Or ganoUf f i c i al eOr t ec As s oc i az i oneT ec ni c iOr t odont i s t iI t al i ani www. or t ec . i t Emai lor t ec @or t ec . i t I SSN 22822763 Per i odi c oQuadr i mes t r al e AnnoXXI-Numer o2/2014 Or t odonzi aTecni ca Sommario OR todonzia TEC nica Editoriale “Ortodonzia 2.0?” di Patrizio Evangelista...........................................................................................pag 3 Ortec informa “Approccio alle apnee ostruttive notturne in età pediatrica con un dispositivo innovativo”..............pag 5 “Last Call for Rimini”........................................................................................................................................pag 15 “Origine e realizzazione del Biotemplate” di Daniele Incardona.............................................................pag 18 Report Percorso Formativo RNO Riabilitazione Neurocclusale, Palermo 7/8 Marzo 2014...........................pag 24 Report Congresso O. T. A. ............................................................................................................................. pag 29 History “Una molla per la retrazione del canino” autore Remo Palmieri............................................................. pag 33 Save the date “Ortec all’Università” (Università degli Studi dell’Aquila).......................................................................pag 44 XLVI Congresso Ortec Firenze.......................................................................................................................pag 45 2 Editoriale OR todonzia TEC nica Patrizio Evangelista “Ortodonzia 2.0” Non credo di dire nulla di nuovo nell’affermare che questo momento storico e’ caratterizzato da una vera e propria rivoluzione tecnologica, che sta investendo pesantemente tutte le dinamiche sociali di aggregazione , comunicazione e interazione . In buona sostanza cambia la nostra vita nel quotidiano positivamente per molti aspetti e negativamente per certi altri. Anche l’ortodonzia cosi come tutto ciò che gli ruota intorno non è immune a questo radicale cambiamento. Valutiamone alcuni aspetti: Cambia in primis il rapporto trà paziente e ortodontista , il paziente arriva nello studio ortodontico sempre più informato , in cerca di soluzioni sempre più a buon mercato , e piani di trattamento sempre più veloci e a basso tasso di collaborazione e visibilità. Cambia nello stesso modo la comunicazione trà gli studi ortodontici e i pazienti , la cui proposta , viene formulata in modo sempre piu “accattivante” nei contenuti economici , diagnostici e terapeutici. Anche i fornitori del comparto , trà cui le aziende che forniscono i prodotti individuali ,e quelle che fabbricano i dispositivi individuali , sfruttano a pieno questi nuovi strumenti di comunicazione per rimanere in scia di questo mercato che cambia cosi in frettà. Conosciamo tutti oramai il potenziale di internet ed in particolare dei suoi canali privilegiati per la comunicazione come ad esempio i social network , e la suite per il web marketing offerta da google che nei fatti mantiene il monopolio per questo tipo di servizi in rete. A mio avviso velocizzare e potenziare in generale le dinamiche di interazione trà clinici e pazienti , trà laboratorio e studio , e trà fornitori e laboratori e/o studi, è di fatto un elemento molto positivo , ma come sempre vanno seriamente considerate alcune criticità. Non và mai dimenticato che siamo operatori di un comparto legato alla salute dell’individuo e nello specifico , di un distretto ,quello dentale , che sappiamo essere sempre più fondamentale per l’equilibrio biologico . I contenuti quindi dovrebbero essere sempre garantiti , e formulati in modo autorevole e istituzionalmente riconosciuto. Or-tec nella fattispecie , non ha esitato a rimodulare le sue dinamiche “esistenziali” in funzione di questo cambiamento, vero è che comunque ha mantenuto la sua identità fatta di storia , territorialità e autorevolezza .Credo sia infatti dovere di chiunque diffonda nozioni tecnico- cliniche , di verificare sempre l’attendibiltà delle fonti e il riconoscimento delle stesse. Come sempre la verità sta nel mezzo , sono sicuro infatti che il segreto in tutto sta nella misura e mai nei mezzi. Quindi avanti sempre senza mai dimenticare tradizioni , istituzioni ed esperienza.. 3 ortec informa Approccio alle apnee ostruttive notturne in età pediatrica con un dispositivo innovativo Autori: Angela Galeotti, Vincenzo D’Antò, Paola Festa, Valeria Viarani, , Giuseppe Di Biase, Damiano Frangelli, Stefano Fiorelli, Ambrosina Michelotti OR todonzia TEC nica Dipartimento di chirurgia, unità operativa di odontostomatologia ospedale pediatrico Bambino Gesù. Dipartimento di neuroscienze e scienze riproduttive ed odontostomatologiche dell'Università degli studi di Napoli "Federico II"Reparto di ortognatodonzia L'apnea ostruttiva del sonno (OSAS) nei bambini è un disordine della respirazione caratterizzato da un’ostruzione prolungata parziale delle vie aeree superiori e/o un’ostruzione completa intermittente che interrompe la ventilazione notturna e il normale pattern del sonno (American Thoracic Society, 1996). in corso di terapia di espansione palatale rapida, provocherebbe un aumento dello spazio respiratorio delle fosse nasali e una riduzione delle resistenze nasali al passaggio del flusso aereo (Baratieri e coll.,2011). Nell’eziologia delle OSAS, tra le anomalie cranio-facciali assume grande rilevanza anche la retroposizione della mandibola, sia nei bambini che nei soggetti adulti. In pazienti adulti affetti da OSAS è stata ampiamente dimostrata l'efficacia dell’utilizzo di dispositivi di avanzamento mandibolare nel ridurre le apnee notturne ostruttive (Lim e coll., 2006). Tali apparecchiature costringono la mandibola in posizione protrusa determinando, inoltre, un avanzamento della lingua e un innalzamento dell’osso ioide ad essa collegato, ampliando lo spazio aereo retrofaringeo e retroglosso. D’altra parte, una revisione della letteratura sugli effetti degli apparecchi di avanzamento mandibolare nelle OSAS pediatriche (Carvalho e coll.,2007) evidenzia una carenza di studi validi pubblicati in merito. Necessitano pertanto ulteriori studi per valutare gli effetti terapeutici del trattamento ortodontico precoce sulle apnee ostruttive notturne. L’incidenza di tale patologia nei bambini va dallo 0,7% al 10,3% (Schechter, 2002). L’OSAS in età pediatrica si associa ad una serie di sintomi diurni e notturni: sonnolenza diurna, cefalea al risveglio, roncopatia, enuresi notturna, sonno agitato (Guilleminault e Stoohs,1990). Alcuni studi hanno, inoltre, dimostrato che la sindrome da apnee ostruttiva del sonno non trattata può causare gravi problemi cardiaci, neurocognitivi e comportamentali, come cuore polmonare, difetti di crescita, riduzione dell'apprendimento, iperattività e disturbi da deficit di attenzione (American Academy of Pediatrics, 2002; Chervin e coll., 1997). I principali fattori di rischio di OSAS nei bambini comprendono l’ipertrofia adenotonsillare, l’obesità, le malattie neuromuscolari e le anomalie cranio-facciali (Shintani e coll.,1998; American Academy of Pediatrics, 2002; Marcus e coll., 2012). Data l'importanza delle caratteristiche craniofacciali nei bambini con apnea ostruttiva del sonno, alcuni Autori hanno suggerito il ruolo terapeutico di un approccio ortodontico (Guilleminault e Abad, 2004). Le più frequenti anomalie cranio-facciali associate ad OSAS sono la retrognazia, la contrazione del mascellare superiore, generalmente associato ad un morso crociato unilaterale o bilaterale, e il morso aperto ( Jamieson e coll., 1986; Zucconi et coll., 1999; Defabianis, 2003). Nell’ambito del trattamento ortodontico, le terapie proposte in letteratura per le OSAS pediatriche comprendono l’utilizzo di espansore palatale e/o di apparecchi di avanzamento mandibolare (Cozza e coll., 2004; Pirelli e