La nostra Terra tanto martoriata, a tratti dimenticata, male

Anno IV - N° 2
Marzo-Aprile 2014
La nostra Terra tanto martoriata, a tratti dimenticata, male amministrata, si appresta a
rivivere l’incontro prezioso con un pastore “dall’odore delle pecore”, che in poco tempo ha
saputo risvegliare entusiasmi sopiti e la bellezza del credere con la sua Umanità vera,
prima ancora che con la sua autorevole guida pastorale. Sia un incontro vero e ci serva a
sentirci parte di una grande comunità, quella del grande popolo di Dio.
I giorni della tenerezza
Un Santo ai piedi
dell’Addolorata
La Falco si rinnova
a pagina 2
a pagina 5
a pagina 6
2 Il Grillo
I GIORNI DELLA TENEREZZA
don Adriano Cifelli
Ed eccoci. Al termine di un cammino, durato quaranta
giorni. Al termine di un viaggio lungo i sentieri della riconciliazione, verso la Pasqua di liberazione. Abbiamo
camminato insieme, o almeno ci abbiamo provato; abbiamo gustato la Parola che di domenica in Domenica il
Signore ci ha rivolto, incontrando personaggi che nel
loro incontro con Gesù hanno incontrato la vita, quella
vera, come la Samaritana, il cieco nato e Lazzaro, l’Amico per cui Gesù piange. Abbiamo condiviso un po’ del
“nostro” per vivere la solidarietà e per sostenere la nostra comunità.
Anche il giardino del sepolcro nuovo conobbe una sera
e un mattino di pianto, conobbe il grido dell’assenza, la
sete dell’insonne ricerca. Era l’alba, alba di un mattino
inviolato. La tomba era vuota, il pianto ancora velava
gli occhi a Maria di Magdala. Quell’uomo, poco fuori la
tomba, era forse il custode del giardino? Gli disse d’un
fiato: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai
posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse. «Maria».
Lo riconobbe alla voce. Si voltò, gli disse: «Maestro
mio». Il giardino della sepoltura divenne giardino
dell’incontro.
Ringrazio quanti hanno generosamente aperto il cuore e
hanno sperimentato la gioia della condivisione. Abbiamo
sentito su di noi sempre più forte l’esigenza di vivere
sempre più profondamente l’incontro con Lui, il Signore
della vita, colui che da ricco che era si è fatto povero per
arricchirci come Lui. Abbiamo contemplato il suo volto,
sentito il peso e la fatica del quotidiano, segnato da paure, sofferenze, malattie, divisioni, angosce. Ora ci attendono “i giorni della Tenerezza”, come li chiama don Angelo Casati. I giorni della settimana Santa che ci conducono alla Pasqua, cuore della nostra fede. In quei “giorni
santi” riviviamo ogni anno il mistero di un Dio che sceglie di abbassarsi fino ai nostri piedi per accarezzarli e
baciarli, noncurante che i suoi il giorno dopo saranno
trafitti e così rimarranno per l’eternità. Solo l’amore è
più forte della morte: questo ci dice Gesù con il cammino
nei suoi ultimi giorni.
Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se
n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del
canto è tornato.
Quest’anno eccezionalmente il vescovo, Padre Giancarlo,
celebrerà a Bojano, nella antica cattedrale, la messa crismale, nella quale benedirà gli oli del crisma, dei catecumeni e degli infermi, profumati di bergamotto e che poi
profumeranno ciascuno di noi. La gioia è ancora maggiore per l’annuncio proprio di questi giorni, che papa
Francesco, il successore di Pietro e Vescovo di Roma sarà nella nostra Terra il prossimo 5 Luglio. Che segno.
Proprio quest’anno nei cenacoli abbiamo meditato alla
luce del discepolo Pietro e ora ci sentiamo abbracciati e
confermati dal suo successore.
La nostra Terra tanto martoriata, a tratti dimenticata,
male amministrata da una politica troppo distratta dai
suoi interessi - salvo eccezioni - si appresta a rivivere
l’incontro prezioso con un pastore “dall’odore delle pecore”, che in poco tempo ha saputo risvegliare entusiasmi
sopiti e la bellezza del credere con la sua Umanità vera,
prima ancora che con la sua autorevole guida pastorale.
Sia un incontro vero, non segnato da ipocrisie dettate
dalla circostanza e ci serva a sentirci parte di una grande
comunità, quella del grande popolo di Dio.
E poi, un’ultima grande gioia, non solo per me spero.
Visiterò di nuovo la parrocchia di Lukanga, in terra d’Africa, Congo. Da oggi (mentre scrivo ne ho ricevuto notizia) qualcosa ci tiene legati in modo tenero: la statua della Madonna del Rosario che abbiamo inviato ora dimora
in quella terra. Maria vigili i nostri passi e crei sempre
occasioni di condivisione fraterna.
E che ognuno sia chiamato per nome. Da Dio e da creature amate. Se sei chiamata per nome entri nel giardino. E non è più giardino di sepolture, ma giardino di
ritrovamenti, di passioni d’amore.
