La mega frode scoperta dai carabinieri L Così la bistecca infetta diventava «carne pregiata» Indagati 56 allevatori e sei veterinari: fals cavano origine, età e stato di salute dei bovini, Sequestrati capi malati in tutta Italia Tiziana Paolocci Roma Bovini infetti spacciati per carne pregiata. I Nas di Perugia hanno sequestrato quattro aziende agricole e abbattuto 500 animali, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro. L'indagine è partita nel 2011 eieri all'albaun esercito di 300 carabinieri ha eseguito 78 decreti di sequestro e p erquisizione nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di asso ciazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione per la successiva macellazione di bovini infetti e con marche auricolari contraffatte. L'operazione «Lio» ha interessato Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L'Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo e sessantacinque risultano gli indagati, tra cui 56 allevatori, tre autotrasportatori e sei veterinari diAsl del centro sud, coinvolti avario titolo nell' affare basato sulla falsificazione deipassaporti degli animali e delle marche auricolari, che permetteva di introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate nei documenti. Molti di questi animali erano colpiti da malattie infettive, alcune trasmissibili all'uomo. Proprio per questo, unavoltaindividuati, sono stati immediatamente abbattuti e ora si sta valutando cosa fare di altri 100 capi, trovati con documentazione irregolare. La prima fase dell'inchiesta, avviatane12011, quando scoppiarono quattro focolai tra Perugiae Todi, hapermesso diricostruire i passaggi dei bovini da una regione all'altra e di individuare ilpresunto traffico illecito di esemplari malati, nati soprattutto in aziende dell'Italia meridionale. Questi, venivano avviati alla macellazione grazie all'intermediazione di un'azienda di Perugia e di un'altra diArezzo e con la complicità di allevatori e veterinari, che riuscivano afareluderei controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. La seconda fase delle indagini, invece, ha permesso ai militari di ricostruire l'organizzazione criminale e di arrivare ai 65 responsabili, cheverranno chiarnatia vario titolo a rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazio ne di bovini infetti. Gli investigatori, però, sottolineano che la carne malata non è mai arrivata ai consumatori. «Dagli accertamenti è emerso che venivano vendute come pregiate, talvolta anche chianine, carni in realtà di animali di razze meticce» spiega il comandante Marco Vetrulli. «Il fenomeno della carne infetta e contraffatta, anche se l'intervento dei Nas ha interessato molte aree del Paese, è da ritenere circoscritto -spiegala Cia-Confederazione italiana agricoltori -. Questo per scongiurare inutili allarmismi generalizzati sulla carne in commercio nel nostro Paese, tra le più controllate al mondo». Soddisfatto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina: «Il Governo è in prima linea nella lotta ai crimini agroalimentari, dobbiamo continuare su questa strada senza abbassare laguardiaper difendere le produzioni dai traffici illeciti che danneggiano il settore e la nostra economia». Un fenomeno aumenta- L'associazione agricola: «No ad allarmismi, è un fenomeno limitato» to con la crisi, secondo Coldiretti, che evidenzia come nel 2013 sia aumentato del 119 per cento il valore dei sequestri effettuati nel settore delle carni adulterate, contraffate o falsificate, con 1649 persone coinvolte. P///iO i, /p I carabinieri dei Nas in uno degli allevamenti 1ë m controllati: finora sono stati 500 ï capi abbattuti perché malati (oA le b crtrn nrrl W di1111un z -1, 11111 yrcC"I
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