GIUGNO 2014 IN COMUNIONE Barlassina Giovani nella Fede di don Sandro Carissimi, vita di fede. I figli che ricevevano la Prima Comunione sono stati il modo con cui il Signore ha ripreso un rapporto con i genitori. Veramente il Signore è sempre in azione ed i Sacramenti mostrano il Suo lavoro. L’oratorio feriale sarà un’altra occasione per accompagnare i ragazzi e le famiglie in questo cammino. leggendo l’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium“ resto sempre colpito dall’impeto missionario che papa Francesco propone: “La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva”. Seguirà il periodo importante della “Missione” in cui saremo chiamati dai padri di Rho a partecipare ad una intensità di vita cristiana che rinnoverà la nostra fede. Alcuni nostri amici si stanno già preparando formando il gruppo degli animatori dei gruppi di ascolto. Stiamo cercando ancora delle case che sappiano accogliere questi incontri mensili nelle abitazioni. Come possiamo leggere queste parole (come tante altre) e non sentire il desiderio di comunicare la gioia che l’incontro con Gesù produce in noi? Il Signore risponde alle esigenze profonde che abbiamo nel cuore, per questo desideriamo diventare propositivi di un’esperienza che ha conquistato la nostra vita. Tutta la nostra forza sta nella gioia che viviamo nel cuore. E’ il Signore che opera per primo; a noi il compito di essere suoi strumenti. Un sacerdote mi diceva: ”Ti auguro di non stare mai tranquillo nella fede”. La fede non è qualcosa che si conserva tenendola da qualche parte e tirandola fuori quando serve, ma è una realtà viva, come l’amore: se non si rinnova ogni giorno, col tempo, tutto diventa abitudine. La Missione che stiamo preparando ha lo scopo di renderci sempre giovani nella fede. Troppo spesso viviamo col devoto ricordo di esperienze vissute da giovani e che poi abbiamo dimenticato. Magari ci impegniamo in varie attività della parrocchia, ma abbiamo smesso di fare quel lavoro quotidiano di riconoscere Gesù vivo nella vita quotidiana. Ci stiamo impegnando con i valori cristiani e con le opere parrocchiali, ma abbiamo dimenticato Cristo vivo accanto a noi. Un giorno il papa diceva che troppi cristiani non hanno un volto che manifesta la letizia del cuore. Per questo è difficile e poco entusiasmante la missione: si parte come gente che ha già perso. Il dilagare della lamentela mostra la nostra posizione non corretta. Nel mese di maggio abbiamo portato la statua della Madonna in tutti i luoghi che abbiamo potuto, perché Lei ci aiutasse ad una vera evangelizzazione. Abbiamo incontrato tante persone ed abbiamo pregato insieme nei quartieri, fra le case e nelle fabbriche. Una parrocchia diventa viva quando accade che si diffonde il desiderio e il lavoro di questa conversione. Mi ha colpito, celebrando in parrocchia le Prime Comunioni dei nostri bambini, come tanti genitori abbiano cominciato un cammino di riavvicinamento alla 1 Indice Vita in parrocchia: Pag.3 - 4 Sfiorati dalla santità Rubrica “Lo scrigno della memoria” di Antonietta Porro Pag.5 - 6 Un miracolo di Grazia Prima Santa Comunione a cura delle Catechiste Pag.7 Un dono per Gesù e la comunità Vestizione chierichetti di Ernesto, Pino, Roberto Pag.9 Santo Rosario nei Rioni a cura della Redazione Mese di Maggio Pag.11 Liberi di essere presi a servizio Incontro tra l’Arcivescovo e gli animatori dell’Oratorio estivo a cura di Ilaria Sironi Pag. 12 - 13 Cultura della Pentecoste Una barlassinese racconta la sua esperienza in Rinnovamento nello Spirito di Giulia Pirozzi Vita in diocesi: Pag.15 Venite a vedere questo spettacolo Professio Fidei diocesana dell’8 maggio a cura della Redazione Vita della Chiesa: Pag.16 - 19 Amo la scuola! L’incontro tra Papa Francesco e il mondo della scuola italiana Pag.20 Anagrafe parrocchiale 2 a cura di Luisa Arienti Lo scrigno della memoria Vita in parrocchia Sfiorati dalla