RUFRAE NEWS IC MIGNANO M.L– MARZANO A. S.S. I grado Sede di Presenzano GIORNALINO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Perché un giornalino scolastico? Tra infanzia e adolescenza… L’idea del giornalino scolastico “Rufrae news”, come strumento di comunicazione, nasce con lo scopo di diffondere notizie e informazioni sulla vita della scuola secondaria di primo grado di Presenzano. Esso ha varie finalità: informare, commentare e costituire un importantissimo nesso di collegamento con la realtà esterna. L’età delle incertezze La realizzazione del giornalino scolastico offre, infatti, l’opportunità di riproporre contenuti didattici, frutto di ricerche o di interessi personali, attraverso la ricostruzione e la rielaborazione di argomenti inerenti un percorso di apprendimento strutturato e non, e diventa così un ambiente di sperimentazione dei diversi tipi di scrittura. Per gli alunni scrivere su un giornale, sia pure quello scolastico, è motivo di incentivazione alla produzione linguistica. La redazione di un giornalino scolastico, inoltre, è uno strumento efficace per dar voce agli alunni, per unificare molteplici interessi e attività, per promuovere la creatività, per favorire una partecipazione responsabile alla vita della scuola. Continua a pag. 4 Per molti genitori, scoprire che i propri figli, giunti alle soglie dei dodici-tredici anni, si trasformano rapidamente è ,spesso, traumatico. Questo è un momento che può riservare delusioni ai genitori e che, di solito, non risparmia sofferenza nemmeno ai figli. Questo periodo, noto come adolescenza, funge da collegamento tra l’infanzia e l’età adulta e comprende gli anni durante i quali l’individuo compie quelle esperienze fondamentali che lo trasformano in adulto. L’adolescente è un soggetto molto fragile perché, dopo aver perduto le antiche certezze e i punti di riferimento dell’infanzia, stenta a trovare la propria strada. I genitori non rappresentano più tutto il mondo, anzi, il ragazzo comincia a vedere in loro aspetti che prima non aveva colto e che adesso non lo soddisfano pienamente. Non solo scopre che anche il papà e la mamma possono sbagliare, ma si convince spesso che è proprio l’atteggiamento nei suoi confronti ad essere inadeguato. GENNAIO 2014 Sommario: Perché un giornalino scolastico? 1-4 Tra infanzia e adolescenza 1-2 Suor Sabina 1-3 Il mio paese: Presenzano 2 Il nostro santo protettore 3 Proverbi presenzanesi 3 La globalizzazione 4 Usanze culinarie natalizie 5 Ricette locali Vecchi giochi e filastrocche La centrale idroelettrica 6 Il gioco del calcio a Presenzano Sciò sciò ciucciuvè Continua a pag. 2 Quest’anno niente uscite? Natale è …. Suor Sabina 7 Il Natale Suor Sabina…., cosa dire di lei? Era una suora dolce e buona che amava tutti come figli. Quando ero piccola mia madre mi lasciava da lei, se aveva qualche impegno e doveva uscire. E lei, con tanta pazienza, mi aiutava a svolgere i compiti e poi mi faceva giocare con gli altri bambini. Spesso, quando i genitori non potevano venire a prenderci, lei ci riaccompagnava a casa e, durante il tragitto, ci faceva recitare il “PADRE NOSTRO” e l’ “AVE MARIA”. Continua a pag. 3 La mia scuola ideale 8 Il bullismo Che cos’è la droga? 9 Le droghe spiegate a noi adolescenti Storia della famiglia Del Balzo 10 Pagina 2 Il mio paese: Presenzano La storia di Presenzano coincide, per buona parte, con quella dell’antica Rufrae, città molto potente perché situata su una collina. I reperti più importanti per ricostruire la storia del nostro paese, sono stati rinvenuti quando sono stati eseguiti alcuni scavi per impiantare condotte per l’irrigazione; si tratta di: statuette di creta risalenti al IV secolo, resti di un’antica cinta muraria in blocchi poligonali, edificata nel periodo delle guerre sannitiche, un anfiteatro romano, una necropoli ed un santuario. Nel Primi Medioevo, in epoca longobarda, fu edificato un castello ad impianto quadrilatero: di esso restano i ruderi di alcuni ambienti e del mastio, nonché il recinto, con torri quadrate e cilindriche; appartenne, in un primo periodo, allo spagnolo Barone d’Avalos, e poi ai duchi “Del Balzo”. Alcune voci sostengono che Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, dopo lo storico incontro, abbiano pernottato proprio nel “Palazzo ducale” di Presenzano. I libri di storia raccontano, in genere, che l‘incontro sia avvenuto il 26 ottobre 1860 a Teano; altri dicono che sia avvenuto a Vairano Patenora, ed altri ancora, invece, dicono che sia avvenuto a Presenzano. A sostegno di quest’ultima ipotesi, esiste una leggenda: un certo Pietro Zenga, mentre pascolava le sue pecore nei pressi della masseria di RUFRAE NEWS di Michele Petrella, in