www.ventimiglia.chiesacattolica.it a ottobre Tornano gli incontri sacerdotali Domenica 17 agosto 2014 VENTIMIGLIA SANREMO a cura dell’UFFICIO DIOCESANO COMUNICAZIONI SOCIALI Villa Santa Giovanna d’Arco via Pisacane 2, 18038 Sanremo tel.: 0184.505757 fax: 0184.505753 e-mail: [email protected] iprenderanno, con il prossimo anno pastorale, i consueti incontri di R formazione per il clero. Il primo appuntamento sarà giovedì 9 ottobre, alle ore 9.15 presso il seminario di Bordighera. Sarà un incontro programmatico presieduto dal vescovo Antonio Suetta. Gli incontri successivi saranno dedicati alla formazione della liturgia con i relatori, padre G. Boselli e il Prof. A. Grillo. la testimonianza. I ragazzi del clan «La Fenice» del gruppo Tabya100 raccontano la Route nazionale di San Rossore e le sfide lanciate nel raduno «Noi scout col coraggio nell’anima» E «Sanremo 2» scende in campo I ragazzi del Clan «La Fenice» L’evento toscano nelle parole di Sara. «L’impegno ad annunciare la bellezza di crescere nella fede» DI LUCIANO F BREVIARIO ra i tanti giovani che hanno affollato il parco di San Rossore, in Toscana, per la Route nazionale 2014, c’erano anche i ragazzi del Clan “La Fenice” del gruppo Scout Tabya 100, di Taggia. Al loro rientro da questa avventura, abbiamo avvicinato una Scolta, Sara, per conoscere le sue impressioni e per capire cosa aveva spinto lei ed i suoi compagni a partecipare al raduno. n’altra grande esperienza ha coinvolto il reparto “Forever” del gruppo scout U Sanremo 2, formato dalle squadriglie: Aquile, Volpi, Lupi, Linci e Cinghiali, impegnati dal 27 luglio al 3 agosto nel campo estivo dedicato ai ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni che ha concluso uno splendido percorso formativo durato tutto l’anno. “Eccomi, sono preparato a fare del mio meglio per servire” è la frase che ha accompagnato i ragazzi educati al servizio. Stanca? «Ebbene sì. Anche se siamo abituati a questo genere di eventi, uno di questa portata ti stanca fisicamente e mentalmente. Il tema poi, era quanto meno impegnativo “Strade di coraggio… diritti al futuro!”. La Route, è la “strada” che noi Rover e Scolte dell’Agesci, l’associazione guide e scouts cattolici italia- il tema Con il Clan un viaggio nella Chiesa l Clan La Fenice, ha scelto di affrontare il capitolo sul “Codi essere Chiesa”, uno dei filoni proposti dal pattuIglinoraggio nazionale che, con grande passione e determinazione, I fazzoletti ha organizzato l’indimenticabile evento. Perché abbiamo bisogno di credere in Dio? Chi, al giorno d’oggi ha il coraggio di affermare: “Io credo”? Chi ha il coraggio di affidarsi alle certezze dettate dalla religione? Come si fa a credere se si guarda al caos che c’è nel mondo? È veramente possibile credere in Dio? Siamo cattolici, ma non siamo praticanti; ci riteniamo cristiani ma poi non perdiamo tempo con la preghiera; crediamo in Dio, ma solo come grande uomo. Così la fede assume contorni sfumati ed angoli smussati. Questo Dio in cui la maggior parte di volte si crede è un Dio su misura, “fatto” con le nostre mani a nostra immagine e somiglianza. Un Dio comodo che non ci chiede né sacrifici né rinunce; un Dio privato che gestiamo quando abbiamo tempo, nell’angolo più segreto e remoto del nostro ”io”. Gli Scout tabiesi hanno così deciso di svelare le debolezze, senza nascondersi sotto un velo di ipocrisia, impegnandosi a comprendere fino in fondo il vero significato e i valori più profondi che comportano l’aver fede e la pienezza di essere un testimone coerente, partendo da quello che, al giorno d’oggi, è il mezzo d’informazione più diffuso: il web, per rendersi poi conto che l’essenziale si trovava, invece, nelle Sacre Scritture. l’appuntamento. Domenica 31 a Verezzo omaggio a san Donato omenica 31 agosto a