Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. “INFRACAT” Descrizione generale: dispositivo con bruciatore a gas ad alto rendimento termico per il riscaldamento industriale e civile. 1- Il funzionamento è ottenuto tramite l’irraggiamento infrarosso emesso da una cartuccia irradiante di fibra di quarzo-silice pura al 99,99%. 2- La cartuccia è debitamente catalizzata per azzerare le emissioni residue della combustione. 3- I reflui combusti possono essere immessi direttamente nell’ambiente di lavoro. 4- Il rendimento termico finale sul potere calorifico inferiore del combustibile è del 103%. 5- Il risparmio energetico e la riduzione della CO2 emessa sono nell’ordine del 70%. Contenuti: 1- Back Ground 2- Grado di innovatività dell’iniziativa in relazione alla tematica energetica o ambientale. 3- Caratteristiche costruttive e durata. 4- Grado di efficienza specifica in relazione alla riduzione dei consumi, o all’utilizzo di energie rinnovabili o alla riduzione di residui da smaltire. 5- Replicabilità del progetto nel proprio od in altri settori. 6- Campi di applicazione. 7- Scheda tecnica di funzionamento. 1 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Brev. N° 0001400045 del 25/05/2010 - Inventore Pier Luigi Tenci, Titolare LA RUDE S.r.L. BS Fig. 1 Vista d’ingombro dell’ INFRACAT 2 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. 1 Back Ground Normativa Europea di riferimento: Direttiva CEE 05/04/2006 n. 2006/32/CE (Gazzetta Europea 27/04/2006 n. L 114). Le emissioni industriali originate, sia dai processi produttivi sia per il riscaldamento degli ambienti di lavoro che, riguardano una considerevole percentuale delle emissioni dell’Unione, dovranno essere ridotte come stabilito dalla Commissione Europea. All’Italia si richiede di ridurre le emissioni di CO2 del 13% rispetto al 2005 e di incrementare al 17% il contributo delle fonti rinnovabili entro il 2020. È ormai recepito, sia dalla Comunità Europea sia dagli U.S. che, il problema energetico e ambientale condiziona pesantemente lo sviluppo economico e civile della Società. La nostra civiltà si era tarata sull’uso del petrolio e del gas naturale come risorsa praticamente infinita e di facile utilizzo e le vicende degli ultimi trent’anni, hanno in parte confermato la grande disponibilità di questa giacenza di combustibile primario, proiettando in tempi relativamente lontani il raggiungimento della fine delle riserve. Tuttavia era convinzione, negli anni settanta, che la stabilità dell’estrazione dei fossili naturali fosse a rischio, principalmente per ragioni politiche internazionali e di conseguenza vennero predisposti dai diversi stati Europei, precisi piani di intervento supportati dalla legislazione, per contenere i consumi energetici ovunque ciò poteva convenientemente essere fatto. Al seguito delle disposizioni governative Europee giunsero gli aiuti finanziari a favore degli interventi di coibentazione degli edifici industriali e civili, sia di vecchia costruzione sia costruendi e per la realizzazione, di altri significativi interventi per ottenere il risparmio energetico sull’impiantistica industriale. Alla luce degli eventi ambientali attuali si constata che: mentre nello scorso ventennio si temeva la riduzione delle scorte petrolifere e si mirava a promuovere il risparmio energetico finalizzandolo al fatto che il petrolio fosse una “risorsa limitata” o a rischio oggi, la principale ragione, che impone il risparmio dei combustibili primari, consiste nella necessità improrogabile di limitare l’emissione di CO2 nell’atmosfera. Quindi il target sulla riduzione delle emissioni conseguito parzialmente nell’ultimo trentennio cioè, da quando sono state di fatto avviate le prime azioni di risparmio energetico e 3 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. contenimento delle emissioni atmosferiche, deve essere sostanzialmente rivalorizzato e posto come obiettivo primario nei programmi energetici dei paesi industrializzati o in via d’industrializzazione. Fig. 2 Primo impianto sperimentale ENEA/FIAT TTG/TENCI per la riduzione catalitica delle emissioni con candela di quarzo silice purissima catalizzata - 1984 Non vi sono dubbi sul fatto che il costo dell’energia è destinato a salire, spinto, sia dall’incremento dei costi del combustibile primario, sia dall’aumento delle tassazioni