Documento:/IlCittadinodiLodi/2014/02/28/SPECIALE/Pagine/Albarola 2.pgl Autore:pmp.f.cerri Data:03/03/2014 17:19:27 16 VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2014 VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2014 17 SPECIALE ALBAROLA il Cittadino VIABILITÀ ■ TRA I PROBLEMI BUCHE MAI RATTOPPATE E SEGNALETICA INESISTENTE DI FRONTE ALL’EDICOLA I QUATTRO CON IL CUORE VERDE HANNO PIANTATO 30 ALBERI E OGNI SERA LI ANNAFFIANO Dito puntato contro la solita “anarchia” dei parcheggi ■ “Distruggono le foreste? Noi le portiamo in città“. Dall’ostinazione ecologica di 4 volontari è nata la “cooperativa del verde”. Il nome è solo un’invenzione. Loro si considerano dei mezzi “banditi”: hanno piantato ben 30 piante, nel campo di fronte all’edicola di via Grandi e promettono che non è finita qui. «Siamo partiti nel 2009 - raccontano -con una quercia e un noce. Siamo arrivati a 30 alberi, tutti autoctoni, oltre a querce e noci, anche noccioli e ontani. L’altro giorno abbiamo acquistato due calicantus. Non sono autoctoni, ma profumano un po’ l’aria tra gennaio e febbraio. Vogliamo piantarle alle spalle della pensilina della fermata dell’autobus in via Grandi». Le piante sono tutte in buona salute, ma non è un caso. «Una sera ogni due - raccontano -, salvo in periodi di pioggia, le innaffiamo. Arriviamo con secchi e bottiglie e attingiamo acqua alla fontanella. Ci troviamo alle 21.30 e fin verso le 23.30 siamo impegnati. Nell’estate del 2012, particolarmente secca, andavamo tutte le sere. I residenti, magari anziani e stranieri, ormai ci conoscono e si fermano a parlare. E quando proprio pesa perché in programma c’è altro da fare, allora pensiamo: “Ma possibile non avere il tempo per due secchiate d’acqua a una pianta che sta soffrendo?”». Certo che no e così il verde all’Albarola cresce. Così come crescono gli orti sociali che sorgono nel parco delle Caselle, ma questa è tutta un’altra storia. Le proposte di alcuni abitanti: «Più controlli da parte dei vigili per multare gli automobilisti indisciplinati e senso unico in via Saragat, via Moro e via Codazzi» ■ «Il quartiere è bello, ma è tenuto da cani». Si sfoga così Marinella Baggi, arrivata davanti alla parrocchia dell’Albarola per incontrare i giornalisti del Cittadino. E non c’è niente che scateni di più la rabbia dei residenti della viabilità. Le note dolenti? Il parcheggio selvaggio, specialmente in via Tobagi e via Saragat, con macchine posteggiate qualche volta sui marciapiedi e sulle aiuole. Al punto che alcuni abitanti propongono il senso unico in alcune strade, come via Moro, via Codazzi e via Saragat. Buche mai rattoppate e strisce mai riverniciate sono le altre “pecche” messe in rilievo dagli interlocutori. «IL TASTO DOLENTE è la viabilità - spiega Fabrizio Crotti, uno dei primi residenti -. L’asfalto in via Tobagi e Saragat ha 21 anni. Ci sono delle buche enormi che quando piove si trasformano in laghi. Quando si esce da via Saragat con la macchina, per girare devi andare praticamente in mezzo alla strada con l’auto perché le auto parcheggiate in modo selvaggio nascondono la visuale. Per anni abbiamo avuto il problema della fognatura. I seminterrati finivano a galla. Sono stato uno dei primissimi abitanti. L’acqua finiva nella roggia Bertonica che faceva da tappo. Poi il problema è stato risolto, in compenso si riempiono di acqua le buche e non si riesce più ad uscire di casa». Crotti osserva che servirebbero più piste ciclabili, mentre Giovanna Soffientini si mostra abbastanza soddisfatta della vita nel quartiere e incrocia le dita affinchè gli abitanti non debbano fare i conti con i furti: «I trasporti vanno bene – dice –. Ho visto che ogni tanto fanno le corse a vuoto, ma per gli anziani sono importanti». GIUSEPPE Tarenzi solleva, con tanto di fotografie, un’altra questione: il marciapiede di via Aldo Moro, semi-distrutto dalle radici degli alberi che spuntano in superficie. «I lampioni sono più alti degli alberi, con l’unico risultato che di sera illuminano le foglie e non il marciapiede. Sono intervenuti per spostare i lampioni in avanti, così adesso illuminano la carreggiata e il marciapiede è sempre al buio». Cappello di lana in testa e cappotto color caffelatte Martina Martini sorride: «Io vivo bene, qua sono contenta. L’unica cosa che mi