Finanza & Mercati 33 Il Sole 24 Ore Giovedì 8 Gennaio 2015 - N. 7 Banche. Focus sugli accantonamenti su crediti evidenziati in sede di Aqr e sulle richieste della Bce di contabilizzazione immediata PARTERRE ppp Portugal Telecom, tonfo in Borsa Pesa l’indagine della Procura T onfo alla Borsa di Lisbona per Portugal Telecom Sgps, la holding che detiene una minoranza nell’operatore nato dall’integrazione con la brasiliana Oi. Ad affossare il titolo, che ha lasciato sul terreno oltre il 20%, è stata l’indagine per frode fiscale sull’azienda da parte della procura generale portoghese e le indiscrezioni secondo cui l’assemblea dei soci convocata il 12 gennaio per approvare la vendita delle attività del gruppo in Portogallo ai francesi di Altice potrebbe subire ritardi. Gli investitori temono infatti che le indagini in corso su alcuni investimenti realizzati da Portugal Telecom Sgps possano ritardare la vendita degli asset ad Altice: operazione che darebbe munizioni a Oi per affrontare il matrimonio con Tim Brasil, controllata di Telecom Italia. Sotto la lente degli investigatori c’è l’investimento da 900 milioni in Rioforte, holding in bancarotta della banca Espirito Santo. (C.Fe.) ppp Convertendo Fca, per Consob nessun «giallo» L e vendite che lo scorso 10 dicembre hanno affossato Fca a Piazza Affari sono avvenute nel rispetto delle regole. Questo l’orientamento che emerge dalle verifiche avviate della Consob dopo un maxi-ordine che aveva spinto il titolo del gruppo sotto la soglia dei 10 euro mentre Sergio Marchionne era impegnato negli Usa nel road show per il prestito convertendo e il collocamento di un pacchetto di azioni; nell'ultima parte della seduta del 10 dicembre il titolo Fca era stato fermato al ribasso a seguito di un forte ordine a vendere per poi chiudere in calo del 6,62% a 9,8 euro. Gli accertamenti non sono ancora formalmente conclusi, ma il fatto che la doppia operazione fosse stata ampiamente annunciata (seppur non nel prezzo) farebbe escludere - viene spiegato - che qualcuno abbia potuto trarre vantaggio da un’informazione non ancora nota al mercato. (A.Mal.) ppp Anatocismo bancario, parola al Tribunale C onsumatori sul piede di guerra sul fronte dell'anatocismo. In particolare, il Movimento Consumatori ha effettuato un'indagine sull'applicazione da parte delle banche, nel corso del 2014, degli interessi anatocistici in violazione della legge che dal 2014 ha introdotto il divieto circa l'applicazione di interessi sugli interessi per tutte le operazioni bancarie. Risultato: «Per i rapporti di conto corrente con i consumatori tutte le oltre 30 banche analizzate continuano a capitalizzare gli interessi debitori maturati nei trimestri precedenti e ad applicare anche su tali somme gli interessi passivi», denuncia il segretario generale del movimento, Alessandro Mostaccio. L'indagine ha riguardato tutti i principali gruppi italiani, alcuni gruppi di “origine” estera, banche popolari, banche di credito cooperativo e banche c.d. del “territorio”. La violazione del divieto di anatocismo è generalizzata e non trova alcuna eccezione, e il Movimento consumatori ha stimato interessi illegittimi per oltre due miliardi di euro. Intanto, oggi e domani si tengono davanti al Tribunale di Milano le prime tre azioni inibitorie collettive proposte dal Movimento contro Ing, Deutsche Bank e Bpm. (Ma.Fe.) Energia. Target price rivisto per Snam e Terna Credit Suisse, utility in affanno nel 2015 Celestina Dominelli ROMA pIl 2015 sarà un anno di estrema volatilità per le utility italiane che sconteranno gli effetti derivanti dal calo dei rendimenti dei titoli sovrani e dalla revisione della regolamentazione a opera dell’Autoritàperl’energia.Asottolinearlo è un report di Credit Suisse che accende i riflettori su Snam e Terna ipotizzando, per entrambe, una riduzione del 20% degli utili netti attesidal2016.Neldocumentodiffuso ieri, la banca guidata in Italia