Coraggio samurai.indd

LEONARDO VITTORIO ARENA
IL CORAGGIO
DEL SAMURAI
Coraggio samurai.indd 3
08/04/11 11:07
I Edizione 2011
© 2011 - EDIZIONI PIEMME Spa
20145 Milano - Via Tiziano, 32
[email protected] - www.edizpiemme.it
Stampa: Mondadori Printing S.p.A. - Stabilimento NSM - Cles (Trento)
Coraggio samurai.indd 4
08/04/11 11:07
Antefatto
Alla metà del XII secolo i samurai estendono il loro potere, secondo una strategia inaugurata da tempo. Il clan
dei Taira finisce per controllare la Corte imperiale così
che il servo diviene padrone. Gli fa ombra il clan dei
Minamoto.
Nello scontro inevitabile tra i due clan, i Taira vengono a trovarsi in vantaggio e uccidono Yoshitomo, che nel
1160 era capo dei Minamoto. Yoritomo, il maggiore tra
i suoi figli superstiti, prepara in esilio la riscossa del clan.
Coglierà l’occasione grazie al fratello Yoshitsune,
uomo d’armi e stratega.
Yoritomo, maestro di intrighi politici, si costruirà
una salda rete di alleanze.
Annienterà i Taira nel 1185 e diverrà shogun nel 1192,
titolo già esistente ma che con lui assumerà maggiore
rilievo. Coadiuverà il sovrano in una singolare diarchia
che si protrarrà per sette secoli, tranne per alcune interruzioni.
Una diarchia dove il samurai governa di fatto relegando l’imperatore nell’ombra e lasciandogli solo il
potere nominale. Inizia con Yoritomo il governo del
Bakufu o della tenda, denominazione marziale che si
addice alla nuova epoca.
7
Coraggio samurai.indd 7
08/04/11 11:07
Ma prima Yoritomo dovrà sbarazzarsi di Yoshitsune, l’unico tra i Minamoto che potrebbe contrastarne
la leadership.
Cercherà qualsiasi pretesto per abbatterlo e svincolarsi dall’autorità imperiale che glielo impedirebbe.
Come riuscirà nel suo intento?
Oserà Yoritomo ingaggiare una lotta fratricida, soffocando l’amore parentale in nome dell’etica del samurai?
Coraggio samurai.indd 8
08/04/11 11:07
1
DUELLO ALLA LOCANDA
«Lottando, guardatevi le spalle:
il nemico è lì.»
«In che posso servirvi, mia signora?»
Era bella. Gli occhi neri, le lunghe gambe da gazzella
o capriolo, le spalle definite e il corpo sottile che così
fasciato in abiti maschili pareva asessuato, ma con linee
che, a uno sguardo più attento, accennavano a seducenti forme femminili. Una sagoma minuta, con braccia sode e muscoli lunghi, che l’abito senza maniche
esibiva, anche quando non erano contratti.
Ordinò una ciotola di riso e del sake. Bevanda virile, commentarono gli avventori. Nella locanda, la solita
calca quotidiana. La gente si attardava sulle scale, cercando il nulla. Alcuni si voltavano ad ammirarla. Ah,
non passava certo inosservata...
Accanto a lei il giovane taciturno, dall’aspetto femmineo. Le somigliava?
Non si conoscevano, ma per un attimo si guardarono negli occhi. Anche lui, come gli altri, la scrutava di
soppiatto, catturato dal suo fascino androgino.
Il gruppetto, dapprima, non diede nell’occhio. Uno
sciame di mosche nere tra le tante bianche.
“Sono venuti per lui” pensò la ragazza, spalancando
gli occhi davanti alla ciotola di riso nero.
Gli lanciò un’occhiata fugace. Il giovane non poteva
11
Coraggio samurai.indd 11
08/04/11 11:07
avere più di trent’anni: un viso cui nessuna fanciulla
sarebbe rimasta indifferente.
Lui non ricambiò lo sguardo. Si morse la lingua. Presagiva un pericolo.