santità di Antonietta Porro Ci sono ricordi legati all'infanzia che segnano indelebilmente chi ne è stato protagonista, tanto da riaffiorare, in seguito a qualche pretesto, in più circostanze della vita. Avevo pochi mesi e stavo in braccio a mia madre; accanto a lei c'era mio padre e entrambi attendevano con altri parrocchiani, fuori dalla casa dell'Arciprete, di poter salutare l'Arcivescovo, in visita nella nostra comunità. Quando egli passò tra i presenti, accompagnato dall'Arciprete don Antonio, quest'ultimo gli presentò mio padre, allora presidente degli uomini di Azione Cattolica, e il resto della famiglia: fu allora che l'Arcivescovo Giovanni Battista Montini con gesto benedicente posò la sua mano sul mio capo. Ero troppo piccola perché ne potessi serbare ricordo, ma il racconto che me ne fecero qualche anno più tardi i miei genitori mi rimase impresso per sempre, facendomi avvertire quel fatto come, a suo modo, eccezionale. A tal punto che alcuni anni dopo, all'annuncio che l'Arcivescovo Montini era divenuto papa, sulle prime rimasi un po' delusa, perché non sarebbe più potuto accadere quello che la mamma mi diceva spesso, che cioè proprio quel Vescovo che mi aveva benedetta da piccolina mi amministrasse un giorno il sacramento della Cresima. Sarà per questo che ho sempre sentito Paolo VI come il "mio" papa: non solo perché era stato un pastore della Chiesa ambrosiana, ma anche perché aveva sfiorato, addirittura fisicamente, con il suo passaggio la mia piccola vita. Ci sono diversi altri ricordi che mi legano a lui nel corso degli anni successivi, e in primo luogo quello di una fotografia, che circolava in casa, su un opuscolo della parrocchia: essa lo ritraeva, accanto a don Antonio e al sindaco Luigi Meroni, nell'atto di posare la prima pietra dell'erigendo nuovo Oratorio. Ma soprattutto c'è il ricordo di uno dei gesti più eclatanti del suo pontificato, la lettera che scrisse ai rapitori di Aldo Moro nei giorni della sua prigionia, per interpellarne l'umanità e supplicarne la liberazione: «Uomini delle Brigate Rosse, lasciate a me, interprete di tanti vostri concittadini, la speranza che ancora nei vostri animi alberghi un vittorioso sentimento di umanità. Io ne aspetto pregando, e pur sempre amandovi, la prova». Mi commosse profondamente quel suo gesto, ma ancora di più mi commosse la preghiera che Paolo VI recitò ai funerali dello statista, lasciando erompere dal suo animo, attraverso le parole, tutto il dolore umano per la perdita di un fratello, di un amico: «E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico…», ma lasciando infine l'ultima parola alla certezza della resurrezione: «Non è vano il programma del nostro essere di redenti: la nostra carne risorgerà, la nostra vita sarà eterna! Oh! Che la nostra fede pareggi fin d'ora questa promessa realtà. Aldo e tutti i viventi in Cristo, beati nell'infinito Iddio, noi li rivedremo!». Questo episodio mi parve l'espressione più alta della grandezza di Paolo VI, di un papa che seppe fare della propria parola - attenta, meditata, colta, ponderata – il veicolo della Parola, del Verbo, del Significato, di un papa che – collocato dalla storia in mezzo a due giganti di umanità, alla santità dei quali tutto il mondo ha da poco acclamato coralmente – non sempre è stato compreso nella propria singolare grandezza umana. Quando Paolo VI morì, il giorno della Trasfigurazione del 1978, mi trovavo in vacanza, a S. Anna di Vinadio, con un gruppo di ragazze del nostro Oratorio. Allora alcune di noi proposero a suor Maria Grazia, che ci accompagnava, di fare un pomeriggio di silenzio, per ricordare il papa, e suggerirono che il gesto non fosse vincolante per le ragazze delle medie, per le quali poteva essere troppo impegnativo. Ebbene, non ci fu nessuna che vi si sottrasse, nemmeno le più piccole. Il prossimo 19 ottobre l'Arcivescovo Montini, il papa Paolo VI, sarà proclamato