Anno III – Numero 509 Giovedì 30 Ottobre 2014, S. Germana, Benvenuto AVVISO Ordine 1. Campagna antinfluenzale 20142015 Proverbio di oggi……….. Nun dicere maje a una ch'e' brutta 'a verita', t''a faje nemica! Notizie in Rilievo 2. Aromi e spezie: alleati della salute IL "DRONE AMBULANZA" ARRIVA DAL PAZIENTE IN UN MINUTO Scienza e Salute Equipaggiato con un defibrillatore, potrebbe salvare molte vite Alimenti e Salute 3. Il "drone ambulanza" arriva dal paziente in un minuto 4. Un farmaco per il cuore può contribuire a trattare la SLA 5. Prevenzione e Salute 6. Il vespasiano «allerta sulla prostata 7. Il colesterolo cattivo può danneggiare la valvola aortica 8. Se i capelli sono sani, lo sono anche i denti Uno studente olandese della Delft University of Technology, Alec Momont, ha svelato il prototipo di un "drone ambulanza", equipaggiato con un defibrillatore e in grado di raggiungere le vittime di attacco cardiaco rapidamente. Il dispositivo salvavita può volare a una velocità di cento chilometri all'ora. Soccorsi troppo lenti Momont ha detto: "Circa 800mila persone all'anno sono colpite da arresto cardiaco nell'Unione europea e solo l'8% sopravvive. La principale ragione sono i lunghi tempi di attesa dei servizi di emergenza: sono di circa dieci minuti mentre la morte cerebrale e altri danni arrivano dai quattro a i sei minuti". Il drone arriva in un minuto - L'ideatore ha aggiunto: "Il drone ambulanza può portare il defibrillatore a un paziente nel raggio di dodici chilometri entro un minuto, portando le chance di sopravvivenza dall'8 all'80%". Il drone traccia le chiamate dal cellulare e usa il Gps per muoversi. Una volta arrivato, un operatore, come un paramedico, può osservare, parlare e istruire chi sta aiutando il paziente usando una telecamera a bordo del drone connessa a una stanza di controllo. Il prototipo ha già attratto l'interesse dei servizi di emergenza di Amsterdam. (salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 509 PREVENZIONE E SALUTE IL VESPASIANO «ALLERTA sulla PROSTATA Campagna nei bagni pubblici dal 30 ottobre al 5 novembre per aiutare gli uomini a capire se la loro ghiandola ha bisogno di «attenzione» Il vespasiano torna di moda: per una settimana, dal 30 ottobre al 5 novembre, sarà un luogo dove trovare informazioni utili per la propria salute. Sarà infatti il protagonista della nuova campagna contro i problemi della prostata in collaborazione tra a Società Italiana di Urologia (SIU) e GSK: per un’intera settimana nelle toilette maschili di stazioni e aeroporti delle principali città italiane si troveranno ad altezza occhi, proprio sopra l’orinatoio, manifesti e locandine con tre domande-chiave sui sintomi che possono essere il segno di disturbi alla prostata. Impossibile non notarle. «È sempre più complicato raggiungere i maschi adulti per informarli su argomenti legati alla salute della prostata o alla sessualità – osserva Maurizio Brausi, presidente SIU e direttore della UO di Urologia Asl Modena – Per questo abbiamo pensato di metterli letteralmente di fronte ai fatti, cercando di allertarli nelle toilette di luoghi pubblici molto frequentati: manifesti e locandine non potranno essere ignorati e “costringeranno” gli uomini a porsi poche, semplici domande che però possono fare la differenza per capire se qualcosa non va. Chiedersi se: il flusso sia debole, interrotto talvolta, domandarsi se di notte ci si alza troppo spesso per fare pipì o se capiti di far fatica a trattenerla: gli uomini potranno riflettere su questi sintomi nei momenti che passano in bagno, facendo così mente locale su disturbi che è opportuno riferire al medico per prendere provvedimenti». Gli indizi: Questi tre segni sono fra i principali indizi di un’ipertrofia prostatica benigna, una patologia caratterizzata da un ingrossamento della ghiandola che provoca la compressione dell’uretra e la riduzione del flusso di urina ed è la quarta malattia più spesso diagnosticata nell’uomo: in Italia colpisce circa il 14 % degli over 50, oltre 1.600.000 persone. «Altri sintomi sono il bisogno frequente di urinare anche durante il giorno, la difficoltà a iniziare, lo sforzo per urinare e il bruciore, la fase finale della minzione prolungata e ridotta a uno sgocciolamento. Le