I clienti più prudenti si spintonarono, facendosi da
parte.
“Sta per scoppiare un tafferuglio...”
Poco dopo, dominò il vuoto intorno al giovane, la
ragazza e gli scagnozzi. Dei Minamoto, senza dubbio.
«Che volete?»
«Vi chiediamo di seguirci, mio signore. È solo un
controllo, non preoccupatevi.»
“Chi mi ha tradito?” pensò.
Yoshitsune notò lo stemma del clan nemico, che era
anche il suo, e lo investì un senso di amarezza.
La ragazza focalizzò tutta la scena e si decise a entrare in azione, prima ancora che la sua mente approvasse
l’idea.
Mentre sorseggiava le ultime gocce di sake, pronta
ad agire, un samurai le si avvicinò con fare minaccioso.
«Allontanatevi, è pericoloso» ripeté due volte.
Ma lei restò immobile.
«È forse straniera?» le chiese.
Con una mossa da esperto di arti marziali le piroettò
davanti, cercando di colpirla.
“Vogliono intimorirmi.”
Al pensiero dello scontro imminente, le mani formicolavano dall’esaltazione, anche se non erano intorpidite.
L’uomo le si scagliò contro, e lei, reggendo la tazza, ne parò tutte le mosse. Fingeva di bere: la tazza era
vuota. L’aggressore, atletico e statuario, dava sfoggio di
sé, mentre il vero nemico restava nell’ombra a godersi
lo spettacolo.
12
Coraggio samurai.indd 12
08/04/11 11:07
“Meglio che questi energumeni abbiano altro da
fare.”
«Ignoriamo chi siete, mia signora, ma vi state mettendo nei guai.»
La circondarono tre di loro, mentre lei si toccava il
polso indolenzito. Che fatica lottare e sorseggiare sake!
«Non vi seguirò» replicò sprezzante Yoshitsune. Si
rendeva conto del pericolo e che la donna si batteva
per lui?
Lei schivava i colpi brandendo il fazzoletto come
un’arma, finché il gigante crollò a terra e gli altri due
fuggirono.
Yoshitsune trafisse colui che sembrava il capo del
drappello. Con una presa salda estrasse la sua daga dal
cadavere. La lotta si svolgeva su due fronti. Entrambi,
la ragazza e il solitario, agivano con lo stesso slancio e
gli stessi agili guizzi, ma lei era più rapida a sbarazzarsi
degli avversari. Chi avrebbe osato sfidare una dea venuta dal nulla?
Un altro campione di arti marziali si gettò nella mischia. Accantonando il fazzoletto, la ragazza lo affrontò
a mani nude. Due pugni ben assestati lo disorientarono, poi un calcio sferrato in piena faccia lo fece precipitare dal piano superiore della locanda, teatro del duello
impari. Due contro trenta.
Cadde sulla sua spada, sventrandosi. Una pozza di
sangue tutt’intorno ai tavolini, sulle scale. I compagni
sentivano crescere l’ira dentro di loro.
Il suo corpo in sfacelo si trasfigurava davanti a loro e
tra poco non lo avrebbero riconosciuto. Lo sgocciolio
del sangue li incitava, ma...
«Non è facile quanto pensassimo» disse il suo luogotenente. In un sol colpo Yoshitsune li aveva privati
di una guida.
13
Coraggio samurai.indd 13
08/04/11 11:07
La ragazza si aggiustò il vestito con civetteria.
«Oh, una signora non si mostra in disordine!»
Le dissero di andarsene: non erano lì per lei. Ma la
donna non li ascoltò: lei era lì per loro.
Un samurai agitò un ventaglio micidiale dall’impugnatura in ferro, ma non fece in tempo a servirsene che
ruzzolò a piano terra. Morì anche lui sul colpo. I suoi
compagni ingaggiarono il duello: un altro errore, perché lei, balzando, sfuggiva ai fendenti.
