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CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Gruppo Consiliare Progetto Trentino
Trento, 4 settembre 2014
Preg.mo
Presidente del Consiglio Provinciale
Sig. Bruno Dorigatti
SEDE
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA n. 852
CENTRO DI PROTONTERAPIA
Premesso che:
Il 26 maggio scorso, rispondendo in aula ad un’interrogazione a risposta immediata
che chiedeva conto dei ritardi e di quali fossero le modalità operative messe in campo dalla
Giunta al fine dell’inserimento del Centro nei LEA, l’Assessore alla Salute, dichiarava: “In
questo momento la Provincia Autonoma ha attivato diversi canali, in ultimo una nota
sottoscritta dal Presidente della Giunta provinciale e da me alla ministra Lorenzin per
ottenere, da un lato, un incontro con il Ministro della salute per porre la questione
dell'inserimento della protonterapia nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza, dall'altro,
su una dimensione più amministrativa, per attivare la procedura.
Le procedure per l'adeguamento dei requisiti ai fini del rilascio dell'autorizzazione
sanitaria sono in fase di conclusione e si stima, così ci riferisce l'Azienda, che il
provvedimento autorizzativo possa essere rilasciato entro la fine di giugno. Intanto, in
attesa dell'inserimento della protonterapia nei LEA, sono stati presi contatti con la Regione
Lombardia per la stipula di un accordo volto a condividere le conoscenze e gli sviluppi della
ricerca nell'ambito di tali trattamenti radioterapici”.
In data 8 agosto un’interrogazione a risposta scritta, che attende risposta, firmatari i
Consiglieri Viola, Simoni e Zanon, sollecitava una risposta in merito allo stato dell’arte
dell’avvio del Centro di Protonterapia e alla possibilità che l’attività partisse anche senza
l’inserimento nei LEA.
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Ora settembre è iniziato, sono passati già otto mesi da quando la struttura è passata
dalla gestione dell’Atrep, all’Azienda Sanitaria, ma il Centro di Protonterapia è ancora
fermo: una cattedrale nel deserto, costata 104 milioni per la struttura e altri 92 da pagare in
15 anni per la gestione, ma inutilizzata.
Nei giorni scorsi l’ex direttore dell’Atrep Renzo Leonardi risponde polemicamente al
direttore generale dell’Azienda sanitaria Luciano Flor e accusa di scarsa umiltà i consulenti
incaricati del caso: pare che quest’ultimo abbia scritto al prof. Leonardi chiedendo lumi sulle
autorizzazioni ministeriali che mancherebbero per partire e Leonardi, irritato anche per aver
ricevuto una diffida dall’entrare nel centro, ha risposto come segue.
“In relazione alla sua raccomandata del 13-0814 con la quale mi chiede di chiarire lo
"status" delle autorizzazioni di competenza ministeriale necessarie (ma non sufficienti) all'avvio delle attività cliniche del centro di protonterapia, Le comunico quanto segue: nell'assicurarLe la mia collaborazione, riservandomi tuttavia di rispondere in dettaglio alle sue richieste ed osservazioni non appena potrò accedere, compatibilmente con i miei impegni,
alla documentazione rilevante, essendomi stato interdetto, con sua precedente nota di diffida (sic), l'accesso al centro, ho il piacere di anticiparLe, senza tema di smentita, che il problema nel quale sono impantanati da mesi i referenti dell' Azienda Sanitaria e della Provincia per la presunta incompletezza delle autorizzazioni ministeriali, non esiste e si e' creato
probabilmente per il mancato approfondimento, anche da parte del suo consulente, della
corposa documentazione tecnico-informativa che ha caratterizzato l'iter delle pratiche. Le
autorizzazioni ministeriali sono state ottenute in forma completa già dall'ottobre 2013. Se i
citati referenti avessero avuto l'accortezza (vorrei dire l'umiltà, se non sospettassi che un
tale termine probabilmente non esiste nel loro vocabolario) di interpellarmi quale persona
informata sui fatti e che a più riprese si e' offerta invano per riferire sui medesimi, tale presunto problema sarebbe stato sbarazzato da molti mesi e gli equivoci felicemente chiariti”.