Verezzo, nell’immediato entroterra di Sanremo, sarà festeggiato San Donato. Le celebrazioni liturgiche prevedono alle ore 10.30 la Messa cantata e alle ore 16.30 il Canto dei Vespri. Alla parte religiosa, come spesso accade, si affiancano i momenti musicali e ludici. Sempre nella giornata di domenica alle ore 17.10, nella chiesa parrocchiale, si terrà il Concerto della banda “Società Filarmonica di Verezzo” e, alle ore 17.30 i giochi popolari per grandi e piccini. Sempre nell’ambito dei festeggiamenti, domenica 7 settembre, in piazza San Donato, alle ore 21, la Compagnia Stabile città di Sanremo, proporrà al suo pubblico la commedia dialettale “A pasciun da cacia”. Ultimo appuntamento, che chiuderà il periodo legato al momento di festa, si svolgerà venerdì 19 settembre, nella chiesa parrocchiale, l’Orchestra Sinfonica “Città di Sanremo” si esibirà in un concerto di musica classica e non. «Un momento che richiama sempre tanta gente – sottolinea il parroco don Giacomo Barra – e che riporta, con un pò di nostalgia, alle vecchie tradizioni, vecchie, si, ma ricche di emozioni e di fede salda». D ni, abbiamo percorso in questi giorni. Eravamo oltre 30mila giovani, dai 16 ai 21 anni, ragazzi e ragazze provenienti da quasi 1.500 differenti gruppi locali delle 20 regioni italiane. Tutti abbiamo camminato a piedi, zaino in spalla, sulle strade di coraggio d’Italia, per poi ritrovarci insieme a San Rossore, dopo aver incontrato e conosciuto le tante realtà dell’Italia, della storia del nostro Paese e le storie di coraggio che i territori raccontano». Quella della settimana scorsa non era comunque la prima volta di una Route nazionale. «No, quello della scorsa settimana è stato il terzo incontro nazionale delle migliaia di giovani Rover e Scolte dell’Agesci dal 1976. Quest’anno, poi, ospiti dell’evento sono stati anche 200 giovani stranieri provenienti da Paesi europei, arabi, africani. Si è trattato di una macchina complessa che ha garantito dall’ 1 al 6 agosto la presenza di 456 campi mobili e dal 7 al 10 agosto il grande incontro nel campo fisso». Ogni Route ha un suo scopo. Come vi siete preparati a questo appuntamento? «La tela di fondo di questo evento è stato il coraggio: un argomento, divenuto caldo nella cultura e nel linguaggio sociale, politico e re- ligioso di questi ultimi mesi, un elemento, comunque, che caratterizza il metodo scout da oltre cento anni. Lo scautismo, infatti, fonda tutta la sua coraggiosa azione educativa sul protagonismo e l’implicazione dei giovani nella loro crescita e nella crescita e sviluppo della società, ed attraverso i campi mobili che si sono svolti in tutte le regioni italiane, abbiamo avuto modo di vivere esperienze di scoperta, entusiasmo, riflessione, spiritualità, festa, dialogo, incontro». Cosa centra la Carta del coraggio? «Durante la Route, alla luce di questa esperienza e del cammino di preparazione che ogni clan, dei vari gruppi scout d’Italia, ha dovuto affrontare, è stata redatta una Carta del Coraggio, affinché l’impegno di noi Rover e Scolte possa esser messo al servizio del futuro del nostro Paese per “lasciarlo migliore di come l’abbiamo trovato”. La Carta è nata da un percorso di osservazione-deduzione-azione dei vari “capitoli” sul coraggio che ogni clan ha dovuto trattare durante l’anno scout per prepararsi a questo evento; dai materiali caricati sui blog; da ciò che noi Rover e Scolte abbiamo raccontato nei forum regionali e che abbiamo discusso e modificato nel corso delle routes gemellate. Al campo fisso, gli alfieri, cioè le Rover e Scolte rappresentanti il proprio clan di appartenenza, hanno portato le idee raccolte nelle discussioni e hanno lavorato per rendere il testo chiaro, condiviso, semplice e comprensibile per tutti, e la Carta del coraggio è stata letta