Documentazione ASN e VQR [aggiornato al 16.1.2014 ]

Data
ROARS.IT (WEB)
16-01-2014
Pagina
1 / 15
search...
Roars Review www.ecostampa.it
Foglio
CHI SIAMO ARGOMENTI APPROFONDIMENTI OPINIONI LIBRI SEGUICI RT, LA RIVISTA SOSTIENI ROARS DOCUMENTI
Documentazione ASN e VQR [aggiornato al 16.1.2014 ]
Posted by Redazione ROARS on 16 gennaio 2014 at 00:00 L’ultimo esercizio di valutazione nazionale (VQR) e la prima tornata dell’Abilitazione Nazionale (ASN) hanno provocato vivaci reazioni. Molte riflessioni, anche fortemente critiche, si concentrano sugli effetti di tali procedure su singole aree o settori disciplinari. La Redazione di Roars ha deciso di porre a disposizione dei lettori questo spazio, dove collocare, previa verifica dei requisiti di pubblicabilità, documenti relativi a Related Posts
queste procedure. I documenti qui pubblicati non riflettono l’orientamento della Redazione, che per forza di cose non può che astenersi dal prendere posizione in relazione ASN: Mission Impossible
a casi specifici, ma sono messi a disposizione del pubblico al fine di favorire una 11 gennaio 2014
discussione informata.
AIP contro l’uso improprio degli indicatori VQR e ASN
INDICE
5. Ancora sugli esiti dell’ASN nei settori di sociologia (16.1.2014)
29 ottobre 2013
4. A proposito dell’Abilitazione Nazionale nel settore di storia medioevale (14.1.2014)
Programmare il declino: Carrozza segue la scia di Profumo e ne firma il decreto ﴾made by Gelmini & Giavazzi?﴿
3. Interrogazione parlamentare di P. Corsini (Senato) sull’ASN del s.c. 11/A4, Scienze del libro e del documento e Scienze storico­religiose (11.1.2014)
30 settembre 2013
2. L. De Matteo, La Storia economica, l’Anvur e la terza legge fondamentale della stupidità Bibliometrics ﴾is﴿ for dummies
umana (11.1.2014)
23 maggio 2013
1. Dove va la sociologia italiana? (8.1.2014)
Iscriviti alla mailing list
5. Ancora sugli esiti dell’ASN nei settori di sociologia
Name
Email Address* Subscribe
Documentazione ASN e VQR [aggiornato al 16.1.2014 ]
14/C1. Colpito e affondato!
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
Bandi lampo: una nuova moda?
Data
ROARS.IT (WEB)
16-01-2014
Pagina
2 / 15
­ Al Presidente del Consiglio di coordinamento dei corsi di studio in Servizio Sociale (L­39) e Servizio Sociale e Politiche Sociali (LM­87) dell’Ateneo di Palermo – Scuola delle Scienze umane e del patrimonio culturale
­ Alle colleghe e ai colleghi del Consiglio di coordinamento dei corsi di studio in Servizio Sociale (L­39) e Servizio Sociale e Politiche Sociali (LM­87)
I ricercatori firmatari di questo documento, alla luce dei recenti risultati dell’Abilitazione Crisi economica VS spesa in istruzione: vittorie, pareggi e sconfitte in Europa
Quanto è utile l’utilità dell’inutile? A proposito del libro di Nuccio Ordine
www.ecostampa.it
Foglio
Monitoring ASN 1826 comments
Scientifica Nazionale (ASN), quelli finora pubblicati, ovverossia per la sociologia quelli relativi ai settori 14/C1 e 14/D1, che vedono solo un candidato abilitato nell’Ateneo palermitano (e in tutto Riflessioni sui parametri ANVUR due nell’intera Sicilia), dichiarano la loro indisponibilità ad assumere qualunque insegnamento o 264 comments
carico didattico sine die. Questa decisione, già comunicata al Presidente del Consiglio di coordinamento dei nostri corsi di studio all’indomani della pubblicazione degli atti dell’ASN, cioè a caldo, viene ribadita dopo attenta ponderazione alla luce di varie considerazioni che di seguito illustreremo.
In pubblicazione gli esiti dell'abilitazione scientifica nazionale: al 30.11 chiuse 149 su 184 commissioni 249 comments
In primo luogo, ognuno di noi che presta servizio a vario titolo (borse, contratti, assegni di ricerca, immissione in ruolo) e insegna presso l’Ateneo di Palermo da molto tempo – in un range Il Nobel dei baroni 235 comments
valutabile tra i 13 e i 18 anni – con grande impegno e sacrificio, anche personale, sente profondamente lesa la sua dignità ed è costretto a sentirsi delegittimato ad insegnare, anche se la prassi invalsa, pure in sede di valutazione, separa la valutazione scientifica da quella didattica. Ci si chiede dunque, e chiunque (anche gli studenti) legittimamente potrebbe chiedersi: a che titolo a questo punto insegneremmo (e cosa?) data la nostra qualità non riconosciuta dal punto di vista scientifico?
Salviamo le abilitazioni ﴾prima che sia troppo tardi﴿ 222 comments
Arrivano le liste di riviste in fascia A di ANVUR per le abilitazioni dei settori non bibliometrici 206 comments
In secondo luogo, i criteri di valutazione prima dell’ANVUR e poi dell’ASN, ampiamente criticati da vari settori della “comunità scientifica nazionale” e criticabili anche alla luce delle numerose ricerche e riflessioni intorno al tema della valutazione, sono stati adoperati da molte Commissioni dell’ASN, ed in particolare da quelle relative ai settori concorsuali 14/C1 e 14/D1, in maniera arbitraria, spesso contraddittoria, producendo esiti che hanno in alcuni casi dell’incredibile e che stanno determinando in moltissimi colleghi il ricorso al giudizio dei T.A.R. in Abilitazioni e mediane ANVUR: dipaniamo il “ caos strisciante” 202 comments
Attenzione: mediane in movimento! 193 comments
tutto il paese. Inoltre, come recita un documento nazionale di recente firmato da una parte significativa della “comunità scientifica sociologica”, i lavori delle Commissioni hanno determinato “giudizi stereotipi e frettolosi, incongruenze, arbitri valutativi e veri e propri errori materiali” per cui molti dei candidati all’abilitazione si sentono legittimamente delusi, offesi e lesi nella loro dignità di studiosi. Ad ogni modo, indipendentemente dall’esito che avranno i ricorsi in sede Spesa, risultati, efficienza: miti, leggende e realtà dell'università italiana. 189 comments
giudiziaria o iniziative di altra natura, delle due l’una: o la quasi totalità dei sociologi siciliani è Le riviste "scientifiche" dell'ANVUR: dal sacro al profano e dalle stelle alle stalle scarsa, e dunque deve necessariamente mettersi al lavoro per recuperare le lacune (dovute 173 comments
anche all’eccessivo tempo speso in carichi didattici che con spirito di servizio ha svolto per l’Ateneo di Palermo), oppure, anche se così non è, come noi rivendichiamo con orgoglio, poiché paolo: Il decreto in realtà non dice che le la partecipazione ad una tornata dell’ASN inibisce per due anni la possibilità di partecipare ad commissioni si possono…
una successiva tornata dell’ASN, questi studiosi hanno necessità, oltre che voglia, di dedicare il loro tempo principale a ciò per cui il loro status giuridico li chiama a lavorare principalmente, cioè la ricerca scientifica.
alf: pardon 06/F1. …
alf: Comunque oggi sono stati pubblicati i risultati di 06/F2 Mal…
Vi sono inoltre alcuni altri problemi rimasti irrisolti dopo l’approvazione della legge cosiddetta “Gelmini” – da noi, come da molti altri colleghi, aspramente combattuta – che forniscono ulteriori ragioni per ribadire l’indisponibilità che annunciamo con questo documento:
­ in primo luogo la questione dello status giuridico dei ricercatori: non sono considerati professori (se non a domanda, con quella fictio del professore aggregato) – ed infatti non sono obbligati per legge a svolgere attività didattica – però “contano” per i requisiti minimi di docenza e servono a istituire e reggere i corsi di studio;
Commenti recenti
paolo su Monitoring ASN
Bandi lampo: una nuova moda? | News Novità Notizie Trita Web su Bandi lampo: una nuova moda?
­ in virtù dello status giuridico dei ricercatori, la legge 240/2010 prevedeva che ogni Ateneo emanasse un regolamento che quantificasse la retribuzione della didattica dei ricercatori; finora alf su Monitoring ASN
solo alcuni Atenei nazionali hanno redatto un simile regolamento e in Sicilia solo quello di alf su Monitoring ASN
Catania, di recente, ma non quello di Palermo;
attis su Monitoring ASN
­ ai ricercatori, in particolare, viene chiesto di reggere i corsi di studio con carichi didattici eccessivi, non retribuiti, ovviamente per il “bene dei nostri studenti”, ma i ricercatori vengono poi valutati solo sulla ricerca e non sulla didattica, anche quando ricevono per quest’ultima attis su Monitoring ASN
Ettore Baldetti su Monitoring ASN
valutazioni molto buone, e in alcuni casi eccellenti, dagli studenti.
ems su 14/C1. Colpito e affondato!
