“INFRACAT” - Pier Luigi Tenci

Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea
2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti.
“INFRACAT”
Descrizione generale:
dispositivo con bruciatore a gas ad alto rendimento
termico per il riscaldamento industriale e civile.
1- Il funzionamento è ottenuto tramite l’irraggiamento
infrarosso emesso da una cartuccia irradiante di fibra di
quarzo-silice pura al 99,99%.
2- La cartuccia è debitamente catalizzata per azzerare le
emissioni residue della combustione.
3- I reflui combusti possono essere immessi direttamente
nell’ambiente di lavoro.
4- Il rendimento termico finale sul potere calorifico inferiore
del combustibile è del 103%.
5- Il risparmio energetico e la riduzione della CO2 emessa
sono nell’ordine del 70%.
Contenuti:
1- Back Ground
2- Grado di innovatività dell’iniziativa in relazione alla
tematica energetica o ambientale.
3- Caratteristiche costruttive e durata.
4- Grado di efficienza specifica in relazione alla riduzione
dei consumi, o all’utilizzo di energie rinnovabili o alla
riduzione di residui da smaltire.
5- Replicabilità del progetto nel proprio od in altri settori.
6- Campi di applicazione.
7- Scheda tecnica di funzionamento.
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Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea
2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti.
Brev. N° 0001400045 del 25/05/2010 - Inventore Pier Luigi Tenci, Titolare LA RUDE S.r.L. BS
Fig. 1 Vista d’ingombro dell’ INFRACAT
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Back Ground
Normativa Europea di riferimento:
Direttiva CEE 05/04/2006 n. 2006/32/CE
(Gazzetta Europea 27/04/2006 n. L 114).
Le emissioni industriali originate, sia dai processi produttivi sia per il riscaldamento
degli ambienti di lavoro che, riguardano una considerevole percentuale delle
emissioni dell’Unione, dovranno essere ridotte come stabilito dalla Commissione
Europea. All’Italia si richiede di ridurre le emissioni di CO2 del 13% rispetto al 2005 e
di incrementare al 17% il contributo delle fonti rinnovabili entro il 2020.
È ormai recepito, sia dalla Comunità Europea sia dagli U.S. che, il problema energetico
e ambientale condiziona pesantemente lo sviluppo economico e civile della Società.
La nostra civiltà si era tarata sull’uso del petrolio e del gas naturale come risorsa
praticamente infinita e di facile utilizzo e le vicende degli ultimi trent’anni, hanno in
parte confermato la grande disponibilità di questa giacenza di combustibile primario,
proiettando in tempi relativamente lontani il raggiungimento della fine delle riserve.
Tuttavia era convinzione, negli anni settanta, che la stabilità dell’estrazione dei fossili
naturali fosse a rischio, principalmente per ragioni politiche internazionali e di
conseguenza vennero predisposti dai diversi stati Europei, precisi piani di intervento
supportati dalla legislazione, per contenere i consumi energetici ovunque ciò poteva
convenientemente essere fatto.
Al seguito delle disposizioni governative Europee giunsero gli aiuti finanziari a favore
degli interventi di coibentazione degli edifici industriali e civili, sia di vecchia
costruzione sia costruendi e per la realizzazione, di altri significativi interventi per
ottenere il risparmio energetico sull’impiantistica industriale.
Alla luce degli eventi ambientali attuali si constata che: mentre nello scorso ventennio
si temeva la riduzione delle scorte petrolifere e si mirava a promuovere il risparmio
energetico finalizzandolo al fatto che il petrolio fosse una “risorsa limitata” o a rischio
oggi, la principale ragione, che impone il risparmio dei combustibili primari, consiste
nella necessità improrogabile di limitare l’emissione di CO2 nell’atmosfera. Quindi il
target sulla riduzione delle emissioni conseguito parzialmente nell’ultimo trentennio
cioè, da quando sono state di fatto avviate le prime azioni di risparmio energetico e
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contenimento delle emissioni atmosferiche, deve essere sostanzialmente rivalorizzato
e posto come obiettivo primario nei programmi energetici dei paesi industrializzati o
in via d’industrializzazione.
