Anno IV - N° 2 Marzo-Aprile 2014 La nostra Terra tanto martoriata, a tratti dimenticata, male amministrata, si appresta a rivivere l’incontro prezioso con un pastore “dall’odore delle pecore”, che in poco tempo ha saputo risvegliare entusiasmi sopiti e la bellezza del credere con la sua Umanità vera, prima ancora che con la sua autorevole guida pastorale. Sia un incontro vero e ci serva a sentirci parte di una grande comunità, quella del grande popolo di Dio. I giorni della tenerezza Un Santo ai piedi dell’Addolorata La Falco si rinnova a pagina 2 a pagina 5 a pagina 6 2 Il Grillo I GIORNI DELLA TENEREZZA don Adriano Cifelli Ed eccoci. Al termine di un cammino, durato quaranta giorni. Al termine di un viaggio lungo i sentieri della riconciliazione, verso la Pasqua di liberazione. Abbiamo camminato insieme, o almeno ci abbiamo provato; abbiamo gustato la Parola che di domenica in Domenica il Signore ci ha rivolto, incontrando personaggi che nel loro incontro con Gesù hanno incontrato la vita, quella vera, come la Samaritana, il cieco nato e Lazzaro, l’Amico per cui Gesù piange. Abbiamo condiviso un po’ del “nostro” per vivere la solidarietà e per sostenere la nostra comunità. Anche il giardino del sepolcro nuovo conobbe una sera e un mattino di pianto, conobbe il grido dell’assenza, la sete dell’insonne ricerca. Era l’alba, alba di un mattino inviolato. La tomba era vuota, il pianto ancora velava gli occhi a Maria di Magdala. Quell’uomo, poco fuori la tomba, era forse il custode del giardino? Gli disse d’un fiato: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse. «Maria». Lo riconobbe alla voce. Si voltò, gli disse: «Maestro mio». Il giardino della sepoltura divenne giardino dell’incontro. Ringrazio quanti hanno generosamente aperto il cuore e hanno sperimentato la gioia della condivisione. Abbiamo sentito su di noi sempre più forte l’esigenza di vivere sempre più profondamente l’incontro con Lui, il Signore della vita, colui che da ricco che era si è fatto povero per arricchirci come Lui. Abbiamo contemplato il suo volto, sentito il peso e la fatica del quotidiano, segnato da paure, sofferenze, malattie, divisioni, angosce. Ora ci attendono “i giorni della Tenerezza”, come li chiama don Angelo Casati. I giorni della settimana Santa che ci conducono alla Pasqua, cuore della nostra fede. In quei “giorni santi” riviviamo ogni anno il mistero di un Dio che sceglie di abbassarsi fino ai nostri piedi per accarezzarli e baciarli, noncurante che i suoi il giorno dopo saranno trafitti e così rimarranno per l’eternità. Solo l’amore è più forte della morte: questo ci dice Gesù con il cammino nei suoi ultimi giorni. Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato. Quest’anno eccezionalmente il vescovo, Padre Giancarlo, celebrerà a Bojano, nella antica cattedrale, la messa crismale, nella quale benedirà gli oli del crisma, dei catecumeni e degli infermi, profumati di bergamotto e che poi profumeranno ciascuno di noi. La gioia è ancora maggiore per l’annuncio proprio di questi giorni, che papa Francesco, il successore di Pietro e Vescovo di Roma sarà nella nostra Terra il prossimo 5 Luglio. Che segno. Proprio quest’anno nei cenacoli abbiamo meditato alla luce del discepolo Pietro e ora ci sentiamo abbracciati e confermati dal suo successore. La nostra Terra tanto martoriata, a tratti dimenticata, male amministrata da una politica troppo distratta dai suoi interessi - salvo eccezioni - si appresta a rivivere l’incontro prezioso con un pastore “dall’odore delle pecore”, che in poco tempo ha saputo risvegliare entusiasmi sopiti e la bellezza del credere con la sua Umanità vera, prima ancora che con la sua autorevole guida pastorale. Sia un incontro vero, non segnato da ipocrisie dettate dalla circostanza e ci serva a sentirci parte di una grande comunità, quella del grande popolo di Dio. E poi, un’ultima grande gioia, non solo per me spero. Visiterò di nuovo la parrocchia di Lukanga, in terra d’Africa, Congo. Da oggi (mentre scrivo ne ho ricevuto notizia) qualcosa ci tiene legati in modo tenero: la statua della Madonna del Rosario che abbiamo inviato ora dimora in quella terra. Maria vigili i nostri passi e crei sempre occasioni di condivisione fraterna. E che ognuno sia chiamato per nome. Da Dio e da creature amate. Se sei chiamata per nome entri nel giardino. E non è più giardino di sepolture, ma giardino di ritrovamenti, di passioni d’amore. Come da fessura nella notte estrema filtra senza ferire una luce. Intenerimento dell’angoscia. Presenze lievi come di mistero sussurri