coll., 2004; Marino e coll., 2012; Villa e coll., 2012). In particolare, alcuni Autori hanno riportato una riduzione dell'indice di apnea/ipopnea (AHI) dopo espansione rapida del palato (Pirelli e coll., 2004; Marino e coll., 2012). L’allontanamento dei segmenti ossei dei due emimascellari, che si determina Seguono due casi trattati con un dispositivo ortodontico innovativo per le OSAS in età pediatrica. CASO 1 – D.S. D.S. si presenta all’età di 5 anni e 1 mese presso l’unità di Odontostomatologia dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesu’” sede di Palidoro (Roma) per problemi respiratori. Viene sottoposto a visita interdisciplinare: broncopneumologica, otorinolaringoiatrica e ortodontica. All’anamnesi i genitori del paziente riferiscono respirazione orale diurna e notturna, roncopatia con episodi di apnee notturne da almeno 2 anni, scarso appetito con magrezza e difficoltà di crescita, nessuna allergia. All’esame obiettivo generale si evidenziano condizioni generali buone ad eccezione di un quadro astenico; al torace presente buona penetrazione d'aria, attività cardiaca ritmica, addome trattabile, pectus excavatum; l’indice di massa corporea 5 ortec informa (IMC) è pari a 11,56, indicativo di sottopeso. La valutazione otorinolaringoiatrica (ORL) evidenzia un quadro di ipertrofia adeno-tonsillare substenosante di III grado, soprattutto a carico della tonsilla sinistra con particolare ipertrofia del polo inferiore (IV grado), e iniziale deviazione sinistro-convessa del setto nasale. I test audiometrici sono nella norma. Il paziente ha effettuato presso il reparto di broncopneumologia una saturimetria notturna domiciliare con evidenza di OSAS di lieve entità. All’esame obiettivo si evidenzia un aumento del terzo inferiore del volto, incompetenza labiale, labbro superiore corto, microrinia, occhiaie (fig.1), profilo convesso con retrusione mandibolare, postura della testa in iperestensione (fig.2). Fig.4 Fig.5 Fig.1, 2 All’esame clinico intraorale D.S. presenta: una dentizione decidua completa con grave morso aperto anteriore (fig.3,4), overjet aumentato (fig.4), cross-bite monolaterale destro, scivolamento funzionale da relazione centrica ad occlusione abituale (fig.3,5-7), palato ogivale con contrazione palatale simmetrica (fig.8), rapporto molare di gradino mesiale e classe II canina (fig.6,7), lieve disarmonia dento-basale superiore ed inferiore (fig.8,9), postura bassa e anteriore della lingua, deglutizione con spinta linguale. Fig.6 Fig.7 Fig.3 Fig.8 6 ortec informa avere un miglioramento della sintomatologia nel più breve tempo possibile. A tale scopo abbiamo messo a punto un dispositivo innovativo, che abbiamo chiamato “Sleep Apnea Twin Expander” e che è in grado di soddisfare le nostre esigenze cliniche (fig.13-18). L’espansore superiore è stato cementato e sono state prescritte 25 attivazioni domiciliari della vite superiore; inoltre, D.S. ha indossato la placca inferiore rimovibile durante la notte, eseguendo un’attivazione sagittale progressiva della vite presente sulla placca inferiore. Fig.9 Alla radiografia ortopanoramica (fig.10) si evidenzia una presunta agenesia di 55,65,75 e 85. La teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale (fig.11) è stata utilizzata per elaborare un tracciato cefalometrico mediante software digitale che evidenzia una malocclusione di classe II scheletrica da retroposizione mandibolare e un’aumento della divergenza scheletrica. Evidente riduzione dello spazio aereo con ostruzione del 75% legato ad ipertrofia adenoidea. La teleradiografia del cranio in proiezione postero-anteriore evidenzia assenza di asimmetrie strutturali e contrazione Fig.13 palatale con riduzione del pavimento delle cavità nasali ed ipoplasia dei seni paranasali (fig.12). Fig.14 Fig.10 Fig.15 Fig.11, 12 Al termine della valutazione interdisciplinare, si ritiene di intraprendere una terapia ortodontica volta alla correzione della malocclusione e al miglioramento dei sintomi respiratori. L’esigenza clinica è di effettuare espansione del masceIlare e avanzamento mandibolare contemporaneamente, al fine di Fig.16 7 ortec informa Fig.21 Fig.17 Fig.18 Fig.22 Ai controlli successivi il paziente ha presentato un miglioramento della fisionomia del volto, con un aumento dei diametri trasversi (fig.19-20), scomparsa della roncopatia e delle apnee notturne riferite, un miglioramento del quadro respiratorio generale e, dopo la prima settimana di adattamento al dispositivo, un aumento dell’appetito. I genitori riferiscono un miglioramento della qualità del sonno con assenza di risvegli notturni e recupero soddisfacente della respirazione nasale. L’esame intraorale ha rivelato un recupero dei diametri trasversi del mascellare superiore e un corretto rapporto di classe in presenza della placca inferiore (fig.21-24). Dopo 2 mesi di terapia, la visita ORL di controllo ha documentato una riduzione delle masse tonsillari e l’esame strumentale notturno effettuato con l’apparecchio in situ, ha evidenziato assenza di apnee significative con saturazione di ossigeno nella norma durante tutta la notte. Fig.23 Fig.24 CASO 2 – S.M. M.S. all’età di 4 anni si presenta presso l’unità di Odontostomatologia dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesu’” sede di Palidoro (Roma) per problemi respiratori. Viene sottoposta a visita interdisciplinare: Fig.19, 20 8 ortec informa broncopneumologica, otorinolaringoiatrica e ortodontica. All’anamnesi i genitori della paziente riferiscono pregresso intervento di adenotonsillectomia all’età di 15 mesi per presenza di apnee ostruttive notturne di grado severo (indice di Apnea/Ipopnea (AHI) di 12,1). Dopo una fase postoperatoria di remissione della sintomatologia, la paziente ha manifestato nuovamente sintomi clinici di difficoltà respiratorie, per cui si presenta alla nostra osservazione. I genitori riferiscono, infatti, respirazione orale diurna e notturna, roncopatia con episodi di apnee notturne, enuresi notturna, sudorazione con sonno agitato e risvegli frequenti. Fig.28 All’esame obiettivo generale si evidenziano condizioni generali buone, faringe roseo, al torace buona penetrazione d'aria, attività cardiaca ritmica, addome trattabile. Alla valutazione ORL si evidenzia presenza di catarro tubarico sinistro ed esiti di tonsillectomia. La paziente ha eseguito recenti esami strumentali di screening funzionale notturno con evidenza di OSAS di entità lieve-moderata. Fig.29 L’esame obiettivo extraorale rivela normale proporzione dei tre terzi del volto, labbro inferiore estroflesso con solco labiomentale molto accentuato, microrinia, occhiaie (fig.25), profilo convesso con retrusione mandibolare (fig.26). Fig.30 Fig.25, 26 All’esame clinico intraorale, la paziente presenta una dentizione mista precoce con morso coperto totale (fig.27,28), palatoversione degli incisivi superiori (fig.28), Fig.31 rapporto molare di gradino mesiale e classe II canina, crossbite di 65 (fig.29,30), palato ogivale con contrazione palatale (fig.31), disarmonia dento-basale superiore ed inferiore (fig.31,32). Fig.32 Fig.27 9 ortec informa È stato eseguito un approfondimento diagnostico con radiografia ortopanoramica (fig.33) e teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale (fig.34) con studio cefalometrico. Tali esami confermano la presenza di una malocclusione di classe II scheletrica da retroposizione mandibolare e stenosi adenoidea con riduzione del canale aereo di circa il 50%. Il telecranio in proiezione posteroanteriore mostra la presenza di contrazione palatale e non evidenzia asimmetrie strutturali scheletriche (fig.35). Fig.38 Fig.33 Fig.39 Fig.34, 35 Fig.40 Considerando la pregressa terapia chirurgica, la paziente è stata indirizzata ad una terapia ortodontica con Sleep Apnea Twin Expander (fig.36-40). Dopo cementazione dell’espansore, sono state prescritte 25 attivazioni domiciliari (una al giorno) della vite