Potremmo continuare con l’elencare tanti altri problemi e distorsioni del nostro sistema universitario nazionale, ma ci fermiamo qui.
gulliver su Monitoring ASN
hikikomori su Monitoring ASN
042782
Ci sembra di avere molte buone ragioni dunque per prendere la decisione che qui comunichiamo.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
16-01-2014
Data
ROARS.IT (WEB)
Pagina
Siamo consapevoli dei rischi gravi che corrono i nostri Corsi di studio e che la nostra scelta può fare il gioco di chi vuole il ridimensionamento delle scienze umane e sociali all’interno del sistema universitario nazionale. D’altro canto la soluzione di tutti i problemi non può essere sostenuta solo sulle nostre spalle, le nostre vite, anche personali, le nostre legittime aspirazioni di carriera in quanto studiosi. Confidiamo nel fatto che il sistema di governance, da un lato, trovi opportuni rimedi e, dall’altro lato, gli studenti e le loro famiglie facciano sentire la loro voce quando scopriranno che certi Corsi di studio non vi potranno più essere o sono a rischio.
A differenza di quello che è successo nel 2011, all’indomani dell’approvazione della legge Tag
abilitazione nazionale abilitazioni nazionali Andrea Ichino ANVUR asn Bibliometria Cineca classifiche 240/2010, questa volta saremo intransigenti, nei limiti di ciò che la legge consente, senza classifiche di riviste c n r Concorsi Crui ascoltare il richiamo delle sirene che ci convinsero a tornare indietro sulle nostre decisioni.
Cun diritto allo studio FFO finanziamento Ignazia Bartholini (SPS\07), Roberta Di Rosa (SPS\07), Gaetano Gucciardo (SPS\07), Michele Francesco Giavazzi Mannoia (SPS\08), Marco A. Pirrone (SPS\07), Cirus Rinaldi (SPS\12), Francesca Rizzuto (SPS\08)
www.ecostampa.it
3 / 15
Foglio
Francesco Profumo indici Gelmini gev Hindex impact factor bibliometrici indici citazionali Legge Gelmini Maria Chiara Carrozza 4. A proposito dell’Abilitazione Nazionale nel settore di storia medioevale.
Mariastella Gelmini mediane Merito M i u r ocse parametri bibliometrici reclutamento peer review rankings Research Assessment Exercise ricerca Riforma Gelmini spending review Studenti università tasse universitarie Università e ricerca 10 gennaio 2013
Valutazione VQR
Pagina Facebook Roars
Alla Onorevole Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica
Redazione Roars
Agli Onorevoli Senatori e Deputati
Mi piace 1.738
Alle OO. SS. di categoria: FLC CGIL, Cisl Scuola, Uil Scuola, SNALS, FGU GILDA UNAMS, CISAL, CONFSAL.
e p.c. ai principali organi di informazione nazionale
Onorevole Ministro, Onorevoli Senatori e Deputati,
siamo un gruppo di studiosi medievisti italiani, accomunati dall’aver partecipato alla prima valutazione per le abilitazioni nazionali a docente universitario di seconda e prima fascia (settore concorsuale 11/A1), che si è svolto con le nuove modalità stabilite dalla riforma del reclutamento universitario, i cui risultati ufficiali sono stati proclamati il 28/11/2013.
Abbiamo tutti riposto molte speranze in questa nuova forma di reclutamento che – non garantendo oltretutto alcuna immediata promozione – sembrava consentire una maggiore trasparenza e obiettività nella valutazione, in un clima generale che fosse propizio a una reale svolta rispetto a tanti abusi commessi nei decenni precedenti in questo campo. Purtroppo abbiamo dovuto constatare che così non è accaduto, per lo meno nel nostro settore, e per ragioni che sembrano configurare vere e proprie violazioni della legalità.
Plug­in sociale di Facebook
Infatti, come denunciato purtroppo tardivamente anche dall’articolo di giornale che alleghiamo (allegato 3), almeno tre dei cinque commissari sorteggiati hanno alterato i propri curricula, ROARS on Twitter
presentati per essere ammessi nelle liste dei commissari sorteggiabili.
Tweets di @Redazione_ROARS Da una verifica accurata di tali curricula risulta incontestabile, in effetti, che i due commissari in questione hanno dichiarato di essere autori di pubblicazioni non loro e uno ha inserito lavori non attinenti al settore disciplinare (allegato 1). Non solo i suddetti commissari avrebbero commesso tale palese irregolarità, ma risulterebbe persino che i loro titoli reali li pongono, in AAA: ROARS Network
Euroscientists
qualche caso, al di sotto delle mediane richieste per aspirare a diventare commissario; e in diversi casi persino al di sotto delle mediane fissate per essere abilitati alla seconda e prima fascia di docenza universitaria. Tale circostanza avrebbe dovuto essere acclarata dall’ANVUR e Blog
non poteva essere oggetto di ricorso preventivo da parte dei candidati.
all’articolo­denuncia del “Secolo XIX” (18­12­2013), quando già i lavori della Commissione erano Blog della Rete 29 Aprile
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
A mente fredda – blog di Andrea Mariuzzo
La gravità di tali fatti, che si commenta da sola, è diventata di pubblico dominio solamente grazie Data
ROARS.IT (WEB)
commissari al Ministero fossero regolari e si confidava nella buona fede dei nostri colleghi o in un doveroso controllo d’ufficio da parte degli organi competenti. Purtroppo così non è avvenuto e, dunque, ci siamo ritrovati nella condizione umiliante di essere valutati da una commissione la cui autorevolezza è oggi messa in discussione, visti gli accertamenti svolti.
4 / 15
Blog di Francesco Sylos Labini
Blog di Mario Ricciardi
Blog di Roberto Natalini
Blog Universita' di Udine CoUP
www.ecostampa.it
Foglio
conclusi, perché si era ritenuto, a torto, che almeno i curricula presentati dagli aspiranti 16-01-2014
Pagina
Le considerazioni di merito che seguono confermano l’inadeguatezza dei commissari de quibus Controvento – blog di Matteo Motterlini
agitur.
■ In particolare, consideriamo inaccettabile un giudizio di non idoneità motivato dalla limitatezza del contributo rispetto alle tematiche del settore concorsuale, al regionalismo o I ricercatori non crescono sugli alberi
Inequalities
all’apporto personale, da parte di chi si è candidato al ruolo di commissario con opere di storia contemporanea o basate su argomentazioni regionalistiche oppure addirittura non Io Non Faccio Niente
attribuibili, parzialmente o totalmente, alla sua paternità.
Keynes Blog
■ E’ davvero singolare la concezione restrittiva (ma di una ristrettezza a geometria variabile, L'Italia che affonda – di Francesco Coniglione
secondo i casi) mostrata dai commissari nel definire la pertinenza di un lavoro alla Storia medievale, in aperta contraddizione con la descrizione del raggruppamento, che recita:
«Il settore si interessa all’attività scientifica e didattico–formativa nei campi che riguardano l’ampio arco cronologico che va dal secolo V al secolo XV e che si intrecciano, per contenuti e metodi, con la storia dell’antichità e dei tempi antico e moderno. Il settore è caratterizzato da interdisciplinarità e da un vasto ventaglio di istanze metodologiche che tengono conto della caratteristica connotazione europea e italiana, ma si aprono anche a una indagine sui diversi aspetti dell’espansione europea e quindi di contatto con le altre culture – comprese quelle delle aree orientali e bizantine – che hanno la loro origine proprio nell’età medievale. Il settore è caratterizzato da interdisciplinarietà e da un vasto ventaglio di istanze metodologiche … Include anche le competenze relative allo studio storico dei fenomeni politico­istituzionali, economico­
sociali, religiosi, delle relazioni di genere, culturali, militari del periodo considerato. Comprende altresì gli studi relativi alla metodologia, alle fonti, alla storiografia e alla didattica del settore» (DM 29­7­2011, n. 336).
L'Università che Vogliamo
Made in Italy – blog di Marco Cattaneo
Minima Academica – blog di Maria Chiara Pievatolo
Rete Ricerca Pubblica – Proposte
Rete Ricerca Pubblica – Ufficiale
Sito di Paolo Rossi ﴾U.Pisa﴿
Squinternet – blog di Guido Martinotti
The Enlightened Economist – Diane Coyle's blog
Univeritas: fatti e numeri, di Giuseppe De Nicolao
■ Che non tutti i commissari fossero preparati per deliberare su tale ventaglio di competenze risulta da valutazioni che stigmatizzano i profili di ricerca più aperti e interdisciplinari, bollati Siti
con il marchio infamante della frammentarietà, o rinviati ad altri settori disciplinari. Eppure l’interdisciplinarietà è, oramai, un carattere imprescindibile, richiesto sia in ambito europeo Abilitazione Scientifica Nazionale
sia extraeuropeo, a chiunque intenda presentare un progetto di ricerca.
■ Sorprende anche che pur nei ristretti tempi di lavoro delle commissioni, quella di Storia Appello pubblico in favore del finanziamento della Ricerca Scientifica e Tecnologica in Italia.
Medievale (11/A1) avesse già finito i lavori alla prima data utile di scadenza, rivelando tempistiche di giudizio poco realistiche (allegato 2).
Per tutti i motivi sopra esposti ci rivolgiamo innanzitutto a Lei On. Ministro, e a Voi Onorevoli Parlamentari, per chiedere il Vostro aiuto nel far valere, anche nel nostro settore accademico, un Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca
Associazione insubrica
Associazione Paolo Sylos Labini
serio rispetto dei diritti e dei doveri di ciascun operatore. Oltreché come studiosi che hanno sempre fatto il proprio dovere in assoluta trasparenza, in Italia o all’estero, ci sentiamo umiliati come semplici cittadini davanti a una smentita tanto clamorosa della possibilità di un ASTRID
Centro Riforma dello Stato ﴾Università e ricerca﴿
reale cambiamento negli aspetti più delicati della politica accademica (il reclutamento).