di vita nel giardino della tomba vuota. don Angelo Casati Il Grillo 3 FRANCESCO, IL PAPA DELLA LIBERAZIONE di Massimo Campanella Il Molise si prepara ad accogliere Papa Francesco e lo fa con la stessa gioia, con l’affetto e lo stesso entusiasmo che egli ha saputo donare ai molisani in ogni incontro con la sua straordinaria figura. Un incontro che - ha sottolineato monsignor Bregantini - alla luce della Pasqua si configura come un momento di attesa risurrezione per le nostre comunità. Il prossimo 5 luglio i molisani parteciperanno ad un evento atteso da diciannove anni. L’ultimo pontefice a visitare la nostra piccola regione era stato Giovanni Paolo II, nel 1995. Ma cos’è che tanto ispira ed entusiasma in Papa Bergoglio? Una risposta, tra le tante possibili, la troviamo nelle considerazioni del teologo Leonardo Boff il quale, ad un anno dall’ascesa al soglio di Pietro, coglie ed analizza alcuni punti rilevanti dell’operato del papa argentino. Vediamo insieme quali sono. Dall’inverno ecclesiale alla primavera. Veniamo, sottolinea Boff, da due pontificati che sono stati caratterizzati da un ritorno alla grande disciplina e dal controllo delle dottrine. Tale strategia ha dato luogo a una specie di inverno che ha congelato molte iniziative. Con Papa Francesco, venuto da fuori della vecchia cristianità europea, dal Terzo Mondo, è arrivata una ventata di speranza, di sollievo, di allegria di vivere e pensare la fede cristiana. La Chiesa è tornata ad essere una casa spirituale. Da fortezza a casa aperta. i due Papi precedenti avevano lasciato l’impressione che la Chiesa fosse una fortezza, accerchiata da nemici dai quali avremmo dovuto difenderci, in particolare il relativismo, la modernità e la post-modernità. Papa Francesco ha detto chiaramente: «Chi si avvicina alla Chiesa deve trovare porte aperte, non dei doganieri della fede»; «Preferisco una Chiesa incidentata perché è uscita in strada a una Chiesa malata perché chiusa». Più fiducia, quindi, e meno paura. Da Papa a vescovo di Roma. tutti i Pontefici precedenti si consideravano Papi della Chiesa universale, portatori del supremo potere su tutte le altre chiese e su tutti i fedeli. Francesco preferisce definirsi vescovo di Roma, recuperando la memoria più antica della Chiesa. Vuole presiedere nella carità e non come previsto dal diritto canonico, considerandosi solo il primo tra uguali. Rifiuta il titolo di Sua Santità, ricordando che «siamo tutti fratelli e sorelle». Si è spogliato di tutti i titoli di potere e onorifici. Il nuovo Annuario Pontificio appena uscito, sulla cui pagina iniziale dovrebbe esserci il nome del Papa con tutti i suoi titoli, reca semplicemente: Francesco, vescovo di Roma. Dal palazzo al convitto. il nome Francesco è più che un nome, sta a indicare un altro progetto di Chiesa sulle orme di San Francesco d’Assisi: «Una Chiesa povera per i poveri», come ha detto, umile, semplice, con «l’odore delle pecore» e non dei fiori dell’altare. Per questo ha lasciato il palazzo apostolico per andare a vivere in un convitto, in una camera semplice, e mangia alla mensa con gli altri ospiti. Dalla dottrina all’esperienza. Francesco non si presenta come dottore, ma come pastore. Parla partendo dalla sofferenza umana, dalla fame nel mondo, dagli immigrati africani sbarcati a Lampedusa. Denuncia il feticismo del denaro e il sistema finanziario mondiale che martirizza interi Paesi. Con questi atteggiamenti riprende le basi della teologia della liberazione, senza bisogno di citarla. Dice: «Oggi come oggi, se un cristiano non è un rivoluzionario, non è cristiano; deve essere rivoluzionario per la grazia». E continua: «Coinvolgersi in politica è un obbligo per il cristiano, perché la politica è una delle forme più alte di carità». I Papi precedenti gettavano una luce sospetta sulla politica, adducendo un’eventuale ideologizzazione della fede. Dall’esclusività all’inclusione. i Papi precedenti, e in particolar modo Benedetto XVI, hanno enfatizzato l’esclusività della Chiesa Cattolica, unica erede di Cristo, al di fuori della quale si è a rischio di perdizione. Francesco, il vescovo di Roma, preferisce il dialogo tra le Chiese in una prospettiva di inclusione anche con le altre religioni, per rinsaldare la pace mondiale. Dalla Chiesa al mondo. I Papi precedenti davano centralità alla Chiesa, rafforzandone le istituzioni e le dottrine. Per Papa Francesco i punti cardine sono: il mondo, i poveri, la tutela della Terra e l’attenzione nei confronti della vita. La questione è: come le Chiese aiutano a difendere la vitalità della Terra e il futuro della vita? Come si percepisce, sono un nuovo vento, una nuova musica, nuove parole per i vecchi problemi, che ci permettono di pensare ad una nuova primavera della Chiesa. 