Il professore chiarisce ulteriormente, spiegando che il via libera sarebbe stato confermato dal Ministero dello sviluppo economico: «Per altro le mie conclusioni sono confermate dalla ineccepibile lettera inviata alla SV dal Ministero dello Sviluppo Economico in
data 02-07-14 e del cui contenuto sono venuto a conoscenza per il Suo cortese tramite,
solo che tale lettera sia letta con cognizione di causa. Ho ritenuto utile anticiparLe il prima
possibile le logiche conclusioni cui conduce il diligente ed analitico esame dei documenti
agli atti, sui quali mi ha chiesto di riferire, per permetterLe di attendere con rinnovata determinazione al perfezionamento di quegli atti, di competenza provinciale, che ancora si frappongono ad un prudente inizio delle attività cliniche. Nella certezza che queste anticipazioni
Le siano di conforto ed in attesa di poter riferire sul tema nelle opportune sedi e compatibilmente con i numerosi impegni cui mi sono vincolato, La saluto cordialmente, Renzo Leonardi, ex direttore ATreP. Nota bene: ho assunto che dopo il 31 dicembre 2013 nulla sia
cambiato quanto ai termini contrattuali , alle caratteristiche della sorgente di radiazioni di cui
alla autorizzazione del 3 agosto 2012 e che siano state rispettate scrupolosamente le prescrizioni che accompagnano tale autorizzazione. Ho assunto altresì che ogni eventuale modifica all'apparecchiatura medicale con marchio CE registrata regolarmente presso il Ministero della Salute, che fosse nel frattempo intervenuta. sia stata eventualmente registrata».
Ai puntuali chiarimenti da parte del prof. Leonardi, apprendiamo dalla stampa risponde
l’Assessore alla salute, comunicando che nei giorni scorsi il dirigente del Dipartimento della
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salute ha firmato l’autorizzazione all’attività sanitaria del Centro di Protonterapia:
autorizzazione non ancora sufficiente per dare il via libera alle cure.
Dice l’Assessore Donata Borgonovo Re: “ Posso dire che l’autorizzazione della Provincia
è stata firmata nei giorni scorsi dal dirigente del nostro dipartimento, dopo una valutazione
di tutte le componenti necessarie all’attivazione. Diversa è la questione del nulla osta del
ministero. C’è o non c’è questo via libera? Secondo Leonardi è contenuto in una lettera inviata dal ministero dello sviluppo economico lo scorso 2 luglio. Le carte non sono univoche.
Il nulla osta riguarda l’uso dei protoni, dunque del macchinario. Si tratta di una lunga procedura. Questo nulla osta è stato rilasciato all’azienda belga, Iba, che ha fornito la tecnologia
del centro di Trento. Ma il dubbio sollevato dall’Azienda sanitaria è se questo nulla osta
comprenda anche l’esercizio dell’attività clinica, che non è di competenza di Iba ma dell’Azienda sanitaria. Nel documento che noi abbiamo in mano si parla appunto dell’azienda,
ma non si cita mai l’Atrep, e men che meno l’Azienda sanitaria. Ci serve certezza che questo nulla osta copra l’attività clinica ed è su questo che sono in corso le verifiche”.
Desta ulteriore sconcerto quanto comunicato dall’Assessore competente, visto che la
prospettiva del passaggio di consegne dall’Agenzia per la protonterapia all’Azienda
Sanitaria non è accadimento inatteso ma un fatto previsto -e normato- da anni!
“Io rilevo che il passaggio di gestione dall’Agenzia per la protonterapia all’Azienda sanitaria è stato un passaggio sofferto. Forse c’erano delle aspettative non corrisposte, sicuramente non c’è stata una comunicazione adeguata tra le parti che accompagnasse la mole
di documentazione. Resta poi il vero nodo: il centro può partire senza che le prestazioni
siano state inserite dal ministero nei livelli essenziali di assistenza (Lea)?
Notevole imbarazzo anche quanto affermato dopo le dure prese di posizione delle
scorse settimane, dove a seguito di interrogazioni consiliari, sollecitazione di tecnici
competenti e incredulità dell’opinione pubblica, si è chiesto alla Provincia di attivarsi per far
partire il centro anche senza l’inserimento delle prestazioni nei LEA.
