Dieta, Alimentazione e Cancro Stato dell’arte Il cancro è considerato una delle principali cause di morte nel Mondo. Nei paesi industrializzati, l’incidenza di malattie cronico-degenerative correlabili ad abitudini alimentari non ottimali è in continuo aumento, basti pensare al discusso consumo di carne rossa causa di cancro al colon (Demeyer et al., 2008). Parallelamente all’identificazione dei componenti degli alimenti potenzialmente negativi per la salute umana (Richman et al., 2011) ed al ruolo della dieta nella prevenzione del cancro (Gonzalez et al., 2010), è emersa l’importanza di altri alimenti che presentano, al contrario, caratteristiche positive. Recenti studi hanno permesso di evidenziare molti dei meccanismi attraverso cui alcuni componenti bioattivi presenti negli alimenti sono in grado di modulare vie metaboliche, determinando un miglioramento dello stato di salute dell’uomo (Johnson et al., 2011). Moltissimi componenti bioattivi presenti negli alimenti sono oggetto di studio dell’odierna scienza dell’alimentazione. Studi epidemiologici hanno dimostrato come una dieta ricca di frutta e verdura può ridurre il rischio di cancro e questo effetto è stato appunto attribuito ai composti bioattivi presenti in questi alimenti (Liu, 2003). E’ stato stimato, infatti, come il 30-70% di tutti i casi di cancro potrebbe essere prevenuto modificando la dieta, in base allo specifico effetto di ciascun componente alimentare rispetto ai diversi tipi di cancro. Inoltre anche l’uso di diversi composti bioattivi, presenti in natura, ha un’elevata azione antiossidante ed antimicrobica favorevole sia nella fase di allevamento sia nella fase di produzione tecnologica dei prodotti di origine animale (Arihara, 2006; Coma, 2008; Leusink et al., 2010; Zhang et al., 2010). Tra i biofenoli, i flavonoidi (o bioflavonoidi) stanno riscuotendo un enorme interesse scientifico, legato principalmente ai loro potenziali effetti benefici, antiossidanti ed anti-infiammatori (Murakami et al., 2012). La loro funzionalità, di fatto, è stata riscontrata nelle campagne di prevenzione di malattie cardiovascolari, cognitive e cancro (Wong et al., 2008; Demaria et al., 2010). Il meccanismo su cui si basano questi processi degenerativi può, infatti, essere contrastato dall’attività antiossidante dei flavonoidi (Zhang et al., 2011) e dalla loro attività anti-infiammatoria (Hämäläinen et al., 2011). A tal proposito è stato visto come diversi bioflavonoidi, quali la luteolina, la tangeretina ed il sulforafano, esplicano attività di prevenzione nei confronti del cancro (Cerella et al., 2010). Tali bioflavonoidi esercitano i loro effetti di prevenzione del cancro, regolando alcuni processi cellulari associati alla malattia tra cui infiammazione, immunomodulazione, angiogenesi, apoptosi e proliferazione (Pan et al., 2009; Xiao, 2009). Un ruolo molto importante è rappresentato dagli estratti vegetali come la luteolina (Harris et al., 2006), flavone isolato originariamente dalle foglie di timo, tarassaco e salvia, in quanto ha delle elevate proprietà anti-infiammatorie (Park et al., 2011). A livello di prodotti orto-frutticoli, essa si trova nella rapa gialla, nei peperoni e nel sedano (http://www.nal.usda.gov/fnic/foodcomp/Data/Other/EB03_VegFlav.pdf). Un altro flavonoide che ha dimostrato avere capacità anticarcinogeniche (Chen et al., 2007; Meiyanto et al., 2012) ed anti-infiammatorie (Murakami et al., 2012) è la tangeretina, presente nella buccia degli agrumi. Sembra quindi che diversi nutrienti dietetici (presenti negli alimenti di origine vegetale) che vengono consumati quotidianamente, giochino un ruolo importante nella prevenzione del cancro e di diverse malattie infiammatorie. Dott.ssa Antonietta Funaro Biologa Nutrizionista-PhD Food Science
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