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RASSEGNA STAMPA
del 4 settembre 2014
Il Sole 24 ORE
Accertamento
I controlli sull’Iva “guidano” il Fisco
Benedetto Santacroce pag. 33
L’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate si concentrerà nei prossimi mesi alla ricerca di violazioni in materia di Iva, ma non solo allo scopo di rettificare la specifica imposta, ma anche con la finalità di individuare possibili
ricadute sulle altre imposte. Questa è una delle strategie che si evince in modo chiaro leggendo gli ultimi indirizzi
operativi emanati dalla stessa Agenzia con la Circolare n.25/E del 6 agosto 2014. La Circolare spiega agli uffici, in
relazione a diverse ipotesi di violazioni Iva constatate negli ultimi anni quale deve essere l’attività di indagine e di
controllo che deve essere posta in essere. In concreto gli uffici dovranno, ad esempio nei confronti delle cooperative o di soggetti che realizzano servizi esternalizzati (in particolare quelli del “facility management”) a clienti
unici, svolgere un’attività di analisi del rischio, specialmente se questi soggetti presentano particolari indicatori
critici quali crediti Iva di importo elevato non giustificati dal settore di attività o dal volume d’affari. Inoltre, gli
uffici per pianificare i controlli delle singole operazioni rilevanti ai fini Iva, ovvero per selezionare i contribuenti,
potranno realizzare una specifica analisi di rischio utilizzando un nuovo applicativo messo a loro disposizione
nel corso di quest’anno (denominato spesometro integrato) che rileva in relazione al periodo d’imposta 2010 e
2011 le operazioni poste in essere dai contribuenti.
Contabilità e bilancio
L’Oic aiuta le società a rischio
Paolo Meneghetti pag. 35
Una via di uscita dai problemi generati dallo status di società di comodo è rinvenibile nel nuovo principio contabile Oic 16, nella versione approvata definitivamente nell’agosto 2014. Le società che non svolgono più attività industriale o commerciale si trovano spesso in difficoltà con la normativa delle società di comodo, specie
quando detengono rilevante entità di beni strumentali non più utilizzati, come ad esempio gli immobili, poiché
applicando le percentuali di operatività e di redditività previste dall’art.30 della L. n.724/94, sono costrette a versare imposte sul reddito figurativo, senza che sia svolta alcuna attività. Il mutamento di classificazione contabile
dalle immobilizzazioni all’attivo circolante, legittimato dal documento Oic 16, permette di risolvere alcune situazioni rientranti in questo ambito. Nella versione finale e definitiva del documento si è scelta la soluzione dello
spostamento contabile dei beni strumentali non più utilizzati, dall’attivo immobilizzato a quello circolante. Nel
paragrafo 72 di detto documento si afferma esplicitamente: «Le immobilizzazioni materiali nel momento in cui
sono destinate alla alienazione sono riclassificate nell’attivo circolante». La riclassificazione quindi, eseguibile
dal bilancio dell’esercizio 2014 (ma soluzione analoga è già rinvenibile anche nel “vecchio” Oic 16), permetterà
di non sottoporre più questi cespiti al test di operatività superando quindi il problema dello status di comodo.
Beni gratis a valore di mercato
Paolo Meneghetti pag. 35
Un altro passaggio del nuovo documento contabile Oic 16 destinato a provocare qualche conseguenza di carattere fiscale, è contenuto nel paragrafo 39 quando si afferma che i beni ricevuti dall’impresa a titolo gratuito vanno
iscritti nell’attivo patrimoniale in base al valore di mercato attribuibile agli stessi beni alla data di trasferimento
della proprietà. Rispetto al precedente Oic 16 va segnalato che nell’attuale versione, applicabile dal bilancio dell’e-
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sercizio 2014, si chiarisce che l’iscrizione deve comprendere anche gli oneri accessori, cioè i costi sostenuti o da
sostenere per mettere in funzioni gli stessi beni. In assenza di chiarimenti ufficiali, la tesi più convincente è che, in
base al principio di correlazione tra imputazione del provento a bilancio e tassazione del medesimo, l’iscrizione
della sopravvenienza attiva nel Conto economico ne dovrebbe far conseguire il concorso alla formazione dell’imponibile. Legato alla tassabilità del provento è il concetto di deducibilità delle quote di ammortamento stanziate
sul medesimo bene. Vero è che l’ammortamento fiscale è ancorato al concetto di costo sostenuto, costo che in
questo caso non sussiste, ma non si può prescindere dal fatto che la tassazione del provento straordinario, in assenza della deducibilità della quota di ammortamento, darebbe luogo ad un fenomeno di palese doppia tassazione
vietata dal nostro ordinamento. Questo ragionamento è tanto più convincente con il nuovo documento Oic 16, il
quale prescrive di inserire nel costo da ammortizzare non solo il bene gratuitamente ricevuto, ma anche i costi realmente sostenuti per la sua messa in funzione, costi per i quali non c’è dubbio che l’ammortamento sia deducibile.