contrada Spinosa, udì un calpestìo: due gruppi di cavalieri, per opposto cammino si avvicinavano al galoppo. Zenga vide i comandanti dei due gruppi: uno spiccava per la regalità dei movimenti, l’altro si distingueva per l’intensità volitiva dello sguardo e per la camicia rossa. I due scesero dal cavallo e parlarono per una mezz’ora . Alcuni raccontano anche che Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi s’inginocchiarono dinanzi al dittatore del napoletano e della Sicilia, chiedendogli il regno dell’’Italia unita, e gli offrirono una corona di spine… Da allora la contrada Spinosa fu chiamata “ove si inginocchia”. Tra il 1861 e 1870, il territorio di Presenzano visse il fenomeno del Brigantaggio: il vicino Monte Cesima rappresentò un rifugio sicuro ed inespugnabile per numerose bande dell’alto casertano e, dal 1947 al 1950 fu rifugio per il bandito Agostino Martone di Sesto Campano. Durante la seconda guerra mondiale, Presenzano fu raggiunta Tra infanzia e adolescenza… Continua da pag. 1 Vorrebbe parlarne, ma una nuova, sconosciuta riservatezza spesso lo allontana, perché sente che non potrebbero capire quel malumore, quell’insoddisfazione, quel vuoto che si porta dentro. Allora sorge spontaneo il bisogno di trovare altre persone che condividono il suo stesso stato d’animo, i suoi problemi, persone con le quali parlare e confidarsi per sentirsi meno soli. L’adolescenza provoca dunque la nascita di nuovi rapporti con singoli amici o con gruppi di coetanei. In queste fase si comincia ed avvertire il bisogno di rendersi indipendenti della propria famiglia in molti aspetti di vita, per esempio nella scelta Che stagione l'adolescenza. Senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale. Eugenio Scalfari dell’amicizia. dai colpi di cannone che i tedeschi, stanziati su Montecassino, sparavano per colpire gli americani, comandati dal Generale Mark Wayne Clark, che si erano rifugiati in una fattoria del nostro circondario, mentre tutta la pianura e gli uliveti del paese erano battuti dai mezzi pesanti che trasportavano le munizioni al fronte. Angela Minchella Classe II D Gli amici diventano importanti. L’adolescente li frequenta di continuo, in un rapporto di complementarietà con la famiglia. Il desiderio di divertirsi, caratterizza l’età giovanile e l’adolescente in particolare. Talvolta però la festa può trasformarsi in tragedia: è il caso della tragedia del sabato sera che avvengono nelle le discoteche e nei luoghi tradizionali del divertimento notturno. Infrangere le regole del mondo degli adulti è tipico dell’adolescente, anche per questo i ragazzi scelgono di recarsi in locali lontani del proprio paese . Sabrina Petrella Classe III D Pagina 3 GENNAIO 2014 Suor Sabina Continua da pag. 1 Ricordo un episodio, in particolare, che, secondo me, può raccontare al meglio il suo carattere: una volta, mentre ci riaccompagnava a casa, un bambino fece la pipì in macchina. Tutti avevamo paura che si arrabbiasse, ma lei cosa fece? Urlò? Lo rimproverò? No, si mise a ridere, una grande risata che coinvolse anche il bambino impaurito e imbarazzato e che sdrammatizzò la situazione. I suoi erano, forse, metodi un po’ all’antica: per prepararci alla prima comunione, per esempio, ci fece ripetere più di cinquanta volte l’Atto di Dolore. Vi assicuro: non l’ho più dimenticato! Suor Sabina ci ha lasciato dopo una lunga e dolorosa malattia e, per noi di Presenzano, è un po’ come se fosse scomparsa una mamma, una mamma che, dal cielo, ci sorride e…. continua a distribuire caramelle a grandi e piccini. Un bacio, Suor Sabina. Federica Parente Classe II D Proverbi Presenzanesi -Attacca gliu ciuc- cio addò ricia gliu padron. -Scopa la casa che nun sai chi trasa,fatt gl liett' e nun sai che t'aspetta. -Caurai cu caurai nun z'tegnen. -Falla a tutti e nun t'la fà fà. -Meglio na mal matin che na mal vicina,na mala matina passa,na mala vicina resta. -Amici, cognati, parenti: pugnali e serpenti -Batti il ferro quando è caldo. -Cane che abbaia non morde. -A chi ben crede,Dio provvede. -Ndanu,Ndanu gliu ruttu porta gliu sanu. Il nostro santo protettore: San Nicola Il 6 dicembre si festeggia San Nicola protettore di Presenzano . La mattina si celebra la messa solenne, seguita da una processione. L a sera si celebra un’altra messa, alla fine della quale si distribuiscono “le panelle”, piccoli pani benedetti, per proteggere la famiglia e la casa dal maltempo e dalle avversità. Le leggende che lo ricordano ne esaltano le qualità e in particolare fanno riferimento alla generosità del Santo come portatore di doni. A Presenzano è ancora vivo il ricordo della storia dei tre bambini uccisi dall’oste e serviti come pietanza di