IPERVITAMINOSI D La vitamina D è un micronutriente necessario per la salute in età pediatrica, adulta e avanzata. Il colecalciferolo (vit. D3) può essere sintetizzato a livello della pelle sotto lo stimolo dei raggi UVB solari ed essere introdotto con la dieta. La carenza di vitamina D può condurre ad osteoporosi, malattie cardiovascolari e tumori pertanto, riconosciuto un ruolo nella patogenesi di numerose malattie, viene prescritta sottoforma di integratore alimentare o specialità medicinale per diverse indicazioni. Tuttavia, errori di somministrazione, sovradosaggio e introduzione eccessiva di vitamina D con la dieta conducono a ipervitaminosi i cui sintomi sono strettamente correlati alla concentrazione sierica di calcio e alla durata dell’ipercalcemia che può avere conseguenze letali. La vitamina D gioca un ruolo essenziale nella regolazione dell’assorbimento e del metabolismo di calcio e fosforo, è necessaria per l’omeostasi minerale ed il mantenimento della salute delle ossa e per diversi processi cellulari e metabolici del corpo. La presenza dei recettori per la vitamina D (VDR) in vari tessuti ed organi suggerisce azioni che riguardano la crescita e la differenziazione cellulare in risposta a stimoli sia fisiologici sia patologici (1). La vitamina D ha natura lipofila e, una volta assorbita, si accumula nel tessuto adiposo da dove viene lentamente rilasciata in circolo fino al raggiungimento dei siti bersaglio; presenta emivita lunga, di circa 2 mesi (2). La forma attiva della vitamina è dovuta all’enzima di conversione alfa-1 idrossilasi che catalizza la reazione di idrossilazione a partire da 25(OH)D in 1,25(OH)2D e che è stato identificato nel rene ed in altri tessuti, a conferma del ruolo importante della vitamina D nella regolazione cellulare attraverso meccanismi sia paracrini che autocrini (1). Il meccanismo d’azione della vitamina D3 nella sua forma di ormone attivo diidrossivitaminaD3 coinvolge recettori nucleari che regolano la trascrizione di diversi tipi di geni in una grande varietà di cellule bersaglio. La forma attiva lega con alta affinità i suoi recettori e così promuove l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo, essenziali per lo sviluppo osseo, la mineralizzazione e diverse funzioni dell’organismo, compresa quella neuromuscolare. L’1,25(OH)D circolante inibisce l’ormone paratiroideo (PHT) attraverso un meccanismo di feedback negativo (2). Bassi livelli di vitamina D possono portare ad uno scarso assorbimento di calcio con conseguenti implicazioni sia sullo stato di salute delle ossa sia su altre funzioni metaboliche dell’intero organismo. L’aumento di PHT ripristina l’omeostasi del calcio attraverso il riassorbimento tubulare di calcio a livello renale, incrementando la mobilitazione del calcio osseo e la produzione di 1,25(OH)D (3). Oggi sono disponibili diverse formulazioni di vitamina D e suoi metaboliti al fine di mantenere la concentrazione ottimale a seconda che si tratti di neonati o di persone anziane con fragilità ossea ma tossicità e ipervitaminosi, dovute a dosi di accumulo, sovradosaggio o ipersensibilità si possono manifestare con sintomi aspecifici e per questo non sempre attribuiti a ipervitaminosi. La forma attiva della vitamina D è la frazione non legata alla proteina di trasporto per cui la saturazione di tale proteina comporta una maggiore quantità di frazione libera e per questo attiva, il che conduce a tossicità per aumento della trascrizione genica (4). I sintomi più precoci di ipervitaminosi D comprendono disturbi gastrointestinali come anoressia, diarrea, nausea, dolore addominale, debolezza muscolare, minzione frequente, calcoli renali. Un sovradosaggio di colecalciferolo o 1,25-diidrossivitanmina D, induce soppressione dell’ormone paratiroideo (PHT), ipercalcemia e iperfosfatemia con conseguenti effetti negativi sul sistema cardiaco, nervoso centrale, renale e le funzioni gastrointestinali. L’ipercalcemia prolungata può portare a calcificazione vascolare, nefrocalcinosi, nefrolitiasi, insufficienza renale, insufficienza cardiaca e morte. L’ipercalcemia indotta da intossicazione da vitamina D può essere trattata con idratazione endovenosa, diuretici dell’ansa, calcitonina, glucocorticoidi e bifosfonati (5). In conclusione, risulta necessario il monitoraggio delle concentrazioni sieriche di vitamina D prima e durante il trattamento con integrazioni al fine di prevenire intossicazioni e conseguenze più gravi. 1. Alshahrani F, Aljohani N. Vitamin D: deficiency, sufficiency and toxicity. Nutrients. 2013 Sep 13;5(9):3605-16. doi: 10.3390/nu5093605. Review. 2. Jones G. Pharmacokinetics of vitamin D toxicity. Am J Clin Nutr. 2008 Aug;88(2):582S-586S. Review 3 Heaney RP. Vitamin D in health and disease. Clin J Am Soc Nephrol. 2008 Sep;3(5):1535-41 4 Alshahrani F, Aljohani N. Vitamin D: deficiency, sufficiency and toxicity. Nutrients. 2013 Sep 13;5(9):3605-16. doi: 10.3390/nu5093605. Review. 5 Heaney RP. Vitamin D in health and disease. Clin J Am Soc Nephrol. 2008 Sep;3(5):1535-41
© Copyright 2025 ExpyDoc