applicate dai vari Stati, finalizzandole a far contenere l’emissione di CO2 in atmosfera ed a ridurre per diretta conseguenza l’effetto serra. Questo scenario mostra chiaramente la necessità improrogabile di intervenire in ogni caso, nella direzione della drastica riduzione del consumo dei combustibili fossili. La storia c’insegna che dalla “Rivoluzione Industriale” ad oggi, il cambiamento legato alla conversione energetica ha richiesto quasi un secolo. Questo lungo arco di tempo è servito per transitare dall’utilizzo, sostanziale, del carbone a quello del petrolio, del gas naturale e del gas liquefatto e, allo stato dell’arte, si è dimostrato che non vi sia più margine per un altro tempo di attesa per attuare gli interventi di risparmio energetico. Da queste brevi, ma basilari, considerazioni appena esposte, si comprende che il vero inquinante gassoso emesso nell’atmosfera terrestre è l’anidride carbonica e che il suo quantitativo sarà destinato a salire. 4 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Non si esimia da questo contesto, il settore del riscaldamento industriale che viene utilizzato in ogni Paese industrializzato. L’impatto ambientale di questo settore di consumo si fa sempre più pesante, perché oltre all’emissione degli inquinanti minori detti “regolamentati”, derivanti dal processo di combustione CO – HC – NOx Particolato, vi è una rilevante produzione di anidride carbonica la cui quantità emessa in atmosfera è inversamente proporzionale al rendimento termico del calore utilizzato negli ambienti di lavoro. L’importanza del contributo del riscaldamento industriale, alla genesi dell’inquinamento atmosferico, è da tempo nota ed oggetto di preoccupata attenzione da parte delle Autorità internazionali preposte alla salvaguardia della salute pubblica e del Pianeta. Ad esempio: nel settore del riscaldamento dei capannoni industriali il rendimento del quale l’utenza, può usufruire è sostanzialmente penalizzato dalle dispersioni di calore che, avvengono sia per trasporto dei fluidi caldi, sia per convezione verso il colmo del capannone. Normalmente il rendimento reale non supera il 30% del calore immesso in caldaia tramite il combustibile. E’ innegabile che nell’ultimo decennio si sia ottimizzata la combustione delle caldaie termiche per ridurre al massimo il consumo di combustibile e le emissioni inquinanti, vedi ad esempio le caldaie a condensazione ma, se pur si sono così conseguiti migliori rendimenti nella generazione di calore in caldaia, altrettanto non si è ottenuto al fine del calore “sensibile” percepito fisicamente dalle maestranze. A tutt’oggi i sistemi convenzionali di riscaldamento industriale sono penalizzati da notevoli perdite energetiche quali ad esempio: a- I generatori di calore ad infrarosso di tipo elettrico hanno un costo energetico notevole dovuto al basso rendimento finale in quanto, l’energia elettrica disponibile all’utenza giunge con un rendimento che solitamente non supera il 30% dell’energia del combustibile primario bruciato in una centrale termoelettrica di produzione. All’atto pratico negli ambienti di lavoro più comuni si verificherebbe il danno in cui il fabbisogno di energia elettrica verrebbe ad assumere un consumo e un costo insostenibili. b- Gli impianti fissi per un irraggiamento a infrarosso ottenuto da una combustione diretta di gas naturale in una apposita tubazione, sono in genere collocati ad altezze di 5 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. almeno quattro metri rispetto al pavimento del capannone. Quest’altezza serve per consentire una certa distribuzione del calore verso il basso dove vi sono le persone che lavorano nel capannone. Per contro l’esigenza di una collocazione fissa dell’irraggiatore comporta rilevanti perdite d’energia dovuta alle parabole riflettenti che re-irraggiano il calore assorbito non solo verso il basso ma anche verso il soffitto del capannone. A causa di ciò il rendimento finale di questi riscaldatori a infrarosso alimentati con combustibile a gas è insufficiente. Inoltre il rendimento termico è penalizzato anche dal fatto che il calore sensibile e latente contenuto nel gas combusto è comunque ed inevitabilmente espulso direttamente in atmosfera ad una temperatura relativamente alta di circa 250°C. c- Esistono anche sistemi d’irraggiamento a piastre di