Collegio di Milano
Chiediamo pertanto che si proceda a revocare la commissione indicata e ad incaricare una nuova commissione di rivederne i giudizi, fermo restando quanto altre autorità dovranno valutare, nelle dichiarazioni presentate, circa la violazione della normativa vigente, e in particolare dell’art. 76 del DPR n. 445 del 28 dicembre 2000.
Comitato Nazionale per la Tutela del Merito Universitario
Comitato Nazionale Valutazione Sistema Universitario
Firme (ordine alfabetico)
Coordinamento Precari Università
Ettore Baldetti (Liceo Scientifico Statale – Senigallia), Irene Barbiera (Università degli Studi di Padova), Marco Bartoli (Università LUMSA Roma), Cristina Belloni (Liceo Scientifico Statale – Bressanone; FBK­isig – Trento), Vito Bianchi (Università degli studi “A. Moro” di Bari), Simona CUN – provvedimenti di attuazione della l.240/2010
Dissent
Boscani Leoni (Università di Berna), Caterina Bruschi (University of Birmingham), Martina Cameli (Istituto storico italiano per il Medio Evo), Antonella Campanini (Università degli Studi di Scienze Gastronomiche – Pollenzo), Federico Canaccini (Università LUMSA di Roma), Luigi Canetti Federalismi.it
Federazione Lavoratori della Conoscenza
(Università degli Studi di Bologna), Angelo Cattaneo (Universidade Nova de Lisboa – I Tatti, Firenze), Paolo Cesaretti (Università degli Studi di Bergamo), Giuseppe Cossuto (Babes­Boliyai University, Cluj­Napoca), Valeria De Fraja (Istituto storico italiano per il medio evo – Roma; – I.C. Google Scholar
IRPA
Di Branco (Deutsches Historisches Institut – Roma), Maria Teresa Dolso (Università degli Studi di La Voce.info
Padova), Rolando Dondarini (Università degli Studi di Bologna), Lorenzo Fabbri (Archivio Link
dell’Opera di S. Maria del Fiore – Firenze), Anna Falcioni (Università degli Studi di Urbino), Roberto Farinelli (Università degli Studi di Siena), Laura Fenelli (Università degli Studi, Bologna), Master Reviews
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
n. 6 – Verona), Ignazio Del Punta (Università degli studi della Repubblica di San Marino), Marco 16-01-2014
Data
ROARS.IT (WEB)
Pagina
Giampaolo Francesconi (Istituto storico italiano per il Medio Evo), Enrica Guerra (Università degli Meno di Zero
Studi di Ferrara), Giuseppe Ligato (Society for the Study of the Crusades and the Latin East), Matteo Melchiorre (Università Ca’ Foscari, Venezia), Piero Morpurgo (Liceo Giordano Bruno di Roma), Andrea Nanetti (Singapore, Nanyang Technological University), Giuseppe Palmero, LA3M Nel merito
Rassegna Stampa Univ&Ricerca del CNR
(UMR 7298 • Université d’Aix­Marseille • CNRS), Gianluca Pilara (Istituto Patristico Augustinianum – Roma), Eleonora Plebani (Sapienza. Università di Roma), Enrica Salvatori (Università degli Studi di Pisa), Raffaele Savigni (Università degli Studi di Bologna), Gian Paolo G. Scharf (Università Rete della Conoscenza
www.ecostampa.it
5 / 15
Foglio
Rete29Aprile
degli Studi dell’Insubria), Marco Stoffella (Università degli Studi di Verona), Marco Vendittelli, (Università di Roma “Tor Vergata”), Corrado Zedda (Università di Corsica)
Scienza in Rete
Allegato 1 – Incongruenze nei CV dei commissari Scuola democratica – Learning for Democracy
Si segnala in ordine alfabetico:
Ufficio Statistica MIUR
Valutare la ricerca scientifica di Alberto Baccini
Dalena Pietro
Vloganza.tv
Si è attribuito la piena paternità di due monografie, nn. 6, 15, 25 e 26 (nel CV pubblicato sul sito dell’Abilitazione Scientifica Nazionale, n. progr. 1395), scritte assieme ad altri autori e curatele, come si può valutare dal catalogo della casa editrice Adda. Infatti ai nn. 5, 12, 14, 18, 19, 20, 21 Siti Internazionali
ha inserito i suoi contributi facenti parte delle suddette curatele.
Association of American Colleges and Universities
Non ha saggi in riviste di fascia A negli ultimi 10 anni.
Campaign for the Public University
Greci Roberto
CEON/CEES
Si è attribuito la curatela di monografie altrui (pubblicazioni nn. 7, 27, 32, 45, 63, 64 nel CV pubblicato sul sito dell’Abilitazione Scientifica Nazionale, n. progr. 8051), come si può valutare Council for the Defense of British Universities
dal catalogo della casa editrice Clueb e dall’elenco dei candidati all’abilitazione.
ECONOMIC ACADEMICS
Ha inserito sia la curatela di volumi, sia i contributi in essi presenti (nn. 8 e 9, 13 e 16, 17 e 18, EQUNET
22, 24 e 25, 31 e 33, 46 e 47, 48, 49 e 58, 51 e 60, 74 e 75, 82 e 85). Si noti che la n. 71 sembrerebbe l’unica monografia degli ultimi 10 anni, ripetuta al n. 76 e identificata come Global Higher Education
curatela. Altre curatele: nn. 80 e 81
Inside Higher Education
Manca ISBN: nn. 7, 17, 26, 27, 31, 32, 33, 45, 46, 63, 64, 65, 66, 74, 81, 83, 85
Journal of Academic Freedom
Non ha saggi in riviste di fascia A negli ultimi 10 anni.
OECD – OCSE
The Chronicle of Higher Education
Meloni Giuseppe
Times Higher Education
Ha inserito monografie non attinenti al S.S.D. (pubblicazioni nn. 2 e 14 del CV pubblicato sul sito dell’Abilitazione Scientifica Nazionale, n. progr. 7356). Ha inserito un contributo non attinente al S.S.D. (n. 4)
University Ranking Watch
University World News
Manca ISBN: nn. 3, 17, 18, 19, 20, 21, 23
World University Forum
Ha inserito sia la curatela di volumi, sia in contributi in essi presenti (nn. 8 e 11, 13, 15 e 16, 17 e 18)
Archivi
Categorie
Monografie attinenti al S.S.D. degli ultimi 10 anni: 2 e non 4 come dichiarato.
Seleziona mese
6
Seleziona una categoria
6
Contributi con ISBN degli ultimi 10 anni: 6
Non ha saggi in riviste di fascia A negli ultimi 10 anni.
Alla magistratura il compito di valutare se, nelle dichiarazioni presentate, è stata violata la normativa vigente (art. 76 del DPR n. 445 del 28 dicembre 2000).
Allegato 2 – I tempi di lavoro della commissione
Si segnalano qui i tempi di lavoro della commissione per il settore concorsuale 11/A1 – STORIA MEDIEVALE Primo verbale 19 febbraio: dopo la pubblicazione i candidati avevano 15 giorni di tempo per ritirarsi. L’elenco definitivo dei candidati non è stato disponibile prima del 7 marzo e quindi la commissione si riunisce nuovamente il 4 aprile alle 10, per alcune dichiarazioni di legge.
042782
Dopo di che
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
6 / 15
Questo significa che in 28 giorni i membri della commissione dovrebbero avere esaminato 171 curricula di seconda fascia e almeno 38 di prima fascia.
Lavorando tutti i giorni, avrebbero preso in esame 7 curricula al giorno; se questo significa avere analizzato anche le pubblicazioni farebbe 2.508 pubblicazioni in totale, pari a 89,57 pubblicazioni al giorno, tutti i giorni, senza pause. Il che sembra chiaramente confliggere, www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
oltreché con il buon senso, con la recente giurisprudenza concernente i tempi di valutazione dei concorrenti (cfr. ad es. Consiglio di Stato , sez. VI, sentenza 20.06.2006 n° 3668 che richiama la precedente delibera Consiglio di Stato , sez. V, decisione 13.05.2005 n° 2421 ).
Naturalmente è possibile (ma non lo si dichiara a verbale) che l’esame dei curricula e la lettura delle pubblicazioni sia stata fatta solo per una metà dei candidati prima del 4 aprile, e l’altra metà tra il 6 aprile e il 29 maggio: in questo caso sarebbero un totale di 81 giorni: lavorando tutti i giorni 2,58 curricula al giorno e 30,96 pubblicazioni al giorno. Diciamo che dalle 10.30 alle 17 del 4 aprile, valutando 6,30 di lavoro al giorno, e dalle 9.15 alle 13.30 del 30 maggio si ha un totale 645 minuti: dividendo per 171 curricula si ottiene una media 3,77 minuti per curriculum.
Dalle 9 alle 16 del 4 aprile e dalle 14 alle 16 del 30 maggio otteniamo invece invece 510 minuti per 49 curricula di prima fascia e, contando anche i curricula di seconda fascia, otteniamo che ogni candidato viene discusso per 10,40 minuti.
La votazione finale avviene per via telematica dalle 10 alle 12 del 25 luglio per prima e seconda fascia. Ma la stesura dei giudizi collegiali AVVIENE DOPO.