beato. Il ricordo della sua mano benedicente sul mio capo, quello della posa della prima pietra del nostro Oratorio, quello delle sue parole che sapevano dire 3 Vita in parrocchia Lo scrigno della memoria il dolore, l'amicizia e la speranza, quello di un gruppo di ragazze del nostro oratorio che vollero accompagnarlo con la preghiera nel suo ultimo viaggio sono emersi di nuovo tutti alla mia mente, con una forza speciale. La santità ci è passata accanto, ci ha sfiorati da vicino, è stata parte della storia della nostra comunità: non lasciamo che resti soltanto un lontano ricordo. 4 Prima Comunione Vita in parrocchia Un miracolo di Grazia A cura delle Catechiste Al termine di un percorso di formazione i nostri bambini hanno ricevuto la Prima Santa Comunione durante le celebrazioni del 18 e 25 maggio, ricevendo e vivendo il Sacramento come una grazia particolare. Ogni volta che si celebra la Prima Santa Comunione, noi catechiste avvertiamo lo stupore per il miracolo di grazia del primo incontro dei nostri bambini con Gesù. E’ ancora grande l’emozione in tutti coloro che hanno partecipato a questa festa. Possa essere per tutta la comunità un’occasione per ripensare alla propria esperienza con Gesù Eucarestia. Un doveroso grazie alle famiglie che hanno collaborato nel cammino di fede dei bambini e offerto la loro disponibilità per la preparazione della cerimonia. Un grazie particolare a suor Alma e ai Sacerdoti, che ci hanno accompagnato e guidato in questo prezioso cammino. Vi offriamo di seguito alcune riflessioni e pensieri che hanno avuto i nostri bambini dopo la loro Prima Santa Comunione. Durante la mia Prima S. Comunione, quando il sacerdote mi ha dato l’Ostia, ho pensato di avere in bocca il corpo di Gesù. Con la mia immaginazione ho provato a tornare all’Ultima Cena, quando Gesù diede ai dodici Apostoli il pane e il vino. In quel momento ho sentito una gioia immensa perché Gesù è entrato nel mio cuore e con Lui dentro di me forse la mia vita cambierà. Ludovica La mia Prima Comunione è stata bella. Ero felice di aver preso l’Ostia, ero emozionato. Tutte le domeniche, quando andò a Messa, potrò prendere Gesù dentro di me. Sono stato felice anche quando mi hanno regalato il Vangelo. Roberto 5 Vita in parrocchia Prima Comunione Quando ho ricevuto l’Eucarestia ho sentito nel mio cuore una gioia immensa e poi ho sentito la voce di Gesù che mi diceva: “Io, adesso, in questa giornata sono con te” Matteo Io mi sono emozionato di ricevere Gesù per la prima volta dentro di me. Quando ho finito, ero felicissimo. Don Sandro diceva delle parole belle e mi ha colpito molto. Ero entusiasta!!! Mirko … Ho provato una grande emozione. Ho ricevuto la gioia di partecipare alla mensa di Gesù; Lui è venuto a bussare al mio cuore per renderlo più felice. Samuel E’ stato stupendo ricevere Gesù. Mi sono sentito più buono. E’ stato grandioso perché non pensavo che l’amore di Gesù fosse così grande, ma – che dico?- IMMENSO!!! Danilo La mia Prima S. Comunione … davvero, non ci posso credere: Gesù ha dato così tanto amore da venire dentro di me e donarsi a tutti noi! Quando dovevo ricevere l’Eucarestia non immaginavo che fosse così bello. Ero emozionatissima e ho provato molta gioia, amore e felicità. Dopo mi sono raccolta con gli occhi chiusi e ho espresso un desiderio per il mio caro nonno. E’ stato il giorno più bello della mia vita. Alice Ho provato una gioia immensa, indescrivibile. Dentro il mio cuore c’era qualcosa di diverso e ho capito che era Gesù. La vera felicità è stata quando ho ricevuto l’Ostia consacrata. Le mie emozioni volevano uscire e urlare di gioia, felicità, amore … Ho sentito che la mia vita è cambiata, che sono diventato più buono. Lorenzo 6 Vestizione chierichetti Vita in parriocchia Un dono per Gesù e la comunità di Ernesto, Pino, Roberto In preparazione alle celebrazioni del Triduo Pasquale alcuni di noi componenti