I.S.I.S. “G.A. PUJATI” VIALE ZANCANARO, 58 - 33077 SACILE (PN) TEL. 0434/71968 - FAX 0434/782759 E-MAIL: [email protected] Circolare n. 336 Sacile, 09 Giugno 2014 Ai Docenti Sede Centrale ex “Ferrante Aporti” Linguistico Economico Sociale c/o “Marchesini” Sito web d’Istituto e, p.c. Al Personale ATA Oggetto: Convocazione del Collegio dei Docenti. Si comunica che è convocato, presso l’auditorium d’Istituto, il Collegio dei Docenti, Venerdì 13 Giugno p.v. alle ore 9.00. Sarà trattato il seguente O.d.G.: 1. Lettura e approvazione verbale seduta precedente (disponibile per preventiva consultazione in segreteria); 2. Esiti degli scrutini e definizione delle materie oggetto di corsi di recupero; 3. Disponibilità docenti interni per corsi di recupero; 4. Verifica andamento a.s. in corso; 5. Relazioni funzioni strumentali; 6. Calendario a.s. 2014-2015; 7. Criteri formazione classi prime; 8. Criteri assegnazione docenti alle classi; 9. Approvazione Piano per l’Inclusione d’Istituto (in allegato per preventiva consultazione); 10. Progetti ampliamento offerta formativa a.s. 2014-2015; 11. Comunicazioni del Dirigente Scolastico; 12. Varie ed eventuali. Il Dirigente Scolastico Prof. Aldo Mattera Scuola I.S.I.S. Pujati Sacile a.s. 2013-2014 Piano Annuale per l’Inclusione Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: 1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) minorati vista minorati udito Psicofisici 2. disturbi evolutivi specifici disturbi del linguaggio DSA ADHD/DOP Altro 3. Borderline cognitivo 4. svantaggio (indicare il disagio prevalente) Socio-economico Linguistico-culturale Disagio comportamentale/relazionale Altro Totali % su popolazione scolastica N° PEI redatti dai GLHO N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria Prevalentemente utilizzate in… B. Risorse professionali specifiche Insegnanti di sostegno AEC Assistenti alla comunicazione Funzioni strumentali / coordinamento Psicopedagogisti e affini esterni/interni Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) n° 12 2 / 10 11 / 10 1 / / 2 2 25 11 10 2 Sì / No Sì No Sì No / / Sì No C. Coinvolgimento docenti curricolari Coordinatori di classe e simili Docenti con specifica formazione Altri docenti Attraverso… Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie Tutoraggio alunni Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie Tutoraggio alunni Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie Tutoraggio alunni Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva D. Coinvolgimento personale ATA Assistenza alunni disabili Progetti di inclusione / laboratori integrati E. Coinvolgimento famiglie Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva Coinvolgimento in progetti di inclusione Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante Redazione PEI/PDP, verifica finale, colloqui F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza G. Rapporti con privato sociale e volontariato H. Formazione docenti Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili Procedure condivise di intervento sulla disabilità Procedure condivise di intervento su disagio e simili Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola Strategie e metodologie educativodidattiche / gestione della classe Didattica speciale e progetti educativodidattici a prevalente tematica inclusiva Didattica interculturale / italiano L2 Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) Sì / No Sì Sì No No Sì Sì No No Sì Sì No No Sì No No No No Sì No No Sì Sì Sì No Sì No Sì Sì Sì Sì Punti di criticità Mancanza di un gruppo stabile di insegnanti di sostegno con conseguente impossibilità di garantire continuità didattica agli alunni. Necessità di curare maggiormente la fase di orientamento in entrata per allievi con bisogni educativi speciali. Difficoltà nell’organizzazione dei corsi di L2 per studenti stranieri non italofoni. Debole raccordo con le strutture territoriali (CTI, CTP). Necessità di potenziare lo sportello Centro Informazione Consulenza (sportello di ascolto) situazioni di disagio e/o bisogni educativi speciali. per rilevare Necessità di maggiore formazione di tutto il corpo docente su alcune tematiche relative ai BES. Punti di forza La scuola si è dotata nel corso degli anni di sussidi e attrezzature per allievi ipovedenti e non vedenti (sintesi vocali, fornetto, scanner, materiale didattico). La sede centrale dell’Istituto è attrezzata per accogliere studenti con disabilità motoria grave (rampe di accesso, ascensore, sollevatore per il cambio). È presente un laboratorio musicale attrezzato, utilizzabile per progetti a prevalente carattere inclusivo. Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno Aspetti politici, decisionali e organizzativi coinvolti nel cambiamento inclusivo Vengono di seguito elencate norme e indicazioni operative per le diverse tipologie di allievi con bisogni educativi speciali. Per gli allievi certificati ai sensi della L. 104/92, si rimanda alla normativa specifica. Alunni con Disturbo Specifico d’Apprendimento (legge 170/2010) Riferimenti normativi Legge n. 170/2010 D.M. 12 luglio 2011 e allegate Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento Accordo Stato Regioni del 27 luglio 2012 che ha stabilito quanto segue: - l'obbligo delle Regioni di accreditare degli Enti Certificanti; - l'indicazione delle caratteristiche che tali Enti devono avere; - l'indicazione, per gli alunni delle classi terminali, di presentare la diagnosi non oltre il 31 marzo; - la proposta di un modello unico di diagnosi in cui siano presenti, tra l'altro, indicazioni operative chiare per la prassi