Sull’ancora controverso tema della correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta dal prof. Zamboni dell’Università di Ferrara nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), MEDITERRANEWS ha intervistato in pillole il dottor Marco Magnano, radiologo vascolare e interventista di Catania. 1) Dottore, nella sua esperienza diagnostica della CCSVI, in quale percentuale di malati di sclerosi multipla lei finora ha trovato la CCSVI? “Secondo i criteri di Zamboni la rispondenza flebografica è intorno al 60% ma devo ricordare che attualmente non ci sono criteri diagnostici flebografici riconosciuti.” 2) A suo avviso si tratta di un esame molto complesso? Richiede un’esperienza specifica? “La diagnostica doppler ben fatta secondo la tecnica di Zamboni è piuttosto complessa ed esistono numerose incertezze diagnostiche. La diagnostica flebografica è piuttosto facile, ovviamente occorre la manualità e l’attrezzatura per il cateterismo venoso.” 3) Per quanto riguarda coloro che si sono poi autonomamente sottoposti all’intervento di angioplastica (PTA) nei controlli post-intervento quale percentuale di successo ha osservato? “Tecnico immediato al controllo flebografico piuttosto alto, certamente intorno al 90%. Sul controllo a distanza ecocolor doppler il successo si attesta sul 50%.” 4) Relativamente ai sintomi della sclerosi multipla che cosa ci può dire? Ci sono stati dei miglioramenti dopo l’intervento? “Quasi tutti i pazienti hanno riferito qualche miglioramento a breve distanza o immediato.” 5) Il team del prof. Zamboni in una pubblicazione dell’anno scorso (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23761870 ) ha ipotizzato tra le possibili cause di ostruzione venosa una compressione del muscolo omoioideo. A Catania alcuni suoi colleghi hanno iniziato a fare interventi chirurgici su questo muscolo. Cosa ne pensa in merito? “Non so cosa dire perché non ho esperienza.” 6) Pensa in qualche modo di poter pubblicare i suoi dati, magari su qualche rivista italiana o straniera? “Ho i dati raccolti in maniera razionale e molti follow up ma per il momento preferisco stare ad aspettare nuovi sviluppi, specie nelle ricerche di Arata.” 7) Molti neurologi continuano a negare la stessa esistenza della CCSVI scoperta dal prof. Zamboni e considerano inutile se non pericoloso l’intervento di angioplastica, per cercare di disostruire le vene. Cosa vorrebbe dire a questi colleghi così scettici? “L’intervento non è pericoloso se fatto bene e con attenzione. Sull’inutilità si può discutere. Pare che sia stata accertata l’inutilità della terapia con interferone nella riduzione della comparsa di disabilità. Eppure si fa. La malattia non è ancora per nulla conosciuta nella sua interezza e vale la pena esplorare altri confini.”
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