MANIFESTO PER UNA NUOVA POLITICA

L’EUROPA RIPARTE DALLA CULTURA
MANIFESTO PER UNA NUOVA
POLITICA CULTURALE EUROPEA
L’Europa in questi anni si è misurata con la più grande crisi finanziaria ed economica del secondo dopoguerra. Una crisi che si può affrontare solo riconoscendone la dimensione etica e l’esigenza di un
nuovo paradigma di valori che veda nella cultura, nella creatività e nel patrimonio culturale, materiale
e immateriale, la base da cui ripartire. Non solo per una crescita “intelligente, inclusiva e sostenibile”,
ma per un futuro comune frutto di pensieri lunghi, radici profonde e visione politica.
La cultura, dunque, come valore intrinseco e come fattore economico, come strumento di dialogo
e coesione sociale e come fattore di competitività e di innovazione. Dopo la battaglia fatta in Parlamento Europeo perché la cultura fosse pienamente presente nella nuova programmazione finanziaria
pluriennale 2014-2020, non solo nel programma di cui sono stata relatrice, Europa Creativa, ma anche nell’ambito delle altre politiche, dalla ricerca alla coesione, dallo sviluppo rurale a Erasmus Plus a
COSME, la Presidenza italiana del Semestre UE deve consolidare e rilanciare questi risultati.
Perché non esiste Europa senza cultura, né cultura senza Europa.
UN LIBRO BIANCO
SULLA CULTURA
E LA CREATIVITÀ
Partendo dalle sfide del contesto
globale, si devono mettere a sistema gli strumenti di sostegno
finanziario, di fiscalità e garanzia,
definire regole comuni per i grandi operatori di rete sui contenuti
culturali, confrontare e incoraggiare nuovi modelli di rapporto
pubblico-privato nella governance e nella gestione della cultura,
nonché approvare la direttiva europea del copyright, dopo quella
sulla musica on line.
SEMPRE PIÙ EUROPA,
SEMPRE PIÙ CREATIVA
CULTURA.
NON SOLO
UN SETTORE,
MA UNA RISORSA
TRASVERSALE
Economia,occupazione, innovazione tecnologica, ricerca, formazione, welfare, turismo: rispetto
a questi settori la cultura rappresenta un’asse orizzontale di sviluppo. Per questo, nelle politiche
europee riguardanti questi ambiti
deve esserci una maggiore integrazione con le politiche culturali
ed attenzione alle imprese creative e culturali, profit e non-profit,
ma anche alle infrastrutture e ai
servizi culturali.
Rendere Europa Creativa un’opportunità strategica per
realizzare progetti, networking, piattaforme e partnership durevoli in ambito cinematografico e audiovisivo,
della cultura e della creatività, applicando pienamente
i nuovi strumenti di lavoro, come il fondo di garanzia
sui crediti, la messa a punto di indicatori di performance specifici per il settore, studi e ricerche a supporto
dell’intera filiera, nuovi modelli di business e di governance.
LA CULTURA
NON È UNA
MERCE COME
LE ALTRE
La tutela e la promozione della
diversità culturale europea passa
anche dalla difesa del principio
dell’eccezione culturale, escludendo prodotti e servizi culturali
dai negoziati commerciali bilaterali. Per la cultura, servono regole
diverse dalle altre merci. Nell’ultimo accordo UE-USA, la nostra
battaglia è stata premiata, ma
bisogna tenere alta la guardia per
continuare a preservare il settore
culturale europeo.
PIÙ PUBBLICO, PIÙ PUBBLICI
Oggi la rete ha imposto nuove forme di produzione,
distribuzione e fruizione di cui i giovani sono protagonisti. Va incoraggiata una nuova socialità della cultura.
Coinvolgere un pubblico più ampio, motivare i cittadini
a “partecipare” alla cultura, ha effetti positivi anche
sulla società della conoscenza, sull’inclusione e sulla
coesione sociale. E sull’imprenditoria, specialmente
giovanile. Per conseguirli serve maggiore investimento, in termini economici e di politiche, nell’ educazione
culturale, audiovisiva, ai media.
L’EUROPA RIPARTE DALLA CULTURA
P ER UNA NUOVA
TV PUBBLICA
PIÙ EUROPEA
NON C’È FUTURO
SENZA MEMORIA
AGLI STUDENTI
LA SCELTA
DEI LUOGHI
SIMBOLO DELL’UE
CAPITALI EUROPEE
DELLA CULTURA.
ENERGIE DA NON DISPERDERE
Le tv di servizio pubblico sono
individuate in Europa Creativa
come partners dei produttori indipendenti per rafforzare le coproduzioni europee, innovare i generi, incrociare i social network. Uno
sforzo che va sostenuto e incrementato mentre va adeguata la
Direttiva sui servizi media audiovisivi alle televisioni connesse.
Fare del Marchio del Patrimonio
Culturale Europeo (European Heritage Label) un’occasione di forte
coinvolgimento degli studenti europei nella identificazione di nuovi luoghi a cui attribuire il label,
per fare di questa memoria una
risorsa per l’Europa di domani.
