Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n.353 (convertito in Legge 27/2/2004 n.46) Art.1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). AGOSTO/SETTEMBRE 2014 anno LXVII Senza dirigenti non c’è industria Proposte per una nuova Federmanager + Dirigenti + Industria + Italia e ditoriale Romano Ambrogi Presidente Manager, innovazione e sviluppo Una riflessione sul ruolo del dirigente, alla quale ho più volte accennato, non può prescindere dal concetto di managerialità, ovvero dai contenuti stessi della nostra esperienza professionale. Ma piuttosto che dal concetto astratto della managerialità, dalla sua definizione, dalle sue caratteristiche, preferisco partire dalla realtà vissuta dai manager, nelle diverse accezioni che il termine può assumere. In un recente incontro organizzato dalla rappresentanza di Edison con i colleghi francesi ho avuto l’occasione di scambiare alcune battute con il rappresentante dei “cadres” dell’azienda transalpina, confermandomi nell’idea che al di là delle declinazioni giuridiche, organizzative, gestionali, l’essenza (e il valore) di questo nostro lavoro è molto semplicemente riconoscibile nella assunzione di responsabilità, in spirito di lealtà verso l’imprenditore (espressione di una famiglia, dello Stato, di un fondo di investimento, etc.) nei confronti dell’impresa in quanto tale, per tradurre in azioni concrete e riconoscibili la mission aziendale elaborando strategie, programmi e procedure. Occorre però passare attraverso una convinta adesione al binomio inscindibile di innovazione e sviluppo. “L’innovazione tecnologica può cambiare l’Italia” ha recentemente affermato il Presidente del Consiglio durante Digital Venice. Le tecnologie digitali sono, se bene usate, un’arma di cambiamento formidabile, capace di liberare le forze necessarie allo sviluppo. Vale per le aziende che non hanno ancora sfruttato appieno l’importanza della trasformazione digitale nei mercati globali, vale per la società civile e per la Pubblica Amministrazione. Per cambiare è necessario uno sforzo complessivo all’interno di un disegno strategico di innovazione che abbia alla sua base una visione di sistema. Per passare dalle parole ai fatti, dalle promesse di cambiamento alla realizzazione concreta. La nostra ALDAI ha fondato su sviluppo e innovazione il suo programma triennale: è il contributo di modernizzazione che vogliamo fornire ai nostri soci, per competere sul difficile mercato del lavoro. Il programma approvato dal Consiglio Direttivo ALDAI per il rinnovo dei vertici Federmanager che presentiamo in questo numero di Dirigenti Industria vogliamo sia condiviso dai nostri soci utilizzando proprio le metodologie digitali. Ci auguriamo che sia la base per un vero e duraturo sviluppo della nostra base associativa e consenta quella successione generazionale che è condizione per una vera innovazione. Tutto ciò passa anche da un’innovazione nelle nostre modalità di comunicazione e di collegamento tra i soci e la loro organizzazione. Dopo la positiva esperienza della consultazione sulla nostra rivista e quella che ha coinvolto i soci pensionati, crediamo che il dibattito che apriamo (sul sito e con la mail) sulle linee strategiche che ALDAI vuol portare in occasione del rinnovo dei vertici federali, sia l’occasione per un ■ rinnovamento reale anche nel modo di fare rappresentanza. DI Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014 1 n OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO Proposte ALDAI per il rinnovamento Federmanager Il Consiglio Direttivo ALDAI, nella riunione del 12 giugno 2014, ha approvato all’unanimità le proposte politiche e programmatiche per aprire il dibattito sulle linee strategiche della Federazione in vista del Congresso Nazionale che eleggerà il nuovo vertice entro il 23 maggio 2015 i l cambio di Presidenza imposto dallo Statuto è l’occasione per promuovere il dibattito sul programma di rinnovamento della Federazione e degli Enti Collaterali. Prima di entrare nel merito delle candidature riteniamo infatti utile analizzare i fabbisogni della categoria ed aprire un confronto costruttivo sulle proposte per il prossimo triennio Federmanager. La proroga delle cariche Federali (Presidenza Federmanager, Presidenze e Consigli degli Enti Collaterali, Capo Delegazione, etc.), necessaria a garantire la discussione negoziale del contratto, offre il tempo per un ampio confronto per definire in maniera chiara e puntuale cosa ci si aspetta dai prossimi vertici