famiglia oggi Segno 10/2009 - Sommario La custode di mia sorella l cinema contemporaneo ci offre sempre più spesso pellicole che analizzano problemi chiave della nostra società odierna, soprattutto per quel che riguarda la sfera dell’etica o meglio della bioetica. È quello che avviene con La custode di mia sorella, diretto da Nick Cassavetes e interpretato da Cameron Diaz, per la prima vota in un ruolo drammatico. Kate Fitzgerald è un’adolescente innamorata della vita e colpita a pochi anni da una forma aggressiva di leucemia. La sua famiglia, partecipe e protettiva, combatte da sempre la sua battaglia. Sara, la madre, ha abbandonato lavoro e carriera per garantirle cure e sostegno; Brian, il padre, veglia sulla famiglia e cerca come può di contenere il dolore della figlia e l’ostinata determinaUn interno familiare profondamente segnato zione della moglie davanti alla malattia; Jesse, figlio maggiore, è dalla malattia di una un ragazzo introverso e suo malgiovane ragazza. grado defilato; Anna, figlia minoIl dolore, i legami, re, ha undici anni ed è stata coni contrasti... cepita in provetta per “riparare” la Una pellicola di Nick Cassavetes ripropone il patologia progressiva della sorella maggiore. Provata emotivamente e confronto tra scienza, sofferenza e dubbi etici sfinita dal disinteresse della madre, sempre troppo concentrata su Kate, Anna denuncia i genitori e chiede l’emancipazione medica e i diritti sul proprio corpo. Il processo li dividerà fino a riunirli. Non è nuovo Nick Cassavetes - figlio del grande regista John Cassavetes - alle storie dalle forti emozioni. Se Le pagine della nostra vita era un melodramma che aveva come tema principale l’Alzheimer, in La custode di mia sorella la macchina da presa si concentra sulla malattia oncologica e sugli effetti, devastanti, che una malattia di questo tipo porta all’interno del focolare domestico. E soprattutto ci pone inquietanti interrogativi su quali siano i limiti che ci dobbiamo imporre rispetto alle possibi- I I 102009 lità che la scienza medica offre. Come bisogna comportarsi di fronte alla frattura tipica dei nostri tempi tra scienza, che può raggiungere risultati oltre ogni immaginazione, e coscienza, che deve comunque porsi dei limiti per salvaguardare l’identità e la dignità della persona umana. È giusto concepire una figlia in provetta solo per utilizzarla come “medicina” per la sorella malata? E a che tipo di umanità ci porterebbe una scelta di questo tipo? Sono domande inquietanti che il film ci pone e su cui ci invita a riflettere. Il regista offre una pellicola tipicamente hollywoodiana, piena di cliché e fortemente sentimentale, che però va apprezzata soprattutto per il tema scelto, che pone lo spettatore di fronte a dilemmi morali estremi ma veri e che ci invita a soffermarci su una delle tante sfide bioetiche che attraversano la nostra realtà relativista. [p.d.t.] 33
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