tre domande scelte per la campagna tuttavia sono già molto indicative e bastano a porre un sospetto, che va valutato dal medico per poi intraprendere se necessario una terapia adeguata. Si tratta di messaggi semplici e incisivi, in grado di attrarre l’attenzione ma allo stesso tempo rassicuranti: le locandine spiegano chiaramente che non è necessario allarmarsi ma solo parlarne al medico di fiducia. Non va infatti trascurato il basso tasso di richiesta di consulto medico da parte dei maschi quando si rendono conto di aver bisogno di cure, sia per imbarazzo e reticenza, sia per il fatto stesso che si tratta di alterazioni correlate in qualche modo al proprio apparato uro-genitale: in questo sono molto diversi dalle donne, assai più propense a chiedere aiuto alla prima comparsa di disturbi. « Il nostro obiettivo» continua Bocciardi, « è far sì che gli uomini si prendano una pausa per riflettere sulla salute della prostata e porsi domande: usciti dalle toilette, rivolgendosi al medico di fiducia o consultando il sitowww.questionidiprostata.it, potranno trovare risposte ai loro dubbi e anche intraprendere un percorso di miglioramento dello stile di vita, utile a prevenire l’ipertrofia prostatica benigna. Si tratta infatti di un problema che può essere evitato con una vita attiva, una dieta mediterranea in cui si riduca l’apporto di grassi animali, un consumo non eccessivo di alcol. Altrettanto importante, infine, sottoporsi a una visita di controllo urologica annuale dopo i 45 anni». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 509 PREVENZIONE E SALUTE Il colesterolo cattivo può danneggiare la valvola aortica Un suo eccesso nel sangue determinato geneticamente sarebbe implicato nel possibile sviluppo di questa patologia degenerativa, particolarmente comune negli anziani Chi ha una predisposizione genetica ad avere livelli elevati di colesterolo Ldl, più noto come colesterolo cattivo, sembrerebbe avere maggiori possibilità di sviluppare alterazioni a carico della valvola aortica, quali depositi di calcio e ostruzioni, con conseguenze potenzialmente gravi visto che questa valvola, che si trova nell’apertura presente tra il ventricolo sinistro del cuore e l’imbocco dell’aorta, ha l’importante compito di regolare il flusso di sangue ossigenato verso i vari tessuti e organi del corpo. La segnalazione viene da uno studio appena pubblicato sul Journal of the American Medical Association. Valvola aortica e colesterolo I nuovi dati sono stati raccolti su circa 35 mila pazienti e mostrano che il colesterolo Ldl, quando presente in eccesso a causa di una predisposizione genetica, oltre a essere un noto fattore di rischio per l’infarto e altre malattie vascolari, è associato anche a un rischio aumentato di sviluppare la stenosi (ostruzione) della valvola aortica, una patologia degenerativa molto comune nei pazienti anziani. Si stima, infatti, che circa il 4,6% dei settantacinquenni soffra di stenosi aortica grave, percentuale che arriva all’8% negli over 85. Questa condizione in fase iniziale può non dare sintomi, ma man mano che la stenosi progredisce si può andare incontro a una lunga serie di disturbi. I più tipici sono difficoltà di respiro, a volte perdita di conoscenza, dolore al petto, segni di scompenso (quando cioè il cuore non riesce a pompare bene il sangue). La prognosi è brutta: circa l’80% muore in tre anni, se non si interviene chirurgicamente. Ecco perché per evitare di arrivare a condizioni estreme, che richiedono rimedi estremi, i ricercatori svedesi fanno intravedere la potenzialità, ancora da dimostrare, che un intervento precoce per ridurre il colesterolo Ldl possa prevenire o quanto meno ridurre la possibilità di sviluppare la malattia della valvola aortica. Possibile prevenzione «Questo nuovo studio genetico conferma un dato già noto da un punto di vista epidemiologico/osservazionale che mostrerebbe un’alta prevalenza di ipercolesterolemia nei soggetti che hanno o che sviluppano stenosi della valvola aortica. Sulla base di questi presupposti si è già fatto qualche tentativo per valutare se il trattamento intensivo dell’ipercolesterolemia potesse portare a qualche vantaggio nella progressione della stenosi aortica. Finora però si è visto che solo i pazienti che hanno già avuto un infarto o equivalente hanno un netto vantaggio preventivo degli eventi cardiovascolari, mentre non sembra esservi un effetto particolare sulla valvulopatia di per sé». Quindi per ora, i nuovi risultati non cambiano le carte in tavola. Ma se ulteriori studi riusciranno ad evidenziare un possibile ruolo di un trattamento precoce dell’ipercolesterolemia, si potrebbe avere a disposizione un’arma in più, a tutto vantaggio di questa ampia fascia di pazienti. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 509 ALIMENTI E SALUTE AROMI e SPEZIE: ALLEATI della SALUTE Limitano gli effetti dannosi di alcuni alimenti e aiutano a mantenere la linea Oltre a dare un tocco in più alle ricette, erbette mediterranee e aromi esotici fanno bene all'organismo, limitano gli eventuali effetti dannosi di alcuni alimenti e aiutano a mantenere la linea. A confermarlo, non una, ma sedici nuove ricerche pubblicate su Nutrition Today. I benefici - Un mix di erbe sull'hamburger contrasta i radicali liberi che si sviluppano in cottura, il pepe rosso accelera il metabolismo e può aiutare a mantenere il giusto peso, una spolverata di cannella sui cibi grassi riduce i lipidi nel sangue, l'aglio tritato abbassa il colesterolo. Le erbe del Mediterraneo, come basilico e origano allontanano il desiderio di cibi grassi e danno un maggiore senso di sazietà. Inoltre, chi usa molte spezie a tavola consuma fino a 966 mg in meno di sale al giorno. I ricercatori lanciano un appello affinché istituzioni, medici, chef, scuole e industrie alimentari del mondo occidentale considerino tali conferme per intraprendere iniziative per stimolarne un maggiore consumo. "L'uso delle erbe può aiutare a ridurre il consumo di sale, l'introito calorico e grasso, ridurre le infiammazioni, migliorare la salute cardiocircolatoria oltre che rendere i menù più saporiti e profumati". (Salute, TGcom24) SE I CAPELLI SONO SANI, LO SONO ANCHE I DENTI Un nuovo studio suggerisce che le proteine dei capelli, le cheratine, sono importanti per la struttura dello smalto dentale. Per cui si può dire che più i capelli sono forti, più lo sono anche i denti Il segreto di denti sani potrebbe essere racchiuso nella capigliatura. E così, rendere i capelli più sani e forti potrebbe essere efficace anche nel rendere più sani e forti i denti. Questa associazione capelli/denti arriva da un nuovo studio che mostra come le proteine dei capelli, le cheratine, siano importanti anche per la salute della bocca. Ed è una scoperta importante, visto che la carie è una delle malattie croniche più diffuse al mondo. Pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, lo studio condotto dai ricercatori del National Institutes of Health e guidati dalla dottoressa Maria Morasso, suggerisce che le cheratine avrebbero un ruolo importante per l’integrità dello smalto dentale. Morasso e colleghi hanno per esempio scoperto che gli individui che presentano mutazioni nei geni della cheratina dei capelli sono soggetti alla carie. Lo studio ha evidenziato come lo smalto dei denti negli individui con mutazioni della cheratina avesse una struttura anormale che ha portato a una debolezza del dente stesso. E, come sappiamo, i problemi allo smalto sono proprio l’anticamera della carie. I risultati finali dello studio rivelano che vi è dunque un legame tra i disturbi dei capelli e la formazione di carie nei denti. Il suggerimento che ne deriva è che se promuoviamo la salute della nostra chioma possiamo, per collegamento, promuovere anche quella dei denti – fermo restando che l’igiene orale resta una pratica indispensabile. (Salute, La Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 509 PREVENZIONE E SALUTE Un farmaco per il cuore può contribuire a trattare la SLA Un nuovo studio mostra che un noto farmaco utilizzato per lo scompenso cardiaco può essere utile anche nel trattamento della sclerosi laterale amiotrofica, o Sla, la malattia degenerativa a progressione paralizzante di cui, a oggi, non esiste ancora una cura Gli esperti ritengono che la Sla sia una malattia poco considerata. Non a caso, proprio per attirare l’attenzione pubblica e delle Autorità sanitarie sul problema erano state promosse le ice bucket challenge, le ormai famose