Li stendeva con l’agilità di un gatto o di una tigre
e talvolta il suo sguardo sembrava paralizzarli, impedendogli di reagire. Tentavano di infilzarla, ma lei li
schivava saltando all’indietro. Chi avesse indugiato ad
ammirarla la pagava cara.
Atterrò sul bancone con uno scatto felino, mentre
Yoshitsune si disimpegnava al piano di sopra affrontandone quattro o cinque. Poi lei attirò il grosso della
schiera su di sé: una ventina.
La ragazza li batteva sempre, spostandosi dall’uno
all’altro fronte.
Atterrava e volava, volava e riatterrava. Li schiacciava come zanzare o corteggiatori importuni.
Il più autorevole del gruppo le si rivolse per l’ultima
volta: «Vattene, non sei tu che cerchiamo!».
Lei pulì la lama insanguinata con il palmo delle mani.
«Non voglio patteggiare» urlò.
L’uomo dalla mazza ferrata non poté usarla. Lei piroettò su se stessa come un vortice e salì al piano di
sopra tanto veloce da non vederla...
Aiutò Yoshitsune a sbarazzarsi degli ultimi nemici
con stoccate dritte al cuore finché su quel fronte non
c’era più niente da temere.
Le travi della taverna vacillavano sotto i loro tiri. I tonfi
dei nemici saggiavano l’impiantito.
14
Coraggio samurai.indd 14
08/04/11 11:07
I nemici si ritrovavano spesso la spada della ragazza
puntata alla gola o all’addome. Lei ne sfoltiva il numero, ne scompigliava le file. Con la sinistra ne rintuzzava
quattro, impegnando la destra contro uno, il più agguerrito.
Era uno spettacolo vederla e Yoshitsune, se non fosse stata a repentaglio la sua vita e avesse potuto mitigare l’odio, se lo sarebbe goduto a braccia conserte.
In breve tempo si rimise in guardia e notò la sua muscolatura, le braccia che vibravano sciabolate letali, il
corpo senza neppure un graffio.
Volevano prenderla alle spalle e lei senza voltarsi ne
puniva la viltà. Li scopriva con l’occhio della mente che
aveva sulla schiena, come un ragno.
Loro si premevano le parti ferite: le guance, il ventre,
le spalle, il petto, gli occhi, le gambe. Con urla di dolore
stramazzavano a terra.
“Dove avrà imparato a combattere?” pensò Yoshitsune senza distrarsi.
La lama della ragazza sfiorava il loro viso a un millimetro di distanza.
«Non vi ucciderò» diceva ingannandoli, gettandoli
dalle scale o lasciandoli scegliere. «Preferite che vi trafigga o vi sfracelli le ossa?»
No che non potevano bloccarla! Le mazze ferrate
roteavano, ma spostavano solo l’aria. Le vittime si pentivano della loro audacia e aumentavano.
Alla fine erano tutti stesi in pose scomposte sui tavoli,
sulle scale, sulle finestre. Lei non trovò più resistenza.
Piroettò di nuovo, contraendo i muscoli: ho vinto, sembrava dire, a gesti più che con le parole.
Si dedicò a una danza silente per il suo pubblico di
cadaveri, come se potessero lodarne la bravura.
Yoshitsune ebbe tutto il tempo di ammirarla. Le sue
15
Coraggio samurai.indd 15
08/04/11 11:07
fattezze, prima solo intraviste, apparivano ora più che
seducenti. Neanche una goccia di sangue sul suo corpo!
Lei si teneva la mano sulla testa e inarcava il tronco in
posa trionfale, con la tachi riposta nella guaina, all’altezza della schiena.
L’oste la guardava rabbrividendo, pensando al suo
locale semidistrutto e al fatto che lei potesse abbatterlo.
Meglio fingersi morto...
Nella taverna regnava un tanfo di sudore e morte.
Rivoli di sangue e di vomito stillavano dalle travi.
Yoshitsune si guardava intorno e stentava a credere
che una ragazza fosse capace di tanto. Aveva dato un
contributo secondario alla battaglia. Lo sguardo fisso,
inebetito.
