Documentazione per le Commissioni AUDIZIONI E INCONTRI IN AMBITO UE Incontro con il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis Roma, 27 novembre 2014 n. 11 26 novembre 2014 Camera dei deputati XVII LEGISLATURA Documentazione per le Commissioni AUDIZIONI E INCONTRI IN AMBITO UE Incontro con il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis Roma, 27 novembre 2014 n. 11 26 novembre 2014 Il dossier è stato curato dall’UFFICIO RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA ( 066760.2145 - [email protected]) ________________________________________________________________ I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. INDICE SCHEDA DI LETTURA 1 IL COMMISSARIO EUROPEO PER LA SALUTE E SICUREZZA ALIMENTARE 3 Competenze 3 Azioni prioritarie del Commissario 4 4 6 7 9 Cooperazione nella lotta contro Ebola OGM: Proposta di regolamento (COM(2010)375) Iter della proposta Sicurezza agroalimentare 1 Scheda di lettura 2 3 IL COMMISSARIO EUROPEO PER LA SALUTE E SICUREZZA ALIMENTARE Competenze Il Commissario per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, socialdemocratico, è un medico che ha rivestito numerose cariche politiche: è stato, infatti, vicepresidente del Parlamento lituano (Seimas), Presidente della Commissione Affari europei, Presidente dell’Assemblea Baltica. Inoltre ha rivestito la carica di ministro della salute (2012-2014). Nella struttura della nuova Commissione europea, il Presidente Juncker ha nuovamente ricondotto nell’ambito di un unico portafoglio le competenze, precedentemente separate, della salute e della sicurezza alimentare. Lo scorso 1° novembre, il Presidente della Commissione europea lo ha designato Commissario per la salute e la sicurezza alimentare, indicandogli i contenuti della sua missione. In occasione dell’audizione dinanzi le Commissioni del Parlamento europeo ENVI (Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) ed AGRI (Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale), svoltasi lo scorso 30 settembre, Andriukaitis, in qualità di Commissario candidato, ha enunciato le priorità su cui concentrare il suo mandato, tra le quali si segnalano in particolare: sicurezza alimentare e protezione dei cittadini dalle emergenze alimentari, prevenzione delle crisi e rafforzamento delle capacità di prevenzione delle emergenze dell'Unione europea; capacità di risposta dei sistemi sanitari all'invecchiamento della popolazione e al crescente peso delle malattie croniche; sistemi sanitari più efficienti e innovativi, ma finanziariamente sostenibili; superamento delle persistenti disuguaglianze nella salute in Europa; attuazione della direttiva sui diritti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera; attuazione della direttiva sui prodotti del tabacco; collaborazione con gli Stati membri contro qualsiasi minaccia transfrontaliera, con un focus immediato sulla epidemia di Ebola in Africa occidentale; salute degli animali e delle piante; sicurezza degli additivi, pesticidi e biocidi; severi controlli sulla sicurezza dei prodotti importati sia di origine vegetale sia animale. 4 Azioni prioritarie del Commissario Di seguito, si riportano approfondimenti su alcuni dei punti su cui si dovrebbe concentrare l’azione del Commissario. Cooperazione nella lotta contro Ebola Il Commissario intende continuare l’azione fin qui svolta dalle istituzioni europee nella cooperazione con le istituzioni internazionali e i Paesi partner per la messa in campo di iniziative e di finanziamenti mirati alla limitazione del contagio e al superamento dell’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale. Attualmente, l’azione dell’UE si articola su diversi piani: Assistenza sanitaria Il contributo finanziario dell'UE (Commissione e Stati membri) per la lotta contro l'epidemia ammonta, complessivamente, a più di 1 miliardo di euro. In particolare, la Commissione ha stanziato 373 milioni di euro per il finanziamento delle misure di emergenza e dell’assistenza a lungo termine. In aggiunta alle esistenti partnership bilaterali per lo sviluppo, la Commissione ha stanziato ulteriori 145 milioni di euro per lo sviluppo e la prima assistenza. Tali ultimi finanziamenti sono mirati a rafforzare la capacità dei governi di fornire servizi pubblici essenziali. Attraverso i finanziamenti rientranti