1° GREEN FORUM Dalle esondazioni alla sicurezza del territorio SRATEGIE PER LA GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI E LA RIDUZIONE DEI RISCHI Tra Ticino e Adda: gli aspetti idraulici nella pianificazione di bacino Cinzia Merli Autorità di bacino del fiume Po Parco delle Groane Solaro (Mi) 13 Marzo 2014 Guardare al locale con una visione globale Il bacino, la giusta scala di analisi •Congruente per unificare gli effetti delle politiche •Efficace nel consentire integrazioni e sinergie e maggior equità nel tener conto degli interessi di tutti decisori e portatori di interesse 524 km di reticolo idrografico, suddivisi in 15 corsi d’acqua naturali e 5 artificiali Un percorso di diagnosi delle criticità idrauliche articolato e multi disciplinare •La valutazione degli eventi storici •I modelli idraulici di simulazione della formazione e propagazione delle piene •L’analisi delle modificazioni dell’uso del suolo Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua del nord Milano Lo "Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua del nord Milano" dell’Autorità di bacino del fiume Po ed i successivi approfondimenti e aggiornamenti condotti da AIPO e dalla Regione Lombardia definiscono un quadro conoscitivo omogeneo, per l’intero ambito di studio, sulla base del quale individuano una strategia generale ed una strategia locale per mitigare le criticità idrauliche dei corsi d’acqua del Nord Milano e ridurre le condizioni di rischio per le aree urbane e produttive esposte a rischio idraulico “Ogni trent’an e trenta més l’acqua la torna al so paes” detto popolare di Cislago Archivio di Stato di Milano Mappa del Torrente Bozzente Dalla tesi di Annalisa Prandoni Si ringraziano Fabio Riva ed Enrica Salvatori Padre Antonio Lecchi 1823 … “ed ecco che a’ boschi d’Origgio non rimarrebbe che la sola terza parte d’una piena del Bozzente, e molto meno ancora … perché a consumare quest’acqua gli è d’avanzo l’estensione di 3500 pertiche di bosco non più le diecimila pertiche di terreno assoggettate a questo fine nel celebre contratto Borromeo” Ricostruire la memoria degli eventi recenti 1925-1935 255 INONDAZIONI 166 comuni coinvolti nelle province di Milano e Pavia 126 Km2 di territorio allagati Ma non ripetere gli errori del passato STRATEGIA Decapitazione delle onde di piena con trasferimento delle acque ad altri ricettori "Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua del nord Milano" "Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua del nord Milano" Le innumerevoli criticità dei corsi d’acqua a nord di Milano dal punto di vista del funzionamento idraulico a monte i corsi d’acqua scorrono in alvei naturali ma le aree perifluviali hanno capacità insufficiente a ridurre naturalmente le piene generate dal bacino a valle i corsi d’acqua scorrono in ambiti urbanizzati e quasi tutti recapitano le loro portate o al CSNO o nel sistema tombinato della città di Milano la capacità di deflusso lungo tutti i corsi d’acqua decresce da monte verso valle dove risulta inadeguata alle esigenze i reticoli fognari di drenaggio delle acque meteoriche urbane sono spesso gli unici ad assicurare, nei limiti della loro potenzialità, lo smaltimento delle acque di piena verso i ricettori i contributi dei sistemi di allontanamento delle acque meteoriche provenienti dai centri urbani risultano in grado di saturare il sistema “naturale” Le aree allagabili nel bacino del Po presentate al Comitato Istituzionale il 23 dicembre 2013 Le aree allagabili nel reticolo idrografico a Nord di Milano L’analisi a livello di asta fluviale Un esempio: il fiume Seveso oggi Frequenza delle esondazioni del Seveso a Milano fonte Comune di Milano – MM S.p.a. Il Seveso: portate attuali e portate limite Stato attuale Stato di progetto Il Seveso: portate urbane Bacino •Superficie totale del bacino 226 km2 •Superficie urbanizzata 100 km2 Piena Tr 200 anni •All’interno delle aree urbanizzate si formano allagamenti per un totale di 782.000 m3 di invaso •Mentre in Seveso vengono scaricati 2.000.000 m3 Contributo medio allo scarico •89 l/s/haimp 40 l/s/haimp Da A.Paoletti Gestione sostenibile delle acque meteoriche urbane Le peculiarità del Seveso fra i sottobacini del Nord Milano un grande bacino montano e un grande bacino drenato oltre 200 km2 il bacino ha origine nella zona delle prealpi e pertanto le onde di piena che interessano il