Ai figli il cognome della madre, ma serve il consenso del padre

8 .Primo
Piano .
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LA STAMPA
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SABATO 11 GENNAIO 2014
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U
GOVERNO
Nuovo modello
Nelle intenzioni del ministero
la Difesa dovrebbe avere
un esercito più moderno
LE ULTIME DECISIONI
-30%
150
-30%
mila uomini
il taglio ai vertici
le caserme
Il numero dei militari che sarà
raggiunto alla fine della
riforma. A questi si
aggiungeranno circa
20 mila civili
Troppi generali e ammiragli: il
taglio sarà drastico. Tra ufficiali
e graduati la riduzione sarà un
po’ meno incisiva: dovrebbe
fermarsi al 20% circa
Anche la galassia di caserme,
basi e installazioni militari sarà
ridotta di poco meno di un terzo
«con vantaggi evidenti
per l’amministrazione»
Al via l’esercito light
meno uomini
più addestramento
Parte la riforma che taglierà i ranghi di 30 mila unità in 10 anni
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
È operativa la riforma delle
forze armate, che taglierà gli
organici di circa 30 mila uomini. Ci vorranno 10 anni,
perché la riforma andrà davvero a regime soltanto nel
2024, ma alla fine avremo forze armate più snelle (150 mila
militari e 20 mila civili), meglio armate e meglio addestrate (la spesa per investimenti e per esercizio dovrebbe raddoppiare).
Era un pallino dell’ex ministro Giampaolo Di Paola, questa riforma. Indispensabile a
suo dire perchè i tagli al bilancio della Difesa negli ultimi anni avevano troppo sacrificato gli armamenti e l’addestramento, e alla fine si rischiava di ridurre le forze armate a uno «stipendificio»,
come ebbe a dire. Più in generale, gli stati maggiori sono
preoccupati di perdere l’aggancio con le altre forze ar-
mate in ambito Nato. E alla lunga gli italiani non riuscirebbero
più ad integrarsi con gli alleati
nelle missioni all’estero - che
giusto ieri sono state rifinanziate per i prossimi sei mesi:
235 milioni di euro andranno
alla missione in Afghanistan;
81 milioni a quella in Libano.
Lo stesso concetto di una
Il ministro Mauro:
«Preferisco parlare
di razionalizzazione
Investiremo di più»
modernizzazione obbligata lo
ribadisce l’attuale ministro della Difesa, Mario Mauro: «Non
chiamiamola riforma - dice - ,
ma razionalizzazione. Occorreva dimagrire e trasferire quote
dei risparmi sull’addestramento e sull’investimento. È una
buona riforma, a lungo pensata, e ben discussa in Parlamento. Il sottoscritto ha accettato
La mini-Imu
RiminieRavenna
«Sipagaagiugno»
1 I comuni romagnoli
decidono da soli. Il sindaco di Ravenna ha stabilito
che la mini Imu i suoi cittadini la pagheranno il 16
giugno e non il 16 gennaio
come vorrebbe il ministero dell’Economia. L’imposta è municipale, decide il
municipio: «La legge è
legge e la nota del ministero è carta buona per incartare le verdure», fa sapere Fabrizio Matteucci.
La sua deliberra è stata approvata ieri mattina. Anche il comune di Rimini ha
preso la stessa decisione:
la mini Imu si pagherà in
estate, non la prossima
settimana.
buona parte dei pareri parlamentari, che non erano vincolanti, proprio per ribadire la
centralità del Parlamento».
Il taglio sarà forte. La base di
graduati e ufficiali sarà ridotta
di un 20%. Il vertice, zeppo di
generali e ammiragli, dovrà dimagrire del 30%. Alla fine del
processo, sopravviveranno
1566 colonnelli (oggi l’organico
ne prevede 1957) e 310 generali
(su 443). È previsto anche un
taglio del 30% per l’immensa
galassia di basi, caserme, installazioni militari con un «indubbio vantaggio - scrive il ministero - per l’amministrazione
e più in generale per l’amministrazione pubblica».
La riforma prevede anche
misure di sostegno alle famiglie, alle giovani coppie e ulteriori azioni per favorire il ricongiungimento
familiare
quando marito e moglie, entrambi in divisa, lavorano in sedi diverse. A simbolo di questo
vento di risparmio, viene sop-
ANSA
presso anche l’incarico a pagamento di consigliere militare
del ministro della Difesa «attualmente vacante».