Il 9 settembre dalle 11 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 si stendono i giudizi collegiali per la prima fascia; il 10 settembre dalle 9 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 si stendono i giudizi collegiali di seconda fascia.
Il giorno 11 dalle 9 alle 11.45 si ha la revisione dei giudizi di prima e seconda fascia e l’immissione nel portale.
Segue Allegato 3 – Articolo sul Secolo XIX del 18 dicembre 2013, p. 7 (visibile nella versione PDF del documento, allegato QUI)
3. Interrogazione parlamentare di P. Corsini (Senato) sull’ASN del s.c. 11/A4, Scienze del libro e del documento e Scienze storico­ religiose
Senato.it – Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4­01454 Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4­01454 Pubblicato il 8 gennaio 2014, nella seduta n. 162
CORSINI – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. ­ Premesso che, per quanto risulta all’interrogante: con determina dirigenziale n. 222/2012 del 20 luglio 2012 è stata indetta la procedura per il conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale di professore universitario di prima e seconda fascia; con determina dirigenziale n. 739 del 18 dicembre 2012 e determina dirigenziale integrativa del 4 febbraio 2013 è stata nominata la commissione giudicatrice del settore concorsuale 11/A4, Scienze del libro e del documento e Scienze storico­religiose composta dai seguenti membri: Edoardo Roberto Barbieri, docente di Storia del libro e dell’editoria e di Bibliografia e biblioteconomia all’università Cattolica di Brescia e Milano, Marilena Maniaci, docente di Storia del libro manoscritto all’università di Cassino, Luisa Miglio, docente di all’università della Tuscia e dal commissario di istituzione straniera Francisco Diez De Velasco, Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
Paleografia all’università “La Sapienza” di Roma, Fabio Troncarelli, docente di Paleografia latina Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
7 / 15
docente di Storia delle religioni all’università de La Laguna nelle isole Canarie;
il settore concorsuale 11/A4 accorpa discipline disparate che nulla hanno in comune tra loro (dalla Paleografia, alla Biblioteconomia, fino alla Storia del cristianesimo e delle chiese SSD M­
STO/07);
in conseguenza di questi accorpamenti è accaduto quanto era prevedibile, cioè la nomina di una www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
commissione i cui membri non avevano alcuna competenza nell’ambito delle scienze storico­
religiose in riferimento alla cristianistica, incompetenza evidenziata sia dalle discipline insegnate sia dalle personali pubblicazioni, sia dal curriculum degli stessi commissari dove in un caso compaiono pubblicazioni che nulla hanno a che vedere con il settore concorsuale 11/A4 come libri di poesia, romanzi, saggi di critica letteraria e cinematografica;
nonostante questa incompetenza i commissari hanno proceduto nei lavori di giudizio sui candidati e sulle loro pubblicazioni come previsto nel decreto ministeriale n. 76 del 2012 utilizzando, tra l’altro, solo in alcuni casi un consulente esterno incaricato di stendere un parere pro veritate sulle pubblicazioni dei candidati di discipline storico­religiose;
nel verbale n. 1 del 7 marzo 2013 la commissione, dopo aver elencato i criteri ministeriali per la valutazione dei candidati (siglati a, b, c, eccetera), li ha integrati con criteri propri (siglati A, B, C, eccetera), a volte apertamente in contrasto con quelli ministeriali. Questi criteri sono stati prima enunciati in maniera perentoria e immediatamente dopo smentiti qualora la commissione avesse ritenuto di non doverli seguire. Per esempio, in un impeto di severità la commissione decide di “fissare, come prerequisito aggiuntivo per il conseguimento dell’abilitazione, la produzione nei 10 anni anteriori alla scadenza del bando, di almeno una monografia, edizione critica o edizione di fonti oppure di una raccolta consistente ed internamente coerente di saggi” (p. 8), incredibilmente smentendo se stessa nel paragrafo successivo, perché la commissione “si riserva comunque di prendere in considerazione (…) anche Candidati che non posseggano questo prerequisito”. Si veda l’arbitrio espresso nella conclusione del verbale (primo paragrafo di pagina 9): “la Commissione ritiene che il Candidato, oltre a soddisfare il parametro A), debba possedere almeno tre degli elementi di valutazione (B­M) sopra elencati”. Vengono quindi considerati solo i “criteri” elencati in lettera maiuscola, cioè quelli che ha definito la Commissione, e non quelli in minuscola, che sono quelli fissati dal decreto ministeriale per la valutazione. E dopo segue un paragrafo nel quale si dice che la commissione si riserva comunque la libertà di abilitare anche chi non soddisfi questi criteri;
la commissione nel verbale del 7 marzo, dopo avere elencato i criteri aggiuntivi, afferma che “il soddisfacimento dei suddetti requisiti indica che l’abilitazione è possibile, non che ne consegua automaticamente, essendo essa il prodotto del giudizio di merito formulato dalla commissione”, mentre proprio i giudizi di merito sono carenti da ogni punto di vista di analisi dettagliata e completa dei titoli;
il giorno 28 novembre 2013 la commissione ha concluso i propri lavori i cui risultati sono stati resi pubblici nei giorni successivi;
da un’analisi approfondita dei risultati appaiono numerosissime e gravi incongruenze tali da pregiudicare fortemente la bontà della procedura, la qualità dei giudizi espressi, le stesse abilitazioni riconosciute e quelle negate;
i candidati i cui curriculum sembravano a parere della commissione riferibili a SSD M­STO/07 hanno ricevuto un trattamento palesemente differenziato: infatti, numerosi non sono stati sottoposti a parere pro veritate e sono stati abilitati direttamente dalla commissione (per esempio I fascia: Benedetti, Buffon; II fascia: Barcellona, Bartolomei Romagnoli, Curzel, Colombi, De Fraia, Gagliardi, Giovannucci, Longo, Lugaresi, Marchetti, Michetti R., Mongini, Nicolotti, Parriniello, Pennacchio, Rainini, Rossi, Sardella, Solfaroli Camillocci, Toti, Turbanti), mentre numerosi altri non sono stati sottoposti a parere pro veritate e non sono stati abilitati dalla commissione, la quale ha dunque smentito se stessa entrando nel merito delle valutazioni, altri ancora sono stati sottoposti a parere pro veritate, il quale ha costituito l’unico giudizio espresso dalla commissione la quale si è limitata soltanto a prenderne atto sia nei giudizi personali sia nel giudizio finale dove esso è stato semplicemente copiato, ma con qualche eccezione (in alcuni casi nonostante il parere pro veritate positivo la commissione ha negato l’abilitazione e in altri casi nonostante il parere negativo l’abilitazione è stata concessa);
si è verificato il caso di candidati in possesso di una sola mediana su 3 e senza monografie negli ultimi 10 anni che sono stati abilitati d’ufficio dalla commissione (per esempio I fascia: D’Aiuto, Signorini, Zito) o comunque senza monografie negli ultimi 10 anni (I fascia: Lupi), in un caso con zero mediane su 3 si è concessa l’abilitazione (II 042782
fascia: Letizia);
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
8 / 15
si è verificato il caso di candidati che, pur in possesso di una sola mediana su 3 sono stati abilitati d’ufficio dalla commissione (per esempio I fascia: Ansani, Cusumano, Gattagrisi, Ruffini). Il caso della candidata Sabba è esemplare poiché tutta la produzione scientifica della candidata corrisponde esattamente alle 12 pubblicazioni presentate, produzione scientifica che la commissione definisce “non abbondante”, mentre tra i titoli aggiuntivi definiti come “non molti titoli valutabili” si ricorre ad una generica “esperienze di didattica universitaria”, in realtà relativa www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
ad alcuni giorni di docenza pari a non più di 5, che le vale comunque l’ottenimento dell’abilitazione di II fascia;
in altri casi sono state incredibilmente considerate oggetto di specifica valutazione, tra le 12 pubblicazioni previste per la II fascia, monografie pubblicate in anni precedenti il limite di anni 10 e inserite per la valutazione dai candidati (per esempio II fascia: Bartolomei Romagnoli con un libro del 1994, Michetti R. con un libro del 1999, Gorian con un libro del 2002, Rossi con un libro del 2001, Venuda con un libro del 1995);
candidati con 3 mediane su 3 e con tutti requisiti aggiuntivi necessari e con giudizi ampiamente positivi sulle pubblicazioni sono stati esclusi adducendo il motivo di essere “estraneo ai ruoli dell’Università” (I fascia: De Pasquale, Sanzi) o perché appartenenti al ruolo di ricercatore (I fascia: Roncaglia), o ancora Ibba con 2 mediane su 3 con giudizi positivi sulla produzione scientifica ma “estraneo ai ruoli dell’Università” e la cui produzione sull’ebraismo non appare, secondo i commissari, confacente alla classe di concorso. Si consideri ancora il caso di Parente, con 2 mediane su 3, ricercatore di Storia contemporanea con produzione scientifica quasi esclusivamente dedicata alla storia del cristianesimo contemporaneo che viene definita dalla commissione “meglio valutabile, per il suo taglio prevalentemente storico, nel settore di appartenenza” e le cui monografie di centinaia di pagine di documenti e fonti di archivio dedicate a fondatori di istituti religiosi (erroneamente chiamati “congregazioni monastiche”, prova palese, questa, dell’incompetenza della commissione) sono definite “medaglioni biografici”. Ci sono poi i casi dove pur in presenza di 3 mediane su 3 o 2 su 3 e in presenza di ben 3 o 4 requisiti aggiuntivi (dottorato di ricerca, direzione di collane editoriali, premi ottenuti, insegnamento di Storia del cristianesimo in istituzioni straniere) alcuni candidati non sono stati riconosciuti degni di ottenere nemmeno l’idoneità alla II fascia come per esempio Tanzarella per il quale, come in molti casi, non solo è stata omessa un’analisi dettagliata delle pubblicazioni presentate, ma la commissione ha definito a diffusione locale libri apparsi in una collana ben nota non solo in Italia, dove è regolarmente e capillarmente distribuita, ma nota anche all’estero e dotata di comitato scientifico e i cui volumi sono sottoposti a double­blind peer review;
