Download

L'Automutilazione nella storia
[a cura di Giorgio Buccioni e Matteo Mugnani]
La modificazione del corpo è sempre stato un comportamento molto diffuso in tutte le culture e per molte delle
stesse ragioni attuali: per rendersi sessualmente più desiderabili, per ottenere l'ascolto e il favore degli dei, per
segnare lo status di appartenenza sociale, per tenere lontani male e malattia.
Cutter, personaggi famosi e artisti
Ci pensarono poi le rockstar e le modelle a rendere i tatuaggi sexy e alla moda. Fra le prime cantanti Cher; per
la moda la portabandiera del piercing fu Naomi Campbell in una passerella londinese. I grandi orecchini degli
hippie di tutto il mondo si trasformarono negli anni ottanta in piercing multipli sul padiglione auricolare. Il Body
piercing si impose fortemente nella popolazione giovanile con il movimento dei punk inglesi agli inizi del 1980.
Presto il body piercing si diffuse anche il altre culture fra le quali quelle legate al sadomasochismo e al
panorama gay mondiale. Tappa fondamentale è quella del 1989, anno nel quale esce il libro di Fakir Musafar,
un pubblicitario poi divenuto maestro della body art. "Modern Primirives", questo il nome de testo, descrive la
ricerca dell'illuminazione spirituale che Musafar ha compiuto nel corso della sua vita attraverso il dominio della
carne che egli promuoveva con ogni sistema noto all'uomo, arrivando a sospendersi con degli uncini conficcati
nei muscoli del petto per ricreare le cerimonie O-Kee-Pa e della Danza del Sole tipiche dei nativi americani rese
celebri nel film Un uomo chiamato cavallo.
La donna più famosa che ha sofferto di automutilazione è stata la principessa Diana che nel 1995 rivelò che
soffriva di cutter e di bulimia. La testimonianza ufficiale riguarda un'intervista alla BBC. Dopo quell'incontro i
suoi disagi vennero espletati ancor più precisamente nelle sue numerose biografie. In "Diana: la sua vera
storia", a cura del giornalista Andrew Morton, ella racconta di come si gettò varie volte contro un armadio a
vetri a Kensington Palace, di come si squarciò i polsi con una lametta e di come si tagliò con il bordo seghettato
di un coltello per limoni. Dopo un litigio con Carlo, si ferì al petto e alle cosce. Durante una lite con il marito su
di un aereo, ella si chiuse nella toilette e si fece dei tagli profondi sulle braccia, poi cominciò a spalmare il
sangue sui sedili dell'aereo. In un'occasione si gettò dalle scale.
Johnny Depp, nell'avambraccio ha otto cicatrici che si è fatto per ricordare i momenti importanti della sua vita,
egli disse "In un certo senso il mio corpo è un diario". Marilyn Manson la Rock star più famosa del mondo ha sul
corpo oltre 400 cicatrici. Se le è fatte durante i suoi concerti e durante i suoi video . I suoi Fan estremi sono
soliti incidere sulle parti del corpo più variegate il nome completo del cantante, la sigla MM o i simboli dello
stesso o degli album. Ma il caso senz'altro più famoso, nella storia dell'arte, è l'episodio di automutilazione di
Van Gogh. In seguito ad una lite violenta con l'amico e maestro Gauguin, Van Gogh si tagliò il lobo dell'orecchio
sinistro e poi lo offrì in dono ad una ragazza di una bordello alla quale si era affezionato. Questo episodio venne
interpretato come un'identificazione psicotica al cerimoniale delle corride, dove il matador vittorioso taglia
l'orecchio al toro abbattuto e lo offre a una donna.
Tipoligie di cutter
1)
Cutter Religioso: Un individuo che incide sulla propria pelle, simboli e frasari significativi da un punto di
vista religioso. Incidersi ad esempio croci, stelle di david, croci rovesciate, ecc. Nei cutter religiosi
consideriamo anche i membri delle sette sataniche i quali appunto praticano l'automutilazione come
patto di sangue con il diavo2) Cutter Emulativo: Un individuo che si incide nomi e simboli sulla pelle per
emulazione di un idolo, di solito rock star sataniche.
3 Cutter sessuale: Un individuo che incide la pelle circostante le proprie zone sessuali: genitali,
seno, glutei. Una forma di autolesionismo sessuale nel quale predomina la componete sessuale
è il bondage, comportamento sadico-masochistico consistente nell'avere rapporti sessuali
facendosi male e/o facendo male. Ottimo circa l'argomento è il film "8 millimetri" con Nicholas
Cage. Un viaggio investigativo all'interno della perversione sessuale, della violenza legata al
sesso. Nel film sono contenute immagini molto forti di mutilazioni inflittesi o inflitte per
aumentare l'eccitazione sessuale.
lo. 4) Cutter compulsivo: Un individuo che si incide zone casuali a seconda della situazione e della possibilità
con una modalità irrefrenabile, appunto compulsiva. Tale spinta è equiparabile alla spinta compulsiva
dell'abbuffata bulimica. E' evidente che il cutter compulsivo può essere presente sovrapposto a forme di cutter
emulativi, religiosi e sessuali.