4 Il Grillo MIO PREFAZIO A PASQUA di David Maria Turoldo Io voglio sapere se Cristo è mai stato creduto, se l’evento è reale e presente, se è venuto, e viene e verrà; o sia appena un’invenzione per un irreale giorno del Signore di contro al cupo giorno dell’uomo. Io voglio sapere se veramente qualcuno crede e come è possibile credere: se almeno i fanciulli - avanti ogni cultura vedono ancora la faccia del Padre. Io voglio sapere se l’uomo è una fiera ancora alle soglie della foresta: se la ragione è una rovina se i fatti hanno una ragione se la ragione è ancora utile. Io voglio sapere se ci sono ancora gli assoluti o se io sono sacerdote di colpevoli illusioni, se è vero che saremo finalmente liberi se saremo ancora liberi se saremo mai liberi. Io voglio sapere se cantare è ancora possibile se da ricchi canteremo ancora se dipingere è ancora possibile se la bellezza esisterà sempre, se possibile sarà ancora contemplare. Io voglio sapere se la vita è solo meretricio se il vostro vivere è appena una difesa contro la vita degli altri: se qualcuno, almeno qualcuno crede che tutti gli uomini sono una sola umanità. Io voglio sapere se l’uomo cresce se c’è un altro avvenire se la scienza non sia la morte e la sua macchina non sia la nostra bara di acciaio. Io voglio sapere se esiste una forza liberatrice: se almeno la chiesa non sia la tomba di Dio, l’ultima sconfitta dell’uomo. Io voglio sapere se la pace è possibile se giustizia è possibile se l’idea è più forte della forza: quest’uomo bianco, il più feroce animale sempre all’assalto contro ogni altro uomo o maledetta Europa. Io voglio sapere se Cristo ha ancora un senso chi ha fede ancora in un futuro. Io voglio sapere se Cristo è veramente risorto se la chiesa ha mai creduto che sia veramente risorto. Perché allora è una potenza, schiava come ogni potenza? Perché non batter le strade come una follia di sole, a dire: Cristo è risorto, è risorto? Perché non si libera dalla ragione non rinuncia alle ricchezze per questa sola ricchezza di gioia? Perché non dà fuoco alle cattedrali, non abbraccia ogni uomo sulla strada chiunque egli sia, per dirgli solo: è risorto! E piangere insieme, piangere di gioia? Perché non fa solo questo dire che tutto il resto è vano? Ma dirlo con la vita con mani candide occhi di fanciulli. Come l’angelo dal sepolcro vuoto con la veste bianca di neve nel sole, a dire: «Non cercate tra i morti colui che vive!». Mia chiesa amata e infedele, mia amarezza di ogni domenica, chiesa che vorrei impazzita di gioia perché è veramente risorto. E noi grondare luce perché vive di noi: noi questa sola umanità bianca a ogni festa in questo mondo del nulla e della morte. Amen. da LA DIFESA DEL POPOLO (settimanale diocesano di Padova) di domenica 19 aprile 2009 Il Grillo 5 UN SANTO AI PIEDI DELL’ADDOLORATA L’omaggio di Castelpetroso a Giovanni Paolo II di Roberta Perrella L’omaggio a Papa Giovanni Paolo II, il grande uomo della fede, si inserisce nel contesto del grande evento in cui il Beato papa polacco, il 27 aprile, verrà Canonizzato e quindi dichiarato ufficialmente Santo. Per rendere omaggio all’amato Karol Wojtyla, riportiamo uno stralcio del discorso tenuto dal Santo Padre in occasione della visita alla Basilica dell’Addolorata. “È per me motivo di grande gioia trovarmi proprio oggi a Castelpetroso, in questo bel Santuario dell’Addolorata, proclamata Patrona del Molise dal mio venerato predecessore, il servo di Dio Paolo VI. Qui, dove novant’anni or sono venne un gruppo di pellegrini dalla lontana Cracovia, giunge ora il Papa, figlio di quella città e della terra polacca, che un singolare vincolo di fede e di sofferenza lega alla Madre Addolorata. Vorrei esortare ciascuno a rimanere fedele alle tradizioni cristiane di questa terra, con quel fervore che spinse i vostri padri a contribuire generosamente all’edificazione del Santuario, offrendo anche il rame per la copertura del tetto. (…) Carissimi Fratelli e Sorelle, sappiate anche voi offrire al Signore le gioie e le fatiche quotidiane, in comunione con Cristo e per intercessione della Madre sua, qui venerata mentre presenta al Padre il Figlio immolato per la nostra salvezza. Sappiate offrire in particolare l’impegno per una profonda e fattiva unità: unità nelle comunità familiari, unità nelle parrocchie, unità particolarmente fra il clero. Mai il cuore della Madre debba addolorarsi