lungo sarebbe l’elenco di coloro che sono stati esclusi ricorrendo ad ogni genere di motivazioni anche da parte dell’esperta Vismara esterna nei pareri pro veritate. Una fra tutte è la presunta non corrispondenza tra le pubblicazioni, il curriculum del candidato e il settore concorsuale 11/A4. Si veda in proposito l’inverosimile caso di Claudio Zamagni docente di Storia del cristianesimo all’università di Ginevra con 3 mediane su 3, abbondanza di titoli aggiuntivi e una quantità di pubblicazioni di riconosciuto valore scientifico che la consulente esterna Vismara però bolla come pubblicazioni che “presentano peraltro un carattere eminentemente filologico­
letterario e, pur nell’apprezzamento per il lavoro svolto, non possono essere considerate pertinenti al settore concorsuale in oggetto”. Altro caso significativo è quello di Zambon ricercatore di M/STO­07 con 2 mediane su 3 e studioso delle relazioni tra neoplatonismo e cristianesimo per il quale la consulente ha in serbo un giudizio inaccettabile per qualsiasi storico del cristianesimo antico: “Le ricerche del candidato, pur decisamente apprezzabili, non corrispondono (se non in piccola parte) né per argomenti né per metodi al settore concorsuale in oggetto”. Settore concorsuale però, è il caso di ricordarlo, nel quale da 10 anni Zambon è ricercatore. Si consideri infine il caso di Ramelli con una produzione scientifica vastissima tra cui 31 libri, centinaia di articoli e la presenza di tutti i criteri aggiuntivi previsti dalla commissione per la quale si scrive questo giudizio finale: “La candidata Ilaria Ramelli presenta una produzione scientifica di proporzioni assolutamente imponenti; a livello internazionale le sue ricerche le hanno consentito di imporsi all’attenzione, con una notevolissima serie di attività (visiting professor eccetera). Bisogna però riconoscere che a volte la vastità della produzione va a discapito del rigore e dell’originalità. Si ritiene dunque che Ilaria Ramelli non possa conseguire l’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di Professore universitario di I fascia per il settore concorsuale 11/A4 – Scienze del libro e del documento e scienze storico­religiose”. Nessuna valutazione specifica dei titoli presentati e piena contraddizione del giudizio con i criteri seguiti dalla commissione in altri casi;
i criteri aggiuntivi stabiliti dalla commissione appaiono addirittura aver preso il sopravvento nei giudizi finali sulle mediane facendoli diventare di fatto decisivi lasciando campo libero all’arbitrio da parte dei commissari che contraddittoriamente li applicano in alcuni casi e non li usano in 042782
altri;
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
9 / 15
tali criteri aggiuntivi sono stati in alcuni casi ritenuti indispensabili per ottenere l’abilitazione e in caso di mancanza degli stessi l’abilitazione non è stata concessa, in altri casi la commissione ha palesemente sbagliato non conteggiandoli a taluni candidati e quindi non abilitandoli, in altri casi la commissione ha concesso l’abilitazione anche in palese assenza del possesso di questi elementi aggiuntivi (II fascia: Curzel, Moro Cristina, Sabba) o della loro mancata dichiarazione (II fascia: www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
Caldelli, Paiano);
il criterio della presunta mancata internazionalizzazione è stato usato per negare l’abilitazione a molti candidati meritevoli, mentre per altri che sono stati abilitati le relazioni dei commissari tacciono totalmente o ritengono internazionalizzazione la generica partecipazione ad alcuni convegni tenuti all’estero o ritengono l’assenza di internazionalizzazione irrilevante ai fini dell’abilitazione concessa (II fascia Gorian, Moro Cristina, Sciarra);
indicativo di quanto siano contraddittori i giudizi della commissione è quanto espresso nei confronti del candito Magionami (II fascia) che presenta a giudizio solo 11 testi sui 12 previsti, avendo un curriculum totale di solo 15 pubblicazioni e raggiungendo solo una mediana su 3, ma risultando comunque abilitato; dello stesso tenore è quanto scrivono sulla candidata Marchetti (II fascia) le cui pubblicazioni vengono descritte dalla stessa commissione come discontinue in un ventennio e non sempre pertinenti al settore concorsuale di appartenenza fino all’osservazione di avere dichiarato come monografia una pubblicazione in cui l’apporto della candidata era ridotto “a poche pagine (11­27)”, osservazioni queste che le valgono comunque l’abilitazione; simile situazione è quella della candidata Pennacchio la cui produzione scientifica viene definita dalla commissione rarefatta, discontinua e poco varia, che presenta solo 11 pubblicazioni sulle 12 previste e che raggiungendo solo una mediana su 3 ottiene comunque l’abilitazione; non pochi candidati hanno poi gonfiato l’elenco delle pubblicazioni con recensioni o schede e la commissione sembra averne tenuto conto come elementi particolarmente qualificanti il curriculum come nel caso di Rainini nel quale le 41 pubblicazioni, tolte le recensioni, si riducono ad appena 25; degna di rilievo è l’abilitazione ottenuta (II fascia) dalla candidata Sciarra con una mediana su 3, appena 15 pubblicazioni in totale tra le quali anche recensioni e schede di catalogo e un articolo a due mani, nessuna internazionalizzazione, ma decisivo appare il titolo di essere cultrice della materia presso l’università di Cassino, dipartimento di Filologia e storia, con il professore ordinario Marilena Maniaci dal 1° ottobre 2010, la quale Maniaci risulta membro della stessa commissione di abilitazione che la valuta con lusinghieri giudizi;
a fronte di abilitazioni ottenute con poche pubblicazioni e con curriculum ridotti corrispondono esclusioni non motivate nei giudizi come quelle di studiosi di provata esperienza e con curriculum solidi e di riconosciuta competenza e lunga attività didattica anche in istituzioni straniere come Carfora, Malpensa, Mandreoli, Parente, Ramelli, Shurgaia, Tanzarella, Zamagni Claudio, Zambon e altri ancora cui l’abilitazione è stata negata, o giovani studiosi di valore come Canella o Palmieri non certo inferiori ai tanti abilitati con curriculum poveri e forzati;
la commissione il giorno 7 marzo 2013 (verbale n. 1) nella riunione preliminare di insediamento verbalizza che “La Commissione all’unanimità delibera di utilizzare la classificazione di merito delle pubblicazioni di cui all’allegato D del DM 76/2012 come riferimento di ordine generale, non ritenendo opportuno né necessario, ai fini dell’attribuzione dei giudizi individuali e collegiali, esplicitare la classificazione relativa alle singole pubblicazioni scientifiche presentate da ciascun candidato”;
il giorno 30 maggio 2013 la commissione (verbale n. 6) polemizza sulla indicazione pervenuta dal Ministero (nota direttoriale n. 12477 del 27 maggio 2013) che indicava alle commissioni come occorresse “una valutazione analitica dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche presentate da ciascun candidato”, indicazione che la commissione rifiuta dal momento che afferma di ritenere che essa sia “concettualmente estranea agli obiettivi dell’abilitazione nazionale”;
incredibilmente solo nella riunione del 13 novembre 2013 (verbale n. 10), durata dalle ore 10,30 alle ore 15,30, a lavori quasi conclusi la commissione prende atto di quanto vanamente il Ministero aveva comunicato il 27 maggio 2013 e ribadito nella nota del 9 luglio 2013 circa l’obbligo di inserire nei giudizi collegiali la sintetica descrizione del contributo individuale del candidato alle attività di ricerca svolte e la valutazione analitica di titoli e pubblicazioni scientifiche. La commissione, quindi, preso atto di quanto il Ministero chiedeva riformula i 111 giudizi di abilitazione a professore di I fascia, pur mantenendo in essere contemporaneamente i giudizi a suo tempo formulati, e compie questo lavoro di analisi dei titoli scientifici di ciascun nonostante questi interventi correttivi i giudizi dei singoli commissari si segnalano per estrema Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
candidato in appena 5 ore pari a 2 minuti e 42 secondi a giudizio;
Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
10 / 15
concisione (2 o 3 righe per complessivi 200­300 caratteri, spazi compresi) e genericità, per ripetitività di modelli­tipo (un’interessante prova si può rinvenire nei giudizi del commissario­
poeta Troncarelli dove si evince un unico calco dal quale derivano centinaia di giudizi in cui muta soltanto qualche aggettivo) e per la totale assenza di motivazioni e soprattutto per l’assenza di valutazioni sulle singole pubblicazioni, mentre i giudizi finali appaiono rabberciati, ispirati ad alcuni modelli­tipo e complessivamente non motivati e non supportati da un’analisi puntale delle www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
