LAICITA’ NELLA SCUOLA di Lucio Malan La questione delle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica è uno dei punti dolenti della applicazione della parità dei diritti degli studenti e dei genitori che la Costituzione garantisce e che il sistema scolastico dovrebbe applicare. Purtroppo, per un ambiguo miscuglio di oggettive difficoltà organizzative e volontà da parte di qualcuno di penalizzare coloro che decidono di non avvalersi dell’IRC spesso questa attività non è offerta. La Vostra associazione ha il merito di offrire strumenti pratici e diretti per coloro che intendono far valere i propri diritti quando non trovano collaborazione da parte degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. Comportamenti da parte delle strutture scolastiche pubbliche che non tengano conto delle aspirazioni e del parere delle famiglie sono violazione di due diritti fondamentali riconosciuti, garantiti e tutelati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: l’art.18, il quale garantisce la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, i propri valori religiosi nell’educazione, e l’art. 26 nella parte in cui attribuisce ai genitori il diritto di priorità nella scelta di educazione da impartire ai propri figli. Si pone altresì in palese violazione dell’art.30 della Costituzione italiana che garantisce e tutela il diritto dei genitori ad educare i propri figli, nonché il principio previsto nella Raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, nella parte in cui invita espressamente gli Stati membri a «tenere conto del diritto dei genitori di curare l’educazione dei propri figli» nel «predisporre e attuare politiche scolastiche e piani d’azione per promuovere l’uguaglianza e la sicurezza e garantire l’accesso a formazioni adeguate o a supporti e strumenti pedagogici appropriati per combattere la discriminazione» (Allegato VI Istruzione, n.31). Questi principi e diritti valgono sia per quanto riguarda l’ora alternativa all’IRC sia di fronte ad ogni tentativo di indottrinamento dei discenti, e non di rado sono del tutto ignorati da insegnanti e dirigenti ideologizzati che scambiano le proprie libere opinioni per oggettive realtà, magari facendole passare per tali, e si ritengono in diritto di usare il proprio ascendente e il proprio ruolo per plasmare l’altrui sensibilità quando invece è compito del docente stimolare il senso critico del discente e fornirgli gli strumenti per formarsi una propria libera opinione. Sono pienamente disponibile ad azioni parlamentari a tutela dei diritti dei discenti e delle famiglie in tutti i casi in cui siano violati. Le segnalazioni sono benvenute sia presso il mio ufficio, sia per posta elettronica al mio indirizzo del Senato o al mio sito internet.
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