Contenzioso tributario
Cartella nulla senza accertamento
Tonino Morina pag. 33
Il Fisco “perde” i soldi chiesti con le cartelle di pagamento o con gli avvisi di mora se l’accertamento è stato
omesso o è stato notificato in modo irregolare. Il contribuente che intende contestare la pretesa tributaria,
con impugnazione della cartella o dell’avviso di mora, può farlo chiamando in causa anche solo uno tra ufficio
delle Entrate e agente della riscossione. È questo il principio confermato dalla sesta sezione civile della Corte
di Cassazione con l’ordinanza n.18651/14 depositata ieri, che ha respinto il ricorso presentato dall’agente della
riscossione per la Sicilia, contro la sentenza 235/12 della CTR, sezione staccata di Siracusa.
Decreto semplificazioni
Perdita valutata su cinque anni con effetto retroattivo
Dario Deotto pag. 35
L’estensione da tre a cinque dei periodi d’imposta in perdita fiscale perché una società possa essere considerata
“di comodo” non provoca soltanto delle “disarmonie” con il progetto complessivo della legge delega, ma rischia
di alimentare notevoli perplessità. Questo, in particolare, per i soggetti che sono già caduti nella “morsa” della
precedente normativa. Nell’esame del decreto sulle semplificazioni, di attuazione della riforma fiscale, la Commissione Finanze della Camera ha chiesto di ampliare da tre a cinque i periodi d’imposta in perdita per i quali
una società può essere considerata non operativa. Si tratta di un intervento che può essere definito “volonteroso”, ma che, alla fine, crea più scompenso che altro. La prima obiezione è che la delega prevede la revisione
complessiva della disciplina delle società di comodo e, quindi, una seria revisione non può che espellere dalla
normativa i soggetti che dichiarano perdite. Dichiarare perdite non ha, infatti, nulla a che vedere con la disciplina
delle non operative. L’interrogativo che sorge è se un soggetto che nei precedenti trienni è stato ritenuto “di
comodo” (perché ha dichiarato perdite in tre periodi) possa avvalersi della nuova previsione normativa in base
alla quale si è “non operativi” soltanto dopo avere dichiarato perdite per cinque periodi d’imposta consecutivi
(o se si dichiarano perdite in quattro periodi e nell’altro viene dichiarato un reddito minimo inferiore a quello
previsto per i soggetti “di comodo”). Il dubbio è certamente fondato.
Fiscalità internazionale
Diventa legge l’accordo tra Italia e Lussemburgo
pag. 33
L’assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di ratifica ed esecuzione del protocollo
aggiuntivo e dello scambio di lettere recanti modifiche alla Convenzione tra Italia e Lussemburgo intesa ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio ed a prevenire la frode e l’evasione
fiscale, con Protocollo, del 3 giugno 1981, siglati a Lussemburgo il 21 giugno 2012.
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Iva
Iva secondo il regime più favorevole
Renato Portale pag. 36
Una società che si occupa della vendita a rate veicoli a motore con riserva di proprietà, può ridurre la base imponibile della cessione, ai sensi della Sesta direttiva Iva e chiedere alla sua amministrazione fiscale la restituzione
dell’imposta versata in più, quando c’è il mancato pagamento delle rate residue ancora dovute dall’acquirente.
Questo avviene anche se la normativa interna non considera né fornitura di beni né prestazione di servizi la successiva vendita all’asta dell’autovettura ritirata dalla società medesima. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con
sentenza del 3 settembre 2014, resa nella causa C 589/12, che ha censurato la normativa Iva inglese, ribadendo
che, se le disposizioni di una direttiva sono incondizionate e sufficientemente precise, i singoli sono legittimati
a farle valere dinanzi ai giudici nazionali, in quanto prevalenti sulla disciplina interna. Nella stessa sentenza la
Corte ha ribadito che «qualora il soggetto passivo abbia la scelta tra diverse operazioni, egli ha il diritto di optare
per la forma di conduzione degli affari in modo da poter limitare la propria contribuzione fiscale».
Lavoro e previdenza
Niente interessi sugli arretrati
Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone pag. 37
I datori di lavoro che verseranno – entro novembre – il contributo per il Fondo di solidarietà residuale relativo al
periodo gennaio/settembre, non dovranno versare nessun interesse di mora. L’Istituto ieri, con un comunicato
stampa, ha infatti rettificato parzialmente quanto affermato nella circolare 100/2014 del 2 settembre scorso.