della Commissione Liturgica hanno voluto ravvivare insieme ai nostri chierichetti la consapevolezza del significato di tutti gli atteggiamenti e di tutti i gesti che la Liturgia ci fa compiere in modo da celebrare e vivere il ministero di questo servizio più in profondità. E’ una scuola di formazione continua per tutti, in particolare per i chierichetti chiamati a servire Cristo Signore, nella gioia e nell’attenzione. Abbiamo accompagnato i nuovi chierichetti in un percorso che domenica 11 maggio ha raggiunto un traguardo importante: l’ammissione al rito della vestizione e al servizio all’altare, presenza viva e reale di Gesù. Da parte nostra ci siamo emozionati, ricordando e rivivendo questo “DONO”. Continueremo ad accompagnare questi ragazzi, approfondendo con loro il senso di questo grande compito di LITURGIA – SERVIZIO che si sono resi disponibili a compiere, per essere con il popolo di Dio testimoni dell’amore di Gesù presente in mezzo a noi. A tutti coloro che hanno servito e servono la nostra comunità attraverso questo ministero il nostro grazie e la nostra preghiera, perché il Vangelo della gioia sia di testimonianza per la nostra vita e non faccia mancare tra noi vocazioni di speciale consacrazione. 7 8 Mese di Maggio Vita in parrocchia Santo Rosario nei rioni A cura della Redazione Come ormai da qualche anno, anche in questo mese di Maggio il Santo Rosario è stato recitato nei vari rioni , nei cortili, nelle fabbriche dove si lavora e vi è stata portata peregrina la Madonna di Fatima. Un modo per manifestare il desiderio di portare Gesù ovunque! Beata Maria Vergine di Fatima, con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata. Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla. Accogli con benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara. Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori. Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità. Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen. Vi ringrazio per questo Rosario insieme, per questa comunione intorno alla Madre. Che Lei ci benedica tutti, ci faccia più fratelli. Buona notte e buon riposo! (Papa Francesco) 9 10 Incontro tra l’Arcivescovo e gli educatori dell’Oratorio estivo Vita in parrocchia Liberi di essere presi a servizio A cura di Ilaria Sironi Venerdì 23 maggio a Milano è stata una giornata di incontro e di festa per tutti gli educatori e gli animatori che da metà giugno saranno impegnati nell’avventura dell’Oratorio estivo e tra questi anche alcuni nostri ragazzi. Le attività sono iniziate fin dal primo pomeriggio, con alcuni stands e alcuni laboratori organizzati dalla FOM tra piazza Santo Stefano, via Sant’Antonio e la Curia e sono proseguite poi fino a sera, quando in oltre diecimila hanno partecipato all’incontro con il Cardinal Scola. Parlando loro, l’Arcivescovo ha sottolineato la bellezza e l’importanza di questo servizio: «Lanciatevi con coraggio ed energia in questa avventura straordinaria che è l’Oratorio e fatelo insieme come una comunità che educa. Siete venuti qui liberamente per essere presi a servizio e allora si capisce perché l’Arcivescovo è con voi stasera, perché vi manda a educare, a questo splendido compito, ad accompagnare, nel concreto della vita, gli altri e soprattutto le generazioni che vengono dopo di noi. Cosa c’è di più formidabile dell’idea dell’Oratorio estivo che dura da cento anni, dove vivere sapendo con chiarezza che Lui è in mezzo a noi? Per questo vi mandiamo a educare». «Ma è chiaro – ammonisce Scola – che bisogna saper per chi si compie questo servizio nella gratuità: «Se lo faccio per Gesù, lo faccio per me e per gli altri. Sapendo che il Signore vive in mezzo a noi impareremo a poco a poco ad amare: nessun difetto, nessun limite può arrestare la potenza di questo “per chi”. Impariamo a volerci bene nella verità, nella bellezza e nella bontà. Vi prego, vi scongiuro, di