TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE Una figura geometrica può essere sottoposta a diverse trasformazioni, in seguito alle quali alcune delle sue caratteristiche cambiano, mentre altre restano invariate. Per introdurre il discorso si può pensare all'aspetto delle ombre prodotte da una figura piana quando variano il tipo di sorgente luminosa e la posizione del piano di proiezione; possiamo schematizzare quello che si osserva in questo modo: TIPO DI SORGENTE LUMINOSA POSIZIONE DEL PIANO Piano perpendicolare a quello della figura piana OMBRA OSSERVATA TIPO DI TRASFORMAZIONE PROIETTIVITA' Raggi luminosi divergenti, emessi da una sorgente artificiale posta a distanza finita (ad esempio una lampada) Piano parallelo a quello della figura piana SIMILITUDINE Piano perpendicolare a quello della figura piana AFFINITA' Piano parallelo a quello della figura piana CONGRUENZA Raggi luminosi paralleli, emessi da una sorgente naturale posta a distanza infinita (ad esempio il Sole) TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE – Simona Cavanna Pagina 1 Notiamo che le ombre non vengono deformate quando il piano di proiezione è parallelo a quello della figura d’origine. In quest'ultimo caso, inoltre, se la sorgente è estesa l’ombra conserva anche la stessa dimensione di quella di partenza. Altri esempi di trasformazione si possono osservare tirando in diverse direzioni un tessuto elastico, guardando l'immagine riflessa in uno specchio o un ingrandimento fotografico. Studiamo ora queste trasformazioni dal punto di vista matematico. Con il termine trasformazione geometrica piana si intende una corrispondenza biunivoca tra i punti di uno stesso piano. Si dice invariante di una trasformazione ogni proprietà di una figura che rimane inalterata applicando la trasformazione. Un punto si dice unito rispetto alla trasformazione se coincide con il suo trasformato. È utile descrivere le trasformazioni geometriche dal punto di vista analitico, cioè trovare delle formule che permettano di passare dalle coordinate (x,y) nel piano cartesiano di un punto P alle coordinate (x’, y’) del suo corrispondente nella trasformazione; queste formule si chiamano equazioni della trasformazione. In base ai loro invarianti, le trasformazioni più comuni si possono classificare come segue: 1. OMEOMORFISMI: sono trasformazioni che conservano la continuità, ovvero a curve chiuse corrispondono curve chiuse, a curve aperte curve aperte, e se un punto è l'intersezione di due curve, il suo corrispondente è intersezione delle curve corrispondenti. Un esempio di omeomorfismo si ottiene disegnando una figura su un palloncino e poi gonfiandolo: nella figura deformata le linee chiuse, aperte o intrecciate si conservano tali. 2. PROIETTIVITÀ: sono trasformazioni geometriche che, oltre alla continuità, conservano l'allineamento dei punti (le rette si trasformano in rette e i segmenti in segmenti). Viene anche conservata la convessità delle figure. 3. AFFINITÀ: sono rappresentate da equazioni lineari del tipo x' = ax + by + e y' = cx + dy + f con a c b ≠0 d INVARIANTI: oltre a continuità e allineamento dei punti, si conservano parallelismo e incidenza (cioè trasformano rette in rette, segmenti in segmenti, rette parallele in rette parallele, rette incidenti in rette incidenti, poligoni in poligoni con lo stesso numero di lati). Non sono invarianti, invece, la forma delle figure (per esempio l'immagine di una circonferenza è un'ellisse) e gli angoli. 4. SIMILITUDINI: sono affinità che mantengono costante il rapporto tra segmenti corrispondenti, ovvero AB A 'B' = k. Dal punto di vista analitico, nelle equazioni che descrivono un'affinità si deve avere a=d e c = − b oppure a = − d e c = b , quindi le similitudini sono rappresentate da x' = ax + by + e y' = −bx + ay + f (similitudini dirette con determinante >0) TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE – Simona Cavanna Pagina 2 oppure da x' = ax + by + e y' = bx − ay + f Il numero positivo definito da k = (similitudini inverse con determinante <0). a2 + b2 si dice rapporto di similitudine. INVARIANTI: a quelli di tutte le affinità, si aggiungono il rapporto tra lunghezze, l'ampiezza degli angoli (in particolare la perpendicolarità tra rette) e dunque la forma. 5. OMOTETIE: L'omotetia di centro O e rapporto k ∈ R, k ≠ 0 è una trasformazione che associa a P il punto P’, allineato con O e con P, tale che OP' = k OP . Si può dimostrare che tutte le omotetie sono similitudini. Le figure omotetiche, oltre ad essere simili, sono anche similmente disposte, ovvero i lati corrispondenti sono a due a due paralleli; l'omotetia conserva, oltre alla forma, anche l'orientamento. x'= kx Se il centro dell'omotetia coincide con l'origine degli assi, le equazioni analitiche sono y'= ky . Se il centro dell’omotetia è un punto qualsiasi del piano, di coordinate (xC , yC ) , le equazioni x' = k (x − xC ) + xC diventano y'= k (y − yC ) + yC . Se k>0 l'omotetia si dice diretta; P e P' si trovano dalla stessa parte rispetto ad O. Se k<0 l'omotetia si dice inversa; P e P' si trovano da parti opposte rispetto ad O. Se k=1 si ha un’identità, se k = −1 una simmetria con centro l’origine degli assi. Se k > 1 , l'omotetia ingrandisce la figura, se invece k < 1 la riduce. 