per le divisioni dei suoi figli.” Protagonista della mostra allestita a Castelpetroso, presso il centro Don Nicola Lombardi, accanto alla Basilica dell’Addolorata, è la figura del venerato Papa Giovanni Paolo II. L’evento, dal titolo “Giovanni Paolo: un santo ai piedi dell’Addolorata”, è stato ideato e curato da Michele Perrella, Gianni Antonioli e Invitiamo tutti a visitare la mostra che sarà aperta fino Diana Giancola in occasione del 126° anniversario ad aprile 2015, quando si celebreranno i 20 anni dalla delle apparizioni di Maria Santissima Addolorata e si visita dell’ormai santo Giovanni Paolo II. propone di ripercorrere i momenti più importanti della visita in Molise del Pontefice, avvenuta il 19 marzo 1995. Nella festività di San Giuseppe, Sua Santità, come padre e pastore, giunse pellegrino ai piedi della Vergine Addolorata, patrona del Molise, avverando il suo desiderio di celebrare quell’incontro tanto atteso e sperato. Unica ed emozionante, la mostra crea un’atmosfera suggestiva e commovente in cui si ripercorre, attraverso le immagini, le raffigurazioni e i filmati, la storica visita del Santo Padre, rinnovando quel legame con il popolo molisano al quale era già unito da un’antica storia, cominciata con l’erezione della Cappella dei polacchi, prima struttura della Basilica dell’Addolorata ad essere innalzata. 6 Il Grillo LA FALCO SI RINNOVA a cura dell’Associazione Falco Il nuovo anno per l’associazione Falco si è aperto con un’importante novità: il rinnovo delle cariche sociali. Il 23 febbraio scorso l’assemblea generale ha designato i soci che successivamente avrebbero partecipato al secondo incontro previsto dalla procedura di rinnovo. Tale incontro, tenutosi lo scorso 17 marzo, ha visto, dopo un ampio e cordiale dibattito, l’elezione dei nuovi componenti degli organi del sodalizio. Il direttivo, che rimarrà in carica per i prossimi tre anni, sarà presieduto da Antonino Desiata, socio fondatore dell’associazione, e sarà così composto: Antonino Desiata (Presidente), Alessia Clemente (Vice Presidente), Stefano Di Sisto (Segretario), Marco Chiovitti (Tesoriere), Giovanni Perrella (Consigliere), Biagio Perrella (Consigliere), Saverio Perrella (Consigliere), Rossana Risi (Consigliere), Felice Pettograsso (Consigliere), Pierpaolo Bertone (Consigliere), Antonio Perrella (Consigliere), Roberta Perrella (Consigliere Supplente) e Dolores Scasserra (Consigliere Supplente). Il collegio dei revisori sarà invece composto da Regolo Antonio Ricci (Presidente), Antonio Colalillo (Vice Presidente) e Giovanni Marro (Segretario). Queste le parole del presidente uscente Saverio Perrella, durante il cui mandato (novembre 2010 - febbraio 2014) l’associazione si è impegnata nella promozione del territorio, nella promozione dell’ambiente, nell’educazione ambientale e nella collaborazione con altre associazioni: “Alla fine del mio mandato di Presidente dell’Associazione Falco, nel ripercorre con il pensiero questi anni di attività, intensa e coinvolgente, voglio ringraziare, in primis, tutti gli amici del gruppo storico dell’associazione, la cosiddetta vecchia guardia, perché senza di loro non staremmo qui a parlare di ambiente. Nel corso della mia reggenza è iniziato un processo di allargamento e rinnovamento dei quadri dirigenti e della base associativa. Con emozione, pertanto, ringrazio gli amici associati che hanno raccolto l’invito a metterci la faccia nella lotta per una società migliore ed un ambiente veramente tutelato. Nella Falco non esiste corsa ai posti di comando, perché non esiste il “comando” nel senso deleterio al quale ci ha abituato la politica di mestiere. Esistono persone che dedicano molto del loro tempo al vero volontariato sociale, che, insieme alla solidarietà, costituisce il punto cardine del nostro sodalizio. Voglio, pertanto, indicare per nome gli amici che hanno dato la loro disponibilità ad un percorso, quale quello di dirigente dell’associazione, che sarà duro, complicato ma ricco di soddisfazioni così come sono stati i percorsi dei loro predecessori. Ringrazio pubblicamente, pertanto, Roberta, Rossana, Stefano, Tonino, Marco, Felice e Pierpaolo, i sette nuovi volti nella compagine del direttivo, ricordando loro che non saranno mai soli nel nuovo impegno che li aspetta. La Falco ha dato molto a questa Città e la Città ha sempre risposto con affetto e comprensione, partecipando alle iniziative. L’Associazione è un patrimonio di tutti perché opera nell’interesse di tutti, e questo sarà sempre il nostro primo scopo sociale.” Il neo presidente Antonino