Circa la scadenza di versamento, il comunicato si limita ad affermare «entro novembre», probabilmente si tratta
del 16 novembre, data in cui scade anche il versamento della contribuzione ordinaria di ottobre.
Aspi anche per i soci lavoratori
Maria Rosa Gheido pag. 37
L’Inps ha comunicato ieri, con la circolare 101, le misure attuative per l’estensione di ASpI e mini-ASpI ai soci
lavoratori delle cooperative di produzione e lavoro che hanno instaurato con la società un rapporto di lavoro in
forma subordinata. Contestualmente è stato introdotto un allineamento graduale del contributo ASpI a carico
della cooperativa, all’aliquota contributiva ordinaria ASpI dell’1,61% (1,31% + 0,30%), per gli anni dal 2013 al
2017, in misura pari allo 0,26% per gli anni 2013, 2014, 2015, 2016 e dello 0,27% per l’anno 2017.
L’opzione contributiva fa i conti con un doppio limite
Matteo Prioschi e Fabio Venanzi pag. 37
A chi, nel 2012, le faceva notare che la riforma previdenziale Monti-Fornero aveva comportato un forte inasprimento dei requisiti chiesti alle donne per accedere alla pensione, l’allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ricordava che per evitare di rimanere al lavoro più a lungo si poteva scegliere l’opzione contributiva, con il pensionamento a 57 anni (58 per le autonome) più 35 di contributi. Oggi, a due anni di distanza, c’è un Comitato opzione
donna che protesta perché, quale effetto di una circolare dell’Inps, a migliaia di lavoratrici viene impedito di utilizzare tale opzione entro il 2015, quando scadrà. Il motivo del contendere è la decisione dell’istituto nazionale
di previdenza di applicare anche alle “donne optanti” la finestra mobile e l’adeguamento del requisito anagrafico
all’aspettativa di vita, con la conseguenza che per avere la decorrenza della pensione entro il 2015 il diritto deve
essere maturato anche con 21 mesi di anticipo (18 di finestra per le lavoratrici autonome e 3 di speranza di vita).
Nuovi modelli per le agevolazioni
Amedeo Sacrestano pag. 37
L’Inps chiarisce i termini di applicazione del nuovo Regolamento de minimis alle agevolazioni di sua competenza.
Lo fa attraverso la Circolare n.102, pubblicata ieri. Gli incentivi de minimis trovano alcune limitazioni fondamentali, soprattutto per i settori della pesca, dell’acquacoltura e dell’agricoltura, ma anche del trasporto su strada.
L’Inps ha chiarito che l’applicazione dei menzionati Regolamenti si riferisce alle agevolazioni: sgravio contributivo previsto dall’art.22, L. n.183/11; incentivo per favorire la ricollocazione lavorativa di soggetti privi di occupazione e beneficiari dell’Aspi, previsto dall’art.2, co.10-bis, L. n.92/12; incentivo per l’assunzione di lavoratori
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iscritti nella «Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori», previsto dal decreto del ministro della Gioventù
del 19 novembre 2010. Per ognuno di tali incentivi, l’Inps ha predisposto nuovi modelli di dichiarazione – rispettosi delle novità introdotte – per la loro fruizione da parte dei richiedenti.
Reati tributari
Nel casellario con motivazione
Antonio Iorio pag. 36
Il giudice deve specificare nella sentenza le circostanze che lo inducono a negare al contribuente, condannato
per dichiarazione infedele dei redditi, la non menzione della pena nel certificato del casellario giudiziale. Tale
beneficio infatti non può essere negato rilevando soltanto la natura del reato. A fornire questa interessante interpretazione è la Corte di cassazione, sezione III penale con la sentenza n. 36703 depositata ieri.
Reddito di impresa
Ace, eccedenze nel consolidato
Luca Gaiani pag. 34
Per l’Ace, il modello Unico 2014 fa i conti con le nuove istruzioni dell’agenzia delle Entrate. Nella compilazione
dei quadri dedicati all’agevolazione per gli incrementi di patrimonio, le società devono considerare i numerosi,
e spesso innovativi, chiarimenti forniti dal fisco con la Circolare n.12/E del 2014. Tra gli aspetti più rilevanti l’obbligo di trasferimento al consolidato fiscale delle eccedenze inutilizzate, il regime delle società di comodo e il
calcolo delle sterilizzazioni antielusive in presenza di operazioni infragruppo.