ceramica, con combustione del gas direttamente sulla loro superficie ad alta temperatura nell’ordine di 600°C. Per contro le emissioni dei reflui combusti non ne consentono l’uso nell’ambito industriale dove sono richieste potenze termiche rilevanti. d- Per quanto concerne le emissioni gassose delle caldaie in genere, oltre alla CO2 generata dalla combustione del gas, esse contengono anche: - ossido di Carbonio, CO - altri incombusti: HC – NOx - Particolato che incidono in misura rilevante nel contesto urbano: il 40-60% sul totale rilevato dalle centraline di monitoraggio ambientale, come è visibile nel seguente diagramma: 300 250 PM10 mic.g/m3 200 150 100 50 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 Fig. 4 Diagramma Fonte: ARPA Torino ( In colore verde valori teorizzati per salvaguardare la salute) 6 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Per superare questi limiti funzionali è stato realizzato l’ INFRACAT che si propone quindi come un nuovo dispositivo di riscaldamento ambientale a raggi infrarossi ad alta efficienza termica ed utilizzabile in sicurezza anche ad altezza d’uomo come esemplificato nella sottostante figura 3. Irraggiamento Irraggiamento Corpo radiante Bruciatore Bombola 15-25 Fig. 3 Esempio di applicazione dell’INFRACAT 2 - Grado di innovatività dell’iniziativa in relazione alla tematica energetica e ambientale. L’INFRACAT apporta calore direttamente all’utenza grazie ad un funzionamento ad alto rendimento con la contemporanea riduzione delle emissioni carboniose ed idrocarboniche verso gli ambienti di lavoro. L’abbattimento delle emissioni residue della combustione è pressoché totale. Queste prestazioni di alto livello si sono conseguite adottando le tecnologie di catalisi sviluppate dalla ricerca sperimentale svolta in collaborazione con l’ENEA, vedi primo impianto ENEA del 1984 fig. 2 e pertanto si dispone oggi nell’INFRACAT, della tecnologia di catalisi in grado di rispondere appieno alle direttive CEE. Oltre alla riduzione dell’anidride carbonica, grazie agli studi condotti sull’applicazione della tecnologia di catalisi dell’INFRACAT si è ottenuta anche la riduzione del 70% degli: Ossidi di Carbonio (CO) e degli Idrocarburi Incombusti (HC), 7 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. che si attestano entro 45-210 ppm in volume, valore questo, ben al di sotto dei limiti stabiliti dalle normative vigenti che sono di 700 ppm. Fig. 5 Prototipi di “INFRACAT” durante i test di laboratorio e corpo utilizzato per la misura della riduzione delle emissioni di CO – HC . (Test condotti presso l’industria costruttrice di caldaie per il riscaldamento ambiente ed industriale Bongianni CN). Tale risultato di ottimizzazione della catalisi della fibra di Quarzo-Silice, è stato raggiunto grazie a molti test condotti nei laboratori sia di industrie produttrici di caldaie termiche per il riscaldamento, sia di industrie motoristiche europee come si vede nelle figure 6-9 seguenti. La riduzione delle emissioni ottenute nei test del gas esausto, sia con gas Metano sia con GPL, sono dell’ordine del 70% come è visibile nel diagramma seguente: CO con dispositivo ppm CO senza dispositivo ppm 400 ,00 350,00 SI CON STA TA C H E CON IL DISPOSITIVO LA Ossido di Carbonio ppm 300,00 250,00 R ID UZIONE DELL'OSSID O D I C ARB ONIO SUP ERA IL 7 0% . C alda ia N EC A tipo Puls ar n 4 50 da 535 00 k Ca l/h Tes t condot ti in e se rc iz io re ale in un'ins ta llazione civile 200,00 150,00 100,00 50,00 0,00 Asse de ll'Os sige no per cen tu ale resi du o di comb ustio ne CO con dispositivo ppm Fig. 6 Test di prova sul prototipo INFRACAT su reflui di combustione da gas metano. 8 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Ulteriori test sull’efficienza della catalisi della fibra di Quarzo–Silice che costituisce l’attuale irraggiatore catalizzato dell’INFRACAT, sono stati condotti anche sul gas combusto di scarico dei motori Diesel che confermano la riduzione degli incombusti totali, superiore al 95% come riportato nelle schede seguenti. Fig. 7 Fonte: MAN Norimberga Esito avvio della conversione catalitica intorno a 250°C MOTORE DI BASE SENZA IL L.C.R. RESULTS CO g/kWh g/bHPh HC g/kWh g/ bHPh NOx g/kWh g/bHPh PM g/kWh g/bHPh BSFC g/kWh g/bHPh 0,341 0,254 0,048 0,036 3,547 2,645 0,106 0,079 259,569 193,561 MOTORE DI BASE CO N IL