Come da fessura nella notte estrema filtra senza ferire
una luce. Intenerimento dell’angoscia. Presenze lievi
come di mistero sussurri di vita nel giardino della tomba vuota.
don Angelo Casati
Il Grillo
3 FRANCESCO, IL PAPA DELLA LIBERAZIONE
di Massimo Campanella
Il Molise si prepara ad accogliere Papa Francesco e lo fa con la stessa
gioia, con l’affetto e lo stesso entusiasmo che egli ha saputo donare ai molisani in ogni incontro con la sua
straordinaria figura. Un incontro che
- ha sottolineato monsignor Bregantini - alla luce della Pasqua si configura come un momento di attesa risurrezione per le nostre comunità. Il
prossimo 5 luglio i molisani parteciperanno ad un evento atteso da diciannove anni.
L’ultimo pontefice a visitare la nostra
piccola regione era stato Giovanni
Paolo II, nel 1995. Ma cos’è che tanto
ispira ed entusiasma in Papa Bergoglio? Una risposta, tra le tante possibili, la troviamo nelle considerazioni
del teologo Leonardo Boff il quale,
ad un anno dall’ascesa al soglio di
Pietro, coglie ed analizza alcuni punti
rilevanti dell’operato del papa argentino. Vediamo insieme quali sono.
Dall’inverno ecclesiale alla primavera. Veniamo, sottolinea Boff, da due
pontificati che sono stati caratterizzati da un ritorno alla grande disciplina e dal controllo delle dottrine.
Tale strategia ha dato luogo a una
specie di inverno che ha congelato
molte iniziative. Con Papa Francesco, venuto da fuori della vecchia cristianità europea, dal Terzo Mondo, è
arrivata una ventata di speranza, di
sollievo, di allegria di vivere e pensare la fede cristiana. La Chiesa è tornata ad essere una casa spirituale.
Da fortezza a casa aperta. i due Papi
precedenti avevano lasciato l’impressione che la Chiesa fosse una fortezza, accerchiata da nemici dai quali
avremmo dovuto difenderci, in particolare il relativismo, la modernità e
la post-modernità. Papa Francesco
ha detto chiaramente: «Chi si avvicina alla Chiesa deve trovare porte
aperte, non dei doganieri della fede»;
«Preferisco una Chiesa incidentata
perché è uscita in strada a una Chiesa malata perché chiusa». Più fiducia, quindi, e meno paura.
Da Papa a vescovo di Roma. tutti i
Pontefici precedenti si consideravano Papi della Chiesa universale, portatori del supremo potere su tutte le
altre chiese e su tutti i fedeli. Francesco preferisce definirsi vescovo di
Roma, recuperando la memoria più
antica della Chiesa. Vuole presiedere
nella carità e non come previsto dal
diritto canonico, considerandosi solo
il primo tra uguali. Rifiuta il titolo di
Sua Santità, ricordando che «siamo
tutti fratelli e sorelle». Si è spogliato
di tutti i titoli di potere e onorifici. Il
nuovo Annuario Pontificio appena
uscito, sulla cui pagina iniziale dovrebbe esserci il nome del Papa con
tutti i suoi titoli, reca semplicemente:
Francesco, vescovo di Roma.
Dal palazzo al convitto. il nome
Francesco è più che un nome, sta a
indicare un altro progetto di Chiesa
sulle orme di San Francesco d’Assisi:
«Una Chiesa povera per i poveri»,
come ha detto, umile, semplice, con
«l’odore delle pecore» e non dei fiori
dell’altare. Per questo ha lasciato il
palazzo apostolico per andare a vivere in un convitto, in una camera
semplice, e mangia alla mensa con
gli altri ospiti.
Dalla dottrina all’esperienza. Francesco non si presenta come dottore, ma
come pastore. Parla partendo dalla
sofferenza umana, dalla fame nel
mondo, dagli immigrati africani
sbarcati a Lampedusa. Denuncia il
feticismo del denaro e il sistema finanziario mondiale che martirizza
interi Paesi. Con questi atteggiamenti riprende le basi della teologia della
liberazione, senza bisogno di citarla.
Dice: «Oggi come oggi, se un cristiano non è un rivoluzionario, non è
cristiano; deve essere rivoluzionario
per la grazia». E continua:
«Coinvolgersi in politica è un obbligo
per il cristiano, perché la politica è
una delle forme più alte di carità». I
Papi precedenti gettavano una luce
sospetta sulla politica, adducendo
un’eventuale ideologizzazione della
fede.
Dall’esclusività all’inclusione. i Papi
precedenti, e in particolar modo Benedetto XVI, hanno enfatizzato l’esclusività della Chiesa Cattolica, unica erede di Cristo, al di fuori della
quale si è a rischio di perdizione.
Francesco, il vescovo di Roma, preferisce il dialogo tra le Chiese in una
prospettiva di inclusione anche con
le altre religioni, per rinsaldare la
pace mondiale.
