Malattie linfoproliferative. Inquadramento C. Giordano Malattie linfoproliferative • Gruppo eterogeneo di neoplasie maligne che originano dai linfociti B, T, e dalle cellule NK. MONOCLONALI, ossia derivate dalle progenie di un unico linfocita. immunofenotipo riproduce i diversi stadi di differenziazione delle cellule B e T • L Neoplasie cellule B Leucemia/linfoma linfoblastico dei precursori B Neoplasie cellule T Leucemia/linfoma linfoblastico dei precursori T Linfoma linfocitico a piccole cellule / Leucemia linfatica cronica Mieloma multiplo Linfoma mantellare Linfoma follicolare Linfoma di Burkitt Linfoma diffuso a grandi cellule Linfoma marginale Linfoma delle cellule T periferiche Eziologia 1) Alterazione del sistema immunitario • Immunodeficienza (HIV, iatrogena) (LNH a grandi cellule B, Burkitt) • Autoimmunità (Linfomi MALT) 2) Traslocazioni cromosomiche reciproche Proto-oncogeni coinvolti nella regolazione della proliferazione cellulare e/o dell apoptosi (MYC, BCL-2, ciclina-D1), finiscono sotto il controllo dei promotori delle immunoglobuline -locus IgH• Ricombinazione VDJ nei progenitori B e T • Ipermutazione somatica nei linfociti B del centro follicolare • Switch di classe nei linfociti B del centro follicolare 3) Virus EBV • Burkitt (40-100%) • Hodgkin (30-40%) • LNH in pazienti immunosoppressi HHV8 • Linfomi cavitari • malattia di Castleman diffusa HCV • Linfoma linfoplasmocitico associato a crioglobulina II • Leucemia/Linfoma T dell adulto HTLV-1 4) Batteri (risposta immune ad antigeni batterici) • H. Pylori linfoma MALT gastrico • B. Burgdorferi linfoma MALT cutaneo 5) Fattori genetici ereditari • Sindrome di Bloom, anemia di Fanconi, atassia teleangectasica, sindrome di Down 6) Radio e chemioterapia Malattie linfoproliferative • Gruppo clinicamente molto eterogeneo di malattie, alcune delle quali rapidamente progressive- LINFOMI CLINICAMENTE AGGRESSIVI- altre con un decorso clinico lento, che può protarsi anche per un decennioLINFOMI CLINICAMENTE INDOLENTI. Malattie linfoproliferative • Il 70% circa dei linfomi ha origine dai linfonodi (linfomi nodali). • Il 30% circa origina nel MALT, nella cute, nella milza, nel timo, o nel midollo osseo (linfomi extra-nodali). • L 80-85% deriva dai linociti B, il 15-20% dai linfociti T LE MODALITA DI PRESENTAZIONE CLINICA DIPENDONO DAL GRADO DI AGGRESSIVITA E DALLA LOCALIZZAZIONE Correlazioni clinico-patologiche • Linfomi nodali indolenti: lento e progressivo aumento di volume di uno o più linfonodi, spesso linfoadenopatia generalizzata, in assenza di altri sintomi • Linfomi nodali aggressivi: rapido aumento di volume di uno o più linfonodi, spesso associato ad astenia, dimagrimento, febbre. • Linfomi extra-nodali: sintomatologia variabile, in funzione dell organo colpito. Correlazioni clinico-patologiche • Alcune malattie linfoproliferative insorgono a livello periferico e si manifestano con linfoadenomegalia (o masse extra-nodali). Queste possono comunque diffondere al midollo emopoietico. • Altre insorgono primitivamente nel midollo emopoietico (leucemie/linfomi linfoblastici, LLC, leucemia a cellule capellute, disordini plasmacellulari). Malattie linfoproliferative • Nei casi in cui la malattia non risponde alla terapia, la progressiva diffusione delle cellule neoplastiche al midollo osseo causa insufficienza midollare con conseguente leucopenia, trombocitopenia • Le conseguenti infezioni gravi ed emorragie disseminate possono rappresentare la causa di morte del paziente LEUCEMIE LINFATICHE LINFOMI La maggior parte dei linfomi è disseminata al momento della diagnosi. Eccezione: linfoma di Hodgkin Malattie linfoproliferative. Entità cliniche • Leucemie linfatiche • Linfomi NH • Linfoma di Hodgkin • Neoplasie delle plasmacellule Malattie linfoproliferative Classificazione istopatologica • Esistono diversi tipi istologici di linfoma. • Ogni linfoma costituisce un entità clinico-patologica a sé stante, ossia ogni linfoma è la conseguenza di una specifica popolazione neoplastica con caratteristiche morfologiche, immunofenotipiche e genotipiche distintive. Revised European-American classification of Lymphoid neoplasm (REAL), 1994 • caratteristiche cliniche • morfologia • immunofenotipo • genotipo entità cliniche distinte Revised European-American classification of Lymphoid neoplasm (WHO classification, 2001) • Neoplasie dei precursori delle cellule B • Neoplasie delle cellule B periferiche • Neoplasie dei precursori delle cellule T • Neoplasie delle cellule T e NK periferiche • Linfoma di Hodgkin Linfoma diffuso a grandi cellule B Linfoma follicolare MALT Diagnosi L esame morfologico ed immunofenotipico (immunoistochimica, citofluorimetria) sono necessari per la diagnosi. Biopsia linfonodale Agobiopsia osteomidollare Agoaspirato midollare Analisi genetiche e di biologia molecolare Linfomi non-Hodgkin, pattern di crescita CD20 Malattie linfoproliferative • ITER DIAGNOSTICO: Sospetto clinico ! biopsia del tessuto interessato ! esame istologico che conferma l esistenza del linfoma ! caratterizzazione immunoistochimica delle cellule neoplastiche (eventualmente associata a biologia molecolare) ! Classificazione della neoplasia secondo WHO 2001 ! stadiazione. Stadiazione clinica dei linfomi di Ann Arbor A: assenza sintomi sistemici (febbre significativa, sudorazione notturna e/o inspiegabile perdita di peso >10% del peso corporeo normale) B: presenza sintomi sistemici Ruolo della BOM nelle malattie linfoproliferative • Per le patologie ad insorgenza midollare consente di porre la diagnosi • Per le patologie ad insorgenza extra-midollare, se positiva, è elemento sufficiente per collocare il paziente allo stadio IV e per instaurare una terapia sistemica • Consente il monitoraggio della progressione di malattia e degli effetti della terapia sulla neoplasia e sulla popolazione emopoietica (MIELODISPLASIA POSTCHEMIOTERAPICA) Prognosi • Linfomi a basso grado di malignità Indolenti, a lenta crescita, basso indice mitotico, scarsa risposta alla terapia • Linfomi ad alto grado di malignità Aggressivi,crescita rapida, alto indice mitotico, buona risposta alla terapia La stadiazione dei linfomi ha un valore prognostico rilevante nel linfoma di Hodgkin, più relativo nei linfomi nonHodgkin
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