nell'assistenza allo sviluppo l’UE collabora all’impianto di laboratori mobili per l'individuazione del virus e alla formazione degli operatori sanitari. Inoltre, l'UE sostiene la missione in Africa occidentale dell'Unione medica africana. Per ridurre il rischio di un'ulteriore diffusione di Ebola, finanziamenti UE sono stati stanziati anche per i paesi limitrofi della regione colpita, per la diagnosi precoce e la sensibilizzazione. Assistenza professionale per fronteggiare l’emergenza Attraverso il Meccanismo di protezione civile e il Centro di Coordinamento di risposta alle emergenze (ERCC), l’UE invia nelle zone colpite esperti e rifornimenti di emergenza. In particolare, da un lato, gli Stati membri forniscono laboratori mobili, centri di cura, ambulanze e ospedali da campo e, dall’altro, l'UE ha organizzato il supporto logistico (comprese le operazioni di aviotrasporto) per il trasporto dei rifornimenti di emergenza forniti dagli Stati membri (aiuti alimentari, kit medici, coperte pulite e cloro). Infine, esperti dell'UE nella gestione di crisi umanitarie, tra cui specialisti in malattie pericolose, sono stati inviati ai tre paesi più colpiti (Guinea, Liberia e Sierra Leone). 5 Evacuazione dei malati E’ stato creato un sistema europeo di evacuazione dei malati, al fine di garantire loro un trattamento adeguato e, in caso di infezione, il trasporto negli ospedali europei. Ricerca La Commissione ha destinato oltre 160 milioni di fondi comunitari, nell’ambito di Horizon 2020, ad un programma di ricerca multisettoriale accelerato per lo sviluppo di un vaccino specifico per Ebola, studi clinici, ecc. La Commissione si aspetta anche il concorso dei finanziamenti provenienti dall’industria farmaceutica. I primi progetti sono attesi per l'inizio del 2015. Preparazione La Commissione e gli Stati membri stanno lavorando alla preparazione e al coordinamento della gestione del rischio, in stretta collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie (ECDC) e l'OMS. In particolare, il Comitato per la sicurezza sanitaria (CSS), cui partecipano gli Stati membri e la Commissione, si riunisce regolarmente per coordinare la prevenzione e la risposta europea a Ebola. E’ stato attivato, inoltre, il sistema di allarme rapido e di reazione alle emergenze mediche. Il Comitato per la sicurezza sanitaria fornisce anche informazioni ai viaggiatori e stabilisce le procedure da seguire negli aeroporti per la gestione possibili casi di Ebola. Screening di uscita La Commissione, in collaborazione con l'OMS, ha proposto di effettuare una verifica delle misure di screening su coloro che escono dai tre paesi più colpiti. L’obiettivo è quello di valutare la validità delle pratiche di screening di uscita e di individuare eventuali lacune. La relazione sull’attività di verifica è fissata all'inizio del mese di dicembre. Ulteriori iniziative L'Unione europea è in costante contatto con i governi della regione colpita attraverso le sue delegazioni, nonché con le organizzazioni regionali, come l'Unione africana e dell'ECOWAS. Il Consiglio europeo ha inoltre proceduto alla nomina di un coordinatore Ebola dell'UE, il commissario Christos Stylianides, per garantire che le istituzioni dell'UE e gli Stati membri agiscano in coordinamento tra loro e con i partner internazionali. Allo stesso fine, è stata creata una task force UE Ebola, che riunisce gli Stati membri, i servizi della 6 Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), rappresentanti delle Nazioni Unite, la Croce Rossa e le ONG. OGM: Proposta di regolamento (COM(2010)375) La proposta di regolamento (COM(2010)375), presentata dalla Commissione europea nel 2010 era volta a modificare la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. Finora alcuni Stati membri hanno vietato la coltivazione di OGM invocando la clausola di salvaguardia (articolo 23 della direttiva 2001/18/CE o le misure di emergenza articolo 34 del regolamento CE n. 1829/2003 sebbene le finalità delle modeste disposizioni sia evitare eventuali nuovi rischi successivi alla concessione di autorizzazione. In tale contesto, la proposta di regolamento intendeva fornire una base giuridica specifica all'interno dell’attuale quadro normativo dell'UE sugli OGM per autorizzare gli Stati membri a limitare o vietare la coltivazione degli OGM, autorizzati