pesce a San Nicola, che, divinamente ispirato, resuscitò i piccoli, oppure quella delle tre fanciulle che il padre voleva avviare ad una brutta via, non potendo provvedere alla dote che occorreva per farle sposare. San Nicola lanciò nella casa delle fanciulle tre sacchi contenenti l’oro che bastava a fare la dote e a salvarle da un triste futuro. Durante la carestia del 333 che aveva colpito gran parte dell’Impero, approdarono a Myra delle navi provenienti da Alessandria. nei confronti degli esattori. - Gli auciegli p'alloria e gli ftienti p'terra. -La otta vecchia fà lu vinu buonu. -Aiutami lengua che forza nun tengu. Gli parienti so comm l'scarp',chiu sò strett e chiù fann' male. -Stipt gliù milu p quann'te vene la set. Il vescovo Nicola salì su una di queste navi esortando il capitano a scaricare un parte del grano, impegnandosi a giustificarlo e ad assumersi la responsabilità nei confronti degli esattori. Non ci fu bisogno di tutto ciò perché, quando le navi giunsero a Costantinopoli, al momento della misurazione, si constatò che veniva sbarcata la stessa quantità di grano imbarcata alla partenza. Il grano che il Santo aveva ricevuto in dono bastò alla popolazione per 2 anni, anzi, poiché ne avevano conservato un parte, seminarono anche le loro terre. La figura di Nicola si staglia in tutto il suo impegno per i deboli: la simbologia del grano, e quindi del pane, esprime l’idea della partecipazione alla beatitudine di Cristo, essendo il pane il bene per eccellenza. Le panelle che si ricevono il 6 dicembre sono il simbolo della generosità del Santo protettore dei bambini, delle ragazze da marito e di chiunque si trovi in circostanze sfavorevoli. Se ne conserva sempre una a protezione della casa dai pericoli del fuoco e dei temporali. -Se gliu monte tena gliu cappiegliu vena lu bruttu e cessa gliu bellu. -Chi nu semina in primavera nun raccoglie in estate. - Chi troppo tira la stocca. -Se nun è zuppa è pan bagnato. - Furnu cuntientu,pane gentile. -Se nun è aino è pecura. -Mazz e panell fann i figli belli,panell senza mazz fann i figli pazzi. - Natale cu lu solu e Pasqua cu gliu -La merula cicata,la nott fa gliu miru. tizzonu -Ha truvatu;Cristu a met e la Maronna a cogl. - Rimm a chi si figliu e t'ricu a chi -Prima r'Natale nè friddu nè fame,roppù Natale friddu e fame. t'alligni. Angela Minchella Classe II D Pagina 4 La globalizzazione Per globalizzazione si intende l'accorpamento del mondo intero in un unico sistema economico: esso è uno dei termini più usati nel dibattito politico, economico e culturale che riguarda l'attualità. Questo concetto fa riferimento ad un collegamento di individui e gruppi che si trovano sul nostro pianeta e può avere influssi positivi e negativi sul nostro modo di vivere, sulla nostra sicurezza e sul nostro benessere. La diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, che consente un'informazione capillare a chiunque è connesso alla rete, ha posto in discussione le distanze culturali: si parla, oggi, di una globalizzazione culturale, cioè di una diffusione delle notizie e della cultura su scala planetaria, anche se questo comporta il rischio di una omogenizzazione dei pensieri e degli stili di vita. Lo scrittore A. Baricco ha scritto alcune pagine che riguardano la posizione dei No global, i contestatori della globalizzazione, le cui proteste sono di natura diversa, spaziano dell'ecologia al debito del terzo mondo. I No global si battono per una maggiore trasparenza delle regole del mercato e per una maggiore cooperazione fra tutti i paesi del mondo. Essi chiedono un impegno mondiale per la riduzione dei debiti da parte dei paesi ricchi nei confronti delle nazioni più povere, vorrebbero un maggiore rispetto per l'ambiente e per la salute e reclamano la difesa dei diritti del lavoro. La globalizzazione non ha soltanto ampliato le nostre conoscenze ma ha anche determinato cambiamenti sostanziali nella nostra vita quotidiana. La vita economica ha tratto un impulso vertiginoso delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie allargando così a dismisura il proprio campo di azione. RUFRAE NEWS Grazie ai progressi dell'informatica, un comune cittadino può investire i proprio denari sui mercati esteri in temo reale. Anche le aziende industriali possono scegliere con la massima libertà il luogo in cui svolgere le loro attività produttive. Di conseguenza, con le merci, si spostano anche le persone: ciò ha dato vita a fenomeni di emigrazione– immigrazione che riguarda sempre più culture. Un problema connesso alla globalizzazione è la perdita dell'identità: le persone finiscono per dimenticare la loro storia, le loro tradizioni locali, i dialetti e le proprie