didattica. Indicazioni operative 1. Per Piani Didattici Personalizzati (PDP) da predisporre ex novo in presenza di una nuova certificazione: La famiglia deposita in segreteria didattica la certificazione fornita da Enti accreditati (art. 3 L. 170/2010). La segreteria didattica fornisce al referente DSA copia della certificazione, degli eventuali documenti relativi a PDP e interventi didattici nei precedenti cicli scolastici o istituti dai quali l'allievo proviene. Il referente DSA contatterà il coordinatore e i docenti di classe per predisporre il PDP; se lo ritiene opportuno, sentirà anche gli specialisti che hanno redatto la diagnosi. Se la certificazione è presentata entro le riunioni dei consigli di classe previste a ottobre, in tal sede (entro il 31 ottobre) verrà discusso e predisposto il documento. Se la certificazione perverrà in tempi diversi dalla scadenza sopra indicata, il referente DSA richiederà al DS la convocazione di un Consiglio di Classe in merito. Il coordinatore di classe o, in sua impossibilità di adempienza, il docente con il maggior numero di ore di lezione nella classe, convocherà la famiglia dell'allievo per comunicare le misure dispensative/compensative decise dal Consiglio di classe ed eventualmente concordare ulteriori misure da adottare all'interno del PDP. Il Consiglio di Classe, in seduta successiva, apporta le eventuali modifiche prendendo atto delle indicazioni della famiglia. Il PDP viene firmato dal Dirigente Scolastico, dal Consiglio di Classe; viene quindi inoltrato dal coordinatore di classe alla famiglia, per la firma da parte dei genitori o di chi ne fa le veci e dell'allievo (la firma dell'allievo è obbligatoria se lo studente è maggiorenne). Il coordinatore di classe deposita in segreteria didattica il PDP per la sua messa agli atti. Secondo le Linee guida allegate al DM 12-07-2011, 3.1 il documento di programmazione va redatto entro il primo trimestre scolastico. Per analogia si può ritenere che la scuola, una volta ricevuta la certificazione dalla famiglia, abbia tre mesi di tempo per attivarsi. Si prevedono incontri periodici con la famiglia (in orario di ricevimento e/o in occasione dei consigli di classe). Nel caso di studenti privi di diagnosi, ma in cui si sospetta la presenza di DSA, la scuola, attraverso il coordinatore di classe, deve darne comunicazione alla famiglia, che si incaricherà di contattare gli specialisti. 2. Per PDP già predisposto da questo Istituto e depositato agli atti in segreteria didattica negli a.s. precedenti a quello in corso: Il referente DSA a inizio a.s. provvede a verificare la validità della durata della certificazione in base alla quale è stato redatto il documento, che viene fornito in copia al coordinatore di classe entro il primo Consiglio di Classe previsto (ottobre). Nel Consiglio di Classe di ottobre il coordinatore di classe presenta il PDP ai colleghi (nuovi o già presenti nei precedenti a.s. dell'allievo nell'Istituto). Il Consiglio di Classe approva il medesimo documento o appone le modifiche individuate come necessarie (in particolare, nel caso di passaggio da primo biennio a secondo biennio). Il PDP, confermato o modificato, viene firmato dal Dirigente Scolastico e dal Consiglio di Classe; viene quindi inoltrato dal coordinatore di classe alla famiglia, per la firma da parte dei genitori o di chi ne fa le veci e dell'allievo (la firma dell'allievo è obbligatoria se lo studente è maggiorenne). Il coordinatore di classe deposita in segreteria didattica il PDP per la sua messa agli atti. Si prevedono incontri periodici con la famiglia (in orario di ricevimento e in occasione dei consigli di classe). Soggetti coinvolti Il Dirigente scolastico (Linee guida allegate al DM 12-07-2011, 6.2): “garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà territoriali; stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise con gli Organi collegiali e le famiglie, e precisamente: 1.attiva interventi preventivi; 2.trasmette alla famiglia apposita comunicazione; 3.riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo docente; promuove attività di formazione/aggiornamento per il conseguimento di competenze specifiche diffuse; promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il coordinamento delle azioni (tempi, modalità, finanziamenti); definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di studenti con DSA e ne coordina l'elaborazione e le modalità di revisione [...]; gestisce le risorse umane e strumentali; promuove l'intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di studenti con DSA, favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di riconoscimento dell'impegno dei docenti [...]; attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire la riproduzione di buone pratiche e procedure od apportare eventuali modifiche.” Il referente DSA, collabora con il Dirigente scolastico e svolge le seguenti funzioni (Linee guida allegate al DM 12-07-2011, 6.3): “fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti; fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato; [...] fornisce informazioni riguardo ad Associazioni/Enti/Istituzioni ai quali poter far riferimento per le tematiche in oggetto;” pianifica gli incontri famiglia-docenti, fungendo da mediatore tra colleghi, famiglia, studenti (se maggiorenni); coordina la compilazione del Piano Didattico Personalizzato; individua adeguate strategie comunicative con i compagni di classe dell'allievo con DSA, e strategie educative di mediazione nel caso insorgano eventuali disagi o conflitti da parte delle persone coinvolte nel processo educativo