Dalla Chiesa al mondo. I Papi precedenti davano centralità alla Chiesa,
rafforzandone le istituzioni e le dottrine. Per Papa Francesco i punti cardine sono: il mondo, i poveri, la tutela della Terra e l’attenzione nei confronti della vita. La questione è: come le Chiese aiutano a difendere la
vitalità della Terra e il futuro della
vita? Come si percepisce, sono un
nuovo vento, una nuova musica,
nuove parole per i vecchi problemi,
che ci permettono di pensare ad una
nuova primavera della Chiesa.
4 Il Grillo
MIO PREFAZIO A PASQUA
di David Maria Turoldo
Io voglio sapere
se Cristo è mai stato creduto,
se l’evento è reale e presente,
se è venuto, e viene e verrà;
o sia appena un’invenzione
per un irreale giorno del Signore
di contro al cupo giorno dell’uomo.
Io voglio sapere
se veramente qualcuno crede
e come è possibile credere:
se almeno i fanciulli
- avanti ogni cultura vedono ancora la faccia del Padre.
Io voglio sapere
se l’uomo è una fiera
ancora alle soglie della foresta:
se la ragione è una rovina
se i fatti hanno una ragione
se la ragione è ancora utile.
Io voglio sapere
se ci sono ancora gli assoluti
o se io sono sacerdote
di colpevoli illusioni,
se è vero che saremo
finalmente liberi se saremo
ancora liberi se saremo mai liberi.
Io voglio sapere
se cantare è ancora possibile
se da ricchi canteremo ancora
se dipingere è ancora possibile
se la bellezza esisterà sempre,
se possibile sarà ancora contemplare.
Io voglio sapere
se la vita è solo meretricio
se il vostro vivere è appena una difesa
contro la vita degli altri:
se qualcuno, almeno qualcuno
crede che tutti gli uomini
sono una sola umanità.
Io voglio sapere
se l’uomo cresce
se c’è un altro avvenire
se la scienza non sia la morte
e la sua macchina non sia la nostra
bara di acciaio.
Io voglio sapere
se esiste una forza liberatrice:
se almeno la chiesa non sia
la tomba di Dio,
l’ultima sconfitta dell’uomo.
Io voglio sapere
se la pace è possibile
se giustizia è possibile
se l’idea è più forte della forza:
quest’uomo bianco,
il più feroce animale
sempre all’assalto
contro ogni altro uomo
o maledetta Europa.
Io voglio sapere
se Cristo ha ancora un senso
chi ha fede ancora in un futuro.
Io voglio sapere
se Cristo è veramente risorto
se la chiesa ha mai creduto
che sia veramente risorto.
Perché allora è una potenza,
schiava come ogni potenza?
Perché non batter le strade
come una follia di sole,
a dire: Cristo è risorto, è risorto?
Perché non si libera dalla ragione
non rinuncia alle ricchezze
per questa sola ricchezza di gioia?
Perché non dà fuoco alle cattedrali,
non abbraccia ogni uomo sulla strada
chiunque egli sia,
per dirgli solo: è risorto!
E piangere insieme,
piangere di gioia?
Perché non fa solo questo
dire che tutto il resto è vano?
Ma dirlo con la vita con mani candide
occhi di fanciulli.
Come l’angelo dal sepolcro vuoto
con la veste bianca di neve nel sole,
a dire: «Non cercate tra i morti
colui che vive!».
Mia chiesa amata e infedele,
mia amarezza di ogni domenica,
chiesa che vorrei impazzita di gioia
perché è veramente risorto.
E noi grondare luce
perché vive di noi:
noi questa sola umanità bianca
a ogni festa
in questo mondo del nulla e della
morte. Amen.
da LA DIFESA DEL POPOLO
(settimanale diocesano di Padova)
di domenica 19 aprile 2009
Il Grillo
5 UN SANTO AI PIEDI DELL’ADDOLORATA
L’omaggio di Castelpetroso a Giovanni Paolo II
di Roberta Perrella
L’omaggio a Papa Giovanni Paolo II, il grande uomo
della fede, si inserisce nel contesto del grande evento
in cui il Beato papa polacco, il 27 aprile, verrà
Canonizzato e quindi dichiarato ufficialmente Santo.
Per rendere omaggio all’amato Karol Wojtyla,
riportiamo uno stralcio del discorso tenuto dal Santo
Padre in occasione della visita alla Basilica
dell’Addolorata.
“È per me motivo di grande gioia trovarmi proprio
oggi a Castelpetroso, in questo bel Santuario
dell’Addolorata, proclamata Patrona del Molise dal
mio venerato predecessore, il servo di Dio Paolo VI.
Qui, dove novant’anni or sono venne un gruppo di
pellegrini dalla lontana Cracovia, giunge ora il Papa,
figlio di quella città e della terra polacca, che un
singolare vincolo di fede e di sofferenza lega alla
Madre Addolorata. Vorrei esortare ciascuno a
rimanere fedele alle tradizioni cristiane di questa
terra, con quel fervore che spinse i vostri padri a
contribuire generosamente all’edificazione del
Santuario, offrendo anche il rame per la copertura del
tetto. (…) Carissimi Fratelli e Sorelle, sappiate anche
voi offrire al Signore le gioie e le fatiche quotidiane, in
comunione con Cristo e per intercessione della Madre
sua, qui venerata mentre presenta al Padre il Figlio
immolato per la nostra salvezza. Sappiate offrire in
particolare l’impegno per una profonda e fattiva unità:
unità nelle comunità familiari, unità nelle parrocchie,
unità particolarmente fra il clero. Mai il cuore della
Madre debba addolorarsi per le divisioni dei suoi
figli.”
