AGERFERT S.r.l. - Regione Veneto

ELABORATO
SIA
Proponente
AGERFERT S.r.l.
Via Alfieri, 1/A
30038 Spinea (VE)
Localizzazione impianto
Loc. Donzella – 45018 Porto Tolle (RO)
Progetto
AMPLIAMENTO DI UN IMPIANTO DI RECUPERO DI
FANGHI DI DEPURAZIONE REFLUI CIVILI E
AGROINDUSTRIALI CON IMPLEMENTAZIONE SEZIONE
DI PRODUZIONE DI GESSO DI DEFECAZIONE
Oggetto
VERIFICA DEGLI IMPATTI SU
VIABILITÀ E TRAFFICO
Responsabile estensione del SIA
______________________
Proponente
______________________
AZIENDA CON SISTEMA DI GESTIONE QUALITÀ CERTIFICATO UNI EN ISO 9001:2008 / CERTIFICATO N. 50 10 10400 - TUV ITALIA
Studio Tecnico Arch. Matteo DIANESE
Piazza Rizzo, 51/1 - 30027 San Donà di Piave (VE) - Telefono 0421222553 - Fax 0421479166 - Web www.studiodianese.it
E-Mail [email protected] - E-Mail certificata [email protected] - Account Skype mdianese
Pratica Prot. N. 070.12-133.An – Revisione N. 0 – Marzo 2014 – Nome file Integrazioni traffico e viabilità.v3.0.doc
SOGGETTO PROPONENTE
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DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
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PRODUZIONE DI GESSO DI DEFECAZIONE
INDICE GENERALE
ANALISI DEI FLUSSI DI TRAFFICO ................................................................................... 3
0.
PREMESSA ........................................................................................................... 4
1.
FLUSSO VEICOLARE GENERATO DALL’IMPIANTO ............................................................ 5
2.
IMMISSIONE SULLA VIABILITÀ PUBBLICA .................................................................... 9
3.
CONCLUSIONI .................................................................................................... 14
INDICE DELLE FIGURE
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
Figura
REGIONE
PROVINCIA
COMUNE
1 - Autoarticolato “bilico” stradale ribaltabile. ..................................................... 4
2 - Autotreno con rimorchio ............................................................................. 5
3 - Tabella 8 a pag. 64 del SIA (Potenzialità dell’impianto e flussi di rifiuti). ........... 5
4 - Operazione di scarico dei fanghi nella vasche di stabilizzazione. ...................... 6
5 - Figura 7 a pag. 18 del SIA – Viabilità di accesso all’area. ................................ 9
6 – Spazi di manovra all’incrocio con Via Pradon. .............................................. 11
7 - Spazi di avvistamento verso Sud. ............................................................... 12
8 - Spazi di avvistamento verso Nord ............................................................... 12
9 – Visibilità all’innesto in Via Pradon ............................................................... 13
10 – Spazi di frenata (tratto da “Il Centauro”). ................................................. 15
11 – Valutazione del flusso veicolare in diversi scenari operativi. ......................... 16
VENETO
ROVIGO
PORTO TOLLE
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INDICI E SOMMARI
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0. Premessa
La presente nota intende dimostrare la piena compatibilità con il contesto territoriale in
riferimento al flusso veicolare generato dall’esercizio dell’impianto di recupero rifiuti.
Analogamente si intende dimostrare come l’impatto generato sulla viabilità locale sia
assolutamente compatibile con l’attuale assetto viario e non si generino situazioni di pericolo
che possano obbligare alla realizzazione di interventi compensativi o, peggio, possano
sconsigliare l’avvio dell’attività.
Appare utile stabilire preliminarmente alcune semplici convenzioni utili ad una più facile
comprensione e verifica di quanto si seguito enunciato.
Innanzitutto si acquisisce un numero massimo di 250 (duecentocinquanta) giornate lavorative
annue (sulla base di detto valore numerico vengono calcolati i possibili flussi di materiali e
rifiuti “da e per” l’impianto).
I mezzi adibiti al trasporto rifiuti saranno potenzialmente ascrivibili alle due seguenti tipologie:
-
autoarticolato (trattore stradale con semirimorchio) detto “bilico” con portata utile pari a
circa 30 tonnellate (come rappresentato in Figura 1) dotato di cassoni a tenuta e ribaltabili;
Figura 1 - Autoarticolato “bilico” stradale ribaltabile.
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autotreno (autocarro con rimorchio) con portata utile pari a circa 25 tonnellate (Figura 2) e
-
dotati di cassoni a tenuta e ribaltabili.
Figura 2 - Autotreno con rimorchio
Evidentemente tutti i mezzi impiegati saranno in regola con il Codice della Strada e saranno
abilitati al trasporto di rifiuti (iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali) ove prescritto.
1. Flusso veicolare generato dall’impianto
La
definizione
traffico
generato
dall’operatività
dell’impianto
a
regime
parte
dalla
considerazione delle potenzialità di trattamento così come riportate in Tabella 8 a pag. 64 dello
Studio di Impatto Ambientale (Figura 3): il calcolo del flusso veicolare risulta infatti
proporzionale ai quantitativi di rifiuti conferiti, reagenti impiegati nel processo di recupero ed
ammendanti prodotti.
DESCRIZIONE
OPERAZIONI DI RECUPERO RIFIUTI
U.M.
Q.TÀ
-
-
Trattamento annuale massimo fanghi per stabilizzazione in vasca
Ton/a
7.200
Trattamento annuale massimo fanghi per produzione gesso di defecazione
Ton/a
32.800
Trattamento massimo complessivo fanghi biologici presso l’impianto
Ton/a
40.000
Messa in riserva rifiuti (R13) prima del trattamento
Ton
400
Capacità massima di una vasca per stabilizzazione fanghi
Ton
900
Capacità complessiva di trattamento giornaliero dell’impianto
Ton/g
250
Trattamento giornaliero massimo fanghi per produzione gesso di defecazione
Ton/g
FLUSSI DI RIFIUTI IN INGRESSO ALL’IMPIANTO
-
Media annua di automezzi in ingresso per conferimento rifiuti
Mezzi/g
180
6
Figura 3 - Tabella 8 a pag. 64 del SIA (Potenzialità dell’impianto e flussi di rifiuti).
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Il “flusso massimo teorico giornaliero” di veicoli in ingresso all’impianto, determinato sulla base
delle potenzialità di messa in riserva (R13) di rifiuti pari a 400 ton, è stimabile in:

13,33 autoarticolati “bilico” (trattore stradale con semirimorchio) con portata utile pari a
circa 30 tonnellate;

16,00 autotreni (autocarro con rimorchio) con portata utile pari a circa 25 tonnellate.
Vale la pena di sottolineare che si tratta di un limite massimo teorico assolutamente
irrealizzabile in ragione delle normali dinamiche di movimentazione dei rifiuti, dell’effettiva
capacità di ricevimento dei rifiuti medesimi in impianto (disponibilità di personale e di
attrezzature per la movimentazione) e della funzionalità complessiva delle diverse attività di
recupero.
La Figura 4 rappresenta le operazioni di scarico dei fanghi all’interno delle vasche di
stabilizzazione e dimostra come le stesse operazioni avvengano in totale sicurezza e con le più
ampie garanzie di protezione ambientale.
Figura 4 - Operazione di scarico dei fanghi nella vasche di stabilizzazione.
Appare invece più realistico, dovendo definire un “flusso veicolare di punta”, prendere a
riferimento il limite massimo di trattamento giornaliero di rifiuti pari a 250 ton; in questo caso
il flusso giornaliero di veicoli in ingresso all’impianto sarebbe stimabile in:

8,33 autoarticolati “bilico” (trattore stradale con semirimorchio) con portata utile pari a
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circa 30 tonnellate;

10,00 autotreni (autocarro con rimorchio) con portata utile pari a circa 25 tonnellate.
Al flusso veicolare generato dai rifiuti in ingresso in impianto si deve inoltre aggiungere il flusso
indotto dall’approvvigionamento di reagenti per il processo di produzione di gesso di
defecazione.
Come detto a pag. 62 dello Studio di Impatto Ambientale “i quantitativi di reagenti sono
proporzionati al contenuto in sostanza secca del fango. Ipotizzando un contenuto medio del
20% (peso/peso), per trattare una tonnellata di fango tal quale saranno necessari:
Calce: 270 kg × 20% = 54,0 kg
Acido solforico monoidrato al 98,3%: 223 kg × 20% = 44,6 kg.”.
Si evince che per ogni tonnellata di fango trattato saranno necessari circa 100 Kg di reagenti
portando quindi a stimare un flusso annuo in ingresso così ripartito:
-
1771,20 ton di calce;
-
1508,80 ton di acido solforico monoidrato.
I dati sopra riportati comportano (considerando 250 gg lavorativi utili) un flusso di veicoli in
ingresso all’impianto per approvvigionare lo stesso di reagenti pari a:

60 mezzi/anno per la calce (che equivale a circa 0,24 mezzi/giorno lavorativo);

51 mezzi/anno per l’acido solforico monoidrato (che equivale a circa 0,20 mezzi/giorno
lavorativo).
Si acquisisce dunque come valore massimo “di punta” un solo veicolo giorno in quanto
un’accorta pianificazione delle attività porterà sempre a scaglionare in giornate diverse le
operazioni di rifornimento dei reagenti (il tutto per complessivi 111 mezzi/anno).
Si considera infine ininfluente il traffico veicolare prodotto dagli addetti alla gestione
dell’impianto in quanto composto da un numero limitatissimo di autoveicoli (quando non si
tratti persino di cicli e/o motocicli per gli addetti residenti in prossimità dell’impianto) che
andranno ad attraversare direttamente la frazione di Donzella.
I dati sopra riportati consentono dunque di stimare un flusso veicolare massimo giornaliero
compreso tra 10 e 11 veicoli (in funzione della portata degli stessi).
Per quanto riguarda la definizione del flusso veicolare dovuto all’uscita dei rifiuti dall’impianto
si precisa che lo stesso viene generato dalle operazioni di trasporto dei fanghi stabilizzati e
dalle operazioni di trasporto del gesso di defecazione prodotto.
I fanghi stabilizzati ammonteranno a 750 tonnellate/vasca per ciascun ciclo di trattamento;
detti quantitativi sono determinati considerando che la massa di rifiuti avviati a stabilizzazione
(massimo 900 tonnellate/vasca) subisce una riduzione ponderale - per effetto del processo di
stabilizzazione - che viene considerata, in via prudenziale e cautelativa, inferiore al 20%.
Considerando che il totale svuotamento delle vasche potrà avvenire in non meno di quattro
giornate lavorative (considerando la normale operatività dell’impianto che prevede/richiede
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l’effettuazione di numerose altre attività), il flusso giornaliero di veicoli in uscita dall’impianto,
determinato sulla base alla quantità massima di fanghi stabilizzati da asportare pari a 750 ton,
è quantificabile in:

6,25 autoarticolati “bilico” (trattore stradale con semirimorchio) con portata utile pari a
circa 30 tonnellate;

7,50 autotreni (autocarro con rimorchio) con portata utile pari a circa 25 tonnellate.
Essendo le vasche in numero di quattro ed i cicli di trattamento annui pari a due si considera
che il flusso veicolare sopra determinato si potrà verificare esclusivamente per 32 giorni
all’anno (4 vasche X 4 gg/svuotamento X 2 cicli/anno) e solo nel caso in cui vi sia il massimo
riempimento delle vasche ed il loro svuotamento avvenga nel minor tempo possibile
(condizioni che non sempre si verificano contemporaneamente).
Valutazioni differenti possono invece essere svolte per quanto riguarda l’allontanamento del
gesso di defecazione prodotto.
Le aree agricole poste nell’immediato intorno dell’impianto sono potenzialmente idonee al
riutilizzo del gesso di defecazione (per non dire che necessitano del correttivo prodotto) e la
loro superficie potrà coprire integralmente la produzione annua dell’impianto probabilmente
non essendo nemmeno sufficiente al loro fabbisogno. Sono in fase avanzata i contatti
commerciali con le proprietà di dette aree ma appare prematura la sottoscrizione di qualsiasi
contratto almeno fino all’approvazione del progetto.
Dovendo quindi ragionare pessimisticamente considerando che tutto il gesso di defecazione
prodotto debba essere portato in aree anche lontane si considera di dover allontanare circa
36.000 tonnellate/anno di prodotto.
Il flusso giornaliero di veicoli in uscita dall’impianto, considerando che la potenzialità massima
di trattamento di fanghi (come riportata in Tabella 8 a pag. 64 dello Studio di Impatto
Ambientale) porti alla produzione di gesso di defecazione per circa 200 tonnellate/giorno,
sarebbe quantificabile in:

6,67 autoarticolati “bilico” (trattore stradale con semirimorchio) con portata utile pari a
circa 30 tonnellate;

8,00 autotreni (autocarro con rimorchio) con portata utile pari a circa 25 tonnellate.
Si sottolinea come la potenzialità massima giornaliera possa verificarsi solo in condizioni
operative particolarmente favorevoli e per non più di 183 giorni/anno (per non superare i limiti
massimi di trattamento autorizzati).
Nella sezione conclusiva del presente elaborato si sintetizzeranno i dati sopra esposti dando un
quadro complessivo in diversi scenari operativi ipotetici.
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2. Immissione sulla viabilità pubblica
Come indicato in Figura 5 (rappresentante la Figura 7 a pag. 18 dello Studio di Impatto
Ambientale), la viabilità a servizio dell’impianto confluisce nella viabilità pubblica e quindi si
immette in Via Pradon.
Figura 5 - Figura 7 a pag. 18 del SIA – Viabilità di accesso all’area.
Prima di tale immissione i mezzi transitano su strada interpoderale attraversando manufatti del
Consorzio di Bonifica Delta Po per i quali è stata concessa autorizzazione al transito, si veda al
proposito concessione Consorzio Bonifica (allegata alla documentazione tecnica presentata dal
Proponente).
I mezzi diretti in impianto sono visibili tra loro con largo anticipo e in caso di incrocio sono
predisposte
2
“piazzole”
ove
far
agevolmente
sostare
un
mezzo
per
favorire
l’incrocio/passaggio del mezzo in senso opposto (una piazzola è posta inidcativamente a metà
del primo lungo rettilineo mentre la seconda subito dopo il manufatto sul canale irriguo ove
prima era presente l’idrovora).
Dovendo procedere ad una valutazione della significatività dell’impatto sulla viabilità pubblica
locale, si è provveduto a reperire i dati disponibili e ritenuti più significativi; si è quindi potuto
stabilire che:
-
il Consorzio COSVAP (azienda presente in Via Pradon a circa 500 metri dal punto di
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immissione)
movimenta
annualmente
oltre
100.000
ton
di
prodotti
agricoli
(prevalentemente frumento e mais) che comporta un transito di circa 6.500 mezzi/anno
considerando ingresso e uscita del materiale dall’essiccatoio;
-
l’impianto per la produzione di biogas in fase di costruzione assorbirà la produzione dei
terreni locali e non avrà ripercussioni sensibili sul traffico locale (necessita di circa 70/80 Ha
coltivati a granella per i propri fabbisogni);
-
la maggior parte del traffico generato dall’impianto si verifica in corrispondenza dei periodi
di preparazione e semina dei terreni e non tanto nei periodi di mietitura che comportano
normalmente il maggior flusso veicolare su scala locale (si verificherebbe quindi una
naturale distribuzione dei carichi di traffico nell’arco dell’anno);
-
il gesso di defecazione prodotto nell’impianto in esame ed utilizzato in ambito locale porterà
ad una diminuzione di richiesta di concimi chimici e quindi di traffico pesante nella zona (si
conviene che il dato sia difficile da quantificare ma che inequivocabilmente costituisca un
punto di forza del progetto).