a livello di UE, in tutto il loro territorio o in parte di esso in ragione delle loro condizioni specifiche. Il sistema di autorizzazione già in atto, basato sulla valutazione scientifica dei rischi sanitari e ambientali, sarebbe rimasto invariato. La proposta definiva due serie di condizioni alle quali è subordinata l'adozione di misure da parte degli Stati membri: in primo luogo, le misure nazionali dovranno essere assunte per motivi diversi da quelli già previsti dalle norme UE, legati alla valutazione degli effetti negativi sulla salute e sull'ambiente che potrebbero derivare dall'emissione deliberata o dall'immissione in commercio di OGM; in secondo luogo, la libertà garantita agli Stati membri riguarderà esclusivamente la coltivazione degli OGM, ma non l'immissione in commercio e l'importazione di sementi GM autorizzate che dovranno continuare liberamente. Le misure nazionali dovranno quindi essere conformi al trattato sull'Unione europea (TUE) e al trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare per quanto concerne il principio di non discriminazione tra prodotti nazionali e non nazionali, e le disposizioni relative alle restrizioni quantitative agli scambi tra Stati membri (articoli 34 e 36 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardanti la libera circolazione delle merci). Le misure dovranno altresì rispettare gli obblighi internazionali dell'UE, in particolare quelli nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio. Diversamente da quanto previsto dalla esistente clausola di salvaguardia, le decisioni degli Stati membri non dovranno essere autorizzate dalla Commissione, 7 ma al fine di garantire la trasparenza, gli Stati membri che intendono adottare eventuali misure dovranno comunicarle, unitamente alle relative motivazioni, alla Commissione e agli altri Stati membri un mese prima della loro adozione. Iter della proposta La proposta di regolamento COM(2010)375 presentata dalla Commissione il 13 luglio 2010 è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo il 14 luglio 2010. Il 14 ottobre 2010 il Consiglio Ambiente ha avviato la discussione della proposta chiedendo una serie di precisazioni per garantire che il progetto di normativa sia effettivamente praticabile e giuridicamente corretto. Il Consiglio Ambiente del 14 marzo 2011 ha proceduto ad uno scambio di opinioni e, successivament,e il Consiglio Ambiente del 21 giugno 2011 ha riesaminato la proposta, ma date le incertezze circa la conformità con le norme del mercato interno e con quelle dell’OMC dei divieti nazionali sugli OGM adottati nel quadro della legislazione proposta, alcune delegazioni hanno richiesto ulteriori riflessioni e analisi. Il 2 marzo 2012 in una nota sul COM(2010)375, la Presidenza del Consiglio UE ha avanzato una Proposta di compromesso riveduta in vista di un accordo politico del Consiglio in prima lettura. Il testo è stato discusso a livello di Consiglio e dei suoi organi preparatori durante le presidenze BE, HU e PL. Da tali discussioni è emerso che sebbene l’iniziativa legislativa sia ampiamente appoggiata da un numero significativo di delegazioni, una minoranza di blocco non ha potuto accettare la proposta. La presidenza danese ha preparato quindi un testo di compromesso elaborato alla luce delle discussioni Il 9 marzo 2012 in sede di riunione del Consiglio Ambiente si è discusso pervenendo a due opzioni: durante la procedura di autorizzazione degli OGM: a seguito della richiesta di uno Stato membro, il notificante/richiedente ha la possibilità di adeguare l’ambito geografico dell’autorizzazione, escludendo quindi tutto il territorio di tale Stato membro o parte di esso dalla coltivazione; dopo la procedura di autorizzazione: uno Stato membro ha la possibilità di limitare o vietare la coltivazione di un OGM autorizzato a condizione che la misura nazionale non contrasti con la valutazione di rischio ambientale effettuata a livello di UE. Benché gran parte degli Stati membri fossero disponibili ad accettare la proposta della presidenza, non è stato possibile raggiungere un accordo. Alcuni Stati membri nutrivano infatti, preoccupazioni circa: 8 la compatibilità giuridica di talune disposizioni della proposta con le norme sul mercato interno dell’OMC e dell’UE; possibili sovrapposizioni e/o incongruenze tra la