in termini politici e programmatici. Il programma descritto di seguito rappresenta la sintesi delle proposte delle Commissioni e del Consiglio Direttivo ALDAI concluso con l’approvazione all’unanimità della proposta dello scorso 12 giugno. I colleghi interessati al dibattito possono inviare commenti all’indirizzo e-mail [email protected] Premessa Gli obiettivi di una associazione di categoria sono sicuramente chiari e condivisi da tutti: la rappresentanza e la tutela degli interessi degli associati è fuori discussione, pur tuttavia i modi in cui si realizza questa funzione possono essere diversi. Come si assiste l’associato nei rapporti con la controparte e con gli 6 DI enti pubblici? Con quale forza e livello di proattività/reattività? I servizi erogati rappresentano un elemento della routine gestionale o sono piuttosto un elemento fondamentale per dare coerenza alle dichiarazioni di valore della figura dirigenziale e devono essere garantiti a tutti i soci, indipendentemente dal luogo in cui sono iscritti? Attraverso il lavoro congiunto delle Commissioni (Commissione Sindacale e Lavoro, Commissione Studi, Commissione Previdenza Assistenza Sanitaria) e del Comitato Pensionati, ALDAI ha preparato un “Documento Politico e Programmatico” che intende proporre le linee strategiche per il prossimo Triennio Federmanager. L’approccio seguito comprende una sequenza logica di considerazioni: ❚ Quali cambiamenti e conferme derivano dalle analisi dello scenario e dell’attuale triennio? ❚ Quale ruolo intendiamo assumere per fornire le risposte che il mutato scenario richiede? ❚ Con quali azioni e proposte intendiamo rispondere alle esigenze? L’obiettivo è aumentare l’autorevolezza e la rappresentanza della dirigenza, tutelandone i legittimi diritti e promuovendone il ruolo sociale per assicurare il contributo allo sviluppo del Paese. Il documento è articolato in sei punti utili a definire politiche, chiare, trasparenti e coerenti con le attese della categoria, per garantire la rappresentanza e la tutela degli interessi dei suoi iscritti. Per ogni punto strategico sono stati identificati Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014 specifici progetti che saranno oggetto di discussione e condivisione con i colleghi di altre Associazioni Territoriali al fine di favorire un approccio il più coeso e condiviso possibile. Invitiamo quindi i colleghi a prendere visione delle proposte che saranno aggiornate sul sito ALDAI. I sei punti strategici del documento 1. Changes: cambia lo scenario e cambia il manager Si evidenzia un costante cambiamento di scenario con forti ripercussioni sulla categoria che si diversifica sempre più rispetto al passato vedendo dirigenti in servizio, manager con alte professionalità, dirigenti temporaneamente disoccupati e dirigenti in pensione, anche impegnati in attività lavorative e di solidarietà. Ogni gruppo di questo unico target porta esigenze e bisogni specifici che devono trovare risposta nelle politiche e nelle azioni della Federazione e delle Associazioni Territoriali. Nasce quindi la necessità di valutare diversi modi di “fare rappresentanza” attraverso: ❚ un maggiore contatto con gli iscritti e la verifica continua delle aspettative; ❚ l’allargamento del perimetro della rappresentanza alle figure dirigenziali/manageriali che a vario titolo e ruolo contribuiscono allo sviluppo industriale, facendoci portavoce di diritti, aspettative e proposte per lo sviluppo industriale, economico e sociale; n ❚ una maggiore forza nel sostenere proposte e posizioni, anche se non conformi al pensiero tradizionale; ❚ la valutazione di una più chiara identificazione dei ruoli delle organizzazioni centrali e territoriali secondo uno schema che veda le Associazioni Territoriali fornire forti input relativi all’elaborazione politica attraverso organismi gli statutari (Consiglio, Giunta, Enti etc.) affinché il centro possa fornire i “Prodotti” di tale elaborazione, come il contratto e i progetti nazionali di sviluppo associativo; ❚ la progettazione e gestione organica delle iniziative articolate nelle diverse fasi: a. di creazione, che permetta di portare a fattor comune idee e proposte della Base con il coinvolgimento delle Associazioni Territoriali, per rappresentarne realmente i fabbisogni; b.di approvazione delle proposte da parte degli organi preposti; c. di realizzazione dei progetti che assicurino efficacia organizzativa valorizzando le strutture centrali e territoriali; d.di analisi dei risultati che permetta di valutare oggettivamente l’operato; ❚ la salvaguardia delle specificità territoriali. L’Associazione Territoriale deve mantenere la centralità del rapporto con l’associato, la realizzazione delle iniziative e lo sviluppo dei rapporti istituzionali con le corrispondenti associazioni Confindustriali nel territorio. 