InternoRivistaN5-6(2014):Layout 1 31-07-2014 14:57 Pagina 5 Editoriale di Donato Sciannameo direttore responsabile Le sorprese dello Spirito D al giorno in cui si è diffusa la notizia «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù» (Evangelii gaudium, n. 1). della presenza di Papa Francesco alla consueta Convocazione nazionale del RnS, abbiamo vissuto in un atteggiamento di trepidante attesa, chiedendoci cosa ci avrebbe detto il Papa e come si sarebbe vissuto il momento di preghiera, certamente programmato, ma non “ingabbiato” in uno scritto da leggere e basta. Infatti, se sulla festa gioiosa e la calda accoglienza non c’erano dubbi, l’incertezza era sul discorso del Papa. E lo Spirito Santo, che va al di là di ogni programma ben fatto e di ogni legittima aspirazione di ciascuno di noi, ha dettato l’agenda dell’incontro suscitando meraviglia e riflessioni, che sicuramente porteranno a delle conseguenze operative. Innanzitutto il Papa si è sentito a casa propria: non un ospite gradito, ma uno di noi, che ha però responsabilità pastorali e, come un padre premuroso che vuole bene ai propri figli, ha indicato alcuni atteggiamenti da privilegiare, raccomandandoci di non esasperare alcuni aspetti, che pur importanti, potrebbero nuocere alla genuinità dell’esperienza carismatica. Ma quello che ha colpito tutti è stata la semplicità nei comportamenti di Papa Francesco, che anche questa volta è stato coerente e credibile: quell’inginocchiarsi vicino alla sedia di “velluto rosso” – che in qualche modo lo metteva a disagio – ha parlato a noi, ma soprattutto a coloro che, fuori della nostra realtà, non accettano questo modo di pregare e di chiedere la preghiera su di sé, che è tipico delle persone semplici e umili, come sicuramente è Papa Francesco. Chi ha guardato l’evento anche attraverso i mass media, se mosso dallo Spirito, troverà in quel gesto la sintesi di un Pontificato che sempre più si sta rivelando adatto ai nostri tempi e profetico, non solo nella Chiesa – dove purtroppo persistono ancora atteggiamenti contrari allo Spirito – ma anche per la classe politica e sociale, che ha bisogno, oggi più che mai, di comportamenti all’insegna della concretezza e dell’amore senza pregiudizi. Papa Francesco si è comportato come un aderente al Rinnovamento: con le sue mani alzate, il suo cantare in lingue, il suo inginocchiarsi per ricevere la preghiera dei fratelli. La semplicità di questo nostro Padre è disarmante e sa scuotere le nostre coscienze, invitando ciascuno di noi a rinnovarsi per rinnovare, sottomessi allo Spirito, che non va mortificato, ma lasciato libero di agire dove e come vuole. Questo significa, in altri termini, scoprire nuove strade e percorsi di evangelizzazione, senza arroccarsi nelle proprie sicurezze e paghi delle mete già conquistate. La novità dello Spirito, che riesce a tracciare strade anche nel deserto, è a disposizione di tanti giovani, uomini e donne spirituali, che hanno deciso di farsi guidare dallo Spirito, senza porre condizioni, per essere pronti a nuove sfide e traguardi. Soprattutto, Papa Francesco ha voluto ricondurci all’essenzialità del Messaggio evangelico e al cuore della nostra esperienza carismatica: amare e servire Gesù, amare e servire i miseri e i poveri. È la Fonte che dà senso all’azione missionaria e a ogni attività di evangelizzazione: nutrita dalla Fonte, a essa deve tornare. Tutto il resto è vanità. È stato questo il messaggio di Gesù, fatto proprio dal Poverello di Assisi, e questo continua a essere il messaggio, semplice e rivoluzionario, di Papa Francesco. RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO N. 5/6 - 2014 ( 5
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