Non disponendo di altre informazioni e ritenendo comunque i dati reperiti scarsamente
significativi in quanto influenzati dalla variabilità stagionale tipica delle attività agricole, si
ritiene molto più utile dimostrare come il flusso veicolare in immissione dalla viabilità sterrata
di servizio alla Via Pradon possa avvenire nelle migliori condizioni di sicurezza.
Si parte dall’assunto che nel punto di immissione in strada asfaltata i mezzi devono osservare il
segnale di stop.
Come raffigurato nelle immagini seguenti l’innesto avviene in corrispondenza di un lungo
rettilineo che consente un’adeguata visibilità e congrui spazi di manovra in entrambi i sensi di
marcia e sia in entrata che in uscita dei mezzi (Figura 6).
Non si rilevano infatti elementi che impediscano od ostacolino la regolare immissione del flusso
veicolare in arrivo o partenza dall’impianto per le normali operazioni di conferimento rifiuti,
approvvigionamento materiali e distribuzione prodotti ottenuti dal processo di recupero.
Non sono segnalati limiti di velocità e pertanto si assume un limite di 50 km/h: l’ultimo cartello
stradale presente in via Bruno Buozzi indica 70 km/h, tuttavia tale velocità pare essere
eccessiva nel tratto di strada Via Pradon in considerazione della conformazione della stessa.
In corrispondenza del punto di immissione (incrocio) su Via Pradon si ha:
-
a destra un tratto rettilineo con oltre 500 metri di visibilità (Figura 7);
-
a sinistra un tratto rettilineo con oltre 200 metri di visibilità (Figura 8).
Considerando la situazione peggiorativa relativa ai mezzi pesanti si possono fare le seguenti
considerazioni:
-
la situazione di maggior rischio si ha quando un mezzo esce dalla strada sterrata per
immettersi nella stessa direzione di marcia del mezzo sopraggiungente (accodamento dei 2
mezzi sulla stessa carreggiata);
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Figura 6 – Spazi di manovra all’incrocio con Via Pradon.
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-
l’accelerazione media di un autotreno a pieno carico da 0 a 50 km/h si ottiene in 27’’;
-
il mezzo in uscita impiega 27” per raggiungere la velocità di 50 km/h (13,88 m/s) e,
considerando il moto uniformemente accelerato, il mezzo percorre 187,5 mt (spazio = 1/2
x 27” x 50 k/h : 3,6 = 187,5 metri percorsi);
Figura 7 - Spazi di avvistamento verso Sud.
Figura 8 - Spazi di avvistamento verso Nord
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-
consideriamo un mezzo sopraggiungente a 50 km/h (ovvero 13,88 m/s), lo stesso mezzo
sopraggiungente per percorrere 200 metri (distanza minima cautelativa di visibilità) a 50
km/h impiega 14,4’’;
-
per percorrere i successivi 187,5 metri sempre a 50 km/h lo stesso mezzo sopraggiungente
impiega ulteriori 13,0 secondi.
Figura 9 – Visibilità all’innesto in Via Pradon
Ne consegue che i due mezzi si ritroveranno a percorrere la strada alla stessa velocità senza
che il mezzo sopraggiungente a 50 km/h abbia dovuto nemmeno frenare e/o rallentare (la
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distanza di “avvistamento” del mezzo sopraggiungente è comunque maggiore di 200 mt).
Se si considerano i mezzi provenienti dall’altro senso di marcia la visibilità aumenta
ulteriormente e quindi i margini di sicurezza sono di molto aumentati (la distanza di
“avvistamento” del mezzo sopraggiungente è maggiore di 500 mt).
A completamento dell’analisi si riporta (Figura 10) il prospetto degli spazi di frenata su fondo
stradale asciutto e bagnato tratti dalla rivista specializzata in tema di autotrasporto “Il
Centauro” (dati di letteratura assunti ovunque a riferimento).
Si conclude che le operazioni di immissione sulla Via Pradon possono avvenire in condizioni di
assoluta sicurezza.
In forza di quanto indicato dal Direttore COSVAP, si può rilevare che l’azienda che genera il
maggior traffico di mezzi pesanti se si assumono 250 gg lavorativi impegna la strada con il
transito di 26 automezzi nel giorno medio (considerando che COSVAP lavora anche il sabato i
giorni lavorativi sono in numero maggiore e quindi si avrà una maggiore “diluizione” del flusso
veicolare nell’arco della settimana).
Considerando 8 ore lavorative possiamo affermare che transita in media un automezzo ogni
18’30”; volendo inoltre stimare un flusso veicolare di massimo si possono considerare come
giorni “di punta” quelli corrispondenti al periodo della mietitura dove la frequenza di transito
può anche raddoppiare per arrivare ad un passaggio “medio” ogni 9’15”: dette frequenze di
passaggio risultano assolutamente compatibili con una immissione in sicurezza da parte dei
mezzi che provengono dall’impianto (o che lo devono raggiungere).
Si evidenzia infine che i mezzi in entrata ed in uscita da COSVAP spesso transitano sulla strada
arginale e quindi non attraversano la viabilità pubblica in prossimità del punto di immissione
dei veicoli provenienti dall’impianto.
3. Conclusioni
Si ritiene di aver dimostrato come l’operatività dell’impianto possa svolgersi nelle migliori
condizioni di sicurezza e compatibilità con il flusso veicolare esistente; questa conclusione
viene inoltre avvalorata dalle seguenti considerazioni:
-
la conformazione della viabilità garantisce adeguati spazi di manovra e visibilità anche in
riferimento alle particolari caratteristiche dei mezzi impiegati;
-
il flusso veicolare su scala locale appare scarsamente sviluppato e comunque perfettamente
in
grado
di
supportare
(in
termini
di
sicurezza)
l’aggravio
indotto
dall’esercizio
dell’impianto;
-
le attività preesistenti od in progetto non presentano caratteristiche tali da far ipotizzare
possibili interazioni negative in riferimento al parametri di valutazione in esame (traffico
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veicolare);
Figura 10 – Spazi di frenata (tratto da “Il Centauro”).
-
vi sono alcune condizioni al contorno che, pur se ancora ipotesi progettuali, fanno ritenere
che il flusso veicolare generato dall’esercizio dell’impianto possa essere diminuito (caso in
cui ad esempio il correttivo prodotto venga distribuito nei terreni contermini senza
necessità di movimentazione su strada pubblica) o sostituisca il normale flusso veicolare
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correlato alle attività agricole (approvvigionamento dei terreni con concimi chimici
sostituibili con gli ammendanti prodotti in impianto).
Nella Figura 11 si riporta una simulazione del flusso veicolare generato dall’impianto nei diversi
scenari operativi che vengono convenzionalmente acquisiti come:
-
“massima potenzialità” che rappresenta le condizioni di massimo sviluppo del flusso
veicolare legato alle diverse fasi operative impiantistiche (scenario di improbabile
realizzazione);
-
“media potenzialità” che rappresenta una distribuzione uniforme sulle 250 giornate
lavorative annue (scenario di difficile realizzazione che non può necessariamente tenere
conto della stagionalità dei mercati di riferimento per i materiali in entrata ed in uscita);
-
“reale potenzialità” che rappresenta le condizioni operative ragionevolmente più prevedibili
in considerazione dell’operatività aziendale e della disponibilità di risorse umane e tecniche
messe a disposizione dell’impianto.
I dati di traffico vengono distinti in funzione del mezzo impiegato:
-
autoarticolato (trattore stradale con semirimorchio) denominato “BILICO” con portata utile
pari a circa 30 tonnellate;
-
autotreno (autocarro con rimorchio) denominato “M+R” con portata utile pari a circa 25
tonnellate.
SCENARIO
OPERATIVO
MASSIMA
POTENZIALITÀ
MEDIA
POTENZIALITÀ
REALE
POTENZIALITÀ
FLUSSO VEICOLARE
DESCRIZIONE SCENARIO OPERATIVO
(MEZZI/GIORNO)
Tutte le sezioni impiantistiche lavorano al massimo delle
potenzialità definite nel progetto e quindi il flusso veicolare
generato è quello massimo previsto per l’alimentazione delle
singole sezioni tecnologiche e per l’allontanamento degli output
di processo.
Le potenzialità massime annuali delle diverse sezioni
impiantistiche così come i flussi di materiali in uscita
dall’impianto vengono uniformemente distribuite nelle 250
giornate lavorative acquisite come dato convenzionale di
partenza.
Ciascuna sezione impiantistica viene impiegata con criteri di
massima efficacia pianificando le diverse attività in ragione dei
flussi di rifiuti realmente attesi provvedendo a razionalizzare le
risorse umane e tecniche in un’ottica di efficientamento e
sostenibilità.
BILICO
M+R
28.25
33.50
11.45
13.66
8.00
10.00
Figura 11 – Valutazione del flusso veicolare in diversi scenari operativi.
La simulazione sopra riportata analizza ed espone con la massima trasparenza i possibili flussi
di traffico generati dall’esercizio dell’impianto e può essere impiegata per tutte le valutazioni
attinenti l’esame complessivo del progetto dell’impianto.
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OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Agerfert S.r.l. Via Alfieri, 1/A 30038 Spinea (VE) STUDIO MODELLISTICO PREDITTIVO DELLA DISPERSIONE DEGLI ODORI IMPIANTO DI RECUPERO DI FANGHI DI DEPURAZIONE REFLUI CIVILI E AGROINDUSTRIALI DOC. OSM_032_14 Studio Modello di dispersione degli Odori Giugno 2014 Sede Legale: Via Sforza, 15 – 20122 Milano C.F. e Partita IVA: 13232230154 Sede Operativa: Via Fratelli Cuzio, 42 – 27100 Pavia Telefono e Fax: 0382 1726292 e‐mail: [email protected] http://www.osmotech.it OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia INDICE Introduzione ......................................................................................................................................... 3 1. Scenario emissivo ............................................................................................................................. 4 1.1. Sorgenti e campagna di campionamento ............................................................................... 6 1.2. Calcolo della portata di odore delle singole sorgenti ............................................................. 8 1.2.1 Contributo vasche di stoccaggio ...................................................................................... 9 1.2.2. Contributo sezione produzione gesso di defecazione .................................................. 12 1.3. Morfologia delle sorgenti emissive simulate ........................................................................ 13 2. Scenario meteorologico ................................................................................................................. 18 2.1. Dati meteorologici delle stazioni superficiali ........................................................................ 18 2.2. Dati meteorologici dei radiosondaggi ................................................................................... 19 2.3. Analisi dei dati invalidi ........................................................................................................... 20 2.4. Andamento meteorologico nel periodo di simulazione ....................................................... 20 3. Descrizione del territorio ............................................................................................................... 27 3.1. Indagine sui ricettori sensibili ................................................................................................ 28 3.2. Definizione della griglia di calcolo ......................................................................................... 28 3.3. Dati orografici ........................................................................................................................ 29 3.4. Ricettori sensibili individuati nel dominio di calcolo ............................................................ 30 4. Modello di dispersione................................................................................................................... 32 5. Presentazione dei risultati ............................................................................................................. 34 5.1. Criteri di accettabilità dell’esposizione olfattiva ................................................................... 34 5.2. Mappe 98° percentile ............................................................................................................ 35 5.3. Analisi ai ricettori ................................................................................................................... 36 6. Conclusioni ..................................................................................................................................... 40 Indice delle Figure .............................................................................................................................. 41 Indice delle Tabelle ............................................................................................................................ 41 Indice Allegati ..................................................................................................................................... 42 Indice delle tavole .............................................................................................................................. 42 Bibliografia ......................................................................................................................................... 