comunicare questo ai nostri piccoli». Domenica 01 giugno durante la S. Messa erano presenti i ragazzi che saranno coinvolti nel prossimo oratorio estivo e ai quali è stato dato il mandato di animatori. Come segno per l’impegno preso hanno indossato la maglietta con il logo del tema di quest’anno “Piano terra – E venne ad abitare in mezzo a noi!” 11 Rinnovamento nello Spirito - Una testimonianza Cultura della Pentecoste di Giulia Pirozzi Da quattro anni faccio parte del Rinnovamento nello Spirito Santo che è un movimento ecclesiale nato nella seconda metà del secolo scorso, nella Chiesa e per la Chiesa. Alla luce del Vangelo si fa esperienza dell’incontro vivo con Gesù, di fedeltà a Dio nella preghiera personale e comunitaria, di ascolto fiducioso della sua Parola, di riscoperta vitale dei Sacramenti, ma anche di coraggio nelle prove e di speranza nelle tribolazioni. La Cultura di Pentecoste è la prima vocazione del Rinnovamento nello Spirito: dobbiamo incendiare il mondo con il fuoco dello Spirito Santo, secondo il desiderio di Gesù. Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità che adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il Figlio. E’ lo sguardo, il dialogo d’amore intensissimo tra Padre e Figlio fatta persona. Lo Spirito ci introduce nel mistero di Dio, perché rivela il Padre, rivela il Figlio. Il suo nome ci è stato dato da Gesù. Gesù nasce per opera dello Spirito Santo, anche noi rinasciamo a vita nuova per mezzo suo. Gesù ha voluto donarlo a ciascuno di noi: nel Battesimo, nella Cresima, nell’ Eucaristia, lo Spirito, cambia pane e vino nel Corpo di Gesù, nella confessione lo Spirito Santo brucia i peccati. Lo Spirito scende anche su nostra richiesta, dobbiamo chiamarlo in continuazione perché ci guidi e trasformi la nostra vita. Prima di Pentecoste, gli apostoli erano smarriti, pensavano di aver smarrito il Cristo, si trovavano incapaci di progettare il loro futuro, erano ripiegati sul loro passato, tra nostalgia e rimpianti. Con l’avvento dello Spirito, tutto d’improvviso cambia: Pietro e gli apostoli si ritrovano uomini nuovi, capaci di pensare, di giudicare, di decidere, di muoversi, di realizzarsi in modo nuovo. Oggi noi. Uomini nuovi, prima che professionisti, che politici, che pastorali, o padri di famiglia, perché a Pentecoste nascono uomini nuovi, nasce un nuovo stile di vita, una nuova cultura che ha la capacità spirituale, tutta interiore.. cioè non si compra, non si impara da dottrine umane, e che ogni uomo può sperimentare: essere capace di resistere al male per combattere il male, per difendere il bene, per alimentare il bene. Nel giorno di Pentecoste - racconta S. Luca, autore del libro degli Atti - le genti convenute a Gerusalemme che assistettero al grande miracolo della discesa dello Spirito Santo, si chiesero: “Che vuol dire tutto questo?” (At.2,12) Forse ancora oggi c’è chi si chiede “Ma che significa tutto questo?” 12 Rinnovamento nello Spirito - Una testimonianza Vita in parrocchia Che cosa ha che fare il nostro mondo contemporaneo, agitato e preso da mille altri pensieri, con questo cristianesimo che vivo di Spirito Santo, di cui si vuole dare notizia? Che parentela potrà mai esserci? Non potremmo rispondere che questa parentela dura da venti secoli e che in giorni difficili come quelli che stiamo vivendo, vorremmo un cristianesimo nuovo, rinnovato dallo Spirito Santo, di una vita cristiana sempre più vissuta nello Spirito. A Pentecoste comincia la vera vita interiore della storia umana: gli uomini imparano dal di dentro che cosa significa, vivere, amare, soffrire, dare la vita per ciò che si crede. Con l’effusione dello Spirito Santo non solo la Chiesa, ma il mondo intero è diventato luogo spirituale. La potenza miracolosa dello Spirito, quando ci afferra, è un’esperienza meravigliosa: esalta tutte le nostre capacità, tutte le risorse buone che sono in noi e annulla