superiore ed è stato prescritto utilizzo notturno della placca inferiore, che è stata attivata progressivamente in avanzamento mandibolare. Ai successivi controlli la paziente ha riferito un miglioramento della roncopatia e delle apnee, una riduzione significativa dell’enuresi notturna e un miglioramento globale del quadro respiratorio. L’esame intraorale ha rivelato un aumento dei diametri trasversi del mascellare superiore (fig.41-42). La polisonnografia di controllo effettuata con l’apparecchiatura in situ ha evidenziato un quadro respiratorio normale con assenza completa di apnee ostruttive (indice di AHI pari a 0,45). Fig.36 Fig.41 Fig.37 10 ortec informa presenta corone cliniche piuttosto basse, si consiglia di inserire dei ganci a pallina (almeno 4) per aumentare la ritenzione della placca inferiore (fig.45). Dopo una ceratura di boxaggio (fig.45),possiamo passare alla zeppatura della doccia (fig.46), per poi procedere alla polimerizzazione, rifinitura e lucidatura. Terminate queste operazioni si passa al montaggio di 2 viti monolaterali, una per lato, sulla superficie occlusale che verranno posizionate tra canini e primi molari decidui (fig.47). Si passa a nuova zeppatura per Fig.42 inglobare le viti nell’acrilico e preparare anche i piani inclinati che vengono costruiti secondo le indicazioni del clinico (nel caso rappresentato in figura è stata richiesta un’inclinazione Descrizione del dispositivo di 65°). Nella costruzione degli scivoli possiamo aiutarci con Il dispositivo “Sleep Apnea Twin Expander” è una doppia degli ausiliari per orientarne i gradi in maniera più precisa e placca costituita da una componente superiore e una per avere una superficie omogenea. Si passa ad una nuova inferiore. La parte superiore è un espansore rapido del palato zeppatura, rifinitura e lucidatura (fig.48). Come ausiliari su docce, anche conosciuto come espansore di Mc Namara, possiamo aggiungere due bottoni in acrilico in zona con l’aggiunta di rialzi costruiti con un piano inclinato. Tale vestibolare all’altezza della cuspide mesiale del secondo piano inclinato articola con uno complementare presente molare deciduo che potranno servire eventualmente per sulla placca inferiore, consentendo il posizionamento l’utilizzo di elastici di II classe (fig.49). anteriore della mandibola in fase di occlusione, come accade con l’apparecchio Twin Block di Clark. Inoltre, sulla placca inferiore i piani inclinati possono spostarsi grazie alla presenza di una vite, la cui attivazione incrementa l’entità di avanzamento mandibolare. Costruzione del dispositivo I pazienti pediatrici con apnee ostruttive notturne che arrivano alla nostra osservazione sono generalmente in un’età compresa tra i 3 e i 7 anni, pertanto solitamente in una Fig.45 fase di dentatura decidua/mista. E’ importante che in laboratorio pervengano impronte perfettamente leggibili al fine di costruire dei modelli in gesso il più possibile precisi (fig.43). Insieme alle impronte, il clinico invia al laboratorio due morsi in cera, uno registrato in occlusione abituale e un altro di almeno 7 mm di spessore registrato con una protrusiva di circa 5 mm (fig.44). Fig.46 Fig.43, 44 Si procede preferibilmente iniziando la costruzione della doccia inferiore. Considerando che la dentatura decidua Fig.47 11 ortec informa Fig.48 Fig.50 Fig.49 Fig.51 Per quanto riguarda l’arcata superiore, adattiamo e modelliamo secondo la conformazione del palato una vite per espansore rapido del palato; sulle braccia della vite viene saldato un filo in acciaio che contorna tutti gli elementi dentari da inglobare nella resina (fig.50). I denti da inglobare nell’espansore sono definiti dalla prescrizione del clinico; solitamente si richiede di inserire dal canino deciduo al secondo molare deciduo se è assente in arcata il primo molare permanente, oppure dal primo molare deciduo al primo molare permanente, se quest’ultimo è già erotto.Dopo aver eseguito il boxaggio in cera, passiamo alla zeppatura (fig.51), costruendo già i piani inclinati perfettamente combacianti con quelli del dispositivo inferiore. Si procede a polimerizzazione, rifinitura e lucidatura. A questo punto, se all’arcata superiore abbiamo inserito i bottoni in resina per elastici intermascellari, inseriremo gli stessi bottoni bilateralmente anche sulla parte superiore posizionandoli in posizione vestibolare a livello dei canini decidui (fig.49,52). 12 Fig.52 ortec informa Conclusioni Bibliografia Come già alcuni autori hanno evidenziato (Pirelli e coll., 2004; Marino et coll. 2012; Villa e coll. 2012), la nostra esperienza clinica mostra che l'espansione del palato e i dispositivi di avanzamento mandibolare possono migliorare la respirazione notturna dei pazienti pediatrici con OSAS. Entrambe le modalità di trattamento agiscono incrementano i volumi aerei: da un lato favorendo la pervietà nasale, dall’altro recuperando spazio a livello retrofaringeo e retroglosso. L’estremo vantaggio del dispositivo Sleep Apnea Twin Expander è di poter ottenere in contemporanea i positivi effetti terapeutici dei due trattamenti. Il miglioramento della sintomatologia riferita e dei valori strumentali dimostra l’efficacia della terapia ortodontica nei pazienti presi in esame; inoltre, la risoluzione delle problematiche respiratorie migliora significativamente anche la qualità della vita dei pazienti e dei genitori. Tali risultati saranno tanto più duraturi quanto migliore sarà l’equilibrio oro-facciale raggiunto dal nostro paziente. A tale scopo, la rieducazione miofunzionale risulta indispensabile al termine della terapia ortodontica per stabilizzare a lungo termine il risultato ottenuto (Ruoff e Guilleminault, 2012). L’approccio alle OSAS pediatriche non può esulare dal supporto di un pool medico specialistico (pediatra, otorinolaringoiatra, allergologo, pneumologo, dietologo, internista, logopedista, odontoiatra). Nel nostro ambito, inoltre, una stretta collaborazione tra ortodontista ed odontotecnico risulta indispensabile al fine di progettare un dispositivo ortodontico individualizzato in base alle diverse situazioni cliniche e, pertanto, più idoneo e confortevole per il nostro piccolo paziente. • American Academy of Pediatrics. Clinical practice guideline: diagnosis and management of childhood obstructive sleep apnea syndrome. Pediatrics 2002;109(4):704-712. • American Thoracic Society. Standards and indications for cardiopulmonary sleep studies in children. Am J Respir Crit Care Med 1996;153:866–878. • Baratieri C, Alves M Jr, de Souza MM, de Souza Araújo MT, Maia LC. Does rapid maxillary expansion have long-term effects on airway dimensions and breathing? Am J Orthod Dentofacial Orthop 2011;140(2):146-156. • Carvalho FR, Lentini-Oliveira D, Machado MA, Prado GF, Prado LB, Saconato H. Oral appliances and functional orthopaedic appliances for obstructive sleep apnoea in children. Cochrane Database Syst Rev 2007;18(2):CD005520. Review. • Chervin RD, Dillon JE, Bassetti C, Ganoczy DA, Pituch KJ. Symptoms of sleep disorders, inattention, and hyperactivity in children. Sleep 1997;20(12):1185-1192. • Cozza P, Gatto R, Ballanti F, Prete L. Management of obstructive sleep apnoea in children with modified monobloc appliances. Eur J Paediatr Dent 2004; 5(1):24–29. • Defabianis P. Impact of nasal airway obstruction on dentofacial development and sleep disturbances in children: preliminary notes. J Clin Pediatr Dent 2003;27(2):95-100. • Guilleminault C, Stoohs R. Obstructive sleep apnea syndrome in children. Pediatrician 1990;17(1):46-51. Review. • Guilleminault C, Abad VC. Obstructive sleep apnea syndromes. Med Clin North Am. 2004;88(3):611-630.Review. • Jamieson A, Guilleminault C, Partinen M, Quera-Salva MA. Obstructive sleep apneic patients have craniomandibular abnormalities. Sleep 1986;9(4):469-477. • Lim J, Lasserson TJ, Fleetham J, Wright J. Oral appliances for obstructive sleep apnoea. Cochrane Database Syst Rev. 2006;25;(1):CD004435. • Marcus CL, Brooks LJ, Draper KA, Gozal D, Halbower AC, Jones J, Schechter MS, Ward SD, Sheldon SH, Shiffman RN, Lehmann C, Spruyt K. Diagnosis and management of childhood obstructive sleep apnea syndrome. Pediatrics 2012;130(3):e714-755. • Marino A, Ranieri R, Chiarotti F, Villa MP, Malagola C. Rapid maxillary expansion in children with Obstructive Sleep Apnoea Syndrome (OSAS). Eur J Paediatr Dent 2012;13(1):57-63. • Pirelli P, Saponara M, Guilleminault C. Rapid maxillary expansion in children with obstructive sleep apnea syndrome. Sleep 2004;15;27(4):761-766. • Ruoff CM, Guilleminault C. Orthodontics and sleep-disordered breathing. Sleep Breath. 