pubblicazioni presentate dai candidati; infatti negli stessi giudizi le singole pubblicazioni presentate sono solo sporadicamente citate, quasi sempre in modo solamente e banalmente ripetitivo dei semplici titoli, mentre sulla quasi totalità delle pubblicazioni la commissione non scrive nulla e quindi non si esprime lasciando intendere che delle pubblicazioni la commissione ha letto al massimo titolo e luogo di pubblicazione ignorando quindi il reale contenuto degli scritti presentati dai candidati. Gli stessi altri titoli previsti nei criteri aggiuntivi sono spesso dimenticati nei giudizi finali, tanto dimenticati che candidati che li possiedono non li vedono né citati né riconosciuti dalla commissione;
gli stessi pareri pro veritate preparati dalla professoressa Paola Vismara dell’università di Milano sono dei testi brevissimi con una media di 10 righe per poco meno di 700­800 caratteri, spazi compresi. Considerando che tutti i pareri comprendono la forma finale rituale “Si ritiene che il candidato sia degno” oppure “Si ritiene che il candidato non possa conseguire” il parere pro veritate è costituito concretamente da circa 500 caratteri spazi compresi (ma anche da 284 caratteri, spazi compresi). Con una quantità di caratteri tanto esigua l’autrice dei pareri non analizza certo la produzione scientifica dei candidati né descrive dettagliatamente di quali elementi aggiuntivi previsti dalla commissione i candidati siano in possesso, ma si limita a valutazioni molto generiche e assertive senza in alcun modo fornire elementi concreti e prove che possano motivare il giudizio successivamente espresso;
la commissione nei giudizi bolla talune collane editoriali e case editrici definendole a diffusione locale mostrando di ignorare il panorama editoriale e scientifico di SSD M­STO/07, arrogandosi il compito di stabilire classifiche tra case editrici, ignorando che talune case editrici definite locali hanno invece regolare distribuzione sul territorio nazionale, recensioni sulle principali riviste specialistiche, presenza nelle biblioteche anche straniere. Fatto questo che sarebbe stato facilmente evitabile se i commissari avessero avuto conoscenza del settore di cristianistica;
appare evidente quanto siano non credibili i tempi utilizzati dalla commissione per analizzare i curricula o stendere i giudizi su 111 candidati di I fascia e su 323 candidati di II fascia. Infatti il giorno 8 aprile 2013 la commissione (verbale n. 3), oltre a vari altri adempimenti, “procede ad un’attenta valutazione dei curricula dei candidati” di I fascia in un tempo compreso al massimo nelle 3 ore che dura la seduta (dalle ore 10,30 alle ore 13,30). Anche volendo attribuire tutto il tempo disponibile (nel verbale la commissione procede anche per ogni candidato “alla verifica degli indicatori calcolati dal CINECA”) per 111 candidati di I fascia l’attenta valutazione dei curricula e la verifica degli indicatori è avvenuta in 180 minuti cioè circa un minuto e mezzo a candidato, dato, questo, inverosimile;
il giorno 29 aprile 2013 la commissione (verbale n. 4) dalle ore 10,30 alle ore 13,30 procede “alla lettura e al confronto dei giudizi individuali redatti per i candidati all’abilitazione a professore universitario di I fascia (…) e procede alla stesura dei giudizi collegiali” esamina anche 18 pareri pro veritate. Tutto questo è compiuto in 180 minuti, cioè per ogni giudizio collegiale la commissione dichiara di avere impiegato un minuto e mezzo, poiché nel verbale successivo i giudizi vengono caricati sulla piattaforma senza che si dia notizia di altro tempo dedicato alla stesura dei giudizi collegiali;
il giorno 30 maggio 2013 la commissione (verbale n. 6) dalle ore 10 alle ore 13,30, oltre ad altri adempimenti, “procede quindi ad un esame preliminare dei curricula dei candidati, con l’intento di qualificane la congruenza degli interessi scientifici in relazione ai settori disciplinari compresi nel settore concorsuale 11/A4 e di individuare i candidati per i quali risulta opportuna l’acquisizione di un parere pro­veritate (…) passa poi all’individuazione dei candidati che si collocano chiaramente al di sotto della soglia minima dei criteri e dei parametri definiti dalla commissione e che risultano all’unanimità non valutabili positivamente ai fini del giudizio di abilitazione”, e la commissione compie tutto questo lavoro sui curricula di 323 candidati in 210 minuti pari a 39 secondi a candidato;
il giorno 3 ottobre 2013 la commissione (verbale n. 8) dalle ore 10,30 alle ore 15,45 “procede quindi alla lettura e al confronto dei giudizi individuali redatti per l’abilitazione a professore universitario di II fascia. Dopo ampia e approfondita disamina, la commissione constata la sostanziale convergenza delle valutazioni individuali”. Il giorno 17 ottobre la commissione (verbale n. 9) dalle ore 10,30 alle ore 14 “procede alla lettura e al confronto dei restanti giudizi alla stesura dei giudizi collegiali”. Il 25 novembre la commissione (verbale n. 11) dalle ore 10,30 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
individuali redatti per i candidati all’abilitazione a professore universitario di II fascia e prosegue Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
11 / 15
alle 15,30 dopo aver proceduto “ad un’ultima verifica formale delle valutazioni collegiali formulate per i candidati all’abilitazione a professore universitario di I fascia (…) prosegue quindi alla verifica delle valutazioni individuali e collegiali formulate per i candidati all’abilitazione di professore universitario di II fascia”; considerato che in questi 3 verbali si attesta che la commissione ha fatto una verifica formale dei 111 giudizi di professore di I fascia e che per ognuno dei 323 candidati di II fascia sono stati letti 5 giudizi individuali, uno per ogni www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
commissario, in più è stato scritto un giudizio collegiale per ogni candidato, si è trattato quindi di leggere 111 giudizi collegiali, discutere in modo “ampio e approfondito”, come dichiara la commissione, 1615 giudizi individuali e scrivere 323 giudizi collettivi utilizzando complessivamente poco meno di 14 ore pari a circa 27 secondi per ogni giudizio da leggere o da scrivere,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda intervenire con urgenza per verificare quanto evidenziato e procedere all’annullamento dei risultati del settore concorsuale 11/A4 per le ragioni sopra addotte;
se intenda aprire un’inchiesta sul censurabile comportamento dei commissari riguardo ai verbali e a loro contenuto, al rifiuto da parte dei commissari di leggere e giudicare le pubblicazioni, alla stesura di giudizi non motivati e arbitrari e a verbali che non possono corrispondere nei tempi dichiarati alla realtà che viene descritta;
se intenda tutelare lo stesso Ministero dalle dichiarazioni dei commissari rispetto ai tempi di compilazione dei giudizi e se nella loro formulazione e nell’andamento dei lavori della commissione non si evidenzino fatti suscettibili di rilevanza anche penale;
se intenda verificare le incongruenze nei giudizi espressi dalla commissione che ha abilitato candidati privi di mediane o privi di titoli aggiuntivi, anche in relazione alla presunta internazionalizzazione, e ha negato l’abilitazione a candidati in possesso di detti titoli;
quali iniziative intenda assumere nei confronti di una commissione che abilita alcuni candidati di SSD M­STO/07 senza sottoporli a parere pro veritate, che nega l’abilitazione ad altri sempre senza sottoporli a parere e che infine decide per altri candidati di ricorrere al parere pro veritate;
se ritenga che un parere pro veritate di 250 caratteri, spazi compresi, risponda ai criteri previsti dal Ministero (nota direttoriale 12477 del 27 maggio 2013) che indicava alle commissioni come occorresse “una valutazione analitica dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche presentate da ciascun candidato” e da quanto ribadito dal Ministero nella nota del 9 luglio 2013 circa l’obbligo di inserire nei giudizi collegiali la sintetica descrizione del contributo individuale del candidato alle attività di ricerca svolte e la valutazione analitica di titoli e pubblicazioni scientifiche;
se intenda verificare l’adeguata conoscenza della lingua italiana da parte del commissario spagnolo Francisco Diez De Velasco per accertare se egli fosse in grado di leggere testi scientifici in lingua italiana e relativi a discipline del tutto estranee alla sua attività accademica dal momento che mostra di non essere in grado di formulare giudizi in lingua italiana;
se ritenga che docenti di Paleografia o Biblioteconomia detengano la competenza per giudicare la produzione scientifica di storici del cristianesimo e quali iniziative intenda assumere in modo urgente perché improvvidi accorpamenti di discipline vengano cancellati;
se abbia osservazioni da sollevare quanto alla circostanza che la commissione, accogliendo senza alcun commento il parere pro veritate di poche generiche righe del consulente esterno nei giudizi individuali e ricopiandolo nel giudizio finale, ha di fatto sancito che una parte dei candidati sia stata abilitata o non abilitata da un giudice monocratico in luogo di una commissione formata da 5 membri.