tutte quelle situazioni che impediscono di conoscere l’amore di Dio. Dio non si pone contro questo mondo da lui creato; Dio lo vuole invece pieno di quello Spirito con il quale ci ha creati e ci tiene in vita. Quando Gesù parla del mondo contrario allo Spirito di Dio, ci parla di quel mondo che non vuole il bene dell’uomo ma vuole la sua materializzazione, che non ha per regola l’amore tanto meno la carità ma è immerso dall’egoismo. Cultura di Pentecoste è pregare Dio, è pensare come Dio opera. Quindi continuiamo a far conoscere e a far lavorare lo Spirito Santo con forza e potenza, lasciando che il Signore agisca in noi e che possa trovare sulla terra il fuoco, che possa incendiare i cuori degli uomini e che rimanga sempre acceso. SPIRITO DAL LINGUAGGIO DI FUOCO Come nel giorno della Pentecoste, fa’ piovere anche oggi sui discepoli di Cristo lingue di fuoco. Donaci una lingua che scende dall’alto per poter parlare il linguaggio di Dio. Una lingua che assomigli a quella del Maestro, che non ha mai parlato se non per dire la verità. Una lingua che possa offrire il messaggio autentico del Vangelo, senza deviazioni o adulterazioni. Una lingua che sappia esprimere in termini semplici la dottrina più elevata. Una lingua che sia capace di rispondere alle domande imbarazzanti e di illuminare le ombre del dubbio. Una lingua di fuoco, così ardente da comunicare la fiamma dell’amore. Una lingua che di fronte alle miserie umane sappia trovare parole di simpatia e di conforto. Una lingua capace di sostenere coloro che perdono il coraggio e la speranza. Una lingua che riesca a far capire al mondo d’oggi ciò che il Verbo, la Parola per eccellenza, ha rivelato agli uomini del suo tempo. AMEN 13 Barlassina Donazioni 2014: 9 marzo 8 giugno 7 settembre 7 dicembre Se vuoi collaborare o diventare uno dei sostenitori del giornale di vita parrocchiale “In Comunione”, puoi farlo nei seguenti modi: Invia una e-mail all’indirizzo: [email protected] Telefona direttamente al numero: 0362 / 566.750 14 Professio Fidei diocesana Vita in diocesi Venite a vedere questo spettacolo A cura della Redazione Giovedì 8 maggio la nostra diocesi è stata chiamata dal Cardinale Arcivescovo Angelo Scola a rinnovare insieme la “Professio Fidei” in Gesù Crocifisso e Risorto. Durante la giornata il Cardinale ha portato la reliquia del Sacro Chiodo, comunemente conosciuta come Croce di San Carlo, normalmente custodita sulla sommità della volta absidale del Duomo, in quattro luoghi significativi della città: alla clinica Mangiagalli, per un incontro con il mondo della sofferenza; alla Triennale per un incontro con il mondo della cultura, della moda e della comunicazione; alla Torre Unicredit per parlare di solidarietà e lavoro; nella parrocchia di San Giuseppe dei Morenti, a forte presenza straniera, per un incontro con i migranti. La giornata si è poi conclusa la sera sul sagrato del Duomo, con uno spettacolo a cui hanno assistito oltre 40.000 persone e il rinnovamento insieme della professione di fede guidato dall’Arcivescovo. La serata ha visto la lettura di testi dall’Interrogatorio a Maria di Testori, dai Promessi Sposi con la conversione dell’Innominato, gli interventi di Luca Doninelli che ha parlato del Duomo: “Guardate questo Duomo, che è il più famoso al mondo: non è opera di Papi e vescovi, ma delle elemosine di questa gente che dalla croce quotidiana ha ricevuto forza e coraggio e che nessun potere potrà mai illudersi di tenere in mano” e di Giacomo Poretti con il suo monologo “Dialogo tra la Madonnina e suo Figlio in croce” che strappa risate, ma sa anche farsi molto serio. C’è poi l’intervista alla vedova del commissario Calabresi che dice: “la fede che ho sentito nitidamente nascere in me e che il Signore continua a regalarmi ogni giorno mi dà serenità. Nel momento in cui ho saputo che Gigi era morto ho scelto di credere e così, negli anni, ho scoperto