assobio 8 luglio 2014

AssoBio
news
8 luglio 2014
BUONE NOTIZIE?
Nella Gazzetta ufficiale 144 del 24 giugno è pubblicato il testo del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 (Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea).
Trattandosi di un decreto legge, i suoi effetti sono provvisori e diverranno definitivi solo se sarà convertito il legge dal parlamento entro il 23 agosto (la conversione, tuttavia, appare certa).
Reca alcuni punti di particolare interesse per le aziende.
Tra questi i commi 3 e 4 dell’articolo 1:
3. Per le violazioni alle norme in materia agroalimentare di lieve entità, per le quali è prevista l'applicazione della sola
sanzione amministrativa pecuniaria*, l'organo di controllo incaricato, nel caso in cui accerta l'esistenza di violazioni sanabili, diffida l'interessato ad adempiere alle prescrizioni violate entro il termine di venti giorni dalla data di ricezione
dell'atto di diffida e ad elidere le conseguenze dannose o pericolose dell'illecito amministrativo. Le disposizioni di cui al
primo periodo si applicano anche ai prodotti già posti in vendita al consumatore finale, con esclusione delle violazioni relative alle norme in materia di sicurezza alimentare.
4. Per le violazioni alle norme in materia agroalimentare per le quali è prevista l'applicazione della sola sanzione amministrativa pecuniaria, se già consentito il pagamento in misura ridotta, la somma è ridotta del trenta per cento se il pagamento è effettuato entro cinque giorni dalla contestazione o dalla notificazione.
Interessanti, anche i commi 1 e 2 dell’articolo 1 in materia di controlli (ma solo per le imprese agricole) e, per tutte, l’art.
3. (Interventi per il sostegno del Made in Italy) e l’art.18 (Credito d'imposta per investimenti in beni strumentali nuovi);
interessano le aziende quotate gli artt. da 19 a 21.
Alleghiamo anche la circolare esplicativa del Mipaaf del 2 luglio.
È opportuno inoltrare i testi alle diverse funzioni aziendali competenti.
* NDR: è il caso, tra gli altri, delle sanzioni in materia di etichettatura. Solo in caso di mancata ottemperanza entro il termine indicato alle prescrizioni contenute nella diffida, l'organo di controllo procede a effettuare la contestazione. Nel caso
di reiterazione della stessa violazione accertata con provvedimento esecutivo nei tre mesi successivi alla diffida, non si
applica la diffida, ma la sanzione.
SVOLTA BIOLOGICA PER BERLUCCHI
Un’altra grande azienda vitivinicola si converte al biologico. È Berlucchi (www.berlucchi.it), colosso delle bollicine con
una produzione annua di 4,2 milioni di bottiglie, tutte Franciacorta .
«Dall’anno scorso - dice l’amministratore delegato ed enologo dell’azienda di Borgonato Arturo Ziliani, figlio del fondatore
Franco, l’inventore dello spumante Franciacorta - abbiamo iscritto tutti i nostri vigneti all’Albo di conversione biologica».
Dal 2016 Berlucchi potrà raccogliere l’uva certificata biologica sui propri 85 ettari di vigneti. «Non solo - spiega ancora
Ziliani - ma anche tutti i circa 60 conferitori di uve sono stati convinti a coltivare uva biologica sui loro 300-350 ettari: alcuni si sono iscritti l’anno scorso altri quest’anno, quindi a partire dal 2017 tutta l’uva raccolta per le bollicine Berlucchi
avrà il marchio bio».
Per la maturazione in cantina ci vorrà poi qualche anno, per cui si prevede che dal 2019-2020 la Berlucchi avrà tutte le
bottiglie prodotte biologiche.
Considerato l’effetto traino che può avere un gigante come Berlucchi, è probabile che altre aziende della Franciacorta
ma anche, più in generale, lombarde, seguano l’esempio.
Perché se su un totale di 3 mila ettari franciacortini quelli bio sono 90 (la capofila è l’azienda Barone Pizzini,
www.baronepizzini.it), gli ettari in corso di conversione (compresi i 400 di Berlucchi) sono circa mille, cioè già un terzo
del totale.