Protagonista della mostra allestita a Castelpetroso,
presso il centro Don Nicola Lombardi, accanto alla
Basilica dell’Addolorata, è la figura del venerato Papa
Giovanni Paolo II. L’evento, dal titolo “Giovanni
Paolo: un santo ai piedi dell’Addolorata”, è stato
ideato e curato da Michele Perrella, Gianni Antonioli e Invitiamo tutti a visitare la mostra che sarà aperta fino
Diana Giancola in occasione del 126° anniversario ad aprile 2015, quando si celebreranno i 20 anni dalla
delle apparizioni di Maria Santissima Addolorata e si visita dell’ormai santo Giovanni Paolo II.
propone di ripercorrere i momenti più importanti
della visita in Molise del Pontefice, avvenuta il 19
marzo 1995.
Nella festività di San Giuseppe, Sua Santità, come
padre e pastore, giunse pellegrino ai piedi della
Vergine Addolorata, patrona del Molise, avverando il
suo desiderio di celebrare quell’incontro tanto atteso e
sperato.
Unica ed emozionante, la mostra crea un’atmosfera
suggestiva e commovente in cui si ripercorre,
attraverso le immagini, le raffigurazioni e i filmati, la
storica visita del Santo Padre, rinnovando quel legame
con il popolo molisano al quale era già unito da
un’antica storia, cominciata con l’erezione della
Cappella dei polacchi, prima struttura della Basilica
dell’Addolorata ad essere innalzata.
6 Il Grillo
LA FALCO SI RINNOVA
a cura dell’Associazione Falco
Il nuovo anno per l’associazione Falco si
è aperto con un’importante novità: il
rinnovo delle cariche sociali. Il 23 febbraio scorso l’assemblea generale ha designato i soci che successivamente
avrebbero partecipato al secondo incontro previsto dalla procedura di rinnovo.
Tale incontro, tenutosi lo scorso 17 marzo, ha visto, dopo un ampio e cordiale
dibattito, l’elezione dei nuovi componenti degli organi del sodalizio.
Il direttivo, che rimarrà in carica per i
prossimi tre anni, sarà presieduto da
Antonino Desiata, socio fondatore
dell’associazione, e sarà così composto:
Antonino Desiata (Presidente), Alessia
Clemente (Vice Presidente), Stefano Di
Sisto (Segretario), Marco Chiovitti
(Tesoriere),
Giovanni
Perrella
(Consigliere),
Biagio
Perrella
(Consigliere), Saverio Perrella
(Consigliere),
Rossana
Risi
(Consigliere), Felice Pettograsso
(Consigliere), Pierpaolo Bertone
(Consigliere), Antonio Perrella
(Consigliere), Roberta Perrella
(Consigliere Supplente) e Dolores Scasserra (Consigliere Supplente). Il collegio
dei revisori sarà invece composto da Regolo Antonio Ricci (Presidente), Antonio
Colalillo (Vice Presidente) e Giovanni
Marro (Segretario).
Queste le parole del presidente uscente
Saverio Perrella, durante il cui mandato
(novembre 2010 - febbraio 2014) l’associazione si è impegnata nella promozione del territorio, nella promozione
dell’ambiente, nell’educazione ambientale e nella collaborazione con altre associazioni: “Alla fine del mio mandato di
Presidente dell’Associazione Falco, nel
ripercorre con il pensiero questi anni di
attività, intensa e coinvolgente, voglio
ringraziare, in primis, tutti gli amici del
gruppo storico dell’associazione, la cosiddetta vecchia guardia, perché senza di
loro non staremmo qui a parlare di ambiente. Nel corso della mia reggenza è
iniziato un processo di allargamento e
rinnovamento dei quadri dirigenti e della base associativa. Con emozione, pertanto, ringrazio gli amici associati che
hanno raccolto l’invito a metterci la faccia nella lotta per una società migliore ed
un ambiente veramente tutelato. Nella
Falco non esiste corsa ai posti di comando, perché non esiste il “comando” nel
senso deleterio al quale ci ha abituato la
politica di mestiere. Esistono persone
che dedicano molto del loro tempo al
vero volontariato sociale, che, insieme
alla solidarietà, costituisce il punto cardine del nostro sodalizio. Voglio, pertanto, indicare per nome gli amici che hanno dato la loro disponibilità ad un percorso, quale quello di dirigente dell’associazione, che sarà duro, complicato ma
ricco di soddisfazioni così come sono
stati i percorsi dei loro predecessori.