da Federico Imbert ha quindi fissato per Snam la raccomandazione a neutral, ritoccando al ribasso il prezzo obiettivo da 4,3 a 4 euro dal momentocheilpremiosull’equity Rab (Regulatory asset base, cioè il valore del capitale investito netto come riconosciuto dall’Authority aifiniregolatori),incorporagiàirischi regolamentari. Per Terna, invece, il giudizio è underperform con il target price che scende da 3,5 a 3 euro perché «il premio atteso per il 2015 sull’equity Rab, che si prevede al 20%, non riflette il crescente rischio regolamentare». Il faro della banca svizzera, comedetto,siappuntasuduetasselli, a cominciare dal calo dei rendimenti dei titoli sovrani che, nel caso del decennale, sono arrivati all’1,8%, mentre erano al 4,4% quandocifularevisionedelletariffeper la trasmissione e la distribuzione e al 3,5% per lo stoccaggio. Da qui, la previsione di un ulteriore ribasso che potrebbe impattare sugli utili delle due società. C’è poi da considerare,sileggeancoranelreport,il rischio collegato alle prossime mosse dell’Autorità per l’energia che si accinge a rivedere il quadro normativo.«Ciaspettiamo-sottolinea Credit Suisse - che il rischio regolatorio per Terna e Snam raggiungerà il suo picco nel 2015». Per la trasmissione di energia elettrica si tratterà, ricordano gli analisti, di una revisione completa (dal 1° gennaio 2016 scatterà il nuovo periodo regolatorio), mentre per il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio del gas si andrà incontro a un riesame intermedio e a un cambiamento nella metodologia. Il documento si sofferma poi sulla politica di dividendi di entrambe le società per concludere, con riferimento a Snam, che essa sia insostenibile perché, con una cedola a 0,25 euro e bisogni crescenti di capex, comporterebbe «un payout del 103% nel 2016». Da qui, la scelta di tagliare del 14% le previsioni sul Dps (dividendo per azione) dal 2016 a 0,22 euro. Uno scenario particolarmente negativo che gli analisti collegano, peraltro, alla scarsa possibilità per Snam di ridurre ulteriormente il costo medio del debito su cui, però, va ricordato, la società è intervenuta con decisione fissando l’asticella di fine 2014 al 3,2% e sulla quale si è assicurata ulteriori margini di manovra anche quest’anno. Senza dimenticare l’apporto derivante dagli utili delle partecipazioni acquisite, a cominciare dal Tag. Quanto a Terna, nessun problema per la cedola (a 0,20 euro) che Credit Suisse giudica «sostenibile dato un payout ratio del 90% e il calo dei bisogni di capex». Conclusioni peraltro molto diverse rispetto a quelle ipotizzate, ieri l’altro, da un report di Ubs che invececonsideravaarischioiltarget di dividendi Terna per il 2016 e indicava invece per Snam una crescita della cedola, a 0,26 euro, masolodal2018.Riflessionimolto differenti in attesa di maggiori certezze, soprattutto sul fronte della regolazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Banchieri, gran consulto con Visco Il Governatore di Bankitalia all’esecutivo Abi del 20 gennaio: attese indicazioni sui bilanci 2014 Marco Ferrando MILANO pNuovo incontro in agen- da tra il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e le banche riunite nel comitato esecutivo Abi: programmato da tempo, a quanto risulta al Sole 24 Ore si terrà il 20 gennaio prossimo a Roma, a Palazzo Altieri. È prassi che il governatore periodicamente faccia visita all’associazione l’ultimo incontro risale al marzo scorso - ma questa volta l’appuntamento va a cascare in un momento delicatissimo per il settore del credito, in cui le incertezze legate alla ripresa che stenta si intrecciano con quelle regolamentari, vista la valanga di nuove norme e la fisiologica complessità legata all’avvio della Vigilanza unica della Bce. Al momento non risulterebbe in agenda la partecipazione del direttore generale di Via Nazionale, Salvatore Rossi né di Fabio Panetta, suo vice e rappresentante italiano in