dell'allievo; ricerca e produce materiali per la didattica, offrendo supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione; accoglie e gestisce le attività di tirocinio per docenti che frequentano Master DSA e facciano richiesta all'Istituto di svolgervi lo stage previsto; cura la fase di transizione dalla scuola di provenienza dell'allievo (di ordine inferiore precedente alla classe di frequenza o altro istituto) -documentazione ed eventuali contatti con i docenti-. Ogni docente, per sé e collegialmente (Linee guida allegate al DM 12-07-2011, 6.4): “prende visione della certificazione diagnosticata rilasciata dagli organismi preposti; procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti; attua le strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo; adotta misure dispensative; attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;” mette in atto strategie di recupero; segnala alla famiglia la persistente difficoltà nonostante gli interventi di recupero posti in essere. La famiglia: provvede di propria iniziativa o su segnalazione a far valutare lo studente secondo le modalità previste dall'art. 3 della L. 170/2010; consegna alla scuola la diagnosi; condivide le linee elaborate nella documentazione dei Percorsi Didattici individualizzati e personalizzati e formalizza con la scuola un patto educativo/formativo che preveda l'autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe -nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso- ad applicare ogni strumento compensativo e le misure dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili; sostiene la motivazione e l'impegno dello studente nel lavoro scolastico e domestico; considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline. Procedure per l’accoglienza degli alunni stranieri (svantaggio linguistico-culturale) Riferimenti normativi D.Lgs. 25 luglio 1998, n.286 art.38: " Istruzione stranieri" D.P.R. 31 agosto 1999 , n.394 art. 45: " Iscrizione scolastica alunni stranieri" C.M. 1 marzo 2006, n.24: " Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri" Documento programmatico ottobre 2007 " La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri" D.P.R. 22 giugno 2009, n.122:" Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia" C.M. 8 gennaio 2010, n.2: "Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni di cittadinanza non italiana" Nota MIUR 27 gennaio 2012 prot.465: " Studenti con cittadinanza non italiana iscritti a classi di istituti di istruzione secondaria di secondo grado. Esami di stato." MIUR 31 gennaio 2012 prot. 236: " Linee guida per la progettazione di percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana" Direttiva ministeriale “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” 27 dicembre 2012 Circolare ministeriale n.8 “Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative” 6 marzo 2013 Nota 2563 “Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali A.S. 2013/2014. Chiarimenti”. 22 novembre 2013 MIUR 19 febbraio 2014 prot.4233: " Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri" Indicazioni operative FASE 1 ISCRIZIONE Soggetti coinvolti: segreteria – famiglia - alunno L’iscrizione, da intendersi come il primo passo del percorso di accoglienza e di integrazione dell’alunno straniero e della sua famiglia, è in carico all’Ufficio di Segreteria. Tra il personale di segreteria viene quindi indicata una persona incaricata delle iscrizioni degli alunni stranieri, anche al fine di affinare progressivamente abilità comunicative e relazionali per l’interazione con cittadini stranieri. L’incaricato delle iscrizioni chiede: le autocertificazioni dei dati anagrafici dell'alunno e dei genitori; i documenti necessari a norma di legge ( documenti sanitari, permesso di soggiorno); il certificato (tradotto ) attestante la classe e la scuola frequentata nel paese di origine; la raccolta delle informazioni riguardanti il percorso scolastico seguito dall’alunno nel Paese di origine e la sua biografia linguistica, eventuale conoscenza di una seconda lingua e le lingue parlate in ambito domestico. L’incaricato delle iscrizioni informa su: modalità di iscrizione online; compilazione del modulo per l'iscrizione predisposto dalla scuola; scuola e suo funzionamento in generale (l’organizzazione della scuola, le diverse opzioni educative). Nel caso in cui la famiglia non disponga di computer con collegamento internet potrà rivolgersi alla scuola per il supporto necessario. Se la famiglia del minore straniero è in posizione di irregolarità e quindi il minore non possiede il codice fiscale, la domanda va comunque compilata a cura della scuola. L'addetto della segreteria poi, sentito il docente referente per l'accoglienza, fissa la data per un colloquio con i genitori. Il primo incontro con i genitori stranieri potrà coinvolgere oltre al docente referente per l'accoglienza, il Dirigente Scolastico ma anche un mediatore linguistico o uno studente -tutor (allievo immigrato di vecchia data o nato in Italia da genitori stranieri, già inserito nella scuola da qualche anno, che aiuta e supporta - nella relazione e nella mediazione - il neo arrivato da uno stesso paese e lingua di provenienza). Se è già nota la classe di destinazione, potrà parteciperà all’ incontro anche il coordinatore di classe. Tutti i soggetti coinvolti si attiveranno per: il passaggio chiaro ed efficace delle informazioni alla famiglia straniera; la raccolta delle notizie indispensabili per una prima conoscenza dell’alunno che consentano di adottare decisioni adeguate sia sulla classe in cui inserirlo, sia sui percorsi