04 07 2014 Intervento del Ltn Pino Lorenzo, del Co.I.R. Vittorio

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Innanzitutto mi presento, sono il luogotenente Lorenzo Pino, svolgo la mia attività Istituzionale
presso Nucleo Radiomobile di Bologna, sono delegato Co.i.R. presso il Comando Interregionale
Vittorio Veneto che ha giurisdizione nelle quattro Legioni di Nord est (Emilia Romagna, Veneto,
Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige).
Con questo mio intervento non entro nel merito dei requisiti necessari o delle varie proposte per
modificare l’attuale sistema della rappresentanza militare, vi voglio però rendere partecipi di quelle
esperienze che hanno contribuito alla formazione dei giudizi che di seguito esprimerò e che spero
possano esservi utili.
Nel recente passato in un momento di sconforto mi è capitato di definire l’attuale sistema della
rappresentanza militare come “uno strumento geniale per la cura degli interessi di chi lo ha
pensato”. L’esperienza vissuta nella rappresentanza mi ha convinto che, certamente, questo
strumento non lo hanno pensato i Carabinieri alla base della piramide gerarchica dell’Arma.
La rappresentanza militare è uno strumento “geniale” perché abilmente ammantata da concetti di
democrazia che nei fatti sono smentiti dalla “gerarchizzazione del sistema”. Ad esempio è previsto
che la rappresentanza è un organismo affiancato al Comandante, salvo poi subire procedimenti
disciplinari quando un delegato segnala un problema. Non più tardi di una settimana fa il Co.I.R.
Vittorio Veneto con delibera ha espresso solidarietà ad un delegato di un altro organismo proprio
per queste motivazioni.
Altri esempi: l’ufficiale di grado più elevato ha la presidenza dell’organismo di rappresentanza e,
essendo quasi sempre un dirigente (vedi Co.Ce.R.), non è contrattualizzato, quindi, probabilmente
non avverte nella stessa misura degli altri delegati le difficoltà e la rabbia che un blocco contrattuale
può provocare; l’ufficiale più elevato in grado presiede il comitato di presidenza che stabilisce gli
ordini del giorno; a parità di voti il voto del presidente dell’organismo o del comitato di presidenza
vale doppio; l’ufficiale più elevato in grado che presiede l’organismo può essere - come spesso è il comandante di quell’unità di base a cui le mozioni sono indirizzate per segnalare carenze,
inefficienze abusi ecc... Un esempio, nell’ambito del Comando Interregionale Vittorio Veneto nel
precedente mandato presiedeva il Co.I.R. un generale, comandante di una delle quattro Legioni. Vi
lascio immaginare lo stato d’animo, la serenità di chi nella sua Legione avesse voluto segnalare
delle problematiche, e non vi racconto per non dilungarmi le conseguenze di quello che poi è
accaduto in seno a quell’organismo di rappresentanza a causa di quel palese conflitto d’interessi.
Altro motivo della “genialità” dell’attuale sistema di rappresentanza è dato dal fatto che consente la
messa in atto del motto “DIVIDI ET IMPERA”. Alcuni esempi: un candidato può concorrere alla
competizione elettorale e non saperlo; un candidato potrebbe essere eletto anche contro la sua
volontà; tali meccanismi fanno si che le capacità e l’impegno dei candidati possono essere
condizionate da dinamiche non sempre chiare già prima di iniziare la competizione elettorale.
Con questi presupposti gli eletti al Co.Ba.R. votano poi per eleggere al Co.I.R. colleghi che, salvo
eccezioni, non hanno mai visto o conosciuto e che scelgono con criteri d’improvvisazione. Analoga
giostra avviene poi per l’elezione dei candidati al Co.Ce.R. di sezione.
Non entro nel merito delle possibilità che hanno poi i vari organismi di rappresentanza per la
risoluzione dei problemi. E’ però sotto gli occhi di tutti che il Co.Ce.R., l’organismo più titolato,
pur rappresentando sulla carta 100.000 Carabinieri non è in grado di incidere efficacemente sulle
tematiche, basti pensare che dopo 5 anni di blocco contrattuale, 4 di quello stipendiale, 18 anni di
ritardi per l’avvio della previdenza complementare, passaggio al sistema contributivo con rilevanti
riduzioni dell’assegno pensionistico, aumento del periodo di servizio, rateizzazione della
buonuscita, un’ora di straordinario pari a 7 euro (fissata nel 2001), il mancato turn over che mette
in evidenza un organico vecchio e non più adeguato a talune esigenze ecc.., palesa estreme
difficoltà ad essere ascoltato all’esterno e non è ancora riuscito a convocare un’assise plenaria a
Roma per concordare con la base (Co.I.R. e Co.Ba.R.) una linea di lavoro che cerchi almeno di
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stemperare l’elenco appena citato, prima che questo metta in estrema difficoltà il comparto
sicurezza.
Di contro, un sindacato di polizia il 9 giugno scorso, in occasione di un convegno nazionale
comunica ai propri iscritti di aver votato una delibera all’unanimità tra segretari nazionale, regionali
e provinciali in merito alle iniziative da perseguire, definendolo un atto di massima democrazia e
rappresentanza….e noi? Noi invece, che come unico strumento di lavoro abbiamo le delibere, ci
ritroviamo che spesso le stesse non vengono trattate, ovvero se sono mandate avanti nei lavori,
diverse di queste non ricevono adeguate risposte vanificando di fatto il lavoro della rappresentanza.
Signori della Commissione, questo modello “gerarchizzato” di rappresentanza non funziona bene
ed è per questo che ha un livello di fiducia così basso che nessuno ha mai avuto il coraggio di
verificare, anzi, nessuno ha mai permesso di verificare.
Arrivo al dunque di questo mio personale intervento. Pur non sapendo suggerirvi il modello
perfetto per rappresentare al meglio le istanze e i diritti dei miei colleghi, dico che oggi, potendo o
dovendo scegliere, opterei per l’istituto del sindacato anche se qualcuno paventa derive
destabilizzanti della tenuta delle forze armate in barba all’esperienza della Polizia di Stato nonché
alla serietà e all’attaccamento alle Istituzioni dimostrati in 200 anni di storia dai Carabinieri alla
base della piramide dell’Arma. Aggiungo che questa mia scelta è diffusamente condivisa tra molti
carabinieri del Nord/est.
Un’ultima istanza, nelle vostre valutazioni vi pregherei di tenere sempre presente che i Carabinieri
(come gli uomini della Guardia di Finanza) hanno un carattere di specificità in più perché sono sia
forza militare che forza di polizia, tenete anche presente che l’Arma è connotata da
un’organizzazione caratterizzata da piccole unità (le Stazioni) dislocate su tutto il territorio
nazionale che, per le ridotte dimensioni oltre a patire le tematiche a carattere generale, soffrono più
di altri quei disagi che in altre realtà non sussistono.
Grazie per l’ascolto.
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