Ringrazio pubblicamente, pertanto, Roberta, Rossana, Stefano, Tonino, Marco,
Felice e Pierpaolo, i sette nuovi volti nella compagine del direttivo, ricordando
loro che non saranno mai soli nel nuovo
impegno che li aspetta. La Falco ha dato
molto a questa Città e la Città ha sempre
risposto con affetto e comprensione, partecipando alle iniziative. L’Associazione
è un patrimonio di tutti perché opera
nell’interesse di tutti, e questo sarà sempre il nostro primo scopo sociale.”
Il neo presidente Antonino Desiata, uno
dei soci storici dell’associazione, che per
anni ha dato il suo valido contributo da
semplice gregario, è pronto a raccogliere
il testimone e a guidare l’associazione
con lo spirito giusto e l’entusiasmo di chi
è cosciente del grosso impegno a cui è
chiamato: “Sono uno dei soci fondatori
dell’associazione e non posso essere che
felice della sua crescita esponenziale da
quando è nata, nel lontano 2001, ad oggi. In tanti anni ho sempre dato il mio
contributo alla causa sociale del sodalizio lavorando per lo più dietro le quinte.
Mi piace il pragmatismo e non l’apparenza, sono certo che con l’impegno armonizzato di tutta una squadra si possono raggiungere i migliori risultati. Il risultato migliore che si possa sperare è
quello di una vita sociale serena per tutti, nel pieno rispetto del creato, quale
luogo che il signore ci ha donato per farci vivere bene. La società deve crescere
ancora in una presa di coscienza generale improntata alla cultura del rispetto
reciproco al quale non può sottrarsi, in
primis, la tutela dell’ambiente in cui viviamo. I punti cardine dei principi
dell’associazione sono proprio il rispetto
dell’uomo e la tutela ambientale, a questi
sono state e saranno indirizzate tutte le
iniziative del sodalizio, in un contesto di
squadra forte e vincente.”
I principi del rispetto dell’uomo e
dell’ambiente, veri e propri cavalli di
battaglia dell’associazione, sono evidenti
nel pensiero del neo presidente:
“L'osservatore attento non può non apprezzare il grande spettacolo della natura, un’azione che porta automaticamente
alla contemplazione più profonda, che
suscita continue ammirazioni sull’equilibrio perfetto del creato, in aggiunta ad
una riflessione semplice e scontata, che
troppo spesso viene elusa, ovvero, la disponibilità ed il godimento di un ambiente ideale per la vita. Purtroppo l’abitudine corrente è quella di considerare i
fiumi, i mari, gli alberi, le montagne solo
come elementi da sfruttare, sempre più
spesso per scopi voluttuari più che per
mera necessità, mentre invece dovremmo vedere nella natura una sorella generosa della quale è giusto accettarne i doni, senza mai dimenticare il giusto rispetto che le dobbiamo. Solo così, forse,
si esalterebbe di più il reciproco rispetto
tra tutti gli esseri umani che, troppo
spesso, in un contesto di prevaricazione
costante dell’uno sull’altro, cercano di
piegare i propri simili ai propri voleri,
così come avviene nei confronti della
natura.”
Il Grillo
7 CAI: VIVERE IL TERRITORIO A 360 GRADI
di Nicola Malatesta
Già dall’anno scorso abbiamo avviato con il CAI alcuni progetti che
non si occupassero solo di montagna, ma anche di cultura e folclore.
Abbiamo iniziato l’anno con una
bellissima escursione, riscoprendo
le Borgate Abbandonate di Bojano
(Ciccagne, Mucciarone, Pincere e
Civita).
Abbiamo portato oltre 100 persone
a scoprire quei luoghi, con un’attenta e scrupolosa spiegazione
dell’amico architetto Oreste Muccilli. Per un giorno quelle borgate
sono tornate a vivere, considerato il
nutrito gruppo di persone che vi
hanno partecipato con un grande
attenzione; quest’anno la riproponiamo aggiungendo anche Pallotta.
A seguito di questa escursione, durante la quale ho notato tanta attenzione da parte dei partecipanti,
mi sono fatto promotore attraverso
L’Associazione “Santa Maria della
Libera” di Castellone di organizzare
un evento culturale dal nome “La
Nascita di Una Borgata”. Nella serata del 15 febbraio, con il relatore
architetto Oreste Muccilli, abbiamo
riempito la chiesa di persone, anche se questo piccolo centro urbano
ha una storia piuttosto recente. Ma
allo stesso tempo importantissima,
perché è legata al mondo ecclesia-
stico della Bojano del ‘200 ed in Inoltre tra il 1846 e il 1867 sono
modo particolare all’istituzione del stati rinvenuti preziosi pezzi di lamonastero celestino di San Martino terizi con iscrizione in lingua osca.
della Majella.
Un altro grande gesto di solidarietà
Al monastero furono donati terreni verso i ragazzi diversamente abili lo
che si trovano ancora oggi nella no- abbiamo compiuto nel mese di giustra frazione dal nome “Terre di gno dello scorso anno, intitolando
Majella”. Grazie a queste terre ap- il campetto polivalente al piccolo
partenenti ai monaci Celestini si è Gabriel Muccilli, pur sapendo che
sviluppato un nuovo modo di fare lui mai potrà calpestare l’erba sinagricoltura e pastorizia, creando tetica di quel campo, ma potrà
riempirci di gioia con la sua preuna serie di edifici per salariati.
senza.