di facilitazione da attivare. La segreteria terrà un apposito elenco di alunni stranieri da aggiornarsi in base alle nuove iscrizioni. FASE 2 ACCOGLIENZA Soggetti coinvolti: referente per l'accoglienza – famiglia – alunno La fase dell’accoglienza rappresenta il primo contatto del/la ragazzo/a e della famiglia straniera con la scuola italiana ed è in questo momento che si pongono le basi per l’effettiva integrazione dell’alunno straniero. La prima conoscenza si realizza attraverso un incontro con l’alunno e con i genitori, durante il quale si utilizzeranno le informazioni già raccolte dalla segreteria e si valuterà il livello di conoscenza dell'italiano attraverso la somministrazione di un test linguistico. Verranno anche fornite informazioni sulle strutture del territorio che offrono servizi agli stranieri. Al termine del colloquio il docente referente per l’accoglienza compila: Scheda di rilevazione della situazione di partenza, relativamente alle competenze linguistiche comunicative in L2 Scheda di presentazione dell'alunno da sottoporre all'attenzione del Dirigente Scolastico e al Consiglio di Classe. Il docente referente per l’accoglienza trasmette le informazioni raccolte al coordinatore della classe in cui verrà inserito l’alunno per una presentazione dello studente ai docenti di classe. Per gli studenti che hanno frequentato solo parzialmente la scuola in Italia, ma con regolare attestato di licenza media, si prospetta l’eventuale compilazione, a cura della scuola di provenienza, della scheda di passaggio Scuola Media-Scuola Superiore. Le informazioni in essa contenute saranno utilizzate per l’inserimento nelle classi prime e per l’eventuale riduzione curricolare ed inserimento nei moduli aggiuntivi di insegnamento dell’italiano L2, finalizzato all’acquisizione delle competenze linguistiche sia per comunicare sia per studiare. Nel caso in cui la domanda di iscrizione pervenga ad anno scolastico già avviato, ai sensi dell’art. 45 del D.P.R. 394 del 31 agosto 1999, si sottopone lo studente a test di ingresso finalizzato all’accertamento del possesso dei prerequisiti minimi necessari per affrontare il corso di studio della classe in cui l’alunno sarà inserito. FASE 3 ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE Soggetto coinvolto: Dirigente Scolastico Il Dirigente Scolastico, dopo aver raccolto le informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno, sulla situazione familiare, su interessi, abilità, competenze possedute e dopo aver considerato l’ordinamento degli studi del Paese di provenienza, individua la classe e la sezione in cui inserire l’alunno. In questa scelta possono essere eventualmente coinvolti e consultati i genitori degli allievi stranieri e quelli del gruppo classe che lo accoglierà. Il DPR n.394/1999, la C.M. n.24/2006 e le 'Linee Guida' del 19 febbraio 2014 sanciscono alcuni principi e indicano le modalità di inserimento. In particolare le Linee Guida ribadiscono che per i minori con cittadinanza non italiana le iscrizioni vengono effettuate nei tempi e con le modalità previste dalle circolari ministeriali come per i cittadini italiani, se l'iscrizione avviene ad inizio anno scolastico. Pertanto se all’inizio dell’anno l’alunno presenta una corrispondenza fra età e classe, comprovata da documentazione scolastica, l’inserimento avviene nella classe corrispondente all'età anagrafica. L’iscrizione in una classe diversa (immediatamente precedente o successiva) avverrà, con delibera del Collegio Docenti, sulla base di criteri specifici tenendo conto: dell’accertamento di competenze, abilità, e livelli di preparazione della lingua italiana; dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno; del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza; del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno; del periodo dell’anno scolastico nel quale viene effettuata l’iscrizione (es. per iscrizioni richieste verso la fine del secondo quadrimestre, è auspicabile evitare situazioni che sfocino inevitabilmente nel cambio classe per ripetenza). La scelta della sezione avverrà invece sulla base dei seguenti criteri: il numero degli allievi per classe (l'alunno verrà inserito in quella meno numerosa); la presenza di altri stranieri (limiti fissati dalla C.M. 2/2010): si cercherà di evitare di concentrare gli allievi stranieri in un’unica classe (per dare a tutte le classi l’opportunità di conoscere e imparare ad interagire con diverse culture e per facilitare l’integrazione con il gruppo classe), ma di inserire comunque allievi provenienti dallo stesso paese nelle stesse classi (con la possibilità di avere un allievo che possa fare da tutor); la presenza di altre situazioni problematiche e delle dinamiche relazionali dei diversi gruppi classe, per distribuire equamente il compito delle programmazioni individualizzate. FASE 4 INSERIMENTO IN CLASSE Soggetti coinvolti: i docenti della classe di inserimento Nel corso del Consiglio di Classe, il coordinatore, sulla base delle informazioni ricevute, provvede: ad informare tutti i docenti del nuovo inserimento, a fornire informazioni dettagliate in merito al percorso di studi realizzato dallo studente straniero e alle competenze linguistiche conseguite. Il Consiglio si impegna a: nominare un tutor (generalmente il coordinatore di classe) che svolga il ruolo di mediazione tra il Consiglio di Classe, lo studente e la famiglia, individuare, se possibile, uno studente-tutor e prende in considerazione la possibilità di sostituire alcune ore del curricolo scolastico (massimo 8-10 ore settimanali) con moduli di L2. Al di là