valutazione del rischio obbligatoria a livello di UE e le misure ambientali a livello nazionale; l’attuazione delle conclusioni del Consiglio “Ambiente” adottate il 4 dicembre 2008 (16882/08). Il Consiglio è tornato ad esaminare la questione il 12 giugno 2012 ma la presidenza ha concluso che un accordo politico sul fascicolo OGM non risultava possibile. Dopo quasi due anni, su sollecitazione di diversi Stati, il Consiglio ambiente del 3 marzo 2014 ha tenuto un dibattito pubblico ed uno scambio di opinioni sulla proposta di direttiva di modifica della direttiva 2001/18/EC concernente la possibilità per gli Stati membri di limitare o proibire la coltivazione, in tutto o in parte del loro territorio, di OGM autorizzati a livello di Unione europea. Tale scambio di opinioni ha confermato la volontà degli Stati membri di riaprire la discussione sulla proposta legislativa sulla base di un testo di compromesso della Presidenza greca, la quale ha convenuto di convocare un primo gruppo di lavoro per esaminarla il 13 marzo 2014. Il Consiglio ambiente del 12 giugno 2014 ha approvato, a larga maggioranza, con le sole astensioni di Belgio e Lussemburgo, la proposta di compromesso della Presidenza greca sulla richiamata proposta di regolamento COM(2010)375 presentata dalla Commissione il 13 luglio 2010. L'iter presso le istituzioni sta proseguendo nel semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'UE per la definizione dell'accordo in seconda lettura con il Parlamento europeo. L'11 novembre 2014 la Commissione ambiente del Parlamento europeo (ENVI), presieduta da Giovanni La Via (PPE) ha approvato (con 53 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti) la propria posizione - per la seconda lettura sul testo della posizione del Consiglio sul regolamento che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, anche se autorizzati a livello europeo. Tra le numerose modifiche apportate: in caso di nuove colture OGM per le quali è in corso la procedura di autorizzazione a livello comunitario, la possibilità di adeguare l'ambito geografico; il divieto di coltivazione per motivi ambientali, di pianificazione urbana e rurale, uso del suolo o possibili impatti socio-economici, nonché il rischio di contaminazione per altri prodotti non OGM, con particolare attenzione per quella transfrontaliera; persistente incertezza scientifica; sviluppo della resistenza ai pesticidi; invasività. La valutazione del rischio da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare dovrebbe tenere conto degli 9 effetti diretti, indiretti, immediati, differiti e cumulativi degli OGM sulla salute umana e sull'ambiente, e comunque sempre del principio di precauzione. E' quindi iniziato il negoziato con la Presidenza italiana dell'UE - la cui apertura è stata votata dalla Commissione (con 57 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astenuti). Entro la fine dell'anno il voto della plenaria del PE. Sicurezza agroalimentare Nel mese di maggio del 2013 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di provvedimenti per rafforzare l'applicazione delle norme in tema di salute e sicurezza lungo tutta la catena agroalimentare. Il pacchetto normativo risponde alla necessità di semplificare la legislazione e adottare norme che permettano di ridurre gli oneri amministrativi per gli operatori e la complessità della regolamentazione vigente. Il pacchetto è composto da una comunicazione “Animali e piante più sani e una filiera agroalimentare più sicura - Un quadro giuridico aggiornato per un'Unione europea più competitiva (COM(2013)264) e da 5 proposte di regolamento relative a: materiale riproduttivo vegetale (sementi) (COM(2013)262); organismi nocivi per le piante (COM(2013)267); sanità animale (COM(2013)260); controlli ufficiali su alimenti, piante, animali (COM(2013)265); gestione delle spese relative alla filiera alimentare, alla salute e al benessere degli animali, alla sanità delle piante e al materiale riproduttivo vegetale (COM(2013)327). Il Parlamento europeo ha approvato le suddette proposte, ad eccezione di quella relativa al materiale riproduttivo vegetale, della quale ha chiesto il ritiro da parte della Commissione europea, nel mese di aprile 2014. Si attende la pronuncia del Consiglio europeo.
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