Probabilmente il nome Castellone
proviene da uno dei priori che è A tal proposito il prossimo 25 magvissuto all’inizio del ‘300, Giacomo gio organizzeremo presso il nascende Castelliono, a conferma del fatto te oratorio all’aperto di Castellone
che a Bojano alcune località sono una giornata dedicata alle persone
denominate con i nomi dei perso- con disabilità.
naggi che le hanno detenute o che
Un’altra bella e grande iniziativa
le abitano.
del CAI è stata quella di organizzaA seguito del terremoto del 1805, re una visita, guidata sempre
quando Bojano ebbe grossi danni dall’architetto Muccilli, nel centro
sia di cose che di uomini, alcuni storico di Bojano. Oltre cento perproprietari di terreni (i Chiovitti, i sone hanno potuto ammirare le
Pallotta, i Malatesta e i Nardone) bellezze di Bojano dal periodo Sanpreferirono ricostruire le loro abi- nita fino al XVIII secolo, con il patazioni nella zona dove abitualmen- lazzo Pandone, riempiendo come
non si vedeva da anni quelle viuzze
te lavoravano.
e quei luoghi sacri che abbiamo viDa notizie assunte, anche la Borga- sitato.
ta di Monteverde nacque in quegli
Nello scorso mese di marzo abbiaanni.
mo avviato il “Progetto Scuola” per
i ragazzi di I e II dell’Istituto Comprensivo “G. Pallotta” di Bojano. Lo
scopo di questo Progetto è offrire ai
giovani opportunità formative nella
scuola attraverso una collaborazione con l’istituzione scolastica e le
famiglie. Proponiamo la montagna
come laboratorio nel quale realizzare, mediante una progettazione
integrata, le comuni finalità di crescita umana e di consapevole, armonioso e costruttivo rapporto con
l’ambiente.
Come si può evincere da queste due
realtà presenti sul territorio, tra
loro c’è un connubio che fa sì che le
attività proposte si intreccino tra
loro, avendo un unico scopo e lavorando gomito a gomito con gli altri
per il bene della comunità.
8 Il Grillo
A.C. MONTEVERDE…UN GRUPPO “CAMPIONE”
Riparte l’oratorio in attesa del campo amicizia
di Gabriele Taddeo
Cambio di stagione e cambio di
passo per tutti i giovani monteverdesi. Da dove iniziare dunque?
Innanzitutto la presenza del gruppo di Azione Cattolica all’interno
della Diocesi Campobasso-Bojano
diventa sempre più rilevante. Oltre a prendere parte a riunioni di
coordinazione diocesana, come
quella tenutasi nella parrocchia di
Sant’Erasmo il 6 aprile, il gruppo
giovani si è buttato a capofitto nei
progetti della pastorale giovanile.
Recentemente i nostri giovani sono stati in pellegrinaggio all’abbazia di Goleto, in provincia di Avellino. Tema della giornata “la felicità”, ampiamente discusso
dall’Arcivescovo Bregantini che
ha accompagnato, oltre ai ragazzi
di Monteverde, altri cento ragazzi
in quest’esperienza di condivisione tra parrocchie ed unione tra i
giovani. Inoltre, la giornata è ruotata attorno al video dell’intervista al protagonista del cortometraggio “Il circo della farfalla”
Nick Vujicic, privo dalla nascita
degli arti inferiori e superiori. Durante la riflessione sul cortometraggio, Mons. Bregantini ha
commentato: “La bellezza esteriore scaturisce dalla felicità interiore. La vita è sempre bella se questa felicità è accesa ed illuminata
dalla luce e dall’amore di Dio”. Al
termine del pellegrinaggio, in stile
A.C., i ragazzi sono tornati a Monteverde cantando, ballando e portando nella nostra comunità un’esperienza carica di gioia e
“FELICITÀ”.
Altra importante esperienza per il
gruppo A.C.R. è quella della catechesi mensile, tenuta da un animatore esterno, ossia Carmine
Taddeo, vecchia conoscenza del
nostro oratorio, la cui impronta è
ancora visibile molto chiaramente
all’interno dell’oratorio stesso.
Piccola curiosità: il primo incon-
tro di questo genere è stato l’ultimo venerdì di marzo e, neanche a
farlo apposta, i ragazzi hanno
analizzato il cortometraggio che
poi sarebbe stato riproposto la
domenica successiva nel pellegrinaggio ampiamente raccontato in
precedenza. Ancora una volta la
nostra comunità si dimostra al
passo con i tempi, se non in anticipo.