2012;16(2):271-273. • Schechter MS. Technical report: diagnosis and management of childhood obstructive sleep apnea syndrome. Pediatrics 2002;109(4):e69. • Shintani T, Asakura K, Kataura A. The effect of adenotonsillectomy in children with OSA. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 1998;44(1):5158. • Villa MP, Miano S, Rizzoli A. Mandibular advancement devices are an alternative and valid treatment for pediatric obstructive sleep apnea syndrome. Sleep Breath. 2012;16(4):971-976. • Zucconi M, Caprioglio A, Calori G, Ferini-Strambi L, Oldani A, Castronovo C, Smirne S.Craniofacial modifications in children with habitual snoring and obstructive sleep apnoea: a case-control study. Eur Respir J 1999;13(2):411-417. 13 ortec informa Last Call for R imini! XXL Convegno Nazionale Or-tec La gestione tecnico clinica dei pazienti disfunzionali Rimini 19-21 Giugno 2014 éridien 3 M e L l e 1 Hot A. Murri e r a m o Lung Giovedi 19 Giugno Titolo: “Disturbi dei muscoli e delle articolazioni temporo-mandibolari. Protocolli contemporanei interdisciplinari odontoiatrici di trattamento”. Relatore: Gregor Slaviceck Gregor Slaviceck Venerdi 20 Giugno Titolo: " Utilizzo delle apparecchiature ortopedico funzionali , nelle patologie disfunzionale delle a.t.m. " Relatore: Edoardo Zaffuto, Pietro Paolo Chiechi Pietro Paolo Chiechi Edoardo Zaffuto Titolo: “Ortodonzia ed a.t.m.: Protocolli operativi” Relatore: Marco Pironi Marco Pironi 15 ortec informa Titolo: “Ortodonzia nel paziente in crescita : come gestire il trattamento ortodontico nel rispetto dell’atm e in armonia con la crescita facciale “ Relatori:Gabriele Galassini Gabriele Galassini Titolo: “ Le Asimmetrie craniche , le a.t.m. e i m.a.f.o. (modelli analitici della funzione occlusale). " Relatori: Giorgio Borin, Daniele Del Mestre Giorgio Borin Daniele Del Mestre Titolo: “Il perchè di un indagine strumentale , per conoscere il percorso condilare” Relatori: Giuseppe Cuman Giuseppe Cuman Titolo: “Approccio semplificato alle problematiche disfunzionali” Relatori: Manuela Tromba, Roberto Pietro Stefano Titolo: “Il ruolo dell'indicatore di posizione condilare , nella valutazione dell'occlusione del paziente ortodontico.” Relatore: Alessandro Carboni Alessandro Carboni 16 ortec informa Sabato 21 Giugno Titolo: “La gestione del paziente disfunzionale pre terapia ortodontica” Relatore: Piero Biavati Silvestrini Piero Biavati Silvestrini Titolo: “I dispositivi per le disfunzioni temporomandibolari: materiali e tecniche di costruzione”. Relatore: Paul Mallet Paul Mallet Titolo: “Trattamento gnatologico e posturale del paziente con disfunzione cranio-cervico-mandibolare” Relatore: Jacopo Scarozza, Vittorio D'Ermes Jacopo Scarozza Vittorio D'Ermes Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad [email protected]. La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073. 17 ortec informa Origine e realizzazione del Biotemplate OR todonzia TEC nica Daniele Incardona Il ruolo dell’occlusione nelle disfunzioni cranio-mandibolari, attualmente, risulta ancora ambiguo. Già dalla fine degli anni ‘50 il Prof. Robert Murray Ricketts avviò delle ricerche sui cambiamenti nelle articolazioni temporo-mandibolari, risultanti dalla terapia ortodontica, visionando e analizzando, dapprima, oltre 1000 campioni di pazienti non trattati ortodonticamente: notò subito che la posizione dei denti (sesti superiori e antagonisti) e i loro contatti garantivano una certa stabilità all’occlusione. Fig.1. In pazienti con presenza di malocclusione dovuta a precontatto occlusale, mancanza di elementi dentali o semplicemente cattiva ricostruzione, Ricketts riconobbe la necessità di eleminare tali fattori negativi in quanto fonte di stress alle articolazioni. Inizialmente fu realizzato uno “Splint” sull’arcata superiore, posizionando delle guide sull’acrilico ed eseguendo delle interdigitazioni. A seguito di ulteriori ricerche, avendo scoperto che l’arcata guida era, in realtà, l’arcata l’inferiore, si evidenziò l’importanza di collocare in essa il rialzo per apportervi delle modifiche e rendere l’occlusione più funzionale. A tale dispositivo Ricketts diede il nome di “Biotemplate”. Date tali premesse, oggi, il Biotemplate agisce come un ortottico efficace per il riposizionamento mandibolare e la rieducazione miofunzionale nei casi in cui l’occlusione, tramite le proprietà propriocettive-dentali, influenza i muscoli determinando una posizione condilare patologica. L’applicazione nell’arcata inferiore e la sua particolare costruzione con resine comunemente utilizzate in protesi fissa, lo rendono poco ingombrante, “estetico” e benaccetto ai pazienti. Fig.1 In seguito, Ricketts, ad ogni contatto assegnò un numero che Requisiti fondamentali per la crezione del cercò di riprodurre in tutti i suoi successivi trattamenti Biotemplate ortodontici. Fig.2 a) Si richiede la necessaria presenza di ganci per un’efficace stabilità del dispositivo; b) Bisogna effettuare una modellazione in prima classe canina e molare; c) Occorre ricercare i punti di contatto definiti da Ricketts; d) Serve, infine, riprodurre una guida canina e incisiva in lateralità e protusione. Fig.2 18 ortec informa Fasi di costruzione 1. In laboratorio giungono impronte o modelli già colati con gesso di IV classe con relativa masticazione. Quest’ultima riveste un ruolo importante per il corretto montaggio in articolatore e per la regolare esecuzione del dispositivo. Figg. 3, 4 e 5. Fig.6 Fig.3 Fig.7 3. Si completa la modellazione in cera creando il settore anteriore e verificando i punti di contatto. Figg. 8e 9. Fig.4 Fig.8 Fig.5 2. Dopo aver verificato la dimensione verticale a disposizione, si modellano i ganci e il settore posteriore dell’arcata dentale inferiore. Figg.6 e 7. 19 Fig.9 ortec informa 4. Si procede con la messa in muffola del dispositivo che, successivamente, verrà rivestito con resina per provvisori comunemente utilizzata in protesi fissa. Fig. 10. Fig.13 6. Si conclude il lavoro con lucidatura compiuta sia con la pulitrice che con spazzolini da banco. Figg. 14 e 15. Fig.10 5. A zeppatura ultimata, segue la fase di rifinitura del manufatto. In primis, occorre verificare la presenza accidentale di rialzi occlusali, successivamente si procede con la sgrossatura e separazione degli elementi dentali. Figg. 11, 12 e 13. Fig.14 Fig.11 Fig.15 7. Prima della consegna, come d’abitudine, si verifica che la guida canina e incisiva durante la lucidatura non sia stata compromessa. Figg. 16, 17 e 18. Fig.12 20 ortec informa Conclusioni Un piccolo contributo per ringraziare un “Grande Uomo”: Ricketts. Fig.19. Fig.16 Fig.19 Fig.17 Fig.18 21 OR todonzia TEC nica ’ t r o p e ‘R ’ o t a s s a p l e d c e t r O i t n e v e ‘Gli report Percorso Formativo RNO Riabilitazione Neurocclusale Palermo 7/8 Marzo 2014 OR todonzia TEC nica Fare associazione vuol dire fare cultura e formazione, proprio per questo motivo continua speditamente il progetto partito nel 2011 relativo al percorso Formativo Or-Tec, giunto al suo quinto appuntamento. Uno dei tanti obiettivi che ci siamo prefissi, è quello di far incontrare il mondo della scuola dove si formano gli La meravigliosa Palermo odontotecnici del futuro con la realtà