la comunione, la solidarietà tra le persone. Senza la gente, senza voi, non avrei potuto farcela. Ho educato i miei figli a non coltivare l’odio e il rancore che non permettono di vedere la bellezza della vita”. Il Cardinale nei suoi interventi riassume il senso della giornata: «Questa sera noi siamo qui, raccolti nella piazza che è il cuore della nostra città, emblema del Campo che è il mondo. Dopo aver sostato con la Croce nei luoghi più significativi della vita di Milano l’abbiamo portata qui ora perché ci ripeta il suo annuncio potente: nelle piaghe di Gesù sono custodite e sanate tutte le nostre ferite […] Davanti all’Amore crocifisso, pieni di gratitudine, vogliamo professare la nostra fede». […] «L’azione drammatica di bellezza che abbiamo vissuto, attraversati dal filo rosso che il chiodo conficcato nella croce ci richiama, non deve finire qui. Occorre che passi in ogni aspetto del quotidiano, nel lavoro, nel riposo, nell’educazione, nella costruzione di una società giusta, consapevole delle visioni diverse che vi convivono, rispettosa della libertà e del volto di ciascuno nella solidarietà, nell’amicizia e nell’accoglienza. Comunichiamo la bellezza del dono che abbiamo potuto vivere, la bellezza della proposta cristiana semplice e potente perché viene dall’alto». 15 Vita della Chiesa Papa Francesco e il mondo della scuola Amo la scuola! A cura di Luisa Arienti Sabato 10 maggio ero ancora a Roma: il Papa aveva invitato in Piazza San Pietro tutto il mondo della scuola. E il mondo della scuola ha risposto: una folla incredibile! È stata l'esperienza che tutti aspettano ciò che il Papa porta come ragione unica perché la realtà che viviamo non sia solo l'occasione di lamentarsi di ciò che non va ma innanzitutto il luogo in cui ciascuno di noi costruisce la sua personale riposta a Gesù. Perciò è utile leggere ciò che il Papa ci ha detto: "Prima di tutto vi ringrazio, perché avete realizzato una cosa proprio bella! questo incontro è molto buono: un grande incontro della scuola italiana, tutta la scuola: piccoli e grandi; insegnanti, personale non docente, alunni e genitori; statale e non statale… Ringrazio il Cardinale Bagnasco, il Ministro Giannini, e tutti quanti hanno collaborato; e queste testimonianze, veramente belle, importanti. Ho sentito tante cose belle, che mi hanno fatto bene! Si vede che questa manifestazione non è “contro”, è “per”! Non è un lamento, è una festa! Una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola. E dico “noi” perché io amo la scuola, io l’ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da Vescovo. Nella Diocesi di Buenos Aires incontravo spesso il mondo della scuola, e oggi vi ringrazio per aver preparato questo incontro, che però non è di Roma ma di tutta l’Italia. Per questo vi ringrazio tanto. Grazie! Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla. Questo è il primo motivo perché io amo la scuola. Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ric16 Papa Francesco e il mondo della scuola Vita della Chiesa chezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo! Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare, - è questo il segreto, imparare ad imparare! - questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà! Questo lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: Don Lorenzo Milani. Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà - ho sentito le testimonianze dei vostri insegnanti; mi ha fatto piacere sentirli tanto aperti alla realtà - con la mente sempre aperta a imparare! Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è uno dei motivi perché io amo la scuola. 