Fig. 2 Primo impianto sperimentale ENEA/FIAT TTG/TENCI per la riduzione catalitica delle
emissioni con candela di quarzo silice purissima catalizzata - 1984
Non vi sono dubbi sul fatto che il costo dell’energia è destinato a salire, spinto, sia
dall’incremento dei costi del combustibile primario, sia dall’aumento delle tassazioni
applicate dai vari Stati, finalizzandole a far contenere l’emissione di CO2 in atmosfera
ed a ridurre per diretta conseguenza l’effetto serra.
Questo scenario mostra chiaramente la necessità improrogabile di intervenire in ogni
caso, nella direzione della drastica riduzione del consumo dei combustibili fossili.
La storia c’insegna che dalla “Rivoluzione Industriale” ad oggi, il cambiamento legato
alla conversione energetica ha richiesto quasi un secolo.
Questo lungo arco di tempo è servito per transitare dall’utilizzo, sostanziale, del
carbone a quello del petrolio, del gas naturale e del gas liquefatto e, allo stato dell’arte,
si è dimostrato che non vi sia più margine per un altro tempo di attesa per attuare gli
interventi di risparmio energetico.
Da queste brevi, ma basilari, considerazioni appena esposte, si comprende che il vero
inquinante gassoso emesso nell’atmosfera terrestre è l’anidride carbonica e che il suo
quantitativo sarà destinato a salire.
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Non si esimia da questo contesto, il settore del riscaldamento industriale che viene
utilizzato in ogni Paese industrializzato. L’impatto ambientale di questo settore di
consumo si fa sempre più pesante, perché oltre all’emissione degli inquinanti minori
detti “regolamentati”, derivanti dal processo di combustione CO – HC – NOx Particolato, vi è una rilevante produzione di anidride carbonica la cui quantità emessa
in atmosfera è inversamente proporzionale al rendimento termico del calore utilizzato
negli ambienti di lavoro.
L’importanza
del
contributo
del
riscaldamento
industriale,
alla
genesi
dell’inquinamento atmosferico, è da tempo nota ed oggetto di preoccupata attenzione
da parte delle Autorità internazionali preposte alla salvaguardia della salute pubblica
e del Pianeta.
Ad esempio: nel settore del riscaldamento dei capannoni industriali il rendimento del
quale l’utenza, può usufruire è sostanzialmente penalizzato dalle dispersioni di calore
che, avvengono sia per trasporto dei fluidi caldi, sia per convezione verso il colmo del
capannone. Normalmente il rendimento reale non supera il 30% del calore immesso
in caldaia tramite il combustibile.
E’ innegabile che nell’ultimo decennio si sia ottimizzata la combustione delle caldaie
termiche per ridurre al massimo il consumo di combustibile e le emissioni inquinanti,
vedi ad esempio le caldaie a condensazione ma, se pur si sono così conseguiti migliori
rendimenti nella generazione di calore in caldaia, altrettanto non si è ottenuto al fine
del calore “sensibile” percepito fisicamente dalle maestranze.
A tutt’oggi i sistemi convenzionali di riscaldamento industriale sono penalizzati da
notevoli perdite energetiche quali ad esempio:
a- I generatori di calore ad infrarosso di tipo elettrico hanno un costo energetico
notevole dovuto al basso rendimento finale in quanto, l’energia elettrica disponibile
all’utenza giunge con un rendimento che solitamente non supera il 30% dell’energia
del combustibile primario bruciato in una centrale termoelettrica di produzione.
All’atto pratico negli ambienti di lavoro più comuni si verificherebbe il danno in cui il
fabbisogno di energia elettrica verrebbe ad assumere un consumo e un costo
insostenibili.
b- Gli impianti fissi per un irraggiamento a infrarosso ottenuto da una combustione
diretta di gas naturale in una apposita tubazione, sono in genere collocati ad altezze di
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almeno quattro metri rispetto al pavimento del capannone. Quest’altezza serve per
consentire una certa distribuzione del calore verso il basso dove vi sono le persone che
lavorano
nel
capannone.