seno al Supervisory board della Bce. Come d'abitudine, non c’è un ordine del giorno. Visco tratterà i temi che riterrà opportuni, ma tra il suo intervento e le successive domande è certo che si parlerà non solo della vigilanza unica, ma anche dei nuovi requisiti di capitale in arrivo e le (inevitabili) ricadute sull’erogazione dei crediti, le solite questioni di governance con un occhio di riguardo per le popolari. Molte le domande che hanno in serbo i banchieri italiani, frutto di alcune perplessità latenti sulla effettiva parità di trattamento assicurata dall'unione bancaria, nonché sulle novità che -quotidianamente - sem- bra offrire il processo di integrazione europea del credito, con forti impatti sulla redditività e, dunque, sulla sostenibilità sul medio-lungo periodo. In un certo senso, si ripartirà da dove ci si era lasciati il 19 marzo, quella volta a Milano: «Abbiamo parlato dell'esercizio in corso in sede Bce per la qualità del credito abbiamo discorso dei tempi e dei modi di questo esercizio», aveva detto allora lo stesso Visco, riferendosi al Comprehensive assessment. Nel frattempo l’Aqr e gli Stress test sono stati archiviati (con relativi strascichi, soprattutto per le bocciate Mps e Carige), ma intanto quello che era nato come un «esercizio di vigilanza» si è trasformato in un vero e proprio «esercizio contabile», con il conseguente obbligo per tutte le banche a inserirne a bilancio gli esiti, in particolare sul fronte delle rettifiche sui crediti esaminati; un’istanza, questa, che peserà non poco sui bilanci 2014 di settore e che probabilmente porterà con sé qualche richiesta di chiarimento al governatore da parte dei manager riuniti nell’esecutivo Abi. D’altronde, entro metà febbraio i principali istituti dovranno inviare in Bce le prime risultanze dei conti 2014; probabile, poi, che per quella data si sappia qualcosa in più anche su Mps (e forse Carige): come noto, la settimana prossima i vertici dell'istituto saranno a Francoforte per proseguire il confronto sul capital plan, per il quale l'ok definitivo è atteso il 4 febbraio dal Consiglio direttivo Bce (dove siede anche Ignazio Visco). © RIPRODUZIONE RISERVATA @marcoferrando77 L’esito del Comprehensive Assessment della Bce I numeri delle banche italiane sotto esame. Dati in milioni di euro ECCEDENZA CARENZA Min eccedenza/Max carenza da Aqr e stress test (1) Principali misure di rafforzamento patrimoniale (2) Eccedenza/Carenza dopo le misure di rafforzamento (3) Intesa Sanpaolo 8.724 1.756 10.897 Unicredit 5.580 1.235 8.747 Ubi 1.743 18 1.761 Banco Popolare -693 1.756 1.183 205 0 765 Bpm -684 518 713 Bper -128 759 631 Credem 463 0 463 Iccrea 256 0 256 Creval -377 415 50 Banca Popolare Vicenza -682 459 30 Banca Popolare Sondrio -318 343 26 Veneto Banca -714 738 24 Carige -1.835 1.021 -814 Mps -4.250 2.139 -2.111 Mediobanca Totale facente Capo a banche Con carenze Con eccedenze -9.679 16.971 Con carenze Con eccedenze 8.148 3.009 Con carenze Con eccedenze -2.924 25.546 22.622 TOTALE NETTO DELLE ECCEDENZE DI CAPITALE DEL SISTEMA ITALIANO RISPETTO ALLE RICHIESTE BCE (1) Eccedenza minima o carenza massima rilevata al 31/12/2013 - (2) Principali misure di rafforzamento perfezionate tra gennaio e settembre 2014 (aumenti di capitale Fonte:elaborazione Il Sole 24 Ore su dati Banca d’Italia o conversione di prestiti obbligazionari) - (3) Risultati includendo altre misure di rafforzamento patrimoniale supplementari Regole e Vigilanza. Pubblicato il decreto delegato che recepisce le misure imposte dalla direttiva Crd IV, il pacchetto di norme di Basilea 3 Rimozione dei vertici e multe fino a 5 milioni: ecco i nuovi poteri di Via Nazionale e Bce Luca Davi Marco Ferrando pIn attesa che la riforma delle banche popolari esca dai cassetti del Mef, un’altra è già scritta nero su bianco: è il decreto delegato che recepisce la Crd IV, la direttiva europea che implementa le nuove regole per