La Commissione 11/E3 per l’abilitazione scientifica nazionale è stata integrata con i due novi componenti estratti, Emiliani e Stefanile. Il sorteggio si è reso necessario per le dimissioni di due precedenti componenti, Galimberti e Zani. Se il Ministro manterrà le promesse, arriverà in tempo utile la proroga dei lavori: infatti, secondo le norme vigenti il 31 maggio 2014 era l’ultimo giorno utile per i lavori. Senza proroga, le commissioni decadono automaticamente. Nel nostro caso, non si possono neppure riunire per determinare i criteri. Ci sono nel nostro SSD M-PSI/06 molte preoccupazioni. Alcune sono di carattere generale e condiviso con tutti i SSD, ad esempio sulla scarsa affidabilità dei valori bibliometrici di ciascun candidato. Poiché questi valori sono il pilastro fondante della valutazione delle commissioni, la loro scarsa affidabilità è un dato molto preoccupante. Siamo un Paese di memoria corta. Per questo è bene ricordare la lettera che i presidenti di commissione hanno ricevuto a novembre 2013, cioè quasi al termine dei loro lavori: Gentile Presidente con riferimento alla procedura per il conseguimento dell’Abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore universitario di I e II fascia (tornata 2012), si comunica che lo scrivente Ministero, a seguito del controllo delle informazioni contenute nelle domande presentate dai candidati, avviate anche sulla base di segnalazioni delle commissioni, ha provveduto alla verifica degli indicatori bibliometrici dei candidati riportati nella tabella allegata. Si precisa che tali informazioni aggiomate saranno disponibili dal 15 novembre nella piattaforma a disposizione della commissione e saranno evidenziate in mode da agevolare al massimo l’aggiornamento dei lavori richiesto. Tale ulteriore verifica si é resa necessaria una volta riscontrato che in taluni casi gli indicatori potevano risentire di alcune anomalie riconducibili a diverse fattispecie: mancati agganci di pubblicazioni scientifiche pur presenti nelle banche dati ISI e SCOPUS, pubblicazioni non indicate nella sezione pertinente della domanda nonché verifica e riesame dei periodi di congedo. Pur nella consapevolezza che la commissione ha già terminato i suoi lavori e tenuto conto che il complesso lavoro di verifica degli indicatori da parte del Ministero si è concluso ora, si è reso necessario precisare quanto sopra al fine di consentire la massima completezza delle informazioni a disposizione della Commissione funzionali alla valutazione delle domande presentate. Nel ringraziare per la fattiva collaborazione, si invita pertanto la Commissione a verificare la congruenza dei giudizi rispetto agli indicatori come rideterminati e variati secondo quanto riportato nella tabella allegata, ribadendo altresi la rilevanza dei principi del giudizio analitico e della coerenza tra motivazione, criteri ed esito della valutazione, previsti dalla normativa vigente per l’abilitazione scientifica nazionale. IL DIRETTORE GENERALE Daniele Livon Chiunque, leggendo questa lettera, comprende che giurare sulla attendibilità degli indici numerici per valutare i candidati è quanto meno avventato. Lo avevano per altro compreso sin dall’inizio dei loro lavori altre commissioni (come ad esempio 01/A6 – Ricerca operativa; 09/G2 – Bioingegneria), che avevano dichiarato nella prima riunione di voler utilizzare una finestra di oscillazione del 10% delle mediane proprio per non dare giudizi avventati. Nella commissione 11/E3 si sommano poi altri problemi specifici. Il più importante è la compresenza di due SSD con valori delle mediane molto distanti, intorno al 25% (M-PSI/05 maggiore di M-PSI/06). Una volta riunificati sotto la stessa mediana collettiva, i candidati M-PSI/06 hanno pagato un prezzo molto alto. E’ inutile ripercorrere il dibattito degli ultimi mesi, i dati parlano da soli. Anche grazie a questi valori mediani distorti, sono stati abilitati alla prima fascia il 15% dei candidati PSI/06, contro il 52% dei candidati PSI/05. E alla seconda fascia sono passati il 38% di PSI/06 e il 68% di PSI/06. O i primi sono di gran lunga meno capaci scientificamente dei secondi, o c’è un bias che non è stato governato. La commissione 11/E3 non ha ritenuto di tenerne conto, né di fare ricorso a pareri pro veritate, come previsto dalla normativa. Era nel suo diritto. Ma è nel nostro diritto dire che questo modo di operare ha creato disparità di trattamento non accettabili e conseguenze negative immeritate a singole persone. I dati sopra riportati e le molte incoerenze presenti in diversi giudizi individuali confermano che si tratta non di sensazioni, ma di fatti. Per il passato la parola è al TAR, che valuterà se i lavori della commissione hanno prodotto atti legittimi o da riformare. Ma da ora in poi? Resta solamente da augurarsi che la commissione 11/E3 si rimetta al lavoro prendendo atto di ciò che prima si poteva intuire, ma che ora è documentato dai dati. In altre commissioni, all’apertura di questa seconda tornata si è sentito affermare che “non si può cambiare criteri a metà strada”, che “bisogna essere coerenti”. Ma quale coerenza c’è nel ripetere un comportamento che si è rivelato inappropriato? Oggi, avendo a disposizione tutti i risultati di tutte le commissioni, sarebbe davvero sorprendente scoprire che si preferisce produrre altre disparità di trattamento tra i candidati, invece che rimuoverle. Tanto più che, come è noto, le commissioni non devono indicare i vincitori dei futuri posti di ruolo (dunque un’attività che non è a somma zero: se si abilita un candidato questo non impedisce di abilitarne un altro) e devono indicare chi supera la soglia di idoneità, non arrogarsi il compito di “scegliere i migliori” (non previsto dalla normativa). Per questo speriamo di vedere provenire segnali di responsabilità dal futuro insediamento della commissione, mettendo rimedio – nell’interesse di tutta la psicologia – a una disparità di trattamento che il SSD MPSI/06 non merita. Marco Depolo, Università di Bologna Bologna/Cesena, 2 giugno 2014
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