6. ISOMETRIE: Sono particolari affinità nelle quali la distanza tra due punti qualsiasi del piano è uguale a quella fra le loro immagini. Tutte le isometrie sono similitudini di rapporto K=1. INVARIANTI: a quelli delle affinità e delle similitudini si aggiungono la distanza e dunque la congruenza e l'estensione superficiale. Ci sono quattro tipi di isometrie: a. TRASLAZIONI → La traslazione di vettore v (a; b) è una trasformazione che ad ogni punto P del piano associa un → punto P' tale che il vettore PP' sia uguale al vettore v . x' = x + a Le equazioni che la rappresentano sono y'= y + b Una traslazione diversa dall'identità non ha punti uniti. TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE – Simona Cavanna Pagina 3 b. SIMMETRIE ASSIALI La simmetria assiale rispetto a una retta ax + by + c = 0 (detta asse di simmetria) è una trasformazione che ad ogni punto P del piano associa un punto P' tale che il segmento PP' sia perpendicolare all'asse e il punto medio M di PP' appartenga all'asse. Dal punto di vista analitico, vediamo le equazioni che la rappresentano rispetto ad alcuni assi particolari: x' = 2a − x rispetto a un asse parallelo all'asse y, ovvero di equazione x=a, sono y'= y x' = x rispetto ad un asse parallelo all'asse x, ovvero di equazione y=b, sono y'= 2b − y x'= y rispetto alle bisettrici dei quadranti esse sono y'= x e x' = − y y'= − x Tutti i punti dell'asse di simmetria sono uniti. c. SIMMETRIE CENTRALI La simmetria centrale di centro M(a;b) è una trasformazione che ad ogni punto P del piano associa un punto P' tale che M sia il punto medio del segmento PP'. Le equazioni che la x' = 2a − x rappresentano sono y'= 2b − y . L'unico punto unito è il centro M. Nella tabella che segue sono riportate le simmetrie assiali e centrali presenti in alcune figure geometriche elementari. FIGURA SIMMETRIE ASSIALI SIMMETRIA CENTRALE Triangolo isoscele 1 no Triangolo equilatero 3 no Parallelogramma no si Rettangolo 2 si Quadrato 4 si Rombo 2 si Trapezio isoscele 1 no Pentagono regolare 5 no Esagono regolare 6 si Ottagono regolare 8 si Cerchio infinite si TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE – Simona Cavanna Pagina 4 d. ROTAZIONI La rotazione di centro C e angolo α è la trasformazione che ad ogni punto P del piano associa un ˆP' = α . Prendendo come centro l’origine degli assi e come angolo di punto P' tale che PC = P' C e PC x' = x cos α − ysenα rotazione in senso antiorario α , le equazioni sono y' = xsenα + y cos α In una rotazione l'origine è l'unico punto unito. Le relazioni tra le varie trasformazioni geometriche introdotte possono essere rappresentate con il seguente diagramma: OMEOMORFISMI PROIETTIVITÀ AFFINITÀ SIMILITUDINI OMOTETIE IDENTITÀ ISOMETRIE Introducendo il concetto di trasformazione e individuandone le proprietà in base agli elementi che in esse risultano invarianti, è possibile affrontare lo studio delle figure geometriche da un punto di vista diverso da quello proprio della geometria euclidea; questo punto di vista è stato esposto dal matematico tedesco Felix Klein (1849 – 1925), nel suo “Programma di Erlagen”. In questo modo si passa dallo studio delle figure a quello degli “spazi” che le contengono, caratterizzati da gruppi di trasformazioni, che a loro volta sono caratterizzati dai loro invarianti (le proprietà geometriche non sono più determinate dalla forma di una figura, ma dalle trasformazioni che su di essa possono agire). TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE – Simona Cavanna Pagina 5 Ad esempio, la geometria euclidea del piano è lo studio delle proprietà che sono invarianti per trasformazioni isometriche (traslazioni, rotazioni e simmetrie) del piano in sé. La geometria affine è lo studio delle proprietà delle figure che sono invarianti per trasformazioni affini, la geometria proiettiva quello delle proprietà che sono invarianti per trasformazioni proiettive e così via. Questo nuovo metodo di studio non si contrappone a quello della geometria euclidea, ma è complementare ad essa e più generale; infatti, introducendo il concetto di gruppo di trasformazioni, Klein riuscì ad unificare tutte le geometrie costruite in precedenza, comprese quelle non euclidee iperbolica ed ellittica. Siti interessanti per saperne di più: http://progettomatematica.dm.unibo.it/GeometrieNonEuclidee/homepage.html#homepage TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE – Simona Cavanna Pagina 6
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