L’articolo prosegue con l’analisi delle fattispecie, individuando le corrette modalità espositive in dichiarazione.
Una chance per l’utile a riserva
Luca Gaiani pag. 34
Test disapplicazione per le riduzioni e le sterilizzazioni antielusive della base Ace. Se l’incremento patrimoniale
è formato solo da utili destinati a riserva, le sterilizzazioni a valle possono essere evitate mediante un interpello
disapplicativo.
Versamenti
Per evitare l’online possibile spezzare il saldo in più F24
Luca De Stefani pag. 34
Corsa contro il tempo per aprire un conto corrente e per richiedere alla banca o alla posta il servizio di home o
remote banking ovvero per identificarsi a Fisconline. Per ridurre il saldo a debito dell’F24 sotto i 1.001 euro e
per continuare a pagare in contanti, con assegno o bancomat (se non vi sono compensazioni), naturalmente si
possono utilizzare gli appositi bollettini postali per pagare l’Imu (decreto 23 novembre 2012) e la Tasi (decreto
23 maggio 2014). Inoltre, nulla vieta di dividere, per la stessa scadenza, l’F24 da pagare in più modelli con saldo
finale pari o inferiore a mille euro. Lo spezzettamento del modello F24 può avvenire, sia agendo su più codici
tributo, sia dividendo l’importo in un unico codice tributo su più modelli.
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RASSEGNA STAMPA
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Italia Oggi
Accertamento
Accertamenti, circoscritto il raddoppio dei termini
Benito Fuoco e Nicola Fuoco pag. 28
In tema fiscale, la possibilità di raddoppio dei termini di decadenza per l’accertamento è stata introdotta da una
legge del 2006; conseguentemente deve ritenersi non applicabile la normativa che prevede il raddoppio dei termini a periodi di imposta antecedenti al 2006, nel caso trattato, infatti, l’accertamento riguarda il 2004, ossia un
periodo precedente al momento di entrata in vigore di questa legge. È quanto si legge in una sentenza emessa
dalla prima sezione della Commissione tributaria provinciale di Brescia (sentenza n. 311/01/14) depositata l’11
aprile scorso
Antiriciclaggio
Autoriciclaggio nei reati fiscali
Vincenzo Josè Cavallaro pag. 28
L’autoriciclaggio scatta anche per i reati tributari. L’introduzione dell’autoriciclaggio aggrava il quadro punitivo per gli autori di reati tributari che reimpiegano il provento delle evasioni fiscali in attività imprenditoriali
o finanziarie. L’autoriciclaggio scatta infatti anche in caso di trasferimento di somme derivanti da illeciti fiscali
penalmente rilevanti. La fattispecie di autoriciclaggio contenuta nel disegno di legge di modifica del codice penale approvato dal consiglio dei ministri il 29 agosto prevede l’autonoma punibilità del soggetto che sostituisce,
trasferisce o impiega denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo.
Si tratta di condotte oggi non autonomamente perseguibili in quanto l’attuale formulazione dell’art.648-bis c.p.
punisce fatti di riciclaggio solo fuori dai casi di concorso nel reato presupposto, rendendo dunque la movimentazione del prodotto o profitto di un reato da parte del relativo autore un post factum non punibile. Anche nel
DDL sulla Voluntary disclosure in discussione alla Camera è contenuta una norma che incrimina l’autoriciclaggio:
a differenza di quella previsione, il testo di origine governativa introduce un delitto a dolo specifico che incrimina
la condotta di quanti reimpiegano il profitto di delitti in attività imprenditoriali o finanziarie al fine di ottenere un
ulteriore vantaggio, che consiste nell’alterare le regole del mercato e della concorrenza o nella realizzazione di
speculazioni di tipo finanziario utilizzando risorse e fattori produttivi di provenienza illecita.
Contrattualistica
Contratto di rete ristretto
Cinzia De Stefanis pag. 31
Non può essere iscritto nell’apposita sezione del registro delle imprese un contratto di rete in cui tra i soggetti
partecipanti vi sia un’associazione iscritta al Rea (Repertorio economico amministrativo). L’associazione senza
scopo di lucro iscritta al repertorio economico amministrativo non è impresa in quanto l’attività economica è
svolta in maniera sussidiaria e complementare rispetto all’attività principale (e cioè senza scopo di lucro). La
stipula di un contratto di rete implica l’osservanza di alcune condizioni al cui rispetto la legge ricollega benefici di
carattere fiscali. Tra le condizioni richieste vi è la redazione del contratto secondo determinate forme e che allo
stesso partecipino le imprese che svolgono attività economica. Dal 9 settembre dovrà essere inviato un modello
standard di contratto di rete presso il registro delle imprese attraverso la procedura telematica resa disponibile
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nell’apposita area web dedicata del sito «www.registroimprese.it» previa sottoscrizione dello stesso con firma
digitale. Questo il principio espresso dal Ministero dello sviluppo economico, direzione XXI registro delle imprese, con la circolare del 18 agosto scorso n. 145656.