degli aspetti propriamente amministrativi, occorre raccogliere una serie di informazioni sull’alunno per individuare i percorsi di facilitazione che devono essere attivati. La storia scolastica precedente dell’alunno deve essere tenuta presente sia in termini di competenze, abilità, saperi, sia per le modalità di apprendimento che ha assimilato. Il gruppo dei docenti quindi: rileva i bisogni specifici di apprendimento; favorisce l’integrazione nella classe promuovendo attività in piccolo gruppo o progetti di educazione interculturale; attua un rinforzo sistematico in classe: è essenziale cercare sempre il coinvolgimento attivo dell’alunno nelle attività, anche se non è in grado di seguire le lezioni. La piena partecipazione alle attività comuni di studio si realizza in tempi lunghi: far sì che l’alunno si senta comunque partecipe evita il graduale estraniamento che induce alla demotivazione e all’insuccesso scolastico; considera l’insegnamento della lingua italiana trasversale alle discipline; individua concrete modalità di semplificazione e facilitazione linguistica per ogni disciplina, attraverso metodologie flessibili o percorsi individualizzati. L'adattamento dei programmi, previsto dall'art. 45 del DPR 394/1999, può essere perseguito attraverso l'individuazione di nuclei tematici fondanti di ogni disciplina; su tali nuclei si potrà poi articolare la programmazione utilizzando testi facilitati e individuando obiettivi minimi. La nota 2563/2013 ricorda che solo in via eccezionale si procede alla formalizzazione di un Piano didattico personalizzato per alunni con cittadinanza non italiana. "Si tratta soprattutto- ma non solo- di quegli alunni neo arrivati in Italia, ultratredicenni, provenienti da Paesi di lingua non latina"; mantiene relazioni di collaborazione con la famiglia. INTEGRAZIONE E ALFABETIZZAZIONE In seguito alla rilevazione del grado di conoscenza della lingua italiana, l’alunno verrà avviato ad un percorso di alfabetizzazione calibrato al suo livello di partenza. Obiettivo prioritario sarà l’acquisizione di una funzionale competenza nella lingua italiana, scritta e orale, sia in forme ricettive che produttive, prima per la comunicazione interpersonale e per l’integrazione scolastica, poi per lo studio delle discipline. L’apprendimento e lo sviluppo dell’Italiano come seconda lingua, deve essere al centro dell’azione didattica ai fini dell'inserimento positivo e di una storia di buona integrazione. Le peculiarità che connotano tale percorso didattico sono: la transitorietà dell'intervento, lo scopo iniziale prettamente comunicativo, la trasversalità alle varie discipline, l'uso della facilitazione dell'apprendimento, l'apprendimento in situazione mista ed eterogenea attraverso l’integrazione con i pari, l'uso di interventi a scalare nel tempo, l'uso di laboratori linguistici collocati entro moduli di apprendimento (Linee guida MIUR 2/2014 pp.16/17/18). È necessaria, pertanto, una programmazione incentrata sui bisogni reali e sul monitoraggio dei progressi di apprendimento nella lingua acquisiti via via dall’alunno straniero. Nella fase iniziale ci si può valere di strumenti di facilitazione linguistica (cartelloni, alfabetieri, carte geografiche, testi semplificati, strumenti audiovisivi o multimediali, ecc.), promuovendo la capacità dell’alunno di sviluppare la lingua per comunicare. Una volta superata questa fase, va prestata particolare attenzione all’apprendimento della lingua per lo studio perché rappresenta il principale ostacolo per l’apprendimento delle varie discipline. La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche. Area BES (non rientranti nella legge 104/92 e 170/2010; esclusa area svantaggio linguistico-culturale) Riferimenti normativi Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012: “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”; Circolare ministeriale n.8, 6 marzo 2013: “Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. Indicazioni operative”; Nota 1551, 27 giugno 2013: “Piano annuale per l’inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M n.8/2013”; Nota 2563, 22 novembre 2013: “Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali A.S. 2013/2014. Chiarimenti”. Indicazioni operative Rientrano in quest’area: I disturbi evolutivi specifici non esplicitati nella legge 170/2010 I deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività che non ottengono la certificazione di disabilità Il funzionamento cognitivo limite (QI globale compreso fra 70 e 85) L’ area dello svantaggio socio-economico. La nota 2563/2013 indica “altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento, per le quali dagli stessi insegnanti sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica”. Per le prime tre categorie sopra elencate è obbligatorio acquisire una diagnosi rilasciata da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie che attesti la presenza della patologia o del disturbo. Negli altri casi potranno essere raccolte segnalazioni e informazioni più specifiche dalla famiglia, dai docenti, dai servizi sociali/specialisti che seguono l’allievo/a o da scuole precedentemente frequentate. In presenza di documentazione scritta (diagnosi, segnalazioni), questa va consegnata alla segreteria della scuola che istruirà un fascicolo personale per l’allievo/a e darà tempestiva comunicazione al coordinatore di classe. Egli ottiene preventivamente l’assenso da parte della famiglia (o dello studente se maggiorenne) per l’eventuale adozione di un piano didattico personalizzato. In analogia a quanto previsto per i DSA, nell’eventuale formalizzazione