Altri esempi di cutter al cinema
The Wall, 1982, dall'omonimo album dei Pink Floyd, regia di Alan Parker
Il protagonista Pink passa dal farsi la barba al "farsi" tutti i peli del corpo compresi quelli del petto e quelli sopra
gli occhi. Le ferite che si provoca nel taglio delle sopracciglia sono molto profonde e provocano la fuoriuscita di
molto sangue.
The Cell, 2000, regia di Tarsem.
Un serial-killer si appende a dei ganci attaccati a degli anelli conficcati nella schiena. Poi, così appeso sopra la
sua vittima appena deceduta, e in preda al dolore provocatogli dalla lesione della pelle, si masturbava in un mix
perverso di dolore e godimento.
Attrazione fatale, 1987, regia di Adrian Lyne
Nella scena finale, in attesa di tentare di uccidere la moglie del suo amante, Glenn Close si procura un vistoso e
profondo taglio alla coscia con lo stesso coltello che vorrebbe usare come arma.
Fight Club, 1999, regia di David Fincher
Il protagonista Edwared Norton si procura una bruciatura chimica alla mano, e in una delle ultime scene si
spara sulla guancia, tentando di uccidere la sua allucinazione, il suo alter ego Brad Pitt, e di poconseguenza la
sua allucinazione psicotica.
La Pianista, 2001, regia di Michael Haneke
La protagonista si siede nella vasca da bagno, attrezzata di lametta e specchietto. Con fare chirurgico, si incide
la zona pubica procurandosi tagli e sangue, provocandosi una forma masochistica di godimento.
Nell'ultima scena del film, si incide il petto con un coltello.
Thirteen - 13 anni, 2003, regia di Catherine Hardwicke
Tracy, senza padre e costretta a vederlo rimpiazzato come uomo nel letto materno da un altro uomo, vive in
questo scorcio di vita tutta la difficoltà di ricostruzione dell'immagine corporea che è propria dell'adolescenza.
La ragazza sperimenta dei sintomi fra i quali l'anoressia e l'autolesionismo. In due sequenze del film si chiude in
bagno e con forbici e lamette si taglia superficialmente polsi
Psicoanalisi e pelle
Barrie B. Biven nel 1982 fece un'utile recensione delle pubblicazioni psicoanalitiche sulla pelle (the role of skin
in normal and abnormal development). L'autore che nel campo della psicoanalisi ha maggiormente studiato il
concetto di pelle, sia corporea che psichica, è Didier Anzieu, l'autore francese autore del famoso "L'Io-pelle" (Le
Moi-peau). In questo testo sono formulate osservazione e teorie che oggi si rivelano utilissime nello studio del
fenomeno cutter:
1) Al bambino piccolo, la bocca serve tanto per toccare gli oggetti quanto per assorbire il nutrimento, creando
confusione e identità tra nutrimento e oggetto esterno, oggetto d'amore. Il desiderio di essere incorporato (o
re-incorporato nel corpo della madre) è parallelo al desiderio di incorporazione orale della nutrizione.
3) Il grattarsi è una delle forme arcaiche di ritorsione dell'aggressività sul proprio corpo.
4) Le mutilazioni della pelle possono rappresentare in soggetti psicotici dei tentativi drammatici di
conservazione dei limiti del corpo e dell'Io, di ristabilire la sensazione di essere intatti e uniti. L'automutilazione
e il cutter possono essere in questi casi un collagene antipsicotico.
Inoltre a partire dalla osservazioni di Anzieu è possibile oggi aggiungere che:
- la madre è la prima pelle del neonato
- I messaggi emessi spontaneamente dalla pelle sono intenzionalmente manipolati o rovesciati dai cosmetici,
dall'abbronzatura, il trucco, i bagni, la chirurgia estetica: lo specchio si fa opaco.