L.C.R. RESULTS CO g/kWh g/bHPh HC g/kWh g/ bHPh NOx g/kWh g/bHPh PM g/kWh g/bHPh BSFC g/kWh g/bHPh 0,001 0,001 0,008 0,006 3,284 2,449 0,010 0,007 259,070 193,189 Fig. 8 Fonte VM MOTORI Detroit Diesel Motor (Cento FE) 9 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Fig. 9 Fonte: SCANIA Svezia Conversione del carbonio e degli incombusti. La riduzione sostanziale delle emissioni dei reflui della combustione ottenuta con l’INFRACAT è caratteristica tecnica fondamentale, in quanto ne consente l’inserimento direttamente all’interno degli ambienti di lavoro. Il riscaldamento si ottiene prevalentemente ad infrarosso di circa 4 micrometri ed a bassa temperatura risultando direttamente e immediatamente percepibile dall’utenza. Il funzionamento dell’INFRACAT è quindi caratterizzato dalla somma del calore irraggiato e del calore contenuto nel vapore acqueo generato dalla combustione e mantenuto caldo dalla radiazione infrarossa emessa dalla fibra di Quarzo-Silice della cartuccia. Infatti, i raggi infrarossi emessi dalla cartuccia sono assorbiti dal vapore acqueo che riscaldandolo rendono ottimale l’ambiente di lavoro. Le maestranze usufruiscono quindi sia del calore irraggiato per via infrarossa a 360° alla lunghezza d’onda di c.a 4 micrometri sia del calore ceduto dal vapore acqueo proveniente dalla combustione. Pertanto i lavoratori all’interno del capannone potranno svolgere le loro attività in ambiente senza la necessità di riscaldare l’intero luogo di lavoro. Riassumendo quanto sin qui detto: 10 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. - La tecnologia dell’INFRACAT si fonda sulla catalisi attiva sulla fibra di quarzo puro al 99,99% ottenuta con specifici procedimenti industriali di catalisi utilizzando metalli nobili. Questa catalisi fa si che la conversione dell’ Ossido di Carbonio sia attiva già alla temperatura c.a. 250°C., mentre quella degli Idrocarburi del GPL avviene già a partire da c.a 150° C e nel Metano a 350°C. - La riduzione delle emissioni di oltre il 70% si abbina alla riduzione della CO2 che è anch’essa di c.a il 70% rispetto ai sistemi di riscaldamento attuali. Ciò avviene perché il godimento del calore contenuto nel vapore acqueo del gas combusto, porta il rendimento finale al 103% rispetto al calore specifico inferiore del combustibile adottato. 3 – Caratteristiche costruttive e durata. La caratteristica tecnologica di costruzione che sta alla base dell’INFRACAT si può riassumere come segue: Con riferimento alla Fig. 1, l’INFRACAT è stato previsto per un irraggiamento infrarosso ottenuto per conversione diretta del calore proveniente dalla combustione di un bruciatore utilizzante combustibili gassosi: GPL o metano. Nel 1° caso la bombola del gas viene posta all’interno di una campana di protezione (C) la cui base è munita di ruote pivotanti e auto frenanti per permettere lo spostamento dell’ INFRACAT nel luogo d’utilizzazione. Nel 2° caso alla base della campana (C) è previsto un foro destinato al passaggio del tubo flessibile per un’alimentazione di gas all’ INFRACAT qualora nel reparto da riscaldare sia presente un impianto per la distribuzione del gas GPL/metano. In questo caso la bombola, può essere utilizzata come scorta nei luoghi del reparto dove non arriva l’impianto del gas dalla rete interna di distribuzione, o può essere totalmente eliminata nel caso di una disponibilità di gas adeguatamente distribuita nello stabilimento. Quando l’INFRACAT riscaldante è attivato, il flusso gassoso combusto refluo attraversa il mezzo convertitore irraggiante e la lunghezza d’onda emessa è percepibile dagli utenti è compresa tra 4–5 micro metri, e consentendo un rendimento reale compreso tra l’80% - 100% percepito dall’utenza. 11 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. La potenza termica erogabile dall’ INFRACAT è regolabile tra 1 kW sino a 8.5 kW. Il raggio di godimento termico è di circa 5 metri di distanza dall’irraggiatore. Con installata la parabola riflettente la distanza di godimento termico può raggiungere circa 7 metri. La parabola riflettente permette di orientare e dirigere, ove necessario, la radiazione termica infrarossa, emessa dalla superficie del corpo irraggiante. Altro aspetto importante del riscaldamento ad irraggiamento infrarosso offerto dall’INFRACAT è costituito dalla uniformità di diffusione termica nell’intorno, il che evita concentrazioni di calore localizzato sfavorevole per l’utenza. Queste caratteristiche di funzionamento si conseguono anche grazie ai valori pressoché trascurabili delle emissioni residue degli incombusti quali: l’ossido di carbonio (CO) e gli idrocarburi HC, provenienti dalla combustione nel bruciatore. A comprova di quanto asserito si riportano di seguito i test di funzionamento condotti presso il laboratorio dell’industria SABAF S.p.A di Brescia che è il nostro partner costruttore e fornitore del bruciatore generatore del calore all’interno della testata irraggiante dell’INFRACAT. 