docce di acqua ghiacciata che hanno fatto il giro del mondo. Tuttavia, nonostante gli sforzi della ricerca, a oggi non esiste cura. Una speranza di trattamento potrebbe però arrivare da un farmaco già utilizzato per l’insufficienza cardiaca che, secondo un nuovo studio, può bloccare la distruzione delle cellule nervose causata dalla malattia. La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia degenerativa che intacca e distrugge le cellule nervose che controllano i muscoli. Questa azione distruttiva porta alla perdita della mobilità, a difficoltà di respirazione e deglutizione e infine alla morte. Al momento, l’unico farmaco che si usa per trattare la patologia è il Riluzolo, che però offre ai pazienti solo benefici marginali. A questo farmaco potrebbe dunque affiancarsi la Digossina, già utilizzata nel trattamento dell’insufficienza cardiaca – o scompenso cardiaco – che in un nuovo studio condotto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis ha mostrato di essere efficace contro l’attività di un enzima coinvolto nell’equilibrio di sodio e potassio nelle cellule. Il dott. Azad Bonni e colleghi hanno studiato gli effetti della Digossina sia su colture cellulari in laboratorio che su modello animale. «Con la Digossina abbiamo bloccato l’enzima – ha sottolineato il dott. Bonni – Questo ha sortito un effetto molto forte, impedendo in un modello di coltura cellulare di SLA la morte delle cellule nervose, che normalmente vengono uccise». Il farmaco ha infatti ridotto l’attività di questo enzima, o ha bloccato la capacità delle cellule produrre copie dell’enzima. Ma anche la distruzione delle cellule nervose da parte della malattia si è arrestata. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati nella versione online di Nature Neuroscience. E i test poi condotti su modello animale con una versione mutata di un gene – che causa una forma ereditaria di SLA – hanno anche mostrato che il farmaco può essere altrettanto efficace. In particolare, l’azione di monitoraggio dell’attività di una proteina in risposta allo stress nei topi, ha inaspettatamente condotto gli scienziati a un’altra proteina: l’ATPasi sodio-potassio. Questo enzima si caratterizza per espellere particelle cariche di sodio dalle cellule e assumere particelle cariche di potassio, consentendo alle cellule di mantenere una carica elettrica attraverso le loro membrane esterne. Secondo i ricercatori, il mantenimento della carica è essenziale per la normale funzione delle cellule. Questo particolare enzima ATPasi sodio-potassio evidenziato dallo studio si trova nelle cellule del sistema nervoso chiamate astrociti. I ricercatoti hanno trovato che nei topi con la SLA i livelli di questo enzima negli astrociti sono superiori al normale. Ma anche che l’aumento di ATPasi sodio-potassio ha portato gli astrociti a rilasciare elementi nocivi chiamati citochine infiammatorie, che possono uccidere i motoneuroni. Non è un caso che recenti ricerche abbiano visto negli astrociti dei possibili contributori cruciali per malattie neurodegenerative come la SLA, l’Alzheimer, la corea di Huntington e il Parkinson. A conclusione dello studio, benché molte importanti domande restano su se e come gli inibitori della enzima ATPasi sodio-potassio potrebbero essere utilizzati per rallentare la paralisi progressiva nella SLA, i ricercatori ritengono che i risultati offrano un valido punto di partenza per ulteriori studi. (salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 509 MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare. MEDAGLIE alla PROFESSIONE LAUREATI FARMACISTI CON 40 ANNI DI LAUREA (Laureati nell’anno 1974) ALBANESE ALFANI ALDO ARRICHIELLO BERTINI BOSSA BUONO CAIAZZA CASTALDO CAUTIERO COZZOLINO DE RUGGIERO DI FRANCO FERRARA Emma Maurizio Giovanni Antonio Pasquale Catello Anna Ersilia Giuseppe Domenica Ruggiero Carmela Antonio FIMIANI FUSCO GILIBERTI GIUDICEPIETRO GRECO GRISPELLO LOPEZ PIRAS SCHIOPPA SCOGNAMIGLIO SIDIROPULOS SPAGNUOLO Luisa Aldo Giovanni Giampiero Maria Donato Ciro Ermelinda Francesco Guido Nikolaos Maria Rosaria PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 509 MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare
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