43 Pagina 2 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Introduzione Il presente studio modellistico è stato redatto, su richiesta della società committente, per ottemperare alle integrazioni richieste dalla provincia di Rovigo con lettera Prot. 41776 del 16 settembre 2013; allo scopo esso è stato elaborato secondo quanto disposto dalle Linee Guida della Regione Lombardia più precisamente in conformità a quanto indicato nella D.g.r. del 15 febbraio 2012 ‐ n. IX/3018 “Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno”. La finalità del presente studio è quella di simulare il potenziale impatto odorigeno, sul territorio circostante, derivante dall’attività di recupero e trattamento dei fanghi di depurazione reflui civili e agroindustriali, che la ditta prevede di svolgere ampliando l’impianto già esistente ubicato in località Donzella nel comune di Porto Tolle. Attualmente tale impianto è in esercizio in virtù della dell’autorizzazione concessa con Deliberazione della Giunta Provinciale di Rovigo n. 26, prot. 7893 del 18 febbraio 2009, e successivamente volturata ad Agerfert con Autorizzazione Dirigenziale della Provincia di Rovigo (Area ambiente) prot. I/GE 2010/0010292 del 18 febbraio 2010 relativa al recupero di fanghi di depurazione da destinare al riutilizzo agronomico. Il modello di dispersione degli odori eseguito è di tipo predittivo in quanto è stato elaborato partendo da alcuni dati misurati sui fanghi attualmente in fase di conferimento e da valutazioni previsionali stimate in modo cautelativo in ragione di una esperienza pluriennale vantata nel settore degli odori e della modellistica in qualità di esperti che hanno partecipato al tavolo di lavoro della Regione Lombardia per la stesura delle citate Linee Guida. L’approccio usato nel modello di dispersione degli odori ha quindi tenuto conto del quadro emissivo predittivo descritto nel relativo paragrafo, del contesto generale progettuale descritto nella sintesi non tecnica dello studio SIA e delle informazioni raccolte dal committente circa le modalità ed i criteri gestionali che verranno adottati in fase di conduzione. Per quanto attiene l’inquadramento territoriale, si sono utilizzate le informazioni contenute nel citato documento progettuale per il SIA che descrive il territorio limitrofo. Si tratta di un ambito territoriale prevalentemente agricolo, creatosi in parte per gli apporti alluvionali argillosi e sabbiosi dei fiumi Po e Adige e in parte in modo artificiale grazie alle attività di bonifica esplicatesi negli ultimi due secoli. Il territorio circostante l’impianto oggetto di indagine si presenta per tali motivi pianeggiante e ad una quota media inferiore al livello del medio mare. Il contesto limitrofo all’insediamento produttivo è prettamente agricolo ed è caratterizzato da una scarsa urbanizzazione. Il centro abitato più prossimo all’impianto è quello della località Donzella del comune di Porto Tolle, situato a nord ovest ad una distanza di poco inferiore al chilometro. Altri centri abitati di piccola e media grandezza distano tra i 2 e 3 km dall’impianto. Pagina 3 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 1. Scenario emissivo Come illustrato nei vari documenti tecnici costituenti il progetto di ampliamento e confermato dai responsabili della ditta Agerfert, una parte del nuovo progetto è costituita dal semplice raddoppio delle aree oggi destinate al trattamento aerobico dei fanghi di depurazione da destinare, a maturazione avvenuta, al riutilizzo in agricoltura. Per questa sezione si tratta di applicare il medesimo processo sin qui utilizzato nelle due vasche di lavorazione già presenti: Sezione maturazione fanghi: L’impianto ha una struttura molto semplice, essendo costituito da due coppie di vasche scoperte (una coppia è già realizzata e in funzione), parzialmente interrate, in cemento armato ognuna di 60 x 15 m, dove avviene la maturazione dei fanghi. Ogni vasca subisce da prima un processo di riempimento al termine del quale la si lascia senza nulla aggiungere né togliere per un periodo minimo di 30 giorni. In questo periodo avviene la fase di maturazione/ stabilizzazione con umidificazione dei suddetti fanghi biologici, finalizzata a rimuovere la putrescibilità iniziale ed eventuali microorganismi patogeni presenti. In tale fase i fanghi vengono rivoltati accuratamente con una pala meccanica per favorire la loro ossigenazione e lo sviluppo di processi termofili favorendo così il processo di stabilizzazione. Nel frattempo si passa la riempimento della seconda vasca che per dimensioni e caratteristiche costruttive è identica alla precedente. Al termine del ciclo di stabilizzazione il fango stabilizzato rimane all’interno delle vasche per la successiva fase di analisi e infine verrà svuotata mano a mano che il prodotto viene portato alla destinazione d’uso finale. Il funzionamento delle vasche viene eseguito in parallelo quindi la seconda vasca viene a riempirsi solo dopo che è stata riempita la precedente e il materiale viene tolto dalla vasca solo quando è giunto a maturazione e deve essere portato alla destinazione d’uso finale. Non vi sono passaggi di materiale da una vasca all’altra. Per quanto riguarda la sezione per la produzione di gesso di defecazione, il processo descritto dall’azienda con riferimento alla planimetria di progetto di cui alla figura 1.1 è il seguente. Sezione gessi di defecazione: La produzione del gesso di defecazione parte dal medesimo materiale messo a maturare nelle vasche. Il fango viene messo in riserva in un box di stoccaggio coperto per evitare il dilavamento, dal quale attraverso una pala gommata viene caricato su una tramoggia che alimenta, mediante nastro trasportatore chiuso, un reattore in continuo chiuso, fornito di mescolatore a vomeri. Qui il fango viene mescolato con la calce, subendo un processo di idrolisi alcalina e sanificazione per poi subire una neutralizzazione. Infine, il prodotto finale viene stoccato negli appositi silos ai quali giunge per mezzo di nastri trasportatori. Le arie aspirate dalla linea produttiva del gesso di defecazione, sono trattate in un apposito scrubber prima di essere emesse in atmosfera attraverso un camino. Pagina 4 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Figura 1: planimetria dell’impianto oggetto dello studio modellistico Dopo il sopralluogo conoscitivo presso l’impianto, non essendo risultato possibile eseguire una campagna olfattometrica sull’intero ciclo di maturazione del fango all’interno delle vasche, si è deciso di effettuare una campagna olfattometrica su un cumulo di fango fresco in fase di conferimento e correlare successivamente la concentrazione di odore rilevata in tale occasione alle altre fasi del processo di compostaggio ed ai box di stoccaggio della sezione produzione gessi di defecazione. Poiché l’emissione odorigena del fango in conferimento è strettamente connessa alla tipologia del processo di trattamento utilizzato e quindi dalla sua provenienza, su indicazione della committenza, si è deciso di effettuare i campionamenti su due diverse matrici di fango provenienti da due diversi impianti di depurazione di acque reflue civili. Infine, per la definizione complessiva dello schema emissivo delle vasche di compostaggio per il periodo temporale di un anno come prescritto dalle Linee Guida, si è utilizzato uno schema semplificato ricostruito sulla base delle indicazioni fornite dalla committente derivate dall’attuale esperienza e dalla potenzialità totale di conferimento annua e media giornaliera delle quantità in ingresso:  Fase di carico: per riempire una vasca il tempo impiegato è di circa 2 mesi;  Fase di rivoltamento: segue la fase di carico della vasca e viene eseguita per 30gg; Pagina 5 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia  Fase di analisi: il materiale maturato viene lasciato all’interno della vasca per eseguire i necessari controlli e in attesa di essere portato alla destinazione d’uso finale. Il tempo di permanenza è di 2 mesi ca.  Fase di scarico: il materiale maturato viene tolto dalla vasca e portato in agricoltura, il tempo dello svuotamento della vasca è funzione della richiesta e delle tempistiche agricole, all’incirca dura al massimo 1 mese. Sulla base di queste informazioni è stato realizzato lo schema di funzionamento dell’impianto che, insieme ai risultati della campagna olfattometrica, ha consentito di definire i contributi delle singole sezioni produttive al quadro emissivo utilizzato nel modello di dispersione degli odori descritto nei paragrafi successivi. 1.1. Sorgenti e campagna di campionamento In data 17 aprile 2014 è stata effettuata una campagna di prelievi e misurazioni al fine di valutare l’impatto odorigeno delle matrici dei fanghi conferiti all’impianto. Sono stati campionati due cumuli di fanghi di depurazione di reflui civili provenienti rispettivamente da Casier e Silea, scaricati 1 ora prima del campionamento. Il campionamento è stato eseguito con la low speed wind tunnel (vedi figure 1.2 e 1.3). Tutti i campioni sono stati sottoposti ad analisi olfattometrica quantitativa secondo UNI EN 13725 (2004) e ad analisi chimica per la determinazione della concentrazione degli analiti inorganici di interesse odorigeno (acido solfidrico – H2S – e ammoniaca – NH3). Il campionamento e le analisi sono stati eseguiti secondo le modalità riportate nelle “Linea guida per la caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno” del D.G.R. 20 febbraio 2012 n° IX/3018 della Regione Lombardia e rispettano quanto riportato nella norma UNI EN 13725 (2004) “Qualità dell’aria: determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica”. Le sorgenti campionate (cumuli di fanghi) sono sorgenti areali passive, cioè non dotate di flusso proprio; per tale motivo la portata di odore emanata è influenzata dalle condizioni atmosferiche, in particolare dalla velocità del vento al di sopra della superficie emissiva. Il campionamento è stato eseguito con lo strumento “low speed wind tunnel”, in grado di simulare lo spazzolamento del vento al di sopra della superficie emissiva e fornire un valore di concentrazione di odore. Tale strumento, infatti, è in grado di inviare una portata di aria neutra in condizioni controllate che simuli una velocità del vento sopra la superficie emissiva molto bassa, le linee guida della Regione Lombardia consigliano 1‐10 cm/s. La velocità del flusso d’aria sopra la superficie dovrà essere bassa in quanto la concentrazione è inversamente proporzionale alla velocità. Al di sopra della superficie emissiva si instaura un trasferimento di massa convettivo e la concentrazione di odore misurata è funzione della velocità utilizzata nel campionamento. Successivamente attraverso la velocità di campionamento e la superficie campionata (caratteristiche della low speed wind tunnel) è possibile definire la portata di odore dell’intera Pagina 6 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia superficie attraverso il parametro SOER (Specific Odor Emission Rate o portata superficiale di odore) secondo la seguente formula: ∗
SOER = flusso specifico di odore [ouE/m2/s] Qeff = portata volumetrica di aria uscente dalla cappa [m3/s] Cod = concentrazione di odore misurata in laboratorio [ouE/m3] Abase = area di base della cappa, che equivale alla superficie campionata [m2] Il risultato del campionamento dei due cumuli di materiale fresco è stato riportato nella tabella 1.1. Attraverso i dati riportati in tabella è possibile ricavare la portata di odore di tutta la sorgente secondo la formula: ∗
OER = portata di odore [m3/s] SOER = flusso specifico di odore [ouE/m2/s] Aemiss = superficie emissiva [m2] Provenienza cumulo Temperatura Umidità cumulo Velocità campionamento SOER Concentrazione di odore [°C] [%] [cm/s] [ouE/m2 s] [ouE/m3] Casier 18.4 29.6 2.0 25.39 13˙000 Silea 19.6 30.6 2.0 6.25 3˙200 Tabella 1: Risultati della campagna olfattiva condotta da Osmotech sull’impianto Agerfert Figura 2: campionamento con low speed wind tunnel sul cumulo proveniente da Casier Pagina 7 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Figura 3: campionamento con low speed wind tunnel sul cumulo proveniente da Silea 1.2. Calcolo della portata di odore delle singole sorgenti Sulla base di quanto esposto ai paragrafi precedenti ( processi produttivi e misurazione delle matrici in ingresso all’impianto), si è quindi proceduto alla definizione del quadro emissivo totale del futuro assetto impiantistico. In applicazione dei criteri fissati dalle Linee guida della Regione Lombardia, con riferimento alla planimetria di cui all’Allegato I, sono state individuate le seguenti sorgenti odorigene suddivise in base alla loro tipologia: 1.
Sorgenti areali passive:  Vasche di stoccaggio fanghi di depurazione per la loro maturazione, identificate con i numeri 7 e 8 nella planimetria all’allegato I al presente studio;  Box di pre‐stoccaggio coperto dei fanghi: stoccaggio preventivo dei fanghi utilizzato per valutare se la loro composizione chimica è conforme alla norma, identificati nella planimetria con il n. 9;  Box stoccaggio coperto dei fanghi per la linea di produzione gesso di defecazione, n. 10 nella planimetria (vedi allegato I). 2.
Sorgenti puntuali:  Camino scrubber. Si è scelto di eseguire lo studio mantenendo distinte le sorgenti di odore legate al processo di maturazione del fango di depurazione dei reflui civili e agroindustriali da quelle appartenenti al processo di produzione del gesso di defecazione. Mentre quelle connesse al processo di compostaggio dei fanghi hanno un riferimento alle misure olfattometriche effettivamente eseguite, quelle relative alla sezione di produzione dei gessi di defecazione sono derivate dall’esperienza di misure olfattometriche eseguite su analoghe sorgenti emissive. Pagina 8 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 1.2.1 Contributo vasche di stoccaggio Le emissioni delle vasche di stoccaggio sono state definite in funzione delle fasi del processo di compostaggio, maturazione/stabilizzazione dei fanghi e della velocità del vento sulla superficie emissiva. a) Fase di maturazione/stabilizzazione: Il compostaggio è un processo biologico finalizzato a rimuovere la putrescibilità e gli organismi patogeni presenti nei fanghi. Durante tale processo la carica odorigena del fango subisce una decrescita progressiva dal valore iniziale fino a un valore di fondo caratteristico del materiale maturo. Un’ipotetica curva di decrescita dell’emissione odorigena è riportata in figura 1.2. 12000
OER [OUE/mc]
10000
8000
valore di fondo
6000
processo di Espo. (Serie1)
maturazione
4000
2000
0
inizio
maturazione
prodotto finale
Figura 4: andamento del potenziale odorigeno durante il processo di stabilizzazione del fango Nel presente studio modellistico è stato assunto come valore massimo di potenziale emissivo la media dei due valori riscontrati nella campagna olfattometrica in quanto all’interno della vasca le due matrici non sono distinguibili. Il valore assunto come SOER iniziale è di 15.82 ouE/m2/s. Non essendo stato possibile eseguire un monitoraggio olfattometrico che descrivesse in modo dettagliato la curva di figura 1.2 si assume cautelativamente che il SOER vari nelle fasi secondo lo schema riportato in tabella 1.2, dove il valore finale di fondo è assunto in ragione dell’avvenuta stabilizzazione prima del suo riutilizzo agronomico sulla scorta di dati misurati per analoghi impianti di trattamento. Pagina 9 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia SOER Percentuale del valore iniziale Concentrazione di odore [ouE/m2 s] [%] [ouE/m3] Fase di carico 15.82 100 8˙100 Fase di rivoltamento 7.91 50 4˙050 Fase di analisi 0.95 6 500 Fase di scarico 0.95 6 500 Fase del processo di maturazione Tabella Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.2: andamento del potenziale odorigeno durante il processo di maturazione all’interno delle vasche A questo punto per poter definire la portata di odore di ogni singola vasca è stato esaminato il ciclo di maturazione che il cliente ha fornito (vedi paragrafo 1.1). Si sottolinea che il flusso emissivo della singola vasca è discontinuo sia nell’arco della giornata che nell’arco di un ciclo completo di maturazione del fango. Per poterlo definire è stata considerata la capacità di trattamento dell’impianto e le dimensioni delle vasche. Considerando che la massima quantità trattabile nelle vasche è di 7˙200 ton/anno e che le vasche hanno una superficie di 900 mq (60 x 15 m) e che vengono riempite per un’altezza di 1 m, si evince che ogni vasca viene riempita completamente 2 volte all’anno. A questo punto è stato considerato l’arco temporale di simulazione, pari ad un anno, e per poter rendere confrontabili gli effetti dell’impatto odorigeno si è supposto che un anno sia composto di 52 settimane e che ogni settimana sia composta da 7 giorni di cui 5 lavorativi e 2 festivi. A titolo cautelativo si è considerato che l’impianto funzioni per tutto l’arco annuale in turni di 6 h/gg per 5 gg/sett considerando come giorni festivi solo i sabati e le domeniche. In ipotesi cautelativa, le vasche sono state considerate sempre piene e sotto questo principio l’ampiezza temporale mensile è stata omogeneizzata a 4 settimane, considerando il numero di settimane che compongono le varie fasi e non il numero di giorni che compongono il mese in cui avviene il processo. Tale scelta cautelativa elimina i periodi in cui la vasca è vuota. Al fine di descrivere una condizione media di funzionamento del processo le varie fasi sono state semplificate e schematizzate come segue: 1. Fase di carico: il tempo di riempimento della vasca dipenderà ovviamente dalla quantità conferita giornalmente; l’ipotesi utilizzata è quella di un conferimento medio giornaliero di 30 ton/gg che corrispondono ad una superficie di 30 mq. La vasca si riempie in 6 settimane dopo le quali inizia la fase di rivoltamento. La vasca emette in modo discontinuo in quanto il flusso emissivo odorigeno complessivo sarà dato dalla somma di due contributi: quello del nuovo materiale che entra nella vasca e quello del materiale già presente. Nel primo la portata di odore viene calcolata a partire dal SOER medio (15.82 ouE/m2/s) e tale emissione è considerata costante per 3 ore, dalle ore 11 alle ore 14. Successivamente il materiale inizia a perdere il potere emissivo portandosi ad un valore posto cautelativamente pari al 10% del Pagina 10 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia valore iniziale. Il riempimento viene eseguito una vasca alla volta, quindi fin tanto che una vasca non è completamente piena (900 mq) non si passa a riempire la successiva. 