radici. Il mondo globalizzato vive nel presente, quindi non ha memoria, consuma notizie, personaggi e prodotti rapidamente per restituirne altri. Spezzare il filo della memoria significa non avere consapevolezza del proprio passato e ciò mette l’individuo in una condizione di fragilità che lo porta ad abbattersi alla prima difficoltà. Alcuni movimenti migratori hanno portato nel nostro paese milioni di persone, con lingue, culture, religioni, mentalità e abitudini diverse, da diverse parti del mondo: viviamo ormai in una società multietnica che deve stimolarci, da una parte ad arricchirci di queste diversità e deve, dall’altra, farci riflettere sul nostro percorso storico e sociale. Solo in questo modo riusciremo a vincere le sfide del futuro. Federica Caraccio, Alessandra Vicario e Alison Maccarelli Classe III D La globalizzazione, a suo modo, rende un po' più meticce tutte le culture. Ma non dobbiamo dimenticare che, nell'età della globalizzazione, le identità (nazionali, religiose, culturali) riprendono coscienza di sé. Andrea Riccardi Perché un giornalino scolastico? Continua da pag. 1 E’ anche un modo per sfruttare la potenzialità didattica di questo tipo di attività, in quanto, in essa, si incanalano diverse competenze (comunicative, logiche, sociali, relazionali, operativo manuali, informatiche…),si attiva la fantasia e si sviluppa il senso critico. Lavorare insieme per un giornalino costituisce una preziosa occasione per potenziare le competenze comunicative degli alunni e, nel contempo, facilita la collaborazione per il conseguimento di un obiettivo comune. Scrivere per una platea più ampia, facendo ricorso a differenti tipologie testuali, incrementa notevolmente la motivazione ad esprimersi e a sperimentare forme di scrittura diverse da quelle solitamente praticate tra le mura scolastiche. Descrizioni, relazioni, indagini, resoconti di attività scolastiche, invenzione di storie, attività di scrittura creativa, tutto quello che viene prodotto dai ragazzi e che, solitamente, resta “nascosto” nei loro quaderni ha la possibilità di valicare le anguste mura delle aule; il computer diventa un mezzo per facilitare il lavoro di revisione dei testi e di impaginazione del giornalino, ma anche un amplificatore delle possibilità comunicative. Non a caso tra le prove proposte all’esame di stato troviamo il saggio breve e l’articolo che chiedono agli studenti di saper comporre un’argomentazione, ma, a differenza dell’analisi testuale, a differenza del tema, questi due esercizi di scrittura chiedono esplicitamente che i ragazzi abbiano una precisa consapevolezza della situazione comunicativa in cui il loro testo si collocherà, che sappiano bene a chi scrivono, con quale scopo, in quale occasione, … e che sappiano adeguare il registro espressivo alla situazione che hanno scelto (D.M. 18 settembre 1998, n. 356). Prof.ssa Paola Melillo Responsabile del Progetto Pagina 5 GENNAIO 2014 Usanze culinarie natalizie Ricette locali A Natale, nel mio paese, si usa fare un pranzo abbondante. La sera della vigilia si prepara il cenone e vengono serviti: gli spaghetti con le vongole, il baccalà fritto, l'insalata di cavolfiori e di carota, il baccalà lessato e l'anguilla. Infine si termina con i dolci. Il dolce tipico del mio paese sono le crespelle fatte con pasta lievitata per un giorno intero, e poi fritta nell'olio bollente; esse si conservano per diversi giorni. Altri dolci preparati per le feste natalizie sono i biscotti morbidi al miele con i diavolini, dolci di cioccolato spruzzati con la farina di cocco tipo neve; poi i famosi struffoli, a forma di ceci, passati nel miele e serviti con i diavolini, e la frutta candita. Il giorno di Natale si mangia un abbondante pasto: un antipasto con affettati, uova sode, sottoaceti, formaggi, olive ecc; un primo o due (uno dei due è lasagna al forno o cannelloni) e per secondo si usa cucinare il cappone ripieno al forno con patate arrosto. Poi seguono dolci vari con panettone e spumante. POLENTA GUANTI (CHIACCHERE) INGREDIENTI:farina,zucchero,margarina,limone to,uova,lievito. gratta- PREPARAZIONE:disporre sul tagliere la farina ad anello ed unirvi tutti gi ingredienti, impastare il tutto fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Con il mattarello stendere la sfoglia e tagliare tante strisce e fare dei grossi nodi. Dopo friggere i guanti ottenuti in olio bollente, una volta cotti spolverizzarli con lo zucchero a velo. Federica Parente Classe III D Classe II D BattiMuro: il gioco consiste nel lanciare una moneta e farla andare sotto il muro. Chi riesce a farla avvicinare di più al muro, vince tutte le monete a terra. Campana: il gioco consiste nel disegnare a terra