2. Servizio e Senior: due facce di una stessa medaglia Assistiamo a notevoli cambiamenti della figura del dirigente in servizio: ridimensionamento nei numeri, nelle funzioni, nel ruolo, nelle tipologie di rapporto di lavoro. Al tempo stesso aumenta la pressione nei confronti dei pensionati che perdono potere d’acquisto. Abbiamo la necessità di chiarire le “Priorità” per salvaguardare il ruolo, il significato e l’esistenza della categoria. Dobbiamo certamente valorizzare e sostenere le figure manageriali: il motore industriale del Paese. OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO Bisogna anche rivalutare la figura del dirigente in pensione, da considerare come dirigente senior con il patrimonio di competenze di cui dispone e che presenta problematiche differenziate per fasce di età. La gestione delle problematiche legate a questa figura non può essere “separata” da quella dei dirigenti attivi, ma deve esserne una continuità. ❚ In aggiunta alla difesa delle pensioni e al Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa (FASI) va riconsiderata la politica di valorizzazione del patrimonio di competenze utili per l’economia ed il Paese. ❚ Va elaborata una politica attiva di servizi più attrattiva e omogenea sul territorio. ❚ Vanno “calibrate” le diverse iniziative a seconda delle diverse fasce di età e dei bisogni/desiderata di ognuna di esse con idonee indagini conoscitive. È fondamentale riconoscere che la nomina del dirigente avviene dopo anni di lavoro e valutazioni continue da parte dell’azienda. Le competenze, così come l’affidabilità ed i valori del dipendente vengono quindi “certificate” con la nomina a dirigente. Queste competenze, capacità e valori non si esauriscono con l’uscita del dirigente dall’azienda per pensionamento o per perdita del posto di lavoro. Dirigenti si è per sempre, portando valore aggiunto sia all’azienda sia alla società. 3. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: specchio di una visione coerente con i valori della Categoria Relativamente al Contratto, si rende necessario rivederne i processi affinché le Associazioni Territoriali abbiano maggiore possibilità di partecipazione attraverso la conoscenza delle analisi e delle azioni Federali. Il contratto deve ribadire il ruolo centrale del dirigente ed il suo contenuto deve essere coerente con tale visione: ❚ il “Merito” costituisce un elemento imprescindibile, dato che in sua assenza viene meno la “Funzione”; ❚ sostenere il riconoscimento economico della professionalità e del merito per dare coerenza alla dichiarazione di “valore” del dirigente; DI ❚ visti i tempi, il Contratto deve considerare in modo chiaro le tutele per ogni dirigente (in servizio, inoccupato, pensionato); ❚ gli strumenti utili vanno contrattualizzati per assicurarne la fruizione sia per il dirigente sia per l’azienda (ad esempio la formazione); ❚ necessità di rafforzare le politiche attive che rappresentano la misura del valore del dirigente. Se ha un “valore” per l’azienda e la società, “merita” politiche specifiche nell’interesse proprio e delle aziende. 4. Una politica industriale attiva: No Industria, No Dirigenti - No Dirigenti, No Industria Occorre una vera politica industriale per far crescere il Paese e si richiede un approccio serio e strutturato dalla Federazione che dovrebbe impegnare almeno una risorsa “full time” con l’obiettivo di sviluppare proposte sulla base degli input delle Associazioni Territoriali e delle RSA. È necessario ribadire il concetto che in assenza di Industria non ci sono Dirigenti e che in assenza di Dirigenti viene a mancare l’Industria. Bisogna quindi costruire una strategia per creare autorevolezza. Si propone un percorso che consenta, attraverso la consulta telematica e un centro studi, di realizzare un pungolo continuo sulle iniziative Istituzionali e Confindustriali per promuovere le istanze della categoria, con la necessaria autorevolezza e visibilità. Rappresentare il “pungolo” sulle promesse fatte e non mantenute, ad esempio in tema di Agenda Digitale, evidenziando affermazioni, progetti di legge poi naufragati, per “chiedere conto” di quanto non è stato fatto e dei problemi anche misurati in termini di perdita economica e di occupazione. Questo vuol dire fare concreta rappresentanza. 