di un PDP “è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extra-scolastici” (Linee guida allegate al D.M. 12 luglio 2011 par.3.1). E’ altresì opportuno contattare gli specialisti che hanno redatto la diagnosi, se presente, per raccogliere indicazioni e suggerimenti. Il coordinatore convoca quindi il Consiglio di classe per una decisione collegiale in merito all’adozione di un PDP (è sufficiente una risoluzione presa a maggioranza). Si tiene a precisare che, “anche in presenza di richieste di genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (nota 2563/2013).D’altra parte, la C.M. 8/2013 contempla la possibilità di adottare un PDP in assenza di certificazione clinica o diagnosi: ”Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso”. Nella stesura del PDP, che viene compilato in sede di Consiglio di classe tenendo conto delle osservazioni della famiglia, degli specialisti e dell’eventuale consulenza del referente per gli alunni con BES, è possibile avvalersi degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011), meglio descritte nelle allegate Linee guida. Tra le misure compensative, si citano a titolo esemplificativo la tavola pitagorica, la tabella delle misure e delle formule, la calcolatrice, il PC, i dizionari di lingua straniera computerizzati, tabelle e traduttori. Tra le misure dispensative si citano, ad esempio, tempi più lunghi per le prove scritte, organizzazione di interrogazioni programmate, assegnazione di compiti per casa in misura ridotta. Il PDP viene quindi firmato dai docenti e dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato). Viene quindi inoltrato alla famiglia dal coordinatore di classe per la firma del genitore o dello studente (se maggiorenne). In analogia a quanto previsto per i DSA, è opportuno che il Piano didattico personalizzato venga formalizzato entro tre mesi dalla segnalazione/consegna di documentazione in segreteria. Il Consiglio di classe avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario. Nel caso in cui il PDP non sia più indispensabile, il Coordinatore di classe ne darà tempestiva comunicazione alla famiglia, previa autorizzazione del Consiglio di classe che motiverà la propria decisione. In alternativa alla formalizzazione di un PDP, rimane aperta la possibilità, in base al art. 4 del DPR 275/99 (Regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche), di attivare percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo. In questo caso è opportuno che le misure adottate in un’ottica di individualizzazione dell’apprendimento siano concordate e verbalizzate all’interno del Consiglio di classe. Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti Durante l’anno scolastico verranno organizzati degli incontri specifici, tenuti da personale interno, sulle tematiche della disabilità, dei DSA e degli altri bisogni educativi speciali. Lo scopo degli incontri è di fornire agli insegnanti della scuola una serie di conoscenze e di competenze necessarie per affrontare con maggior consapevolezza il tema dell’inclusione scolastica. Saranno altresì segnalati master, conferenze e incontri sull’argomento. Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive La stesura del P.A.I. costituisce un momento di riflessione per l’intera comunità educante sulle prassi inclusive della scuola; dall’analisi dei punti di criticità e di forza, si individueranno delle azioni specifiche per migliorare il livello di inclusione. Per quanto riguarda gli aspetti strettamente didattici, si ritiene opportuno declinare le strategie di valutazione secondo le diverse tipologie indicate sopra (Aspetti politici, decisionali e organizzativi coinvolti nel cambiamento inclusivo). Alunni con Disturbo Specifico d’Apprendimento (legge 170/2010) Per la verifica e la valutazione degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo del ciclo, si terrà conto delle specifiche situazioni soggettive degli allievi; a tali fini, nello svolgimento dell'attività didattica e nelle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. La riduzione del numero di consegne richieste in una prova scritta è di tipo quantitativo, non qualitativo; la prova dovrà cioè consentire di accertare, anche se con un numero minore di domande, esercizi o altro, il raggiungimento degli stessi obiettivi (Linee guida allegate al DM 12-07-2011, 3). In particolare, secondo il DM 5669/2011 (decreto attuativo legge 170/2010) art. 6 'Forme di verifica e di valutazione', c.2, l'istituzione scolastica adotta modalità valutative che consentono allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria . Al c. 3 del medesimo si specifica che sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, [le Commissioni] possono riservare ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicurano, altresì, l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adottano criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte, anche con riferimento alle prove nazionali INVALSI previste per gli esami di Stato, sia in fase di colloquio . Dal c. 5 si evince in particolare che si possono dispensare studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni […] In sede di esami di Stato, conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, modalità e contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – sono stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe . I candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado ovvero all’università. La prova orale sostitutiva dello scritto non può essere inserita nel colloquio pluridisciplinare; è bene in sede di riunione preliminare stabilire