dei quadrati con dei numeri all’interno. Si lanciava una pietra sui numeri e si saltava all’interno de quadrati, ritornando indietro con la pietra tra le mani. Mazz’e piuz: il gioco consiste nel prendere 2 asticelle di legno, una più lunga dell’altra. Quella lunga tra le mani, doveva far alzare la piccola a terra che doveva essere colpita a volo. si giocava a 2o 4 persone. Si faceva la conta e chi veniva sorteggiato si metteva vicino al muro a testa in giù e gli altri gli saltavano addosso. Preparazione: far bollire l'acqua con un pizzico di sale, dopo aggiungere la farina di mais e girare per circa 20 min, a parte preparare la salsa. Dopo la cottura versare la polenta su un tagliere grande e candirla con la salsa di pomodoro precedente preparata. Laura Comparelli Vecchi giochi e filastrocche Piri Piri Botta: Ingredienti:farina di mais,sale e salsa. La filastrocca più “detta” dai presenzanesi recita così: “Presenzaniegliu miu cull’aria fina, viatu a chi ci te la ‘nnammurata, ‘i la tenevo e mo l’aggiu lassata, Presenzaniegliu miu cumm’aggia fa”. La sera dell’ultimo dell’anno si andava in giro per le case e si cantava questa canzone intitolata Santu Salviestu: “Oggi è Santu salviestu. E che ni cantammu priestu Oggi è scalera e rimani è gli’annu nuovu E vui re la casa ratci gliu piccigliatu. Ratcigliu priestu priestu Che amma arrivà finu agliu Siestu(Sesto Campano). Ratcigliu curren,curren che amma arrivà fì alla taverna. Oggi è la festa santa e la santa signuria. Che Diu ce l’accrescia sta bella cumpagnia”. Angela Minchella Pagina 6 RUFRAE NEWS La centrale idroelettrica Si sviluppa sul territorio della provincia di Caserta e Isernia, riveste una fondamentale importanza nella produzione di energia elettrica per il nostro paese. In primo luogo la sua posizione, praticamente equidistante tra Roma e Napoli ed in secondo luogo per la vicinanza con il tracciato dell’elettrodotto a 380kv, la principale dorsale di trasporto di energia della rete italiana. Nell’ impianto idroelettrico di Presenzano si incontrano produzione di energia, innovazione tecnologia e sport . I circa 70 ettari del bacino ospitano infatti, da alcuni anni, le attivita’ del Centro Nautico, gestito dall’Associazione Sport Vacanze Presenzano(alla cui guida c’è il due volte Campione Olimpico Davide Tizzano), una serie di moderne infrastrutture sportive che permettono ai giovani della zona di praticare alcuni tra i più amati sport d’acqua. La superstizione è l’eredità di persone abili di un secolo agli stupidi dell’avvenire Angela Minchella Classe II D Il gioco del calcio a Presenzano Nel mio paese ci sono due campi da calcio: l’uno con erba sintetica, l’altro con erba naturale. Il primo fa parte di una proprietà privata che comprende anche un campo di pallavolo e campetti di tennis; il secondo è pubblico e vi sono delle persone che, con tanto impegno, lo mantengono in buono stato. Esiste anche una scuola di calcio che comprende varie categorie: Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima Squadra. Io gioco nella categoria Esordienti e sono il capitano della squadra. Non sempre vinciamo, quando partecipiamo a dei tornei ma, come si dice: non sempre si può vincere. Ciò che mi dispiace è che, a volte, alcuni miei compagni di squadra non si comportano tanto bene, mentre io credo che nello sport, così come nella vita, sia fondamentale seguire le regole. Silvio Lombari Classe II D La disciplina è il rispetto delle regole che noi sottoscriviamo, l’educazione è non il rispetto delle regole ma il rispetto degli uomini Una delle più antiche tradizioni presenzanesi, e non solo, è il rito contro il malocchio. Anticamente, quando un bambino era eccessivamente capriccioso, o stava male, o quando qualcuno aveva mal di testa, si credeva che avesse “gliù maluocchio” e si metteva in atto un rito particolare. Le signore anziane, mettendo l’acqua in un piatto bianco e Quest’anno niente uscite? Io non sono contenta perché, per colpa di alcuni ragazzi, non possiamo andare alle gite. Loro non hanno un buon comportamento e i professori non fanno uscire neanche i ragazzi che rispettano le regole. Io vorrei che non fosse così, ma che ci facessero uscire e andare a visitare qualche posto bello e particolare perché noi, alla scuola elementare, siamo andati sempre nella stessa località. Sandra Lombari Classe I D pronunciando delle parole segrete, facevano cadere nel piatto, lentamente, delle gocce d’olio: se la goccia si “spanneva”, il malocchio c’era, se rimaneva ” tonna” si poteva stare tranquilli, perché il malocchio non c’era. La formula segreta del malocchio veniva tramandata ai bambini (che avevano già ricevuto la comunione) durante la notte di Natale