Cosa si può pagare in contanti e cosa no Fonte: Qui Finanza La manovra “salva Italia” di fine 2011 ha fissato il limite per i pagamenti in contanti a 999,99 euro; ogni cifra superiore va corrisposta tramite bonifici, assegni non trasferibili o carte di credito e bancomat. Misura che fino a questo punto ha contribuito molto poco ad abbattere l’evasione fiscale, obiettivo dichiarato del provvedimento. Vediamo punto per punto, dopo le valutazioni sull’impatto anti-evasione, quando è possibile pagare in contanti e quando è vietato, tenendo conto che le violazioni comportano sanzioni dall’1% al 40% degli importi trasferiti oltre la soglia con una penalità minima di 3mila euro. IL FLOP ANTI-EVASIONE I risultati dal punto di vista della lotta all’evasione fiscale non sono quelli sperati. La finalità espressa era quella di rendere tracciabili i pagamenti e permettere così una stringente ed efficace lotta all’evasione fiscale. Ma così sembra non essere stato. “Abbassare ulteriormente la soglia non porterebbe a risultati tangibili in termini di lotta all’evasione – ha detto in proposito il viceministro dell’economia Casero. Abbiamo già visto in questi anni che la grande evasione fiscale, quella che compone i 130 miliardi annui, non si nasconde tanto nei pagamenti in contanti. Nel 2013 la lotta all’evasione si è attestata si 13,1 miliardi di euro, quasi tutti derivati da contestazioni e controlli sui contribuenti. Vediamo ora nel dettaglio cosa è ancora possibile pagare in contanti e cosa no. L’AFFITTO Fino a 999.99 euro l’affitto può essere pagato cash. Il divieto di contanti, infatti, scatta solo sopra i 1000 euro. Ipotizziamo ad esempio che il contratto di locazione preveda un corrispettivo di 11mila euro annui. In questo caso, l’inquilino può pagare mensilmente in contanti in quanto l’importo mensile è inferiore alla soglia massima di mille euro. Se, invece, il canone fosse stato di 12mila euro, l’importo mensile da pagare sarebbe salito oltre i mille euro rendendo necessario un versamento in tutto o in parte attraverso uno strumento tracciabile. PRELIEVO DA CONTO CORRENTE In realtà non esiste alcun limite al prelievo in contanti dal proprio conto corrente. Ad essere vietato è il trasferimento fra privati oltre il limite dei 999.99 euro senza l’intervento di un mediatore finanziario. Resta il fatto che, a seguito di ripetuti e ravvicinati prelievi da conto oltre i 999.99 euro, la banca potrebbe segnalare all’ U.I.F. (Unita d’ Informazione Finanziaria) i movimenti in presenza di una fondata ipotesi di riciclaggio. COLF E COLLABORATORI DOMESTICI Che cosa succede se lo stipendio alla colf o di un qualunque altro collaboratore domestico è superiore a 999,99 euro? Si può pagare la colf per importi oltre soglia con strumenti tracciabili, per esempio con un assegno non trasferibile. La beneficiaria dell’assegno potrà recarsi presso un istituto bancario e ottenere il cambio in contanti dell’assegno. Nessun problema, ovviamente, se le singole mensilità sono inferiori al tetto dei mille euro. L’INCASSO DI ASSEGNI CIRCOLARI Nessun problema per incassare assegni con cifre superiori ai 999,99 euro. L’unico paletto fissato dalla norma sulla circolazione degli assegni riguarda la necessità di inserire la clausola di non trasferibilità. Discorso diverso per i libretti al portatore, per i quali la norma vale. Quindi è vietato detenere libretti al portatore per importi pari o superiori a mille euro. I BOLLETTINI POSTALI Qualunque bollettino postale può essere pagato in contanti per un importo pari o superiore a mille euro. I pagamenti avvengono infatti attraverso un intermediario, Poste italiane, e sono quindi tracciati. L’ACQUISTO DI BENI PREZIOSI L’acquisto di un bene che costa più di 1.000 euro (per esempio un biglietto aereo, o un oggetto di valore particolarmente costoso) comporta la possibilità di pagare in contanti fino a 999.99 euro, mentre per la parte restante si dovrebbe usare uno strumento di pagamento tracciabile: bonifico, assegno, carta di credito o bancomat. LA CENA DI GRUPPO Attenzione alla cena in comitiva nel momento in cui il conto finale supera i 999,99 euro: L’ipotesi della cena tra amici configura infatti una pluralità di committenti. Il pagamento in contanti da parte di ogni singolo commensale potrebbe essere possibile se il ristoratore emettesse tante ricevute quanti sono i pagatori che utilizzano il contante sotto la soglia. POS OBBLIGATORIO PER PROFESSIONISTI L’obbligo di pagamento col bancomat scatterà solo da luglio 2014, mese a partire dal quale tutti gli Studi Professionali saranno costretti a utilizzare il POS (Point Of Sale) per ricevere i pagamenti dai clienti. Con l’introduzione del POS obbligatorio, il professionista dovrà accettare il pagamento tramite moneta elettronica. Il POS permetterà agli studi di leggere e accettare pagamenti tramite carte di debito (bancomat) accreditando l’importo direttamente in conto corrente. Oltre al bancomat, se l’onere a loro carico non supera quello di quest’ultimo, i professionisti dovranno accettare le carte di credito e le carte prepagate. TASSE Vai al Comune per pagare 2.000,00 euro di tasse. Puoi farlo in contanti? No, il Comune non è equiparato a una banca. E quindi vige la norma del tetto dei 1.000,00 euro. COMPRO ORO Hai dei preziosi, li porti al compro oro. Te li valuta 3.000,00 euro. Può darteli in contanti? No. Il compro oro dovrà fare assegno o bonifico. Anche nel suo caso, infatti, vale il tetto dei 1.000,00 euro. SI POSSONO TENERE MIGLIAIA DI EURO IN CASA? Assolutamente sì. I materassi coi risparmi sono perfettamente legali. Uno può tenere a casa quanti soldi vuole. 4 giugno 2014
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