professionale e produttiva. A tal proposito l’ultimo appuntamento del percorso formativo si è svolto a Palermo presso l’Istituto Professionale E. Ascione dove ancora una volta Or-Tec ha permesso che per due giorni i partecipanti al corso, unitamente ai relatori, potessero formarsi in tecnica ortodontica di eccellenza unitamente agli studenti al fine di condividere esperienze di vita “lavorativa” vissuta. La scelta di Palermo è successiva a quella di Trieste, a dimostrazione che Or-Tec riesce ad essere presente per tutti i colleghi da nord a sud da est a ovest rimanendo fedele alla sua vocazione di associazione dei tecnici ortodontisti Italiani. Cosi come avvenuto nei precedenti appuntamenti il corso si è svolto con una parte teorica e una pratica nel laboratorio dell’istituto e questo ha permesso a molti di noi di rinverdire ricordi legati alla gioventù. Confaloni in laboratorio Confaloni e Molino Confaloni eGiardina Ancora una volta, così come accaduto per gli incontri precedenti, il corso ha riscosso un notevole successo, infatti in pochissimi giorni i 25 posti disponibili sono andati subito esauriti, con il rammarico di non aver potuto accontentare le numerose richieste pervenuteci. L’argomento trattato è stato la Riabilitazione Neurocclusale del Prof. Pedro Planas, che ha visto come relatori il Dott. Attilio Molino, il socio e collega Angelo Confaloni, uno dei pionieri di questa filosofia in Italia che contribuì a portare Il Prof Pedro Planas in Or-Tec in un irripetibile congresso a Parma nel 1992,ed infine un socio storico, già segretario della nostra associazione, il collega Giorgio Gubbini. Ad Liotta e Lumetta affiancare i tre relatori, come avvenuto in precedenza, ci sono stati i tutor che hanno supportato i partecipanti nel corso della sessione pratica. Tale impegno è stato assunto dai 24 report soci siciliani Vincenzo Liotta, Vincenzo Giardina e Stefano Lumetta, preparatissimi colleghi che fanno parte dell’eccellente scuola tecnico ortodontica siciliana. Un ringraziamento particolare va speso per Stefano Lumetta che si è adoperato occupandosi del coordinamento tra Or-Tec e l’istituto Ascione ,e a Vincenzo Liotta per averci fatto vivere un’indimenticabile Palermo. Grazie di cuore inoltre alla dirigente dell’istituto Professoressa Rosaria Inguanta , e al Prof. Pasquale Passantino per la collaborazione e la generosa ospitalità riservataci. La Preside In una splendida e soleggiata giornata palermitana, il venerdì mattina ci siamo ritrovati nell’aula magna dell’istituto Ascione,dove il presidente Or-Tec Patrizio Evangelista con un breve saluto ai partecipanti e agli alunni ha dato via alla giornata; a seguire è intervenuto Stefano Lumetta a portare i saluti dell’ Antlo Associazione Nazionale Titolari Laboratori Odontotecnici, uno dei maggiori sindacati della nostra categoria, che ha voluto Evangelista con il Prof. Passantino patrocinare questo evento. Entrando nel vivo del programma ha preso la parola il Dott. Attilio Molino illustre odontoiatra palermitano profondo conoscitore della Riabilitazione Neuro occlusale, con la sua proverbiale e simpatica dialettica ha catturato l’attenzione dei presenti con una interessante lectio-magistralis, dove non ha tralasciato nulla sui concetti relativi all’occlusione bilanciata in riferimento ai dettami della RNO. Un semplice e comprensibile esposizione, unitamente ad una completa documentazione scientifica ed una ampia casistica lavorativa figlia della propria esperienza lavorativa, ha reso veramente fruibile ed interessante la presentazione che dopo una breve pausa caffè è andata avanti fino ad ora di pranzo. Molino Abbiamo pranzato tutti insieme nei locali della mensa scolastica,un veloce ma saporito pranzo preparato nelle cucine dell’istituto, che si è concluso con gustosissimi cannoli siciliani. Tutti a pranzo 25 report La sessione pomeridiana è iniziata con il Dott. Molino che nel concludere la sua lezione ha rivisto alcuni concetti relativi all’occlusione e poi ha risposto alle varie domande che venivano formulate dai presenti. Considerando l’ amicizia che lega entrambi, è stato lo stesso Dott. Molino insieme al presidente Patrizio Evangelista, ad introdurre il socio Angelo Confaloni che ha proseguito i lavori fino al temine della giornata, il relatore nella veste di allievo del Prof. Pedro Planas, si è addentrato in tutti gli aspetti che caratterizzano questa filosofia. Come spesso accade quando si parla di RNO, grazie anche alla preparazione del nostro amico Confaloni, si avverte nei partecipanti un Confaloni, Evangelista e Molino interesse enorme verso dei concetti che inizialmente sembrano complessi, ma che poi una volta percepiti sembrano cosi scontati da far pensare: come mai teorie così valide sono state per tanti anni sconosciute, e tuttora poco applicate???? Ogni corso o manifestazione Or-Tec che si rispetti non può non avere un passaggio goliardico,quindi a fine serata ci siamo ritrovati tutti per una piacevole e gustosa cena e in un sano clima associativo abbiamo allegramente gustato piatti tipici di una terra straordinaria come la Sicilia. La serata è finita con un giro per le strade di una splendida Palermo ricca di vita notturna ma soprattutto di bellezze che ne testimoniano il passato di una capitale crocevia del Mediterraneo. Bellissima Palermo Tutti a cena Tutti a cena 26 report Tutti a cena Della Vecchia, Confaloni e Gubbini La giornata di sabato è iniziata di buon mattino in perfetto orario scolastico, dove il “maestro” Giorgio Gubbini ha iniziato la sessione pratica illustrando con immagini dettagliate alcuni aspetti tecnici necessari per una corretta costruzione delle placche di Planas. Poi finalmente tutti al banco pronti con pinze e fili per iniziare la costruzione delle placche di Planas sotto l’attenta guida dei relatori e tutor per la realizzazione dei dispositivi. Mentre i colleghi procedevano spediti, il consiglio si è ritrovato tra i banchi di un’aula vuota per fare il punto della situazione in vista dei prossimi appuntamenti, quale il convegno di Rimini ed il congresso di Roma. Alle ore 14,00 suona la campanella!!!!! Il corso si conclude con gran soddisfazione dei partecipanti e dei relatori stessi, una foto ricordo che non guasta mai e poi tutti a casa con un arrivederci a Rimini. Massimo Cicatiello Foto di gruppo 27 report Foto di gruppo Relatore e partecipanti Firma dei diplomi In aula Confaloni in laboratorio Gubbini in laboratorio In laboratorio 28 report Report dalla uggiosa Scozia OR todonzia TEC nica Congresso O.T.A. Nel weekend 14-16 Marzo 2014 a Glasgow si è svolto il Congresso Annuale dell’OTA “Orthodontic Technicians Association” . L’OTA è l’associazione dei tecnici ortodontisti del Regno Unito, vanta una lunga storia associativa sin dal 1971ed è composta da circa 200 associati. Nel Regno Unito il sistema sanitario nazionale offre alla popolazione un servizio ortodontico di assoluto rilievo; è strutturato con numerosi ospedali odontoiatrici in cui ci sono ampi reparti riservati all’ortodonzia. I pazienti che principalmente vengono trattati, sono quelli che presentano delle malocclusioni severe. Essendo le strutture ospedaliere ben ramificate sul territorio offrono uno standard qualitativo elevato e sono sempre supportate da laboratori ortodontici strutturati al loro interno. Questa caratteristica fa si che molti tecnici ortodontisti del Regno Unito siano dipendenti del NHS (National Healt Service) e che i laboratori privati siano in minor numero, questi ultimi comunemente vengono definiti “commerciali”. Nel pomeriggio di venerdi 14 si sono tenuti dei corsi pre-congressuali di accreditamento rivolti soprattutto a i tecnici del NHS, mentre nelle due giornate congressuali sono stati trattati argomenti comuni anche alle nostre esperienze, tipo regole per una buona impronta dentaria, preparazione dei modelli in gesso e gestione dei rifiuti, uso dell’informatica nel laboratorio