le modalità, i tempi e quali componenti della commissione parteciperanno alla prova sostitutiva (OM 41/2012 S. Sec. 2°). Per qualsiasi ulteriore indicazione, si rimanda alle indicazioni contenute nella specifica Ordinanza Ministeriale sull’argomento che viene emanata annualmente. Alunni stranieri (svantaggio linguistico-culturale) I minori con cittadinanza non italiana presenti nel territorio nazionale, in quanto soggetti all'obbligo di istruzione, sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani (D.P.R. n.394 del 31/08/99 , DPR n.122/2009, linee guida 2014 par.4). In particolare, si ricorda quanto segue: i voti vanno assegnati in decimi per tutte le discipline di studio e per il comportamento; l'ammissione alla classe successiva o all'esame di Stato avviene in presenza di voti non inferiori al sei in tutte le discipline e nel comportamento. Vengono attribuite le tutele specifiche previste dalle norme se lo studente è affetto da disabilità (legge 104/92) o da disturbo specifico di apprendimento (DSA legge 170/2010) o presenta difficoltà ricomprese nella recente Direttiva sui bisogni educativi speciali emanata il 27 dicembre 2012. Per quanto riguarda gli alunni stranieri, soprattutto quelli di recente immigrazione e non italofoni, le linee guida del MIUR ( 2/2014, par.4) affermano che “è prioritario che la scuola favorisca, con strategie e percorsi individualizzati un possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni, garantendo agli studenti non italiani una valutazione che tenga conto, per quanto possibile, della loro storia scolastica precedente, degli esiti raggiunti, delle caratteristiche delle scuole frequentate, delle abilità e competenze essenziali acquisite". Le linee guida del 2006 (par. 8) ricordano che "nel momento in cui si decide il passaggio o meno da una classe all'altra o da un grado scolastico al successivo, occorre far riferimento a una pluralità di elementi fra cui non può mancare una previsione di sviluppo dell'alunno." In questa ottica i docenti terranno conto che è possibile: prevedere tempi più lunghi per il raggiungimento degli obiettivi; valutare il progresso rispetto al livello di partenza; valorizzare il raggiungimento degli obiettivi non cognitivi; considerare che l’alunno straniero è sottoposto a una doppia valutazione: quella relativa al suo percorso di Italiano seconda lingua, quella relativa alle diverse aree disciplinari e ai contenuti del curricolo comune; tener presente il processo di apprendimento avviato e le dinamiche socio-relazionali osservate. ESAMI DI STATO La normativa d'esame non permette di differenziare formalmente le prove per gli studenti stranieri, ma solo per gli studenti con bisogni educativi speciali certificati o comunque forniti di PDP. Nelle recenti Linee guida si consiglia una adeguata presentazione degli alunni e delle modalità di svolgimento del percorso scolastico. Per l'esame di Stato sono da considerare crediti formativi eventuali percorsi di mantenimento e sviluppo della lingua di origine. Nel colloquio orale possono essere valorizzati contenuti relativi alla cultura e alla lingua del paese d'origine. ( MIUR 2/ 2014 ). Area BES (non rientranti nella legge 104/92 e 170/2010; esclusa area svantaggio linguistico-culturale) La valutazione terrà in debita considerazione la situazione di partenza dell’allievo e i risultati raggiunti dallo studente nel suo personale percorso di apprendimento. Nella stesura delle prove in itinere e finali ogni docente terrà conto degli obiettivi irrinunciabili ed essenziali della propria materia per la classe frequentata. Nella valutazione della prove sarà posta attenzione al processo più che al solo prodotto elaborato. Per quanto riguarda gli Esami di Stato, si rimanda alle indicazioni contenute nella specifica Ordinanza Ministeriale sull’argomento che viene emanata annualmente. Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola Coordinatore gruppo H. Convoca e presiede su delega del Dirigente scolastico il GLHI, partecipa sempre su delega del DS ad eventuali incontri e riunioni , fornisce consulenza ai colleghi su temi particolari (ad es. valutazione, Esami di Stato, prove Invalsi etc.), cura la fase di passaggio tra la scuola media inferiore e la scuola media superiore. Se necessario, fornisce supporto ai colleghi su eventuali situazioni problematiche, coinvolgendo gli operatori dei servizi, le famiglie e i docenti curricolari. Referente DSA. Il referente DSA, collabora con il Dirigente scolastico e svolge le seguenti funzioni (Linee guida allegate al DM 12-07-2011, 6.3): fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti, fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato, pianifica gli incontri famiglia-docenti, fungendo da mediatore tra colleghi, famiglia, studenti (se maggiorenni), coordina la compilazione del Piano Didattico Personalizzato, individua adeguate strategie comunicative con i compagni di classe dell'allievo con DSA, e strategie educative di mediazione nel caso insorgano eventuali disagi o conflitti da parte delle persone coinvolte nel processo educativo dell'allievo, ricerca e produce materiali per la didattica, offrendo supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione, fornisce informazioni riguardo ad Associazioni/Enti/Istituzioni ai quali poter far riferimento per le tematiche in oggetto, accoglie e gestisce le attività di tirocinio per docenti che frequentano Master DSA e facciano richiesta all'Istituto di svolgervi lo stage previsto, predispone la relazione, allegata al Documento del 15 maggio della classe di appartenenza come allegato