11/12/2014 L'Arena Clic PROVINCIA Stampa Articolo giovedì 11 dicembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 31 LA QUESTIONE. Le nomine nelle amministrazioni comunali di Oppeano, Monteforte e Zevio Tre Giunte senza «quote rosa» Il caso è già sul tavolo di Renzi D'Arienzo (Pd) chiede chiarimenti al premier dopo la lettera di Alfano Quote rose: il caso di tre Comuni veronesi finisce sul tavolo del premier Renzi. Le nomine nelle maggioranze di Oppeano, Monteforte d'Alpone e Zevio finiscono al centro di una denuncia del deputato del Pd Vincenzo D'Arienzo che scomoda il premier dopo aver ricevuto, dal ministro dell'Interno Angelino Alfano, una risposta a suo dire incredibile. Perchè Alfano, nel rispondergli, gli ha sostanzialmente mandato una sentenza del Consiglio di Stato dello scorso luglio (la numero 3938) in cui si legge, in buona sostanza, che non c'è un obbligo di imporre la sostanziale parità dei generi ma deve essere garantita la presenza di almeno una donna. Non c'è obbligo, dice il Consiglio di Stato, riguardo una vicenda comunque antecedente la legge 56 del 7 aprile 2014, che impone il minimo del 40 per cento per ciascun genere nella nomina dei componenti della Giunta. Di più: da Alfano D'Arienzo ha ricevuto anche la comunicazione che «il 24 aprile scorso il ministero dell'Interno ha emanato una circolare nella quale si afferma che occorre lo svolgimento da parte del sindaco di una preventiva e necessaria attività istruttoria preordinata ad acquisire la disponibilità allo svolgimento delle funzioni da parte di persone di entrambi i sessi. Laddove non sia possibile occorre un'adeguata motivazione sulle ragioni della mancata applicazione del principio di pari opportunità. Poi, manifestando incompetenza, suggerisce di far valere i vizi di legittimità nelle sedi giurisdizionali previste. In pratica», tuona d'Arienzo, «questa anomala disquisizione ha di fatto aperto la porta alla mancata applicazione della norma che il ministero dovrebbe far rispettare. Anzi, scarica sui consiglieri l'onere di far rispettare la legge». Ecco perchè D'Arienzo chiama in causa Renzi, che ha la delega alle Pari opportunità, chiedendogli cosa intenda fare ma anche che i Comuni interessati vengano obbligati al rispetto della norma. Non meno arrabbiate sono le consigliere comunali dei tre paesi. A Oppeano Serena Marchi, che aveva segnalato al prefetto il fatto, ricorda che il sindaco aveva motivato il mancato rispetto della legge con il fatto che «i tentativi esperiti nei confronti delle consigliere comunali elette non avevano sortito l'effetto desiderato ne si era rivelata utile la ricerca tra le cittadine della località interessata in ragione del fatto che nessuna donna residente riassumeva i necessari requisiti oggetto di delega nonché l'idoneità a rappresentare i valori programmatici. Una ragione chiaramente strumentale», considera Marchi, «che offende gratuitamente le donne semplicemente per motivare la volontà politica di non rispettare la legge e di non nominare donne». Teresa Ros, che siede in Consiglio comunale a Monteforte, non ha dubbi: «La legge 56/2014 esprime un chiaro obbligo alla presenza di una significativa e dignitosa presenza femminile. Il fatto che sia ancora così difficile garantirla significa che c'è proprio bisogno di una norma certa». Sulla stessa linea Giorgia Vesentini, consigliere a Zevio: «Al possibile superamento della legge con motivazioni sbagliate e/o artificiose va risposto con fermezza e tempestività».P.D.C. http://clic.larena.it/GiornaleOnLine/Arena/giornale_articolo.php?stampa=1&id_articolo=2578024# 1/1
© Copyright 2024 ExpyDoc