corso d’acqua hanno una base di tipo “naturale” con volumetrie dell’onda superiori a quelle derivanti dagli ambiti collinari e urbani l’asta si dirige nel centro urbano di Milano la rilevanza del grado di urbanizzazione attorno all’asta su tutto il tratto terminale del corso d’acqua da Lentate sul Seveso a Milano non presenta aree non urbanizzate di vaste proporzioni in buona parte di tale tratto (da Lentate sul Seveso a Cusano Milanino) il corso d’acqua si presenta incassato di parecchi metri rispetto al piano campagna il sistema spondale per ampi tratti è costituito dai muri stessi delle case realizzate ai margini dell’alveo e in alcuni casi ne riducono la capacità di deflusso Aree allagabili a Lentate Aree allagabili a Barlassina Uso del suolo 2007 Uso del suolo 2012 Aree allagabili a Cantù L’analisi a livello di asta fluviale Il fiume Seveso nel passato Le mappe storiche Mappa del Catasto Teresiano,1722 Le mappe storiche Carta topografica dei Contorni di Milano 1833 Le ville di delizia e i loro parchi e giardini Le mappe storiche Catasto del Lombardo Veneto, 1855 Le radicale trasformazione del territorio Sulla foto aerea del territorio del Comune di Lentate si sono evidenziati i nuclei urbani che già risultavano edificati alla metà del XIX secolo. Tratto da :Maurizio Boriani, Lentate sul Seveso: storia di un paesaggio agrario ed urbano L’aumento delle aree urbanizzate negli ultimi 13 anni Studio AdB Po 1994 (giallo) Dusaf 2007 (grigio) 1994 2007 Area urbanizzata 72 km2 76 km2 % rispetto alla superficie totale del bacino 38 % 40%. Variazioni percentuali tra i sottobacini comprese tra 17% e +51% La diagnosi Il torrente Seveso, come molti altri corsi d'acqua vicini, scorrendo in un territorio sempre più abitato, e in cui il regime delle acque è stato nel tempo profondamente modificato, nei momenti di piena non ha più alcuna area naturale di espansione. Costretto tra case, fabbriche e strade, si sfoga dove riesce ad aprirsi un varco causando danni ingenti. Gli interventi strutturali da coordinare per la sicurezza idraulica •adeguamento del Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO) •la creazione/mantenimento di aree golenali per l’espansione naturale delle pine situate nel tratto comasco del corso d'acqua •realizzazione di "aree di laminazione" ove trattenere le acque del torrente durante l'evento meteorico, per poi restituirle al torrente stesso una volta esaurito l'evento •potenziamento della capacità di ritenzione idrica nelle aree urbanizzate Tali interventi sono tutti necessari, nessuno può essere escluso, se si vogliono assicurare al territorio adiacente all’asta fluviale adeguate e durature condizioni di sicurezza. Valori delle portate limite nelle sezioni di controllo del corso d’acqua Tabella delle portate limite del Seveso Sottobacino SEVESO1: chiuso a valle confluenza Terrò-Certesa Superficie Sezioni di controllo Qatt (m3/s) 3 Qob (m /s) 166 km2 Cantù-Asnago (SV77) 60 60 Cesano Maderno (SV38) 160 100 Sottobacino SEVESO2: chiuso alla Presa del CSNO Superficie Sezioni di controllo Qatt (m3/s) 3 Qob (m /s) 190 km2 Palazzolo di Paderno Dugnano (SV25) 165 60 Sottobacino SEVESO3: chiuso all’ingresso della tombinatura di Milano Superficie Sezioni di controllo Qatt (m3/s) 3 Qob (m /s) 227 km2 Ingresso tombino Milano (SV3 – Ponte SP 9) 140 30 Idrometri di riferimento per il monitoraggio: Cantù-Asnago - ARPA (SV77 - Ponte SP 34) per il controllo del deflusso della parte alta del sottob. Seveso1 Cesano Maderno – Prov.MI (ponte pedonale a monte di via duca d’Aosta ) per il controllo del deflusso del Terrò-Certesa e di tutto il sottob. Seveso1 Palazzolo – ARPA (SV25 - Ponte via Coti Zelati) a monte della presa del CSNO, per il controllo del deflusso di tutto il sottob. Seveso2 Palazzolo – Prov.MI - Seveso monte CSNO (monte presa) a monte della presa del CSNO (alternativo al precedente per il controllo del deflusso di tutto il sottob. Seveso2) Senago – Prov. MI - sul CSNO (CN 142 – ponte via Giuseppe di Vittorio) Per il controllo del deflusso nel CSNO Palazzolo – Comune MI - Seveso valle CSNO (SV 24bis - valle traversa di regolazione) a valle della presa del CSNO, per il controllo della ripartizione della portata. Milano (via Valfurva) – Comune MI per il controllo del deflusso nel tratto finale del Seveso, a valle della presa del CSNO. L’invarianza idraulica per la riduzione degli allagamenti