DOPO IL PREZZO PIÙ BASSO, CASINÒ INVENTA … IL PESO MENO PESANTE
Nei supermercati francesi Casino sono state riscontrate irregolarità sul peso degli ortaggi bio confezionati a marchio della catena.
Il video www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=3UTHH8GRuQY mostra cospicue differenze (anche del
26%) tra il contenuto netto effettivo e quello dichiarato in etichetta.
La normativa francese (decreto n. 166 del 31 gennaio 1978 relativo al controllo metrologico di alcuni alimenti preconfezionati) tollera uno scostamento peso di 15 grammi per kg.
Casino non ha negato l'esistenza del problema, ma ha sottolineato che si è trattato di "un caso isolato" e ha garantito un”
rafforzamento delle procedure di controllo a monte ea valle dei negozi."
Del
fatto
parla
anche
il
periodico
60
millions
de
Consommateurs
www.60millionsmag.com/actualites/articles/chez_casino_le_bio_pese_lourd_nbsp/%28key%29/367898-
DIAMO A RENZO QUEL CHE È DI RENZO
“International Department Director” è il ruolo con cui Benoit Chauvel è entrato in Alce Nero & Mielizia spa (ne abbiamo
brevemente dato cenno il 27 giugno), la traduzione dell’ ufficio stampa come “Direttore internazionale vendite e marketing”, non è precisissima, ma, soprattutto, rabbuia lo spirito di Renzo Patelli, in azien-da dal 1997, che rimane felicemente e brillantemente saldo nel ruolo di direttore vendite (Italia), oltre che di portacolori del Dominus Bologna FC (3 reti
all’attivo in un impegnativo campionato 2013/14 che ha visto il team felsineo confrontarsi con squadre del calibro di Cobra, Aeterno Duro, Pizz Olive Capperi, Miti ellenici e Real Bolognina).
DE CASTRO LASCIA AL POLACCO SIEKIERSKI
Tocca a un polacco la presidenza della commissione Agricoltura del Parlamento Ue.
È stato finalizzato dai gruppi politici a Strasburgo l’accordo per designare Czeslaw Siekierski (Ppe), già vicepresidente
della precedente commissione, al vertice della commissione Agricoltura del parlamento europeo. Prende il posto di Paolo De Castro (S&D), che in precedenza l'ha guidata per due mandati consecutivi ed è stato rieletto deputato nel nuovo
parlamento Ue. L’incarico di Siekierski durerà due anni e mezzo.
Per De Castro, ridotte ai minimi termini le probabilità di diventare commissario europeo, c’è il contentino dell’incarico di
coordinatore della commissione agricoltura, composta da 45 membri affiancati da altrettanti supplenti esperti del settore
primario. De Castro ha dichiarato a europarlamento24.eu "Sono numerose le sfide che in questa nuova legislatura vedranno l'agricoltura europea sempre più protagonista. Dopo aver valutato e ripreso i "dossier pendenti" della scorsa legislatura, s'inizierà a fare sul serio con l'importante regolamento che riformerà il funzionamento dell'agricoltura e dell'etichettatura dei prodotti biologici".
SALMONE: NEGLI ALLEVAMENTI BIO NIENTE ANTIBIOTICI, MA RESIDUI DI PESTICIDI
La rivista francese 60 millions de consommateurs – edita dall’Institut national de la consommation, vigilato dal ministero dell’Economia, competente in materia di consumi – ha analizzato 23 filetti di salmone, uno dei pesci più consumati oltralpe. Buona parte dei filetti proveniva da allevamenti localizzati in: Cile, Scozia, Irlanda, Isole Faroe e Norvegia, mentre
cinque erano stati pescati nell’Oceano Pacifico. Complessivamente, la qualità del pesce è risultata buona ma alcuni dati
hanno sollevato legittimi interrogativi.