«Non perdiamo tempo, mio signore. Potrebbero arrivare rinforzi.»
Lo prese per un braccio e lo trascinò con sé, come
fosse un bambino indifeso tra le braccia della madre.
Una madre premurosa che non risparmia il suo affetto,
ma ha l’aria dell’amante, da penetrare a più riprese. Ci
si può eccitare davanti ai cadaveri? La morte e il sesso.
Avrebbe voluto possederla, ma non era il momento.
La ragazza fischiò e apparve un cavallo, come sbucato dall’inferno. Era nero, dai colori della notte, una
creatura del buio.
“Anche lei potrebbe essere una creatura del buio”
pensò.
«Montate, più nulla ci trattiene!»
Una piccola folla venne attirata dal trambusto e intravide i loro due bei corpi che cavalcando si dileguavano sulla linea dell’orizzonte.
Le nuvole bianche li ammantavano e li protessero.
Qualcuno, che parlava per tutti, si chiese: «Ma chi di
loro è l’uomo e chi la donna?».
16
Coraggio samurai.indd 16
08/04/11 11:07
L’impeto della lotta li aveva trasfigurati. Erano spiriti
dei monti, che gli uomini possono solo spiare.
«Quant’era scostante! Ricordo con che tono ha ordinato da mangiare.»
«Volevano corteggiarla e li ha respinti tutti.»
«Ma non l’hai vista? Era stupenda. Doveva concedersi al primo venuto?»
I discorsi si incrociavano e chissà per quanto tempo
gli abitanti del villaggio avrebbero rievocato l’episodio.
Un vecchio ascoltò la conversazione e covò un dubbio.
«Sapevo di guerriere che abbattono i nemici con la
mente» disse con voce roca, biascicando.
Una leggenda oppure no?
Donne guerriere, bellissime e micidiali, dai baci avvelenati che paralizzano prima di uccidere e colpiscono
di notte senza lasciare traccia.
Il vecchio si batté il palmo della mano sulla fronte e
sorrise.
«Eh già, sono sciocchezze!»
Cambiò discorso, ma i suoi compagni avrebbero narrato la vicenda in mille sfaccettature, con un miscuglio di paura e ammirazione. Chissà per quanti mesi,
o anni...
Intanto nella remota lontananza, una donna si mangiucchiava le unghie. Strano, perché di solito non era
inquieta.
Si sfiorò il corpo con le dita sentendo la compattezza
della sua carne e delle ossa. Fremeva in attesa dell’ospite.
Atteggiò la bocca in una smorfia.
«È dovuta entrare in azione, ne sono certa. Altrimenti, sarebbero già qui. Mi chiedo se abbiamo fatto
bene a intervenire. I Minamoto potrebbero scoprirci, e
non avrebbero riguardi.»
17
Coraggio samurai.indd 17
08/04/11 11:07
La smorfia si tramutò in sorriso. La donna presagiva
il piacere.
Si tolse la maschera, e anche questo era insolito. Fece
un lungo respiro e fiutò l’aria della caverna. Stava per
sopraggiungere il crepuscolo. La foresta si assopiva, e
lei conosceva bene quel silenzio.
«Lui sta per arrivare, non mi troverà impreparata.»
Una risata fragorosa risuonò nel buio della notte: il
suo regno.
Come la ragazza, anche lei era smilza e atletica, aveva
solo qualche anno in più, ma non si notava.
Uno scoiattolo impaurito cominciò a correre nel lungo dedalo di grotte e gallerie. Le pietre rotolavano e lui
squittiva, mentre lei si specchiava nel bacile.
«Sono magnifica!»
Ne avrebbe convenuto chi fosse stato tanto fortunato da poterla guardare da vicino e con calma, senza
votarsi alla lotta o incrociare la spada con la sua. Chi
fosse sopravvissuto per poterne riferire. Un privilegio
che quasi a nessuno era concesso.
Persino i pipistrelli sembravano in soggezione.
18
Coraggio samurai.indd 18
08/04/11 11:07