2. La Storia economica, l’Anvur e la terza legge fondamentale della stupidità umana [1]
La fine della Storia economica in Italia è nota. La disciplina viene eliminata dagli ordinamenti didattici finanche nei corsi di laurea in Economia, gli storici dell’economia grazie agli esiti della VQR appaiono un peso nei Dipartimenti e nelle Università e, per conseguenza, le chiamate dei prossimi abilitati, oltre che per le ragioni generali che le renderanno scarse in ogni settore, nella Storia economica si conteranno sulle dita di una e forse due mani. Insomma, siamo all’ultima 042782
spiaggia, ma, tra incredulità e rassegnazione, nessuno ne parla.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
ROARS.IT (WEB)
Data
16-01-2014
Pagina
12 / 15
www.ecostampa.it
Foglio
Non so cosa Luigi Einaudi, Amintore Fanfani, Corrado Barbagallo, Gino Luzzatto, Luigi Dal Pane, Federigo Melis, Gino Barbieri, Carlo M. Cipolla, Mario Romani, Aldo De Maddalena, Ruggiero Romano, Domenico Demarco, Luigi De Rosa, Giorgio Mori… avrebbero pensato della valutazione e del futuro del loro settore di studio e di ricerca affidati – si sa da chi (l’allora Ministro Gelmini), ma non con quali criteri e perché – a un nucleo minoritario di economisti storici, segnalatisi, già prima di entrare in azione, per un quantomeno infelice «lasciamo che gli ordinari vecchi vadano in pensione, facciamo mobbing su quelli giovani ma mediocri (p. es. tagliamoli fuori dalle commissioni di concorso e facciamone degli zombies)»[2] http://www.roars.it/online/mobbing­
colleghi­d a­zombizzare­e­giustizia­sommaria­le­abilitazioni­secondo­un­esperto­dellanvur/.
Certo, non avrebbero assistito in silenzio alla fine della Storia economica, una disciplina che in Italia ha contribuito alla formazione di generazioni e generazioni di laureati in economia, in storia, in scienze politiche, ma anche in lettere, lingue ecc. Una disciplina in bilico tra due culture, per dirla con Cipolla[3], quella storica, che la rende «fondamentalmente umanistica», e quella economica, che la espone ai contraccolpi di una economia che è andata sempre più «arroccando
[si]» «su posizioni non umane». Di qui, ancora nella limpida lettura di Cipolla, le due soluzioni contrapposte degli storici «di tipo continentale­europeo» e degli storici «di tipo modellistico americano»: «i primi allentan[o] i legami con l’Economica, i secondi allentan[o] i legami con la Storia». Anche se nel caso della Storia economica italiana sarebbe più giusto dire che i primi cercano di coniugare Storia ed Economia, privilegiando le fonti e la ricerca d’archivio e rifuggendo da improbabili modelli teorici e da immaginifiche, per quanto suggestive, serie quantitative, i secondi no.
Ebbene, con il grande gioco della valutazione, l’Italia, culla della storia e della storiografia, si appresta ad abbandonare il campo della storia economica di tipo continentale­europeo, trasformando in «zombies» gli storici italiani che lo popolano e indicando alle giovani e meno giovani leve una sola via per sopravvivere, quella dell’economia storica e della cliometria; una via che, spingendo inevitabilmente verso la contemporaneità, fa anche piazza pulita della prestigiosa tradizione italiana di studi di storia economica medievale e moderna.
Per di più, per chi nutra sane e legittime aspirazioni di carriera, si tratta di una via che si prospetta impervia, perché gli economisti, ai quali ineluttabilmente, con la scomparsa di un autonomo settore disciplinare di Storia economica, sarà devoluto il compito di giudicare gli storici dell’economia, non pare abbiano in particolare considerazione i lavori degli economisti storici italiani. L’alternativa, per continuare a dedicarsi alla Storia economica e per essere valutati con maggiore obiettività, sarebbe di approdare ai settori di medievale, moderna e contemporanea, ma anch’essa appare al momento malagevole ai fini concorsuali: scorrendo i primi risultati delle Commissioni per le abilitazioni, la specializzazione degli storici dell’economia costituisce (giustamente, visto che la Storia economica ha uno statuto disciplinare proprio e diverso) un handicap per l’abilitazione nei settori della storia generale.
Una prospettiva da zombi, dunque. E il tutto, come spesso accade nel nostro Paese, nel solco di una tardiva e infedele imitazione di quel che appare già archiviato nel mondo anglosassone, nel quale l’economia storica, dopo la stagione degli ardori e degli eccessi – circoscritti comunque al piano scientifico –, convive proficuamente con la Storia economica, che ha peraltro contribuito a rafforzare sul piano del metodo.
La Società degli Storici dell’Economia (SISE) ha scelto la strada della mediazione e del dialogo con i “nostri” esperti nell’ANVUR, che non ha funzionato. D’altra parte, viste le premesse e lo spirito di crociata che anima la pattuglia degli economisti storici nella guerra contro «la maggioranza dei cialtroni e mediocri», la strada del dialogo non poteva funzionare. E qui basta settori storici e no, si è sommata la generalizzata penalizzazione di una solida tradizione storiografica e dei suoi consolidati strumenti di diffusione (riviste e case editrici).
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
scorrere la VQR del settore, nella quale, alle incongruenze del “metodo Anvur” lamentate da altri Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
13 / 15
Emblematico al riguardo il fatto che gli economisti storici insediatisi all’Anvur abbiano imitato gli economisti nella classificazione delle riviste e sottoscritto un “originale” sbarramento in virtù del quale, nei fatti, per aspirare alla fascia A una rivista deve essere pubblicata in lingua inglese e magari all’estero (gli stessi parametri, peraltro, hanno portato a escludere dalla classe A per la Storia economica le riviste italiane classificate in classe A in altre aree storiche, riviste che non di www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
rado accolgono contributi degli storici dell’economia), con buona pace della nostra lingua e della nostra cultura[4]. Eppure la Storia economica è collocata e appartiene da tempo immemorabile all’area delle Scienze Economiche e Statistiche, per esempio nel CUN, consesso nel quale però, forse perché – a differenza dell’ANVUR – democraticamente eletto, è stato di norma riconosciuto a pieno il suo specifico statuto disciplinare e scientifico.
Di certo, nella prolungata crisi che attanaglia oggi non solo il nostro Paese, i padri fondatori della Storia economica in Italia non sarebbero rimasti a guardare: avrebbero autorevolmente spiegato che la Storia economica, non a caso collocata al I anno nei vecchi ordinamenti quadriennali delle Facoltà di Economia, è una disciplina formativa e che lo studio e la conoscenza della Storia economica (e non dell’economia storica che di una certa economia tende a condividere dogmi e modelli «non umani») potrebbero aiutare politici ed economisti a evitare qualche errore.
Il Paese ha problemi importanti, connessi al suo declino economico e culturale. Ritengo che il silenzio che accompagna la fine annunciata di un settore di studio, di ricerca e di insegnamento di antica e radicata tradizione come quello storico­economico sia un aspetto del declino dell’Università, della Ricerca e della Cultura in Italia, anche per le modalità con cui si sta consumando, complici, da un lato, la strumentalizzazione del sistema di valutazione – discusso e discutibile, ma non rifiutato dagli storici dell’economia come da qualsiasi altro ricercatore –, dall’altro, la rassegnazione e la prudenza degli storici dell’economia di fronte a un potere più raffinato ma non diverso da quello baronale di un tempo, che si sostiene di voler sradicare.
Confido negli storici dell’economia accademicamente giovani e in quei pochi di loro “veramente giovani”, che costituiscono nel settore una specie rara anch’essa prossima all’estinzione. Come storico dell’economia non più giovane, che condivide con la generazione accademica alla quale appartiene la responsabilità (e i limiti) dello stato dell’arte della Storia economica in Italia, posso solo dire che non mi sento per nulla uno zombi (né presento sintomi di trasformazione). Mi sento piuttosto come uno dei musicisti di quell’orchestrina che, dovendo assistere impotente al naufragio, continuò a suonare mentre il Titanic affondava.
Qualcuno interverrà a scongiurare l’inabissamento «per stupidità» della Storia economica?
Luigi De Matteo
(Ordinario di Storia economica Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
[1] Alla terza legge fondamentale della stupidità umana enunciata da Carlo M. Cipolla (Allegro ma non troppo, Bologna 1988) – «Una persona stupida è un persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita» – sembra doversi imputare il «comportamento irragionevole» di quel gruppo di persone che, con responsabilità a livello politico e scientifico, hanno creato le condizioni per la scomparsa della Storia economica in Italia, procurando un danno generale senza trarne vantaggio, se non forse quello effimero, anch’esso ascrivibile alla stupidità umana, derivante dalla supponenza e dal connesso piacere di poter premiare quanti aderiscono al proprio orientamento metodologico e punire quanti se ne discostano.
[2] Il collega avrebbe dovuto dimettersi o essere sostituito seduta stante, non solo per l’incommentabile episodio in sé, ma perché da quell’episodio sono risultate compromesse sia la sua autorevolezza nell’ambito dell’organismo in cui era stato nominato per rappresentare la Storia economica sia la fiducia nella sua obiettività da parte di quanti era stato chiamato a valutare.
[3] Tra due culture. Introduzione alla storia economica, Bologna 1988.
[4] «Nessuna delle riviste italiane raggiunge parametri bibliometrici sufficientemente alti per essere incluse [nella classe A]», si legge nella Relazione finale del Gruppo di lavoro dell’Area 13 (Scienze economiche e statistiche) con specifico riferimento alle riviste di Storia economica; una constatazione che, non avendo indotto lo stesso gruppo a interrogarsi sulla congruenza dei parametri bibliometrici adottati, si traduce in un pollice verso nei confronti delle riviste italiane di Storia economica, degli storici dell’economia che ne guidano i comitati scientifici e della totalità Storia economica tout court. Il che significa, è bene precisare, abbattere di fatto la Storia economica in Italia, prima ancora di darle la possibilità di migliorarsi e di crescere – specie sul Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
degli storici dell’economia che vi hanno pubblicato e vi pubblicano, in buona sostanza della Data
ROARS.IT (WEB)
16-01-2014
Pagina
14 / 15
piano della diffusione internazionale –, necessità che qualsiasi storico dell’economia italiano serio avverte e condivide.