12 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Test di funzionamento dell’INFRACAT eseguiti nei laboratori SABAF S.p.A BS Tabulato a) 13 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Tabulato b) Grazie alle sue caratteristiche di funzionamento, praticamente in assenza di incombusti e quindi entro tutti i limiti di legge, l’INFRACAT può sicuramente essere utilizzato in ambienti di lavoro quali ad esempio capannoni, piccole officine e, nella dimensione adeguatamente ridotta a 2.5-3 kW, anche nell’uso prettamente civile. 14 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Fig.10 A sinistra temperatura della testata irraggiante dell’INFRACAT dopo 5 minuti dall’accensione del bruciatore. A destra temperatura della testata irraggiante dell’INFRACAT dopo 20 minuti dall’accensione del bruciatore. Come si vede dalle misure sull’irraggiamento termico la temperatura assunta dall’INFRACAT dopo soli 5 minuti dalla prima accensione è già praticamente in piena efficienza migliorando ancor più il rendimento termico finale all’utenza che ottiene subito l’effetto riscaldante desiderato. 15 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. La fibra di silice amorfa incorporata nel mezzo convertitore – irraggiatore provvederà infine a garantire anche all’abbattimento di eventuali emissioni residue di ossido di carbonio o idrocarburi se mai dovessero verificarsi. La durata dell’INFRACAT testata in ambiente live di 90 m3 con bruciatore a gas Metano per un decennio: c.a 15000 ore e 7200 accensioni e spegnimenti ha confermato il mantenimento inalterato delle caratteristiche di funzionamento della catalisi. Il test di durata è stato condotto con il gas Metano che, dal punto di vista della catalisi degli idrocarburi incombusti, è più gravoso rispetto al GPL. La durata della catalisi della testata irraggiante è sicuramente superiore ad un decennio e l’INFRACAT nel suo insieme costruttivo è sicuramente indistruttibile. Fig. 11 Esempio di utilizzazione dell’INFRACAT in un capannone industriale 4 - Grado di efficienza specifica in relazione alla riduzione dei consumi, o all’utilizzo di energie rinnovabili o alla riduzione di residui da smaltire. Il raggiungimento di questo vantaggio ambientale e di un miglior godimento termico da parte dell’utenza sono favoriti dal riporto di metallo catalizzante sulla superficie interna del convertitore irraggiatore, vale a dire sulla fibra amorfa di Quarzo-Silice. 16 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Infatti, la parte esposta al flusso gassoso proveniente direttamente dalla fiamma del bruciatore possiede un’elevata capacità di abbattimento degli incombusti residui. In conclusione, l’INFRACAT con il suo alto rendimento del 103% sul p.c.i. del combustibile, permette di ridurre di oltre il 70% ogni eventuale residuo incombusto. Rilascia quali componenti della combustione prevalentemente vapor acqueo e CO2 ridotta quest’ultima di almeno il 70% rispetto a quella che sarebbe stata emessa da un riscaldamento industriale convenzionale. Infine: - È rigenerabile in continuo e richiede solo le verifiche triennali relative all’efficienza del bruciatore. - Non produce residui non smaltibili. - Lo smaltimento, qualora dovesse essere praticato, offre esclusivamente prodotti interamente riciclabili. - La tecnologia INFRACAT consente l’irradiazione ottimale, per l’intera area di 360°. Il calore irradiato è istantaneamente percepito con la sensazione di benessere dalle maestranze nei capannoni di lavorazione ove il riscaldamento tradizionale risente di basso rendimento. 