Gli elementi positivi sono due: nessun campione ha rivelato la presenza di residui di antibiotici quantificabili e il pesce
classificato come “pescato in mare ” lo è veramente, come dimostra il basso tenore di Omega 6. Il salmone
d’allevamento cileno risulta privo di sostanze inquinanti, il che può essere il risultato dello sforzo messo in atto dalle
aziende di acquacoltura per risollevarsi dopo le critiche degli anni passati, a causa dell’epidemia causata dal virus ISA,
l’anemia infettiva del salmone.
Note negative per il salmone biologico che risulta “meno sano” del previsto.
Quattro campioni su sei sono risultati contaminati da pesticidi e metalli pesanti. Il problema è molto probabilmente dovuto alla vicinanza dei bacini di acquacoltura a coltivazioni agricole convenzionali, che contamina l’acqua.
In sei campioni di salmone d’allevamento su diciotto è stata rilevata la presenza di etossichina, un antiossidante che desta qualche preoccupazione. In tre campioni la quantità è risultata elevata. Questa sostanza si trova nell’olio e nelle farine di pesce, utilizzate nel mangime che viene dato ai salmoni, per evitarne l’ossidazione dei filetti durante il trasporto.
L’utilizzo dell’etossichina come pesticida è vietato in agricoltura, ma non ci sono norme che stabiliscono limiti massimi
nel salmone destinato al consumo umano, mentre esistono per l’alimentazione animale.
SICUREZZA ALIMENTARE, OSSERVATORIO ACCREDIA
A pagina www.accredia.it/UploadDocs/4384_03_2013_Osservatorio_ACCREDIA_web.pdf è possibile scaricare
l’Osservatorio ACCREDIA "Sicurezza e qualità alimentare 2013”, un’indagine sulla sicurezza e sulla qualità alimentare,
in collaborazione con il CENSIS e con i contributi dei ministeri della Salute e delle Politiche agricole.
Oltre 4 milioni di famiglie (il 16% del totale) sono preoccupate della qualità dei prodotti alimentari acquistati abitualmente,
quasi il 53% ha qualche leggera perplessità su alcune categorie di prodotto, mentre solo il restante 30,7% si dice sicuro
degli alimenti che consuma.
Sono questi, in sintesi, i principali risultati dell'Osservatorio realizzato da ACCREDIA e dal CENSIS, su di un campione
composto da 1.200 famiglie, dal quale si evincono i molti timori che serpeggiano tra un gran numero di consumatori.
Sono forniti dettagli sui 2,3 milioni di analisi sugli alimenti e sui controlli di circa 70 organismi di certificazione su oltre 80
mila aziende di prodotti a marchio DOP, IGP e STG e 50 mila operatori del biologico.
Le informazioni relative al sistema dei controlli si completano con il quadro di attività svolte dal ministero della Salute e
da quello delle Politiche agricole.
UFFICIALE: IN ITALIA REWE DICE ADDIO AI SUPERMERCATI
La notizia era già nell'aria da tempo. Ora è ufficiale: il gruppo distributivo Rewe lascia il segmento dei supermercati in
Italia. Un nota rilasciata dal gruppo tedesco precisa infatti che è stato raggiunto un accordo con Carrefour Italia per la
cessione di 53 supermercati ad insegna Billa (www.billa.it).
Le due parti non hanno voluto comunicare informazioni circa il prezzo di tutta l'operazione che, comunque, deve ora ottenere il nulla osta da parte dell'Antitrust.
Nella nota viene inoltre specificato che sono in corso trattative con potenziali partner per la cessione dei restanti 83 supermercati Billa del gruppo e, quindi, sembra che il canale dei discount (Penny Market) non verrà toccato.
Per i 3.784 lavoratori dei negozi interessati dovrebbero essere mantenuti i livelli occupazionali, mentre per i 240 collaboratori della sede principale sarà elaborato un piano sociale con i sindacati.
Presente in Italia dal 1990 con 12 punti vendita, Billa ha visto costantemente crescere il numero delle unità; non più tardi
del 2010 aveva acquisito 101 store; ha chiuso il 2012 con un fatturato di 700 milioni di euro.