Per
contro
l’esigenza
di
una
collocazione
fissa
dell’irraggiatore comporta rilevanti perdite d’energia dovuta alle parabole riflettenti
che re-irraggiano il calore assorbito non solo verso il basso ma anche verso il soffitto
del capannone. A causa di ciò il rendimento finale di questi riscaldatori a infrarosso
alimentati con combustibile a gas è insufficiente. Inoltre il rendimento termico è
penalizzato anche dal fatto che il calore sensibile e latente contenuto nel gas combusto
è comunque ed inevitabilmente espulso direttamente in atmosfera ad una temperatura
relativamente alta di circa 250°C.
c- Esistono anche sistemi d’irraggiamento a piastre di ceramica, con combustione del
gas direttamente sulla loro superficie ad alta temperatura nell’ordine di 600°C.
Per contro le emissioni dei reflui combusti non ne consentono l’uso nell’ambito
industriale dove sono richieste potenze termiche rilevanti.
d- Per quanto concerne le emissioni gassose delle caldaie in genere, oltre alla CO2
generata dalla combustione del gas, esse contengono anche:
- ossido di Carbonio, CO
- altri incombusti: HC – NOx - Particolato
che incidono in misura rilevante nel contesto urbano: il 40-60% sul totale rilevato dalle
centraline di monitoraggio ambientale, come è visibile nel seguente diagramma:
300
250
PM10 mic.g/m3
200
150
100
50
0
1
3
5
7
9
11
13
15
17
19
21
23
1
3
5
7
9
11
13
15
17
19
21
23
Fig. 4 Diagramma Fonte: ARPA Torino ( In colore verde valori teorizzati per salvaguardare la salute)
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Per superare questi limiti funzionali è stato realizzato l’ INFRACAT che
si propone quindi come un nuovo dispositivo di riscaldamento
ambientale a raggi infrarossi ad alta efficienza termica ed utilizzabile in
sicurezza anche ad altezza d’uomo come esemplificato nella sottostante
figura 3.
Irraggiamento
Irraggiamento
Corpo radiante
Bruciatore
Bombola 15-25
Fig. 3 Esempio di applicazione dell’INFRACAT
2 - Grado di innovatività dell’iniziativa in relazione alla
tematica energetica e ambientale.
L’INFRACAT apporta calore direttamente all’utenza grazie ad un funzionamento ad
alto rendimento con la contemporanea riduzione delle emissioni carboniose ed
idrocarboniche verso gli ambienti di lavoro. L’abbattimento delle emissioni residue
della combustione è pressoché totale.
Queste prestazioni di alto livello si sono conseguite adottando le tecnologie di catalisi
sviluppate dalla ricerca sperimentale svolta in collaborazione con l’ENEA, vedi primo
impianto ENEA del 1984 fig. 2 e pertanto si dispone oggi nell’INFRACAT, della
tecnologia di catalisi in grado di rispondere appieno alle direttive CEE.
Oltre
alla
riduzione
dell’anidride
carbonica,
grazie
agli
studi
condotti
sull’applicazione della tecnologia di catalisi dell’INFRACAT si è ottenuta anche la
riduzione del 70% degli: Ossidi di Carbonio (CO) e degli Idrocarburi Incombusti (HC),
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che si attestano entro 45-210 ppm in volume, valore questo, ben al di sotto dei limiti
stabiliti dalle normative vigenti che sono di 700 ppm.
Fig. 5 Prototipi di “INFRACAT” durante i test di laboratorio e corpo utilizzato per la misura
della riduzione delle emissioni di CO – HC .
(Test condotti presso l’industria costruttrice di caldaie per il riscaldamento ambiente ed industriale
Bongianni CN).
Tale risultato di ottimizzazione della catalisi della fibra di Quarzo-Silice, è stato
raggiunto grazie a molti test condotti nei laboratori sia di industrie produttrici di
caldaie termiche per il riscaldamento, sia di industrie motoristiche europee come si
vede nelle figure 6-9 seguenti.