5. Autorevolezza e rappresentanza del dirigente La strategia per il prossimo triennio dovrà considerare la coerenza tra la “storia” dei candidati e le loro proposte. Proponiamo quindi di sostenere i candidati con profilo di dirigenza e di successi, che presenteranno un programma Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014 7 n OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO Aumentare l’autorevolezza e la rappresentanza della dirigenza, tutelandone i legittimi diritti e promuovendone il ruolo sociale per assicurare il contributo allo sviluppo del Paese. preciso, con dichiarazione chiara degli obiettivi che intendono perseguire, identificando gli strumenti ritenuti fondamentali per la realizzazione e i Key Performance Indicator (KPI) che misureranno oggettivamente i risultati. Proponiamo di valutare l’attività svolta dagli eletti negli Enti collaterali e negli Organi statutari per capitalizzare meriti e competenze acquisite e favorire un percorso di crescita e continuità, proponendo la conferma del 2° mandato su chiara dimostrazione dell’attività svolta e dei risultati raggiunti, secondo criteri di valutazione basati su KPI chiari e definiti all’inizio del mandato. Sentiamo il bisogno di incrementare le proposte e le azioni a favore della categoria. Pensiamo sia necessario comunicare con efficacia e prendere posizioni decise sui temi caldi per assicurare una efficace azione di rappresentanza; posizioni e proposte sui temi degli esodati, dirigenti in servizio, politiche attive, salvaguardia del potere d’acquisto ed altri temi fondamentali per la categoria e la società. Dobbiamo garantire un livello “minimo” di servizi a tutti gli associati, siano essi appartenenti alle grandi Associazioni Territoriali o alle piccole, perché i diritti devono essere gli stessi in ogni parte d’Italia. È necessario definire i livelli minimi di servizio da assicurare in ogni singola Associazione Territoriale in termini di assistenza FASI, Consulenza Sindacale, etc. Le Associazioni Territoriali hanno una doppia valenza: come azioniste di Federmanager ne definiscono le linee po- litiche e programmatiche e come “braccio operativo” della Federazione: per rilevare i bisogni specifici del territorio e dei dirigenti; realizzare i progetti Federmanager sul territorio; fornire i servizi garantendone i livelli «minimi» definiti da Federmanager. Federmanager dovrà garantire anche un’efficace gestione manageriale ai progetti approvati. Le linee di indirizzo Federmanager dovranno quindi bilanciare in modo efficace il modello partecipativo alle decisioni, con una gestione manageriale dei progetti basata sulla collaborazione ed eccellenza di esecuzione. 6. Allineamento alla strategia degli enti controllati da Federmanager e collaterali Le linee strategiche Federmanager dovranno trovare infine rispondenza sinergica da parte degli Enti preposti all’erogazione di servizi alla categoria attraverso un allineamento armonico delle iniziative. Fra gli obiettivi prioritari si propone la semplificazione delle procedure: riducendo il carico burocratico, aumentando l’efficacia con l’utilizzo di tecnologie abilitanti Information Communication Technology (ICT) e adottando i sistemi di valutazione delle performance (KPI). ■ Invia i tuoi commenti all’indirizzo e-mail: [email protected] e visita il sito www.aldai.it per gli aggiornamenti. Proposte FEDERMANAGER ❚ Allargamento del perimetro della rappresentanza. ❚ Piano di Sviluppo Industriale. ❚ Difesa del potere d’acquisto. ❚ Priorità della previdenza e assistenza sanitaria. ❚ Consulta telematica e centro studi. ❚ Manager motore di innovazione. generali ❚ Riconoscimento del ruolo e del merito del dirigente nella vita aziendale. ❚ Tutele e politiche attive da sviluppare all’interno del contratto. 8 DI ❚ Gestione manageriale Federmanager e Associazioni Territoriali. ❚ Aumentare il valore percepito dagli associati. OSSERVATORIO ❚ Costituzione di osservatori per settori industriali in collaborazione con Associazioni Territoriali per promuovere iniziative di sviluppo. ❚ Monitoraggio della situazione economico-sociale dell'industria. ❚ Evoluzione della struttura organizzativa e produttiva dell'industria. ❚ Sistemi di direzione per obiettivi e modelli retributivi collegati. Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014 n GESTIONE DEL CAMBIAMENTO OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO OBIETTIVO TO DO Mantenere aggiornato il Ruolo del Dirigente e le competenze manageriali. Assicurare coerenza Federmanager al nuovo scenario industriale del Paese. Task Force permanente per monitorare i cambiamenti e attivare le iniziative di sviluppo manageriale. Innovazione nelle modalità di fare rappresentanza e di gestire le relazioni aziendali. Utilizzare le tecnologie abilitanti, come la videoconferenza, per ridurre i costi aumentando le relazioni. ❚ Definire mission delle diverse figure con relativi servizi e iniziative. ❚ Assicurare le necessarie tutele previdenziali e sanitarie, con particolare riguardo a Fasi e Assidai. ❚ Rafforzare il supporto alle attività collaterali (es. Manager to work). ❚ Fase creativa ❚ Fase di approvazione ❚ Fase di realizzazione ❚ Fase di analisi dei risultati Allargamento della rappresentanza Federmanager alle diverse categorie manageriali. Progettazione e gestione organica delle iniziative. COESIONE DELLA CATEGORIA OBIETTIVO TO DO Dare voce a tutte le componenti rappresentate. Considerare i dirigenti in servizio, i manager con alte professionalità ed i dirigenti senior un’unica entità. Garantire la costante sinergia tra i vari gruppi e i loro coordinamenti. Rappresentare in modo unitario la categoria verso l’esterno. Favorire la partecipazione dei dirigenti senior e delle alte professionalità alle iniziative di aggiornamento permanente. Favorire la partecipazione delle diverse tipologie di dirigenti ai lavori delle Commissioni. VALORIZZARE IL CONTRATTO OBIETTIVO TO DO Presidiare e garantire la reale applicazione del CCNL, denunciando eventuali carenze. Riconoscere il valore del dirigente ed il suo contributo alla crescita aziendale attraverso il riconoscimento economico (retribuzione, parte variabile, etc). Maggior contributo delle Ass. Territoriali nei rapporti con le corrispondenti Ass. Imprenditoriali per lo sviluppo delle linee di politica industriale. Evitare la dispersione del valore del dirigente. Ufficializzare il contatto con le RSA e discuterne l’applicazione. Favorire la creazione di nuove RSA. Monitorare e valutare l’attività dell’Osservatorio Bilaterale. Riconoscimento economico della professionalità e merito del dirigente. Favorire l'applicazione della parte variabile sui risultati in relazione al comparto industriale in cui opera. Inserire una clausola per l'applicazione una tantum della parte variabile non gestita. Inserire nel CCNL la costituzione di Osservatori Bilaterali Territoriali. Attivare un contratto di ricollocazione come strumento di scelta consensuale tra le parti in caso di ristrutturazioni per motivi economici ed organizzativi. Responsabilizzare l’impresa del ricollocamento. STIMOLARE LO SVILUPPO DELLA POLITICA INDUSTRIALE OBIETTIVO TO DO Stimolare le Istituzioni all’attivazione di una reale politica industriale. Favorire incontri con le Istituzioni e dibattere sul tema. Far sentire la costante voce della categoria, mediante convegni, articoli, interviste... Commentare tempestivamente ogni avvenimento di risalto nazionale che abbia impatto sulla Politica Industriale. AUMENTARE AUTOREVOLEZZA E RAPPRESENTANZA DEL DIRIGENTE OBIETTIVO TO DO Valorizzare l'immagine del dirigente. Comunicazioni esterne all’insegna di unitarietà di visione e di comportamento. Dare risalto ad iniziative lodevoli da parte della categoria. Selezionare interlocutori sulla base di esperienza e competenza. Offrire ai vari enti territoriali consulenze gratuite nei settori e specializzazioni di cui questi enti hanno bisogno. ❚ Definire i dirigenti designati alle azioni. ❚ Garantire l’immagine dell’Associazione con la collaborazione di idonei professionisti. Definire precisi incarichi. Definire livelli minimi di servizi e livelli minimi di qualità degli stessi che tutte le Associazioni Territoriali devono garantire agli iscritti. Aumentare il collegamento della dirigenza con le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione. Essere di riferimento per il mondo politico e imprenditoriale. Affermare l’autorevolezza della categoria. Garantire agli iscritti stessi diritti, indipendentemente dal luogo e dalla situazione professionale. Migliorare la gestione manageriale dei progetti. Definire KPI relativi a proposte/attività Federmanager e Customer Satisfaction Index per le Associazioni Territoriali. DI Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014 9
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