Desiata, uno dei soci storici dell’associazione, che per anni ha dato il suo valido contributo da semplice gregario, è pronto a raccogliere il testimone e a guidare l’associazione con lo spirito giusto e l’entusiasmo di chi è cosciente del grosso impegno a cui è chiamato: “Sono uno dei soci fondatori dell’associazione e non posso essere che felice della sua crescita esponenziale da quando è nata, nel lontano 2001, ad oggi. In tanti anni ho sempre dato il mio contributo alla causa sociale del sodalizio lavorando per lo più dietro le quinte. Mi piace il pragmatismo e non l’apparenza, sono certo che con l’impegno armonizzato di tutta una squadra si possono raggiungere i migliori risultati. Il risultato migliore che si possa sperare è quello di una vita sociale serena per tutti, nel pieno rispetto del creato, quale luogo che il signore ci ha donato per farci vivere bene. La società deve crescere ancora in una presa di coscienza generale improntata alla cultura del rispetto reciproco al quale non può sottrarsi, in primis, la tutela dell’ambiente in cui viviamo. I punti cardine dei principi dell’associazione sono proprio il rispetto dell’uomo e la tutela ambientale, a questi sono state e saranno indirizzate tutte le iniziative del sodalizio, in un contesto di squadra forte e vincente.” I principi del rispetto dell’uomo e dell’ambiente, veri e propri cavalli di battaglia dell’associazione, sono evidenti nel pensiero del neo presidente: “L'osservatore attento non può non apprezzare il grande spettacolo della natura, un’azione che porta automaticamente alla contemplazione più profonda, che suscita continue ammirazioni sull’equilibrio perfetto del creato, in aggiunta ad una riflessione semplice e scontata, che troppo spesso viene elusa, ovvero, la disponibilità ed il godimento di un ambiente ideale per la vita. Purtroppo l’abitudine corrente è quella di considerare i fiumi, i mari, gli alberi, le montagne solo come elementi da sfruttare, sempre più spesso per scopi voluttuari più che per mera necessità, mentre invece dovremmo vedere nella natura una sorella generosa della quale è giusto accettarne i doni, senza mai dimenticare il giusto rispetto che le dobbiamo. Solo così, forse, si esalterebbe di più il reciproco rispetto tra tutti gli esseri umani che, troppo spesso, in un contesto di prevaricazione costante dell’uno sull’altro, cercano di piegare i propri simili ai propri voleri, così come avviene nei confronti della natura.” Il Grillo 7 CAI: VIVERE IL TERRITORIO A 360 GRADI di Nicola Malatesta Già dall’anno scorso abbiamo avviato con il CAI alcuni progetti che non si occupassero solo di montagna, ma anche di cultura e folclore. Abbiamo iniziato l’anno con una bellissima escursione, riscoprendo le Borgate Abbandonate di Bojano (Ciccagne, Mucciarone, Pincere e Civita). Abbiamo portato oltre 100 persone a scoprire quei luoghi, con un’attenta e scrupolosa spiegazione dell’amico architetto Oreste Muccilli. Per un giorno quelle borgate sono tornate a vivere, considerato il nutrito gruppo di persone che vi hanno partecipato con un grande attenzione; quest’anno la riproponiamo aggiungendo anche Pallotta. A seguito di questa escursione, durante la quale ho notato tanta attenzione da parte dei partecipanti, mi sono fatto promotore attraverso L’Associazione “Santa Maria della Libera” di Castellone di organizzare un evento culturale dal nome “La Nascita di Una Borgata”. Nella serata del 15 febbraio, con il relatore architetto Oreste Muccilli, abbiamo riempito la chiesa di persone, anche se questo piccolo centro urbano ha una storia piuttosto recente. Ma allo stesso tempo importantissima, perché è legata al mondo ecclesia- stico della Bojano del ‘200 ed in Inoltre tra il 1846 e il 1867 sono modo particolare all’istituzione del stati rinvenuti preziosi pezzi di lamonastero celestino di San Martino terizi con iscrizione in lingua osca. della Majella. Un altro grande gesto di solidarietà Al monastero furono donati terreni verso i ragazzi diversamente abili lo che si trovano ancora oggi nella no- abbiamo compiuto nel mese di giustra frazione dal nome “Terre di gno dello scorso anno, intitolando Majella”. Grazie a queste terre ap- il campetto polivalente al piccolo partenenti ai monaci Celestini si è Gabriel Muccilli, pur sapendo che sviluppato un nuovo modo di fare lui mai potrà calpestare l’erba sinagricoltura e pastorizia, creando tetica di quel campo, ma potrà riempirci di gioia con la sua preuna serie di edifici per salariati. senza. Probabilmente il nome Castellone proviene da uno dei priori che è A