o di Pasqua. Angela Minchella Classe II D GENNAIO 2014 Pagina 7 Natale è … Il Natale è una festa nata per ricordare la nascita di Gesù, anche se adesso è considerata prevalentemente una festa in cui ci si scambia doni e in cui si è tutti più buoni: questo è confermato dal fatto che molte persone, anche se non credono in Gesù, festeggiano il Natale in modo consumistico dimenticando il Natale, che significa “rinascita” dovrebbe avvenire dentro ciascuno di noi. Durante il Natale, per i bambini, si rinnova la leggenda di Babbo Natale, una persona anziana che porta doni a tutti i bimbi del mondo tramite una slitta trainata da renne volanti. Io adoravo questo personaggio e il periodo in cui veniva a portare i doni perché, da piccola, i miei genitori mi raccontavano la leggenda di Babbo Natale e ci sono stati anni in cui un amico di mia zia, travestito da Babbo Natale, per la gioia mia e di mio fratello, ci portava i regali precedentemente acquistati dai nostri genitori. Se si pensa al Natale, si pensa subito alle luminarie che danno alle città un aspetto festoso, ma anche in ogni casa è usanza addobbare con luci, presepi e alberi di Natale decorati con palline pendenti e luci a intermittenza. Il Natale è ricordato anche da numerose canzoni e musiche che creano una particolare atmosfera e ci fanno sentire in uno strano stato di gioia e serenità . Il caratteristico colore del Natale è per me il bianco, il colore della neve, ma forse si può dire che non esiste un colore preciso per- essendo un evento festoso e allegro, può essere rappresentato da tutti i colori vivaci. Noemi Parisi Classe II D Il Natale E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano Madre Teresa di Calcutta Il Natale apre i cuori ai grandi e ai piccini: è la festa più importante di tutto l'anno perché si festeggia la nascita di Gesù ed è un giorno di festa molto sentito, sia in famiglia che nelle scuole e nelle strade. Ovunque si respira un'aria di festa. La tradizione vuole che ogni casa venga addobbata con il presepe e l'albero con tante luci e tanti regali da aprire il giorno della festa. Per i piccini è proprio questa la vera festa: l’attesa dei doni portati da Babbo Natale che arriva con la sua slitta trainata dalle renne. Le tavole si riempiono dei dolci tradizionali come: i mostaccioli, gli struffoli, i roccocò, il panettone, il torrone. Parenti e amici si ritrovano a trascorrere le serate insieme giocando a tombola o ad altri giochi di società; ci si riunisce anche per il cenone della vigilia, aspettando la mezzanotte per la nascita del piccolo Gesù. Il Natale dei nostri giorni è molto diverso dal Natale di tanto tempo fa. Purtroppo oggi non è più un Natale dei cuori ma è un Natale dei consumi: c'è tanto spreco di cibo e di regali inutili. Ciascuno di noi dovrebbe riflettere, proprio in queste occasioni, sul fatto che in molte parti del mondo ci sono bambini che non conoscono regali e che muoiono per fame e malattie. Anche nelle scuole ci si prepara al Natale cantando e suonando canzoni, imparando poesie e preparando recite. Con le professoresse e i professori gli alunni addobbano le aule con strenne colorate, si prepara l'albero e il presepe tutti insieme nell'atrio e, alcune volte, con il permesso del preside, l’ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze natalizie, si organizza una piccola festicciola e ci si saluta scambiandosi dei piccoli doni. Asia Vicario Classe II D RUFRAE NEWS Pagina 8 La mia scuola ideale Alla scuola chiederei di insegnare che cosa è bello, di divulgare l’armonia, di spiegare il senso dei valori Roberto Vecchioni Il bullismo La scuola che frequento è bella ma, nella mia scuola ideale mi piacerebbe che ci fossero tre piani. Il primo per le medie, il secondo per le elementari e il terzo per le materne. Il piano delle medie vorrei che avesse un laboratorio, un giardino enorme o una palestra e una cartina geografica gigante in una grande stanza. Mi piacerebbe che avesse anche una biblioteca scolastica dove andare a fare delle ricerche. Alle elementari, invece, vorrei che ci fosse una maestra per classe, una stanza con i computer e per le riunioni da utilizzare anche quando è il compleanno di qualche alunno per festeggiare con dolci e pizzette. Vorrei, poi, che ogni domenica andassimo a Messa tutti insieme, anche con le professoresse e mi piacerebbe che ci fosse una stanza speciale per la mensa, dove poter cucinare. All’ultimo piano, infine, immagino un enorme giardino, con uno scivolo, un’ altalena, un dondolo ed un grande angolo pieno di sabbia per farci i castelli, e, dentro, un’aula tutta addobbata, piena di disegni e una sala dove fare merenda. Questa è la mia scuola ideale e credo