La riduzione delle emissioni ottenute nei test del gas esausto, sia con gas Metano sia
con GPL, sono dell’ordine del 70% come è visibile nel diagramma seguente:
CO con dispositivo ppm
CO senza dispositivo ppm
400 ,00
350,00
SI CON STA TA C H E CON IL DISPOSITIVO LA
Ossido di Carbonio
ppm
300,00
250,00
R ID UZIONE DELL'OSSID O D I C ARB ONIO SUP ERA
IL 7 0% .
C alda ia N EC A tipo Puls ar n 4 50 da 535 00 k Ca l/h
Tes t condot ti in e se rc iz io re ale in un'ins ta llazione
civile
200,00
150,00
100,00
50,00
0,00
Asse de ll'Os sige no per cen tu ale resi du o di comb ustio ne
CO con dispositivo ppm
Fig. 6 Test di prova sul prototipo INFRACAT su reflui di combustione da gas metano.
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Ulteriori test sull’efficienza della catalisi della fibra di Quarzo–Silice che costituisce
l’attuale irraggiatore catalizzato dell’INFRACAT, sono stati condotti anche sul gas
combusto di scarico dei motori Diesel che confermano la riduzione degli incombusti
totali, superiore al 95% come riportato nelle schede seguenti.
Fig. 7 Fonte: MAN Norimberga
Esito avvio della conversione catalitica intorno a 250°C
MOTORE DI BASE SENZA IL L.C.R.
RESULTS
CO
g/kWh
g/bHPh
HC
g/kWh
g/ bHPh
NOx
g/kWh
g/bHPh
PM
g/kWh
g/bHPh
BSFC
g/kWh
g/bHPh
0,341
0,254
0,048
0,036
3,547
2,645
0,106
0,079
259,569
193,561
MOTORE DI BASE CO N IL L.C.R.
RESULTS
CO
g/kWh
g/bHPh
HC
g/kWh
g/ bHPh
NOx
g/kWh
g/bHPh
PM
g/kWh
g/bHPh
BSFC
g/kWh
g/bHPh
0,001
0,001
0,008
0,006
3,284
2,449
0,010
0,007
259,070
193,189
Fig. 8 Fonte VM MOTORI Detroit Diesel Motor (Cento FE)
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Fig. 9 Fonte: SCANIA Svezia
Conversione del carbonio e degli incombusti.
La riduzione sostanziale delle emissioni dei reflui della combustione ottenuta con
l’INFRACAT è caratteristica tecnica fondamentale, in quanto ne consente
l’inserimento direttamente all’interno degli ambienti di lavoro.
Il riscaldamento si ottiene prevalentemente ad infrarosso di circa 4 micrometri ed a
bassa temperatura risultando direttamente e immediatamente percepibile dall’utenza.
Il funzionamento dell’INFRACAT è quindi caratterizzato dalla somma del calore
irraggiato e del calore contenuto nel vapore acqueo generato dalla combustione e
mantenuto caldo dalla radiazione infrarossa emessa dalla fibra di Quarzo-Silice della
cartuccia. Infatti, i raggi infrarossi emessi dalla cartuccia sono assorbiti dal vapore
acqueo che riscaldandolo rendono ottimale l’ambiente di lavoro. Le maestranze
usufruiscono quindi sia del calore irraggiato per via infrarossa a 360° alla lunghezza
d’onda di c.a 4 micrometri sia del calore ceduto dal vapore acqueo proveniente dalla
combustione.
Pertanto i lavoratori all’interno del capannone potranno svolgere le loro attività in
ambiente senza la necessità di riscaldare l’intero luogo di lavoro.
Riassumendo quanto sin qui detto:
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- La tecnologia dell’INFRACAT si fonda sulla catalisi attiva sulla fibra di quarzo puro
al 99,99% ottenuta con specifici procedimenti industriali di catalisi utilizzando metalli
nobili. Questa catalisi fa si che la conversione dell’ Ossido di Carbonio sia attiva già
alla temperatura c.a. 250°C., mentre quella degli Idrocarburi del GPL avviene già a
partire da c.a 150° C e nel Metano a 350°C.
