza dell’impossibilità di ricevere in tempi ragionevoli prestazioni in regime SSN , ma una alternativa di libera scelta. Lettera firmata. Purtroppo, caro dottore, ora sta sperimentando sulla sua pelle quello che, da molti anni, succede ogni giorno a tantissime persone. Con la differenza che mentre lei ha le nozioni giuste, e quindi può orientarsi con cognizione di causa, i tanti anonimi (spesso anziani) che si aggirano per Urp e ambulatori sono in balìa di ciò che viene loro detto, senza strumenti per difendersi e farsi valere. PREVENZIONE. È la stella polare dell’intensa attività che l’Ant svolge nel territorio di Sant’Agostino. Ieri è infatti giunto al giro di boa il ‘Progetto tiroide’, che ha messo a disposizione oltre cento visite gratuite per la prevenzione dei tumori di questa ghiandola endocrina. «La risposta santagostinese è sempre consistente — ha affermato il referente locale Alberto Fiorini, affiancato dall’assessore alla Sanità Antonio Diegoli —. Durante una prima giornata, ad aprile, sono state 38 le ecografie eseguite: altrettante ne abbiamo registrate in questo secondo momento e nel corso del terzo appuntamento, in programma il 26 giugno. Per le ulteriori richieste vedremo di organizzarci». L’OPPORTUNITÀ è stata davvero molto apprezzata. «Anche perché — ha spiegato la dottoressa Patrizia Di Folca — si tratta di un esame non invasivo, che avviene attraverso ultrasuoni innocui: è facile da eseguire e rapido, completamente indolore. Immediato anche il risultato in base al quale indicare un iter diagnostico, quando si individuino alterazioni nodulari o infiammatorie». Un vero salvavita, dal momento che, «a meno di una funzionalità alterata della tiroide, non vi sono sintomi a fare da spia».
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