"Il nostro obiettivo strategico è quello di raggiungere una posizione rilevante in tutti i mercati in cui siamo presenti – ha
spiegato Frank Hensel, presidente del consiglio di amministrazione di Rewe International AG e procuratore generale del
gruppo – In Italia finora non siamo stati in grado di raggiungere questo traguardo nonostante gli investimenti mirati e l'ottimizzazione della rete e, sulla base delle nostre attuali stime, non saremo in grado di raggiungerlo nemmeno nel prossimo futuro. Per queste ragioni – conclude – abbiamo deciso di abbandonare il segmento italiano dei supermercati. Il nostro focus in ambito internazionale è sui mercati di successo del Centro ed Est Europa".
Non è dato sapere cosa succederà alla linea Si! Naturalmente, una delle prime private label per i prodotti biologici nella
GDO, mutuata dall’originale Ja! Natürlich della casa madre, di estremo rilievo in Austria (www.janatuerlich.at), ma di una
certa entità anche in Italia.
ULTIMO MINUTO BIO, IL MARKET BIOLOGICO LOW COST
Sono buoni, biologici, a chilometri zero e costano pochissimo. L’unico difetto è che vanno consumati in fretta, perché i
prodotti alimentari di “Ultimo minuto Bio”, come suggerisce il nome, scadono a breve termine.
Il negozio ha aperto nel quartiere della Guizza (in via Santa Maria Assunta) e tra gli scaffali si trova di tutto: prodotti freschi come frutta, verdura, yogurt e formaggi, ma anche farina, pasta, biscotti, affettati, miele e tutto il resto.
L’iniziativa, prima nel suo genere, nasce da tre realtà venete: consorzio Sefea (Società europea Finanza etica e alternativa), gruppo EcorNaturaSì spa e la società agricola Kilometri Zero.
Il funzionamento è semplice: i prodotti di EcorNaturaSì rimasti invenduti o prossimi alla scadenza vengono selezionati e
rimessi in commercio al minimarket, evitando sprechi e spese di smaltimento. I prezzi sono scontatissimi (fino al 70%) e i
consumatori possono riempire il carrello portandosi a casa prodotti sani e locali.
«Il nostro obiettivo» spiegano il direttore generale di Sefea Fabio Salviato, il presidente di EcorNaturaSì spa Fabio Brescacin e Francesco Carraro, socio fondatore di Kilometri Zero «è quello di promuovere il consumo dei prodotti biologici e
i valori dell’alimentazione sana, ma anche di agire concretamente nella lotta allo spreco e di ridurre i costi della spesa
quotidiana per le famiglie, ora più che mai attente ai consumi».
E se qualcosa avanza, ecco che interviene la terza fase del progetto: «i prodotti» spiega Carraro, titolare del negozio
«saranno donati alle mense popolari, ad associazioni o comunità del territorio. Abbiamo già ricevuto una richiesta
dall’associazione Elisabetta D’Ungheria, che gestisce un asilo notturno, ma siamo in contatto anche con i parroci, per
poter aiutare le famiglie in difficoltà. Gli alimenti saranno distribuiti grazie al lavoro volontario di alcuni studenti universitari, che si sono spontaneamente uniti al progetto. Infine» conclude «i prodotti freschi che proprio non riusciremo a piazzare saranno dati agli animali: i maiali mangiano di tutto, e uno yogurt scaduto da un paio di giorni non nuoce certo alla loro
salute».
Nella mattinata di ieri, il mercatino era già pieno: «mi sembra un modo utile per recuperare il surplus» spiega la signora
Maristella Mazzocca «per evitare gli sprechi ed anche per venire in contro all’esigenza sociale, che vede sempre più famiglie in difficoltà».
ECO-BIO CONFESERCENTI
Nell’ultimo anno la crisi ha colpito duramente tutti i comparti con conseguente decrescita economica e sociale. Bologna
non è rimasta immune alla problematica evidenziata, anche se il suo tessuto commerciale e produttivo ha saputo in tanti
modi reagire e riproporsi. Uno dei migliori esempi di competenza nelle risposte ai colpi subiti viene dalle attività legate al
benessere, salute e ambiente in chiave sostenibile e responsabile. Il consumatore chiede prodotti sani e sicuri in contrasto alle offerte ribassate a discapito della qualità e tracciabilità.