- La riduzione delle emissioni di oltre il 70% si abbina alla riduzione della CO2 che è
anch’essa di c.a il 70% rispetto ai sistemi di riscaldamento attuali. Ciò avviene perché il
godimento del calore contenuto nel vapore acqueo del gas combusto, porta il
rendimento finale al 103% rispetto al calore specifico inferiore del combustibile
adottato.
3 – Caratteristiche costruttive e durata.
La caratteristica tecnologica di costruzione che sta alla base dell’INFRACAT si può
riassumere come segue:
Con riferimento alla Fig. 1,
l’INFRACAT è stato previsto per un irraggiamento
infrarosso ottenuto per conversione diretta del calore proveniente dalla combustione
di un bruciatore utilizzante combustibili gassosi: GPL o metano.
Nel 1° caso la bombola del gas viene posta all’interno di una campana di protezione
(C) la cui base è munita di ruote pivotanti e auto frenanti per permettere lo
spostamento dell’ INFRACAT nel luogo d’utilizzazione.
Nel 2° caso alla base della campana (C) è previsto un foro destinato al passaggio del
tubo flessibile per un’alimentazione di gas all’ INFRACAT qualora nel reparto da
riscaldare sia presente un impianto per la distribuzione del gas GPL/metano.
In questo caso la bombola, può essere utilizzata come scorta nei luoghi del reparto
dove non arriva l’impianto del gas dalla rete interna di distribuzione, o può essere
totalmente eliminata nel caso di una disponibilità di gas adeguatamente distribuita
nello stabilimento.
Quando l’INFRACAT riscaldante è attivato, il flusso gassoso combusto refluo
attraversa il mezzo convertitore irraggiante e la lunghezza d’onda emessa è
percepibile dagli utenti è compresa tra 4–5 micro metri, e consentendo un rendimento
reale compreso tra l’80% - 100% percepito dall’utenza.
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La potenza termica erogabile dall’ INFRACAT è regolabile tra 1 kW sino a 8.5 kW.
Il raggio di godimento termico è di circa 5 metri di distanza dall’irraggiatore. Con
installata la parabola riflettente la distanza di godimento termico può raggiungere
circa 7 metri.
La parabola riflettente permette di orientare e dirigere, ove necessario, la radiazione
termica infrarossa, emessa dalla superficie del corpo irraggiante.
Altro aspetto importante del riscaldamento ad irraggiamento infrarosso offerto
dall’INFRACAT è costituito dalla uniformità di diffusione termica nell’intorno, il che
evita concentrazioni di calore localizzato sfavorevole per l’utenza.
Queste caratteristiche di funzionamento si conseguono anche grazie ai valori
pressoché trascurabili delle emissioni residue degli incombusti quali: l’ossido di
carbonio (CO) e gli idrocarburi HC, provenienti dalla combustione nel bruciatore.
A comprova di quanto asserito si riportano di seguito i test di funzionamento condotti
presso il laboratorio dell’industria SABAF S.p.A di Brescia che è il nostro partner
costruttore e fornitore del bruciatore generatore del calore all’interno della testata
irraggiante dell’INFRACAT.
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Test di funzionamento dell’INFRACAT eseguiti nei laboratori SABAF S.p.A BS
Tabulato a)
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Tabulato b)
Grazie alle
sue caratteristiche di funzionamento, praticamente in assenza di
incombusti e quindi entro tutti i limiti di legge, l’INFRACAT può sicuramente essere
utilizzato in ambienti di lavoro quali ad esempio capannoni, piccole officine e, nella
dimensione adeguatamente ridotta a 2.5-3 kW, anche nell’uso prettamente civile.
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Fig.10
A sinistra temperatura della testata irraggiante dell’INFRACAT dopo 5 minuti dall’accensione
del bruciatore.