durante la cerimonia conclusiva. Un impegno di noi giovani per il Paese e per la Chiesa». Che cosa contiene questa Carta del coraggio? «Più che contenere, la Carta racconta la forza per farci carico del presente e il coraggio per costruire il nostro futuro. Per lavorare alla Carta ogni clan ha dovuto utilizzare un tipico strumento: il capitolo. I capitoli sono caratterizzati da una serie di momenti ben precisi da affrontare. Si inizia con la scelta di un “tema condiviso” alla quale segue la preparazione di “un’inchiesta” per cercare di mettersi nei panni degli altri, sintetizzare le conclusioni, confrontare le proprie idee con quelle degli altri e quindi conoscere la realtà che ci circonda per viverla con maggiore consapevolezza. Vi è poi la fase dell’”approfondimento”, da cui emergono le sfaccettature che si vogliono affrontare e le modalità di lavoro, fatte di “esperienza”, “discussione”, “momento delle scelte”, prima di formulare un “giudizio costruttivo” che evidenzi le responsabilità, le carenze e i cambiamenti necessari, ed arrivare al “momento dell’impegno”. Il capitolo, insomma, permette di arrivare a dare giudizi di valore sui quali fondare le scelte di vita personali attraverso il vedere-giudicare-agire, anche perché, come dice Baden Powell: “Lo scout non è uno sciocco, sa pensare con la sua testa, vede i due lati di una questione ed ha il coraggio di battersi per ciò che ritiene giusto”». la «Fastmission beach» Missione in spiaggia coi giovani a Vallecrosia iovani che desiderano realizzare il sogno di papa Francesco: una Chiesa in uscita anche in spiaggia. Bordighera, Vallecrosia e la costa adiacente invase da un centinaio di giovani obbedienti alla lettera di Francesco alla Gmg di Rio pronti a far tanto “rumore” nella tranquillità turistica del ferragosto ligure di frontiera. Martedì scorso, è stato dato spazio a radio, dediche, balli, zumba cristiana, musica e animazione per bambini sulla spiaggia libera tra i “Bagni Polena” e “Gente di marina” a Vallecrosia. Si tratta di giovani entusiasti della Fastmission Beach! Guidati dai preti della FMJP2, la Fraternità Missionaria Giovanni Paolo II, e da un sacerdote francescano conventuale padre Massimo Vedova, un centinaio di missionari infuocati cantano, danzano ed esprimeranno con gioia la loro fede e il vangelo sino al 18 agosto in riva al mare, nelle vie, nei luoghi di ritrovo e perfino in discoteca. La Fastmission Beach è un adattamento alla cultura italiana delle esperienze già lanciate da 20 anni in Francia nella Costa Azzurra da padre Pierre Aguila e i suoi fratelli e sorelle. Il pomeriggio degli artisti allo stile di Fiorello animeranno una radio in riva al mare e ad animare la Fastmission Radio un DJ che in realtà è un sacerdote missionario Padre Baldo Alagna (in arte Padre Baldo DJ) che svolge servizio pastorale nella diocesi di Asti, ma che si diletterà ad accontentare le richieste musicali per sms dei bagnanti, aiutato da un gruppo La missione in spiaggia Live i “clandestini” che sbarcano a Bordighera per proporre della buona musica per un “SaMartedì scorso no Divertimento”! A prima vispazio a radio, sta, nulla li distingue dai tipici animatori di un villaggio turiballi, musica stico. Soltanto le loro magliette cristiana appaiono diverse dal consueto, poiché non vi è stampato il mare animazione o lo slogan di un tour odedicata ai bambini chio perator o di una birra o una bevanda famosa, bensì una frase per testimoniare dalle risonanze bibliche: “Un anche sotto Fuoco per accendere tanti altri fuochi...”