che sia bellissima. Anastasia Ruberto Classe I D I bulli sono molto abili a manipolare la situazione ed a far credere che l'episodio sia stato solo un gioco. Il bullismo però non è un gioco, bensì un comportamento capace di lasciare profonde ferite in chi lo subisce. Il bullismo è una delle piaghe della nostra società: i media, giornali e televisioni, ci raccontano spesso di atti di violenza, fisica o psicologica, che adolescenti mettono in atto nei confronti di loro compagni più deboli o di ragazzi più piccoli. Sono quattro anni, dal primo anno di scuola, che viene trattato come un posacenere umano. Quattro anni che quei compagni di classe lo bruciano. Sigarette spente addosso, quasi ogni mese, una, due, tre, venti volte. Manuel ha 19 anni e soffre di ritardo cognitivo. E quelle ferite, fuori e dentro, pesano come un macigno. La sua storia, un storia di bullismo, di indifferenza, di troppa gente che non vede o non vuol vedere ……….”. “Le cicatrici sul suo corpo raccontano più di mille parole. Manuel ne ha talmente tante di quelle bruciature, sul mento, sulle braccia, sulla testa, da perdere il conto. Mi ha colpito molto la storia di Manuel. Come è possibile tanta cattiveria? Quanta rabbia covano dentro dei ragazzi, all’apparenza “normali”, per arrivare a compiere atti così crudeli? Mi sono interrogata a lungo su tutto questo, nella speranza di trovare una spiegazione plausibile, e poi, guardandomi bene intorno, riflettendo sui comportamenti aggressivi di alcuni ragazzi, sono giunta a concludere che i deboli sono loro: avrebbero bisogno di più attenzione da parte degli adulti, di più amore, di più ascolto. Ed è stato così che, guardando mamma e papà mi sono detta: come sono fortunata! Sandra Lombari Classe I D Pagina 9 GENNAIO 2014 Che cos'è Le droghe spiegate a noi adolescenti Le droghe sono sostanze, disponibili in natura o create artificialmente, che alterano la percezione della realtà e possono creare, a seconda della composizione, una dipendenza fisica o psicologica; queste alterazioni portano alla tossicodipendenza, cioè all’assunzione continua di quantità crescenti della sostanza. Le droghe possono essere legali e illegali. Droghe legali sono, ad esempio, gli alcolici: dopo averne assunto è vietato guidare autoveicoli perché si potrebbero causare incidenti mortali. Le droghe illegali, quali eroina, morfina e cocaina, sono quelle proibite che si possono, di fatto, acquistare solo da loschi spacciatori: queste droghe non sono legali in Italia, e le forze dell'ordine fanno di tutto per combatterle. Esse sono diffuse soprattutto fra i giovani "adolescenti" che iniziano con l’assunzione di droghe cosiddette “leggere” e finiscono poi con la dipendenza da droghe “pesanti” che li conducono alla morte. Ignorando a cosa vanno incontro, vengono trasportati dai coetanei, e, curiosi di provare, cominciano a farne uso: essi arrivano a questo o per superare un disagio, o per farsi notare perché si sentono esclusi dal gruppo. Spesso, purtroppo, leggiamo di ragazzi che, sotto l’effetto di allucinogeni, si suicidano. Le allucinazioni sono date da sostanze come l’LSD, una tra le più potenti sostanze chimiche che alterano l’umore. Tale droga, inodore, incolore e dal sapore leggermente amaro, deriva dall’acido lisergico, che si trova nell’ergotina, un fungo che cresce sulla segale e su altri tipi di cereali: viene prodotta, in forma di cristalli, all’interno di laboratori illegali, principalmente negli Stati Uniti. Questi cristalli vengono poi convertiti in forma liquida per la distribuzione. Conosciuto come “acido” e con molti altri nomi, l’LSD viene venduta illegalmente sotto forma di piccole pillole (“micropunte”), capsule o quadrati di consistenza gelatinosa (“window panes”). A volte, della carta assorbente viene impregnata con questa sostanza e poi suddivisa in piccoli quadrati decorati con personaggi dei cartoni animati (“loony toons”). Occasionalmente viene venduta in forma liquida, ma, indipendentemente dalla sua forma, l’LSD porta chi ne fa uso sempre allo stesso punto: una grave dissociazione dalla realtà. Chi fa uso di LSD chiama “trip” (viaggio) l’esperienza che vive e che, solitamente dura circa dodici ore. Le reazioni avverse, che sono frequenti, vengono chiamate “brutti trip”, un’espressione con la quale si sottintende che si è provato l’inferno. A volte, chi prova di continuo queste droghe muore di overdose. Il termine overdose descrive l'assunzione di una droga, ma anche di sostanze medicinali o bevande alcoliche, in quantità eccessive. Tale circostanza può portare alla morte. L'overdose è una condizione tipica di persone assuefatte a un tale tipo di sostanza della quale necessitano sempre più, il