A destra temperatura della testata irraggiante dell’INFRACAT dopo 20 minuti dall’accensione
del bruciatore.
Come si vede dalle misure sull’irraggiamento termico la temperatura assunta dall’INFRACAT
dopo soli 5 minuti dalla prima accensione è già praticamente in piena efficienza migliorando
ancor più il rendimento termico finale all’utenza che ottiene subito l’effetto riscaldante
desiderato.
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La fibra di silice amorfa incorporata nel mezzo convertitore – irraggiatore provvederà
infine a garantire anche all’abbattimento di eventuali emissioni residue di ossido di
carbonio o idrocarburi se mai dovessero verificarsi.
La durata dell’INFRACAT testata in ambiente live di 90 m3 con bruciatore a gas
Metano per un decennio: c.a 15000 ore e 7200 accensioni e spegnimenti ha confermato
il mantenimento inalterato delle caratteristiche di funzionamento della catalisi. Il test
di durata è stato condotto con il gas Metano che, dal punto di vista della catalisi degli
idrocarburi incombusti, è più gravoso rispetto al GPL.
La durata della catalisi della testata irraggiante è sicuramente superiore ad un
decennio e l’INFRACAT nel suo insieme costruttivo è sicuramente indistruttibile.
Fig. 11 Esempio di utilizzazione dell’INFRACAT in un capannone industriale
4 - Grado di efficienza specifica in relazione alla riduzione dei
consumi, o all’utilizzo di energie rinnovabili o alla riduzione
di residui da smaltire.
Il raggiungimento di questo vantaggio ambientale e di un miglior godimento termico
da parte dell’utenza sono favoriti dal riporto di metallo catalizzante sulla superficie
interna del convertitore irraggiatore, vale a dire sulla fibra amorfa di Quarzo-Silice.
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Infatti, la parte esposta al flusso gassoso proveniente direttamente dalla fiamma del
bruciatore possiede un’elevata capacità di abbattimento degli incombusti residui.
In conclusione, l’INFRACAT con il suo alto rendimento del 103% sul p.c.i. del
combustibile, permette di ridurre di oltre il 70% ogni eventuale residuo incombusto.
Rilascia quali componenti della combustione prevalentemente vapor acqueo e CO2
ridotta quest’ultima di almeno il 70% rispetto a quella che sarebbe stata emessa da un
riscaldamento industriale convenzionale.
Infine:
- È rigenerabile in continuo e richiede solo le verifiche triennali relative all’efficienza
del bruciatore.
- Non produce residui non smaltibili.
- Lo smaltimento, qualora dovesse essere praticato, offre esclusivamente prodotti
interamente riciclabili.
- La tecnologia INFRACAT consente l’irradiazione ottimale, per l’intera area di 360°. Il
calore irradiato è istantaneamente percepito con la sensazione di benessere dalle
maestranze nei capannoni di lavorazione ove il riscaldamento tradizionale risente
di basso rendimento.
5 - Replicabilità del progetto nel proprio od in altri settori.
L’insediamento industriale è previsto per produrre:
- Dispositivi INFRACAT per il riscaldamento degli ambienti di lavoro in genere e
civili.
- Dispositivi QUARTZCAT analoghi ma passivi e finalizzai esclusivamente alla
riduzione delle emissioni inquinanti provenienti delle caldaie termiche a gas
esistenti.