17 Vita della Chiesa Papa Francesco e il mondo della scuola Un altro motivo è che la scuola è un luogo di incontro. Perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, avviando una strada. E ho sentito che la scuola – l’abbiamo sentito tutti oggi – non è un parcheggio. E’ un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. I genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. E’ un luogo di incontro.E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. E questo è fondamentale proprio nell’età della crescita, come un complemento alla famiglia. La famiglia è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita. Ma a scuola noi “socializziamo”: incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine,per capacità. La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. E le famiglie dei ragazzi di una classe possono fare tanto collaborando insieme tra di loro e con gli insegnanti. Questo fa pensare a un proverbio africano tanto bello: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”. Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Vi piace questo proverbio africano? Vi piace? Diciamolo insieme: per educare un figlio ci vuole un villaggio! Insieme! Per educare un figlio ci vuole un villaggio! E pensate a questo. E poi amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. E nell’educazione è tanto importante quello che abbiamo sentito anche oggi: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca! Ricordatevelo! Questo ci farà bene per la vita. Diciamolo insieme: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca. Tutti insieme! E’ sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca! 18 Papa Francesco e il mondo della scuola Vita della Chiesa La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana. In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella. E insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita! E finalmente vorrei dire che nella scuola non solo impariamo conoscenze, contenuti, ma impariamo anche abitudini e valori. Si educa per conoscere tante cose, cioè tanti contenuti importanti, per avere certe abitudini e anche per assumere i valori. E questo è molto importante. Auguro a tutti voi, genitori, insegnanti, persone che lavorano nella scuola, studenti, una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue, che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani. Ma, armoniosamente, cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai; sentire bene quello che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti. Le tre lingue, armoniose e insieme! Grazie ancora agli organizzatori di questa giornata e a tutti voi che siete venuti. E per favore... per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola! Grazie!" 19 ANAGRAFE PARROCCHIALE di Maggio 2014 BATTESIMI 17 BELLONI LAVINIA di ARMANDO e ZOBALDINI ELEONORA 18 LOSITO ISABEL di SERGIO e CRACIUN ANDREEA TALIDA 19 BOZZANI MICHELA di STEFANO e BOTMARI ECATERINA 20 MATTAVELLI STEFANO di ANDREA e PALEARI PAOLA 21 D’ANGELI SARANGELA di MASSIMO e LONGO ROSELLA 22 CASATI MICAELA di FABRIZIO e PATRICIA JMENA ORIMUELA RODRIGUEZ FUNERALI 20 MELE (ved. Della Frera) FRANCA anni 83 24 TURCIO ANIELLO anni 73 21 PEREGO MARIA ENRICA anni 52 25 MOLARO ANTONIO anni 91 22 MANENTI GIOVANNI anni 78 26 CARRINO RAFFAELE anni 61 23 MAMBRETTI ROBERTO anni 64 MATRIMONI 1 GIACOMEL GABRIELE e BORGONOVO CHIARA 2 MAURI LORENZO e CAVALLI SILVIA OFFERTE FUNERALI € 2.000,00 RAGAZZI PRIMA COMUNIONE € 915,00 ACQUACOLDA € 40,00 MATRIMONI € 300,00 BURGHETT € 40,00 LOUET € 50,00 BATTESIMI 500,00 POLENTA E PAIROEU € 50,00 MONTOEU € 40,00 € CON LA VENDITA RISO PRO MISSIONI SONO STATI RACCOLTI € 304 Segreteria Parrocchiale c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 - Barlassina Servizi offerti Prenotazioni di SS.Messe Richiesta di Certificati Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione” Iscrizione al Corso per fidanzati Iscrizioni ad altre iniziative parrocchiali Orari di apertura: INFO: 366 / 715.36.86 Mercoledì 09.30 ÷ 11.00 (attivo solo negli orari di apertura della Segreteria) Sabato: 09.30 ÷ 11.30 20
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