Sostenere le reti europee di cineteche e archivi e rifinanziare la
banca dati EUROPEANA, che ha
censito in questi anni 30 milioni
di contenuti culturali europei secondo standard comuni, con la
prosecuzione dei progetti in corso
e con l’estensione ai diritti online,
premessa per la creazione di un
aggregatore europeo in grado di
competere con quelli statunitensi.
L’EUROPA
SI RIMETTE
IN CAMMINO
Investire, con una più forte alleanza con la UE, gli Stati Membri
e le associazioni, nel rilancio degli itinerari culturali del Consiglio
d’Europa, definiti non solo come
vie per il dialogo interculturale
e intergenerazionale, ma anche
come assi di sviluppo per turismo
culturale, la valorizzazione del
patrimonio e l’economia dei territori. Va finalmente riconosciuta
la Via Francigena Sud, da Roma a
Gerusalemme.
Valorizzare e rilanciare le progettualità sviluppate dalla
città candidate e incoraggiare la creazione di network
e partnership nazionali e transnazionali per la partecipazione ad altre opportunità presenti nei programmi
pluriennali.
PRENDERE LE MISURE.
UN OSSERVATORIO EUROPEO
DELLA CULTURA
E DELLA CREATIVITÀ
A LEADERSHIP ITALIANA
Sostenere la definizione di indicatori di qualità e di risultato per le attività creative e culturali, che consentano valutazioni della loro efficacia e impatto, promuovendo l’accesso ai dati (open data) a disposizione delle
istituzioni culturali e mettendo a confronto e a sistema
quelli provenienti da osservatori e centri studi nazionali. Creare un Osservatorio europeo per la cultura e
la creatività che si insedi in Italia durante il semestre di
presidenza dell’Unione.
L’EUROPA RIPARTE DALLA CULTURA
LA CULTURA
FA SISTEMA.
PER UN NUOVO
RINASCIMENTO
EUROPEO
Dare un forte segnale sulle potenzialità delle istituzioni culturali
nazionali ed europee e per la loro
trasformazione in un sistema integrato con l’Università, gli Enti
di Ricerca e il sistema delle imprese, per un “Rinascimento europeo” che valorizzi il ruolo che le
università, gli istituti di ricerca e
gli istituti di cultura nazionali, le
accademie, la scuola, i ricercatori,
le società scientifiche e il sistema
delle imprese hanno avuto nei
secoli per l’affermazione di una
identità nazionale ed europea basata sugli interscambi e le reciproche collaborazioni.
COSTRUIRE UNO
SPAZIO EUROPEO
DELLA CULTURA
Vigilare perché nella nuova programmazione, da Erasmus+ alla
Youth Garantee, dal Fondo sociale europeo a Horizon 2020, siano
previste azioni destinate alla formazione, all’occupazione e alla
ricerca per valorizzare i talenti dei
professionisti della cultura e della
creatività, la circolazione degli artisti e delle opere, la formazione
dei giovani e la digitalizzazione
del patrimonio culturale.
CULTURA,
INVESTIMENTI
E CREDITO.
PER UN NUOVO
DIALOGO
Prevedere azioni sugli istituti di
credito e di garanzia nazionali perché sperimentino il nuovo
fondo di garanzia europeo per
agevolare l’accesso delle PMI al
credito e per migliorare la capacità del sistema finanziario nel settore, creando nuove sinergie con
le Fondazioni bancarie e attivando nuovi rapporti di partenariato
tra pubblico e privato.
AVANTI CON
IL PREMIO LUX Sostenere il Premio LUX per il Cinema, istituito dal Parlamento
europeo, per valorizzare e far circolare le opere prodotte da giovani cineasti europei, ampliando la
presentazione dei finalisti nei festival cinematografici europei ed
estendendolo al Mediterraneo.
REINVENTARE
IL PATRIMONIO.
PER UNA NUOVA
VALORIZZAZIONE
Il patrimonio culturale non è più
un concetto statico e legato al
passato. Oggi in Europa è visto
come un “capitale culturale” per
il territorio, testimonianza dell’espressione culturale e creativa
che una società sceglie di trasmettere alle generazioni future,
la cui conservazione contribuisce
allo sviluppo dell’essere umano e
della società e al benessere degli
individui, come indica la Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (Faro 2005),
firmata dall’Italia nel 2013. Vanno rafforzate conoscenze e competenze per la trasmissione di
questi valori alle generazioni future e l’ispirazione per la creazione contemporanea, come accade
per le nostre industrie culturali e
creative.
NOMINARE
UN NUOVO
AMBASCIATORE
PER L’EUROPA:
LA CULTURA
Riconoscere alla cultura il ruolo di
ambasciatrice dell’UE nelle relazioni con i Paesi terzi, in particolare mediterranei, così che diventi
simbolo di dialogo e di pace e portatrice di specificità e valori etici
ed estetici che il mondo ci riconosce, ma anche volano di crescita
economica verso i Paesi Terzi.
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@SilviaCostaEU