il mondo bancario e finanziario introdotte da Basilea 3. Tra i punti principali del decreto delegato c’è l’assegnazione alla Vigilanza del potere di rimozione degli amministratori delle banche, l’innalzamento fino a 5 milioni di euro del tetto massimo delle sanzioni e l’assegnazione a Banca d’Italia del compito di indicare i requisiti di onorabilità e competenza per chi siede nei board. E soprattutto l’assegnazione alla Vigilanza del compito di adottare le misure sulle riserve di capitale delle banche, dando così il potere di intervenire caso per caso. Per il mondo delle banche si tratta di un passaggio significativo, che viaggia a braccetto con la neonata Vigilanza unica (cui spetta buona parte dei nuovi poteri introdotti, per lo meno per le banche più importanti), e i tempi di entrata in vigore saranno strettissimi: al momento il IN ARRIVO Dal 12 febbraio entra in vigore la nuova normativa, che ora va in consultazione Alla Vigilanza la definizione dei requisiti dei vertici bancari testo è in consultazione tra gli istituti, ma per presentare osservazioni c’è tempo solo fino al 15 gennaio; d’altronde, il termine di recepimento della direttiva è scaduto il 1° gennaio 2014 e la delega deve essere esercitata entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge 154/2014, il 12 novembre scorso. Morale: le nuove disposizioni si applicheranno dal 12 febbraio prossimo. Le novità in campo Nel dettaglio, come anticipato, tra le novità più rilevanti c’è il potere - assegnato alla Vigilanza - di rimuovere uno, più o anche tutti gli amministratori «qualora la permanenza in carica sia di pregiudizio per la sana e prudente gestione della banca», come recita l’articolo 53-bis del decreto legislativo 385/93, così come verrà riformulato ora. È l’arma da tempo immemore richiesta dalla Banca d’Italia, che andrà ad affiancarsi a quella ultraleggera della moral suasion e al “bazooka” del commissariamento. Tuttavia, tra gli interventi possibili previsti dalla nuova disciplina figurano anche poteri intermedi come la facoltà, per la Vigilanza, di fissare l’ordine del giorno dei Cda; di proporre l’assunzione di determinate decisioni societarie; di fissare limiti all’importo totale della parte variabile delle remunerazioni interne; di vietare determinate operazioni o di distribuire utili. Non solo: in caso di crisi, Bankit e Bce potranno azzerare il Consiglio di amministrazione e convocare l’assemblea per eleggerne un altro. La Vigilanza potrà inoltre convocare amministratori e dirigenti delle società alle quali le banche abbiano esternalizzato funzioni aziendali rilevanti. Nei prossimi mesi la passa pallerà a Banca d’Italia, cui toccherà fissare nel dettaglio - realisticamente in armonia con le regole indicate a livello europeo - i requisiti di onorabilità che dovranno rispettare gli esponenti aziendali - manager e componenti dei board - così come i requisiti di professionalità e indipendenza. Confermato l’obbligo in capo ai board di effettuare gradualmente un esercizio di autovalutazione, alla Vigilanza farà capo il compito di valutare il rispetto dei limiti al cumulo degli incarichi. Le sanzioni Per i trasgressori, le multe sa- IN SINTESI I poteri previsti Alla Vigilanza è assegnato il potere di rimuovere uno, più o anche tutti gli amministratori del board di una banca qualora ci sia pregiudizio per la sana e prudente gestione Tra i poteri assegnati, oltre al Commissariamento, anche quello di fissare argomenti all’ordine del giorno del board; di proporre l’assunzione di determinate decisioni; di fissare limiti alla parte variabile delle remunerazioni; di vietare determinate operazioni o di distribuire utili Previsto il potere di convocare l’assemblea per eleggere un nuovo Consiglio di amministrazione Alla Vigilanza anche il compito di adottare le misure sulle riserve di capitale delle banche Le sanzioni In caso di trasgressioni, delle singole istituzioni finanziarie