ortodontico, tecniche di termo-formatura, dispositivi per pazienti allergici al nichel etc. Nei pochi giorni congressuali non sono mancati momenti conviviali, brindando e sorseggiando dei buoni bicchieri colmi di birra. Tali occasioni sono state utili per incontrare colleghi provenienti da altre nazioni e condividere le nostre esperienze lavorative ed associative. Un ringraziamento particolare per la bellissima ospitalità ricevuta va al collega Neal Price e a Paul Mallett che sarà anche nostro prossimo relatore al Convegno di Rimini. Roberto Giammarini 29 report 30 BENEfit BENE Efit fi SYST SYSTEM ® ANCORAGGIO l Minii impianto per l’ancoraggio schelet etrico in ortod scheletrico ortodonzia dalle opzionii terapeutiche terapeutich innovative, sicure i e veloci. vl i PER INFORMAZIONI: Orteam S.p.A. TTel. el. 02 66 711 227 DIGITAL TECHNOLOGY EVOLUZIONE Progettazione digitale e realizzazione della dima chirurgica per un preciso posizionamento delle miniscrew DISTRIBUTORE ESCLUSIVO IT ITALIANO TALIANO ALIANO OR todonzia TEC nica y r o t His history Una molla per la retrazione del canino OR todonzia TEC nica autore Remo Palmieri L'impiego di una tecnica ad arco sezionale, facilita la creazione di un sistema di forza ottimale che soddisfa le imperative richieste biomeccaniche per movimenti pianificati dei denti. La retrazione controllata del canino, generalmente nei casi di estrazione, richiede la creazione di un sistema biomeccanico al fine di ottenere una forza predeterminata e un rapporto momento/forza relativamente costante per evitare tipping e rotazione distale. La corrispondente coppia fornita all'unita di ancoraggio dovrebbe essere sistemata in modo che nessun dente sia soggetto a effetti non voluti di spostamento laterale e che siano evitati cambiamenti non desiderati nel piano occlusale. Sulla base di una serie di considerazioni teoriche, riportate in questa relazione, è stata costruita una molla per la retrazione del canino da un filo rettangolare di 0.016 x 0.022 pollici, di cui l'elemento principale è un doppio gancio ovoidale di 10 mm. di a1tezza. (Fig 1) forze: cos'e una forza penso lo sappiamo tutti, ma cos'è invece una coppia di forze? E' il sistema di 2 forze di uguale intensità, senso opposto e diverso punto di applicazione. (Fig.2) Fig. 2 Essa produce una rotazione, la condizione di equilibrio è il M = 0 dove M è il momento della coppia, dato dal prodotto dell'intensità delle forze per la distanza fra le due rette d'azione delle forze. Quindi M = F • d. Quand’è che il M = 0, quando le due forze giaceranno sulla stesso piano. Se facciamo lo stesso ragionamento su un corpo solido oltre allo spostamento avremo anche una rotazione. (Fig. 3) Fig. 1 E' stata incorporata una curva di deflessione al secondo premolare per evitare effetti non voluti di spostamento. Le curve di momento/forza di deflessione del canino sono state derivate sperimentalmente, e hanno dimostrato la capacita della molla di produrre e mantenere le necessarie condizioni biomeccaniche per un'ottimale retrazione del canino (cioè: deflessione del carico = 45gm. per mm. di Fig. 3 attivazione, rapporto antitip momento/forza di circa 11:1, e Se il corpo è vincolato ( C.R.) il vincolo fa sì che, applicando il rapporto momento/forza anti rotazione di circa 7:1). una sola forza , il corpo ruota come se fosse soggetto ad una L’applicabilità clinica della molla viene dimostrata in questo coppia. (Fig. 4) lavoro con un caso clinico riportato. A questo punto vorrei darvi qualche concetto basilare sulle 33 report Un vantaggio implicito della retrazione del canino in un sistema ad arco continuo, consiste nel limitare la possibilità di un movimento del canino non previsto ad esempio, disinclusione o rotazione (Flaring). Potranno essere notati, tuttavia, effetti collaterali non desiderati, quando vengono indotte al canino pure forze provocate da molle o da Elastici. Fig. 4 1) Quando viene usato un arco con una bassa percentuale di carico-deflessione, il filo si deformerà e si potranno vedere II momento di questa coppia è dato M =F x d che nel nostro effetti collaterali non desiderati sugli altri denti. caso è la distanza tra il bracket (punto di applicazione della forza) e il centro di resistenza. 2) Nei casi in cui venga usato un filo di metallo molto rigido Per ovviare a questo inconveniente (tipping) è necessario si svilupperà frizione nel sistema, con la possibile cessazione oltre alla forza F applicare una coppia che agisca in senso del movimento del canino e perdita di ancoraggio. contrario a quella che si è venuta a creare e il cui momento (Fig. 6,7 e 8) deve essere uguale al momento calcolato. Allora se la forza applicata poniamo il caso sia 1gr. dato che mediamente la distanza fra bracket e CR è 11 il momento della coppia equilibrante deve valere 11 M/F =11/1 ,per evitare il tipping. Per evitare la rotazione del dente intorno al suo asse il discorso è analogo solo che la distanza vale 4 mm., il rapporto M/F= 4/1. Fig. 6 La retrazione dei canini mascellari rappresenta una fase fondamentale in un numero considerevole di trattamenti ortodontici. E' stato riconosciuto che il corretto posizionamento del canino dopo la retrazione è della massima importanza per la funzione, la stabilità e l'estetica e può essere ottenuto, anche per mezzo di un posizionamento verticale dopo un tipping non controllato biomeccanicamente. Un'indagine della letteratura include investigazioni cliniche, modelli sperimentali e teoremi Fig. 7 matematici combinati nello sforzo di definire i sistemi ottimali di forza per la retrazione del canino. I principi usati normalmente per la retrazione secondo la tecnica Edigwise possono essere descritti, sia come (a) sistema di attrito (frizionale) in cui, il canino attraverso l'applicazione di una forza, deve scivolare distalmente e viene guidato da un filo ad arco continuo, sia come (b) un sistema di non-attrito con forza e coppie incorporate dentro ad un occhiello di una sezione d'arco. (Ricketts) (Fig. 5) Fig. 8 L'uso di un sistema senza attrito, realizza la chiusura dello spazio per mezzo di archi sezionali con molle di retrazione, rendendo possible l'applicazione di forze precise e predeterminate, che possono rispondere alle esigenze biomeccaniche per un movimento pianificato del dente. In questo lavoro si evidenzia l'importanza del sistema biomeccanico in relazione alla retrazione del canino. Al fine di: Fig. 5 34 history semplici forze risulterà in una traslazione. Studi olografi con il laser hanno dimostrata che il CR è posto nel centro della 2) utilizzare forze in una gamma compresa tra 50 e 200 gr radice a un terzo della distanza dalla cresta alveolare all'apice. Una pura forza orizzontale che agisce sul bracket risulta nel per un basso rapporto di carico e o deflessione. tipping (traslazione + rotazione) del dente,mentre la traslazione si ottiene aggiungendo una coppia bracket cosi Livello di forza che il rapporto fra il momento e la forza orizzontale(N/F) è I sistemi di forza sono caratterizzati da parametri che numericamente uguale alla distanza del bracket al CR. La mostrano il livello di forza e il rapporto momento/forza che validità di questa concetto biomeccanico è stata confermata determina la tensione per mm. quadrato del legamento istologicamente da Fortin in una studio che ha dimostrata una distribuzione uniforme di riassorbimento diretto lungo parodontale. la superficie alveolare quando viene applicato al dente un La forza ottimale ortodontica è stata definita da Nikolai rapporto ottimale M/F. come quella che produce un massimo dl reazione biologica (Fig. 11 e 12) desiderabile con un danno minimo del tessuto, che risulta in un movimento rapido del dente con un piccolo o nullo disagio clinico. Fortin consiglia 147 gm. come forza ottimale per lo spostamento del premolare nei cani. 1)favorire lo spostamento con un rapporto antitip di 11:1 Con questa forza, sono