tal proposito il prossimo 25 magvissuto all’inizio del ‘300, Giacomo gio organizzeremo presso il nascende Castelliono, a conferma del fatto te oratorio all’aperto di Castellone che a Bojano alcune località sono una giornata dedicata alle persone denominate con i nomi dei perso- con disabilità. naggi che le hanno detenute o che Un’altra bella e grande iniziativa le abitano. del CAI è stata quella di organizzaA seguito del terremoto del 1805, re una visita, guidata sempre quando Bojano ebbe grossi danni dall’architetto Muccilli, nel centro sia di cose che di uomini, alcuni storico di Bojano. Oltre cento perproprietari di terreni (i Chiovitti, i sone hanno potuto ammirare le Pallotta, i Malatesta e i Nardone) bellezze di Bojano dal periodo Sanpreferirono ricostruire le loro abi- nita fino al XVIII secolo, con il patazioni nella zona dove abitualmen- lazzo Pandone, riempiendo come non si vedeva da anni quelle viuzze te lavoravano. e quei luoghi sacri che abbiamo viDa notizie assunte, anche la Borga- sitato. ta di Monteverde nacque in quegli Nello scorso mese di marzo abbiaanni. mo avviato il “Progetto Scuola” per i ragazzi di I e II dell’Istituto Comprensivo “G. Pallotta” di Bojano. Lo scopo di questo Progetto è offrire ai giovani opportunità formative nella scuola attraverso una collaborazione con l’istituzione scolastica e le famiglie. Proponiamo la montagna come laboratorio nel quale realizzare, mediante una progettazione integrata, le comuni finalità di crescita umana e di consapevole, armonioso e costruttivo rapporto con l’ambiente. Come si può evincere da queste due realtà presenti sul territorio, tra loro c’è un connubio che fa sì che le attività proposte si intreccino tra loro, avendo un unico scopo e lavorando gomito a gomito con gli altri per il bene della comunità. 8 Il Grillo A.C. MONTEVERDE…UN GRUPPO “CAMPIONE” Riparte l’oratorio in attesa del campo amicizia di Gabriele Taddeo Cambio di stagione e cambio di passo per tutti i giovani monteverdesi. Da dove iniziare dunque? Innanzitutto la presenza del gruppo di Azione Cattolica all’interno della Diocesi Campobasso-Bojano diventa sempre più rilevante. Oltre a prendere parte a riunioni di coordinazione diocesana, come quella tenutasi nella parrocchia di Sant’Erasmo il 6 aprile, il gruppo giovani si è buttato a capofitto nei progetti della pastorale giovanile. Recentemente i nostri giovani sono stati in pellegrinaggio all’abbazia di Goleto, in provincia di Avellino. Tema della giornata “la felicità”, ampiamente discusso dall’Arcivescovo Bregantini che ha accompagnato, oltre ai ragazzi di Monteverde, altri cento ragazzi in quest’esperienza di condivisione tra parrocchie ed unione tra i giovani. Inoltre, la giornata è ruotata attorno al video dell’intervista al protagonista del cortometraggio “Il circo della farfalla” Nick Vujicic, privo dalla nascita degli arti inferiori e superiori. Durante la riflessione sul cortometraggio, Mons. Bregantini ha commentato: “La bellezza esteriore scaturisce dalla felicità interiore. La vita è sempre bella se questa felicità è accesa ed illuminata dalla luce e dall’amore di Dio”. Al termine del pellegrinaggio, in stile A.C., i ragazzi sono tornati a Monteverde cantando, ballando e portando nella nostra comunità un’esperienza carica di gioia e “FELICITÀ”. Altra importante esperienza per il gruppo A.C.R. è quella della catechesi mensile, tenuta da un animatore esterno, ossia Carmine Taddeo, vecchia conoscenza del nostro oratorio, la cui impronta è ancora visibile molto chiaramente all’interno dell’oratorio stesso. Piccola curiosità: il primo incon- tro di questo genere è stato l’ultimo venerdì di marzo e, neanche a farlo apposta, i ragazzi hanno analizzato il cortometraggio che poi sarebbe stato riproposto la domenica successiva nel pellegrinaggio ampiamente raccontato in precedenza. Ancora una volta la nostra comunità si dimostra al passo con i tempi, se non in anticipo. Altra grande notizia è la riproposizione dell’oratorio il sabato, ma con la continuazione delle attività la domenica. A questo proposito hanno parlato i giovani impegnati nell’animazione, i quali hanno lanciato un appello ai genitori invitandoli a prendere in considerazione il loro operato finora ampiamente trascurato dalla maggior parte della comunità. verdesi sono pronti al bis, se non a migliorarsi ancora di più. Con un’infinità di progetti e mille esempi di merito, ancora una volta tutti i giovani sono invitati a partecipare agli incontri di formazione che si tengono tutti i venerdì per i ragazzi di età compresa tra gli 