Il lavoro svolto fino ad oggi da Eco-Bio Confesercenti con le aziende del settore (locali pubblici della ristorazione, commercio di prodotti alimentari, di accessori e abbigliamento naturale, di bio cosmesi e tutta una serie di attività trasversali
allo stesso tema), ha già sortito un effetto positivo, sia di informazione al pubblico sia di incentivo alla creazione di nuovi
spazi dedicati, anche nelle attività tradizionali, creando nuove opportunità di lavoro con competenza e serietà.
Molto interesse per l’argomento ha dimostrato anche il mondo del turismo. L’offerta della ristorazione biologica asseconda la richiesta del turista attento e consapevole, un modo in più per coinvolgere viaggiatori italiani e stranieri e qualificare
la nostra offerta gastronomica, abbinando qualità, salute e sostenibilità.
Per supportare e divulgare le attività del settore è stato potenziato il portale dedicato (www.ecobio.bo.it) con la disponibilità di una pagina intera per ogni attività, corredata di descrizione con riassunto in inglese, galleria fotografica, mappa interattiva, link al proprio sito web, e-mail. Il sito, potenziato e rinnovato con il contributo della Camera di Commercio di Bologna nella sua veste grafica in coerenza con le nuove tendenze del web, è stato presentato il 13 giugno nella sede della
Camera.
All’iniziativa erano presenti Loreno Rossi, direttore Confesercenti Bologna, Marco Mascagni, presidente EcoBio Confesercenti, Stefano Bollettinari, responsabile Confesercenti nazionale area commercio, Roberto Pinton, segretario AssoBio, Giada Grandi, segretario generale Camera di commercio di Bologna.
Il nuovo sito, oltre a divulgare le notizie e novità del mondo ecologico e biologico, è il contenitore delle tante iniziative che
Eco-Bio Confesercenti promuoverà in un calendario annuale “Eco-Bio verso l’Expo”.
Con l’obiettivo di attrarre anche i visitatori che affluiscono durante tutto l’anno in Italia e che sempre di più utilizzano lo
strumento mobile come guida (smartphone, tablet) è stata realizzata una web-App EcoBio (per Android e Apple), nelle
versioni italiano e inglese, sempre aggiornata con i possibili nuovi ingressi, dove è disponibile la scheda di ogni attività,
suddivisa per categorie e territorio, con info essenziali e mappa interattiva, oltre alla sezione “News & Eventi” dove saranno pubblicate le iniziative in corso.
Per la divulgazione del nuovo dispositivo saranno distribuite capillarmente su tutto il territorio e in tutti gli IAT di Bologna
e provincia delle cartoline con il codice QR per accedere direttamente alla webApp, oltre all’indirizzo web.
Eco Bio Confesercenti è la prima associazione di categoria che raccoglie attività commerciali legate al mondo
dell’ecologia, della sostenibilità e del biologico, aderente a un’associazione di livello nazionale. Eco Bio Confesercenti a
sua volta ha aderito a Federbio, facendo parte del suo direttivo, per consentire una puntuale informazione e presenza nei
tavoli istituzionali della filiera del biologico su tutto il territorio nazionale.
Nata nel 2012 come categoria locale della provincia di Bologna, in breve tempo ha assunto il ruolo di rappresentanza
nazionale del settore, contando a oggi oltre 90 punti vendita associati e in continua crescita.
Dal 2013 è anche main partner del SANA per la realizzazione di Sana Off, iniziativa di grande successo territoriale e turistico.
Sempre nel 2013, è nato il disciplinare per la ristorazione “Bio Gourmet”® da una collaborazione tra la Confesercenti
Emilia Romagna ed Eco Bio Confesercenti, con la supervisione tecnica di Federbio. Tale disciplinare identifica e qualifica
una rete di ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie emiliano-romagnole che valorizzano e promuovono l’uso del prodotto
biologico, attraverso la proposta di piatti e/o prelibatezze dolci e salate realizzate, in parte od esclusivamente, con materie prime provenienti dall’agricoltura biologica certificata secondo un disciplinare appositamente studiato e approvato da
un comitato tecnico qualificato (www.gourmetbio.it)
GERMANIA, I PRIMI DATI
Ogni anno, il Bundesanstalt für Landwirtschaft und Ernährung (BLE), commissionato dal Ministero tedesco dell'Agricoltura, pubblica alcune statistiche generali sul mercato biologico.