state notate assai poche aree di ialinizzazione e l'attività osteoclastica era al massimo. Smith e Storey suggeriscono una forza da 150 a 200 gm. come ottimale per il trasporto del canini umani inferiori; Reitan sostiene i 250 gm., e Lee raccomanda da 150 a 260 gm., Fig. 11 mentre Ricketts e colleghi prescrivono i 75 gm. (Fig. 9 e 10) Fig. 12 Fig. 9 Il bracket è in posizione valutata di 4 mm. dal bordo della cuspide. Questo comporta che venga richiesto un rapporto medio M/F di 11:1, al fine di prevenire il tipping del canino. (Fig. 3). La coppia richiesta viene nominata coppia antitip. La coppia anti rotazione agisce sul piano orizzontale per neutralizzare la rotazione che avviene quando una pura forza orizzontale è diretta attraverso il bracket . Il rapporto anti rotazione viene calcolato 4:1, che è pari alla Fig. 10 distanza del bracket all'asse del dente. (Fig 4). I momenti alfa sono momenti prodotti dalla parte mesiale della molla e agiscono sul canino, mentre i momenti beta Rapporto momento forza agiscono sui denti di ancoraggio. La descrizione del complesso sistema di forze e coppie Il momento beta è un giusto complemento al momento alfa, applicato attraverso il bracket secondo la tecnica Edigwise, poiché riduce il movimento mesiale del gruppo di denti di deve essere rapportato con il Centro di resistenza (CR), ancoraggio inducendo la traslazione. definito come un punto attraverso il quale l'azione di (Fig. 13) 35 history Fig. 14 Fig. 13 Questo deve essere regolato in modo tale che nessun dente della unità di ancoraggio sia soggetto a effetti collaterali non desiderati. Baeten ha studiato il rapporto antitip M/F di diverse molle per la retrazione del canino per mezzo di tecniche fotoelastiche e ha concluso che, di 17 tipi medi, nessuno risponde ai criteri suddetti per portare movimenti completi dei denti. Fig. 15 In uno studio recente, Burstone ha presentato i dati di antitip M/F da molle a T costruite con un filo di titanio. Il meccanismo di retrazione di questa molla era un tipping controllato seguito da un uprighting (raddrizzamento) per periodi di attivazione, comparativamente lunghi, con il risultato netto di un movimento corporeo. Regolarità di forza e momenti La reazione biologica ottimale non dipende solo dalla Fig. 16 grandezza della forza iniziale ma, senza dubbio, anche dalla percentuale d'indebolimento di forza che avviene fra le attivazioni. Quindi la molla deve essere progettata per fornire le forze entro una gamma di forza fisiologica (concetto molto importante). I grafici, di questa figura, che illustrano la teoria dei valori di forza in relazione al tempo del rapporto carico deflessione .A Forte ,B Debole, mostrano il progresso teorico in atto durante un trattamento con l 'attivazione di due diverse Fig. 17 molle per retrazione ogni 4 settimane. II grado d'inclinazione delle curve indica il, rapporto carico deflessione F/A Tecnica al banco di prova intrinseco in ogni molla. (Fig. 18) F è la forza e A il cedimento elastico, che è identico alla distanza del movimento del dente. F/A dipende dalla lega, dalla sezione del filo, dalla lunghezza del filo e dal disegno dell'occhiello. La costante elastica della molla che è F/Delta deve essere appropriata alla capacità della resistenza biologica. (Fig. 14, 15, 16 e 17) Fig. 18 36 history Il disegno della molla deve essere basato sulla necessita di Il Disegno della molla incorporare nello strumento una coppia antitip e una coppia, anti rotazione coagente con la componente di forza motoria (Fig. 19) erogata alla superficie facciale del canino. E' stato costruito un apparecchio elettronico per prova , con il potenziale per una precisa registrazione dei rapporti momento/forza prodotti dalle molle per retrazione. La messa a punto sperimentale ha simulato una situazione clinica susseguente all'estrazione del primo premolare superiore. Il montaggio di una molla per prova per la registrazione di movimenti alfa è mostrata nella figura 18 in cui A è un tubo buccale con un diametro interno di 0.026 x0.022 pollici e B e C sono bracket del premolare e del canino con la corrispondente sezione trasversale della fessura. A B sono collegate alla base metal11ca (D), che fa parte di una cella di carico (E). La cella di carico registra le forze pure ma è insensibile ai momenti. Il bracket (C) è collegato al transduttore di memento (F) che contiene 4 tensiografi posti ad angoli di 45°e che formano un ponte Wheatstone, per mezzo del quale vengono registrate solamente le ampiezze della coppia (momento alfa e beta). Fig. 19 Il disegno risultante della molla, fatta con un filo da 0,016 x 0,022 e rifinita usando un procedimento " prova errore" applicato al montaggio della prova banco, è rappresentata nella figura seguente. L'elemento attivo predominante è un occhiello ovoide a doppia elica che si prolunga 10mm apicalmente. Viene incorporato al fine di ridurre il caricodeflessione della molla e viene applicato gengivalmente in modo che l'attivazione provochi un tipping del braccio corto orizzontale in un direzione che aumenta la coppia agente sul dente. Il livello di forza ottimale di circa 160gr si ottiene I segnali di forza sono stati amplificati per mezzo di un quando le due sezioni della doppia elica sono distanti 1mm. amplificatore Instron a cella di carico (2-1,000 Newton e i (Fig. 20) segnali dei momenti per mezzo di un modulo di dati di sollecitazione Instron (2.6 - 134 Newton - mm.). La posizione della molla descritta nella figura 6 veniva usata per registrare le relazioni antitip momento/forza. Le relazioni anti rotazione momento/forza venivano registrate, mettendo la molla ad angolo retto rispetto alla posizione indicata. Il momento beta misurato al secondo premolare veniva registrato mettendo il transduttore di momento in posizione Fig. 20 B e la cella di carico in posizione C. L'attivazione delle molle, registrata con una precisione di 0.01 mm., veniva eseguita separando F e E. Dopo ogni Risultati attivazione, e prima di leggere i valori di forza e di momento, l'attrito fra le parti della molla veniva rilasciato per mezzo di (fig. 21) un piccolo tapping. In situazione clinica queste piccole aree di attrito vengono diminuite dalla funzione della muscolatura periorale. La prova di diverse molle costruite con una larga gamma di fili metallici e di configurazione di molle, ha confermato gli studi precedenti. Il rapporto M/F veniva provocato aumentando l'altezza occlusogengivale delle molle, diminuendo la dimensione orizzontale in senso gengivale, centrando il gancio verso il canino, e angolando il gambo mesiale e distale della molla. Fig. 21 37 history Le caratteristiche carico/deflessione della molla sono illustrate in questa figura 21. La forza motoria (F) è misurata in grammi ed è indicata verticalmente, mentre la disattivazione della molla è misurata in mm lungo l'asse X. II punto 0 mm. sull'asse X corrisponde all'attivazione consigliata, e i punti 1, 2 e 3 mostrano la disattivazione della molla (in mm.). L'attuale curva mostra un'attivazione iniziale di 180 gm. e una perdita di forza di 45 gm. per mm. di disattivazione. I rapporti momento/forza su due piani sono tracciati in rapporto alla disattivazione. (Fig. 22) periodo di quattro settimane fra due visite e un'attivazione iniziale di 160 gm.