. Lo slogan preso in l’ombrellone dalla Compagnia di Gela gioia del Vangelo prestito sù e vicino a papa Francesco, assicura che scotta la spiaggia per il calore, scotta la pelle per il sole ma scotta anche il cuore per il fuoco dell’Amore di Dio che alcuni giovani annunceranno testimonieranno proprio in spiaggia! Di fatto, come duemila anni fa sulle rive del mare di Galilea, questi giovani incarnano il ruolo dei “pescatori di uomini”, seguendo le orme impresse sulla sabbia dai primissimi discepoli di Gesù che obbedivano al comando del Signore “Andate in Tutto il mondo” quindi anche in spiaggia, per le strade della costa ligure e fino alla Costa Azzurra! Al ritmo della Christian Zumba o dei reggaetton cristiani dei balli caraibici e delle canzoni dei Modà o di Nek, i bagnanti vengono incuriositi e coinvolti, fino alla sorpresa finale nella quale viene spiegato il motivo specifico di questi spettacoli: proporre l’autentica gioia cristiana visibile negli occhi e nel cuore di tutti i missionari, che a coppie si incamminano per incontrare quanti si trovano magari stesi al sole. Una particolarità se qualcuno magari sentendo parlare di Dio si ricorda che è da tanto tempo che non si confessa sotto un ombrellone lontano dalla confusione sarà a disposizione un sacerdote che accoglie i turisti che possono approfittare di confessarsi. G In festa il monastero della Visitazione Domenica ricordata la fondatrice santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal DI LUCIANO BREVIARIO esta al monastero, domeF nica scorsa a Sanremo, per ricordare la fondatrice dell’Ordine della Visitazione, Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, la cui memoria si celebra il 12 agosto. Nel monastero sanremese della Visitazione in via Carducci, padre Candido Capponi, tornato in diocesi come predicatore della novena del- l’Annunziata, che si celebra al santuario di N.S. della Costa, alle 10 ha celebrato la Messa per ricordare la figura della Santa francese, fondatrice dell’ordine della Visitazione assieme a San Francesco di Sales suo direttore e guida spirituale. La comunità claustrale ha voluto così condividere con tutti un momento di gioia, in ricordo di coloro che portarono materialmente l’Ordine nella Liguria di ponente, attraverso la Provenza, Nizza e poi Monaco. Dal Monastero di Annecy furono destinate per la fondazione di un Monastero a Sanremo, voluto da Don Carlo Borelli di Triora per la figlia Angela Caterina che desiderava farsi visi- tandina, Madre Maria Geronima Dufour come Superiora, suor Luigia Maddalena Langlois Savoiarda, suor Luigia Francesca Pericaud, francese e suor Maria Angela Dalmatia. Tutte molto ben penetrate dello spirito dei fondatori, si stabilirono inizialmente nell’attuale Canonica della Chiesa di s. Giuseppe, alla Pigna, luogo rivelatosi presto angusto e malsano. Nel 1675 si trasferirono nel costruendo monastero sulla via Romana, nei pressi di quella che oggi prende il nome di piazza Colombo. Era un luogo pianeggiante, ricco di aranci, limoni e cedri. Il monastero fu abbellito dalla munificenza della famiglia Gri- maldi di Monaco essendo Superiora, dal 1707, Madre Luigia Maria Teresa Grimaldi (Monaco 1662 – Sanremo 1741) sorella del Principe Ereditario Antonio I. Dopo la morte di Madre Grimaldi, in occasione della Beatificazione nel 1751 di s. Giovanna Francesca di Chantal e della prima festa in onore del S. Cuore, la cui devozione dal Monastero di Sanremo si diffuse in tutta la Liguria, Madre Teresa Margherita Spinola realizzò importanti lavori continuando l’opera formativa delle Monache e delle educande, sulla scia di Madre Grimaldi. Con l’attuazione delle leggi sovversive del tempo, nel 1892 le Monache furono definitivamente espropriate di tutto e si ritirarono in via Visitazione, in un edificio non adatto ad essere adibito a monastero. Nel 1935, anche per la generosità della famiglia Marsaglia, acquistarono terreno e immobile in viale Carducci e vi costruirono l’attuale monastero. 3
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