11 ed i 14 anni. Per i ragazzi che hanno compiuto 14 anni e vogliono essere animatori, inoltre, si tengono in parrocchia catechesi proposte dall’Azione Cattolica il secondo ed il quarto mercoledì del mese. Per ulteriori info rivolgersi a Don Adriano o a Suor Osanna. L’ultima cosa da fare è augurare ai nostri ragazzi un “in bocca al lupo” affinché riescano sempre a rappresentare Monteverde e tutti i giovani che vi appartengono con gioia e condivisione, sempre acIntanto, si avvicina a grandi passi compagnati da quella luce nel l’estate e già si parla di campo cuore e negli occhi che porta a amicizia. Dopo il grande successo tutti la tanto cara felicità. dell’anno scorso i giovani monte- Il Grillo 9 IL NOSTRO “PANE QUOTIDIANO” Equipes Notre-Dame: il ritiro di Settore a Loreto una marcia più alta? Come non essere grati a Dio per averci donato un’altra bella opportunità per stargli vicino e ritemprarci beneficiando della buona volontà e dei doni dei nostri fratelli equipiers che questo ritiro l’hanno reso possibile? Ma soprattutto, per condividere con i fratelli che non hanno partecipato al ritiro, la nostra pace di oggi, riportiamo sul nostro sito i punti saliente della relazione di Don Dio ci ama di un amore così Adriano, il commento al Vangrande da perdonarci anche gelo e molto altro. se non lo meritiamo, da continuare ad amarci nonostante le A tutti voi cari fratelli augunostre brutture e infinite pic- riamo che l’ascolto di ciò che colezze. Che sorpresa poi ri- anche noi abbiamo udito, coltrovarvi la Sua volontà chiara mi le distanze e ci renda ancoe semplice: vivete il vostro ra una volta un cuore solo amore quotidiano con Me. che, nell’unità dell’END, batte per il suo meraviglioso Padre. Niente di più. Arrivati a Loreto eravamo tutti pronti. Sapevamo che cosa ci avrebbe investiti: l’atmosfera goliardica del ritrovarsi e l’accoglienza gioiosa nel rivedere le altre coppie, la curiosità attenta e grata per un nuovo relatore e la parte di sé che era venuto a donarci, l’esplosione dei momenti di silenzio interiore e di adorazione di dal sito http://www.endDio, la ricchezza dell’apertura E allora, fratelli, come non ri- abruzzo.it/ al coniuge, la condivisione partire nella quotidianità con della quotidianità con gli altri e tanto altro. Eccolo il nostro balsamo, finalmente il ritiro di Equipe, che ci lenisce e rinfranca cuore e spirito. Le parole semplici e dirette di Don Adriano ci hanno marchiato: il “Padre Nostro” spiegato… macché spiegato, ce l’ha spulciato, spezzettato, risolto e poi ridato. La preghiera del “Padre Nostro”! Quanto calore in una sola, unica preghiera, la nostra, quella che ci rende tutti figli e fratelli! Quella che ci dice che Il Grillo 10 In principio era la gioia di Carmelina Fantone Vito Mancuso ci presenta “In principio era la gioia”, libro scritto da Mattew Fox, ex frate domenicano, espulso da Ratzinger, che parla di una nuova spiritualità. In Italia questo autore è alquanto sconosciuto nonostante il suo libro sia stato tradotto in 42 lingue, forse proprio perché la sua espulsione dall’ordine di appartenenza lo ha relegato fra i nuovi “eretici”. Secondo Mancuso spesso alcune opere possono far paura a coloro che detengono il potere, probabilmente è questo il motivo per il quale questo bestseller, pubblicato in America negli anni ‘80, da noi giunge solo negli ultimi tempi con il titolo “In principio era la gioia”. Proprio in seguito alla pubblicazione della sua opera, Matthew Fox viene espulso dall’allora cardinale Ratzinger, all’epoca Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Durante un’intervista, Fox afferma che la reazione di Ratzinger, oltre ad essere stata sproporzionata, ha dimostrato come la Chiesa attuale sia ancora profondamente legata al “peccato originale” che rende il Cristianesimo alquanto “pessimista”. L’idea di Fox è infatti quella di ripristinare l’idea originale di una fede amica di Dio e del mondo. Gesù di Nazareth voleva proprio una spiritualità di gioia, così come la vedevano anche Francesco d’Assisi, Ildegarda di Bingen e Meister Eckhart. stico e per questo motivo bruciato vivo il 17 febbraio 1600 a Roma in Campo dei Fiori. C’è da dire che le analogie tra i due personaggi sono a dir poco impressionanti. Entrambi propongono una nuova religiosità cosmocentrica basata su tre punti: 1. Immanenza di Dio nella natura e scomparsa del dualismo Dio/Mondo; 2. Spiritualità come ringraziamento verso la vita; 3. Lotta contro la pessimistica e rigida ideologia del peccato originale. Infatti, secondo Fox, una teologia fondata sulla “caduta