Dice l’Assessore “A breve approveremo il tariffario delle cure con i protoni, in modo che
ci sia una configurazione delle prestazioni con i rispettivi costi. Non aspetteremo che vengano inserite nei Lea, perché questa è una procedura molto lunga, come è chiaro a tutti.
Ma riteniamo che l’inserimento possa essere facilitato proprio dall’avvio dell’attività clinica”.
Si sono persi mesi, con notevoli perdite economiche e ancor più gravi danni alla salute,
se è vero quanto afferma oggi il prof. Leonardi che risponde ulteriormente ai “chiarimenti”
da parte dell’Assessore dice: “non si tratta di scaramucce personali ma del fatto che ad
ogni giorno di ritardo nella erogazione delle prestazioni cliniche da parte del Centro di
protonterapia corrispondono due vite in meno salvate”.
“Rispondendo garbatamente all’Assessora, io non so cosa abbia in mano... So però con
sicurezza cosa ci dovrebbe essere in qualche “scaffale” dell’Assessorato, in via Gilli nr 4.
La pratica che ha condotto al nullaosta ad Iba per la messa in funzione della sorgente di
radiazioni e connessi ha seguito il complesso iter richiesto dalla legge (230 e succ.
modifiche) ed inoltrata da Iba secondo legge, ai 5 Ministeri e alla Pat (che si esprime, per
legge provinciale, attraverso la sua apposita commissione (fra i cui membri ci sono anche
membri della Apss). La pratica si è conclusa con il nulla osta del 3 agosto 2012. Il Mise, che
ha preso in carico ed organizzato il procedimento, ha disposto che ogni atto di ciascun
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Ministero fosse inviato sistematicamente a tutti gli altri, in modo che ciascuno avesse
immediato accesso agli atti, ai pareri e alle osservazioni degli altri. Tutto questo materiale e’
sistematicamente pervenuto all’Assessorato, in Via Gilli 4, (ma non ad ATreP che non era
istituzionalmente coinvolta nella procedura). Nella corposa documentazione allegata alla
domanda di autorizzazione si era specificato chiaramente quali sarebbero stati i ruoli di Iba
e quali quelli di ATreP e della Apss al momento del subentro. In particolare veniva
specificato chiaramente che mentre Iba assumeva il ruolo dell’esercente quanto alla
gestione della sorgente radiogena, ATreP /Apss avrebbe erogato le prestazioni cliniche
(sarebbe cioe’ stata l’esercente ai sensi della legge 187) . In altre parole tutti i Ministeri e la
Commissione Provinciale avevano a disposizione tale documentazione e su di essa e solo
su di essa dovevano esprimere il loro parere (positivo).
Nella lista dei pareri positivi ovviamente fa bella mostra di se quello del Ministero della
Salute (il cui documento tecnico e’ firmato dal dott. Campanella; non vorrei che fosse lo
stesso Campanella, consulente della Provincia, che nella riunione dello scorso maggio ha
sottoscritto (almeno secondo informazioni fornitemi dal dott. Flor) pareri in totale
contraddizione con quelli dell’altro Campanella; spero per lui che si tratti di una omonimia !
). E, ripeto, in tale documentazione era esplicitamente spiegato quale sarebbe stato il ruolo
di ciascuno (Iba--Atrep/Apss).”
Il prof. Leonardi, dettaglia l’iter e fa emergere alcune contraddizioni che molti cittadini ora
chiedono vengano risolte al più presto e viste le ingenti risorse impegnate esigono una
risposta da parte dei responsabili di queste costose inefficienze.