riservato, nella quale emergano un profilo chiaro della situazione dello studente e tutte le indicazioni necessarie per il sereno svolgimento dell'esame stesso. Tale relazione viene presentata al Consiglio di Classe e discussa insieme con i docenti, poiché deve riportare anche le indicazioni a cui si dovrà strettamente attenere la Commissione. Referente per l’accoglienza degli alunni stranieri (figura da istituire). Cura la fase di accoglienza degli alunni stranieri, trasmette le prime informazioni raccolte al Consiglio di Classe, fornisce supporto ai colleghi relativamente alle norme in materia e a eventuali problemi che dovessero presentarsi. Referente BES. Cura l’aggiornamento relativo all’area dei BES, anche attraverso l’acquisizione di documenti e materiale didattico (schede di rilevazione, modelli di PDP, letteratura specifica, esperienze presso altre realtà scolastiche). Fornisce consulenza ai colleghi sulle norme in materia e li supporta nella elaborazione di percorsi didattici specifici per BES. CIC. Fornisce sostegno psicologico e rileva eventuali disagi e/o bisogni educativi speciali. GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusione). Rileva i Bes presenti nella scuola, valuta il livello di inclusività della scuola attraverso la descrizione dei punti di forza e di criticità , raccoglie e coordina le proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze degli allievi, elabora una proposta di Piano annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES. Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti CTS (Centro Territoriale di Supporto). Il nostro Istituto ha fatto ricorso solo sporadicamente al CTS di zona. Per il prossimo anno scolastico l’obiettivo è quello di intensificare i rapporti per azioni di consulenza, formazione, monitoraggio e condivisione di buone pratiche. Centro Tiflodidattico di Trieste. Viene contattato per consulenze relative a metodologie didattiche e ausili specifici che riguardano studenti ipovedenti o non vedenti. Svolge anche un ruolo di mediazione con i centri specializzati che elaborano i libri di testo per questi studenti. AID (Associazione Italiana Dislessia-Pordenone). Viene contattata dal referente DSA per consulenze relative a metodologie didattiche e ausili specifici che riguardano studenti con DSA; viene proposta agli studenti con DSA e alle loro famiglie la frequentazione dei seminari e dei laboratori che l'Associazione offre durante ogni a.s. per un uso consapevole e proficuo degli strumenti compensativi, o delle conferenze per una maggiore consapevolezza del disturbo e della sua gestione. CTP. I CTP, istituiti ai sensi dell’O.M. 455/97, rappresentano l’insieme dei servizi e delle attività di istruzione e formazione degli adulti presenti sul territorio. Nel corso degli anni la scuola ha stipulato delle convenzioni con la Fondazione Bambini e Autismo, la fondazione Opera Sacra Famiglia ed il Giardino delle Sorprese in un’ottica di alternanza scuola-lavoro per alcuni disabili che frequentano o hanno frequentato il nostro Istituto. Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo. Le fasi di transizione in entrata ed in uscita dal sistema scolastico sono particolarmente delicate per gli allievi disabili. Il coordinatore del gruppo H si informa, attraverso la segreteria, sui nuovi iscritti con disabilità certificata (legge 104/92). Prende contatto con gli insegnanti di sostegno della scuola di provenienza, partecipa ad eventuali riunioni di passaggio tra i due ordini di scuola, provvede alla compilazione del piano educativo individualizzato ai sensi del comma 1 art. 3 D.P.C.M. 185/2006. Se contattato dalle famiglie o dalla scuola media inferiore in vista di una possibile iscrizione, fornisce tutte le informazioni sull’Istituto riguardanti, oltre che i diversi indirizzi di studio, anche le strutture in grado di accogliere particolari tipi di disabilità (ascensore, sollevatore etc). In accordo con la segreteria, controlla il fascicolo personale dell’allievo ( diagnosi funzionale, verbale di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap, piano educativo individualizzato, profilo dinamico-funzionale e verifica finale provenienti dalla scuola media inferiore) e, se necessario, richiede i documenti mancanti. All’inizio del nuovo anno scolastico, trasmette tutte le informazioni raccolte al Consiglio di Classe ed agli insegnanti di sostegno che accompagneranno l’allievo nel suo percorso educativo e didattico. Per quanto riguarda l’orientamento in uscita e/o il successivo inserimento lavorativo, la scuola accompagna gli alunni certificati e le loro famiglie nel passaggio alla vita adulta collaborando con le istituzioni deputate all’individuazione del progetto lavorativo o dell’ambiente più idoneo nel quale inserire i ragazzi una volta conclusosi il percorso scolastico. Si intende sviluppare maggiormente il raccordo con il Progetto “Orientamento in uscita e stage”, presente all’interno dell’Istituto, per attivare percorsi di alternanza scuola-lavoro che coinvolgano specificamente gli allievi certificati ai sensi della L. 104/92. Il docente di sostegno, su delega del Consiglio di Classe, collabora con la figura strumentale preposta a tale attività, per individuare le attività che l’alunno con disabilità può svolgere, facilita l’inserimento nell’attività di tirocinio e partecipa come tutor, ove necessario. Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 27 maggio 2014 Deliberato dal Collegio dei Docenti in data _________ Allegati: Proposta di assegnazione organico di sostegno
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