5 - Replicabilità del progetto nel proprio od in altri settori. L’insediamento industriale è previsto per produrre: - Dispositivi INFRACAT per il riscaldamento degli ambienti di lavoro in genere e civili. - Dispositivi QUARTZCAT analoghi ma passivi e finalizzai esclusivamente alla riduzione delle emissioni inquinanti provenienti delle caldaie termiche a gas esistenti. L'insediamento industriale previsto, è in grado di effettuare, grazie alla tecnologia adottata, il trattamento di catalisi della fibra di quarzo, destinati al mercato mondiale dei riscaldatori ad infrarossi del tipo INFRACAT alimentati sia gas naturale, sia a gas liquefatto 17 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Oltre alla catalizzazione della fibra di quarzo, destinata all’ INFRACAT è fattibile ed associabile, in buona parte, la tecnologia del QUARTZCAT che è preposta alla depurazione dei gas combusti provenienti dalle caldaie termiche a gas con l’effetto di riduzione dell’Ossido di Carbonio emesso in atmosfera. Grazie a quanto detto, nell’immediato futuro, è possibile offrire al mercato internazionale questa descritta tipologia di dispositivi, per far fronte alla domanda sempre più crescente di sistemi di riscaldamento ad altissima efficienza tenendo presente l’estrema esigenza nei Paesi con basse temperature stagionali medie. L’insediamento industriale sarà in grado di rispondere alle esigenze di innovazione tecnologica e produttiva finalizzate alla tematica dei bisogni essenziali dell'uomo come previsto dalle direttive della Comunità Europea e degli U.S.. Disporrà di un adeguato staff operativo sul piano del marketing strategico e logistico, entrambe fondamentali per conseguire entro breve tempo, il target produttivo prefissato a progetto. 6 – Campi di applicazione. L’INFRACAT è utilizzabile sia in attività di carattere industriale produttivo, sia in strutture cantieristiche, agricole, di turismo, sportive e di intrattenimento sociale e civile. Vediamo di seguito alcuni campi di utilizzazione: 1 - Capannoni e locali di lavorazione industriale. 2 - Officine di riparazione veicoli. 3 - Carrozzerie. 4 - Cantieri edili e navali. 5 - Serre florovivaistiche. 6 - Serre ad orticultura intensiva. 7 - Allevamenti di bestiame. 8 - Asciugatoi per tessuti e pellame. 9 - Caserme militari e campi di addestramento. 10 - Tendopoli di raccolta sfollati. 11 - Rifugi alpini. 12 - Scongelatori per aeroporti. 13 - Riscaldatore di emergenza: vari utilizzi. 14 - Cantieri mobili per esterni. 15 - Mercati commerciali all’esterno. 16 - Tribune mobili. 17 - Set esterni per Film. 18 - Locali per sport: nuoto, tennis, bocce, etc. 19 - Palcoscenici esterni. 20 - Chiese e locali di culto. 21 - Rifugi di montagna. 22 - Riscaldatori cutanei per termoterapie. 23 - Riscaldatori per uso civile, abitazioni e assimilabili. 18 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. 7 – Scheda tecnica di funzionamento. Potenza termica al bruciatore: regolabile in continuo da 1 kW a 8.5 kW Consumo di combustibile: Gas Metano da 0.11 m3/h a 0.85 m3/h Gas GPL da 0.08 kg/h a 0.7 kg/h Risparmio di combustibile medio: dal 50% al 70% a seconda delle caratteristiche dei locali di utilizzazione rispetto al riscaldamento convenzionale. Rendimento termico finale: 103-108% sul p.c.i. del combustibile usato Schema di flusso energetico: 108% c.a. sul potere calorifico inferiore in entrambe gli utilizzi di combustibile GPL o Metano. 3% sensibile 97% + 11% = 108% Vapore acqueo 100 +11 Fig.12 Schema del rendimento termico dell’ INFRACAT” 19 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Fig. 13 Dimensioni d’ingombro dell’ INFRACAT da 8.5 kW 20 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. Fig. 14 Dimensioni d’ingombro dell’ INFRACAT HOME da 3 kW 21 Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea 2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti. 7a – Scheda tecnica di funzionamento dell’INFRACAT Home Potenza termica al bruciatore: regolabile in continuo da 1 kW a 3 kW Consumo di combustibile: Gas Metano da 0.11 m3/h a 0.28 m3/h Gas GPL da 0.08 kg/h a 0.20 kg/h Risparmio di combustibile medio: dal 50% al 70% a seconda delle caratteristiche dei locali di utilizzazione rispetto al riscaldamento convenzionale. Rendimento termico finale: 103-108% sul p.c.i. del combustibile usato Marzo 2014 LA RUDE S.r.L. Bs. Brev. N° 0001400045 del 25/05/2010 - Inventore Pier Luigi Tenci, Titolare LA RUDE S.r.L. BS 22
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