e redenzione” pone un accento primario sul peccato ereditato dai nostri padri, fonte quindi di paura e senso di colpa. Tutte cose che a lungo andare scalzano la gioia e la felicità che invece fanno parte di una teologia del creato e che portano il credente a vedere e vivere la realtà come espressione della creazione divina. Bisogna fare attenzione a non credere però che Fox rinneghi il principio dottrinale del peccato originale, poiché egli mette in discussione semplicemente l’enfasi che questo concetto ha acquisito nel tempo fin dalla sua formulazione fatta da Sant’Agostino. Queste sue idee però sono state definite “fuorvianti e pericolose” così da rendere Fox molto simile a Giordano Bruno, an- Significative a tal proposito sono le parole di Vito Mancuso ch’egli frate domenicano, che faceva paura al potere ecclesia- nella sua introduzione al libro di Fox: “La visione cattolica si caratterizza per interpretare il senso del cristianesimo come riparazione di qualcosa che si è rotto (…) il motore che mette in moto il processo è il peccato, il quale per questo va detto originale, perché origina, mette in moto, accende tutto il processo”. Fox offre nel suo libro un itinerario spirituale che si fonda su una “teologia del creato” e che prevede quattro sentieri che lui definisce: Via Positiva, che ci mette in contatto con le bellezze e le profondità cosmiche del creato; Via Negativa, che ci apre al silenzio, all’oscurità, alla sofferenza e all’abbandono; Via Creativa, che vede il passaggio dal cosmo alla cosmogenesi e che ci rende co-creatori; Via Trasformativa, che attraverso la compassione ci riporta ad una nuova origine: il creato riemerge dallo stato di ingiustizia relazionale tornando di nuovo integro. Si tratta di quattro vie capaci di risanare quelle parti conflittuali lasciate in eredità ad un popolo cristiano sempre più diviso tra appartenenza liturgica e moto del cuore. Di certo siamo di fronte ad un libro a tratti complicato a causa del tema che affronta, ma che di sicuro rappresenta un’iniezione di ottimismo e positività per tutti coloro che hanno il bisogno di cercare una nuova visione del mondo. Io prego perché sono felice - ragionavo - non perché non lo sono. Non mi rivolgo a Dio per infelicità, dolore, disperazione, per essere consolata, per ottenere qualcosa da lui. E incoraggiata dall’idea che pregavo perché volevo ringraziarlo, continuavo a pregare. Dorothy Day, Una lunga solitudine, autobiografia Il Grillo 11 VI SEGNALIAMO….. Orari della PARROCCHIA Il lunedì, il martedì e il venerdì alle ore 18.00 Santo Rosario nella Chiesa Antica. Alle ore 18.30 Santa Messa nella Chiesa Antica. Ogni giovedì alle ore 9.00 Santa Messa nella Chiesa Antica. A Molisinsieme, il quindicinale delle 4 diocesi del Molise, ora lo puoi trovare nelle principali edicole della regione, oltre che in abbonamento e, a breve anche online seguire Adorazione Eucaristica fino alle ore 17.00. Ogni Sabato alle ore 18.30 Santa Messa in Chiesa Nuova. Ogni Domenica alle ore 8.30 e 11.30 Sante Messe. Settimana Santa e PASQUA 2014 Domenica delle Palme, 13 marzo, alle ore 8.30 Santa Messa. Alle ore 11.00 Raduno davanti la scuola e benedizione delle palme. Alle ore 11.30 Santa Messa. Mercoledì Santo, 16 aprile, alle ore 18.00 Santa Messa Crismale nell’Antica Cattedrale di Bojano. Giovedì Santo, 17 aprile, alle ore 20.00 Santa Messa in coena Domini in Chiesa Nuova. Venerdì Santo 18 aprile, alle ore 16.00 Celebrazione della Passione del Signore in Chiesa Nuova. Alle ore 19.00 Processione insieme alle parrocchie della città di Bojano. Ritrovo davanti la parrocchia di San Biagio. Sabato Santo 19 aprile alle ore 9.00 Lodi mattutine in Chiesa Nuova. Alle ore 24.00 Veglia Pasquale. Domenica 2o aprile, Pasqua del Signore, alle ore 8.30 e 11.30 Sante Messe solenni. Battesimi 16 marzo: Rino Di Giorgio Direttore editoriale Don Adriano Cifelli Direttore responsabile Massimo Campanella Segretario di redazione Stefano Di Sisto Redazione Domenico Curci - Carmelina Fantone - Osanna Masiero - Roberta Perrella Collaboratori Angelica Calabrese - Marianna Campanella - Gianluigi Gianfagna Annarita Marro - Giuseppe Parente - Francesco Perrella - Michele Perrella Carmine Taddeo - Associazione “Don Albino Jovich” - Associazione “Falco” Fotografie Gianluigi Gianfagna - Emiddio Perrella - Silvia Perrella Vignette Roberta Perrella Grafica Gianluigi Gianfagna E-Mail [email protected] Sede C.so don Albino Jovich - Località Monteverde - 86021 Bojano (CB) Stampa Tipolito Matese Via S. 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