2. Fase di rivoltamento: il processo di maturazione dura 4 settimane in cui il materiale viene rivoltato 3 volte la settimana. Nei giorni di rivoltamento fissati ipoteticamente al lunedì, mercoledì e venerdì di ogni settimana si considera che l’area lavorata, pari a 30 m2/h, emetta con un SOER pari al 50% del valore iniziale, mentre la rimanente area continui ad emettere con un SOER pari al 10% e che le operazioni di rivoltamento vengano eseguite in modo continuo per tutto il turno lavorativo che va dalle 8 alle 14. A livello cautelativo si considera che la vasca sia completamente piena (900 m2) e non viene considerato il decadimento del potere odorigeno che si ha man mano che il materiale matura. 3. Fase di analisi: in questa fase il materiale è maturo quindi si è portato ad un valore di fondo costante. Tale valore è stato ricavato fissando cautelativamente una concentrazione di 500 ouE/m3 assunti considerando quanto riscontrato in precedenti campagne olfattometriche su materiale stabilizzato derivato da compostaggio, compost fuori specifica maturo e fanghi stabilizzati per smaltimento in agricoltura. 4. Fase di scarico: durante la fase di scarico il materiale viene rimosso dalla vasca e portato a destinazione d’uso finale. La durata di questa fase in realtà dipenderà dalla quantità giornaliera smaltita; tuttavia nel modello di dispersione si è ipotizzato che cautelativamente il materiale venga asportato in modo costante (30 m3/gg) e che il processo duri 6 settimane. Questa scelta permette di considerare la vasca sempre parzialmente piena e di non aver per nessun periodo dell’anno una vasca vuota, se non per il giorno precedente il primo giorno di carico. In questa fase il flusso odorigeno va dal massimo valore che è pari al valore di fondo della fase precedente al valore nullo che si ha quando la vasca è completamente vuota. Quindi un decremento legato al decrescere della superficie emissiva. Nell’allegato II si riporta lo schema di riempimento delle vasche seguendo l’ipotesi sopra effettuate e il profilo emissivo della singola vasca in un ciclo completo di maturazione e successivamente il profilo emissivo totale generato dalle quattro vasche. Tali profili sono stati costruiti considerando i valori di laboratorio. Si noti che sia lo schema gestionale dell’impianto che il profilo emissivo è stato generato considerando l’impianto a regime quindi partendo dal primo giorno dell’anno con una sola vasca vuota e le altre completamente piene e nelle rispettive fasi di lavorazione. Inoltre, l’ipotesi che tutti i mesi dell’anno siano composti da 4 settimane e che la vasca può rimanere vuota solamente per un giorno, porta a sovrastimare il carico di fanghi in ingresso e di conseguenza la portata di odore generato. Per poter simulare la dispersione dell’odore di tutte le vasche è stato scomposto il profilo emissivo complessivo in quattro contributi:  Contributo fisso tutto l’anno pari a 2˙942 ouE/s;  Valori di picco presenti nei giorni lavorativi legati alle operazioni di carico della vasca pari a 474.6 ouE/s. Emissione legata ai 30 m3 scaricati giornalmente nella vasca;  Valori di picco più bassi presenti per 3 giorni settimana legati alle operazioni di rivoltamento dei fanghi. Emissioni pari a 189.8 ouE/s generati dall’area lavorata 30 m2/h; Pagina 11 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia  Incremento emissivo costante pari alla differenza fra il valore emissivo del materiale aggiunto alla vasca e quello tolto dalla vasca in fase di scarico. Tale valore è pari a 19 ouE/s; b) Velocità del vento: Nel caso di sorgenti areali passive va ricordato che la portata emissiva di odore è funzione della velocità del vento sopra la superficie, per tale motivo nel presente studio modellistico la portata di odore durante le fasi di lavorazione del materiale (nella fase di carico e durante le operazioni di rivoltamento) è stata scalata per ciascuna ora in funzione della velocità del vento secondo la formula proposta nelle linee guida della Regione Lombardia: ∗
0.63
OERS = portata di odore alla velocità dell’aria vS OERR = portata di odore alla velocità di riferimento vR (conosciuta durante il campionamento) vR = velocità dell’aria nella camera di ventilazione durante il campionamento olfattometrico vS = velocità dell’aria sulla superficie emissiva; tale velocità è stata calcolata all’altezza di 0.50 m dal suolo (pari all’altezza del muretto della vasca) utilizzando la legge esponenziale che partendo dalla velocità del vento alla quota dell’anemometro ipotizza un determinato profilo di velocità del vento. Questa formula tiene conto del fatto che maggiore è la velocità del vento maggiore è il volume d’aria spostato al di sopra della sorgente emissiva e la concentrazione di odore sarà minore tanto più la velocità del vento è maggiore. 1.2.2. Contributo sezione produzione gesso di defecazione Le emissioni areali appartenenti alla sezione di produzione del gesso di defecazione considerate nel presente studio predittivo della dispersione degli odori sono: il box di stoccaggio n. 10 e due dei 4 box di pre‐stoccaggio (n. 9 della planimetria). Essendo tali box realizzati con muri perimetrali la portata di odore è stata calcolata in funzione della velocità del vento come fatto per le vasche di stoccaggio, sia in funzione della direzione del vento. Quest’ultima variabile è legata al fatto che tali box sono realizzati con muri perimetrali che fanno da schermo al vento, per tale motivo si è scelto che vi sia emissione solo quando il vento ha una direzione idonea a far circolare l’aria all’interno del box. L’apporto odorigeno da tali emissioni areali passive è stato calcolato sull’ipotesi che il SOER rimanga costante per tutto il periodo di permanenza del fango al suo interno e pari a 7.91 ouE/m2/s (tale valore, derivato dalle misure ottenute dal campionamento appare molto cautelativo). Inoltre, si suppone che il box di stoccaggio così come due dei quattro box di pre‐
stoccaggio siano sempre pieni per tutti i giorni dell’anno. Tale ipotesi è ulteriormente cautelativa in quanto all’interno del box di stoccaggio il materiale dovrebbe in realtà diminuire progressivamente in quanto lavorato periodicamente all’interno della linea di produzione del gesso. Nei box di pre‐stoccaggio, invece, il materiale sosta solo Pagina 12 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia temporaneamente in attesa delle necessarie analisi di verifica prima dell’impiego all’interno dell’impianto. In questo modo, considerando che i volumi di fango in ingresso siano costanti, si avviene ad una sovrastima di volume in quanto se il materiale è depositato nel pre‐stoccaggio non può trovarsi al medesimo momento all’interno delle vasche o del box di stoccaggio come invece si suppone nel presente modello. All’interno della sezione di produzione del gesso di defecazione, vi è il camino di uscita dello scrubber, che rappresenta un’emissione convogliata puntuale. Da qui escono le arie aspirate dalla linea di produzione del gesso dopo essere state trattate all’interno dello scrubber a torre al fine di abbattere i COV solubili nel fluido abbattente, CIV, polveri e nebbie solubili o bagnabili. La concentrazione di odore ipotizzata all’uscita dello scrubber è di 500 ouE/m3: tale dato è assolutamente cautelativo con una serie di misurazioni eseguite su scrubber di natura analoga a quella descritta. 1.3. Morfologia delle sorgenti emissive simulate La dispersione delle sostanze odorigene nell’atmosfera è significativamente influenzata dalle caratteristiche emissive. Il comportamento del pennacchio emissivo durante la fase di innalzamento è influenzato sia dai parametri micro meteorologici, sia dalle caratteristiche morfologiche della sorgente. Quest’ultime governano le proprietà di galleggiamento, funzione della differenza fra la temperatura di uscita dei fumi e dell’aria circostante, e quella di spinta ascensionale, funzione della quantità di moto iniziale di cui è dotata l’aeriforme. In funzione di quanto sopra è necessario conoscere se si tratta di emissione puntuale, areale, volumetrica o lineare. Se, inoltre, si tratti di emissione convogliata ovvero dotata di un flusso proprio che può essere controllato, oppure se è diffusa, dovuta a fenomeni naturali non controllabili direttamente. Nel presente studio tutte le sorgenti, eccetto l’uscita scrubber, sono di tipo areale passivo, in quanto l’aeriforme contenente l’inquinante viene rilasciato in atmosfera attraverso un trasferimento di massa convettivo. Definita la morfologia di emissione da simulare, per ognuna di esse sono stati determinati i seguenti parametri:  Flusso specifico di odore (espressa in ouE/m2 s);  Area della superficie emissiva esposta all’atmosfera (m2);  Portata di odore in ouE/s e la sua variabilità nel tempo;  Coordinate geografiche;  Quota altimetrica del suolo alla base della sorgente espressa in m.s.l.m;  Altezza del punto di emissione rispetto al suolo espressa in metri;  Velocità e temperatura dell’effluente nella sezione di sbocco impiegate per il calcolo dell’innalzamento del pennacchio. Nel presente studio modellistico si è scelto di modellizzare le sorgenti areali con delle sorgenti puntuali circolari equivalenti, che hanno velocità di uscita nulla e temperatura dell’aeriforme pari a quella ambiente per eliminare l’effetto dell’innalzamento del pennacchio, che comporterebbe una Pagina 13 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia maggiore dispersione lungo la verticale. Inoltre, per calcolare il contributo odorigeno generato dalle vasche si è proceduto utilizzando la tecnica della sovrapposizione degli effetti. Come si evince analizzando il grafico riportato all’allegato II è possibile estrapolare un contributo di odore costante per tutto l’anno generato dal valore di fondo. Tale valore è stato simulato come un apporto dovuto da 4 sorgenti circolari (2 per coppia di vasche) mentre il contributo di carico, rivoltamento e incremento di area emissiva legato al riempimento giornaliero della vasca è stato simulato come un’emissione circolare discontinua centrata fra le due coppie di vasche. Per modellizzare l’uscita dello scrubber, emissione puntuale convogliata, dalle schede progettuali sono stati ricavati i seguenti parametri  Portata volumetrica (espressa in Nm3/h e in m3/s a 20°C);  Concentrazione di odore in ouE/m3;  Portata di odore in ouE/s e la sua variabilità nel tempo;  Coordinate geografiche;  Quota altimetrica del suolo alla base della sorgente espressa in m.s.l.m;  Altezza del punto di emissione (sezione di sbocco in atmosfera) rispetto al suolo espressa in metri;  Dimensioni della sezione di sbocco;  Velocità e temperatura dell’aeriforme alla sezione di sbocco. Nelle tabelle seguenti si riportano per ogni sorgente i valori numerici di tali proprietà. coordinate emissione1 Coordinate [m]2 Quota base Sorgente lat [°N] long [°E] (X) Esting (Y) Northing [m.s.m.] Operazione di carico 44.92594 12.34274 763.799 4980.1613 ‐0.5 Operazioni di rivoltamento 44.92594 12.34274 763.799 4980.1613 ‐0.5 Incremento area vasca 44.92594 12.34274 763.799 4980.1613 ‐0.5 Fase di analisi 44.92600 12.34251 763.781 4980.166 ‐0.5 Fase di analisi 44.92618 12.34267 763.792 4980.187 ‐0.5 Fase di analisi 44.92572 12.34267 763.809 4980.136 ‐0.5 Fase di analisi 44.92590 12.34301 763.820 4980.157 ‐0.5 Box pre stoccaggio 44.92559 12.34359 763.867 4980.125 ‐0.5 Box pre stoccaggio 44.92559 12.34355 763.864 4980.120 ‐0.5 1
Coordinate geografiche in gradi minuti decimali estratte dai documenti cartografici Conversione delle coordinate geografiche nel sistema di riferimento della simulazione modellistiche: sistema di coordinate geodetico con proiezione UTN (Universal Transverse of Mercatore) fuso 32 zona N (nord) datum WGS‐
84. 2
Pagina 14 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Box stoccaggio 44.92548 12.34310 763.829 4980.111 ‐0.5 Camino uscita scrubber 44.92533 12.34326 763.843 4980.095 ‐0.5 Tabella Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.3: Caratteristiche topografiche delle emissioni simulate Velocità Portata Sezione di Diametro di Altezza Concentrazione Portata allo Temper.
progetto sbocco sbocco camino di odore di odore sbocco Sorgente Camino scrubber [m3/h @ 20°C] [mq] [m] [m/s] [°C] [m] [ouE/m3] [ouE/s] 4˙000 0.113 0.38 9.83 25 9 500 555 Tabella 4: Caratteristiche emissive della sorgente puntuale convogliata considerata nella simulazione Sorgente Area Diametro di Velocità Altezza Temper.