Nel 2013, la Germania aveva un totale di 23.271 agricoltori biologici, su una superficie totale di 1.055.869 ettari (+2%
rispetto al 2012). In leggera crescita nel 2013 il numero di aziende agricole (+239 rispetto al 2012), in leggero calo quello
delle imprese di trasformazione, che erano 8.231 (-61 rispetto al 2012).
Lo Stato federale della Baviera conta la maggior superficie biologica (circa 215.000 ettari), seguito da Brandenburg (circa
136.000 ettari), Mecklenburg-Vorpommern (circa 125.000 ettari) e Baden-Württemberg (circa 121.000 ettari).
LA CINA STOPPA L’IMPORT DI MAIS OGM
Il Governo cinese ha sospeso il rilascio di permesso per l’importazione di materie prime provenienti dagli Stati Uniti destinate ai mangimi animali, con particolare riferimento al mais OGM.
A quanto pare i carichi di cereali per mangimi inviati dagli Usa alla Cina sarebbero interessati dal rischio di contaminazione da parte del MIR 162, un ceppo OGM che la Cina non ha approvato all’interno del proprio territorio nazionale. Le
indiscrezioni sono state raccolte da Bloomberg BusinessWeek.
Le spedizioni di mais dagli Stati Uniti non rispetterebbero i regolamenti previsti in Cina, che è tra i maggiori importatori di
cereali destinati alla produzione di mangimi. Nel frattempo le importazioni sarebbero proseguite nonostante le irregolarità, grazie a commissari portuali “clementi”.
Pare che il Governo cinese sia determinato a porre fine a qualsiasi forma di importazione di mais dagli Stati Uniti, ma al
momento da Pechino non sarebbero giunti commenti ufficiali sulla questione. Nel mese di aprile 2014 la Cina avrebbe
raggiunto un vero e proprio record nelle importazioni di mais dagli Usa, che supererebbero quelle del Messico.
È chiaro il danno economico che gli Stati Uniti subirebbero con lo stop delle importazioni di mais OGM in Cina. Circa 600
mila tonnellate di mais sarebbero ferme presso i porti cinesi e sarebbero risultate positive al MIR 162. Un’eventualità che
potrebbe determinare la loro restituzione al mittente.
Non si tratta comunque di provvedimenti inaspettati. La Cina di recente ha rifiutato 1,1 milioni di tonnellate di mais Syngenta che contenevano proprio il ceppo OGM non approvato MIR 162. In Cina il mais Syngenta è ancora in fase di valutazione e dunque non viene al momento annesso per l’importazione.
I dati sperimentali e le documentazioni presentati da Syngenta sarebbero infatti risultati incompleti e problematici. È probabile che a lungo termine gli agricoltori Usa dovranno iniziare a incrementare la produzione di mais non OGM al fine di
rispettare le norme di importazione previste dalla Cina.
ASSEMBLEA ASSOBIO AL SANA
Come deliberato nell’assemblea generale ordinaria tenutasi lo scorso 29 maggio presso il socio Baule Volante,
l’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali si terrà
SABATO 6 SETTEMBRE alle ore 17.00
c/o il quartiere fieristico di Bologna Fiere.
La scadenza del mandato del consiglio direttivo in carica è nel prossimo mese di ottobre, si è preferito anticipare di poco il rinnovo per evitare ai soci un’apposita trasferta, contando sul fatto che nella maggior parte siete
già presenti a Bologna.
L’ordine del giorno, che seguirà in via più formale, per ora prevede soltanto il rinnovo delle cariche sociali. Possono candidarsi tutti i soci in regola con le obbligazioni sociali.
Intanto, segnate in agenda l’appuntamento, grazie.
AssoBio
Tel. 049.87.64.648
Fax 049.65.26.64
Mobile 348.738.03.07
e-mail: [email protected]