dà fastidio sono i cassonetti rovesciati di tanto in tanto e tutta l’immondizia per terra». IL CANTIERE ■ IN ARRIVO NEL QUARTIERE CIRCA 45 NUOVE FAMIGLIE Al lavoro per le case Aler Tutto pronto per l’estate QUALCHE ANNO fa si era parlato della possibilità di realizzare una moschea nel quartiere, un progetto naufragato tra le proteste. Oggi, al posto della moschea c’è un parco provvisto di pista da skate. Per Giacomo Coppini, però, «quest’area è frequentata da vandali che spaccano tutto e non si può dire niente perché ti rispondono male». E aggiunge: «I giovani si annoiano, forse bisognerebbe pensare a qualche attività che possa essere di loro interesse». Infine, c’è spazio per un’ultima critica via web: la stradina sterrata percorsa da ciclisti e pedoni dietro alla chiesa, utilizzata per raggiungere la stazione. Dal momento che è costituita da sassolini, «si trasforma in una palude e sembra di attraversare le sabbie mobili». TRA I PUNTI di riferimento del quartiere, c’è la parrocchia. Il parroco e i fedeli vorrebbero dei dissuasori di velocità vicino all’ingresso della chiesa, dove a volte qualche conducente schiaccia troppo sull’acceleratore. Sotto il campanile dell’Albarola alcuni residenti si danno da fare per la comunità: «Siamo un gruppo di circa 6-7 persone - racconta Piero Pini - ci occupiamo della raccolta della carta nel quartiere, poi la vendiamo alla Lodigiana Maceri, mentre una volta la portavamo all’Astem. Ognuno di noi ha compiti diversi». Ma i residenti “storici” di via Amendola protestano per lo stato dell’asfalto e per l’aggravio di traffico che sarà causato dai nuovi inquilini delle palazzine CITTADINI Dall’alto in senso orario: Anna Rosa Marchi, Marinella Baggi, Bruno Pacchiarini, Martina Martini Giacomo Coppini, Fabrizio Crotti, Giovanna Soffientini, Piero Pini ■ Crescono di giorno in giorno le palazzine di via Amendola. Dopo l’estate dovrebbe essere pronto il maxi progetto dell’Aler: 45 nuove abitazioni in zona San Fereolo. Sono 24 alloggi a canone sociale, 16 a canone moderato e 5 in patto di futura vendita. I lavori sono stati assegnati alla Iti impresa generale di Modena. Il primo appalto era stato dato nel 2010, poi c’erano stati dei problemi e le opere sono ripartite nel 2013 con l’obiettivo di terminare nel luglio di quest’anno. L’edificio di fronte a via Amendola sarà di quattro piani: 24 cantine a piano terra e due locali tecnici, al primo livello 8 alloggi, mentre ai due piani superiori altri 8 alloggi per piano. Sono in programma anche 11 autorimesse. Il secondo lotto prevede in più una struttura con 9 alloggi, su un edificio di cinque piani, e l’accesso avverrà da un ingresso pedonale immerso nel verde. Poi c’è un terzo lotto con altri 12 appartamenti a canone moderato. L’obiettivo dell’azienda di edilizia residenziale pubblica è quello di puntare sulla qualità edilizia, con il rispetto della sostenibilità ambientale e il risparmio energetico. L’Aler si farà carico anche delle urbanizzazioni, comprendendo nei lavori i parcheggi di via Amendola, poi il ripristino delle asfaltature sulla strada di San Fereolo. Un cantiere che sta creando qualche apprensione nella zona. Gli abitanti di via Amendola, stretti tra viale Europa e la tangenziale, guardano con una certa preoccupazione il nuovo cantiere dell’Aler. Anna Rosa Marchi e Bruno Pacchiarini, per esempio, si chiedono che cosa accadrà alla viabilità quando almeno altre 70 auto si riverseranno sulla strada: «Non c’è sfogo per le macchine, tanto più che l’uscita sulla tangenziale è ormai chiusa - precisa Pacchiarini -. O si crea un collegamento verso viale Europa, in fondo a via Amendola, oppure si deve coprire la roggia che porta al centro commerciale e creare una strada a due corsie». In questa parte di quartiere, però, le lamentele sono numerose. Soprattutto perché l’asfalto si è sbriciolato e nel corso degli anni le riparazioni si sono sempre fatte desiderare; inoltre, con l’arrivo delle palazzine, per i residenti lo spazio sulla carreggiata è destinato a ridursi ulteriormente. Infine, tutti chiedono il potenziamento dell’illuminazione, anche per evitare spiacevoli episodi: «Un anno fa - dice Marchi - di notte hanno incendiato i cassonetti». Un allarme sicurezza da non trascurare.
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