in aree urbane Per tutte le nuove edificazioni ed infrastrutturazioni e per tutte le trasformazioni d’uso del territorio dovrebbero essere adottate norme volte ad evitare l’aumento dei volumi di piena e dei valori di picco di piena recapitati dalle reti di drenaggio urbano tramite interventi di infiltrazione e laminazione diffusa delle portate meteoriche e …. per la bonifica, riqualificazione e rivitalizzazione dei sistemi ambientali fluviali Il Contratto di fiume Seveso pone al centro della sua azione strategica un corridoio fluviale multifunzionale, intermedio fra il territorio dell’intero bacino e le fasce di pertinenza fluviale. Una infrastruttura verde-blu ambito prioritario per la valorizzazione delle risorse idriche e la riqualificazione del sistema ambientale e territoriale incardinate su: •Sicurezza idraulica e idrogeologica, salvaguardia del territorio e e risparmio di suolo •Sostenibilità ambientale, rinaturazione di ampie fasce fluviali, riduzione dell’inquinamento delle acque risparmio della risorsa acqua •Valorizzazione economica e sociale basata sullo sviluppo locale e su modalità di fruizione sostenibili, valorizzazione delle potenzialità legate ai beni culturali e ambientali del fiume •Creazione di reti immateriali (reti relazionali) che permettano l’integrazione di tutte le competenze, i saperi i valori locali necessari per formare una nuova cultura del fiume. Una domanda con molteplici risposte Perché e’ necessario realizzare aree per l’espansione controllata delle piene? per impedire il trasferimento di problemi da un territorio a un altro, da monte a in bacini limitrofi valle ed per evitare di rinviare i problemi ad un tempo futuro per essere pronti ad affrontare i cambiamenti climatici ………….. ………….. per realizzare infrastrutture verdi che in contrapposizione alle infrastrutture grigie valorizzino il patrimonio rurale, storico e architettonico e rivitalizzino le residue aree naturali Che cos’è una infrastruttura verde COMMISSIONE EUROPEA Bruxelles, 6.5.2013 COM(2013) 249 final COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Infrastrutture verdi – Rafforzare il capitale naturale in Europa {SWD(2013) 155 final} Che cos’è una infrastruttura verde Le infrastrutture verdi si basano sul principio che è urgente proteggere e migliorare la natura e i processi naturali, per i molteplici benefici che la società umana può trarvi. Tale esigenza deve essere consapevolmente integrata nella pianificazione e nelle trasformazioni territoriali. Rispetto alle infrastrutture tradizionali (dette anche infrastrutture grigie), concepite con un unico scopo, le infrastrutture verdi presentano molteplici vantaggi. Non si tratta di una soluzione che limita lo sviluppo territoriale, ma che favorisce le soluzioni basate sulla natura se esse costituiscono l’opzione migliore. A volte può rappresentare un’alternativa o una componente complementare rispetto alle tradizionali soluzioni “grigie”. In che senso possiamo parlare di una infrastruttura verde in città? Il concetto di infrastruttura verde dovrebbe estendersi anche all’interno delle aree urbanizzate, in ragione degli evidenti benefici che essa può arrecare all’ambiente urbano. Se una città ingloba al proprio interno aree verdi di apprezzabile dimensione, non v’è dubbio che queste possano svolgere anche una funzione ecologica di accrescimento del grado di naturalità dell’ambiente urbano Tuttavia, nel concetto di infrastruttura è insita la nozione di rete; per cui, per avere una infrastruttura verde urbana, non basta un grande parco, ma occorre vi sia una rete di spazi verdi interna alla città. Come una rete di spazi verdi può essere inserita nella città ? per gli elementi lineari, l’infrastruttura verde urbana potrebbe appoggiarsi sui corridoi fluviali, su parchi lineari, sulla rete stradale sulle vie ciclabili, sulle rete ecologica per gli elementi areali sui parchi e sui giardini urbani, sulle aree agricole della cintura verde, sulle aree della fascia fluviale da preservare per la funzione di laminazione… sulle nuove aree di laminazione da creare per la difesa dalle alluvioni Piano Territoriale Regionale Infrastrutture prioritarie per la Lombardia Il recupero di aree perifluviali permette di costruire infrastrutture verdi ….e di realizzare un investimento durevole a favore dell’uomo e della natura
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