­*­
1. Dove va la sociologia italiana? (8.1.2014)
www.ecostampa.it
Foglio
Maria Luisa Bianco, Paolo Giovannini , Alberto Marradi, Franco Rositi, Loredana Sciolla, Giovanni Battista Sgritta, intervengono sugli esiti della prima tornata ASN per il settore di sociologia generale, giuridica e politica. Segue il documento Abilitazioni 2013 e Sociologia. Il documento è attualmente oggetto di dibattito sul blog Per la Sociologia
Questo documento nasce in reazione ai risultati resi pubblici in questi giorni dei lavori della Commissione di Sociologia generale, giuridica e politica, relativi all’ASN (Abilitazione Scientifica Nazionale). Anche se largamente noti alla comunità scientifica, ne richiamiamo gli aspetti principali:
1. Fortissime (e inspiegabili) differenze di valutazione tra Sociologia generale (19,6 di abilitati nella prima fascia, 16,7% nella seconda) e quelle effettuate – a tutt’oggi – dalle altre Commissioni (media generale prima fascia: 43,9; mediana: 41,6; seconda fascia: 43,8; mediana: 41,5);
2. Per circa un terzo, gli abilitati di prima fascia provengono da altri settori concorsuali; dei 29 abilitati, 25 sono concentrati nelle regioni del Nord: Centro e Sud insieme contano in tutto 4 abilitati; per quasi un terzo, gli abilitati appartengono a sedi della stessa città (Milano);
3. Per la seconda fascia, dove non sono ovviamente indicati né la sede né il settore, si possono solo segnalare le tendenze in atto: circa 60 su 71 abilitati (le domande presentate sono 424) provengono da università del Nord; di questi circa 15 (un quarto) da Milano, una decina da Trento. Guardando ai campi di interesse (in mancanza dei SSD), i candidati con poche eccezioni presentano lavori in buona misura congruenti con le specifiche del settore abilitante;
4. I candidati sono stati valutati quasi esclusivamente sul piano scientifico. È mancata pressoché totalmente la valutazione delle attività didattiche svolte e – come sarebbe stato logico almeno per i candidati alla prima fascia – la capacità e l’esperienza di lavoro istituzionale e gestionale;
5. Giudizi stereotipi e frettolosi, incongruenze, arbitri valutativi e veri e propri errori materiali sono largamente presenti nella formulazione dei giudizi. La nostra reazione non ha come motivo principale l’esplicitare stupore e disaccordo sui risultati generali e su molti particolari che emergono da quella valutazione: spetterà ai candidati che si sentono ingiustamente penalizzati mobilitarsi o meno nelle sedi e con i mezzi che riterranno più opportuni. Ciò che spinge gli estensori del documento a intervenire pubblicamente è la sensazione che questo episodio sia l’ultimo, e però assai grave, segnale di un processo ormai di lungo corso che registra il declino quantitativo della presenza, e soprattutto la trasformazione qualitativa del ruolo e della natura delle discipline sociologiche. Fino ad oggi, questo processo era in buona misura imputabile a meccanismi esterni alla nostra comunità scientifica: il prevalere di retoriche disciplinari appiattite sullo spirito e persino sui gusti dei tempi; un’egemonia sempre più manifesta delle culture scientifiche dominanti, che purtroppo non ha incontrato resistenze ma ha anzi quasi sempre visto corrisponderle un “soddisfatto asservimento”; una diffusa pratica di omologazione concettuale, teorica e metodologica rispetto alle scienze hard, nel tentativo di presentare un’immagine pubblica di sé e del proprio lavoro in linea con uno statuto disciplinare Oggi, invece, questa vicenda chiama in causa attori e comparse interni alla nostra stessa Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
storicamente consolidato.
Data
16-01-2014
Pagina
Foglio
15 / 15
disciplina. Chi vorrà, potrà approfondire e documentare meglio valutazioni e più o meno esplicite prese di posizione della Commissione: il cui comportamento – sia detto tra parentesi – è stato più omogeneo a compiti di selezione concorsuale (peraltro male assolti) che a compiti di valutazione abilitativa (cioè ai compiti per i quali avevano un mandato pubblico). Da parte nostra, vorremmo soprattutto rendere chiare le conseguenze che deriveranno dalle scelte della Commissione.
www.ecostampa.it
ROARS.IT (WEB)
Primo. L’aver effettuato una selezione così drastica – finora, quella di gran lunga più drastica di tutte le altre discipline – e per di più nel settore portante della sociologia italiana, comporta una gravissima delegittimazione di tutta la nostra comunità scientifica. Sappiamo quanto ci è costato difendere spazi e dignità alla nostra disciplina nelle sedi istituzionali come nei molti luoghi pubblici e privati nei quali ci siamo trovati ad operare. Con quale forza potremo sostenere il confronto con le altre discipline dopo questo generalizzato giudizio di immaturità scientifica e di basso livello qualitativo della nostra (teoricamente migliore) classe docente e ricercatrice? Gli abilitati (assai più numerosi) degli altri settori, forti dei loro risultati, premeranno con successo riducendo ulteriormente la già scarsa presenza della sociologia nelle sedi universitarie. Già questo solo dato mette in luce tutta l’irresponsabilità e la miopia della Commissione.
Secondo. Nessuno vuole stabilire rigidi principi di equità geografica nella distribuzione delle (scarse) risorse di cui dispone e disporrà la nostra disciplina. Ma una così forte e quasi assoluta concentrazione delle abilitazioni nelle università del Nord (con Milano in testa) non può non sollevare una serie di domande, tra le quali quella se si sia in presenza di un tentativo (consapevole o meno) di imporre a tutta la sociologia italiana un modello di prevalente ispirazione “scientista” e (acriticamente) “anglosassone”, che nel nostro paese è fortemente concentrato negli atenei del Nord.
Qualunque sia la ragione, siamo di fronte a decisioni prese, ancora una volta, senza guardare alle conseguenze istituzionali delle proprie azioni. Per richiamare le maggiori: nella prima fascia i tantissimi abilitati del Nord avranno difficoltà a essere chiamati in sedi diverse da quelle a cui appartengono, e molte sedi del Centro e del Sud non potranno disporre di nessun ordinario, con l’oggettiva impossibilità di tenere in vita iniziative didattiche e di ricerca di un qualche peso. Nella seconda fascia, i moltissimi ricercatori (del Centro, del Sud, ma anche del Nord) umiliati dal giudizio per l’abilitazione, ragionevolmente si sottrarranno ai compiti didattici cui per il loro contratto non sono obbligati, facendo venir meno i requisiti minimi necessari a tenere in vita un grande numero di corsi di studio.
Terzo. Ci avviciniamo al punto fondamentale. I risultati della selezione mostrano con grande evidenza che la Commissione ha ispirato le sue scelte, e in modo radicale, fondamentalmente a una concezione del modo di fare lavoro scientifico in campo sociologico: una one best way che rende inutile e anzi dannosa la sola presenza di modi differenti e alternativi di lavorare. Così, alla logica clientelare e particolaristica delle vecchie componenti di ispirazione ideologico­politico­
confessionale – di cui non si parlerà mai abbastanza male – si viene sostituendo una diversa logica di appartenenza, che si manifesta come una nuova componente – questa volta paludata di academic regalia – oggettivamente presuntuosa e inevitabilmente arrogante, che dietro la “formula politica” del merito fa strage di chi, anche in modo eccellente, fa ricerca scientifica seguendo approcci diversi: peraltro largamente prevalenti in campo internazionale e che anche in Italia si distinguono per aver prodotto conoscenze e idee di spessore, entrate stabilmente nel dibattito scientifico come in quello pubblico. Si tratta a parer nostro di una forma grave e unilaterale di selezione contraria allo spirito e ai valori della scienza.
Quarto, e ultimo. Con qualche eccezione, la Commissione ha condotto i suoi lavori – come si può facilmente rilevare da una rapida lettura dei verbali – con grande leggerezza e superficialità, quando non sciatteria. Si è esibito rigore, ma non verso se stessi. Giudizi standardizzati (e non individuali); pressoché totale assenza di una valutazione analitica dei titoli (come prescritto dal bando); erronee attribuzioni ai candidati di lavori e di competenze non proprie; scarso rispetto dei criteri stabiliti dal bando o persino dalla stessa Commissione; valutazioni e giudizi che riecheggiano pigramente gli indicatori della VQR, pensati peraltro per uno scopo assai diverso e comunque oggi oggetto di ripensamento; una interpretazione burocratica e banalizzante della c.d. internazionalizzazione, fatta coincidere con la pubblicazione in lingua inglese e incredibilmente negata a candidati in posizioni di rilievo in progetti internazionali e/o nazionali su bandi competitivi e con lunghe frequentazioni e solide relazioni con l’estero; candidati valutati come irrimediabili mediocri, che invece su indicatori importanti (ad esempio, il numero di articoli pubblicati su riviste di fascia A) presentano valori notevolmente superiori a quello mediano di riferimento, o che, in settori affini, hanno ricevuto giudizi altamente lusinghieri; uso di un italiano spesso incomprensibile, o approssimativo e trascurato, e così via. Tutti segnali di uno dalle best practices della valutazione, che dovrebbe avere come primo e più vincolante principio quello di rispettare e, di più, di piegarsi a capire approcci e modalità di lavoro scientifico, anche e Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
CINECA
042782
scarsissimo rispetto verso il lavoro e la persona dei candidati. Siamo, purtroppo, molto lontani