emissiva sbocco emissiva emissione SOER Portata di odore [mq] [m] [m/s] [°C] [m] [ouE/m2 s] [ouE/s] Operazione di carico 30 6.18 0.0 Amb. 0.5 15.82 475 Operazioni di rivoltamento 24 5.53 0.0 Amb. 0.5 7.91 190 Incremento area vasca 12 3.91 0.0 Amb. 0.5 1.58 19 Fase di analisi 774 31.4 0.0 Amb. 0.5 0.95 735 Fase di analisi 774 31.4 0.0 Amb. 0.5 0.95 735 Fase di analisi 774 31.4 0.0 Amb. 0.5 0.95 735 Fase di analisi 774 31.4 0.0 Amb. 0.5 0.95 735 Box pre stoccaggio 30 6.18 0.0 Amb. 0.5 7.91 237 Box pre stoccaggio 30 6.18 0.0 Amb. 0.5 7.91 237 Box stoccaggio 168 14.63 0.0 Amb. 0.5 7.91 1˙329 Tabella 5: Caratteristiche emissive delle sorgenti areali considerate nella simulazione Pagina 15 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Sorgente Frequenza orario [h/gg] [gg/sett] [h] Operazione di carico 3 5 Dalle 11 alle 14 Operazioni di rivoltamento 6 5 Dalle 8 alle 14 Incremento area vasca 21 5 Dalle 14 alle 11 del giorno successivo Fase di analisi 24 7 Fase di analisi 24 7 Fase di analisi 24 7 Fase di analisi 24 7 Box pre stoccaggio 24 7 Box pre stoccaggio 24 7 Box stoccaggio 24 7 Tabella 6: Frequenza emissiva delle emissioni simulate La portata di odore riportata nella tabella 1.5 è quella di riferimento che è stata scalata in funzione della velocità del vento, attraverso la formula riportata al paragrafo precedente. L’unica sorgente areale che è stata considerata costante è quella riguardante le vasche in analisi in quanto il materiale ha raggiunto la maturazione e non viene movimentato fino a quando non viene tolto dalla vasca, in fase di scarico. Nella tabella successiva si riporta un prospetto della variazione della portata di odore per i valori medi delle classi di vento con le quali è stata eseguita l’analisi meteorologica esposta al capitolo 2. Sorgente Operazione di carico Operazioni di rivoltamento Incremento area vasca Portata di odore di riferimento 0.5 – 1.5 m/s 1.5 – 2.5 m/s 2.5 – 3.5 m/s 3.5 – 4.5 m/s 4.5 – 5.5 m/s > 5.5 m/s [ouE/s] [ouE/s] [ouE/s] [ouE/s] [ouE/s] [ouE/s] [ouE/s] 475 5˙115 7˙915 10˙219 12˙249 14˙098 15˙816 190 2˙046 3˙166 4˙087 4˙900 5˙639 6˙326 19 205 317 409 490 564 633 Classi di vento Pagina 16 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Box pre stoccaggio 237 2˙552 3˙949 5˙099 6˙112 7˙034 7˙890 Box pre stoccaggio 237 2˙552 3˙949 5˙099 6˙112 7˙034 7˙890 Box stoccaggio 1˙329 14˙310 22˙145 28˙591 34˙272 39˙445 44˙246 Tabella 7: variazione della portata emissive in funzione della velocità del vento Pagina 17 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 2. Scenario meteorologico La simulazione della dispersione dell’odore è governata dalla situazione meteorologica e geografica del luogo. Per tale motivo si è svolta un’indagine meteorologica e geomorfologica sito specifica al fine di ottenere un set di dati esaustivi e caratteristici della zona come input al modello di simulazione. In questo capitolo viene esposta l’analisi meteorologica eseguita, mentre per lo studio geomorfologico si rimanda al capitolo successivo. La meteorologia del sito di indagine è stata caratterizzata attraverso:  dati meteorologici da stazioni di superficie3, le quali forniscono le seguenti informazioni: misure di vento, temperatura, umidità relativa, pressione, copertura nuvolosa e altezza delle nuvole;  dati meteorologici da radiosondaggi, che forniscono i profili in quota dei parametri vento, pressione e temperatura. 2.1. Dati meteorologici delle stazioni superficiali Per costruire la meteorologia è stata effettuata un’indagine preliminare sul territorio atta ad individuare la presenza di una rete di monitoraggio meteorologico riconosciuta dall’Ente autorizzante. Il sito dell’ARPA Veneto ha rilevato la presenza di due centraline meteorologiche nei dintorni dell’impianto oggetto di studio, site rispettivamente a Pradon e Rosolina. Si è deciso di richiedere ad ARPA Veneto i dati della centralina meteo di Pradon in quanto è la più vicina all’impianto, 2 km ca. I dati registrati dalla centralina di Pradon sono stati forniti direttamente da ARPA Veneto per l’intero periodo di simulazione, che va dal 1 gennaio 2013 alle ore 01:00 al 1 gennaio 2014 alle ore 01:00. I valori sono riferiti a medie orarie effettuate sulle registrazioni della centralina. I parametri meteorologici richiesti sono: temperatura dell’aria (°C), pressione atmosferica (mbar), umidità relativa (%), direzione di provenienza del vento (gradi) e velocità del vento (m/s). I dati forniti da ARPA Veneto per ogni parametro richiesto non presentano mancanze ne orarie ne giornaliere. Il periodo di simulazione scelto per il presente studio è l’intero anno 2013, cioè dal 01/01/2013 ore 01:00 al 01/01/2014 ore 01:00, in modo da tener conto della variabilità stagionale. I parametri identificativi della centralina sono riportati nella tabella 2.1, mentre i parametri meteorologici utilizzati nella simulazione sono riassunti nella tabella 2.2. 3
D.G.R 15/02/2012‐ n. IX/3018‐ Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno ‐ All 1 §4.1.: “In linea generale i dati meteo da impiegare nelle simulazioni possono provenire da una sola stazione meteorologica superficiale. Per adempiere i requisiti previsti nel presente documento, può essere opportuno impiegare dati meteo provenienti da più stazioni meteorologiche. (…)” Pagina 18 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Coordinate sistema Distanza WGS‐84 UTN 32N dall'impianto Coordinate Stazione Località lat °N Pradon Esting (km) long °E Northing (km) Altezza anemometro rispetto al suolo (km) (m) Pradon, comune di Porto Tolle 44.91737° 12.36915° 765.923 4979.295 2.1 (RO) Tabella 8: Caratteristiche della centralina meteo utilizzata 10 Parametro meteorologico Stazione meteo Unità di misura Direzione del vento Pradon gradi nord Pressione barometrica al suolo Pradon hPa Temperatura Pradon °C Umidità relativa Pradon % Pradon m/s Velocità del vento Tabella Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.9: Parametri meteorologici utilizzati nella simulazione I dati di copertura nuvolosa e altezza delle nuvole vengono registrati nelle stazioni sinottiche (synop), situate negli aeroporti, in questo caso si sono utilizzati i dati METAR (METeorological Air Report) rilevati presso l’aeroporto Marco Polo di Venezia ‐ Tessera. Questi dati sono stati scaricati dal sito di Wunderground e successivamente elaborati per essere utilizzabili ai fini modellistici. 2.2. Dati meteorologici dei radiosondaggi Per determinare gli aspetti meteorologici oltre alle stazioni di terra vengono utilizzati i radiosondaggi in quanto consentono l’osservazione della variazione delle caratteristiche del PBL (Planetary Boundary Layer) in quota. Questi strumenti sono necessari per ricreare il profilo verticale dei parametri temperatura, pressione, direzione e velocità del vento. Il modello CALMET, utilizzato in questa simulazione per il calcolo dei parametri meteorologici, necessita di questi dati per poter computare in modo più preciso i parametri per gli strati verticali del PBL ed ottenere un set meteorologico più rappresentativo del territorio oggetto di indagine. Nella presente simulazione per costruire i profili in quota si sono utilizzate le misure semi‐
giornaliere effettuate dai palloni sonda dell’aeroporto di Milano Linate e Udine Campoformido, raccolte dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA, USA). Tra le stazioni italiane che effettuano i radiosondaggi la scelta è ricaduta su queste in quanto fra quelle più prossime al sito di indagine presentano meno lacune di dati, le altre stazioni presenti nel territorio circostante l’impianto oggetto di studio sono: Villafranca a Verona e San Pietro Capofiume ARPA Emilia Romagna. Pagina 19 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Nome Aeroporto Milano Linate Udine Campoformido ID Coordinate sistema WGS‐84 UTN 32N orario registrazione Periodo dati 00:00 e 12:00 anno 2013 16044 824.011 5˙106.063 00:00 e 12:00 Tabella 10: Caratteristiche delle stazioni dei radiosondaggi utilizzate anno 2013 16080 Esting (km) Northing (km) 522.156 5˙032.981 2.3. Analisi dei dati invalidi Tutti i dati meteorologici considerati nella simulazione ed esposti nei paragrafi precedenti, prima di essere utilizzati all’interno della simulazione, sono stati esaminati per valutare la consistenza dei dati mancanti o invalidi. Per quanto riguarda i dati ricavati dagli aeroporti, la percentuale di dati mancanti è trascurabile e si è provveduto a sostituire i vuoti con un’interpolazione qualora il dato mancante consistesse di un’ora soltanto, altrimenti qualora mancassero i dati di più ore si è preferito prendere i dati del giorno precedente alla stessa ora. Per quanto riguarda i dati della stazione superficiale il set di dati fornito da ARPA Veneto non presenta dati mancanti per i parametri della stazione di superficie, quindi non si è resa necessaria nessuna elaborazione dei dati forniti, essi sono stati utilizzati tal quali nel processore meteorologico CALMET. 2.4. Andamento meteorologico nel periodo di simulazione Nel seguito si espongono i risultati meteorologici elaborati con il modello CALMET, che verranno successivamente utilizzati per l’elaborazione del modello di dispersione dell’odore, CALPUFF. Per poter caratterizzare il territorio indagato sotto il profilo meteorologico e poter estrapolare una prima stima di quale possa essere l’impatto olfattivo dovuto al sito produttivo oggetto di studio, si riporta, per il periodo di indagine (dal 01/01/2013 al 01/01/2014), la distribuzione dei venti medi orari, in funzione della classe di intensità e della direzione di provenienza del vento. L’analisi condotta ha evidenziato che il sito è molto ventilato infatti, la calma di vento (venti con velocità inferiore a 0.5 m/s) compare per il 9.33% delle ore del periodo di simulazione e se si considerano i venti con velocità inferiori allo 0.5 m/s si riscontra che la calma di vento intesa come un vento di intensità quasi nulla (< 0.1 m/s) compare per lo 0.9% delle ore totali del periodo di simulazione. L’intensità del vento si distribuisce principalmente nelle classi di vento 0.5 – 1.5 m/s e 1.5 – 2.5 m/s cioè brezza leggera e vento debole. Il primo fenomeno ha un frequenza di accadimento nel periodo di simulazione pari al 35.45% e per il 29.66 % dei casi il vento ha una velocità inferiore ai Pagina 20 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 2.5 m/s. il sito, inoltre è caratterizzato anche da una buona presenza di venti forti che hanno velocità superiore a 5.5 m/s, provenienti dai settori Nord‐Nordest e Nordest. Questo regime anemometrico fornisce un’anticipazione sulla vastità del territorio soggetto all’impatto odorigeno. Essendo un luogo ben ventilato l’odore avrà una maggiore dispersione quindi, si avrà un maggiore trasporto che comporta una maggiore diluizione nell’ambiente circostante. Esaminando, invece, la direzione di provenienza dei venti si nota che la zona è caratterizzata da venti provenienti principalmente dal settore Nord‐ Nordest e Nordest, e dai settori Sudest, Ovest‐ Sudovest e Ovest. Se si considerano solo i venti di intensità inferiore ai 2.5 m/s si denota, invece, una distribuzione quasi omogenea nelle varie direzioni di provenienza. Questo fa si che i ricettori che potrebbero essere più frequentemente raggiunti si trovino nei settori Sud‐ Sudovest, Nordovest e Est. Ci si aspetta anche una certa concentricità della dispersione rispetto all’emissione, in quanto con velocità del vento basse vi è una certa omogeneità di provenienza del vento. Direzione del vento Classe di velocità del vento Totale 0.5‐ 1.5 1.5‐ 2.5 2.5‐ 3.5 3.5‐ 4.5 4.5‐ 5.5 > 5.5 Nord 2.24% 1.77% 0.88% 0.34% 0.14% 0.14% NNE 2.00% 2.76% 1.79% 1.29% 0.99% 1.37% 10.21% Nord ‐ Est 2.47% 2.33% 1.63% 0.98% 0.69% 2.06% 10.15% ENE 1.66% 1.18% 0.47% 0.23% 0.13% 0.24% 3.89% Est 2.40% 1.39% 0.46% 0.22% 0.06% 0.03% 4.56% ESE Sud – Est 1.43% 1.15% 0.46% 0.14% 0.02% 0.02% 3.22% 2.03% 3.16% 1.31% 0.56% 0.10% 0.56% 7.73% SSE 2.26% 1.40% 0.78% 0.42% 0.18% 0.25% 5.30% Sud 2.19% 0.89% 0.39% 0.22% 0.16% 0.09% 3.94% SSO 1.07% 0.85% 0.62% 0.25% 0.14% 0.21% 3.13% Sud – Ovest 1.50% 1.50% 0.79% 0.31% 0.05% 0.03% 4.17% OSO 3.43% 2.83% 0.81% 0.25% 0.13% 0.01% 7.46% Ovest 3.46% 3.63% 0.56% 0.14% 0.01% 0.01% 7.81% ONO 2.35% 1.68% 0.31% 0.03% 0.00% 0.00% 4.37% Nord – Ovest 2.77% 2.09% 0.55% 0.11% 0.02% 0.01% 5.56% 3.69% 5.50% NNO 2.20% 1.05% 0.24% 0.13% 0.03% 0.03% Frequenza totale della classe di velocità 35.45% 29.66% 12.03% 5.62% 2.84% 5.07% 90.67% Calme di vento (velocità < 0.5 m/s) Tabella 11: Distribuzione dei venti medi orari per l’intero periodo di simulazione 9.33% Nella Figura 2.1 si riporta la rosa dei venti, estrapolata dalla tabella 2.5, in cui è possibile notare a livello visivo quali siano le direzioni nettamente predominante rispetto alle altre e l’omogeneità di distribuzione per i venti deboli. Nel grafico la direzione di provenienza del vento è espressa in gradi decimali misurati in senso orario a partire da nord. L’estrapolazione dei dati meteo è stata eseguita sulle coordinate dell’angolo sudovest della vasca già esistente. Per fornire un quadro completo della situazione annuale considerata nella simulazione modellistica, nel seguito si riportano le rose dei venti per ogni stagione (Figure da 2.2 a 2.5). La suddivisione dei mesi è stata eseguita secondo lo schema delle stagioni astronomiche, cioè Pagina 21 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia sfasando l’inizio del periodo di 21 o 23 giorni rispetto ai solstizi o agli equinozi. In questo modo il primo giorno del mese coincide con l’inizio della stagione, mentre la fine coincide con la fine del mese che precede il solstizio o l’equinozio della stagione successiva. Confrontando gli scenari meteorologici stagionali risulta che il periodo estivo è caratterizzato da un’elevata calma di vento e da venti di bassa intensità con direzione predominante di provenienza i settori Nord‐ Nordest, Nordest e Sudest. Nelle altre stagioni, invece, si nota una diminuzione delle calme di vento a favore dei venti con intensità moderata. La stagione autunnale è caratterizzata da un buon rimescolamento favorito anche dalla maggiore omogeneità che le direzioni di provenienza dei venti deboli presentano. Si ha un aumento dei venti forti dal settore Nord‐ Nordest e Nordest. Durante la stagione invernale la situazione cambia, discostandosi dalla precedente per le direzioni di provenienza del vento. Si noti, come in questo periodo i venti provengano principalmente dal settore Ovest, si mantiene la componente dei venti forti dal settore Nordest mentre è quasi nulla la presenza dei venti dal settore est e sud. Infine, nel periodo primaverile si intensificano i venti dal quadrante est e sud. I venti hanno maggiore intensità. Figura 5: Rosa dei venti costruita con il modello CALMET per l’anno 2013 Il quadro meteorologico si conclude con la presentazione delle rose dei venti (Figure 2.6 e 2.7) suddivise nel ciclo notturno e diurno, che inizia un’ora dopo l’alba e si conclude un’ora prima del tramonto. Questa rappresentazione serve a valutare se il territorio è caratterizzato da una variazione giornaliera nell’andamento dei venti.Nell’analisi del ciclo notturno diurno si nota come la calme di vento sia un fenomeno rilegato alle ore notturne, e per quanto riguarda la direzione e l’intensità del vento si evidenziano differenze marcate sia per direzione sia per l’intensità dei venti. Pagina 22 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Figura 6: Rosa dei venti del periodo invernale (Gennaio, Febbraio, Dicembre 2013) costruita con il modello CALMET Figura 7: Rosa dei venti del periodo primaverile (Marzo, Aprile, Maggio 2013) costruita con il modello CALMET Pagina 23 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Figura 8: Rosa dei venti del periodo estivo (Giugno, Luglio, Agosto 2013) costruita con il modello CALMET Figura 9: Rosa dei venti del periodo Autunnale (Settembre, Ottobre, Novembre 2013) costruita con il modello CALMET Pagina 24 di 44 Pagina 25 di 44 Figura 10: Rosa dei venti costruita con il modello CALMET. La rosa dei venti di sinistra mostra l’andamento del vento dalle ore 19 alle 00, mentre quella di destra dalle ore 01 alle ore 06 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Pagina 26 di 44 Figura 11: : Rosa dei venti costruita con il modello CALMET. La rosa dei venti di sinistra mostra l’andamento del vento dalle ore 13 alle 18, mentre quella di destra dalle ore 07 alle ore 12 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 3. Descrizione del territorio Porto Tolle
Presa Pisana Donzella
Ca’ Mello Agerfert S.r.l.