Altra grande notizia è la riproposizione dell’oratorio il sabato, ma
con la continuazione delle attività
la domenica. A questo proposito
hanno parlato i giovani impegnati
nell’animazione, i quali hanno
lanciato un appello ai genitori invitandoli a prendere in considerazione il loro operato finora ampiamente trascurato dalla maggior parte della comunità.
verdesi sono pronti al bis, se non
a migliorarsi ancora di più. Con
un’infinità di progetti e mille
esempi di merito, ancora una volta tutti i giovani sono invitati a
partecipare agli incontri di formazione che si tengono tutti i venerdì per i ragazzi di età compresa
tra gli 11 ed i 14 anni. Per i ragazzi
che hanno compiuto 14 anni e vogliono essere animatori, inoltre, si
tengono in parrocchia catechesi
proposte dall’Azione Cattolica il
secondo ed il quarto mercoledì
del mese. Per ulteriori info rivolgersi a Don Adriano o a Suor
Osanna.
L’ultima cosa da fare è augurare
ai nostri ragazzi un “in bocca al
lupo” affinché riescano sempre a
rappresentare Monteverde e tutti
i giovani che vi appartengono con
gioia e condivisione, sempre acIntanto, si avvicina a grandi passi compagnati da quella luce nel
l’estate e già si parla di campo cuore e negli occhi che porta a
amicizia. Dopo il grande successo tutti la tanto cara felicità.
dell’anno scorso i giovani monte-
Il Grillo
9 IL NOSTRO “PANE QUOTIDIANO”
Equipes Notre-Dame: il ritiro di Settore a Loreto
una marcia più alta? Come
non essere grati a Dio per
averci donato un’altra bella
opportunità per stargli vicino
e ritemprarci beneficiando
della buona volontà e dei doni
dei nostri fratelli equipiers
che questo ritiro l’hanno reso
possibile?
Ma soprattutto, per condividere con i fratelli che non
hanno partecipato al ritiro, la
nostra pace di oggi, riportiamo sul nostro sito i punti saliente della relazione di Don
Dio ci ama di un amore così Adriano, il commento al Vangrande da perdonarci anche gelo e molto altro.
se non lo meritiamo, da continuare ad amarci nonostante le A tutti voi cari fratelli augunostre brutture e infinite pic- riamo che l’ascolto di ciò che
colezze. Che sorpresa poi ri- anche noi abbiamo udito, coltrovarvi la Sua volontà chiara mi le distanze e ci renda ancoe semplice: vivete il vostro ra una volta un cuore solo
amore quotidiano con Me. che, nell’unità dell’END, batte
per il suo meraviglioso Padre.
Niente di più.
Arrivati a Loreto eravamo tutti pronti. Sapevamo che cosa
ci avrebbe investiti: l’atmosfera goliardica del ritrovarsi e
l’accoglienza gioiosa nel rivedere le altre coppie, la curiosità attenta e grata per un nuovo relatore e la parte di sé che
era venuto a donarci, l’esplosione dei momenti di silenzio
interiore e di adorazione di
dal sito http://www.endDio, la ricchezza dell’apertura E allora, fratelli, come non ri- abruzzo.it/
al coniuge, la condivisione partire nella quotidianità con
della quotidianità con gli altri
e tanto altro.
Eccolo il nostro balsamo, finalmente il ritiro di Equipe,
che ci lenisce e rinfranca cuore e spirito.
Le parole semplici e dirette di
Don Adriano ci hanno marchiato: il “Padre Nostro” spiegato… macché spiegato, ce
l’ha spulciato, spezzettato, risolto e poi ridato. La preghiera del “Padre Nostro”!
Quanto calore in una sola,
unica preghiera, la nostra,
quella che ci rende tutti figli e
fratelli! Quella che ci dice che
Il Grillo
10 In principio era la gioia
di Carmelina Fantone
Vito Mancuso ci presenta “In principio era la gioia”, libro
scritto da Mattew Fox, ex frate domenicano, espulso da Ratzinger, che parla di una nuova spiritualità. In Italia questo
autore è alquanto sconosciuto nonostante il suo libro sia stato
tradotto in 42 lingue, forse proprio perché la sua espulsione
dall’ordine di appartenenza lo ha relegato fra i nuovi “eretici”.
Secondo Mancuso spesso alcune opere possono far paura a
coloro che detengono il potere, probabilmente è questo il motivo per il quale questo bestseller, pubblicato in America negli
anni ‘80, da noi giunge solo negli ultimi tempi con il titolo “In
principio era la gioia”.
Proprio in seguito alla pubblicazione della sua opera, Matthew
Fox viene espulso dall’allora cardinale Ratzinger, all’epoca
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Durante un’intervista, Fox afferma che la reazione di Ratzinger,
oltre ad essere stata sproporzionata, ha dimostrato come la
Chiesa attuale sia ancora profondamente legata al “peccato
originale” che rende il Cristianesimo alquanto “pessimista”.
L’idea di Fox è infatti quella di ripristinare l’idea originale di
una fede amica di Dio e del mondo. Gesù di Nazareth voleva
proprio una spiritualità di gioia, così come la vedevano anche
Francesco d’Assisi, Ildegarda di Bingen e Meister Eckhart.
stico e per questo motivo bruciato vivo il 17 febbraio 1600 a
Roma in Campo dei Fiori. C’è da dire che le analogie tra i due
personaggi sono a dir poco impressionanti. Entrambi propongono una nuova religiosità cosmocentrica basata su tre punti:
1.