(determinata da uno spostamento di 1 mm. delle sezioni a doppia elica), la forza si abbassa da 160 a 93 gm. . Allo stesso tempo il rapporto corrispondente antitip M/F si sposta da circa 9 a 12, che è vicino al valore ottimale di 11. Quando la molla viene costruita senza curvature della gamba distale (fig. 25), una quantità predominante di momento Beta viene esercitata sul secondo premolare.Clinicamente, ciò è ritenuto come un tipping mesiale non desiderato dell'apice della radice. Fig. 25 Fig. 22 L'identico asse orizzontale A e B rende i due grafici direttamente paragonabili. (Fig. 23 e 24) Quando viene incorporata una curva alla gamba distale, una certa quantità di momento viene rilasciata dal secondo premolare e viene trasmessa al primo molare. (figura 26). Fig. 23 Fig. 26 La calibratura della curva è stata stabilita con una prova a banco, le cui caratteristiche risultanti M/F sono mostrate dalla curva tratteggiata nella figura 27. Fig. 24 La disattivazione della molla eguaglia il movimento del dente. Con un movimento del dente di 1.5 mm. per un Fig. 27 38 history La curva continua mostra le caratteristiche M/F della molla siano lontane 1 mm . corrispondente senza aggiustamento del braccio distale. L'attivazione viene ripetuta ogni quattro settimane, e si pensa che il canino subisca circa 1.5 mm. di movimento ad ogni attivazione. (Fig. 30,31,32,33,34 e 35) Applicazioni cliniche La molla è costruita per resistere alla tendenza rotazionale e tipping durante la retrazione. Non per correggere le rotazioni e/o grandi deviazioni nell'inclinazione del canino. (Fig. 28) Fig. 30 Fig. 28 Tuttavia, il livellamento dei segmenti buccali deve essere terminato prima dell'inserimento della molla. La legatura del bracket, deve includere il secondo premolare, in questa caso abbiamo preferito costruire un Quad-Helix come ancoraggio per prudenza. L'occhiello circolare viene tirato in avanti per arrivare a Fig. 31 contatto della parete distale del bracket del canino e viene assicurato con una piegatura gengivale della gamba anteriore. (Fig. 29) Fig. 32 Fig. 29 La posizione corretta della molla sarà quella che tiene conto della distanza del margine gengivale. L'inclinazione dell'occhiello facciale linguale per comodità del paziente, è ottenuta con l'aggiustamento delle gambe mesiale e distale. Per prevenire la bascula nel bracket di 0.022 pollici, viene raccomandata una torsione a 90°della gamba anteriore, così che la dimensione di 0.022 pollici sia verticale e corrisponda alla dimensione verticale del bracket. L'attivazione 140-160 gm. viene ottenuta tirando il distale verso il tubo molare fino a che le due sezioni a doppia elica 39 Fig. 33 history Fig. 34 Fig. 37 Fig. 35 Fig. 38 Rotazioni più piccole del canino, che possono verificarsi durante la retrazione in caso di deviazioni anatomiche nell'anatomia della radice, sono facilmente corrette con elastici linguali successivi alla retrazione. A questo punto, il restante momento intrinseco nella molla si risolverà in un effetto uprighting di raddrizzamento. Tecnica di laboratorio (Fig. 36 - 55) Fig. 39 Fig. 36 Fig. 40 40 history Fig. 41 Fig. 45 Fig. 42 Fig. 46 Fig. 43 Fig. 47 Fig. 44 Fig. 48 41 history Fig. 49 Fig. 53 Fig. 54 Fig. 50 Fig. 55 Fig. 51 Discussione Il problema più grave nella costruzione di molle per retrazione sezionale è la necessità biomeccanica di un basso rapporto carico/deflessione per assicurare una tensione costante nella membrana periodontale in tutta una vasta gamma di attivazione della molla e, allo stesso tempo, un disegno del filo che produca rapporti momento/forza forti abbastanza da prevenire la rotazione e il tipping del dente che deve essere retratto. Come è stato detto da Beken, la complessità di questo problema è stata messa in rilievo in studi fotoelastici di 17 diversi meccanismi di retrazione. Nessuna delle molle studiate ha dimostrato un effettivo controllo della radice del canino. Burstone e Koenig, che hanno presentato dati da una Fig. 52 42 history combinazione di studi sperimentali e matematici del rapporti M/F prodotti da una semplice configurazione dell'occhiello, come l'occhiello verticale e l'occhiello a T, sono pervenuti ad una simile conclusione. L'aumento del carico oltre questo livello , può portare al riassorbimento della radice, alla perdita di ancoraggio e all’ alterazione del rapporto M/F, così l'identificazione della forza in relazione all'attivazione della molla è della massima importanza. E’ stato osservato che i rapporti M/F possono essere Il controllo della forza della presente molla è stato aumentati: riconosciuto causa del cambiamento della morfologia avvenuto durante l'attivazione; un carico di circa 160 gm. si 1)aumentando la dimensione verticale gengivale rispetto al ottiene quando le due sezioni della doppia elica sono distanti bracket 1 mm. 2) aumentando la dimensione orizzontale nella parte apicale dell'occhiello La valutazione clinica di molle di prova preliminare senza aggiustamento dei momenti Beta ha rilevato un movimento mesiale dei denti d'ancoraggio in modo traslatorio: il gruppo 3) diminuendo la distanza interbracket di ancoraggio come un "insieme" non è stato soggetto a effetti collaterali non voluti con aggiustamento della molla. 4) mettendo un occhiello vicino al dente che deve essere Ovviamente, il memento Beta era limitato in confronto retratto all'area totale della superficie della radice del denti di ancoraggio e delle forze occlusali. 5) angolando le gambe mesiale e distale della molla Il movimento mesiale dell'apice del premolare era sotto 6)aggiungendo più filo gengivale al bracket. un'osservazione costante e indicava che una parte predominante del momento Beta veniva assorbita dal Sfortunatamente, tuttavia, il livello M/F necessario per la premolare. traslazione sembra non poter essere ottenuto per una Questo effetto collaterale indesiderato era compensato sufficiente distanza di attivazione. dall'incorporamento di una curva determinata sperimentalmente nella gamba distale della molla, per mezzo Questo studio ha dimostrato il ruolo importante di una della quale una quantità proporzionale di momento veniva geometria più complessa del filo aggiunto gengivalmente, trasmessa al molare. come dimostrato dalla doppia elica ovoide che, insieme ad una modesta angolazione, ha prodotto rapporti antitip M/F La registrazione dei momenti Beta riguardanti il gruppo di del livello voluto, mantenuti ragionevolmente per un più ancoraggio come un "insieme" è di grande importanza grande intervallo di tempo di attivazione. quando è necessaria una stima dei sistemi di forza dell'incastellatura per proteggere l'ancoraggio.La messa a Inoltre, un rapporto antirotazione M/F fu indotto alla molla punto sperimentale non ha tenuto conto di tali senza alterare le caratteristiche antitip. registrazioni.Sono necessari ulteriori studi di questo aspetto. Il rapporto teorico antirotazione M/F veniva dapprima calcolato 4:1, che è la normale distanza dal bracket all'asse Il presente studio ha dimostrato la coordinazione delle del dente. caratteristiche della molla indotte sperimentalmente e la Conformemente alle osservazioni cliniche, questo valore ha risposta biologica. E' stato provato che componenti attivi dimostrato di essere troppo piccolo per neutral1zzare la dell'apparecchio possono essere pre calibrati con tendenza alla rotazione distale in molti casi. Ci possono caratteristiche provate e documentate per un movimento essere parecchi motivi per questa considerazione . controllato del dente. Uno è la variabilità della distanza orizzontale dal bracket al CR che risuLta dall'inclinazione buccolinguale del canino . Altre sono la deviazione dalla morfologia calcolata della radice e l'attrito fra i canini mascellari e mandiboLari durante la retrazione. Il rapporto antirotazione M/F si era elevato perciò a T:1. Una forza ottimale fornisce la tensione periodontale che provoca le maggiori attività cellulari e biochimiche responsabili del movimento. 43 save the date 4 1 0 2 e t a D e h T e v a S “Ortec all’Università” Stay Tuned Aquila (Università degli Studi dell’Aquila) RELATORI INSEGNANTI SDT Angelo Confaloni: Le apparecchiature di Planas SDT Emanuele Paoletto: Dynamax Appliance di Bass ODT Vincenzo Giardina: Le apparecchiature di Bimler SDT Patrizio Evangelista: Sistemica Korn, In-direct bonding SDT Massimo Cicatiello: Bite Jumping appliances del Prof. Sander 44 XLVI Congresso Nazionale Ortec 9-11 Ottobre 2014 Firenze save the date 45 Seguici su: www.ortec.it Facebook
© Copyright 2024 ExpyDoc