Pradon Ca Mora Polinesello
Figura 12: Ortofoto dell’inquadramento territoriale dell’impianto Agerfert Srl L’impianto Agerfert è situato in provincia di Rovigo in comune di Porto Tolle, nell’isola della Donzella. Il comune di Porto Tolle è formato da tre isole minori e da tre isole maggiori: Ca’ Venier, Polesine Camerini e Donzella. Quest’ultima, interessata dal progetto oggetto di studio, si estende per 10.58 km2 ed è delimitata dal Po di Venezia, dal Po della Donzella (o di Gnocca), dal Po delle Tolle e dal Mare Adriatico, che si insinua nell’isola attraverso le sacche degli Scardovari e di Bottenera. Si tratta di un ambito territoriale particolare, in quanto del tutto artificiale, creato in parte per gli apporti alluvionali argillosi e sabbiosi dei fiumi Po e Adige e per le attività di bonifica esplicatesi negli ultimi due secoli. Il territorio oggetto di indagine si presenta per tali motivi pianeggiante e posizionato ad una quota media molto bassa, inferiore al livello del medio mare. I sopra citati tratti fluviali sono tutti considerati sia Zone di Protezione Speciale che Siti di Importanza Comunitaria e fanno parte del territorio del Parco Regionale del Delta del Po. Si elencano di seguito le aree a valenza naturalistica così come individuate nel PTCP: 1) Aree classificate come Zone a Protezione Speciale e come Siti di Interesse Comunitario e ricomprese nel Parco Regionale del Delta del Po:  la fascia lungo il corso del Po di Venezia, 3.000 m a Nord del sito;  la fascia lungo il corso del Po della Donzella, 1.300 m ad Ovest del sito; Pagina 27 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 2) Aree classificate come Zone a Protezione Speciale e come Siti di Interesse Comunitario e non ricomprese nel Parco Regionale del Delta del Po:  la Sacca di Scardovari, 6.000 m a Sud–Est del sito; 3.1. Indagine sui ricettori sensibili Per caratterizzare il territorio in modo completo ed esaustivo e fornire una simulazione più organica si è svolta un’indagine sui ricettori sensibili presenti. Sulla base delle linee guida della regione Lombardia4 i ricettori si suddividono in reali, ossia già esistenti, e virtuali, che identificano quei bersagli non ancora realizzati, ma previsti all’interno dei piani di governo del territorio. L’impianto oggetto di studio si trova in un contesto territoriale prettamente agricolo nel quale vi sono piccoli e medi centri abitati. Le prime abitazioni distano 600 m dall’impianto, mentre le prime aziende agricole si trovano ad una distanza di 300‐400 m. In particolare rispetto all’impianto oggetto di studio, i principali centri abitati sono:  Porto Tolle: centro abitato più importante in cui si trovano i principali locali ad uso collettivo (scuole, etc.) ed è situato a nord dell’impianto ad una distanza di 3 km;  Ca’ Mello posizionato ad est rispetto all’impianto dista 3.9 km;  Donzella centro più prossimo all’impianto è situato a nord ovest e dista meno di 1 km. Oltre a questi centri abitati sono stati individuati anche quelli più piccoli costituiti da una bassa densità abitativa. Fra questi i più prossimi all’impianto sono:  Presa Pisana distante 3 km dall’impianto in direzione Nord ovest;  Ca’ Mora e Polinesello situati entrambi a sud ovest dell’impianto e distanti 3.5 km;  Pradon situato a sud est dell’impianto e distante 2 km. Come si vedrà nei paragrafi successivi nel presente studio predittivo vengono considerati bersagli tutti i centri abitati rilevati in un raggio di influenza di 3 km dall’impianto. 3.2. Definizione della griglia di calcolo Visto quanto esposto al paragrafo precedente e considerato che l’impianto oggetto di studio si inserisce in un contesto territoriale prevalentemente agricolo in cui i primi ricettori sensibili distano 600 m, il passo della griglia di calcolo viene fissato a 100 m. Considerando il fatto che il territorio circostante oltre ai centri abitati più grandi è caratterizzato da un elevato numero di case sparse e che la zona è molto ventilata, per poter indagare nel modo più accurato possibile quali siano le ricadute delle emissioni in termini olfattivi nel territorio limitrofo l’impianto si è scelto di considerare un ampio dominio di calcolo di 6 x 6 km. 4
D.G.R 15/02/2012‐ n. IX/3018‐ Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno ‐ All 1 §7: “ (…) Fra i ricettori sensibili dovrebbe essere compresa l’abitazione o il locale ad uso collettivo (scuola, ospedale, ecc.) più prossimo all’impianto, anche se isolato. (…) Se sul territorio all’impianto vi sono aree ove il Piano di governo del territorio o analoghe disposizioni di governo applicabili prevedono future edificazioni e quindi nuovi potenziali ricettori sensibili…..” Pagina 28 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Tale dominio di indagine di 6 km x 6 km è centrato sull’angolo sud ovest dell’esistente vasca di stoccaggio fanghi, ed è utilizzato per il calcolo delle concentrazioni al suolo di odore. Per l’elaborazione micrometeorologica, invece, si è scelto un dominio di poco più ampio, 6.2 x 6.2 km, centrato nel medesimo punto. Nelle tabelle seguenti si riportano i dati dei domini sopra esposti. Coordinate geodetiche
(gradi decimali) °N °E Angolo dominio SW 44.899138 12.301571 4˙977.050 760.671 NE 44.952557 12.383235 4˙983.250 766.871 SE 44.896842 12.379963 4˙977.050 766.871 NW 44.954857 12.204768 4˙983.250 760.671 44.925853 12.342383 4˙980.150 763.771 centro griglia Passo griglia Sistema di riferimento
WGS‐84 UTM 32N Northing (km) Easting (km) 100 m Tabella 12: Coordinate geografiche dominio di calcolo dei parametri meteorologici Coordinate geodetiche
(gradi decimali) °N °E Angolo dominio centro griglia passo griglia Sistema di riferimento
WGS‐84 UTM 32N Northing (km) Easting (km) SW 44.900000 12.302887 4˙977.150 762.771 NE 44.951696 12.381917 4˙983.150 766.771 SE 44.897778 12.378751 4˙977.150 766.771 NW 44.953922 12.305982 4˙983.150 760.771 44.925853 12.342383 4˙980.150 763.771 100 m Tabella 13: Coordinate geografiche dominio di calcolo delle concentrazione di odore al suolo 3.3. Dati orografici È necessario considerare la morfologia del dominio spaziale di simulazione per includere l’influenza che l’orografia e l’uso del suolo hanno nella dispersione degli odori. Queste variabili sono state considerate sia nell’elaborazione del set meteorologico elaborato da CALMET (vedi capitolo 2) sia nel calcolo delle concentrazioni al suolo mediante il modello CALPUFF, in quanto è stata attivata l’opzione “partial plume path adjustment”. In questo modo la concentrazione al suolo non è più sola funzione delle sole variabili meteorologiche, ma dipende anche dalla quota del terreno. Per l’indagine sull’uso del suolo si è utilizzata la carta digitalizzata di copertura del suolo fornita dal database “corine (Coordinated Information on the Environment in the European Community) land cover”, alla scala 1:100˙000 con unità minima interpretata di 25 ettari. Per l’orografia, invece, si è utilizzato il modello digitale di elevazione del terreno fornito dal database dell’USGS (United States Geological Survey), ottenuti attraverso la Shuttle Radar Topography Mission (SRTM3). Pagina 29 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Questi dati sono stati elaborati con i preprocessori del pacchetto modellistico CALPUFF al fini di ottenere una matrice che fornisce a ciascuna cella del dominio spaziale di simulazione una quota altimetrica e il valore dell’uso del suolo. L’estrapolazione dei dati altimetrici racchiusi nella matrice ha fornito il DTM che si riporta in figura 3.2, il quale è caratterizzato da un’escursione altimetrica di 16 m; il punto più basso presenta una quota di ‐7 m.s.l.m., mentre quello più alto è a 9 m.s.l.m.. Figura 13: andamento plano‐altimetrico estratto utilizzato da CALMET e CALPUFF per elaborare il modello di dispersione 3.4. Ricettori sensibili individuati nel dominio di calcolo Nella presente simulazione la concentrazione di odore al suolo viene calcolata su ogni baricentro delle celle che compongono la griglia di calcolo. In aggiunta, si è scelto di individuare una serie di possibili bersagli per valutare l’andamento della concentrazione di odore nel corso dell’anno in punti precisi della griglia di calcolo. I punti sono stati scelti in modo da soddisfare l’esigenza di avere almeno un punto in ogni centro abitato rilevato nel dominio di calcolo, e di riuscire a coprire quasi tutti i bersagli posti nelle vicinanze dell’impianto. A questo proposito vengono individuati quali ricettori puntuali, su cui calcolare la concentrazione di odore ad un’altezza di 2 m dal suolo, i punti:  Abitato di Donzella più vicino all’impianto (punto 1);  Centro di Donzella (punto 2);  Abitato sud di Porto Tolle, via Atene (punto 3);  Presidio scolastico di Porto Tolle (punto 4);  Abitato di Polinesello (punto 5);  Abitato di Pradon (punto 6);  Abitato di Presa Pisana (punto 7). Pagina 30 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia I punti descritti sono rappresentati in figura 3.3 e le loro coordinate vengono riportate nella tabella 3.3. n. punto Distanza dal confine dell’impianto [m]
0.66
1.2
Latitudine longitudine X (Easting) Y (Northing) [° decimali]
[° decimali]
[km]
[km]
1 44.928508
12.33471
763.153 4˙980.420
2 44.932237
12.329765
762.746 4˙980.818
3 44.946364 12.334278 763.038 4˙982.402 2.4 4 2.8
44.949737
12.330813
762.749 4˙982.766
5 3.5
44.900384
12.316483
761.843 4˙977.237
6 1.7
44.918691
12.362175
765.366 4˙979.419
7 2.5
44.93528
12.313736
761.467 4˙981.104
Tabella 14: coordinate dei ricettori sensibili individuati in un raggio di 3 km dall’impianto Agerfert Srl 4 3
2 5 Impianto Agerfert Sl
1
6
7 Figura 14: rappresentazione grafica dei punti individuati come ricettori sensibili su cui valutare l’andamento annuale della concentrazione di odore. Pagina 31 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 4. Modello di dispersione La meteorologia assieme alle caratteristiche geomorfologiche è processata dal modello meteorologico CALMET, interpolatore molto raffinato che manipola i dati meteorologici in ingresso, tenendo conto di effetti sito‐specifici legati alla presenza di rilievi, corpi idrici, o comunque alla giustapposizione di zone di diverse caratteristiche geofisiche. Per la simulazione si è utilizzato CALPUFF [2], modello di dispersione costruito da “Earth Tech Inc.” per conto del “California Air Resource Board” (CARB) e dell’ “U.S. – Environmental Protection Agency” (US ‐ EPA). CALPUFF rappresenta di fatto lo standard più largamente adottato per questo tipo di simulazioni: in particolare rientra nella classe dei modelli “recommended for regulatory use” nelle linee guida US EPA [3]. La scelta è ricaduta su tale modello, in quanto è molto versatile: → possibilità di simulare vari inquinanti, tra cui emissioni odorigene; → applicabilità a sorgenti di vario tipo (puntuali, lineari, areali, volumetriche) con emissioni costanti o variabili nel tempo (variabili per flusso di massa dell’inquinante, velocità di uscita dei fumi, temperatura, ecc.); → notevole flessibilità nell’estensione del dominio di simulazione, da poche decine di metri scala locale) a centinaia di chilometri dalla sorgente (mesoscala); → applicabilità a condizioni meteorologiche non stazionarie (come calme di vento), a parametri dispersivi non omogenei, ad effetti vicini alla sorgente (ad esempio l’innalzamento del plume inquinante dal punto di emissione) e ad effetti locali di turbolenza (come la presenza di ostacoli lungo la direzione del flusso); → capacità di trattare condizioni orografiche complesse, nelle quali gli effetti della morfologia del terreno influenzano la dispersione degli inquinanti; → trattabilità di effetti a lungo raggio come le trasformazioni chimiche, il trasporto sopra l’acqua e le interazioni tra zone marine e zone costiere; → possibilità di gestire fenomeni atmosferici di deposizione umida e secca (inquinanti inerti e polveri), decadimento, reazione chimica e trasformazione degli inquinanti in inquinanti secondari. Inoltre il modello è particolarmente adatto alla verifica del rispetto dei limiti della normativa, grazie ai suoi post‐processori in grado di fornire diverse elaborazioni statistiche dei risultati. Per tutti questi motivi CALPUFF è fra i modelli di dispersione degli inquinanti in atmosfera consigliati dall’US‐EPA, che lo ha adottato dopo averlo testato confrontandone le performance con quelle di modelli dalla più lunga storia, come ISC3 [4‐7]. Il modello è stato implementato in vari casi fra cui: la stima di ricadute generate da centrali elettriche[8‐9] e da impianti di tipo industriale[10], la stima della qualità dell’aria in contesti urbani [11‐12]. Il modello ha avuto anche diverse applicazioni in Italia ad esempio nell’ambito di Studi di Impatto Ambientale (e.g. la cartiera di Borgo a Muzzano (LU), la discarica di Legoli (PI), l’impianto di compostaggio di Concorezzo (MI) [13], l’impianto di digestione anaerobica di Bassano del Grappa [15]). Il modello CALPUFF richiede come input informazioni dettagliate sul campo di vento e sulla turbolenza atmosferica. La concentrazione degli inquinanti al suolo dipende, infatti, dalle Pagina 32 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia condizioni meteorologiche e dalle caratteristiche geofisiche del territorio. Tali condizioni possono essere fornite direttamente come input nel caso di aree morfologicamente omogenee e di piccola dimensione, oppure possono essere elaborate dal modello meteorologico. Per questo il pacchetto CALPUFF contiene il modello tridimensionale del PBL detto CALMET, il quale partendo dalle informazioni geofisiche del territorio e dalle misurazioni dei parametri atmosferici, forniti in input dall’utente, restituisce la meteorologia locale utilizzando un passo temporale computazionale al massimo pari ad un ora e celle di calcolo di 100m, ampiezza minima. La prima fase della modellazione consiste nella costruzione del campo tridimensionale del vento e dei principali parametri meteorologici (temperatura dell’aria, umidità relativa, pressione atmosferica) negli strati più bassi e più turbolenti della troposfera. A tal fine, devono essere raccolti ed elaborati in ambiente web‐gis i dati relativi al territorio circostante l’impianto (orografia, uso del suolo) e le osservazioni delle variabili meteorologiche. La seconda fase della modellazione consiste nella simulazione del comportamento assunto dal “pennacchio odoroso” emesso dall’impianto, sulla base del campo tridimensionale di vento precedentemente calcolato. CALPUFF è un modello di dispersione a puff: simula un’emissione attraverso il rilascio di un certo numero di “pacchetti” discreti di inquinante (puff), caratterizzati da una concentrazione proporzionale alla quantità di inquinante emesso nell’unità di tempo. I puff vengono trasportati e dispersi nel dominio di calcolo in funzione delle condizioni meteo e della morfologia del terreno. I modelli di dispersione degli inquinanti “a puff” sono modelli tridimensionali non stazionari, dunque adatti per simulare la dispersione su scala locale, e in domini ad orografia complessa. Il modello descrive come la nuvola di odore tenda a disperdersi o a ristagnare in precise aree a seconda del campo meteorologico presente ai vari livelli di quota, applicando per ciascun istante di campionamento un algoritmo numerico, che calcola l’andamento spaziale e temporale dei puff e gli effetti determinati dalle loro reciproche interazioni. Infine CALPUFF calcola la concentrazione per ogni ricettore della griglia, in funzione della loro distanza dalla sorgente e dei coefficienti di dispersione, a loro volta funzione delle condizioni meteorologiche e delle caratteristiche geofisiche del territorio. Pagina 33 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 5. Presentazione dei risultati L’inquinamento olfattivo è un particolare tipo di inquinamento atmosferico e la dispersione degli odori è influenzata da fenomeni meteorologici tipici della breve scala temporale (calme di vento e raffiche di vento, inversione della direzione del vento) e della lunga scala temporale (stabilità verticale dell’atmosfera). Nel caso degli odori, l’analisi effettuata attraverso la valutazione delle medie al suolo non ha senso in quanto l’impatto odorigeno si presenta tipicamente in picchi, ed è questo carattere più legato ai massimi che alle medie che le normative intendono rappresentare. A questo scopo, per stimare l’impatto odorigeno tenendo conto della sua variabilità nella breve scala temporale (dai minuti ai secondi), si ricorre all’analisi dei percentili short‐term o delle frequenze di superamento di soglie critiche, su base annuale. Per lo stesso motivo, secondo le Linee Guida della Regione Lombardia “le concentrazioni orarie di picco di odore per ciascun punto della griglia contenuta nel dominio spaziale di simulazione e per ciascuna delle ore del dominio temporale di simulazione devono essere ottenute moltiplicando le concentrazioni medie orarie per un peak‐to‐mean ratio pari a 2.3”. Nella presente simulazione il modello ha calcolato le concentrazioni medie orarie al suolo, che sono state poi moltiplicate per 2.3, per ottenere le concentrazioni orarie di picco. La simulazione modellistica è stata svolta secondo i criteri definiti dalla Regione Lombardia nelle “Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno” (emesse con Deliberazione Giunta regionale 15 febbraio 2012 ‐ n. IX/3018, [1]). La presente linea guida trova applicazione a tutte le attività che, durante il loro esercizio, danno luogo ad emissioni odorigene e che sono soggette ad autorizzazione integrata ambientale (d.lgs. 152/06 e s.m.i. ‐ parte seconda) o ad autorizzazione alla gestione dei rifiuti (d.lgs. 152/06 e s.m.i. ‐ parte quarta). Secondo le Linee Guida, per verificare l’entità dell’impatto olfattivo si devono redigere le mappe di impatto, con una simulazione modellistica della dispersione dell’odore, svolta secondo i criteri riportati in allegato 1 delle Linee Guida. Nelle mappe si devono riportare i valori di concentrazione orarie di picco di odore al 98° percentile su base annua a 1, 3, 5 ouE/m3. 