Lavoro e previdenza
Fondo di solidarietà, l’Inps fa dietrofront
Daniele Cirioli pag. 29
Dietrofront dell’Inps sul contributo dovuto al fondo di solidarietà residuale. Non si verseranno interessi legali
e si avrà due mesi in più di tempo per effettuare il primo pagamento. Tutto slitta, infatti, al 16 novembre, termine entro cui andranno versati i contributi da gennaio a settembre. Ad annunciarlo, ieri, il direttore generale
dell’Inps, Mauro Nori.
Aumenta l’Aspi per i soci coop
Daniele Cirioli pag. 32
Per il 2014 i soci lavoratori di cooperative e il personale artistico, teatrale e cinematografico hanno diritto a
un’Aspi o mini-Aspi d’importo pari al 40% dell’indennità ordinaria. Per il 2015 salirà al 60%, per il 2016 all’80%
e, infine, dal 2017 alla stessa misura degli altri lavoratori. Lo spiega l’Inps nella circolare n. 101 di ieri, illustrando
il D.M. n.79412/14 che fissa il graduale allineamento della disciplina Aspi e mini-Aspi per i lavoratori esclusi dal
regime ordinario.
Garanzia giovani: paga l’Inps
Carla De Lellis pag. 32
Sarà l’Inps a pagare l’indennità ai tirocinanti partecipanti al piano della Garanzia per i giovani. Lo spiega lo stesso
istituto di previdenza nel messaggio n. 6789/2014 trasmettendo lo schema di convenzione per la sottoscrizione
da parte delle regioni.
Aiuti de minimis autocertificati
Carla De Lellis pag. 32
Al via la nuova autocertificazione sugli aiuti «de minimis». Dal 1° luglio, le imprese che fanno richiesta d’incentivi
all’assunzione devono utilizzare il nuovo modello diffuso dall’Inps con la circolare n. 102 di ieri, che tiene conto
dei nuovi regolamenti Ue nn. 1407/2013 e 1408/2013 in vigore da quest’anno. Il nuovo modello va inoltre presentato anche da chi ha fatto richiesta d’incentivi prima del 30 giugno e a questa data non abbia ancora ricevuto
il provvedimento di autorizzazione o l’abbia ricevuto in data successiva.
Reati tributari
Alla confisca basta il sospetto
Debora Alberici pag. 29
Giro di vite contro le frodi fiscali. Al commercialista dell’evasore possono essere sequestrati i beni anche in assenza di indizi gravi ma per il solo sospetto di partecipazione all’illecito tributario. È quanto affermato dalla Corte
di Cassazione che, con la sentenza n.36734 del 3 settembre 2014, ha respinto il ricorso di un professionista che
si opponeva al sequestro di oltre 200 mila euro spiccato sui suoi beni personali in relazione all’ideazione di una
frode fiscale di un cliente.
Ammessa la non menzione per chi compie l’evasione
Debora Alberici pag. 29
Chi compie un’evasione fiscale modesta può ottenere il beneficio della non menzione. Lo ha stabilito la Corte di
Cassazione che, con la sentenza n. 36703 del 3 settembre 2014, ha accolto il secondo motivo del ricorso presentato da un imprenditore accusato di dichiarazione infedele. La difesa ha contestato di fronte alla terza sezione
penale che la Corte d’appello di Milano ha immotivatamente negato il beneficio della non menzione.
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L’INFORMAZIONE
QUOTIDIANA DA
PROFESSIONISTA A
PROFESSIONISTA
NEWS
Direttori:
SERGIO PELLEGRINO e GIOVANNI VALCARENGHI
4 SETTEMBRE 2014
Adempimenti
La richiesta agli intermediari dei dati sulle operazioni con l’estero di Nicola Fasano
Agevolazioni
Gli incentivi all’occupazione nel settore agricolo di Luigi Scappini
Bilancio & controllo
Il Cndcec illustra la nuova Direttiva europea sulla revisione legale di Fabio Landuzzi
Business english
Lend, Borrow: come si traduce ‘prestare’ in inglese? di Stefano Maffei
Dichiarazioni
Quale termine per la rettificativa a favore? di Giovanni Valcarenghi
Fiscalità internazionale
Expo 2015 a rischio di stabile organizzazione di Ennio Vial e Vita Pozzi
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