E non finisce qui. Nelle
prossime settimane il ministero avvierà in Parlamento le
procedure per un Libro bianco
che nelle intenzioni del ministro Mauro porterà a Nuovo
I rappresentanti dei
militari (Cocer) contrari:
«A rischio il ruolo
delle Forze Armate»
modello di Difesa. «Una volta
che è stato portato a termine il
dimagrimento, è giusto interrogarci sul futuro e su quali
forze armate devono servire il
Paese. Non possiamo dimenticare di vivere in un’area di instabilità globale quale il Mediterraneo allargato al Medio
Oriente e al Corno d’Africa. Il
che non significa che in futuro
Si potrà anche decidere di usarli entrambi
All’estero
Ai figli il cognome della madre
Ma serve il consenso del padre
FLAVIA AMABILE
ROMA
Se madre e padre sono d’accordo i figli possono avere il
cognome della madre o entrambi. Parliamo dei figli
futuri, quelli che nasceranno dopo l’entrata in vigore
del disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei
ministri.
Si tratta di «una rivoluzione copernicana» messa in
piedi dall’esecutivo in tempi
rapidissimi dopo la sentenza
di condanna dell’Italia da
parte della Corte europea dei
diritti dell’uomo di Strasburgo che ha accolto il ricorso di
una coppia di milanesi, che
avevano chiesto di avvalersi
del diritto di scegliere il cognome dei figli. «Una bastonata», ha definito quella sentenza il premier Enrico Let-
ta. E, quindi, il governo è intervenuto «per sanare questa
mancanza».
Il disegno di legge è formato
da quattro articoli e modifica
l’articolo 143 bis del codice civile. Il figlio «assume il cognome del padre ovvero, in caso di
accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello
di entrambi i genitori», recita
il provvedimento. Vale anche
per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. In pratica si
continua a prendere il cognome paterno a meno che i genitori non si mettano d’accordo
in modo diverso. Le disposizioni si applicano alle dichiarazioni di nascita successive all’entrata in vigore della legge.
Cecilia Guerra, viceministra con delega alle Pari Opportunità ha spiegato che un
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effetto della norma potrebbe
essere la possibilità che «fratelli e sorelle abbiano cognomi
diversi». Bisogna capire anche
che cosa accade in caso di doppio cognome alle seconde e
terze generazioni con l’accavallarsi di cognomi doppi, quadrupli e via moltiplicando. Non
è nemmeno stata molto apprezzata la parte del ddl che
prevede che, comunque, se il
padre non è d’accordo, la madre non può dare il proprio cognome al figlio.
Un forte malcontento, infatti, si leva sia da destra che da
sinistra. Per Marisa Nicchi di
Sel, si tratta di «un contentino
ridicolo che non fa altro che
confermare il ruolo secondario
della madre, una concezione
della donna ancora suddita nei
confronti dell’uomo cui spetta
ancora l’ultima parola».
dovremo accrescere gli organici, ma essere più integrati
con gli alleati».
Tanto fervore è però assolutamente osteggiato dai Cocer. I rappresentanti del personale diffidano del piano di
tagli e delle ipotesi di trasferimento volontario a altre amministrazioni dello Stato: ne
vanno i piccoli privilegi che i
soldati ancora conservano, tipo i cinque anni di contributi
previdenziali che vengono
«regalati» a compenso dei disagi per le missioni, oppure le
varie indennità che arricchiscono gli stipendi.
I Cocer si dicono preoccupati per il futuro del personale
militare e delle loro famiglie.
«Se a queste ultime - scrivono i
rappresentanti - non si darà la
stessa attenzione riservata all’industria delle armi negli ultimi due anni, si rischia di far
perdere alle Forze Armate il
proprio significato insito nella
Costituzione».
Inghilterra
1 La coppie sposate
possono scegliere se dare
il cognome della madre,
del padre o entrambi. Per
i figli nati fuori dal matrimonio, se li registra la
madre può farlo usando
il proprio cognome.
Spagna
1 I figli prendono per
primo il primo cognome del padre, per secondo il primo cognome della madre. Il cognome del padre, così,
resta sempre.
Dopo due generazione il cognome potrebbe diventare quadruplo
Francia
Per Giorgia Meloni la proposta del Consiglio dei ministri non aiuta l’armonia familiare ma, anzi, la mette fortemente in discussione. Per non
litigare costantemente è quasi
scontato che i genitori opteranno per il doppio cognome»
e, quindi. si arriverà alla quarta generazione con bambini
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che avranno sedici cognomi.
Matteo Salvini, segretario
della Lega Nord, spiega che le
priorità sono altre, come il sostegno economico alle mamme
e ai papà separati o divorziati
che, invece, sono discriminati
nonostante la Corte abbia
ugualmente condannato l’Italia due volte.
1 I genitori possono
scegliere se attribuire ai
figli il cognome del padre, della madre o di entrambi. Il doppio cognome in ordine alfabetico è
obbligatorio se i genitori
non riescono a trovare
un accordo.
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