5.1. Criteri di accettabilità dell’esposizione olfattiva Per la concentrazione di odore in aria ambiente non vi sono limiti di riferimento a livello nazionale. Le autorizzazioni rilasciate dagli Enti ai gestori ed ad oggi vigenti non fissano limiti di esposizione sul territorio all'odore emesso. Tuttavia per valutare l'accettabilità dell'esposizione olfattiva sul territorio si possono considerare i seguenti riferimenti:  Regione Lombardia, Deliberazione Giunta regionale 15 febbraio 2012 ‐ n. IX/3018, “Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno”; Pagina 34 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia  Linee Guida dell'Agenzia Ambientale del Regno Unito (UK‐EA)”H4 Odour Management” (Environment Agency United Kingdom Bristol marzo 2011);  GIRL 2008 ( Geruchs Immissions Richt Linie), GOAA (Guideline on Odour in Ambient Air). Le Linee Guida della citata delibera della Regione Lombardia non pongono limiti, ma richiedono che i risultati delle simulazioni siano confrontati con tre livelli di esposizione: 1 ouE/m3, 3 ouE/m3, 5 ouE/m3 espressi come 98° percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore. Per semplificare che cosa si intende per “98 ° percentile su base globale delle concentrazioni orarie di picco” si deve far riferimento alla norma UNI EN 13725:2004 per la quale l'odore di un campione aeriforme avente concentrazione 1 ouE/m3 è percepibile solo dal 50% degli individui. Quindi ad esempio se presso un dato punto della mappa passa la isopleta di 1 ouE/m3 al 98° percentile significa che per il 98% delle ore del dominio temporale delle simulazioni (1 anno) il 50% della popolazione non può percepire alcun odore e così via spostandosi sulle varie isoplete. Anche le Linee Guida della Agenzia Ambientale del Regno Unito, prevedono l’applicazione di modelli di dispersione di odori e la relativa misura del 98° percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore per i tre livelli di esposizione: 1.5 ouE/m3, 3 ouE/m3, 6 ouE/m3 a seconda della sgradevolezza dell’odore( tono edonico) e della distanza tra i ricettori e la sorgente emissiva. Le Linee Guida tedesche introducono invece il concetto di “ora di odore” e il limite di frequenza di accadimento a seconda della tipologia dei ricettori (10% delle ore di odore su base annuale per aree residenziali, 15% delle ore di odore su base annuale per aree industriali); per la misura delle frequenze di “ora di odore” si ricorre alla valutazione in campo da parte di panelisti in conformità con la norma VDI 3940 Parte 1 (Odour Field Inspection). 5.2. Mappe 98° percentile Per la verifica dell’entità dell’impatto olfattivo sono state redatte le mappe in termini di 98° percentile su base annua delle concentrazioni orarie di picco e in termini di massime concentrazioni orarie di picco. Nell’allegato III alla presente relazione, si trovano le mappe dei risultati ottenuti, che nell’ordine sono:  Tavola 1: mappa del 98° percentile su base annua delle concentrazioni orarie di picco, dell’intero dominio di calcolo di CALPUFF;  Tavole da 2 a 5: mappa del 98° percentile su base stagionale delle concentrazioni orarie di picco. Queste mappe sono state introdotte per poter valutare l’influenza dei parametri meteorologici sulla dispersione degli odori in atmosfera. L’ampiezza delle curve di iso‐
concentrazione riportate, dipende dalla variazione stagionale del clima e non dai processi di trattamento fanghi in atto in quel periodo, in quanto si ricorda che il processo di trattamento e gestione dell’impianto è stato realizzato considerando i flussi in ingresso nell’intero arco temporale di simulazione. Nella ripartizione stagionale dei dodici mesi dell’anno si è seguito lo schema delle stagioni astronomiche, cioè sfasando l’inizio del periodo di 21 o 23 giorni rispetto ai solstizi o agli equinozi. In questo modo il primo giorno del mese coincide con Pagina 35 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia l’inizio della stagione, mentre la fine coincide con la fine del mese che precede il solstizio o l’equinozio della stagione successiva.  Tavola 6: mappa delle massime concentrazioni orarie di picco. Questa mappa serve per identificare la massima area di ricaduta del flusso odorigeno prodotto dall’impianto di recupero fanghi di depurazione dei reflui civili e agroindustriali della Agerfert Srl, cioè fino a dove si ha la concentrazione di 1 ouE/m3 per almeno un’ora dell’anno. Tale mappa non fornisce alcuna indicazione sulla frequenza con cui avviene la ricaduta, per questo oltre alle mappe del 98° percentile è stata eseguita un’analisi ai ricettori, punti precisi del territorio, identificabili nella tavola 7 e i cui risultati sono esposti al paragrafo successivo. 5.3. Analisi ai ricettori Su ogni ricettore individuato è stata estratta la concentrazione oraria di picco dell’intero arco temporale di simulazione (tutto l’anno 2013). Lo scopo è di indagare in modo puntuale il territorio circostante l’impianto di trattamento fanghi di depurazione di Agerfert, per poter valutare quali siano le concentrazioni più frequenti misurate al ricettore. Per quanto concerne la posizione dei ricettori rispetto all’impianto oggetto di indagine, si rimanda al capitolo 3 e all’allegato III, dove nella tavola 7 vengono riportate le posizioni dei ricettori rispetto alle isoplete del 98° percentile. Per ogni ricettore la concentrazione di odore al suolo è stata approssimata alla prima cifra decimale e successivamente ordinata in modo crescente. È stata quindi identificata la serie delle concentrazioni per ogni ricettore e per ognuna di queste è stata calcolata la frequenza di accadimento, come rapporto fra il numero di volte che è stato misurato quel valore su quel punto e il numero totale dei casi possibili pari a 8760 (ore totali del periodo di simulazione pari all’anno 2013). Successivamente a partire dalla frequenza di accadimento è stata ricavata la frequenza di non superamento pari alla somma della frequenza di accadimento di quella concentrazione e di quelle precedenti. I risultati sono stati riportati nella tabella 5.2. Infine, è stata calcolata la frequenza di non superamento come differenza fra la massima frequenza (1 o 100%) e la frequenza di non superamento della concentrazione in esame, i cui risultati sono riportati in tabella 5.2. Tale analisi è stata eseguita su tutte le concentrazioni, mentre per chiarezza espositiva si è scelto di riportare nelle tabelle solo le concentrazioni principali, mentre nelle figure da 5.1 a 5.7 sono riportati i grafici della frequenze di superamento. In ascissa di questi grafici vi sono tutte le concentrazioni rilevate nel ricettore, mentre in ordinata è riporta la frequenza di superamento in termini di percentuale. Inoltre, è stata inserita la retta del 2%, per identificare attraverso la sua intersezione con la curva della frequenza di superamento, la concentrazione a cui corrisponde il 98° percentile su base annua, in quel punto. Nella tabella 5.1 viene riportata la frequenza di superamento per il singolo ricettore della rispettiva concentrazione di odore pari ad 1 ouE/m3, 1.5 ouE/m3, 2 ouE/m3, 3 ouE/m3 e 5 ouE/m3. Si può notare che in nessun ricettore si riscontra una situazione critica cioè con un 98° percentile superiore alle 5 ouE/m3. In particolare per i ricettori 3, 4, 5 e 7 non vi sono problemi di percezione dell’odore in quanto ricadono esterni alla curva di isoconcentrazione pari ad 1 ouE/m3, Pagina 36 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia con la conseguenza di aver una frequenza di accadimento di concentrazioni pari a d 1 ouE/m3 o superiori pari a zero. Solo il ricettore 1 si inserisce fra le curva dell’1 e 2 ouE/m3, comportando che il 50% della popolazione che si trova lì potrebbe percepire l’odore per un periodo di tempo pari al 3.6% delle ore totali di un anno. Nel complesso non si individuano zone critiche in quanto nessun ricettore è racchiuso fra la curva del 3 e delle 5 ouE/m3. n. ricettore 1 2 3 4 5 6 7 Distanza dal confine 1 ouE/m3 1.5 ouE/m3 2 ouE/m3 3 ouE/m3 dell’impianto [km] 0.66 3.64 2.45
1.54
0.42 1.2 0.47 0.01
0.00
‐‐ 2.4 ‐‐ ‐‐
‐‐
‐‐ 2.8 ‐‐ ‐‐
‐‐
‐‐ 3.5 ‐‐ ‐‐
‐‐
‐‐ 1.7 1.66 0.32
0.11
0.00 2.5 0.01 ‐‐
‐‐
‐‐ Tabella 15: frequenza di superamento al ricettore in percentuale 5 ouE/m3 0.02
‐‐
‐‐
‐‐
‐‐
‐‐
‐‐
n. ricettore 1 2 3 4 5 6 7 Distanza dal confine 1 ouE/m3 1.5 ouE/m3 2 ouE/m3 3 ouE/m3 dell’impianto [m] 0.66 96.36 97.57
98.46
99.58 1.2 99.53 99.97
100
‐‐ 2.4 ‐‐ ‐‐
‐‐
‐‐ 2.8 ‐‐ ‐‐
‐‐
‐‐ 3.5 ‐‐ ‐‐
‐‐
‐‐ 1.7 98.34 99.68
99.89
100 2.5 99.99 ‐‐
‐‐
‐‐ Tabella 16: frequenza di non superamento al ricettore in percentuale 5 ouE/m3 99.98
‐‐
‐‐
‐‐
‐‐
‐‐
‐‐
frequenza di superamento [%]
35.00%
30.00%
25.00%
20.00%
15.00%
10.00%
5.00%
0.00%
0.00
1.00
2.00
3.00
4.00
5.00
6.00
7.00
concentrazione al ricettore [ouE/mc]
ricettore 1
soglia 2%
conc 98°percentile
Figura 15: frequenza di superamento al ricettore 1 estratta nell’intero arco annuale Pagina 37 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia frequenza di superamento [%]
35.00%
30.00%
25.00%
20.00%
15.00%
10.00%
5.00%
0.00%
0.00
0.50
1.00
1.50
2.00
concentrazione al ricettore [ouE/mc]
ricettore 2
soglia 2%
conc 98°percentile
Figura 16: frequenza di superamento al ricettore 2 estratta nell’intero arco annuale frequenza di superamento [%]
20.00%
15.00%
10.00%
5.00%
0.00%
0.00
0.50
1.00
concentrazione al ricettore [ouE/mc]
ricettore 3
soglia 2%
conc 98°percentile
Figura 17: frequenza di superamento al ricettore 3 estratta nell’intero arco annuale Pagina 38 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia frequenza di superamento [%]
30.00%
25.00%
20.00%
15.00%
10.00%
5.00%
0.00%
0.00
0.50
1.00
1.50
2.00
2.50
concentrazione al ricettore [ouE/mc]
ricettore 6
soglia 2%
conc 98°percentile
Figura 18: frequenza di superamento al ricettore 6 estratta nell’intero arco annuale frequenza di superamento [%]
25.00%
20.00%
15.00%
10.00%
5.00%
0.00%
0.00
0.50
1.00
1.50
concentrazione al ricettore [ouE/mc]
ricettore 7
soglia 2%
conc 98°percentile
Figura 19: frequenza di superamento al ricettore 7 estratta nell’intero arco annuale Pagina 39 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia 6. Conclusioni La simulazione predittiva delle ricadute dell’odore eseguita delinea una situazione nel complesso sostenibile, si vuole sottolineare, innanzitutto, che lo studio predittivo è stato elaborato utilizzando due soli valori di concentrazione di odore, riscontrati su due diversi cumuli di materiale fresco e che tale valore in mancanza di un campionamento eseguito sulle varie fasi del ciclo di maturazione eseguito dalla ditta Agerfert, è stato scalato sulla scorta dell’esperienza maturata da Osmotech. Inoltre, il modello è stato eseguito su un ciclo di gestione ipotetico che sovrastima il materiale in ingresso all’impianto. Quanto sopra, insieme con la rigorosa applicazione dei criteri e delle modalità di calcolo descritte nelle Linee Guida e tenuto conto dei limiti di accettabilità ivi descritti, permettono di concludere che il futuro impianto della Agerfert Srl, in relazione alle elaborazioni eseguite, produce un impatto odorigeno del tutto trascurabile sul territorio limitrofo. Il livello del quale impatto è contenuto e variabile, a seconda dei ricettori sensibili considerati, compreso tra le isoplete al 98° percentile di 1 e 2 ouE/m3. Secondo le indicazioni delle Linee Guida citate, sulla base dei risultati trovati si ritiene che l’Azienda non debba automaticamente intervenire per migliorare le sue condizioni emissive; tuttavia data la mancanza di una campagna olfatto metrica sull’intero ciclo di maturazione dei fanghi, la situazione rappresentata induce ad alcune riflessioni: 1. Il criterio suggerito dalla Regione Lombardia non impone dei limiti ed inoltre è di carattere probabilistico in quanto determinato con applicazione di modelli matematici a scenari emissivi misurati con tecniche olfattometriche e quindi essi stessi soggetti ad incertezze importanti di misura pari almeno al 20%. 2. L’attività produttiva praticata da Agerfert, non può avere impatto nullo sul territorio circostante soprattutto nell’intorno più prossimo al confine dell’impianto medesimo (300‐
500m). In aggiunta, condizioni meteorologiche particolarmente svantaggiose potrebbero dar luogo a sporadici episodi di odore sul territorio limitrofo, come rilevato nell’analisi ai ricettori sensibili infatti, il ricettore più vicino (n. 1) rivela qualche contenuto episodio di odore nel corso dell’anno. 3. Come esaminato la situazione meteorologica influenza in modo rilevante la dispersione dell’odore e pertanto si consiglia di dotarsi di una centralina meteorologica con la quale conoscere in tempo reale il verificarsi delle eventuali condizioni penalizzanti per la dispersione e poter agire di conseguenza nel mitigare le emissioni odorigene. Padova, 10 giugno 2014 L’autrice dell’indagine Il responsabile dell’indagine Ing. Alice Mantovani Dott. Maurizio Benzo Albo Interprovinciale dei Chimici
della Lombardia n. 3054 Pagina 40 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Indice delle Figure Figura 1: planimetria dell’impianto oggetto dello studio modellistico ............................................... 5 Figura 2: campionamento con low speed wind tunnel sul cumulo proveniente da Casier ................ 7 Figura 3: campionamento con low speed wind tunnel sul cumulo proveniente da Silea ................... 8 Figura 4: andamento del potenziale odorigeno durante il processo di stabilizzazione del fango ...... 9 Figura 5: Rosa dei venti costruita con il modello CALMET per l’anno 2013 ..................................... 22 Figura 6: Rosa dei venti del periodo invernale (Gennaio, Febbraio, Dicembre 2013) costruita con il modello CALMET ................................................................................................................................ 23 Figura 7: Rosa dei venti del periodo primaverile (Marzo, Aprile, Maggio 2013) costruita con il modello CALMET ................................................................................................................................ 23 Figura 8: Rosa dei venti del periodo estivo (Giugno, Luglio, Agosto 2013) costruita con il modello CALMET .............................................................................................................................................. 24 Figura 9: Rosa dei venti del periodo Autunnale (Settembre, Ottobre, Novembre 2013) costruita con il modello CALMET ...................................................................................................................... 24 Figura 10: Rosa dei venti costruita con il modello CALMET. La rosa dei venti di sinistra mostra l’andamento del vento dalle ore 19 alle 00, mentre quella di destra dalle ore 01 alle ore 06 ......... 25 Figura 11: : Rosa dei venti costruita con il modello CALMET. La rosa dei venti di sinistra mostra l’andamento del vento dalle ore 13 alle 18, mentre quella di destra dalle ore 07 alle ore 12 ......... 26 Figura 12: Ortofoto dell’inquadramento territoriale dell’impianto Agerfert Srl ............................... 27 Figura 13: andamento plano‐altimetrico estratto utilizzato da CALMET e CALPUFF per elaborare il modello di dispersione ....................................................................................................................... 30 Figura 14: rappresentazione grafica dei punti individuati come ricettori sensibili su cui valutare l’andamento annuale della concentrazione di odore. ....................................................................... 31 Figura 15: frequenza di superamento al ricettore 1 estratta nell’intero arco annuale .................... 37 Figura 16: frequenza di superamento al ricettore 2 estratta nell’intero arco annuale .................... 