Immanenza di Dio nella natura e scomparsa del dualismo Dio/Mondo;
2.
Spiritualità come ringraziamento verso la vita;
3.
Lotta contro la pessimistica e rigida ideologia del peccato originale.
Infatti, secondo Fox, una teologia fondata sulla “caduta e redenzione” pone un accento primario sul peccato ereditato dai
nostri padri, fonte quindi di paura e senso di colpa. Tutte cose
che a lungo andare scalzano la gioia e la felicità che invece fanno parte di una teologia del creato e che portano il credente a
vedere e vivere la realtà come espressione della creazione divina. Bisogna fare attenzione a non credere però che Fox rinneghi il principio dottrinale del peccato originale, poiché egli
mette in discussione semplicemente l’enfasi che questo concetto ha acquisito nel tempo fin dalla sua formulazione fatta
da Sant’Agostino.
Queste sue idee però sono state definite “fuorvianti e pericolose” così da rendere Fox molto simile a Giordano Bruno, an- Significative a tal proposito sono le parole di Vito Mancuso
ch’egli frate domenicano, che faceva paura al potere ecclesia- nella sua introduzione al libro di Fox: “La visione cattolica si
caratterizza per interpretare il senso del cristianesimo come
riparazione di qualcosa che si è rotto (…) il motore che mette
in moto il processo è il peccato, il quale per questo va detto
originale, perché origina, mette in moto, accende tutto il processo”. Fox offre nel suo libro un itinerario spirituale che si
fonda su una “teologia del creato” e che prevede quattro sentieri che lui definisce:

Via Positiva, che ci mette in contatto con le bellezze e le
profondità cosmiche del creato;

Via Negativa, che ci apre al silenzio, all’oscurità, alla
sofferenza e all’abbandono;

Via Creativa, che vede il passaggio dal cosmo alla cosmogenesi e che ci rende co-creatori;

Via Trasformativa, che attraverso la compassione ci riporta ad una nuova origine: il creato riemerge dallo stato di ingiustizia relazionale tornando di nuovo integro.
Si tratta di quattro vie capaci di risanare quelle parti conflittuali lasciate in eredità ad un popolo cristiano sempre più diviso tra appartenenza liturgica e moto del cuore. Di certo siamo
di fronte ad un libro a tratti complicato a causa del tema che
affronta, ma che di sicuro rappresenta un’iniezione di ottimismo e positività per tutti coloro che hanno il bisogno di cercare una nuova visione del mondo.
Io prego perché sono felice - ragionavo - non perché non lo
sono. Non mi rivolgo a Dio per infelicità, dolore, disperazione, per essere consolata, per ottenere qualcosa da lui. E incoraggiata dall’idea che pregavo perché volevo ringraziarlo,
continuavo a pregare.
Dorothy Day, Una lunga solitudine, autobiografia
Il Grillo
11 VI SEGNALIAMO…..
Orari della PARROCCHIA
Il lunedì, il martedì e il venerdì alle ore 18.00 Santo
Rosario nella Chiesa Antica. Alle ore 18.30 Santa Messa nella
Chiesa Antica.
Ogni giovedì alle ore 9.00 Santa Messa nella Chiesa Antica. A
Molisinsieme, il quindicinale delle 4
diocesi del Molise, ora lo puoi
trovare nelle principali edicole della
regione, oltre che in abbonamento
e, a breve anche online
seguire Adorazione Eucaristica fino alle ore 17.00.
Ogni Sabato alle ore 18.30 Santa Messa in Chiesa Nuova.
Ogni Domenica alle ore 8.30 e 11.30 Sante Messe.
Settimana Santa e PASQUA 2014
Domenica delle Palme, 13 marzo, alle ore 8.30 Santa
Messa. Alle ore 11.00 Raduno davanti la scuola e benedizione delle
palme. Alle ore 11.30 Santa Messa.
Mercoledì Santo, 16 aprile, alle ore 18.00 Santa Messa
Crismale nell’Antica Cattedrale di Bojano.
Giovedì Santo, 17 aprile, alle ore 20.00 Santa Messa in
coena Domini in Chiesa Nuova.
Venerdì Santo 18 aprile, alle ore 16.00 Celebrazione
della Passione del Signore in Chiesa Nuova. Alle ore 19.00
Processione insieme alle parrocchie della città di Bojano. Ritrovo
davanti la parrocchia di San Biagio.
Sabato Santo 19 aprile alle ore 9.00 Lodi mattutine in
Chiesa Nuova. Alle ore 24.00 Veglia Pasquale.
Domenica 2o aprile, Pasqua del Signore, alle ore
8.30 e 11.30 Sante Messe solenni.
Battesimi
16 marzo: Rino Di Giorgio
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CAMPOBASSO N. 423 DEL 19/05/2011
12 Il Grillo
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