o dei membri dei Cda, la Vigilanza può comminare sanzioni che possono arrivare a 5 milioni di euro, o il 10% del fatturato ranno decisamente più salate che in passato e si uniformano a quelle già previste dalla Bce: in caso di abusivismo finanziario (l’utilizzo a sproposito di termini come “banca”, “credito” o “finanziaria” ad esempio), le sanzioni potranno arrivare a 5 milioni - attualmente il limite è a 51.645 euro - o addirittura al 10% del fatturato nel caso in cui siamo commesse da una società. Lo stesso tetto varrà anche per chi non chiederà le necessarie autorizzazioni nell’ambito delle partecipazioni societarie. Multe da 5mila fino a 5 milioni di euro sono previste anche nei confronti degli amminstratori qualora si macchiassero di condotte rischiose per l’istituto. Eventuali modifiche nella composizione del board, come indicato dal manuale per la Vigilanza Unica, dovranno poi passare al vaglio dei joint supervisory team e passare sul tavolo del Consiglio di vigilanza dell’Ssm e del Consiglio direttivo della Bce per l’approvazione finale. Tutti i poteri previsti dalla Crd IV, di fatto, saranno esercitati congiuntamente da Via Nazionale e da Francoforte, che da novembre ha assunto compiti di vigilanza diretta sulle 123 banche principali dell’Eurozona. © RIPRODUZIONE RISERVATA Credito. I verbali delle riunioni della Banca d’Inghilterra per salvare gli istituti Quei nomi in codice dei piani BoE Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente u Continua da pagina 31 A lla tigre – Alliance & Leicester – furono offerti swap per 3 miliardi di sterline che non furono mai utilizzati. Operazioni del tutto lecite, ma realizzate in un contesto di segretezza interna che conferma la condizione di sfiducia all'interno di un'istituzione vittima di un assetto di controllo tutt'altro che adeguato. Emerge così con assoluta certezza quanto già si immaginava ovvero che la tripartizione dei compiti di regolamentazione fra Bank of England, Financial service authority e Tesoro non era affatto ideale. Un clima di so- spetto che spinse il governo conservatore a riformare il sistema dando alla BoE potere sostanzialmente assoluto. Ma anche la Bank of England non brillava. Dalle minute si scopre, ad esempio, che “the Court”, la Corte, ovvero il board di non executive che doveva supervedere, in qualche misura, l'azione del Governatore era inadeguata. Al punto che lo stesso governatore CLIMA DI SOSPETTO Nomi fittizi dati alle banche per evitare che potenziali spie all’interno della istituzione rivelassero le misure decise –all'epoca Mervyn King – tenne deliberatamente all'oscuro membri del board – dei dissensi interni alla Banca e anche di informazioni negando, di fatto, alla Corte il ruolo che le spettava di “costruttivo interlocutore” come lo ha definito il presidente della Commissione Tesoro, Andrew Tyrie. Accuse che ieri Mervyn King ha respinto difendendo con una dichiarazione al Financial Times il proprio operato. E lo stesso Tyrie ha riconosciuto che «durante la crisi la Banca d'Inghilterra non aveva un board degno di essere chiamato tale. Un problema allora e un problema ancora oggi». Veleni incrociati si levano IMAGOECONOMICA in queste ore spulciando le copiose minute da cui emerge che i membri del board della BoE non erano in effetti preparati per il compito se – come risulta in almeno un caso – nemmeno sapevano il nome del vice governatore Paul Tucker. L’assetto che esce a pezzi dalla lettura dei documenti è quello voluto dal partito laburista con tre attori incapaci, dapprima, di vedere l'arrivo della crisi o quantomeno di creare le necessarie trincee per arginarla e poi divisi sulla gestione dell'emergenza. Fantasiosi abbastanza almeno per inventarsi codici da 007 nel solco di un'antica tradizione nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Londra. La sede della Bank of England
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