“Invito l’Assessora a far verificare dai suoi referenti quanto qui affermato. Siccome non
ho il documento sott’occhio, ma lo conosco a menadito, avendo collaborato alla redazione
di alcune sue parti ed essendomelo diligentemente studiato, cito a memoria la sezione del
documento in cui sono chiarite le funzioni di “chi a chi”; dovrebbe trattarsi della sezione 12
(organizzazione funzionale) verso le pagg 163-170 del documento. Per dar forza alla
domanda e mettere in evidenza il pubblico interesse a che la pratica fosse espletata con
sollecitudine, alla domanda inoltrata da Iba è sempre stato affiancato il nome di ATreP , su
ogni pagina per tutte le 200 pagine; non male per un ente, che secondo quanto ha in mano
l’Assessora, non e’mai citato. Quindi o i rappresentati dei Ministeri, in particolare quello
della Salute, non sapevano di quale situazione funzionale si trattasse, oppure,
verosimilmente, il loro parere positivo e’ stato emesso alla luce di quanto illustrato e quindi
implicitamente prendendo atto che le erogazioni cliniche sarebbero state fornite da
ATreP/Apss. L’autorizzazione ad Iba è stata fornita con cognizione di causa! C’e’ una
ciliegina sulla torta della pratica: chi espresse dubbi sulla procedura fu proprio la
Commissione Provinciale che nel marzo 2012, nell’esprimere parere positivo, sollevò il
problema di chi avrebbe dovuto inoltrare la domanda: se Iba o l’ Apss (sic) e tale dubbio fu
inviato a tutti gli altri Ministeri (non ad ATreP). Ci fu una immediata richiesta di chiarimenti
da parte di Ispra (l’organo tecnico principale di tutta la procedura) seguita da una visita di
una delegazione di Ispra a Trento presso via al Desert (due giorni, aprile 2012) cui segui un
supplemento di chiarimenti da parte di Iba (affiancata da ATreP) nel maggio 2012, e fu
concluso in via definitiva che l’autorizzazione doveva essere concessa ad Iba. Tale
documentazione naturalmente venne inviata a tutti gli Attori, compresa la Pat che nulla
ebbe da ulteriormente “dubitare”. Sono passati due anni e più da questi eventi; ammesso e
non concesso che la pratica fosse ancora lacunosa, non sono bastati due anni per fugare
(o confermare) tali dubbi?”
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Tutto ciò premesso,
si interroga il Presidente della Giunta per sapere:
1.
se quanto affermato dal prof. Leonardi quando dichiara che “nella corposa
documentazione allegata alla domanda di autorizzazione si era specificato chiaramente
quali sarebbero stati i ruoli di IBA e quali quelli di ATreP e della APSS al momento del
subentro”, corrisponda al vero e come mai non sia proceduto per tempo;
2.
visto che a seguito dell’autorizzazione ad IBA, visti i dubbi sollevati dalla
Commissione Provinciale nel marzo 2012, che nell’esprimere parere positivo, sollevò il
problema di chi avrebbe dovuto inoltrare la domanda, e vista la successiva visita di una
delegazione Ispra nel maggio del 2012 con richiesta supplemento di chiarimenti, che
ebbero definitivamente a confermare che l’autorizzazione doveva essere concessa ad IBA,
con relativa trasmissione di tutti i dati ai soggetti interessati (compresa la Provincia che
nulla ebbe da eccepire), perché a due anni da tali accadimenti l’attività del Centro sia
ancora ferma, cosa manca ancora per l’avvio, come intende procedere e cosa sia stato
fatto negli ultimi due anni per fugare o confermare eventuali dubbi;
3.
se ritiene opportuno coinvolgere (ed eventualmente come) chi ha guidato ATreP che
al di là dell’esperienza e professionalità ha dimostrato l'apertura e i collegamenti
internazionali necessari al centro;
4. cosa è stato fatto per "dotare il centro di flessibilità operativa e autonomia gestionale, pur
mantenendo un collegamento organico con la sanità trentina, al fine di valorizzare al meglio
la vocazione internazionale del centro sia con riferimento alle attività cliniche che a quelle di
ricerca (sanitaria e non sanitaria)" così come previsto dall'ordine del giorno n. 25 approvato
ad aprile in Consiglio Provinciale;
5.
qual è il reale stato dell’arte in ordine all’apertura clinica del Centro di Protonterapia;
6.
se intende accertare a chi sono in capo le responsabilità per questi ritardi ed
eventualmente se e come intende chiedere conto del grave danno alla collettività.
Si richiede risposta scritta a norma di regolamento.
Cons. Walter Viola
Cons. Marino Simoni
Cons. Gianfranco Zanon
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