Come fu evidenziato dal padre della psicoanalisi S.Freud, nei primi del novecento ciò che nei discorsi individuali
e nelle rappresentazioni collettive veniva rimosso era il sesso, e la psicoanalisi dei tempi di Freud contribuì
molto a ridurre il peso di questo tabù sessuale, ma in seguito, per tutto il terzo quarto del ventesimo secolo, il
grande assente, misconosciuto, negato tanto nell'insegnamento quanto nella vita quotidiana è stato, e in gran
parte rimane, il corpo. Il corpo come dimensione vitale della realtà umana, come dato globale pre-sessuale,
come ciò su cui tutte le funzioni psichiche trovano il loro appoggio. Il concetto di corporalità è tornato alla luce
negli studi psicoanalitici grazie alla teoria di Anzieu. Secondo Anzieu l'instaurazione dell'identità Io=pelle
risponde al bisogno di un involucro narcisistico e assicura all'apparato psichico la certezza e la costanza di un
benessere di base. Con la nozione di Io-pelle Anzieu designa una rappresentazione di cui si serve l'Io del
bambino durante le fasi dello sviluppo per rappresentarsi se stesso come Io che contiene i contenuti psichici a
partire dalla propria esperienza della superficie del corpo. Ciò corrisponderebbe al momento in cui l'Io psichico
si differenzia dall'Io corporeo sul piano operativo e resta confuso con esso sul piano figurativo. A corroborare
tale tesi, Anzieu nomina Tausk, uno dei primi discepoli di Freud, oggi purtroppo dimenticato da molti. Secondo
Victor Tausk (nella sua complessa ma modernissima teoria della sindrome della macchina influenzatrice), l'Io
corporeo, distinto da quello psichico, non viene più riconosciuto come proprio dal soggetto e le sensazioni
cutanee e sessuali vengono attribuite al meccanismo di una macchina influenzatrice comandata da un
seduttore-persecutore esterno (altro sociale). Secondo Anzieu ogni attività psichica si poggia su una funzione
biologica, in tal senso l'Io-pelle trova il proprio appoggio sulle diverse funzioni della pelle: la pelle è il sacco che
contiene e trattiene all'interno il buono ed il pieno che l'allattamento, le cure, il bagno di parole vi hanno
accumulato. Essa è la superficie di separazione che segna il limite con il fuori e lo mantiene all'esterno, è la
barriera che protegge dalla penetrazione le avidità e le aggressioni altrui, siano essi esseri o oggetti. In
sostanza la pelle è il prototipo biologico dei meccanismi di difesa. Da tale origine epidermica e propriocettiva,
L'Io eredita la doppia possibilità di stabilire delle barriere, i meccanismi di difesa, e di filtrare gli scambi , con
l'Es, il Super-Io e il mondo esterno.
Note sul masochismo
Il termine masochismo compare per la prima volta nei manuali ottocenteschi di psichiatria di Krafft-Ebing, che
volle categorizzare le psicopatologie dell'epoca assegnandogli anche nomi di autori che avevano descritto in
letteratura tali fenomeni. La parola masochismo infatti deve il nome allo scrittore austriaco Leopold Von Sacher
Masoch (1836-1895) che descrisse nei suoi romanzi autobiografici un atteggiamento di sottomissione maschile
alla donna amata, con ricerca di sofferenza ed umiliazione come mezzi per il raggiungimento di un proprio
piacere erotico. Il masochismo designa infatti, come noto, la perversione sessuale nella quale il soggetto trae
godimento dalla sofferenza che riceve da altri o da se stesso (nella seconda condizione si può usare il termine di
autolesionismo). Nel suo romanzo più celebre (Venere in Pelliccia), Sacher Masoch descrive la sua patologia che
lo portava a cercare, attraverso delle inserzioni sui giornali, delle donne che fossero disposte a provocargli
dolore fisico e morale. Nei contratti che stipulava con le donne che rispondevano alla sua originale richiesta, era
lecita qualunque pratica violenta ai suoi danni, ed era posta una sola condizione: che durante tali atti queste
donne indossassero una pelliccia che richiamava in lui alla memoria l'immagine, appunto impellicciata, di una
zia che per prima l'aveva costretto a subire nell'infanzia dei trattamenti sadici. In Masoch si era sviluppata una
fissazione a questo ricordo infantile, che lo costringeva coattivamente a ripetere situazioni simili, in quanto
erano le uniche in grado di procurargli piacere. Bene inteso che Freud e la sua psicoanalisi erano ancora
prossimi a venire per sublimare una simile coazione a ripetere.
Anche il termine sadismo è introdotto da Krafft-Ebing e deve il nome al famoso marchese De Sade (17401814), scrittore francese la cui opera è dedicata in larga parte all'algolagnia, cioè all'unione di piacere e dolore,
e più nello specifico alla perversione sessuale che prende il suo nome in cui il fatto di infliggere ad altri dolore
fisico o morale produce un soddisfacimento della pulsione sessuale.
L'impianto teorico della psicoanalisi freudiana, sebbene sia riduttivo semplificarla in poche righe, ha proposto
l'esistenza di una pulsione innata di morte che tende all'autodistruzione e al ritorno allo stato inorganico che
precedeva la vita, che si manifesta inizialmente sotto forma di masochismo (erogeno), e poi, a contatto con il
mondo esterno, si traduce in pulsione di distruzione e appropriazione (o volontà di potenza, come indicava
Nietzsche), prendendo la forma del sadismo. Per i complessi meccanismi che intrecciano tali pulsioni alla
pulsione sessuale, rendendo masochismo e sadismo forme di soddisfacimento sessuale, rimando al saggio di
commento al testo di Freud Il problema economico del masochismo.
È infatti solo attraverso la logica psicoanalitica che possiamo comprendere perché l'autolesionista gode
sessualmente del dolore che si infligge.
2)