38 Figura 17: frequenza di superamento al ricettore 3 estratta nell’intero arco annuale .................... 38 Figura 18: frequenza di superamento al ricettore 6 estratta nell’intero arco annuale .................... 39 Figura 19: frequenza di superamento al ricettore 7 estratta nell’intero arco annuale .................... 39 Indice delle Tabelle Tabella 1: Risultati della campagna olfattiva condotta da Osmotech sull’impianto Agerfert ............. 7 Tabella 2: andamento del potenziale odorigeno durante il processo di maturazione all’interno delle vasche ................................................................................................................................................. 10 Tabella 3: Caratteristiche topografiche delle emissioni simulate ..................................................... 15 Tabella 4: Caratteristiche emissive della sorgente puntuale convogliata considerata nella simulazione ........................................................................................................................................ 15 Tabella 5: Caratteristiche emissive delle sorgenti areali considerate nella simulazione ................. 15 Tabella 6: Frequenza emissiva delle emissioni simulate ................................................................... 16 Tabella 7: variazione della portata emissive in funzione della velocità del vento ............................ 17 Tabella 8: Caratteristiche della centralina meteo utilizzata ............................................................. 19 Tabella 9: Parametri meteorologici utilizzati nella simulazione ....................................................... 19 Tabella 10: Caratteristiche delle stazioni dei radiosondaggi utilizzate ............................................. 20 Tabella 11: Distribuzione dei venti medi orari per l’intero periodo di simulazione ......................... 21 Pagina 41 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Tabella 12: Coordinate geografiche dominio di calcolo dei parametri meteorologici ..................... 29 Tabella 13: Coordinate geografiche dominio di calcolo delle concentrazione di odore al suolo ..... 29 Tabella 14: coordinate dei ricettori sensibili individuati in un raggio di 3 km dall’impianto Agerfert Srl ....................................................................................................................................................... 31 Tabella 15: frequenza di superamento al ricettore in percentuale ................................................... 37 Tabella 16: frequenza di non superamento al ricettore in percentuale ............................................ 37 Indice Allegati Allegato I: Planimetria dell’impianto Agerfert SrL Allegato II: Schema emissivo utilizzato per il modello di dispersione degli odori Allegato III: mappe dei risultati del modello predittivo di dispersione degli odori prodotti dall’impianto Agerfert Srl Indice delle tavole Tavola 1: mappa 98° percentile su base annua delle concentrazione orarie di picco Tavola 2: mappa 98° percentile su base stagionale delle concentrazione orarie di picco di odore (periodo invernale) Tavola 3: mappa 98° percentile su base stagionale delle concentrazione orarie di picco di odore(periodo primaverile) Tavola 4: mappa 98° percentile su base stagionale delle concentrazione orarie di picco di odore (periodo estivo) Tavola 5: mappa 98° percentile su base stagionale delle concentrazione orarie di picco di odore (periodo autunnale) Tavola 6: mappa dei massimi annuale delle concentrazione orarie di picco di odore Tavola 7: posizione dei ricettori rispetto alla mappa del 98° percentile su base annuale delle concentrazioni orarie di picco di odore Pagina 42 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Bibliografia [1] Scire J.S., Strimaitis, D.G., Yamartino, R.J., 2000. “A User’s Guide for the CALPUFF Dispersion Model”. Earth Tech, Inc. Concord (MA‐USA) [2] Regione Lombardia, Deliberazione Giunta regionale 15 febbraio 2012 ‐ n. IX/3018, “Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno” [3] US EPA, “Appendix W to 40 CFR Part 51 (Guideline on Air Quality Models)”, U.S. EPA (November 2005). [4] Norma UNI EN 13725:2004 “Determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica” [5] Allwine, K.J., W.F. Dabberdt, and L.L. Simmons. 1998. “Peer Review of the CALMET/CALPUFF Modeling System”. EPA Contract No. 68‐D‐98‐092, Work Assignment No. 1‐03 report. [6] US EPA, 1998a. “A comparison of CALPUFF modeling results to two tracer field experiments”, EPA‐454/R‐98‐009 [7] US EPA, 1998b. “A Comparison of CALPUFF with ISC3”, EPA‐454/R‐98‐020 [8] US EPA, 1998c. “Response to peer review comments of CALMET/CALPUFF modeling system”. Yu Song, Minsi Zhang, Xuhui Cai, 2006. PM10 modeling of Beijing in the winter. Atmospheric Environment Vol 40(22): 4126‐4136. [9] Levy, JI; Spengler, JD; Hlinka, D; Sullivan, D; Moon, D (2002): “Using CALPUFF to evaluate the impacts of power plant emissions in Illinois: mode sensitivity and implications”. Atmospheric Environment Vol 36(6): 1063‐1075. [10] Zhou, Y., Levy, J.I., Hammitt, J.K., Evans, J.S., 2003: “Estimating population exposure to power plant emissions using CALPUFF: a case study in Beijing, China”. Atmospheric Environment Vol. 37(6):815‐826 [11] Sang‐Keun Song, Zang‐Ho Shon, Ki‐Hyun Kim, Yoo‐Keun Kim, Raktim Pal, in press. “Dispersion and photochemical oxidation of reduced sulfur compounds in and around a large industrial complex in Korea”. Atmospheric Environment. [12] Oshan, R., Kumar, A., Masuraha, A., 2006. “Application of the USEPA's CALPUFF model to an urban area”. Environmental Progress 25 (1):12‐17 Pubblicazioni di Osmotech in collaborazione con Università di Padova: [19] Applicazione di modelli di dispersione per la valutazione dell’impatto atmosferico di un inceneritore, studio sulla sensitività del modello CALPUFF al variare delle condizioni emissive (velocità, temperatura dei fumi): “Air quality impact assessment of an incineration plant by means of the calpuff model. A sensitivity analysis based on what if emission scenarios” Mantovani A., Palmeri L., Artoni R. Presentazione del lavoro presso: Sardinia Symposium 2011, october 2011, Cagliari Reference: Sardinia Symposium proceedings 2011, doc 790 [20] Applicazione dei modelli di dispersione per la valutazione dell’impatto odorigeno: validazione del modello CALPUFF con l’utilizzo di un naso elettronico per la misura degli odori in campo “Modeling Odour Dispersion from Composting Plants: Comparison with Electronic Nose Measurements” Pagina 43 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia (Mantovani A., Artoni R., Barausse A., Palmeri L., Pittarello A., Benzo M.) Presentazione del lavoro presso: symposium NOSE 2010 (AIDIC), September 2010 ‐ Florence Reference: Chemical Engineering Transactions 2010, 23, 297‐302, DOI: 10.3303/CET1023050 [21] Applicazione dei modelli di dispersione per la valutazione dell’impatto odorigeno: validazione del modello CALPUFF per confronto con misure degli odori in campo realizzate da operatori addestrati a riconoscere gli odori (procedura di Odour Field Inspection) “A comparison of methods for the assessment of odor impacts on air quality: field inspection (VDI 3940) and the air dispersion model CALPUFF” (L. Ranzato, A. Barausse, A. Mantovani, A. Pittarello, M. Benzo, L. Palmeri) Pubblicato su “Atmospheric Environment – ELSEVIER”, Reference: AEA11568 [22] Applicazione dei modelli di dispersione per la valutazione dell’impatto odorigeno: validazione del modello CALPUFF per confronto con misure degli odori in campo, realizzate da operatori addestrati a utilizzare olfattometri da campo (procedura di Odour Field Inspection); validazione del modello CALPUFF per confronto con misure di un tracciante odorigeno “Measurement of Odour Concentration of Immissions using a New Field Olfactometer and Markers’ Chemical Analysis” Mantovani A., Benzo M., Pittarello A., Presentazione del lavoro presso: symposium NOSE 2012 (AIDIC), September 2012 ‐ Palermo Reference: Chemical Engineering Transactions 2012, 30 [23] Applicazione di due modelli di dispersione per la valutazione dell’impatto odorigeno: confronto di CALPUFF (modello più comunemente utilizzato per valutare l’impatto odorigeno) e Spray (modello innovativo, che permette di simulare con maggiore dettaglio i fenomeni di turbolenza che influenzano la dispersione degli odori, rispetto a CALPUFF) Applicazione di un modello lagrangiano a particelle per la dispersione degli odori, per superare i limiti di CALPUFF Mantovani A., Benzo M., Pittarello A., Presentazione del lavoro presso: Ecomondo 2013, day seminar on air quality, november 2013 ‐ Rimini Pagina 44 di 44 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Agerfert S.r.l. Via Alfieri, 1/A 30038 Spinea (VE) STUDIO MODELLISTICO PREDITTIVO DELLA DISPERSIONE DEGLI ODORI IMPIANTO DI RECUPERO DI FANGHI DI DEPURAZIONE REFLUI CIVILI E AGROINDUSTRIALI DOC. OSM_032_14 ALLEGATO III ‐ Mappe dei risultati del modello di dispersione degli odori prodotti dall’impianto Agerfert Srl ‐ Studio Modello di dispersione degli Odori Giugno 2014 Sede Legale: Via Sforza, 15 – 20122 Milano C.F. e Partita IVA: 13232230154 Sede Operativa: Via Fratelli Cuzio, 42 – 27100 Pavia Telefono e Fax: 0382 1726292 e‐mail: [email protected] http://www.osmotech.it Tavola 1
6000
Mappa del 98° percentile su
base annuale delle
concentrazioni orarie di picco
di odore (OUE /m³)
Porto Tolle
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle)
Anno 2013
Misure olfattometriche:
4000
Donzella
Osmotech SrL aprile 2014
Sorgenti:
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
2000
10
20
30
60
Perimetro impianto
Paesi
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tavola 2
6000
Mappa del 98° percentile su
base stagionale delle
concentrazioni orarie di picco
di odore (OUE /m³)
Porto Tolle
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle) anno 2013
Periodo Invernale
4000
Misure olfattometriche:
Donzella
Osmotech SrL aprile 2014
Sorgenti:
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
2000
10
20
30
60
Perimetro impianto
Paesi
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tavola 3
6000
Mappa del 98° percentile su
base stagionale delle
concentrazioni orarie di picco
di odore (OUE /m³)
Porto Tolle
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle) anno 2013
Periodo Primaverile
4000
Misure olfattometriche:
Donzella
Osmotech SrL aprile 2014
Sorgenti:
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
10
20
30
2000
Perimetro impianto
Paesi
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tavola 4
6000
Mappa del 98° percentile su
base stagionale delle
concentrazioni orarie di picco
di odore (OUE /m³)
Porto Tolle
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle) anno 2013
Periodo Estivo
4000
Misure olfattometriche:
Donzella
Osmotech SrL aprile 2014
Sorgenti:
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
10
20
30
2000
Perimetro impianto
Paesi
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tavola 5
6000
Mappa del 98° percentile su
base stagionale delle
concentrazioni orarie di picco
di odore (OU E/m³)
Porto Tolle
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle) anno 2013
Periodo Autunnale
4000
Misure olfattometriche:
Donzella
Osmotech SrL aprile 2014
Sorgenti:
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
2000
10
20
30
60
Perimetro impianto
Paesi
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tavola 6
6000
Mappa dei massimi su base
annuale delle concentrazioni
orarie di picco di odore
(OUE /m³)
Porto Tolle
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle)
Anno 2013
Misure olfattometriche:
4000
Donzella
Osmotech SrL aprile 2014
Sorgenti:
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
2000
10
20
30
60
Perimetro impianto
Paesi
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tavola 7
6000
4
Mappa dei ricettori e del 98°
percentile su base annuale
delle concentrazioni orarie di
picco di odore (OUE /m³)
3
5000
Meteo:
Dataset meteo della stazione meteorologica
di Pradon (Porto Tolle)
Anno 2013
4000
Misure olfattometriche:
5
Osmotech SrL aprile 2014
2
Sorgenti:
1
"vasche di maturazione fanghi di depurazione"
"box di pre- stoccaggio e stoccaggio fanghi
utilizzati per produzione gesso di defecazione"
3000
Legenda:
1
2
3
4
5
6
2000
10
20
30
60
Perimetro impianto
Paesi
6
n. ricettore
Scala 1: 1 km
Passo griglia: 100 m
Dominio: 6.0 x 6.0 km
1000
Committente: Agerfert SrL
via Antonio Gramsci
loc. Donzella
Porto Tolle (RO)
7
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Agerfert S.r.l. Via Alfieri, 1/A 30038 Spinea (VE) STUDIO MODELLISTICO PREDITTIVO DELLA DISPERSIONE DEGLI ODORI IMPIANTO DI RECUPERO DI FANGHI DI DEPURAZIONE REFLUI CIVILI E AGROINDUSTRIALI DOC. OSM_032_14 ALLEGATO II ‐ Schema emissivo utilizzato per il modello di dispersione odori ‐ Studio Modello di dispersione degli Odori Giugno 2014 Sede Legale: Via Sforza, 15 – 20122 Milano C.F. e Partita IVA: 13232230154 Sede Operativa: Via Fratelli Cuzio, 42 – 27100 Pavia Telefono e Fax: 0382 1726292 e‐mail: [email protected] http://www.osmotech.it OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia n. settimana 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Vasca 1 Carico Carico Carico Carico Carico Carico Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Vasca 2 Scarico
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Carico Carico Carico Carico Carico Carico Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Vasca 3 Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Scarico
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Carico Carico Carico Carico Carico Carico Vasca 4 Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Scarico Scarico
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n. settimana 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Vasca 1 Scarico Scarico
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Carico Carico Carico Carico Carico Carico Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Vasca 2 Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Scarico
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Carico Carico Carico Carico Carico Carico Vasca 3 Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Scarico Scarico
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Vasca 4 Carico Carico Carico Carico Carico Carico Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi n. settimana 37 38 39 40 42 42 43 44 45 46 47 48 49 50 52 Vasca 1 Analisi Analisi Analisi Analisi Scarico
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Carico Carico Carico Carico Carico Vasca 2 Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Scarico Scarico
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Vasca 3 Carico Carico Carico Carico Carico Carico Riv Riv Riv Riv Analisi Analisi Analisi Analisi Analisi Vasca 4 Scarico Scarico
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Carico Carico Carico Carico Carico Carico Riv Riv Riv Figura II‐1: Schema di gestione delle quattro vasche di maturazione dei fanghi di depurazione dell’impianto Agerfert. Pagina 2 di 5 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Andamento emissivo di una vasca
Flusso odorigeno [OUE/s]
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
G
e
n
F
e
b
M
a
r
A
p
r
M
a
g
G
i
u
mesi dell'anno
Figura II‐ 2: Andamento emissivo dei fanghi di depurazione all’interno della vasca in un ciclo completo di maturazione Pagina 3 di 5 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Flusso odorigeno [OUE/s]
Andamento emissivo delle singole vasche
2000
1800
1600
1400
1200
1000
vasca1
800
vasca3
600
vasca4
400
vasca2
200
0
G
e
n
F
e
b
M
a
r
A
p
r
M
a
g
G
i
u
mesi dell'anno
Figura II‐3: Andamento emissivo delle vasche. Il grafico riporta l’arco temporale in cui la vasca 1 sta eseguendo un ciclo completo come riportato alla figura 1 Pagina 4 di 5 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Flusso emissivo complessivo delle quattro vasche
4500
Flusso odorigeno [OUE/s]
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
G
e
n
F
e
b
A
p
r
M
a
r
M
a
g
G
i
u
mese dell'anno
Figura II‐4: Andamento emissivo complessivo delle vasche di maturazione. Il grafico è la somma dei contributi delle singole vasche Pagina 5 di 5 OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Agerfert S.r.l. Via Alfieri, 1/A 30038 Spinea (VE) STUDIO MODELLISTICO PREDITTIVO DELLA DISPERSIONE DEGLI ODORI IMPIANTO DI RECUPERO DI FANGHI DI DEPURAZIONE REFLUI CIVILI E AGROINDUSTRIALI DOC. OSM_032_14 ALLEGATO I ‐ Planimetria dell’impianto di recupero fanghi di depurazione della ditta Agerfert Srl ‐ Studio Modello di dispersione degli Odori Giugno 2014 Sede Legale: Via Sforza, 15 – 20122 Milano C.F. e Partita IVA: 13232230154 Sede Operativa: Via Fratelli Cuzio, 42 – 27100 Pavia Telefono e Fax: 0382 1726292 e‐mail: [email protected] http://www.osmotech.it OSMOTECH S.r.l. Polo Tecnologico di Pavia Pagina 2 di 2