Questo rapporto analizza lo stato di salute della popolazione

CAP .
1 INTRODUZIONE
Questo rapporto analizza lo stato di salute della popolazione piemontese, in particolare
l’attenzione cade sulle variazioni sociali e geografiche che caratterizzano la nostra regione. Lo
studio delle differenze nello stato di salute di una popolazione risponde a un obiettivo specifico.
Attraverso l’analisi delle differenze e delle diseguaglianze di salute è infatti possibile mostrare
come lo stato di salute di una popolazione possa essere migliorato, proprio in ragione del fatto
che alcuni gruppi sociali hanno dimostrato di poterlo fare. Dunque l’interesse per le
diseguaglianze è prima di tutto un interesse per la ricerca di riserve di salute a cui è ancora
possibile attingere nella nostra popolazione.
Per migliorare le condizioni di salute della popolazione sono necessarie politiche
integrate comprendenti interventi riconducibili a misure ambientali e comportamentali, come
sottolineato anche nel Piano Sanitario 1998-2000 che pone fra gli obiettivi prioritari la
promozione di comportamenti e stili di vita per la salute. “Nel nostro paese si osservano
disuguaglianze rilevanti relativamente alle condizioni di salute: le persone, i gruppi e le aree
geografiche meno avvantaggiati presentano un maggiore rischio di morire, di ammalarsi, di
subire una disabilità, e una maggiore propensione ad adottare stili di vita rischiosi. Le cause
sono complesse e risiedono nelle condizioni di vita e di lavoro della popolazione, nella
dotazione di risorse materiali, nelle relazioni sociali, negli stili di vita e nell’accesso ai sistemi
di cura. Le politiche devono contrastare le disuguaglianze irrobustendo le capacità delle persone
e delle comunità di adottare comportamenti sani, migliorando l’accesso ai servizi e
incoraggiando il cambiamento culturale ed economico. Con queste premesse, un modo
importante per raggiungere gli obiettivi del Piano è migliorare la salute dei gruppi di
popolazione meno sani riducendo le differenze rispetto ai gruppi più sfavoriti”1.
Nello studio delle disuguaglianze nella salute assume, quindi, particolare rilevanza
l’analisi delle abitudini e dei comportamenti legati alla salute e come essi si distribuiscono tra le
varie fasce sociali. L’Indagine Multiscopo dell’Istat offre un utile contributo al riguardo perché
fornisce una panoramica sugli stili di vita, in particolare sull’alimentazione e sull’abitudine al
fumo e all’alcool, e consente con ciò di documentare la presenza di disuguaglianze sociali nelle
condizioni di salute e nel ricorso ai servizi. In particolare, la costruzione di un campione
allargato per il Piemonte permette di analizzare più a fondo le disuguaglianze sociali e
territoriali all'interno della nostra regione e può fornire utili spunti per l'individuazione di
politiche socio-sanitarie finalizzate a ridurre la consistenza di queste.
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Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, pag. 6.
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In questo rapporto sono descritte le variazioni geografiche e sociali nelle condizioni di
salute, negli stili di vita e nel ricorso ai servizi sanitari dei piemontesi quali emergono dai
risultati delle Indagini Multiscopo delle famiglie (IMF) realizzate in Piemonte nel '94 e nel '95.
L'IMF di norma è condotta con cadenza annuale su scala nazionale e fornisce stime
statisticamente stabili fino al livello regionale. I dati analizzati derivano invece da un campione
allargato realizzato dall’IRES Piemonte all’interno di una sperimentazione concordata tra la
Regione Piemonte e l'Istat per aumentare la numerosità campionaria. Il sovracampionamento,
che consente di ricavare alcune stime statisticamente stabili fino al livello provinciale, permette
quindi di analizzare anche le differenze interne alla regione sotto il profilo sia territoriale sia
sociale.
Per le variazioni geografiche all'interno della nostra regione sono state prese in
considerazione la zona altimetrica e l'ampiezza demografica del comune. La prima dimensione
designa differenze di natura antropologica - sociale e la presenza di ostacoli geografici per la
fruizione dei servizi, mentre la seconda consente, più genericamente, di analizzare lo stato di
salute e gli stili di vita dei piemontesi nelle varie articolazioni territoriali.
Nell'analisi delle disuguaglianze sociali si è fatto riferimento al modello di
rappresentazione della struttura sociale elaborato da Schizzerotto che, come si dirà più
dettagliatamente in seguito, identifica le classi sociali in base al tipo di risorse di dominio
espresse dalla posizione nella professione. Le disuguaglianze sociali sono inoltre state studiate
anche in base al livello di istruzione riferito ora all’individuo, ora all’unità famigliare2.
Non è, invece, stato possibile analizzare le differenze dettate dall'area di nascita perché
questa informazione non è presente nella base dati.
Il rapporto si articola lungo quattro grandi nuclei tematici relativi alla salute (ad ognuno
dei quali è dedicato un capitolo) rappresentati da: lo stato di salute, gli stili di vita, in particolare
l'alimentazione da un lato e l'abitudine al fumo e all'alcool dall’altro, e, infine, il ricorso ai
servizi sanitari. Per ultimo viene il capitolo sulle traiettorie di vita, intese come il
condizionamento esercitato dalla famiglia di origine sull'assunzione da parte dei figli di
comportamenti dannosi per la salute (l'abitudine al fumo e all'alcool), e sulle opportunità che
essi hanno nell'acquisire le credenziali educative e sul loro inserimento nel mondo lavorativo.
In tutti i capitoli, per ogni dimensione della salute che viene considerata (salute
soggettiva, stili di vita, ricorso ai servizi), prima si analizzano le differenze nelle frequenze dei
fenomeni tra Piemonte e Italia poi le differenze sociali e geografiche interne al Piemonte.
Come supporto alle aziende sanitarie ad uso della valutazione dei bisogni e della
pianificazione dei servizi, in appendice è possibile consultare una tavola che riporta la frequenza
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Il titolo di studio famigliare è costruito assegnando a ciascun componente della famiglia il titolo di studio più elevato fra quello dei due
coniugi o conviventi.
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attesa di tutti i fenomeni analizzati per ogni ASL piemontese moltiplicando la numerosità della
popolazione residente in ogni specifico comune della ASL per le prevalenze regionali
individuate tenendo conto delle classi di età, delle zone altimetriche e delle caratteristiche
demografiche del comune di residenza.
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