L'insediamento industriale previsto, è in grado di effettuare, grazie alla tecnologia
adottata, il trattamento di catalisi della fibra di quarzo, destinati al mercato mondiale
dei riscaldatori ad infrarossi del tipo INFRACAT alimentati sia gas naturale, sia a gas
liquefatto
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Oltre alla catalizzazione della fibra di quarzo, destinata all’ INFRACAT è fattibile ed
associabile, in buona parte, la tecnologia del QUARTZCAT che è preposta alla
depurazione dei gas combusti provenienti dalle caldaie termiche a gas con l’effetto di
riduzione dell’Ossido di Carbonio emesso in atmosfera. Grazie a quanto detto,
nell’immediato futuro, è possibile offrire al mercato internazionale questa descritta
tipologia di dispositivi, per far fronte alla domanda sempre più crescente di sistemi di
riscaldamento ad altissima efficienza tenendo presente l’estrema esigenza nei Paesi
con basse temperature stagionali medie. L’insediamento industriale sarà in grado di
rispondere alle esigenze di innovazione tecnologica e produttiva finalizzate alla
tematica dei bisogni essenziali dell'uomo come previsto dalle direttive della Comunità
Europea e degli U.S.. Disporrà di un adeguato staff operativo sul piano del marketing
strategico e logistico, entrambe fondamentali per conseguire entro breve tempo, il
target produttivo prefissato a progetto.
6 – Campi di applicazione.
L’INFRACAT è utilizzabile sia in attività di carattere industriale produttivo, sia in
strutture cantieristiche, agricole, di turismo, sportive e di intrattenimento sociale e
civile. Vediamo di seguito alcuni campi di utilizzazione:
1 - Capannoni e locali di lavorazione industriale.
2 - Officine di riparazione veicoli.
3 - Carrozzerie.
4 - Cantieri edili e navali.
5 - Serre florovivaistiche.
6 - Serre ad orticultura intensiva.
7 - Allevamenti di bestiame.
8 - Asciugatoi per tessuti e pellame.
9 - Caserme militari e campi di addestramento.
10 - Tendopoli di raccolta sfollati.
11 - Rifugi alpini.
12 - Scongelatori per aeroporti.
13 - Riscaldatore di emergenza: vari utilizzi.
14 - Cantieri mobili per esterni.
15 - Mercati commerciali all’esterno.
16 - Tribune mobili.
17 - Set esterni per Film.
18 - Locali per sport: nuoto, tennis, bocce, etc.
19 - Palcoscenici esterni.
20 - Chiese e locali di culto.
21 - Rifugi di montagna.
22 - Riscaldatori cutanei per termoterapie.
23 - Riscaldatori per uso civile, abitazioni e assimilabili.
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7 – Scheda tecnica di funzionamento.
Potenza termica al bruciatore:
regolabile in continuo da 1 kW a 8.5 kW
Consumo di combustibile:
Gas Metano da
0.11 m3/h a 0.85 m3/h
Gas GPL da
0.08 kg/h a 0.7 kg/h
Risparmio di combustibile medio: dal 50% al 70% a seconda delle caratteristiche dei
locali di utilizzazione rispetto al riscaldamento convenzionale.
Rendimento termico finale:
103-108% sul p.c.i. del combustibile usato
Schema di flusso energetico:
108% c.a. sul potere calorifico inferiore in entrambe gli utilizzi di combustibile GPL o
Metano.
3%
sensibile
97% + 11% =
108%
Vapore acqueo
100 +11
Fig.12 Schema del rendimento termico dell’ INFRACAT”
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Fig. 13 Dimensioni d’ingombro dell’ INFRACAT da 8.5 kW
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Fig. 14 Dimensioni d’ingombro dell’ INFRACAT HOME da 3 kW
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Dispositivo riscaldante ambientale, a bassa emissione di CO2 rispondente alla direttiva Europea
2006/32/CE e ai successivi aggiornamenti.
7a – Scheda tecnica di funzionamento dell’INFRACAT Home
Potenza termica al bruciatore:
regolabile in continuo da 1 kW a 3 kW
Consumo di combustibile:
Gas Metano da
0.11 m3/h a 0.28 m3/h
Gas GPL da
0.08 kg/h a 0.20 kg/h
Risparmio di combustibile medio: dal 50% al 70% a seconda delle caratteristiche dei
locali di utilizzazione rispetto al riscaldamento convenzionale.
Rendimento termico finale:
103-108% sul p.c.i. del combustibile usato
Marzo 2014
LA RUDE S.r.L. Bs.
Brev. N° 0001400045 del 25/05/2010 - Inventore Pier Luigi Tenci, Titolare LA RUDE S.r.L. BS
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