che porta a un'escalation, spesso non controllata, che conduce al punto di non ritorno. Il termine droghe è spesso associato, erroneamente, solo alla cocaina e all’eroina, ma, in realtà, può essere utilizzato per tutte quelle sostanze che creano dipendenza. L’alcol e il tabacco sono le due droghe più diffuse. La sigaretta ha un effetto leggermente rilassante, l’alcol, se assunto in un dosaggio eccessivo, può limitare le nostre capacità diminuendo i riflessi, e per questo la legge punisce chi si m mette alla guida dopo aver assunto una quantità di alcol equivalente a due bicchieri di vino in un pasto normale. La sigaretta invece non altera i nostri sensi ma provoca gravissime malattie al fegato, ai polmoni e al cervello. Una droga che si sta diffondendo sempre di più tra noi giovani è la cocaina. Questa è particolarmente pericolosa giacché può far perdere “la giusta paura” che dobbiamo avere in ogni situazione . Anche dalla cocaina è facile diventare dipendenti: più ti abitui a vivere artificialmente più diventa difficile accontentarti della realtà. Il cocainomane oscilla da momenti d’iperattività a momenti di prostrazione Poi ci sono le pasticche di vari colori, talvolta con dei disegni stampati sopra, che corrispondono a un gruppo di sostanze chimiche chiamate ecstasy. Questo tipo di sostanze è detto sintetico perché sintetizzato in laboratorio, per la prima volta su richiesta delle forze armate inglesi che cercavano un prodotto che aumentasse la resistenza dei soldati: vedendo che i soldati, dopo una fase di maggiore resistenza, erano sfiniti, abbandonarono l’esperimento. Ora queste pasticche le usano i giovani per “sballarsi” in discoteca. Gli allucinogeni sono un altro gruppo di sostanze, particolarmente nocive per il cervello, che possono spingere a compiere azioni assurde o pericolose: fanno sembrare reali cose che esistono solo nella nostra ,mente La sostanza più diffusa nel nostro paese è LSD che si compra solitamente sotto forma di pasticche ma anche sotto forma di francobolli imbevuti, che possono essere leccati. La marijuana è derivata dalla pianta di canapa, ma sul mercato nero si trova più facilmente la resina, chiamato hashish. La marijuana a differenza di tutte le altre droghe è legale in alcun i stati. Alison Maccarelli, Isabella Ormella, Laura Comparelli. Classe III D Mario Costa e Salvatore De Biasio Classe III D la droga? Pagina 10 RUFRAE NEWS Storia della famiglia Del Balzo Originaria della Provenza, la famiglia del Balzo trae le proprie origini da quella dei Visconti di Marsiglia. Per alcuni autori tale origine sarebbe da ricercare in una discendenza diretta da Baldasarre, uno dei tre re Magi e da questo deriverebbe la cometa che questa casata portata nel proprio stemma da tempi remotissimi. Non vi è dubbio, tuttavia, che, da un punto di vista storico, le prime tracce documentate risalgono al IX secolo: esse ci parlano di questi Signori come Cavalieri destinati all’aiuto dei Conti di Provenza, impegnati a scacciare i Saraceni dalle coste. Due secoli dopo Raimondo IV, Signore sovrano di Les Baux, cercherà di togliere ai conti di Barcellona la sovranità sulla intera regione di Provenza. Prevenuta la Provenza nelle mani di Carlo D’ Angiò, alcuni membri della famiglia lo seguiranno, nel 1263, nella conquista del Regno di Napoli, acquistando così fama e onori. Alla morte di Bertrando VI, Signore Sovrano di Les Baux, i figli divideranno la famiglia in tre rami principali: i Signori di Les Beaux; i signori di Berre, poi Duchi d’Adria e i Principi D’Orange. Gli attuali rappresentanti della famiglia Del Balzo discendono da Battista, marito di Cecca di Monforte dei Conti di Campobasso. Alla loro morte la famiglia si divide in due rami. Il ramo dei Signori di Santa Croce, a sua volta, si dividerà in tre differenti linee: i Signori e poi Duchi di Schiavi; i Duchi di Caprigliano ed i Signori e poi Duchi di Presenzano, linea più volte ricevuta nel Sovrano Militare Ordine di Malta, a partire dal 1693, ed onorata dal Re Carlo VI, il 27/01/1734, del titolo di Duca nella persona di Giacinto. Il castello ed il palazzo Ducale di Presenzano appartengono oggi ai Conti Valerio e Nicola Gallerani Valeri Caldesi, nipoti del XIII Duca di Presenzano Nicola Del Balzo e figli di Maria Rosaria Del Balzo, deceduta in Bologna, le cui spoglie riposano nel cimitero di Presenzano. Daniel Savastano Classe I D Grazie a tutti i nostri GRUPPO DI PROGETTO: alunni per la loro Prof.ssa Amelia Esposito collaborazione. Il gruppo di progetto Prof.ssa Paola Melillo Prof.ssa M. Antonietta Silvestri Prof.ssa Daniela Zinno Responsabile di progetto: Prof.ssa Paola Melillo
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